MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro

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Conferenza di Mario Lodi 1 MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro Conferenza di Mario Lodi Treviglio - 18 marzo 2007 Il maestro Mario Lodi non solo ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani, ma ha collaborato con lui nel portare avanti un modo innovativo di fare scuolaVita di Mario Lodi____________________________________________ ario Lodi nasce nel 1922 a Piadena (Cremona) e si diploma maestro all’Istituto Magistrale di Cremona nel 1940. Nel 1945, dopo la Liberazione, organizza insieme ai suoi coetanei le prime attività libere: un giornale aperto a tutti, il teatro dei racconti di vita, le mostre dell’artigianato locale, la scuola professionale gestita da docenti volontari. Nel 1948 è nominato maestro di ruolo nella Scuola elementare di, San Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini. Nel 1950 viene in contatto con il Movimento di Cooperazione Educativa, un gruppo di insegnanti che, ispirandosi alle tecniche del pedagogista francese Célestin Freinet, intendono adeguare l’insegnamento nella scuola pubblica ai valori della Costituzione italiana. Comincia un periodo di esperienze, incontri, dibattiti, finalizzati a creare una pedagogia alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni, liberando le capacità espressive, creative e logiche dei bambini mediante l’uso di tecniche adeguate: il testo libero, la ricerca, la corrispondenza, calcolo vivente, l’invenzione di storie, la pittura, il canto e la danza, la stampa a scuola. Nello stesso tempo introduce le stesse tecniche nella Biblioteca Popolare di Piadena con gli adulti, con la stampa dei “Quaderni di Piadena” e con la costituzione del Gruppo Padano (1957) che si dedica alla ricerca dei canti popolari e alla loro proposta partecipando a spettacoli a livello nazionale come “Bella ciao” di Crivelli (presentato al festival di Spoleto nel ‘67) e “Ci ragiono e canto” di Dario Fo. Nel 1956 Mario Lodi si trasferisce alla Scuola elementare di Vho di Piadena. Qui realizza molti libri scritti insieme ai suoi scolari, alcuni dei quali sono stati pubblicati da Einaudi (Bandiera, Cipì, La Mongolfiera, ecc.). Einaudi pubblicò anche i libri delle sue esperienze pedagogiche: “C’è speranza se questo accade al Vho” (1963), “Il paese sbagliato” (1971, Premio Viareggio), “Cominciare dal bambino”, “La scuola e i diritti del bambino”. Dal 1970, per dieci anni, dirige il gruppo della Biblioteca di Lavoro che pubblica, con l’editore Manzuoli di Firenze, 127 libretti (letture, guide, documenti) per la riforma in senso attivo della Scuola. Nel 1978 va in pensione e inizia altre attività nel campo educativo: dirige per tre anni la “Scuola della creatività” a Piadena in cui i bambini e gli adulti sperimentano le più diverse tecniche creative. Nel 1980, con una indagine sul territorio nazionale raccoglie e classifica più di 5.000 fiabe inventate dai bambini italiani documentando che la creatività infantile esiste ancora là dove i bambini trovano le condizioni per esercitarla. Sulla spinta di quella indagine nasce nel 1983 “A&B”, un giornale tutto scritto e illustrato dai bambini. Nel 1988, insieme al gruppo redazionale di “A&B” riscrive per i bambini, in forma adatta, la Costituzione italiana, pubblicata da Marietti-Manzuoli. Nel 1989 riceve dall’Università di Bologna la laurea honoris causa in pedagogia e, nello stesso anno, il Premio Lego che utilizza per M
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Conferenza di Mario LodiTreviglio - 18 marzo 2007“Il maestro Mario Lodi non solo ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani, ma ha collaborato con lui nel portare avanti un modo innovativo di fare scuola”

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Conferenza di Mario Lodi 1

MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro Conferenza di Mario Lodi

