martedì 18 dicembre 2018, ore 20,30 Per la nascita del ... · Tarantella a due voci “Una dama...

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Cappella Neapolitana Antonio Florio direttore Leslie Visco soprano Marta Fumagalli mezzosoprano martedì 18 dicembre 2018, ore 20,30 Per la nascita del Verbo 154a STAGIONE 2018 | 19 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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Cappella Neapolitana Antonio Florio direttoreLeslie Visco sopranoMarta Fumagalli mezzosoprano

martedì 18 dicembre 2018, ore 20,30 Per la nascita del Verbo

154a STAGIONE 2018 | 19 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici• evitare colpi di tosse e fruscii del programma• non lasciare la sala fino al congedo dell’artistaIl programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Cristoforo Caresana (Venezia 1640 - Napoli 1709)

Sinfonia da Le avventure di una fede

Pastorale a due voci “Al cantar” da Demonio vestito da Bifolco

Tarantella a due voci “Una dama più fortunata” da La Veglia

Ballo detto “Barrera” a due voci da La Veglia

Ninna Nanna a voce sola da La Veglia

Giovanni Cesare Netti (Putignano 1649 - Napoli 1686)

Sinfonia a quattro da La Filli

Cristoforo Caresana “Con un vel d’humanità” a due voci da La Caccia del Toro

Anonimo napoletano (sec. XVII)

Tarantella

Cristoforo Caresana

Choro di doi Angioli “Olà, che si fa?” da La Tarantella per la Nascita del Verbo

“Hor che lucide e serene” a due voci da La Pastorale

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I N T E R V A L L O Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 - Napoli 1725)

Cantata “Oh, di Betlemme altera” per soprano e archi

Anonimo (sec. XVIII)

Pastorale per archi

Nicola Fago (Taranto 1677 - Napoli 1745)

Mottetto “Quid hic statis pastores” per soprano, alto e archi

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Udite la voce degli angeli

Il programma affonda le sue radici nel ricco tessuto culturale tardo-secentesco napoletano

Antonio Florio ci trasporta nella Napoli di epoca barocca. La Napoli con i suoi Conservatori, la sua moltitudine di palazzi nobiliari, monasteri, conventi e oratori sedi di congregazioni; con il suo fitto calendario di festività religiose e non, di feste private, di pratiche devozionali e riti celebrati nelle chiese, nelle piazze o nel chiuso di sontuosi saloni: il tutto accompagnato dalla sua musica. Un programma che affonda le sue radici nel ricco tessuto culturale tardo-secentesco, frutto di molteplici influenze che, decenni più tardi, in pieno Settecento, porterà la città ad occupare una posizione di assoluto primato come centro di produzione operistica.

Il tema primario è la celebrazione della Natività, soggetto sin dal Medioevo di azioni drammatiche in ambito liturgico, come l’Officium stellae, o “dramma dei Magi”, in cui veniva rappresentato l’arrivo dei tre re

a Gerusalemme, l’incontro con Erode e la prosecuzione del viaggio per Betlemme, per offrire i doni al Bambin Gesù. Nella Napoli della seconda metà del XVII secolo, la musica destinata al periodo natalizio è rivestita di forme e testi propri al suo tempo; a farla arrivare a noi è, sempre, la voce virtuale di angeli, demoni e pastori.

Quanto alle voci reali, all’epoca c’erano anche quelle dei “figliuoli” ospiti dei quattro Conservatori dediti alla formazione di musicisti professionisti

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– S. Maria di Loreto, S. Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini e Poveri di Gesù Cristo: gli allievi convittori erano tradizionalmente chiamati a partecipare alle cerimonie religiose nelle chiese o negli oratori, così come nel palazzo del Viceré e presso private residenze nobiliari. In occasione del Natale, nelle strade gremite era possibile imbattersi in veri e propri cortei di allievi che si preparavano ad esibirsi. La vivacità dell’ambiente cittadino si trasfonde nella musica che, nel portare il messaggio evangelico, non disdegna le forme di danza, atte a palesare la gioia del sublime momento: “…e con salti e carole chinate il piede a riverire il Sole”, recita uno dei testi messi in musica - la tarantella dà persino il titolo ad una delle composizioni in programma.

Di Cristoforo Caresana (ca. 1640 – 1709) restano almeno trecento composizioni, una parte importante delle quali sacre. Veneziano di nascita, era giunto a Napoli, per restarvi fino alla morte, nel 1659, anno in cui risulta essere cantore al servizio della cappella reale, presso la quale fu in seguito nominato organista. Secondo varie fonti avrebbe fatto parte dei “Febiarmonici”, importante compagnia teatrale itinerante, che come altre in quel periodo contribuì a portare le opere veneziane (quelle di Monteverdi, Cavalli, Sacrati e altri) anche a Napoli, dove a teatro imperava il gusto spagnolo dei viceré e dove l’opera arrivò con un certo ritardo rispetto alle altre città della Penisola.

