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Mario Di Pietro Programma di alfabetizzazione socio-affettiva secondo il metodo REBT L’ABC delle mie emozioni 4-7 Guida L’ABC delle mie emozioni 4-7

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Guida

Mario Di Pietro

Programma di alfabetizzazione socio-affettiva secondo

il metodo REBT 

L’ABCdelle mie emozioni

4-7

Guida

L’ABCdelle mie emozioni

4-7

Progettazione e editingSilvia LarentisSerena Larentis

Sviluppo softwareAdriano Costa

Grafica e animazioniDario Scaramuzza

IllustrazioniFabiano Iori

TestingSonia ArwNicole MenestrinaSusanna Tassinari

AudioJinglebell Communication

MusicheSimone Bordin

Immagine di copertinaDario Scaramuzza

Fotocomposizione e packagingTania Osele

© 2015 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.Via del Pioppeto 24 – 38121 Trentotel. 0461 950690 – fax 0461 950698www.erickson.it – [email protected]

Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo effettuata, se non previa autorizzazione dell’Editore.

Mario Di Pietro

L’ABCdelle mie emozioni4-7

Programma di alfabetizzazione socio-affettiva secondo il metodo REBT 

M a r i o D i P i e t r o

Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di problematiche emotive e comportamentali dell’età evolutiva e di aggiornamento degli insegnanti. Si è specializzato presso l’Institute for Rational-Emotive Therapy di New York, acquisendo il titolo di Supervisore. Per le Edizioni Erickson è stato autore e coautore di vari volumi, tra cui L’educazione razionale-emotiva (1992), Terapia scolastica dell’ansia (1995), L’intervento cognitivo-comportamentale per l’età evolutiva (2013), i due volumi L’ABC delle mie emozioni (4-7; 8-13) (2014) e il software L’ABC delle mie emozioni 8-13 (2015).È docente di Psicodiagnostica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova.

INDICE

Introduzionea cura dell’autore p. 7

Guida alla navigazione p. 14Login p. 14Menu p. 15Tasti di scelta rapida p. 16Attività p. 17

Guida al gestionale p. 25Menu p. 25Esportazione dei dati in formato Excel p. 26Statistiche p. 26Opzioni p. 26

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Introduzionea cura dell’autoreIn questi ultimi decenni la comprensione della vita emotiva del bambino (naturalmente, si intende sempre sia di sesso maschile che femminile) si è notevolmente ampliata in seguito al diffondersi di nuove conoscenze sul funzionamento della mente e sui meccanismi sottostanti le diverse emozioni. Si è potuto constatare che il bambino non è un ricettacolo passivo di pulsioni nascoste, ma che, al contrario, assume un ruolo attivo nella costruzione della sua realtà.Gli psicologi hanno coniato l’espressione «dialogo interiore» per riferirsi al meccanismo attraverso il quale l’individuo elabora una pro-pria visione degli eventi commentando internamente ogni esperienza personale. Sebbene spesso non ne siamo consapevoli, parliamo in continuazione a noi stessi (in particolari momenti anche ad alta voce) e la maggior parte delle nostre reazioni emotive e dei nostri sentimenti sono influenzati da tali pensieri. Molti dei nostri contenuti mentali sono un’elaborazione di ciò che ci è pervenuto per mezzo degli organi di senso in seguito a un’esperienza. Così, attraverso scambi chimici tra neuroni, impariamo ad associare la gioia al riso, il biasimo e la condanna alla parola «cattivo», la cautela agli oggetti affilati e così via. Molte delle nostre convinzioni sono esat-te: se riteniamo infatti che lasciando cadere un bicchiere di cristallo questo si frantumerà al suolo, ciò riflette qualcosa che è facilmente dimostrabile; ma non tutti i nostri pensieri sono così veritieri. Malgrado la nostra mente sia molto abile nel convertire l’informazione sensoriale in una nuova convinzione, questo avviene spesso in base all’esperienza soggettiva, che non è sufficiente a garantire la veridicità di un dato convincimento. È per questo che molte delle nostre idee possono essere false. Ad esempio, diverse persone si sentono tranquille in presenza di un cane, mentre altre provano un’intensa paura. Il fatto di considerare i cani pericolosi è un convincimento influenzato più dall’esperienza personale di aver subito un morso o un’aggressione, piuttosto che dalle statistiche sul numero di persone che vengono morse annualmente dai cani. Così come alcuni individui possono avere un’irrazionale paura di un docile cagnolino, molti altri possono coltivare convinzioni irrazionali su se stessi o sul mondo circostante, che sabotano il conseguimento dei loro obiettivi. Anche queste si formano attraverso esperienze sensoriali, e principalmente attraverso le parole, i messaggi che vengono trasmessi da genitori, familiari, insegnanti, amici e conoscenti. Nel corso degli anni tali modi di pensare diventano abituali e si strutturano come elementi stabili del sistema di convinzioni dell’individuo senza che vengano mai messi in discussione.