Treviglio - 18 marzo 2007

“Il maestro Mario Lodi non solo ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani, ma ha collaborato

con lui nel portare avanti un modo innovativo di fare scuola”

Vita di Mario Lodi____________________________________________

ario Lodi nasce nel 1922 a Piadena

(Cremona) e si diploma maestro

all’Istituto Magistrale di Cremona nel

1940. Nel 1945, dopo la Liberazione,

organizza insieme ai suoi coetanei le prime

attività libere: un giornale aperto a tutti, il

teatro dei racconti di vita, le mostre

dell’artigianato locale, la scuola professionale

gestita da docenti volontari.

Nel 1948 è nominato maestro di ruolo nella

Scuola elementare di, San Giovanni in Croce,

dove scopre le capacità creative dei bambini.

Nel 1950 viene in contatto con il Movimento di

Cooperazione Educativa, un gruppo di

insegnanti che, ispirandosi alle tecniche del

pedagogista francese Célestin Freinet,

intendono adeguare l’insegnamento nella

scuola pubblica ai valori della Costituzione

italiana.

Comincia un periodo di esperienze, incontri,

dibattiti, finalizzati a creare una pedagogia

alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni,

liberando le capacità espressive, creative e

logiche dei bambini mediante l’uso di tecniche

adeguate: il testo libero, la ricerca, la

corrispondenza, calcolo vivente, l’invenzione di

storie, la pittura, il canto e la danza, la

stampa a scuola.

Nello stesso tempo introduce le stesse tecniche

nella Biblioteca Popolare di Piadena con gli

adulti, con la stampa dei “Quaderni di

Piadena” e con la costituzione del Gruppo

Padano (1957) che si dedica alla ricerca dei

canti popolari e alla loro proposta

partecipando a spettacoli a livello nazionale

come “Bella ciao” di Crivelli (presentato al

festival di Spoleto nel ‘67) e “Ci ragiono e

canto” di Dario Fo.

Nel 1956 Mario Lodi si trasferisce alla Scuola

elementare di Vho di Piadena. Qui realizza

molti libri scritti insieme ai suoi scolari, alcuni

dei quali sono stati pubblicati da Einaudi

(Bandiera, Cipì, La Mongolfiera, ecc.). Einaudi

pubblicò anche i libri delle sue esperienze

pedagogiche: “C’è speranza se questo

accade al Vho” (1963), “Il paese sbagliato”

(1971, Premio Viareggio), “Cominciare dal

bambino”, “La scuola e i diritti del bambino”.

Dal 1970, per dieci anni, dirige il gruppo

della Biblioteca di Lavoro che pubblica, con

l’editore Manzuoli di Firenze, 127 libretti

(letture, guide, documenti) per la riforma in

senso attivo della Scuola.

Nel 1978 va in pensione e inizia altre attività

nel campo educativo: dirige per tre anni la

“Scuola della creatività” a Piadena in cui i

bambini e gli adulti sperimentano le più

diverse tecniche creative.

Nel 1980, con una indagine sul territorio

nazionale raccoglie e classifica più di 5.000

fiabe inventate dai bambini italiani

documentando che la creatività infantile esiste

ancora là dove i bambini trovano le condizioni

per esercitarla. Sulla spinta di quella indagine

nasce nel 1983 “A&B”, un giornale tutto scritto

e illustrato dai bambini.

Nel 1988, insieme al gruppo redazionale di

“A&B” riscrive per i bambini, in forma adatta,

la Costituzione italiana, pubblicata da

Marietti-Manzuoli.

Nel 1989 riceve dall’Università di Bologna la

laurea honoris causa in pedagogia e, nello

stesso anno, il Premio Lego che utilizza per

M

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Conferenza di Mario Lodi 2

aprire, in una cascina padana a Drizzona,

dove si trasferisce, la “Casa delle Arti e del

Gioco”, uno spazio dove si tengono corsi per

bambini e adulti, si producono libri e guide

per l’insegnamento e vengono raccolti e

studiati i documenti dell’immaginario infantile,

allestite mostre come “L’arte del bambino” e

“Alberi”.