Caresana fu maestro di cappella al Conservatorio di S. Onofrio a Capuana e direttore della cappella del Tesoro di San Gennaro. Il programma si concentra su una delle forme più rappresentative della sua produzione: la cantata sacra. Un certo numero di queste, brevi nella durata e per piccoli organici, furono composte proprio per le celebrazioni natalizie, come indica la frequente dicitura che le accompagna, “per la nascita del Verbo” o “per la nascita di Nostro Signore”. Ascolteremo brani isolati da: Pastorale a cinque voci (1670, si legge sulla partitura manoscritta conservata nella Biblioteca dei Girolamini di Napoli); La Tarantella a cinque voci (1673); La Veglia a sei voci (1674); La Caccia del Toro a cinque voci (1674); Demonio sotto Abito di Bifolco et Angelo sotto forma di Pastore et tre Pastori a cinque voci (1676).

Ciascuna cantata consta di una sequenza di arie, duetti e cori, inframmezzati da recitativi; tipicamente, un tutti finale suggella il messaggio morale legato alla nascita di Gesù. Grande è l’attenzione posta da Caresana, sicuramente influenzato dal repertorio

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monteverdiano, nell’illustrare il più plasticamente possibile il testo. Così, l’eterno conflitto fra Bene e Male, fra cielo ed abissi infernali, si traduce nel contrasto fra le voci acute degli angeli e quella grave del Demonio. Ritmi incalzanti e vivaci si alternano a quelli lenti e gravi, fino al cullante andamento della ninna nanna, qui accompagnata da figurazioni melodiche e basso ostinati. L’alternanza produce effetti di chiaroscuro ove si mescolano pathos e letizia, solennità e semplicità delle forme

legate alle tradizioni popolari. Né mancano allusioni alla vita quotidiana di una Napoli provincia della corona spagnola (fino al 1707, quando vi sarà l’avvicendamento con il dominio asburgico, durato fino al 1734): la Caccia al Toro è un esplicito richiamo ai costumi ispanici.

Il testo in lingua italiana e non latina di questi lavori di carattere sacro mette a nudo una, così parrebbe, latente concezione teatrale, anche se, a rigore, la cantata non ha una vera e propria destinazione scenica. I titoli possono essere assai evocativi – basti pensare a Demonio sotto abito di Bifolco – e tale elemento figurativo assegna un carattere preciso alle voci, quasi trasformando gli interpreti in personaggi da presepe.

Sempre di Caresana è la sinfonia dall’oratorio Le avventure di una fede per nove voci, forma di più esteso respiro rispetto alla cantata. Nel Seicento il termine “sinfonia” indica, genericamente, un brano strumentale che ha funzione introduttiva o di interludio in una composizione vocale. Alessandro Scarlatti, attraverso la sua vasta produzione, contribuì a fissare nei suoi caratteri la sinfonia introduttiva dell’opera.

La seconda sinfonia in programma è da La Filli di Giovanni Cesare Netti (1649-1686). Quest’opera ci porta a contatto con l’altra declinazione del filone pastorale in musica, quello derivato dalla tradizione letteraria classica che, coi suoi ideali modelli, suggerì tante trame di libretti. Suggerì altresì, ai circoli accademici sei-settecenteschi, spunti di

Gli allievi convittori dei quattro Conservatori napoletani erano tradizionalmente chiamati a partecipare alle cerimonie religiose nelle chiese o negli oratori

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dibattito e di polemica su pregi, difetti, eccessi dell’opera italiana. Rappresentata a Napoli probabilmente nel Carnevale del 1682 in Casa Cappello, La Filli può essere definita una favola pastorale, che prende spunto dalla mitologica Arcadia, luogo simbolo dell’età dell’oro dell’umanità, ogni volta abitato da nuove incarnazioni di pastori e ninfe, fauni e satiri che portano i nomi di Tirsi, Clori, Fileno, Silvia…

Netti, nato a Putignano (Bari), si formò a Napoli al Conservatorio della Pietà dei Turchini. Organista presso la Cappella reale divenne, come Caresana, maestro di cappella del Tesoro di San Gennaro. Le composizioni vocali rimasteci – arie e cantate, due opere e una serenata – sono apprezzate per ricercatezza ed espressività della linea melodica. La sinfonia de La Filli è per un organico a quattro parti di archi. Ad un “adagio” iniziale dall’andamento omoritmico seguono un “presto” in scrittura contrappuntistica con disegni imitativi, un altro adagio ed un “allegro” finale.

