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1 Marica Spalletta * – Nicola Ferrigni ** – Laura Lupoli *** 100 giorni di Twitter-Giubileo 1. Obiettivi e metodologia della ricerca Fin dal giorno del suo annuncio, il 13 marzo 2015, il Giubileo straordinario della misericordia – indetto da Papa Francesco in occasione del secondo anniversario del suo pontificato – ha conosciuto un’ampia eco mediatica: una vera e propria “cerimonia” (Dayan, Katz 1992) capace di catalizzare l’attenzione dei media mainstream, da sempre molto attenti a questa tipologia di eventi (Morcellini, Roberti 2001; Costa, Merola, Caruso 2012; Tridente 2014), sicuramente in ragione di quel processo di mediatizzazione (Mazzoleni, Schultz 1999; Mazzoleni 2012) che ormai da tempo investe i processi culturali e dunque anche la religione (Hepp 2013; Hjarvard 2013; Lundby 2014), ma soprattutto quella dei social media 1 . Come emerso infatti da una nostra precedente ricerca (Ferrigni, Spalletta 2015), fin dai minuti seguenti l’annuncio, su Twitter l’hashtag #giubileo – con i connessi hashtag #giubileostraordinariodellamisericordia, #giubileodellamisericordia e #giubileostraordinario – ha conosciuto una grandissima diffusione (circa 5.000 tweet nelle otto ore seguenti) soprattutto a opera di utenti generici per i quali Twitter ha rappresentato il luogo ideale certamente per condividere la propria gioia per la decisione di Papa Francesco o l’entusiasmo legato al fatto di poter vivere/rivivere uno degli eventi più importanti per la Cristianità, ma anche per commentare sarcasticamente, esprimere preoccupazione, denunciare, polemizzare sui risvolti non religiosi connessi con il Giubileo. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, dalla ricerca è emerso altresì come, a caratterizzare la prima fase del Twitter coverage, sia stata una continua contaminazione tra i temi religiosi strutturalmente connessi all’evento e una serie di altri temi principalmente legati alla politica nazionale e internazionale, ma anche alla capacità dell’Italia di gestire un altro grande evento a poco più di due mesi dalla chiusura di Expo, e addirittura allo sport: la cabala, ampiamente menzionata nei tweet, vorrebbe infatti che la squadra di calcio della Roma vinca i propri scudetti nell’anno giubilare e/o nella stagione successiva. La capacità di tali contaminazioni di influenzare il newsmaking, producendo un effetto di agenda building (McQuail 2005) sulle redazioni giornalistiche, risulta infine confermata dall’ampio spazio che i giornalisti hanno riservato nei loro articoli di cronaca/commento alle dichiarazioni proprio del capitano della Roma Francesco Totti. Twitter, dunque, come una moderna versione della tradizionale vox populi (Noelle- Neumann 2002), che da una parte riflette quella stessa contaminazione tra generi e contenuti che caratterizza il giornalismo contemporaneo (Chadwick 2013; Sorrentino, Bianda 2013; * Ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Link LAB, Link Campus University, Roma. ** Ricercatore di Sociologia dei fenomeni politici, Direttore Link LAB, Link Campus University, Roma. *** Junior researcher, Link LAB, Link Campus University, Roma. 1 A conferma di ciò, in un evento di presentazione del Giubileo svoltosi a Roma il 4 dicembre 2015, monsignor Rino Fischella, responsabile vaticano per l’Anno Santo, ha affermato che quello indetto da Papa Francesco è «il primo Giubileo dell’era di Internet e dei social media». Cfr. http://www.askanews.it/altre-sezioni/technofun/fisichella-e-il-primo-giubileo-dell-era-di-internet-e-social- media_711680647.htm.

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Marica Spalletta* – Nicola Ferrigni**– Laura Lupoli*** 100 giorni di Twitter-Giubileo 1. Obiettivi e metodologia della ricerca

Fin dal giorno del suo annuncio, il 13 marzo 2015, il Giubileo straordinario della misericordia – indetto da Papa Francesco in occasione del secondo anniversario del suo pontificato – ha conosciuto un’ampia eco mediatica: una vera e propria “cerimonia” (Dayan, Katz 1992) capace di catalizzare l’attenzione dei media mainstream, da sempre molto attenti a questa tipologia di eventi (Morcellini, Roberti 2001; Costa, Merola, Caruso 2012; Tridente 2014), sicuramente in ragione di quel processo di mediatizzazione (Mazzoleni, Schultz 1999; Mazzoleni 2012) che ormai da tempo investe i processi culturali e dunque anche la religione (Hepp 2013; Hjarvard 2013; Lundby 2014), ma soprattutto quella dei social media1.

Come emerso infatti da una nostra precedente ricerca (Ferrigni, Spalletta 2015), fin dai minuti seguenti l’annuncio, su Twitter l’hashtag #giubileo – con i connessi hashtag #giubileostraordinariodellamisericordia, #giubileodellamisericordia e #giubileostraordinario – ha conosciuto una grandissima diffusione (circa 5.000 tweet nelle otto ore seguenti) soprattutto a opera di utenti generici per i quali Twitter ha rappresentato il luogo ideale certamente per condividere la propria gioia per la decisione di Papa Francesco o l’entusiasmo legato al fatto di poter vivere/rivivere uno degli eventi più importanti per la Cristianità, ma anche per commentare sarcasticamente, esprimere preoccupazione, denunciare, polemizzare sui risvolti non religiosi connessi con il Giubileo.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, dalla ricerca è emerso altresì come, a caratterizzare la prima fase del Twitter coverage, sia stata una continua contaminazione tra i temi religiosi strutturalmente connessi all’evento e una serie di altri temi principalmente legati alla politica nazionale e internazionale, ma anche alla capacità dell’Italia di gestire un altro grande evento a poco più di due mesi dalla chiusura di Expo, e addirittura allo sport: la cabala, ampiamente menzionata nei tweet, vorrebbe infatti che la squadra di calcio della Roma vinca i propri scudetti nell’anno giubilare e/o nella stagione successiva. La capacità di tali contaminazioni di influenzare il newsmaking, producendo un effetto di agenda building (McQuail 2005) sulle redazioni giornalistiche, risulta infine confermata dall’ampio spazio che i giornalisti hanno riservato nei loro articoli di cronaca/commento alle dichiarazioni proprio del capitano della Roma Francesco Totti.