L’attività di Mario Lodi, collegata ai grandi

problemi sociali, ha affrontato, con la

campagna “Una firma per cambiare la TV” la

questione dell’uso educativo della TV; con la

pubblicazione di “Alberi del mio paese” e di

“Rifiuti” si è posto l’obiettivo di un intervento

sui giovani per creare un modo di pensare

nuovo in difesa dell’ambiente, una nuova

cultura del comportamento responsabile.

INTRODUZIONE ALLA TESTIMONIANZA_________________________________________________

a sintesi è riferita ad un intervento di

Mario Lodi presso la Parrocchia San

Zeno in Treviglio il 18 marzo 2007

La venuta a Treviglio all’oratorio S. Zeno di

Mario Lodi è un avvenimento grande,

eccezionale.

Possiamo dire che Mario Lodi è il Maestro

d’Italia: è educatore, scrittore, poeta. Nella

sua vita di maestro si è fatto sempre guidare

da due punti fermi, imprescindibili e

riconoscibili: il rispetto del bambino e i valori

della costituzione. La straordinarietà del suo

impegno educativo e civile, appassionato e

continuo è riconosciuto da tutti. Mario Lodi ha

scritto moltissimi libri insieme ai bambini e per

i bambini.

Il fascino di Mario Lodi sta nel suo modo di

raccontare: racconta, senza enfasi, che cosa

faceva. Racconta cose concrete, precise,

puntuali che ha fatto insieme ai ragazzi nelle

sue classi, tante volte negli anni. Racconta con

semplicità esperienze piene di energia e di

luce.

L’università, che gli ha dato qualche

riconoscimento, ospita tante persone che lo

stimano e lo ammirano, ma Mario Lodi non ne

è mai stato tentato. Ha preferito, come quel

personaggio della favola antica che era

invincibile finché poggiava i piedi sul suolo,

restare con i piedi sulla terra di Piadena.

Quando è andato in pensione ha investito i

suoi risparmi e un premio che aveva avuto per

riattare una cascina e trasformarla in un

grande, luminosi laboratorio didattico

Mario lodi ha conosciuto personalmente don

Lorenzo Milani.

Il nostro oratorio sente di dire un grazie

sentito al maestro Giochino Maviglia, perché è

attraverso lui che Mario Lodi viene nel nostro

oratorio: è davvero bello incontrare persone

che, come noi, credono nella scuola,

nell’impegno educativo, che soprattutto

credono nei ragazzi e nell’importanza di

camminare con loro.

Mario Lodi viene a parlarci di don Milani,

della scuola di Barbiana.

Nel nostro oratorio c’è un doposcuola antico

Lo chiamiamo, per intenderci, “doposcuola”: in

realtà è una proposta molto semplice che

chiede di imparare a cogliere il sapere non

come strumento di arrivismo individuale, ma

bene comune da dividere con gli altri. Un

oratorio che ha a cuore i ragazzi e la loro vita

non può non cercare di condividere con loro il

momento della scuola.

Diceva don Milani: “La cultura, quella vera che

ancora non ha posseduto nessun uomo, è fatta

di due cose: appartenere alla massa e

possedere la parola: una scuola che seleziona

distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo

di espressione. Ai ricchi la conoscenza delle

cose.”

Il doposcuola, per il nostro oratorio, ha radici

lontane ( il doposcuola è iniziato nel 1983) è

un’operazione di pace e di speranza. Chi è

appagato, sereno non ha bisogno di violenza,

cattiverie, invidie. Riscopre in sé la bontà e

diventa costruttivo. Non si lascia schiacciare

L

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Conferenza di Mario Lodi 3

dalle difficoltà perché ha compagni di strada

che gli stanno accanto.