La trama de La Filli sembra in parte ricalcare la fortunata opera giovanile di Alessandro Scarlatti Gli equivoci nel sembiante (Roma, 1679): quella che assicurò la notorietà al compositore di origine palermitana. Scarlatti padre (1660-1725), grande protagonista della vita musicale napoletana e romana, compose più di seicento cantate da camera, forma che a partire dal XVII secolo conobbe grande fortuna e sviluppo, prendendo il posto che il madrigale aveva avuto nel secolo precedente. Tale imponente corpus riflette le molteplici fasi stilistiche del compositore. Destinate ad esecuzioni private davanti a un pubblico di estimatori, le cantate, pur influenzate dal teatro d’opera, talvolta presentano rispetto a questo gradi di ragguardevole finezza. Oh, di Betlemme altera povertà (Cantata pastorale per la nascita di N. S.), è scritta per soprano, due violini, violetta, violoncello e liuto. Consta di sinfonia introduttiva, recitativi e tre arie, l’ultima delle quali, Toccò la prima sorte a voi, ha i caratteri propri della pastorale natalizia, con ritmo ternario tradizionalmente associato all’ambito bucolico.

La vivacità dell’ambiente cittadino si trasfonde nella musica che, nel portare il messaggio evangelico, non disdegna le forme di danza, atte a palesare la gioia del sublime momento natalizio

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Sempre dedicato alla Natività il mottetto a due voci Quid hic statis pastores di Francesco Nicola Fago (1677-1745), detto “il Tarantino” con riferimento al suo luogo di nascita. Allievo alla Pietà di Turchini, fu capostipite di una famiglia di musicisti e insegnante di musicisti di rilievo, della generazione successiva a Scarlatti: fra questi, Leonardo Leo e Niccolò Jommelli. Oltre che drammi per musica, cantate, serenate, oratori e molta musica liturgica, compose commedie per musica in dialetto napoletano: questo tipo di spettacolo si affermò nella città partenopea nel Settecento. Successe a Caresana al Tesoro di San Gennaro. In questo lavoro di carattere sacro si può ascoltare la tradizione contrappuntistica napoletana che Fago, grande didatta, fece propria, temperandola sulla nuova sensibilità settecentesca che ne attenua il rigore.

Di autori anonimi la pastorale del secolo XVIII e la tarantella del secolo XVII, forme assai diverse per origine e destinazione. Della prima esempi illustri sono contenuti, fra l’altro, nel Concerto grosso per la notte di Natale op. 6 n. 8 di Corelli, nell’Oratorio di Natale di J.S. Bach e nel Messia di Händel; la seconda, nata forse dalla terapia coreutico-musicale contro il tarantismo, è stata utilizzata negli ambiti più vari da musicisti del calibro di Chopin, Liszt, Rossini, Casella. Ad illuminare il profilo individuale delle due forme è, sopra tutto, la componente ritmica: qui, nella musica che celebra il Natale, ci trascina in leggeri passi di danza. In letizia.

Paola Rossetti

Corso di Discipline storiche, critiche ed analitiche della musica Conservatorio “G. Verdi” di Milano

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Cristoforo Caresana

“Al cantar”

da Demonio vestito da Bifolco

Al cantar de l’usignoloMurmurando il vascelloOnora il canto.È nato il Verbo, o giubilo,Armate flauti e timpani,E di zampogne e cetereLe melodie si accordano.

“Una dama più fortunata”

da La Veglia

Una dama, la più fortunataAgli applausi del seno fecondoPrepara la Veglia di nobil serata.Ai suoni, ai canti, ai balli,Schiere armoniche e liete,Sciogliete, su’, scioglieteLa man, la voce e’l piè,S’applauda, s’honori La Fascia del RE.Girate, su, girate ballarini volanti,E con salti e carole,Chinate il piè a riverire il sole.

Ballo detto “Barrera”

da La Veglia

Non è vero ch’è notte, no,Se in corso del giorno,L’alba lucida apparì,Un sol partorì sì degno,Ch’in segno di Vergine sta,Più vera beltà mirar non si può.Con piè di nettare corrono i rivoli,

Di latte i murmuri,La fede giurino al regio piè.

Ninna Nanna a voce sola

da La Veglia

Dormi o Ninno,Dormi o core,Chiudi gli occhiAl Redentore,Dorme l’huomoE veglia DioPer amor non dorme Amore.(recitativo)Silenzio, o voci, o corde,Hor che il Regio BambinRiposa un poco.Termini il canto E s’incominci il gioco.

“Con un vel d’humanità”

da La Caccia del Toro

Con un vel d’humanitàVa scherzando un Dio Bambino,E del toro un agnellino,Su le corna salterà.