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La Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT)La teoria psicologica che ha dato maggior impulso allo studio dei mec-canismi mentali che stanno alla base delle nostre reazioni emotive è la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (nota con l’acronimo REBT, dalla dizione inglese rational-emotive behavior therapy). Si tratta di una teoria e di una prassi psicoterapeutica ideata dallo psicologo statunitense Albert Ellis, il quale, oltre a basarsi su accurati studi clinici, ha messo a punto il suo sistema di psicoterapia attingendo in parte ad antiche scuole di pensiero occidentali e orientali quali lo stoicismo, il buddismo, il laoismo. L’accostamento dei termini «ra-zionale» ed «emotiva» sta a indicare la possibilità di raggiungere un certo benessere emotivo utilizzando la propria capacità di pensare in modo razionale e costruttivo.Secondo la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale, le reazioni emotive ai diversi eventi sono influenzate dal modo in cui l’individuo rappresenta nella propria mente tali eventi, cioè dal modo in cui pensa ad essi. Supponiamo che mentre siete a casa vostra sentiate all’improv-viso un gran fracasso provenire dalla cucina, vi precipitiate per vedere cosa sia successo e scopriate che vostro figlio di 5 anni, nel tentativo di mangiare un po’ di budino al cioccolato, ha fatto cadere il recipiente sul pavimento mandandolo in frantumi e spargendone il contenuto per tutta la stanza, sporcando anche le pareti. Come vi sentireste? È probabile che molti risponderanno «furioso», altri diranno «un po’ arrabbiato» e altri ancora potranno sentirsi solo un po’ «infastiditi». La differenza sta proprio nei diversi contenuti del dialogo interiore di ogni genitore. Sono per l’appunto tali contenuti mentali razionali o irrazionali che ci portano ad avere un’esplosione di collera furibonda o a controllarci. La Terapia Razionale Emotiva Comportamentale spiega il meccanismo che sta alla base delle reazioni emotive attraverso il modello ABC dell’emozione:– il punto A indica un qualsiasi evento o situazione;– il punto B comprende i pensieri valutativi riguardanti ciò che accade

al punto A;– il punto C è la reazione emotiva e il comportamento che ne deriva.

Secondo questo modello non è A (l’evento) a causare direttamente C (l’emozione), ma piuttosto è l’elemento B (i pensieri) che determina il tipo di reazione emotiva e comportamentale.Riprendendo l’episodio del budino sopra descritto, possiamo utilizzare il modello ABC per capire meglio la dinamica delle emozioni a esso collegate.A = Constatate che vostro figlio ha rovesciato sul pavimento il reci-

piente con il budino.

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B = Pensieri sull’accaduto: «Non doveva farmi anche questo», «Ha combinato un disastro, non sopporto di dover pulire tutto quanto», «Non fa che combinare guai, non ne posso più», «Adesso lo concio per le feste, così imparerà a stare più attento».

C = Vi sentite furibondi e vi sfogate sul fondoschiena di vostro figlio.

Malgrado questa sia una reazione umanamente comprensibile dal punto di vista di un genitore, non è la più costruttiva. Sarebbe stato possibile reagire altrimenti, ricorrendo a un diverso modo di considerare la situazione. Ad esempio: «Ha combinato un bel guaio, la cosa mi dà molto fastidio, ma è un bambino ed è normale che ogni tanto combini guai. Arrabbiarmi non mi aiuterà a cambiare le cose. Tutto sommato vuol dire che apprezza il mio budino».Siamo d’accordo che non è per niente facile mantenersi razionali in certe circostanze, ma con un allenamento regolare e una pratica co-stante si può imparare a essere meno in balia delle proprie emozioni. Questo non significa diventare freddi e distaccati, ma piuttosto vivere in modo intenso le proprie esperienze apprezzando gli stati d’animo piacevoli quali gioia, amore, affetto, e riducendo l’intensità e la durata di emozioni spiacevoli quali collera, depressione, ansia.