Stare accanto per creare il terreno dove far

crescere, nel reciproco rispetto, il seme

prezioso della conoscenza.

Lo studio vero non è mai rattrappente

ripetizione di esercizi o concetti. Esso nasce

dalla ricerca comune, dal confronto, dal

dialogo. Così si possono creare linee

educative alternative alla competitività, ai

meccanismi di violenza e di prepotenza.

Il doposcuola è un luogo che la nostra

comunità offre per un reciproco scambio fra

ciò che si sa e ciò che si vuole imparare. E’ un

modo concreto con cui la comunità dice ai

ragazzi: Guardate che tutta la vostra vita mi

sta a cuore e perciò anche questo momento

che vivete come esperienza unica: la scuola.

Non lasciate che questo bene sia corroso dalla

gelosia o dall’arrivismo. Condividetelo e

sperimenterete che studiare è addirittura

bello.

Capire e conoscere insieme ciò che ci circonda,

i linguaggi delle cose, riduce la fatica e dona

fiducia.

Il nostro doposcuola vuole essere una briciola

di comunione, che ci apre a quella comunione

irreversibile che un giorno vivremo in pienezza

e per sempre.

La venuta di Mario Lodi tra noi sia per tutti un

invito a credere sempre più nei ragazzi e

nell’impegno educativo per costruire un mondo

più bello, più colorato, più in pace.

“Io penso che i due mostri più pericolosi sono

le cattive tv e la guerra. Noi li possiamo

vincere con queste armi: quando sul

teleschermo appaiono scene orribili e violente,

possiamo impugnare l’arma del telecomando

e spegnere. Io l’ho fatto e sono contento:

invece di guardare il mondo dentro la scatola,

lo guardo nella realtà: parlo con le persone

chi mi rispondono, che mi sorridono, che sono

vere.

Per vincere la guerra bisogna costruire la

pace un poco al giorno cercando di essere

gentili con gli altri, di aiutare chi soffre.

Dentro di noi ci sono due forze: una cattiva

che ci suggerisce la violenza e una buona che

ci suggerisce la non violenza. Io ho fatto la

mia scelta, e voi? “ ( Mario Lodi)

MARIO LODI : la testimonianza di un maestro____________________________

ario Lodi racconta la propria esperienza di maestro nella

speranza che la sua testimonianza possa fornire dei

suggerimenti ai maestri di oggi che si trovano a vivere una

scuola con tanti problemi.

Mario Lodi inizia il racconto della sua storia dai primi anni dopo la

guerra allorché il mondo civile assunse l’impegno di costruire un’Italia

diversa , un’Italia che aveva riconquistato un bene prezioso : la

libertà. Dopo gli anni della tirannide fascista si doveva introdurre la

libertà nella scuola e avviare la società alla riscoperta dei valori che

non aveva mai praticato : l’ideale fascista di “ credere, obbedire e

combattere” veniva sostituito dalla volontà di dare un senso morale

alle nostre azioni. Gli anni dal 1945 al ‘48 furono ferventi di ricerca

e di scelte : ci furono le elezioni dei comuni e delle province , c’era da

decidere la forma di governo tra la monarchia e la repubblica e

c’era poi l’avvio alla scrittura di una nuova legge da parte dei

parlamentari della Costituente: la Costituzione.

In quei tre anni ci fu un grande travaglio tra i maestri laici che si

sentivano impreparati di fronte al compito che li attendeva: dovevano

M

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Conferenza di Mario Lodi 4

cambiare una società intera , insegnare valori come la libertà e la

democrazia e dare un senso morale ai compiti della scuola. Ci fu

allora una intuizione tra quei giovani che dovevano attuare i valori

della Costituzione : pensarono che fosse importante unirsi per un fine

comune , cioè i deboli , i poveri dovevano unirsi per sopravvivere . E il

gruppo dei maestri si unì :nacque una Associazione, basata

sull’attivismo e sulla pedagogia popolare , la quale nominò come

presidente Pino Tamagnini.