“Olà, che si fa?” da La Tarantella

Pastori, olà, che si fa?Dal pigro sonno, oh risvegliatevi,Su’, su, su,E non si dorma più.Sorgete dal riposo,Disserrate le luci,Più prolisso letargoIl Ciel non vuole,Or che in grembo a la notteÈ nato il sole.

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A riverire in fasce,L’eternità che nasceIl Ciel v’induce,Torna il mondo oscurato,Oggi la luce.È nato il Verbo già,Pastori, che si fa?Prendete la via, Che tardasi più? Che in braccio a MariaSi aspetta Gesù.Pastori, olà, che si fa?Su’, su, su,Che non si dorma più.

“Hor che lucide e serene”

da La Pastorale

Hor che lucide e serene,Splendon l’ombre Al par del giorno,Son di notte rese amene,Le campagne d’ogni intorno,Coi prati che ridono,Con l’aure che scherzano,Con l’herbe che spuntano,Odorando, sussurrandoA’ bocche de’ fiori,Con lingue ed odori,Par che cantano tutte liete.Pastori voi dormite, e non sorgete?Torniamo agli armenti,Compagni su, su, Il sonno lasciamo, Sorgiamo e cantiamo,Non dormisi più.

AriaOdi come i zeffiretti, placidetti,Van con l’aure gareggiandoE con semplici augelletti,Qui tra musiche e carole,Armonie intrecciando,All’uscir del nuovo sole.Vedi come al prato in seno,Tutto ameno,Stanno insieme nel ovileL’agno e il lupo a ciel serenoE con gare già festose,Ride al verno in braccio Aprile,Genitor di nuove rose.

Pastorale II Risvegliamo le sampogne,Su’ pastori d’ogni intorno,Hor che la notteHa partorito il giorno.

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Alessandro Scarlatti

Cantata “Oh, di Betlemme altera”

RecitativoOh, di Betlemme altera,Povertà venturosa,Se chi fece ogni cosa,Se chi move ogni sferaIn te discendeE l’Autor de la Luce,ne suoi primi vagiti, A te risplende.

AriaDal bel seno d’una stellaSpunta a noi l’eterno sole,Da una pura verginellaNacque già l’eterna prole.

RecitativoPresa d’huom la formaA le gelide tempreD’inclemente stagione,Soggiace il gran Bambino,E d’acerbo destino,Per sottrarse rigore,L’humanità cadente,Del suo corpo innocenteFa scudo a noiL’appassionato Amore.

AriaL’autor d’ogni mio beneScioglie le mie catene,È stretto e in fasce,L’autor d’ogni mio bene.Il tutto ei fe’ dal nullaE pur lo veggio in culla,E in terra nasce.

RecitativoFortunati pastori,Già che v’è dato in sorteChe il Signor de la vita,Immortale, increato,Respiri fra di voi l’aure primiere,Al dolce suon Di sampogne innocentiD’un Dio fatto mortale,Correte a celebrar l’alto natale.

Pastorale - AriaToccò la prima sorte a voi PastoriPerché si fa’ Giesù di Dio l’Agnello.Offrite a la sua cuna i nostri cori,Mirate quanto è vago E quanto è bello.Lasciate i vostri armenti E la capanna,Abbandonate si, le pecorelle.V’è una speranza che non ingannaE che vi può dar loco Infr’a le stelle.

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Nicola Fago

Mottetto per il SS. Natale

“Quid hic statis pastores”

Recitativo - AngeloQuid hic statis pastortes nocte languentes,videte quam fulgentes triplex in coelo solvibrat ardores.

AriaLucet fulget noctis velum,ardet sol coruscat coelumterra floret, rident montessaltat cervus,currunt fontesdulces rores aurae stillantet scintillant campi flores

Recitativo - PastoreO quam clara et serenanox diem germinavit, quam luminosa scena, orbem exhilaravitin hac ergo quiete non dormitatate,ite et videte.

AriaEn micantes in aetherae stellaeFulgidae et bellae ad portenta vos omnes invitant.Si coelorum adistis accentuset concentus ut quid ad hucpupillae dormitant

Aria pastoraleJam caro factum est verbum aeternumvicta peribit mors vincet infermumcurrunt fontes.Eia surgite cito curriteEt ad praesepe quaeso volateCoelestem infantem adorateO quot fortunas hinc reportavit corvenite ad cunas.

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Antonio Florio direttore

Nato a Bari, Antonio Florio riceve una formazione classica, diplomandosi in violoncello, pianoforte e composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota. Approfondisce, in seguito, lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca.

Dopo aver dato vita, nel 1987, all’ensemble I Turchini - oggi denominato Cappella Neapolitana - si dedica con pari impegno all’attività concertistica e a un’intensa ricerca musicologica, esplorando soprattutto il repertorio della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando in quest’ambito capolavori dell’opera assolutamente inediti, curandone infine la proposta per i più prestigiosi teatri europei e italiani.