I pensieri che creano problemiVediamo adesso quali sono i contenuti del dialogo interiore che pro-curano a noi stessi o agli altri inutile sofferenza e disagio. La Terapia Razionale Emotiva Comportamentale definisce «irrazionali» i pensieri che ci portano ad avere reazioni emotive esageratamente negative in rapporto a una data situazione. Le caratteristiche dei pensieri irrazionali sono essenzialmente le seguenti:– descrivono in modo non realistico gli eventi distorcendoli– sono pensieri esagerati, assolutistici– non aiutano a raggiungere i propri scopi– portano a reazioni emotive eccessivamente intense e prolungate.

I pensieri razionali comportano invece una visione più realistica e spesso positiva della realtà, che ridimensiona l’impatto emotivo di certi eventi e facilita il conseguimento dei propri scopi.I principali contenuti irrazionali collegati a reazioni emotive eccessive e dannose sono i seguenti.Pensiero assolutistico. Nella prospettiva razionale emotiva è conside-rato la base di ogni forma di irrazionalità. È una modalità di pensiero che solitamente si esprime con termini quali «devo assolutamente», «bisogna sempre». Comprende sia la tendenza a «doverizzare» che a pensare in termini di bisogni assoluti: in altre parole, un modo di

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pensare che porta erroneamente a considerare indispensabile ciò che in realtà è solo desiderabile, auspicabile, utile, ma di cui possiamo anche fare a meno, pur con qualche inconveniente. L’illogicità di tale pensiero sta nel fatto che, partendo da un obiettivo che si preferirebbe conseguire (ad esempio, avere l’obbedienza dei propri figli, ricevere approvazione dagli altri, ottenere considerazione e rispetto dal pro-prio coniuge), trasformiamo tale obiettivo da preferenza razionale a esigenza assoluta. Alcune tipiche pretese che assumono la forma di doverizzazioni sono le seguenti:– «Devo assolutamente ottenere quello che desidero»;– «Gli altri devono sempre trattarmi bene»;– «Certe cose non devono assolutamente succedere»;– «Bisogna che gli altri si comportino in modo sempre corretto». Le pretese possono assumere anche la forma di bisogni assoluti. Con questa forma di pensiero trasformiamo certi eventi, certe persone o certi oggetti in qualcosa di essenziale per la nostra esistenza. È come se dicessimo «Posso essere felice solo se avrò questo», ma così facendo ci costruiamo la nostra stessa infelicità. In molti casi ciò che consideriamo indispensabile sono l’approvazione, la stima, l’affetto, l’amicizia:– «Ho bisogno di essere stimato dai miei amici»;– «Non potrei andare avanti se non avessi l’affetto di certe persone»;– «È indispensabile che i miei familiari riconoscano e apprezzino

quello che ho fatto per loro». – «Non posso fare a meno del suo amore».

Si tratta certo di condizioni che aiutano a vivere meglio e a ottenere più appagamento dalla vita, ma finché consideriamo tali condizioni un sine qua non per la nostra felicità rischiamo di andare incontro a notevole sofferenza.

Pensiero catastrofico. Consiste nell’esagerare oltremodo l’aspetto spiacevole o doloroso di certi eventi. Tipici esempi sono i seguenti:– «È una cosa tremenda non riuscire a farsi ascoltare dai propri figli»;– «È terribile avere a che fare con un bambino così irrequieto»;– «È orribile essere criticati».

intolleranza, insoPPortabilità. Si tratta di pensieri che denotano una bassa tolleranza nei confronti delle frustrazioni. Consistono nel ritenere che certi eventi, obiettivamente spiacevoli, non possano essere sopportati, ad esempio:– «Non posso sopportare tutta questa confusione»;

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– «È insopportabile avere così tanto lavoro da fare»;– «Non posso tollerare di essere trattato in modo così arrogante».