Tamagnini fece una proposta: studiare insieme come realizzare una

società giusta secondo i principi della morale cattolica e della morale

civile. Fu questa la carta vincente . All’inizio al Convegno di San

Marino l’Associazione contava 130 persone, poi arrivò a 7000

aderenti, sempre una minoranza rispetto ai 220 mila maestri quanto

era il totale dei docenti , ma quel gruppo credeva in qualcosa: nella

capacità di risvegliare le coscienze , mettendo dentro al corpo pigro

della scuola italiana la voglia di agire , cioè i principi dell’attivismo

pedagogico. Il presidente Tamagnini scoprì in Francia la tecnica di

Freinet, la fece conoscere e i maestri capirono l’importanza di quella

scoperta :con la stampa i bambini potevano parlare, documentarsi,

confrontarsi, discutere di tutti i problemi; attraverso la libertà

espressiva veniva dato spazio alla creatività, venivano realizzati

processi circolari di apprendimento- insegnamento capaci di produrre

nei bambini la crescita globale, affettiva e cognitiva e sociale.

Comunicare e discutere : questo era il senso della libertà. Nasceva la

pedagogia popolare, quel movimento che Lodi e altri portarono

avanti cercando di rispondere alle importanti domande che si

ponevano a quel tempo in campo educativo.

Passarono gli anni , il gruppo fu riconosciuto e seguito dalle menti

pensanti dell’epoca : anche se i maestri lavoravano per intuizione ,

senza basi psicopedagogiche o conoscenza scientifica, avevano

compreso che il bambino fin da piccolo produce cultura . Una cultura

fatta dall’esperienza che il bambino acquisisce giocando: il bambino

gioca, crea e impara , realizzando la pratica dell’uomo libero.

Tra i professori universitari Mario Lodi ricorda Tullio De Mauro come

linguista , ma vi furono molti altri che incoraggiarono il gruppo e lo

sostennero. Giornalisti e Professori universitari si mostrarono

interessati al lavoro della cooperativa ,per esempio Giorgio Pecorini ,

giornalista dell’Espresso che andava nelle scuole e fotografava le

metodologie di avanguardia . Mario Lodi e Pecorini divennero amici

e fu appunto Pecorini che fece conoscere a Mario Lodi la scuola di

Barbiana

Durante un estate del 1966 , mentre erano in vacanza al mare a Lido

di Pomposa , Pecorini disse a Lodi di seguirlo perchè gli avrebbe

fatto conoscere una persona straordinaria. Così lasciarono le famiglie

al mare andarono a Barbiana dove circolavano le voci che vivesse e

insegnasse un prete “originale” . Pecorini era specialista nella

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Conferenza di Mario Lodi 5

scoperta di preti e maestri che seguivano un metodo innovativo e che

si distinguevano dagli altri per un impegno particolare .

Arrivarono nella parrocchia di Sant’Andrea a Barbiana sul monte

Giovi, nel cuore del Mugello. Quando arrivarono da don Lorenzo , lo

trovarono sotto un pergolato che faceva lezioni ai ragazzi : parlava

loro di affresco. Don Milani era stato pittore , aveva decorato delle

chiese , poi aveva abbandonato quest’arte per un’ arte diversa:

l’educazione .Lodi capì subito il principio insito nella scuola di Barbina:

in quella scuola si donava quello che si aveva: la cultura era

considerata un dono.

Don Milani accolse benevolmente gli ospiti e chiese loro di rispondere

alle domande dei ragazzi. Mario Lodi tutta una mattina accettò di

sottoporsi ad esser intervistato dai ragazzi di Barbiana su ogni

campo: sulla scuola, sul privato , rispose anche a domande che

apparivano strane, cioe’ se poteva andare a scuola la domenica o in

estate …eccetera

Mario Lodi nel raccontare di quella intervista particolare ,traccia

alcuni principi importanti , esempio l’idea del record personale, o

l’idea della non violenza .