Tra i molti titoli riscoperti da Florio citiamo La colomba ferita, Il schiavo di sua moglie e La Stellidaura vendicante di Francesco Provenzale; Il disperato innocente di Francesco Boerio; La finta cameriera di Gaetano Latilla; Li Zite’n Galera, La Partenope di Leonardo Vinci; Il Pulcinella vendicato di Giovanni Paisiello; La Statira di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); Motezuma di Francesco De Majo, Alidoro di Leonardo Leo, Ottavia restituita al trono di Domenico Scarlatti, Orfeo ed Euridice di J.J. Fux, Dorimena e Tuberone di Francesco Conti. Il

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suo repertorio lo ha visto anche impegnato in opere ed oratori di Händel, Bach, Pergolesi, Monteverdi.

Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e master class sulla vocalità barocca e sulla musica da camera per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. È inoltre titolare della cattedra di Musica da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli dove svolge un corso universitario sullo stile e il repertorio barocco al quale partecipano allievi provenienti da tutta Europa. È direttore artistico dello “Scarlatti LAB”, laboratorio per la musica barocca a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli.

Antonio Florio ha ricevuto il “Premio per la diffusione della Musica Mediterranea”, “Diapason d’Or” e “Orphèe d’or-Paris-Accademie du disque lyrique”, in Spagna il premio “Luis Gracia Iberni” – corrispondente al nostro premio Abbiati – per la Miglior Direzione Musicale in occasione della prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti e il Premio Oviedo, il “Premio Napoli”, nella sezione “Eccellenze Nascoste”.

Nel marzo 2018 ha diretto con grandissimo successo di pubblico e di critica una nuova produzione di Orfeo di Monteverdi al Tetro Regio di Torino, e nel mese di novembre la prima esecuzione in tempi moderni del Siroe di Leonardo Vinci per il Teatro di San Carlo di Napoli.

È stato ospite della nostra Società nel 2010 e 2015, e per Musica e poesia a San Maurizio nel 1999, 2003, 2005.

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Cappella neapolitana

Alessandro Ciccolini violino I, Marco Piantoni violino II,Massimo Percivaldi viola, Alberto Guerrero violoncello, Patrizia Varone clavicembalo e organo, Franco Pavan tiorba, Piero Ciapparelli tiorba, Chiara Granata arpa

Fondato da Antonio Florio nel 1987, conosciuto fino al 2010 come Cappella della Pietà de’ Turchini, l’ensemble è costituito da strumentisti e cantanti specialisti nell’esecuzione del repertorio musicale napoletano dei secoli XVI, XVII e XVIII. Al gruppo si deve la riscoperta di compositori di stupefacente livello qualitativo come Provenzale, Trabaci, Veneziano, Nola, Netti, Caresana, Sabino, Vinci. La particolarità dei programmi e il rispetto rigoroso della prassi esecutiva, fanno dei Turchini una delle punte di diamante della vita musicale italiana ed europea. L’ensemble è stato ospite di importanti istituzioni musicali (Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro di San Carlo, Palau de la Música di Barcellona, Berliner Philharmonie, Wiener Konzerthaus, Associazione Scarlatti di Napoli, Teatro La Monnaie) e dei maggiori festival di musica antica europei: Monteverdi di Cremona, Versailles, Nancy, Nantes, Metz, Caen, Ambronay, Festival de Otoño di Madrid, Barcellona, BBC Early Music Festival, Cité de la Musique di Parigi, Saison Musicale de la Fondation Royamount.

Fra i numerosi progetti esteri e tournée degli ultimi anni ricordiamo la messa in scena dell’Ottavia restituita al trono di Domenico Scarlatti – che è valsa ad Antonio Florio il “Premio Oviedo per la Miglior Direzione

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Musicale” – , La Passione di Antonio Caldara al Festival de la Chaise Dieu in Francia, la tournée negli Stati Uniti con esibizioni a New York e a Washington, l’esecuzione, in prima edizione moderna, di Orfeo e Euridice di J.J. Fux al Konzerthaus di Vienna. Al Festival di Ravello 2016 sono stati protagonisti in una nuova produzione di The Fairy Queen di Purcell. Nella stagione 17/18 si sono esibiti al Teatro Regio di Torino in una nuova produzione di Orfeo di Monteverdi, poi concerti ad Amsterdam, Ghent, Madrid, Valladolid, Basilea, Milano, Pisa, Roma, il debutto di un nuovo progetto con Ian Bostridge al Festival Monteverdi di Cremona e la prima moderna del Siroe di Leonardo Vinci per la stagione del Teatro di San Carlo di Napoli.