svalutazione globale di sé o degli altri. Consiste nel ritenere che, poiché non si è riusciti bene in qualcosa, si è un fallimento totale. La svalutazione globale può essere rivolta agli altri, e in tal caso si ritiene che, poiché uno o più aspetti del comportamento di una persona sono negativi, allora l’intera persona è negativa. Esempi di entrambi i tipi di svalutazione globale potrebbero essere:– «Sono così stupido e incompetente»;– «Sono un disastro»;– «La mia vicina di casa è una vera carogna»;– «Questi bambini sono dei selvaggi».

generalizzare. Significa pensare in termini di «sempre», «mai», «tutti», «nessuno». Ad esempio: «Mi va sempre tutto storto», «Non riesco mai a…», «Tutti se la prendono sempre con me», «Nessuno mi vuole bene». Si tratta di pensieri poco realistici in quanto è altamente improbabile che certe cose si verifichino proprio sempre o mai o che tutti, proprio tutti, agiscano in un certo modo. Sono generalizzazioni estreme che ci portano ad avere una visione disfattista della realtà.

La trasformazione dei pensieri irrazionaliRiconoscere le componenti irrazionali presenti nel proprio modo di pensare è un passo molto importante per superare gli stati d’animo spiacevoli, ma non è sufficiente. Il passo successivo consiste nell’at-taccare tali pensieri negativi e nel sostituirli con altri più costruttivi.Alcuni esempi di domande utili per attaccare i propri pensieri irrazio-nali e controproducenti sono:– Cosa c’è di vero in quello che penso, quali fatti potrei avere ignorato?– Cosa c’è di non vero? C’è in me un atteggiamento assolutistico?

(«devo», «devi», «bisogna per forza») o catastrofizzante («è terribile»)?– C’è qualche esagerazione nel mio modo di pensare?– Pensare che questa persona debba (o non debba) assolutamente

comportarsi in un certo modo mi aiuta a migliorare il nostro rapporto o a sentirmi meglio?

– Questo modo di pensare mi aiuta a stare meglio?– Pensare che certe cose sono insopportabili, mi aiuta a superare

meglio le difficoltà?– Questi pensieri mi sono utili per riuscire a ottenere quello che vorrei?– Qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere in questa situazione?

Quanto è probabile che si verifichi davvero? Sarebbe proprio terribile o insopportabile se ciò si verificasse?

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– Quale potrebbe essere un altro modo di considerare questa situa-zione?

Attaccare i pensieri irrazionali e negativi significa indebolirne la forza, in modo da introdurre nella nostra mente un dubbio sulla loro veridicità. Questo rende più facile sostituirli con altri più costruttivi.Vediamo come procedere per trasformare i principali contenuti irrazio-nali del dialogo interiore indicati nel paragrafo precedente.– Le pretese assolute (doverizzazioni e bisogni assoluti) possono

essere sostituite con pensieri che esprimono desideri, opportu-nità, convenienza. Ad esempio, «Sarebbe meglio se…», «Vorrei che…», «Conviene, è opportuno che…». I pensieri che esprimono indispensabilità possono essere sostituiti con affermazioni che esprimono preferenze. Ad esempio, «Mi piacerebbe… ma so che non è indispensabile, anche se lo desidero molto», «Se non posso ottenere questa cosa potrò avere altre gratificazioni…».

– Il pensiero catastrofico può essere sostituito con pensieri che ridimensionano in modo più realistico l’evento. Ad esempio, «È spiacevole, è doloroso, ma non è la fine del mondo».

– I pensieri che esprimono intolleranza e insopportabilità possono essere sostituiti constatando che certi eventi o certe persone «Sono solo sgradevoli, fastidiosi, ma pur sempre sopportabili».

– La tendenza a svalutare totalmente se stessi o gli altri con aggettivi denigratori o svalutanti può essere superata limitandosi a esprimere giudizi solo sui comportamenti e non sulle persone, ricordandosi che gli individui sono qualcosa di molto più complesso della semplice somma dei loro comportamenti.

Questo lavoro di riconoscimento, attacco e trasformazione dei pen-sieri distruttivi richiede una certa pratica, acquisibile mediante un allenamento costante per un periodo di tempo, almeno finché vecchie abitudini nel modo di pensare non lasceranno il posto ad altre più costruttive e positive. Si tratta di sostituire vecchi percorsi mentali con nuovi percorsi che portano a emozioni più funzionali e soddisfacenti.