Mario Lodi racconta che alcuni suoi alunni ad un certo punto

rifiutavano di fare le gare perchè avevano prestazioni scarse e

sapevano già in partenza che loro non avrebbero vinto .Nacque

allora il principio secondo cui vinceva chi avesse aumentato il proprio

record personale, anche se era inferiore al record massimo conseguito

da altri ragazzi. Vinceva chi progrediva , non contava il valore

assoluto ma il progresso fatto dall’individuo. Quindi la vittoria era il

superamento dei propri limiti. Poi Lodi racconta come fosse vivo il

principio di pace. La costruzione della pace riguardava sia la

Costituzione e sia i principi del Vangelo e ricorda l’Articolo 11:

ripudiare la guerra, costruire la pace , costruire la non violenza :è

importante cercare le cause nascoste , lontane, a volte insignificanti

ma così radicate da generare odio e rancore . Oltre al tema dei

conflitti , furono discussi molti altri temi , esempio quello se il bambino

e’ un essere pensante oppure no, oppure i metodi basati sulla scrittura

creativa o sulla corrispondenza tra scuole .

Don Milani rimase molto colpito dal fatto che gli alunni di Mario Lodi

corrispondessero per lettera con altre scuole; dopo un ‘attenta

riflessione sostenne che la corrispondenza era la massima espressione

della collettività , rappresentava il senso della comunione della

società scolastica: perciò propose una corrispondenza tra i ragazzi di

Barbina e i ragazzi di Piadena.

Infatti il 3 novembre arrivarono a Mario Lodi due lettere: una di don

Milani a Mario Lodi e una dei ragazzi di Barbiana agli alunni di

Mario Lodi

Nella lettera di don Milani si spiegava l’arte dello scrivere .

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Conferenza di Mario Lodi 6

Per capire più nel dettaglio questa metodologia e viverla attraverso

un’esperienza anche didattica ( ossia non mediata da influenze

esterne o di comodo), occorre seguire la metodologia seguita da don

Milani. In tale lettera si parla di vocabolario attivo ( le parole usate)

e di quello passivo:le parole conosciute.

Poi don Milani spiega :la collaborazione e il lungo ripensamento ha

prodotto una lettera che come maturità è superiore all’età

cronologica dei ragazzi .Ogni ragazzo usa un numero limitato di

parole ma ne comprende molte di più, ora se essi ascoltano un

compagno che pronuncia una frase o una parola particolarmente

appropriata, comprende che quella parola è la migliore, cioè la più

adatta a essere inserita nel testo. La scrittura collettiva, dice il Priore,

attraverso il dialogo con il maestro e l'interazione tra gli allievi,

consente di trasferire le idee, dal livello dell'orecchio, a quello della

bocca e della penna, arricchendo in modo esponenziale il linguaggio

personale e collettivo.

Comincia la gara a chi scopre parole da levare, aggettivi di troppo,

ripetizioni, bugie, parole difficili, frasi troppo lunghe, due concetti in

una frase sola. Si chiama un estraneo dopo l’altro. Gli si fa leggere a

alta voce. Si guarda se hanno inteso quello che volevamo dire. Si

accettano i loro consigli purché siano per la chiarezza. Si rifiutano i

consigli di prudenza. L’arte dello scrivere significa :esprimere quello

che siamo senza mascherarsi. Le regole dello scrivere sono: aver

qualcosa di importante da dire e che sia utile a tutti o a molti. Sapere

a chi si scrive. Raccogliere tutto quello che serve. Trovare una logica

su cui ordinarlo. Eliminare ogni parola che non serve. Eliminare ogni

parola che non usiamo parlando. Non porsi limiti di tempo.