Tra i riconoscimenti si segnalano il Premio 1996 di Le Monde, il premio “Vivaldi” della Fondazione Cini di Venezia, il premio “Abbiati” dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, “Diapason d’Or” e “L’Orphèe d’or” (L’Alidoro di Leo).

Tra le numerose incisioni per Glossa segnaliamo L’Adoratione de’ Maggi di Cristofaro Caresana (Christmas Choise-BBC review), Tenebrae – musica per la Settimana Santa a Napoli (2011), Neapolitan cello concertos con Giovanni Sollima come solista e autore di uno dei brani scritto su commissione dell’ensemble, Il tesoro di San Gennaro. Sacred Music in Early 18th Century in Naples, I viaggi di Faustina con il soprano Roberta Invernizzi (Recording of the month per BBC magazine), La Santissima Trinità, oratorio di Gaetano Veneziano, Domenico Gizzi, a star castrato in baroque Roma con Roberta Invernizzi. Nel 2016, sempre per Glossa, è uscito Passio di Gaetano Veneziano, il primo con il nuovo nome Cappella Neapolitana. L’ensemble ha registrato per Radio France, BBC di Londra, Radio belga, spagnola, tedesca e austriaca.

È stato ospite della nostra Società nel 2010 e 2015, per Musica e poesia a San Maurizio nel 2003, 2005.

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Leslie Visco soprano

Nata a Napoli, Leslie Visco si diploma in canto con il massimo dei voti presso il Conservatorio San Pietro a Majella. Al repertorio cameristico e operistico affianca l’approfondimento della musica antica conseguendo nel 2013, con il massimo dei voti e la lode, il diploma accademico di II livello in musica barocca. Approfondisce il repertorio operistico con Lella Cuberli e Alessandra Rossi e partecipa alle master class di artisti quali Mariella Devia e Bruno de Simone. Nel 2011 ha meritato il Premio Nazionale delle Arti nella sezione “Ensemble”, nel 2014 il Premio speciale “Oratorio” al Concorso Internazionale di Musica Sacra di Roma, nel 2015 è stata l’unica finalista italiana al Concorso Internazionale di Canto del Centro Lirico di Clermont Ferrand.

In qualità di solista ha cantato in numerose rassegne concertistiche quali Associazione Scarlatti di Napoli, Pavia Barocca, Festival di Musica Antica di Morelia (Messico), Bilbao Ars Sacrum Festival (Spagna), Festival Hactus Humanus Danzig (Polonia) e Copenhagen Renaissance Music Festival (Danimarca).

Debutta con la casa discografica Glossa incidendo con “I Turchini” di Antonio Florio nel 2012 un mottetto di Domenico Scarlatti e, nel 2013, l’oratorio di Veneziano La Santissima Trinità. Nel 2014 ha partecipato al 40° Festival della Valle d’Itria di Martina Franca in Armida di Traetta diretta da Diego Fasolis e è stata in tournée con Stefano Montanari in Italia, a Dresda e a Berlino nell’ambito del progetto “MusikPodium Dresda/Venezia”.

Nella stagione 2014/15 ha preso parte alle Nozze di Figaro di Mozart al Teatro dell’Opera di Osnabrück, dove è stata nuovamente invitata nel giugno dello stesso anno per Germanicus di Telemann. Nel marzo 2015 è stata selezionata dall’Opera of Chicago per la prima edizione del Ryan Opera Center International Residency e, sempre nello stesso anno, ha partecipato all’Accademia Rossiniana di Pesaro diretta da Alberto Zedda dal quale è stata scelta per il ruolo di Madama Cortese nel Il Viaggio a Reims al Teatro Rossini nella sezione “festival giovane” del Rossini Opera Festival. Nel 2016 è stata ospite della Biennale di Monaco di Baviera in qualità di interprete protagonista della prima assoluta di Sweat of the Sun di David Fennessy ed è stata protagonista di The Fairy Queen di Purcell per il Ravello Festival.

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Nel 2017 è stata la Fata Azzurra ne La Bella dormente nel bosco di Respighi al Teatro Lirico di Cagliari con la direzione di Donato Renzetti ed è stata ospite del Festival “Purtimiro” di Lugo, per la rappresentazione de La Filli di Netti, e del Teatro Massimo Bellini di Catania per La Vedova allegra di Lehar nel ruolo di Valencienne. Nel 2018 ha cantato al Teatro Regio di Torino nell’Orfeo di Monteverdi e al Festival Internazionale di Santander. Tra gli appuntamenti del 2019 il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro dell’Opera di Clermont-Ferrand.

È per la prima volta ospite della nostra Società.

Marta Fumagalli mezzosoprano

Marta Fumagalli, laureata con lode in lettere moderne nel 2004, nel 2009 si è diplomata in canto al Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Como sotto la guida del soprano Cristina Rubin. Si è poi perfezionata con Roberto Balconi.