Come utilizzare il softwareI giochi proposti nel software possono essere utilizzati per allenare bambini tra i 4 e i 7 anni ad acquisire una certa competenza emotiva, attraverso attività mirate a far conoscere meglio le proprie emozioni e le procedure per trasformare quelle negative e controproducenti. Questo software si presta in particolare a essere utilizzato per allenare alunni che stanno seguendo un percorso di Educazione Razionale Emotiva, ma può essere utilizzato anche in ambito psicoterapeutico e di counseling, per offrire ai bambini la possibilità di allenarsi nell’af-

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frontare situazioni difficili ed emozioni negative.Far acquisire una maggiore competenza emotiva si è rivelato estre-mamente utile nel caso di problemi di tipo internalizzato, quali ansia, fobie, tristezza, bassa autostima. Molte scuole da alcuni anni hanno introdotto percorsi di Educazione Razionale Emotiva attraverso i quali gli alunni, sotto la guida di insegnanti appositamente formati, apprendono a superare stati d’animo spiacevoli lavorando sulla cono-scenza e trasformazione del proprio dialogo interiore. Vari studi hanno evidenziato che circa il 75% dei pensieri di una persona ha contenuti negativi che ostacolano il conseguimento di obiettivi desiderabili. Se i bambini vengono messi in grado di imparare precocemente come dominare la propria mente utilizzando il potere del dialogo interiore, sarà più facile per loro sia la realizzazione delle proprie potenzialità che il conseguimento di un adeguato equilibrio emotivo.

BibliografiaDi Pietro M. (1992), L’educazione razionale emotiva, Trento, Erickson.Di Pietro M. (2014), L’ABC delle mie emozioni (8-13 anni), Trento,

Erickson.Di Pietro M. (2014), L’ABC delle mie emozioni (4-7 anni), Trento,

Erickson.Di Pietro M. e Dacomo M. (2007), Giochi e attività sulle emozioni,

Trento, Erickson.

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Guida alla navigazioneLoginPer accedere al programma è necessario innanzitutto registrarsi con un nome. Si deve scrivere il proprio nome nell’apposito riquadro o selezionarlo dalla lista dei nomi. Per scorrerla si possono usare le due frecce. Quindi si deve cliccare il pulsante «Entra» per entrare e iniziare le attività.Per attivare le vignette contenenti le istruzioni scritte, basta cliccare la nuvoletta «Attiva istruzioni scritte» e per disattivarle è sufficiente cliccarla di nuovo. Per continuare la lettura dei testi, si clicca con il mouse sulle vignette.Per accedere alla parte gestionale contenente l’anagrafica, le statistiche e le opzioni, si clicca il pulsante «Gestionale» o si preme la combina-zione di tasti «Ctrl + o».Per visualizzare la guida si deve cliccare il pulsante «Guida». Per uscire dal programma, si clicca «Esci» e si conferma.

Login: registrazione di un nuovo utente

Digita il tuo nome o selezionalo dalla lista

Clicca qui per accedere al gestionale

Clicca «Entra» per entrare nel menu

Clicca qui per vedere le istruzioni scritte

Clicca qui per leggere la guida

Clicca «Esci» per uscire dal programma

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MenuDopo aver inserito o selezionato il nome nel login e cliccato «Entra», si accede al menu principale, dove sono presenti gli elementi di accesso alle varie sezioni, descritti dal personaggio guida, il simpatico Mattia:

a) Le 7 sezioni:1. Conoscere i sentimenti2. Oggi mi sento felice3. Tante emozioni4. Quando arriva la rabbia5. Mandar via la paura6. Se mi sento triste7. Riconoscere i pensieri

Al clic su ciascuna sezione, si accede all’indice degli esercizi, tra cui è possibile scegliere quello da cui iniziare.

Menu: scelta delle attività

AttestatoUltimo svolto

Spiegapulsanti

Maiuscolo/minuscolo

Le 7 sezioni Suoni e audio

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b) Frecce (Ultimo svolto)Al clic sulle freccine, è possibile riprendere l’attività direttamente dall’ultimo esercizio svolto nella sessione di lavoro precedente.

c) Punto di domanda (Spiegapulsanti)Al clic sul punto di domanda, si apre la videata con la spiegazione delle funzioni dei pulsanti principali usati all’interno del programma. La videata è stampabile.

d) Rotolo di pergamena (Attestato)L’attestato viene sbloccato al superamento di tutti gli esercizi. Nella parte gestionale è possibile selezionare l’opzione che lo rende libera-mente accessibile in qualunque momento della navigazione. L’attestato è personalizzato per ogni utente e può essere stampato.

e) A/a (Maiuscolo/minuscolo)Cliccando sulle A è possibile impostare il carattere dei testi in maiu-scolo o in minuscolo.

f) Nota musicale (Suoni e audio)Al clic sulla nota si apre il pannello per la gestione di suoni e volumi.

g) Pulsante «X»Al clic sul pulsante «X» in alto si ritorna alla videata del login.