Cercare di indovinare la psicologia del lettore, l’arte dello scrivere

esprime compiutamente quello che siamo senza mascherarsi.

2 novembre 1963

Lettera di Don Milani in cui viene illustrata la metodologia della scrittura collettiva

Procedimento:

1. Primo giorno: un intero pomeriggio , cinque ore, a disposizione per comporre liberamente

una lettera a voi su “Perchè vengo a scuola”

2. Secondo giorno: un pomeriggio a leggere ad alta voce i lavori e appuntare su foglietti le

idee e espressioni felici

3. Terzo giorno: una mattinata a riordinare i foglietti su un grande tavolo per dare loro ordine

logico e fissare questo schema di lavoro

- sul principio

- noi e i nostri genitori,

- ora

- scoperta degli ideali della nostra scuola

- nostra risposta spaziale per debolezza nostra e pressione dei nostri genitori e del mondo

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Conferenza di Mario Lodi 7

4. Quarto giorno: pomeriggio a rifare la lettera secondo lo schema comune.

5. Quinto giorno: mattina e sera ,tutti insieme a leggere a alta voce i singoli lavori e si stabilisce

il testo comune con le migliori espressioni comuni ( testo è di 1128 vocaboli)

6. Sesto giorno : testo accettato perchè ognuno abbia lo scritto davanti a sé , un intero

pomeriggio con la produzione di annotazioni a margine ,correzioni, aggiunte di proposte

7. Settimo giorno: mattina e sera; proposizione dopo proposizione ciascuno fa le correzioni

8. Ottavo giorno: mattina idem

9. Nono giorno: mattina idem

10. Decimo giorno: testo definitivo composto da 823 parole ,305 parole in meno , ma arricchito

da molti concetti nuovi.I piccoli trovano qualche volta soluzioni migliori dei grandi

La lettera dei ragazzi di Barbiana alle classi di Mario Lodi

2 novembre 1963

arbiana non e’ nemmeno un villaggio , e’ una chiesa e le case sono sparse tra i boschi e i campi. I

posti di montagna come questo sono rimasti disabitati.

Se non ci fosse la nostra scuola a tener fermi i nostri genitori , anche Barbiana sarebbe un

deserto. La nostra scuola è privata, è in due stanze della canonica , più due che ci servono da officina .

D’ inverno ci stiamo un po’ stretti, ma da aprile ad ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto

non ci manca.

L’orario è : dalle 8 di mattina alle 7 e mezza di sera, non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco.

Quando c’è l neve sciamo un’ora dopo mangiato e d’ estate nuotiamo un’ora in una piccola piscina che

abbiamo costruito noi.

Queste non le chiamiamo ricreazioni, ma materie scolastiche particolarmente appassionanti . Il Priore ce

le fa imparare solo perchè potranno esserci utili nella vita. I giorni di scuola sono 365 l’anno, 366 negli

anni bisestili. La domenica si distingue dagli altri giorni solo perchè prendiamo la Messa. A poco a poco

abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare : non c’è né voti nè pagelle, ne’ rischio di

bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano

piuttosto facili. Per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci .Questa scuola

dunque senza paure , più profonda e più ricca , dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi a

venirci .Non solo, dopo pochi mesi, ognuno di noi si e’ affezionato anche al sapere in sé .

Ma ci restava da fare ancora una scoperta .

Anche amare il sapere può essere egoismo. Il Priore ci propone un ideale più alto : cercare il sapere

solo per usarlo al servizio del prossimo . Per esempio, dedicarci da grandi all’insegnamento, alla

politica ,al sindacato, ,all’apostolato o simili .Per questo qui si rammentano spesso e ci si schiera sempre

dalla parte dei più deboli: africani, asiatici, meridionali italiani, operai , contadini, montanari. Ma il

Priore dice che non potremo fare nulla per il prossimo in nessun campo finchè non sapremo comunicare .

Vorremo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro,

così non ci sarebbero più oppressori, nè patrie, nè guerre.