Giovane ma già intensa la sua esperienza esecutiva; molte sono infatti le collaborazioni con formazioni strumentali e vocali, in particolare nell’ambito della musica barocca, quali Le Concert des Nations con Jordi Savall, Ghislieri Choir & Consort con Giulio Prandi, Les Musiciens du Louvre con Francesco Corti, Coro RSI con Diego Fasolis, Il canto di Orfeo e Gianluca Capuano, I Pomeriggi Musicali e Atalanta Fugiens con Vanni Moretto, La Verdi Barocca e Ruben Jais, Cantar Lontano e Marco Mencoboni, La Venexiana e Claudio Cavina, La Divina Armonia e Lorenzo Ghielmi.

In qualità di solista si è esibita in prestigiosi contesti in Italia e all’estero tra i quali Ravenna Festival, Festival Monteverdi Cremona, Auditorium de Lyon, Gran Teatre del Liceu Barcellona, Arsenal Metz, Opéra de Rouen, Festival DeSingel Anversa, Festival MiTo, Festival Oude Muziek Utrecht, Festival del Abbayes en Lorraine, Rencontres Musicales de S. Ulrich, Teatro Fraschini Pavia, Festival Barocco Boliviano APAC, BachFest Cochambamba, EMBE La Paz, Teatro Comunale Ferrara, Philharmonie Paris, Residence Artistique d’Arc et Senans, Festival Pavia Barocca, San

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Fedele Musica, Bozar Music Bruxelles, LaVerdi Barocca Milano, Festival d’Ambronay, Festival Pergolesi Spontini Jesi, Festival de La Chaise-Dieu, Festival Baroque du Pays du Mont Blanc, Internationale Händel-Festspiele Göttingen, Oh! Festival Valais Wallis Arts Vivants, Festival de Besançon, Innsbruck alte Musik Festival, Festival de l’Haut Jurà, Opera de Lyon, Teatro alla Scala, Festival AMUZ Anversa, George Enescu Festival Bucarest, Saison Musicale de Royaumont, Festival de Sablé, Cantar di Pietre Ticino, Semana de Musica Religiosa de Cuenca, Misteria Paschalia Cracovia, Musikfest Stoccarda, Seviqc Brezice Slovenia, Festival Internazionale di Musica Antica Milano, Festival Freunde alter Musik Basilea, Internasjonale Kirkemusikkfestival Oslo, Osterfestival Tirol Hall in Tirol, Salzburger Bachgesellschaft, Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini Napoli, Barockfestival St. Poelten, Clasicos en Alcalà Alcalà de Henares.

Nel 2012 ha inciso Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi con l’ensemble La Venexiana per Glossa. Con il Ghislieri Consort & Choir ha inciso nel 2013 il Mattutino de’ Morti di Perez per Sony Classic e, nel 2015, il Dixit Dominus di Händel per Amadeus. Nello stesso anno ha inciso Di trombe guerriere dedicato a Vivaldi per Dynamic con l’ensemble strumentale Pian & Forte. Nel 2016 infine i dischi Sisto Reina - Armonia Ecclesiastica per Tactus, Händel in Rome 1707 per Sony Classic e Tarquinio Merula - Musica Sacra per voci e strumenti per Brilliant Classic.

È per la prima volta ospite della nostra Società.

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4 CONCERTI A SCELTA A NATALE, REGALA

IL COUPON DA 100 EURO

Il biglietto potrà essere ritirato, presentando il coupon, alla sede della Società del Quartetto (via Durini, 24) o in Conservatorio prima di ogni concerto

QUARTETTO JERUSALEM Ciclo Beethoven / Bartók - I

SIMONE RUBINO percussioni

CAPPELLA ANDREA BARCA SIR ANDRÁS SCHIFF direttore e pianoforte

LEONIDAS KAVAKOS violino ENRICO PACE pianoforte

BENEDETTO LUPO pianoforte

ISABELLE FAUST violino ALEXANDER MELNIKOV pianoforte

15.1

22.1

1.2 ven

12.2

19.2

26.2

MITSUKO UCHIDA pianoforte

QUARTETTO EMERSON Ciclo Beethoven / Bartók - II

QUARTETTO HERMÈS GABRIELE CARCANO pianoforte

LES VENTS FRANÇAIS

QUARTETTO DI CREMONA Ciclo Beethoven / Bartók - III

RAFAL BLECHACZ pianoforte

CUARTETO CASALS Ciclo Beethoven / Bartók - IV

SEONG-JIN CHO pianoforte

5.3

19.3

26.3

9.4

16.4

7.5

14.5

21.5

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO via Conservatorio 12, Milano | ore 20,30