Twitter, dunque, come una moderna versione della tradizionale vox populi (Noelle-Neumann 2002), che da una parte riflette quella stessa contaminazione tra generi e contenuti che caratterizza il giornalismo contemporaneo (Chadwick 2013; Sorrentino, Bianda 2013;

* Ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Link LAB, Link Campus University, Roma. ** Ricercatore di Sociologia dei fenomeni politici, Direttore Link LAB, Link Campus University, Roma. *** Junior researcher, Link LAB, Link Campus University, Roma. 1 A conferma di ciò, in un evento di presentazione del Giubileo svoltosi a Roma il 4 dicembre 2015, monsignor Rino Fischella, responsabile vaticano per l’Anno Santo, ha affermato che quello indetto da Papa Francesco è «il primo Giubileo dell’era di Internet e dei social media». Cfr. http://www.askanews.it/altre-sezioni/technofun/fisichella-e-il-primo-giubileo-dell-era-di-internet-e-social-media_711680647.htm.

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Morcellini 2011), dall’altra consente di intercettare atteggiamenti, opinioni, sensazioni, percezioni di un pubblico quanto mai ampio e variegato, seppur con una capacità di fare realmente “opinione pubblica” strutturalmente e inevitabilmente dipendente dalla tipologia di autore del tweet (le testate giornalistiche e/o personaggi dotati di grande seguito quali, per esempio, Maurizio Crozza) oppure dal fatto che un determinato tweet, per i contenuti che veicola o per i registri narrativi utilizzati, entra in contatto con i cosiddetti “turning point” (Naaman, Boase, Lai 2010; Shirky 2010), e attraverso essi acquisisce una diffusione virale (Chieffi 2012).

Alla luce di queste premesse, il paper analizza il Twitter coverage del Giubileo straordinario della misericordia nei 100 giorni (dal 19 ottobre 2015 al 27 gennaio 2016) che precedono e seguono l’apertura della Porta Santa (che ha luogo l’8 dicembre 2015) al fine di comprendere se e come esso possa rappresentare una forma di vox populi, ovvero un luogo nel quale condividere opinioni e creare connessioni che, in ultima istanza, possono influenzare i processi di formazione dell’opinione pubblica.

Dal punto di vista metodologico, esso utilizza un approccio quali-quantitativo (Corbetta 2003a, 2003b) che integra gli strumenti della media content analysis (Altheide, Schneider 2013; Macnamara 2005) e della social media sentiment analysis (Ceron, Curini, Iacus 2014; Rogers 2016).

La scelta di focalizzare la ricerca su Twitter si fonda sulle stesse motivazioni che avevano caratterizzato la nostra precedente ricerca (Ferrigni, Spalletta 2015) ovvero, da un lato, poter lavorare su un social network service in cui la presenza di un elevato numero di utenti generici è, almeno in parte, bilanciata da una altrettanto sostanziale presenza (e utilizzo) da parte di utenti professionali (media e giornalisti); dall’altro, la tendenziale presenza di profili perlopiù “aperti” rispetto, per esempio, a social network service come Facebook, dove è molto più comune che l’utente neghi l’accesso ai propri contenuti ai “non amici” (Bolter, Grusin 1999; Jenkins 2006, 2016; Boyd, Ellison 2007).

Per quanto concerne invece l’arco temporale analizzato, abbiamo scelto di concentrarci sui 100 giorni che precedono e seguono l’apertura della Porta Santa perché essi a nostro avviso offrono una fotografia sufficientemente approfondita dell’atteggiamento del pubblico di Twitter rispetto all’evento considerato nel suo prima (dal 19 ottobre al 7 dicembre 2015), nel suo durante (l’8 dicembre 2015) e nel suo dopo (dal 9 dicembre 2015 al 27 gennaio 2016). L’aver scelto di considerare i 50 giorni che precedono e i 50 che seguono l’inizio del Giubileo, oltre il giorno di apertura della Porta Santa, fa sì ovviamente che l’arco temporale analizzato consti di 101 piuttosto che di 100 giorni.

2. L’analisi dei dati

Il corpus testuale analizzato consiste di 59.763 tweet – scritti in italiano, postati tra il 19 ottobre e il 27 gennaio, e nel cui testo ricorre l’hashtag “#giubileo” – per la cui raccolta abbiamo utilizzato la piattaforma online Websays.com.

Avvalendoci delle potenzialità offerte dalla piattaforma, abbiamo preliminarmente suddiviso il nostro corpus in tre diverse categorie (Tabella 1):

a) i re-tweet, pari a 36.335 post, di cui 17.609 nei 50 giorni che precedono il Giubileo, 7.609 nel giorno di apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, 11.117 pubblicati nei 50 giorni che seguono l’inizio del Giubileo;

b) i “contenuti condivisi”, ossia tweet che si limitano a condividere contenuti provenienti dai siti web di testate giornalistiche, blog, forum o, in genere, qualsiasi altra tipologia di contenuto condivisa su Twitter ma pensata, scritta e pubblicata originariamente

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altrove in Rete; il numero di questi tweet è pari a 13.905, di cui, rispettivamente, 6.438 postati prima, 1.538 durante e 5.929 dopo;

c) i tweet originali, pari a 9.523, di cui rispettivamente 4.524 postati prima, 2.512 durante e 2.487 dopo2.

Tabella 1 – Corpus testuale analizzato Periodo Retweet Contenuti condivisi Tweet originali Totale

Prima 17.609 6.438 4.524 28.571 Durante 7.609 1.538 2.512 11.659 Dopo 11.117 5.929 2.487 19.533 Totale 36.335 13.905 9.523 59.763

La nostra analisi si è focalizzata, in particolare, sui tweet appartenenti alla terza categoria3,

che abbiamo analizzato individualmente e processato manualmente, collocandoli all’interno di un database strutturato tenendo conto dei metadata di ogni singolo tweet a nostro avviso più significativi ai fini della analisi che intendiamo svolgere, ossia: giorno, ora, tipologia di utente/account, numero di follower, numero di retweet, testo, immagini, soggetti menzionati. Abbiamo infine elaborato i dati in nostro possesso chiedendoci in particolare:

- chi twitta, quando e a chi; - di cosa si twitta, menzionando chi e con quale atteggiamento; - in che modo si twitta. 3. Chi twitta, quando e a chi

La prima macro questione su cui si è focalizzata la nostra analisi concerne l’individuazione degli autori dei tweet, dell’arco temporale (giornaliero e orario) nel quale si è twittato a proposito del Giubileo, infine dei potenziali destinatari dei contenuti postati sul social network.