Tasti di scelta rapidaIl programma consente agli utenti di utilizzare una combinazione di tasti in alternativa al clic del mouse sui pulsanti presenti nelle videate.

FUNZIONI DEL PROGRAMMA/PULSANTI COMBINAZIONE DI TASTI

Generali

Audio istruzioniEsci/ChiudiStampaGuida/informazioni utili

Ctrl + Barra spaziatriceCtrl + xF10F1

Login

EntraEsci dal software sì/noSeleziona utenteGestionale

Invios/nFrecce alto/bassoCtrl + o

Menu

Ultimo svolto Ctrl + u

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AttivitàAl clic su ciascuna delle 7 icone nel menu, corrispondenti alle 7 se-zioni in cui è strutturato il programma, si aprono le attività suddivise in vari esercizi. Durante la navigazione si possono scorrere le videate utilizzando le frecce di scorrimento. È possibile inoltre accedere a una particolare videata, non consecutiva rispetto a quella su cui si lavora, scrivendo il numero della videata nel campo sinistro del contavideate e premendo «Invio». Questa funzione è attiva soltanto all’interno di uno stesso gruppo di videate.Le attività sono contrassegnate da icone che ne indicano il grado di difficoltà (coccinella: attività per bambini dai 4 anni; coniglietto: atti-vità per bambini dai 6 anni; lupetto: attività per bambini dai 7 anni).

1. Conoscere i sentimentiIn questa sezione il bambino impara a conoscere meglio i propri sentimenti.

1.1 Le emozioniLettura e riflessione sulle principali emozioni.

1.2 Comunicare le emozioniRiflessione sull’importanza della comunicazione dei sentimenti.

1.3 Cosa ci comunicano i sentimenti?Lettura e riflessione sui bisogni che esprimono i sentimenti.

FUNZIONI DEL PROGRAMMA/PULSANTI COMBINAZIONE DI TASTI

Attestato Ctrl + a

Lista esercizi

Scrolla lista su/giùSeleziona esercizio

Frecce alto/bassoInvio

Esercizi

Ho finitoScorri videataStampa

Ctrl + InvioCtrl + Frecce avanti/indietroF10

Gestionale

StampaGuida/informazioni utiliEsci/chiudiOk/sìAnnulla/no

F10F1Ctrl + xInvioCtrl + x

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Le emozioni

1.4 Le emozioni dell’orsetto MarioCollegamento delle espressioni facciali al sentimento a cui sono riferite.

Le emozioni dell’orsetto Mario

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2. Oggi mi sento feliceQui il bambino impara a conoscere il sentimento della felicità.

2.1 Guarda il mio viso…Osservazione e riflessione sulle espressioni del viso.

2.2 Il ritratto della felicitàAttività di disegno, tramite trascinamento di elementi, di un viso felice.

Il ritratto della felicità

3. Tante emozioniIn questa sezione il bambino impara a riconoscere le emozioni e gli eventi collegati ai sentimenti più comuni.

3.1 So essere coraggiosoLettura e ascolto di un testo sul coraggio e brevi spunti di riflessione.

3.2 Qualche volta sono gelosoLettura e ascolto di un testo sulla gelosia e brevi spunti di riflessione.

3.3 Mi sento imbarazzatoLettura e ascolto di un testo sull’imbarazzo e brevi spunti di riflessione.

3.4 A volte mi sento soloLettura e ascolto di un testo sulla solitudine e brevi spunti di riflessione.

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3.5 Oggi mi sento annoiatoLettura e ascolto di un testo sulla noia e brevi spunti di riflessione.