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4 CONCERTI A SCELTA A NATALE, REGALA

IL COUPON DA 100 EURO

Il biglietto potrà essere ritirato, presentando il coupon, alla sede della Società del Quartetto (via Durini, 24) o in Conservatorio prima di ogni concerto

QUARTETTO JERUSALEM Ciclo Beethoven / Bartók - I

SIMONE RUBINO percussioni

CAPPELLA ANDREA BARCA SIR ANDRÁS SCHIFF direttore e pianoforte

LEONIDAS KAVAKOS violino ENRICO PACE pianoforte

BENEDETTO LUPO pianoforte

ISABELLE FAUST violino ALEXANDER MELNIKOV pianoforte

15.1

22.1

1.2 ven

12.2

19.2

26.2

MITSUKO UCHIDA pianoforte

QUARTETTO EMERSON Ciclo Beethoven / Bartók - II

QUARTETTO HERMÈS GABRIELE CARCANO pianoforte

LES VENTS FRANÇAIS

QUARTETTO DI CREMONA Ciclo Beethoven / Bartók - III

RAFAL BLECHACZ pianoforte

CUARTETO CASALS Ciclo Beethoven / Bartók - IV

SEONG-JIN CHO pianoforte

5.3

19.3

26.3

9.4

16.4

7.5

14.5

21.5

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO via Conservatorio 12, Milano | ore 20,30

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Società del Quartetto, via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita Vivaticketonline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

PIETRO DE MARIA pianoforte

ALBERTO FERRO pianoforte

GLORIA CAMPANER pianoforte

LUCA BURATTO pianoforte

LEONORA ARMELLINI pianoforte

DAVIDE CABASSI pianoforte

19.1

26.1

2.2

9.2

9.3

23.3

VILLA NECCHI CAMPIGLIO via M0zart 14, Milano | ore 17,30

CHOPIN A VILLA NECCHI MUSICA NEL TENNIS 2019

BIGLIETTI

Ingresso intero € 15Socio FAI € 10Socio Società del Quartetto € 10Under 26 € 5

ABBONAMENTI

Intero € 75Socio FAI € 50Socio Società del Quartetto € 50

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto

e ai soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci VitaliziFilippo Annunziata, Cesare Bacchini, Ilaria Borletti Buitoni, Gerardo Broggini,Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli,Antonio Magnocavallo, Francesco Maino, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò, Carlo Vittore Navone,Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega,Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci BenemeritiDomenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi, Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Marta Casagrande, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Nicoletta Cipriani, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Nora del Torre, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Fiammetta Lang, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Rosalia Manenti, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Mario Broggi, Anna Broggi De Lellis, Anna Calabro, Alberto Conti,Maria Elisabetta De Ferrari Magnifico Fracaro, Nora del Torre, Andrea Kerbaker, Liliana Konigsman, Marco Magnifico Fracaro, Maria Candida Morosini,Ruth Pavese Westen, Lorenzo Stucchi

Società del Quartetto, via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita Vivaticketonline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

PIETRO DE MARIA pianoforte

ALBERTO FERRO pianoforte

GLORIA CAMPANER pianoforte

LUCA BURATTO pianoforte

LEONORA ARMELLINI pianoforte

DAVIDE CABASSI pianoforte

19.1

26.1

2.2

9.2

9.3

23.3

VILLA NECCHI CAMPIGLIO via M0zart 14, Milano | ore 17,30

CHOPIN A VILLA NECCHI MUSICA NEL TENNIS 2019

BIGLIETTI

Ingresso intero € 15Socio FAI € 10Socio Società del Quartetto € 10Under 26 € 5

ABBONAMENTI

Intero € 75Socio FAI € 50Socio Società del Quartetto € 50

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PROSSIMI CONCERTI

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

Società del Quartetto, via Durini 24 – 20122 MilanoTel 02 795 393 │ [email protected] │ www.quartettomilano.it

martedì 22 gennaio 2019, ore 20,30 Simone Rubino percussioniAlexej Gerassimez - AsventurasRoberto Bocca - Esegesi John Psathas - One Study on SummaryIannis Xenakis - Rebonds BPiazzolla - Verano Porteno - Oblivion - LibertangoWolfgang Reifeneder - Cross OverMaki Ishii - Thirteen drums

BIGLIETTI

Intero € 25│Ridotto (Soci e over 70) € 20│Giovani (under 30) € 2

martedì 15 gennaio 2019, ore 20,30 Quartetto JerusalemCiclo Beethoven / Bartók – IBeethoven - Quartetto n. 5 in la maggiore op. 18 n. 5 Bartók - Quartetto n. 2 op. 17 SZ 67Beethoven - Quartetto n. 12 in mi bemolle maggiore op. 127

BIGLIETTI

Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 26) € 5

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