3.1. Gli autori

La prima variabile considerata coincide dunque con gli autori dei tweet (Tabella 2), per la classificazione dei quali siamo partiti dalla descrizione che gli utenti fanno di se stessi nelle propria bio4. Tali descrizioni ci hanno consentito di individuare 5 diverse categorie a nostro avviso sufficientemente rappresentative dell’intero ventaglio dell’utenza:

- media, al cui interno rientrano gli account ufficiali di quotidiani, emittenti radiofoniche, emittenti televisive, agenzie stampa, redazioni giornalistiche, programmi

2 Dal computo totale, e di conseguenza dal corpus testuale analizzato, sono state escluse le risposte a conversazioni. Non sono stati altresì presi in considerazione i contenuti postati su un altro social network service (Facebook, Instagram, ecc.) e ricondivisi dallo stesso autore anche su Twitter. 3 L’analisi dei tweet afferenti alle prime due categorie sarà oggetto della seconda fase della nostra ricerca in cui, anche avvalendoci delle potenzialità della piattaforma Websays.com, ci proponiamo di analizzare i percorsi e i processi di formazione dell’opinione pubblica che su Twiiter si generano o che per il suo tramite si veicolano. 4 Va opportunamente sottolineato che la scelta di affidarsi alla descrizione che gli utenti fanno di sé nella rispettiva bio espone al rischio di considerare “utenti generici” taluni giornalisti, soggetti politici, preti/suore che nella propria descrizione non menzionano questo loro “status”. Si tratta tuttavia di un rischio che appare bilanciato nell’ottica di voler comprendere se ci sono delle differenze quando a twittare sul Giubileo è, per esempio, un attore politico o un prete piuttosto che un cittadino comune.

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radiofonici/televisivi, case editrici, siti web, aggregatori di notizie, blog, forum, nonché gli account personali dei giornalisti5;

- politici/Istituzioni, ovvero gli account ufficiali di partiti politici, organizzazioni politiche, Istituzioni, nonché quelli di persone impegnate in politica e/o nelle Istituzioni;

- soggetti religiosi, ovvero gli account ufficiali di enti e organizzazioni religiose e quelli personali di preti e suore;

- utenti generici, ossia gli account personali di utenti che, stando a quanto pubblicato nelle rispettive bio, non sono ascrivibili a nessuna delle categorie precedentemente elencate;

- altri utenti, al cui interno confluiscono tutti gli account non personali che non rientrano in nessuna delle prime tre categorie indicate6.

Dall’analisi emerge innanzitutto che, a fronte di un 64,3% di tweet che deriva da utenti generici (che rappresentano più della metà del totale degli autori), un tweet su quattro proviene da utenti media (23,6%); tale percentuale è particolarmente significativa poiché – giova ribadirlo – dal computo totale dei tweet analizzati sono esclusi i “cinguettii” in cui ci si limita a condividere contenuti originariamente pubblicati altrove in Rete. La percentuale del 23,6% contiene dunque esclusivamente quei contenuti che utenti appartenenti alla categoria media pensano, scrivono e postano appositamente su Twitter. La ricerca evidenzia altresì che, se i tweet provenienti da utenti generici si concentrano per lo più nei 50 giorni precedenti l’avvio del Giubileo (48,4%) e tendono invece gradualmente a diminuire l’8 dicembre (29,1%) e nei 50 giorni successivi (22,5%), l’attenzione dei media sull’evento e sulle iniziative a esso connesse si mantiene alta anche dopo l’8 dicembre. Se infatti, il 43,9% dei tweet provenienti da media si concentra nel prima, tale percentuale registra una flessione nel durante (24,4%) per poi conoscere un nuovo e significativo incremento nel dopo (31,7%).

Spostando l’attenzione sulle altre categorie, il 3,7% dei tweet proviene da politici/Istituzioni, con un picco di concentrazione (59,7%) nel periodo compreso tra il 19 ottobre e il 7 dicembre 2015. Il 5% dei tweet proviene invece da soggetti religiosi, la cui attenzione si polarizza rispettivamente nel prima (42,8%) e nel dopo (40,8%), segnando idealmente il passaggio dalla dimensione più strettamente legata all’evento a quella più propriamente religiosa. Infine, il 3,4% dei tweet esaminati rimanda alla categoria altri utenti, rispetto ai quali la distribuzione temporale registra la percentuale più elevata nei 50 giorni precedenti l’avvio del Giubileo (48,9%); tale percentuale si riduce significativamente nel giorno stesso di inaugurazione (15,4%), per poi risalire nei giorni successivi (35,7%). Tabella 2 – Distribuzione dei tweet per autore e periodo, valori percentuali

Autore Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Totale Utente generico 64,3 48,4 29,1 22,5 100,0 Media 23,6 43,9 24,4 31,7 100,0 Politici/Istituzioni 3,7 59,7 18,7 21,6 100,0 Soggetti religiosi 5,0 42,8 16,4 40,8 100,0 Altro 3,4 48,9 15,4 35,7 100,0 Totale 100,0

5 In questa categoria rientrano tutti gli operatori media, a prescindere dal fatto che essi abbiano carattere religioso o meno. Abbiamo infatti preferito privilegiare la natura di tali soggetti e il contesto nel quale operano, piuttosto che l’assetto editoriale o la tipologia di approccio. 6 La maggior parte degli utenti che rientrano in questa categoria sono enti/associazioni non religiose dei cittadini (tra le più attive, l’associazione per la valorizzazione della Via Francigena) e operatori commerciali (alberghi, bar, ristoranti, agenzie viaggio, tour operator, ma anche aziende quali Accenture o Unipol).

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3.2. La distribuzione temporale dei tweet

La seconda variabile considerata riguarda la distribuzione temporale dei tweet, rispetto alla quale abbiamo compiuto due diverse tipologie di analisi, focalizzate rispettivamente sulla distribuzione giornaliera (articolata nei menzionati prima, durante, dopo) e su quella oraria (che rimanda a tre fasce: notturna, mattutina, pomeridiana/serale).