Se diciamo in casa che vogliamo dedicare la nostra vita al servizio del prossimo, arricciano il naso,

anche se magari dicono di essere comunisti . La colpa non e’ loro, ma del mondo borghese in cui sono

immersi anche i poveri ,quel mondo preme su di loro, come loro premono su di noi, ma noi siamo difesi

da questa scuola che abbiamo avuto” (Ragazzi da 12 a 16 anni )

B

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Conferenza di Mario Lodi 8

ario Lodi conclude la sua testimonianza con questa

domanda:

Quali azioni positive nella nostra società?

Quali valori può trasmetterci l’esperienza di don Lorenzo ?

1. il tempo della collaborazione : le recenti scoperte

psicopedagogiche hanno dimostrato quanto sia improduttiva la

scuola trasmissiva, la scuola dell’autoritarismo e del nozionismo : il

travaso di nozioni nella mente del bambino non ha dato frutti

sperati e il sapere si dissolve rapidamente lasciando un vuoto

incolmabile; ormai da un decennio l’attenzione è centrata sulla testa

pensante e sulla personalità di ciascuno. Anche il contesto di vita

incide nello sviluppo dell’infanzia così come sembra determinante il

contesto scolastico, il gruppo degli alunni : la scuola competitiva

deve lasciare posto ad una scuola nuova basata sulla

collaborazione

2. il tempo dell’integrazione : integrazione non solo per gli

immigrati ,ma integrazione e cooperazione con ogni persona in

base al principio che ciascuno e’ diverso; occorre superare la

visione soggettiva nei confronti di tutti coloro che sentiamo diversi

da noi Superare l’antipatia nei confronti di chi è diverso da noi,

accettare la differenza e la particolarità di ciascuno: occorre

superare le barriere psicologiche ed accettare l’originalità

dell’altro .

3. il tempo della conoscenza e della ragione : e’ importante il

tempo scuola, che sia ricco e produttivo , ma consideriamo anche le

attività extrascolastiche utili per la formazione e la conoscenza

4. il tempo della seduzione : i bambini di oggi sono alle prese

con strumenti conoscitivi sempre più sofisticati e complessi. Se però è

aumentato il bagaglio di informazioni e quindi il possesso di un

maggior sviluppo cognitivo, dall’altro si verifica una maggiore

debolezza affettiva e i bambini di oggi appaiono emotivamente e

affettivamente più fragili

La televisione è una grande invenzione dell’uomo però e’ entrata

nella nostre case stravolgendo le nostre abitudini .

Sviluppando la ragione e il senso critico siamo capaci di resistere

alla seduzione del mondo di oggi .I bambini stanno fermi , ma non

leggono, si spengono davanti a questo oggetto. Bisogna far capire

ai bambini che esiste una differenza fra l'interazione con la

televisione e quella con gli esseri umani, che il linguaggio che noi

usiamo per comprenderci, per comunicare, e' diverso da quello del

piccolo schermo, che la televisione è un mezzo che parla ma al

quale loro non possono rispondere.

E' la famosa televisione baby sitter, che sostituisce la presenza

dell'adulto. E ha un potere ipnotico: e' dimostrato anche

scientificamente, i bambini ingrassano davanti al televisore non

M

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Conferenza di Mario Lodi 9

tanto perchè mangiano patatine ma perché il loro metabolismo

rallenta. L'importante e' che i bambini non diventino

videodipendenti, che abbiano la possibilità di scegliere fin da

piccoli. I genitori dovrebbero discutere insieme a loro, spiegando il

perchè delle cose, perchè i bambini non hanno ancora la capacità

di capire le motivazioni degli adulti. Davanti a quella scatola che

manda immagini restano incantati, per loro è solo un giocattolo

meraviglioso.

Don Enrico e l’oratorio S. Zeno in Treviglio

NOTE__________________________________________________________________________________

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