Marxisti Reazionari Lukacs, Adorno e La Cultura Di Massa
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5/12/2018 Marxisti Reazionari Lukacs, Adorno e La Cultura Di Massa - slidepdf.com
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Bisogna dire che l'articolo di Preve su Lukács è un po' superficiale. L'eredità di Lukacs è andrebbe valutataattentamente per separare ciò che rimane di valido da quanto è invece strettamente legato ai conflitti di unpassato periodo storico.
Giusto per abbozzare alcune considerazioni: l'opera che rimane più valida a mio parere è l'Ontologiadell'essere sociale. Secondo me, è importante coltivare un campo "filosofico" (fra virgolette, perché noncredo ad una netta distinzione fra scienza e filosofia) in cui discutere a livello più generale di oggetto,
metodo, categorie delle scienze sociali. Inoltre, in quest'opera Lukács si dimostra uno dei pochi marxisticapaci di confrontarsi non soltanto con altri marxisti, ma anche con la sociologia del tempo, in particolarequella americana (Riesman, Wright Mills).
Per quanto riguarda l'estetica, qualora in futuro qualcuno vorrebbe rimettersi in contatto con la grande arte ecultura borghese classica non vi è di meglio che Lukács per quanto riguarda la comprensione delle opere diGoethe, Dostoevskij, Tolstoj, Mann ecc. Tuttavia, Lukács investì il "proletario" del gravoso compito di fungereda "erede della cultura classica borghese", senza poter fare, qualora ne avesse avuto i mezzi, qualcosa dioriginale.
Inoltre, forse perché visse al di fuori delle società occidentali, non capì il passaggio dalla società borgheseclassica al capitalismo dei funzionari del capitale, il quale invece fu in qualche modo colto dalla scuola diFrancoforte, la quale parlava di "declino dell'individualità" (borghese) e avvento della società di massa. La
cosiddetta "cultura di massa" per Lukacs neanche esisteva, ad es. il cinema non viene neanche preso inconsiderazione. Molto più futuristico al riguardo Walter Benjamin. A mio parere se rinascerà una qualcheforma di arte vitale nel futuro non sarà da né qualche forma di “classicismo”, né dall'avanguardia maall'interno della “cultura di massa”.
L'opera peggiore è invece La distruzione della ragione, sostanzialmente affine all'interpretazione liberale delfascismo come parentesi irrazionale, molto fuorviante per quanto riguarda la comprensione del facismo, ilquale non viene per nulla analizzato da un punto di vista strutturale. In generale, quanto vi è di meno validonell'opera di Lukács è quanto indirizzato verso quell'universalismo astratto, diverso da quella “meravigliosaformula” (Lenin) secondo cui l'universale deve contenere in sé il particolare (Hegel).