Con riferimento alla distribuzione giornaliera (Tabella 3), l’analisi evidenzia che, se circa la metà dei tweet (47,5%) si colloca nei 50 giorni precedenti l’avvio del Giubileo, ben il 26,4% si registra invece nella sola giornata dell’8 dicembre. Il 26,1% si colloca infine tra il 9 dicembre 2015 e il 27 gennaio 2016.

Tabella 3 – Distribuzione dei tweet per periodo, valori percentuali

Periodo % Prima (19 ottobre 2015 – 7 dicembre 2015) 47,5 Durante (8 dicembre 2015) 26,4 Dopo (9 dicembre 2015 – 27 gennaio 2016) 26,1 Totale 100,0

Tale distribuzione appare per molti versi fisiologica: è infatti ampiamente prevedibile che

l’interesse per l’evento raggiunga i livelli proporzionalmente più elevati in coincidenza con lo stesso, per poi attenuarsi progressivamente man mano che ci si allontana dall’apertura della Porta Santa; ed è altrettanto fisiologico che nel prima si registri una percentuale più elevata di tweet, perché man mano che ci si avvicina all’evento cresce l’attesa. Il numero dei tweet che si colloca nel prima appare tuttavia sensibilmente più elevato rispetto al dopo, e questo ci induce a chiederci se la notiziabilità del Giubileo si è mantenuta costante nei 50 giorni che precedono l’8 dicembre o se, al contrario, vi sono stati dei picchi. Il Grafico 1 mostra chiaramente come la risposta corretta a questa domanda sia la seconda, essendosi registrato un lieve incremento della notiziabilità del Giubileo alla fine di ottobre (ovvero in coincidenza con le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino e il commissariamento del Comune), e una crescita invece decisamente più marcata dopo il 13 novembre, giorno degli attentati terroristici a Parigi. Il grafico mostra altresì come, a fronte di una notiziabilità dell’hashtag #giubileo che tende a decrescere sensibilmente dal 9 dicembre, si registra un picco nel numero dei tweet giornalmente pubblicati in coincidenza con il 13 dicembre, ovvero la prima domenica dopo l’inizio ufficiale del Giubileo, in cui vengono aperte le Porte Sante in molte città italiane.

Grafico 1 – Distribuzione giornaliera dei tweet

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Per ciò che riguarda la distribuzione oraria dei tweet (Tabella 4), dall’analisi emerge una frequenza più elevata di pubblicazione (57,6%) nella fascia mattutina; a seguire la fascia pomeridiana-serale, in cui si concentra il 35,7% dei tweet; infine, il 6,7% si registra nel segmento orario compreso tra la mezzanotte e le 07:59. Incrociando i dati sulla distribuzione oraria con quelli relativi all’autore dei tweet, osserviamo come gli utenti ascrivibili alla categoria media nel 63,7% dei casi abbiano twittato al mattino; si tratta di una percentuale che invece scende al 57,2% per i soggetti religiosi, al 55,2% per gli utenti generici e al 52,7% per politici/Istituzioni. I tweet di questi ultimi raggiungono la massima concentrazione (pari al 38,3%) nel pomeriggio-sera, a fronte del 38,1% dei soggetti religiosi, del 37,7% degli utenti generici e del 29,9% dei media. Sempre la categoria politici/Istituzioni fa registrare l’8,9% tweet da mezzanotte alle 07:59 (contro il 7,2% degli utenti generici, il 6,4% dei media e il 4,7% dei soggetti religiosi).

Tabella 4 – Distribuzione dei tweet per fascia oraria e autore, valori percentuali

Fascia oraria Media generale Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici 00:00 – 07:59 6,7 6,4 8,9 4,7 7,2 08:00 – 15:59 57,6 63,7 52,7 57, 2 55,2 16:00 – 23:59 35,7 29,9 38,3 38,1 37,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Come appare evidente, i dati relativi alla distribuzione oraria non ci offrono informazioni

particolarmente significative, perché è normale che vi sia una concentrazione di tweet nelle ore del mattino, del pomeriggio e della sera a fronte della fascia oraria notturna. Alla luce di ciò, e nell’ottica di acquisire un quadro ancor più approfondito della distribuzione oraria dei tweet in un giorno del tutto peculiare come quello di apertura ufficiale del Giubileo, per il giorno 8 dicembre abbiamo ritenuto opportuno procedere a una ulteriore segmentazione delle fasce orarie, tale per cui ciascun periodo è stata diviso in due ulteriori sotto-periodi (Tabella 5). Questa ulteriore suddivisione temporale ci consente di osservare come ben il 47,5% dei tweet postati l’8 dicembre si collochi tra le 08:00 e le 11:59, ovvero in coincidenza con la cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro da parte di Papa Francesco. Tale percentuale tende invece a diminuire significativamente nelle ore successive: tra le 12:00 e le 15:59 si registra il 20,7% dei tweet, mentre tra le 16:00 e le 19:59 la percentuale scende al 14,5%, per poi calare ulteriormente fino all’11,7% tra le 20:00 e le 23:59. Quest’ultimo dato in particolare appare tendenzialmente basso se si considera che nella serata dell’8 dicembre Piazza San Pietro è stata teatro di un evento connesso all’apertura della Porta Santa, ovvero la proiezione sulla facciata della Basilica dello spettacolo “Fiat Lux”7.

Di gran lunga inferiore, infine, la percentuale (pari nel complesso al 5,6%) di coloro che hanno twittato da mezzanotte alle 07:59; di questi, in particolare, il 4,7% dalle 04:00 alle 07:59 e lo 0,9% prima delle 04:00. Questo dato è per molti versi sorprendente se lo paragoniamo alla media dell’intero periodo considerato, che si attesta invece al 6,7%: nelle prime ore del giorno di apertura della Porta Santa, quando molti erano già in fila per accedere in Basilica e poter così assistere dal vivo alla celebrazione, e quando già molti operatori media erano in Piazza San Pietro e nelle zone limitrofe, pronti a documentare l’evento, la percentuale dei tweet pubblicati non solo è non superiore alla media generale, ma risulta addirittura inferiore.

7 “Fiat lux” è l’evento che conclude la prima giornata del Giubileo e consiste nella proiezione, sulla facciata e sulla cupola della Basilica di San Pietro, di immagini d’autore ispirate all’ultima enciclica di Papa Francesco Laudato si’.