3.6 Quando sono preoccupatoLettura e ascolto di un testo sulla preoccupazione e brevi spunti di riflessione.

3.7 A volte sono timidoLettura e ascolto di un testo sulla timidezza e brevi spunti di riflessione.

3.8 Tante emozioniLettura e ascolto di un testo sull’importanza delle emozioni e brevi spunti di riflessione.

A volte sono timido

4. Quando arriva la rabbiaIn questa sezione il bambino impara a conoscere il sentimento della rabbia.

4.1 Quando mi arrabbioScrittura libera di un paio di episodi in cui il bambino ha provato rabbia e individuazione delle parti del corpo in cui questo sentimento si manifesta.

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I nomi della rabbia

4.2 I nomi della rabbiaCompletamento di un testo inserendo i vocaboli relativi alla rabbia.

4.3 Perché ci arrabbiamo?Lettura di un testo sulle reazioni che si hanno quando si prova rabbia e brevi spunti di riflessione.

4.4 La rabbia a volte è utileScrittura libera delle cause che scatenano la rabbia.

4.5 Diventa il comandante della tua rabbiaScrittura libera di ciò che si prova quando si è arrabbiati e di ciò che si può fare per far fronte ai momenti di rabbia.

4.6 La tecnica della tartarugaLettura e ascolto di una storia sulla rabbia e brevi spunti di riflessione.

5. Mandar via la pauraIn questa sezione il bambino apprenderà alcune tecniche per affrontare le sue paure.

5.1 Ho paura quandoScrittura libera dei momenti in cui il bambino ha paura e riflessione su ciò che fa in quei momenti e su ciò che potrebbe aiutarlo.

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5.2 Paure e soluzioniAttività in cui il bambino deve collegare delle situazioni in cui nor-malmente si ha paura a delle possibili soluzioni.

5.3 Impara a rilassartiEsercizio di ascolto e rilassamento.

5.4 Il posto sicuroEsercizio di immaginazione guidata.

5.5 I brutti sogni di SofiaAscolto e lettura di un brano per imparare a vincere le paure.

5.6 Pensa positivoAttività di collegamento di pensieri negativi con i corrispondenti pensieri positivi, utili per affrontare al meglio le situazioni di paura.

Paure e soluzioni

6. Se mi sento tristeIn questa sezione il bambino imparerà ad affrontare la tristezza.

6.1 Guarda il mio viso...Attività di riflessione osservando l’espressione del viso di una persona triste.

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6.2 Il ritratto della tristezzaAttività di disegno, tramite trascinamento di elementi, di un viso triste.

6.3 Mandar via la tristezzaDescrizione di cos’è la tristezza e scrittura libera di azioni che si pos-sono compiere per affrontare questo sentimento o per aiutare qualcuno che è triste a stare meglio.

6.4 Chi può darti una mano?Scrittura libera dei nomi delle persone che possono aiutare il bambino nei momenti di tristezza.

6.5 Solleva il tuo umoreScrittura libera delle situazioni piacevoli che possono aiutare il bam-bino a stare meglio quando si sente triste.

Chi può darti una mano?

7. Riconoscere i pensieriIn questa sezione il bambino imparerà a riconoscere i pensieri e le emozioni che li generano.

7.1 Le nuvolette dei pensieriOsservazione di immagini che descrivono una situazione e scrittura libera per individuare i pensieri che possono venire in mente a chi sta vivendo quella situazione (piacevole o sgradevole).

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7.2 Così penso, così mi sentoRiflessione sul ruolo che hanno i pensieri nel sentirsi bene o meno.

7.3 I problemi non durano per sempreAnalisi di una situazione e individuazione dei relativi pensieri negativi e positivi.

7.4 Non rendere il problema più grande di quello che èAnalisi di una situazione e «ridimensionamento» del problema descrit-to, trasformando in pensieri positivi, costruttivi, i pensieri negativi.

7.5 Non è sempre colpa tuaAttività di riflessione sull’importanza del pensiero positivo e sul rico-noscimento dei propri errori senza considerarsi per questo una persona cattiva o incapace.

I problemi non durano per sempre

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Guida al gestionaleVi si può accedere dal pulsante nel login o digitando contemporanea-mente la combinazione di tasti «Ctrl + o» nel login.

MenuComprende l’elenco degli utenti e i pulsanti per accedere alla videata dell’anagrafica, dei documenti PDF, delle statistiche e delle opzioni.

Utenti: viene visualizzato l’elenco degli utenti, che si può scorrere con la barra o le frecce verticali a lato. Per aggiungere un nuovo utente alla lista, si clicca il tasto + e si digita il nuovo nome. Per cancellarlo, si seleziona il nome e si clicca il tasto -, confermando poi l’eliminazione.