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Tabella 5 – Distribuzione dei tweet per fascia oraria nel giorno 8 dicembre 2015, valori percentuali Fascia oraria %

00:00 – 03:59 0,9 04:00 – 07:59 4,7 08:00 – 11:59 47,5 12:00 – 15:59 20,7 16:00 – 19:59 14,5 20:00 – 23:59 11,7 Totale 100,0

3.3. I destinatari

La terza variabile considerata tiene conto dei destinatari dei tweet, per l’analisi dei quali abbiamo scelto di considerare da una parte il numero dei follower associato a ciascun autore del tweet, che in qualche modo consente di quantificare i possibili destinatari dei contenuti; dall’altra parte il numero dei retweet, ovvero delle condivisioni di ogni singolo tweet da parte di utenti diversi dall’autore e che dunque, a loro volta, raggiungono potenzialmente altri utenti.

Con riferimento proprio ai retweet (Tabella 6), dall’analisi emerge una modesta condivisione dei contenuti da parte dei follower e/o dei potenziali fruitori degli stessi: il 60,4% dei tweet non ha infatti registrato alcuna condivisione, a fronte del 34% che ha invece avuto da 1 a 10 condivisioni. Decisamente più marginali le percentuali relative ai tweet che hanno goduto di un numero di condivisioni comprese tra 11 e 50 (4,9%) o superiore a 50 (il solo 0,7%). Siamo dunque in presenza di contenuti che faticano ad acquisire una dimensione virale; questo non vuol dire, ovviamente, che essi non vengano letti da chi accede al profilo dell’autore, ma il fatto stesso che non vengano condivisi preclude loro l’accesso a quel circuito di diffusione reticolare che è alla base del funzionamento dei social media, e dunque anche di Twitter.

Tabella 6 – Distribuzione dei tweet per retweet, valori percentuali

Retweet % 0 60,4 1-10 34,0 11-50 4,9 51-100 0,5 Oltre 100 0,2 Totale 100,0

Per quanto concerne invece i follower (Tabella 7), il 28,1% dei tweet è ascrivibile alla classe

1.001-5.0008, nella quale le categorie maggiormente rappresentate coincidono con i media e i politici/Istituzioni (rispettivamente nel 32,1% e nel 32% dei casi, a fronte del 26,8% degli utenti generici e del 21,9% dei soggetti religiosi). Il 27,9% dei tweet proviene invece da autori che vantano tra i 101 e i 500 follower: si tratta per lo più di utenti generici (31,8%), seguiti da soggetti religiosi (26,6%), media (20,2%) e politici/Istituzioni (19,3%). Più indietro gli autori che contano da zero a 100 follower (17,8%) – tra cui si distinguono in modo particolare i soggetti

8 Nell’individuazione delle 6 classi dei follower abbiamo dovuto necessariamente tener conto della netta preponderanza di utenti generici che, per loro stessa natura, vantano un numero di follower raramente superiore a 1.000 unità. Questo ci ha obbligato a procedere a una classificazione più capillare al di sotto dei 5.000 follower, con la conseguenza di aver dovuto accorpare in due sole classi i tweet provenienti da utenti con un numero di follower superiore a 5.000 unità.

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religiosi (24%) e gli utenti generici (20,6%) – e quelli con un numero di follower compreso tra 501 e 1.000 (15,5%). Infine, decisamente marginali sono le percentuali relative ai tweet provenienti da autori che vantano un numero di follower compreso tra 5.001 e i 10.000 (3,7% del totale) e oltre 10.000 (7%). Tra questi ultimi, a prevalere sono i tweet postati da politici/Istituzioni (25,9%), con i media che si attestano invece al 17,4%; tuttavia, se focalizziamo l’attenzione esclusivamente sui tweet provenienti da utenti che vantano più di 250.000 follower, ben il 92,3% dei tweet proviene da utenti media. Tabella 7 – Distribuzione dei tweet per classi di follower e autore, valori percentuali

Follower Media generale Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici Fino a 100 17,8 10,7 5,8 24,0 20,6 101-500 27,9 20,2 19,3 26,6 31,8 501-1.000 15,5 13,5 14,1 24,0 15,3 1.001-5.000 28,1 32,1 32,0 21,9 26,8 5.001-10.000 3,7 6,1 2,9 1,6 3,2 Oltre 10.000 7,0 17,4 25,9 1,9 2,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

4. Di cosa si twitta, menzionando chi e con quale atteggiamento

La seconda macro questione su cui si è focalizzata la nostra analisi concerne l’individuazione dei temi rispetto ai quali ricorre l’hashtag #giubileo, dei soggetti che risultano menzionati e degli atteggiamenti con i quali ci si pone nei confronti del tema.

4.1. Il contenuto dei tweet

La prima variabile considerata riguarda dunque il contenuto dei tweet, per l’analisi del quale si è proceduto ad elaborare una tassonomia sulla base delle ricorrenze emerse dalla lettura dei singoli tweet. Abbiamo quindi proceduto alla classificazione dei tweet raggruppandoli nelle seguenti 12 categorie:

- aspetti economici, ossia i costi legati al Giubileo e l’indotto economico a esso connesso;

- Chiesa, al cui interno confluiscono tanto le tematiche relative all’Istituzione quanto gli scandali a essa connessi quali, per esempio, Vatileaks o le vicende legate all’attico del cardinal Bertone;

- Comune di Roma, cui sono associati i tweet che parlano di “Mafia Capitale”, delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino, del commissariamento, delle elezioni del nuovo sindaco nonché della gestione delle politiche pubbliche locali;

- evento, ovvero il Giubileo inteso nella sua dimensione di “manifestazione”, nonché con riferimento a tutti i suoi rituali (anche non necessariamente religiosi) e alle iniziative a esso connesse, a cominciare ovviamente dal menzionato “Fiat Lux”;

- Istituzioni, ossia tweet che fanno riferimento a partiti politici, Istituzioni, aziende municipalizzate, considerate tanto nella loro dimensione di polity quanto in relazione alle loro scelte in termini di policies;

- media, ossia tutto ciò che concerne la copertura mediatica dell’evento; - politiche pubbliche locali, al cui interno troviamo tweet che si focalizzano sui lavori

pubblici e infrastrutturali, sull’emergenza migranti, sul problema dei rifiuti; - religione, ovvero tutti quei tweet che si focalizzano sulla “dimensione spirituale” del

Giubileo, citando per esempio i contenuti delle omelie di Papa Francesco;

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- sicurezza, di cui si parla tanto in correlazione al terrorismo di matrice islamica quanto, più in generale, come “rischio” connesso a fattispecie diverse (criminalità locale, immigrazione, ecc.) che le Istituzioni (e in particolare il ministero dell’interno) sono chiamate a gestire;

- stop Giubileo, ovvero la proposta di sospensione e/o annullamento dell’evento; - terrorismo, categoria al cui interno confluiscono tanto i tweet specificamente focalizzati

sui tragici fatti di Parigi (13 novembre 2015) quanto quelli in cui si parla del rischio attentati in Italia;

- trasporti, ovvero tutto ciò che è connesso al tema della mobilità, dai ritardi alla viabilità di autobus e metro alla capacità/incapacità di Atac (l’Azienda per i trasporti autoferrotranviari del Comune di Roma) di gestire il servizio;

A questi 12 topic si aggiunge un’altra categoria (definita altro), che contiene tutte le altre tematiche che ricorrono in forma residuale nei tweet; tra queste segnaliamo in particolare la polemica relativa al Presepe nelle scuole e il tema delle unioni civili.

Infine, la 14 e ultima categoria contiene tutti quei tweet nei quali l’hashtag #giubileo è solo menzionato, ma senza che il contenuto del tweet faccia effettivamente riferimento al Giubileo o a questioni a esso più o meno strettamente connesse; si tratta, come appare evidente, di tweet nei quali l’hashtag #giubileo viene utilizzato in maniera impropria, magari solo per sfruttarne la “visibilità” sul social network. La categoria “solo citato” comprende infine tutti quei tweet in cui ricorre il solo hashtag #giubileo, senza che a esso si accompagnino punteggiatura, immagini o emoticon da cui desumere informazioni relative, per esempio, all’atteggiamento con cui ci si pone nei confronti del tema.

I tweet della categoria “solo citato” costituiscono l’11,2% del totale. Nel restante 88,8% dei casi i tweet si caratterizzano per la presenza dei 13 topic precedentemente menzionati (ivi compresi, dunque, anche quelli che rientrano nella categoria altro), ciascuno dei quali si contraddistingue per una diversa percentuale di ricorrenza; al fine di ottenere un’analisi il più possibile approfondita, abbiamo previsto la possibilità di associare a ciascun tweet un massimo di due diversi topic (Tabella 8).

Partiamo dai topic che, considerando l’hashtag analizzato, dovrebbero vantare per loro stessa natura, un’ampia notiziabilità (perché più strettamente legati a ciò che è il Giubileo, al suo messaggio spirituale o a chi lo ha indetto/organizzato), ovvero evento, religione e Chiesa. Per quanto concerne il primo topic, esso raggiunge nel complesso le percentuali più elevate (il 32% con riferimento all’intero periodo considerato), con un interesse che è andato via via crescendo: siamo infatti passati dal 22,7% del prima al picco del 47,2% registrato l’8 dicembre, dunque in coincidenza della cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro o di iniziative a essa connesse come il menzionato “Fiat Lux”. Dell’evento però si continua a parlare anche dopo l’8 dicembre (36,4%), quando il focus si sposta sull’apertura di ulteriori Porte Sante, da quelle delle Basiliche papali a quelle di altre Chiese giubilari in tutta Italia. Per contro, riescono a ritagliarsi uno spazio decisamente circoscritto il topic religione – nel complesso, 6,4%, con un picco durante e dopo il Giubileo (rispettivamente 9% e 9,8%, a fronte del 3,5% che caratterizza il prima) – e il topic Chiesa (complessivo 6% dei tweet, che sale al 7,1% dopo l’8 dicembre).

Spostandoci dai topic specificamente focalizzati sul Giubileo a quelli in cui il Giubileo rappresenta il frame e/o lo spunto per parlare di altre tematiche, il topic Istituzioni ha interessato il 5,4% dei tweet (soprattutto nel prima, 7,5%), mentre il topic politiche pubbliche locali ha riguardato il 5,1% (anch’esso in maniera più evidente nei 50 giorni precedenti l’apertura del Giubileo). Più circoscritto in termini assoluti, ma come vedremo assai più significativo nel momento dell’incrocio di questi dati con, per esempio, la variabile relativa gli autori dei tweet, lo spazio riservato ai trasporti (4,6%) e agli aspetti economici (4,3%). La

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copertura mediale dell’evento, connessa al topic media, diventa oggetto di discussione e condivisione nel 4,2% dei tweet, in modo particolare nel giorno di avvio del Giubileo (5,6%) e nei 50 giorni successivi (5,9%). Infine, le vicende del Comune di Roma sono state trattate nel 2,7% dei tweet, e in buona parte nel prima (4,7%).

Tabella 8 – Distribuzione dei topic, valori percentuali

Topic Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Aspetti economici 4,3 4,7 2,3 5,3 Chiesa 6,0 5,0 7,0 7,1 Comune di Roma 2,7 4,7 0,5 0,8 Evento 32,0 22,7 47,2 36,4 Istituzioni 5,4 7,5 2,2 3,9 Media 4,2 2,8 5,6 5,9 Politiche pubbliche locali 5,1 7,2 1,3 4,3 Religione 6,4 3,5 9,0 9,8 Sicurezza 9,8 14,6 5,7 3,9 Stop Giubileo 2,6 4,7 0,4 0,3 Terrorismo 4,9 8,6 1,2 0,9 Trasporti 4,6 5,8 2,0 4,6 Altro 0,8 0,8 1,2 0,7 Solo citato 11,2 7,4 14,4 16,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Un discorso a parte richiedono invece i topic terrorismo, sicurezza e stop Giubileo. Se,

come abbiamo visto, la maggioranza relativa dei tweet si focalizza sull’evento (32%), l’attenzione degli autori si è altresì catalizzata soprattutto sul tema sicurezza, che ricorre nel complessivo 9,8% dei casi, con un picco pari al 14,6% nel prima a fronte del 5,7% fatto registrare l’8 dicembre e del 3,9% del dopo. Su tale oscillazione pesano senz’altro i sanguinosi attentati terroristici rivendicati dall’Isis che hanno avuto luogo a Parigi nella serata del 13 novembre. A conferma di ciò, anche il topic terrorismo risulta particolarmente rappresentato (complessivamente nel 4,9% dei casi, con un picco pari all’8,6% nei 50 giorni precedenti l’inizio del Giubileo), così come il topic stop Giubileo (a fronte di un complessivo 2,6%, la percentuale cresce fino al 4,7% nel prima).