Archivia: questo pulsante permette di fare il backup del database utenti, ovvero di salvare tutti i dati (punteggi, statistiche) relativi agli utenti, nella cartella di installazione del programma (normalmente C:\Programmi\Erickson\).

Ripristina: questo pulsante permette di recuperare i dati relativi agli utenti salvati precedentemente tramite il pulsante «Archivia». I dati del database ripristinato sostituiranno quelli presenti nel programma. La cartella viene proposta automaticamente dal programma, ma è possibile anche selezionare una cartella qualsiasi.

Menu principale del gestionale

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Inserisci password: per proteggere l’accesso ai dati è opportuno inserire una password cliccando sul pulsante «Inserisci password». Dopo aver digitato una password, viene richiesto di riscriverla per confermarla. Al successivo rientro nella parte gestionale, il programma chiederà automaticamente di inserire la password. Dopo 3 tentativi sbagliati, la videata si chiude e si ritorna al login. Si consiglia di scrivere la pas-sword su un foglio o su un quaderno per non rischiare di dimenticarla.Per cambiare password bisogna cliccare sul pulsante «Cambia pas-sword» e scriverne una nuova. Per togliere la password si digita la vecchia password, si lasciano vuoti i campi «Nuova password» e «Conferma nuova password» e si clicca «Ok» per confermare.

Anagrafica: apre una videata in cui è possibile inserire e stampare i dati anagrafici relativi all’alunno selezionato.

Statistiche, Opzioni: per visualizzare le statistiche relative a ogni singolo utente e scegliere le opzioni, si deve selezionare il nome dell’utente e cliccare il rispettivo pulsante («Statistiche», «Opzioni»).

Pulsante X: cliccare la «X» in alto a destra per uscire dalla parte gestionale e tornare al login.

Esportazione dei dati in formato ExcelÈ possibile esportare i dati relativi alle statistiche globali, cioè di tutti gli utenti che hanno effettuato il login, cliccando sul pulsante con il simbolo del foglio excel e la freccia. Al clic il file verrà esportato di default nella cartella con il titolo del software contenuta in «Documenti Erickson_Statistiche» del PC.

StatisticheLa parte relativa alle statistiche contiene:– il nome dello studente selezionato;– l’elenco delle 7 sezioni presenti nel software.– al clic su ogni sezione appare l’elenco dei titoli degli esercizi, la data

di svolgimento, la percentuale delle risposte corrette e i dettagli. Se appare il pulsante «+», cliccandoci sopra, si visualizzano i risultati fino alle ultime 5 sessioni svolte partendo dalla più recente. Se nei Dettagli appare il pulsante «Visualizza», al clic si apre la videata con il testo scritto dall’alunno (stampabile).

OpzioniNella parte relativa alle opzioni sono disponibili le seguenti funzioni (clic sul quadratino corrispondente):

27© 2015, L’ABC delle mie emozioni 4-7, Erickson

Attiva istruzioni scritte: consente di attivare, in particolare per gli utenti con problemi di ipoacusia o sordità, le nuvolette con le istruzioni e i feedback scritti, pur mantenendo l’audio di default. Per procedere nelle varie attività e per iniziare lo svolgimento di ogni esercizio, la nuvoletta presente nella videata deve essere fatta scomparire cliccandoci sopra; per proseguire la lettura del testo nelle nuvolette si deve cliccare con il mouse sulle stesse; per richiamare la nuvoletta si clicca sul personaggio.

Mostra attestato: per mostrare l’attestato indipendentemente dal totale svolgimento degli esercizi (l’attestato risulterà pertanto sempre clic-cabile e stampabile).

Risposta corretta automatica dopo 3 tentativi: già attiva di default, può essere deselezionata cliccando sul quadratino con la spunta.

Abilita audio istruzioni generiche: attivo di default, al clic viene disat-tivato l’audio delle istruzioni che vengono date nel menu, nello spiega pulsanti, ecc.

Abilita audio istruzioni esercizi: attivo di default, al clic viene disattivato l’audio delle istruzioni che vengono date negli esercizi.

Abilita audio feedback: attivo di default, al clic viene disattivato l’audio dei feedback positivi e negativi.

Statistiche

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