La rilevanza dei tragici fatti di Parigi su questi topic risulta ulteriormente confermata se andiamo a focalizzare l’analisi sui due intervalli temporali che fanno in qualche modo da spartiacque tra il prima e il dopo il 13 novembre (Tabella 9). Per quanto concerne il topic sicurezza si passa infatti rispettivamente dal 3,2% registrato dal 19 ottobre al 12 novembre (da cui si desume che un problema sicurezza in relazione al Giubileo era comunque significativamente già avvertito) al 19,4% rilevato dal 13 novembre al 7 dicembre. Un andamento riguarda anche i topic terrorismo, la cui percentuale cresce dallo 0,5% al 12,7%, e stop Giubileo (dall’1% prima degli attentati al 7,4% dopo gli stessi). La stretta connessione tra i fatti di Parigi e questi topic appare ancora più evidente se focalizziamo la nostra attenzione specificamente sulla settimana che segue gli attentati: considerati nel loro complesso, i tre topic catalizzano infatti l’interesse degli utenti con una incidenza pari al 56,3% (rispettivamente il 24,7% sicurezza, il 19,6% terrorismo, il 12% stop Giubileo).

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Tabella 9 – Distribuzione dei topic in relazione agli attacchi terroristici di Parigi, valori percentuali

Topic Sotto-periodi

19 ott. – 12 nov. 2015 13 nov. – 7 dic. 2015 13 – 20 nov. 2015 Aspetti economici 8,6 2,7 2,0 Chiesa 8,0 5,1 2,9 Comune di Roma 15,0 1,8 1,7 Evento 27,5 18,5 12,5 Istituzioni 11,8 7,2 6,9 Media 1,6 1,9 1,6 Politiche pubbliche locali 4,9 10,0 8,7 Religione 0,6 2,7 1,6 Sicurezza 3,2 19,4 24,7 Stop Giubileo 1,0 7,4 12,0 Terrorismo 0,5 12,7 19,6 Trasporti 8,1 5,3 1,9 Altro 0,1 0,1 0,0 Solo citato 9,1 5,2 3,9 Totale 100,0 100,0 100,0

L’incrocio dei dati sui topic con quelli relativi agli autori di tweet (Tabella 10) evidenzia che,

se l’evento risulta il topic complessivamente più ricorrente per ciascuna categoria di autori, per i media così come per gli utenti generici assume particolare rilievo anche la tematica sicurezza (ricorrente rispettivamente nel 12% e nel 9,9% dei tweet). A pesare su tali percentuali sono, ancora una volta, gli attentati di Parigi e, in particolare, per i secondi l’onda emotiva che li accompagna, per i primi l’esigenza di rappresentare tanto le paure/preoccupazioni dei cittadini quanto le risposte delle Istituzioni. I dati mostrano altresì una quota significativa di utenti generici che twittano contenuti riguardanti Chiesa (6,9%) e politiche pubbliche locali (6%). In entrambi i casi, a finire sotto la lente di ingrandimento del pubblico non sono tanto le Istituzioni (ovvero la Chiesa e il Comune di Roma) quanto le relative policies (dalla gestione vaticana degli scandali Vatileaks/Bertone al complesso sistema delle politiche pubbliche capitoline in materia di lavori pubblici, rifiuti, migranti). Per la categoria politici/istituzioni, invece, particolare rilievo assumono i topic trasporti e Istituzioni, che rispettivamente ricorrono nel 14,5% e nel 10,5% del totale. Nel primo caso, si tratta perlopiù di tweet pubblicati da Atac e che hanno a oggetto le variazioni ai trasporti pubblici in coincidenza con l’8 dicembre; nel secondo caso i tweet hanno una diversa provenienza politica (forze di maggioranza vs forze di opposizione) e evidentemente un diverso scopo (enfatizzare quanto fatto dalle Istituzioni vs contestare/denunciare il loro operato). Tra i soggetti religiosi, infine, il tema religione – in maniera abbastanza prevedibile – risulta, dopo il topic evento, il contenuto principale (29,4% dei tweet).

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Tabella 10 – Distribuzione dei topic per autore dei tweet, valori percentuali

Topic Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici Aspetti economici 3,3 8,6 2,0 3,8 Chiesa 4,8 2,1 3,4 6,9 Comune di Roma 2,2 3,1 0,0 3,0 Evento 37,9 22,9 46,4 29,3 Istituzioni 4,7 10,5 0,3 5,8 Media 7,7 2,9 1,9 3,4 Politiche pubbliche locali 3,2 4,8 0,5 6,0 Religione 6,2 4,0 29,4 5,0 Sicurezza 12,0 9,0 0,3 9,9 Stop Giubileo 1,5 3,3 0,0 3,2 Terrorismo 4,5 6,0 0,8 5,5 Trasporti 3,2 14,5 0,7 4,6 Altro 0,7 1,9 5,4 0,7 Solo citato 8,1 6,4 8,9 12,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

4.2. Le persone menzionate

La seconda variabile considerata focalizza l’attenzione sulle persone menzionate all’interno dei tweet (Tabella 11): nello specifico, abbiamo preso in considerazione tanto le persone citate mediante l’utilizzo di un hashtag (#nome) quanto coloro che sono stati citati in qualità di destinatari dei tweet (@account)9.

Come prevedibile, Papa Francesco risulta la persona maggiormente menzionata, con il 34,7% delle segnalazioni, e si distanzia in misura significativa da tutti gli altri, a cominciare da Chiesa/Vaticano, richiamati invece nel 7,2% dei tweet. Protagonista anche l’Atac con il 6,8% delle citazioni, così come il Comune di Roma, menzionato nel 5,1% dei tweet. In questa particolare graduatoria, posti di vertice sono occupati anche dai politici: il premier Matteo Renzi viene infatti citato nel 6,7% dei tweet, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino nel 5%10 e il ministro dell’interno Angelino Alfano nel 4,9%. E se il Partito Democratico si conquista un circoscritto 1,9% di menzioni, c’è un complessivo 8,9% in cui confluiscono tutti i tweet che richiamano altri soggetti politici11. Il prefetto Francesco Paolo Tronca, da novembre 2015 a giugno 2016 commissario straordinario del Comune di Roma, riceve invece il 4,1% delle segnalazioni, mentre il prefetto Franco Gabrielli, commissario straordinario per il Giubileo, viene menzionato nel 2,3% dei casi. L’Isis, infine, viene richiamato nel 3,4% dei tweet.

9 Le percentuali fanno riferimento al totale delle menzioni, senza distinguere dunque che sia utilizzato # o @. 10 Le citazioni del sindaco di Roma Ignazio Marino si collocano ovviamente perlopiù nel primo periodo considerato (83,8%). Alla fine di ottobre Marino lascia il proprio incarico di sindaco. 11 Tra i nomi più ricorrenti, segnaliamo in particolare Beppe Grillo, Matteo Salvini, Matteo Orfini, Giorgia Meloni. Con riferimento alla leader di Fratelli d’Italia, segnaliamo come decisamente più circoscritte siano invece le menzioni degli altri canditati al Comune di Roma, Virginia Raggi e Roberto Giachetti; va tuttavia sottolineato come l’arco temporale analizzato non prende in considerazione solo le primissime fasi della campagna elettorale, quando Raggi, Giachetti e Meloni non erano ancora candidati. Infine, è interessante notare il circoscritto numero di tweet in cui si menzionano Forza Italia e/o suoi esponenti (con la sola eccezione di Daniela Santanchè, ma solo per ragioni legate al look sfoggiato alla Prima della Scala), per non dire della totale assenza di menzioni di Silvio Berlusconi.

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Tabella 11 – Distribuzione dei mentioned, valori percentuali Mentioned %

Papa Francesco 34,7 Chiesa/Vaticano 7,2 Atac 6,8 Matteo Renzi 6,7 Comune di Roma 5,1 Ignazio Marino 5,0 Angelino Alfano 4,9 Francesco Paolo Tronca 4,1 Isis 3,4 Franco Gabrielli 2,3 Partito Democratico 1,9 Cardinal Bertone 1,5 Papa Benedetto XVI 1,1 Altri soggetti politici 8,9 Altri soggetti religiosi 2,7 Altri soggetti menzionati 3,7 Totale 100,0

Ma rispetto a quali temi tali soggetti vengono menzionati? Esiste una correlazione tra

persone menzionate e contenuto dei tweet? Per rispondere a tali domande, abbiamo ritenuto opportuno procedere a una riclassificazione dei topic precedentemente individuati, che sono stati raggruppati – secondo un principio di coerenza tematica – in 5 nuove categorie:

- aspetti economici, che coincide con la precedente categoria; - media, che corrisponde anch’essa alla precedente categoria; - politica, che ricomprende i topic Comune di Roma, Istituzioni, trasporti, politiche

pubbliche locali; - religione, all’interno della quale sono confluiti i topic religione, Chiesa, evento; - terrorismo, al cui interno sono stati riclassificati i topic terrorismo, sicurezza e stop

Giubileo; L’incrocio tra le persone menzionate e i topic ricodificati (Tabella 12) ha permesso di isolare

alcuni dati, relativi a 8 mentioned, a nostro avviso particolarmente significativi e rappresentativi. In primo luogo, dalla ricerca emerge come Papa Francesco venga quasi esclusivamente citato all’interno di tweet con topic religione (75%), mentre Ignazio Marino (73,3%) e Atac (95%) compaiono perlopiù con riferimento al topic politica12. L’Isis raccoglie invece, anche in questo caso in maniera abbastanza prevedibile, buona parte dei tweet con topic terrorismo (71,1%), mentre le citazioni di Angelino Alfano, del prefetto Gabrielli e del Comune di Roma appaiono sostanzialmente dividersi tra politica (rispettivamente per il 35,4%, il 41,5% e il 57,6%) e terrorismo (rispettivamente il 48,8%, il 44,3% e il 40,3%). Tra i tweet che citano infine il Vaticano o la Chiesa, nonostante prevalga il topic religione (61,9%), appare significativa la quota di quanti ne parlano a proposito degli aspetti economici, e in particolare dei costi all’evento Giubileo.

12 Quasi superfluo segnalare come le menzioni relative ad Atac all’interno del topic politica avvengano nella quasi totalità dei casi (90%) in relazione al tema dei trasporti.

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Tabella 12 – Distribuzione dei mentioned per topic ricodificati, valori percentuali

Topic Mentioned

Papa Marino Isis Alfano Atac Gabrielli Comune Chiesa Aspetti economici

4,3 2,1 0,6 1,6 0,4 3,8 0,7 15,7

Media 4,2 2,1 1,7 1,2 0,0 0,9 0,7 2,3 Politica 6,9 73,3 13,6 35,4 95,0 41,5 57,6 6,4 Religione 75,0 19,1 13,0 13,0 2,1 9,5 0,7 61,9 Terrorismo 9,6 3,4 71,1 48,8 2,5 44,3 40,3 13,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

4.3. Gli atteggiamenti espressi

La terza e ultima variabile considerata riguarda l’atteggiamento espresso nei tweet (Tabella 13). Focalizzando l’attenzione sull’intero arco temporale considerato, emerge una sostanziale tendenza alla polarizzazione tra gli atteggiamenti negativo e neutro: il 43,7% dei tweet esprime infatti un atteggiamento negativo, particolarmente presente nel prima (54,6%), mentre il 38,5% dei tweet presenta un atteggiamento neutro nei 101 giorni complessivamente analizzati. Scorporando il dato in relazione ai tre sotto-periodi, l’atteggiamento neutro conosce un trend crescente, passando dal 30,9% dei 50 giorni precedenti il Giubileo al 40,1% dell’8 dicembre, fino al 52,1% dei 50 giorni successivi. Modesta appare invece la percentuale dei tweet che esprimo un atteggiamento positivo (17,8%), gran parte dei quali si concentrano nel giorno di apertura (27,1%).

Tabella 13 – Distribuzione degli atteggiamenti nei periodi, valori percentuali

Atteggiamento Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Negativo 43,7 54,6 32,8 33,4 Positivo 17,8 14,5 27,1 14,5 Neutro 38,5 30,9 40,1 52,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Le percentuali relative ai tre atteggiamenti subiscono ovviamente delle variazioni quando

andiamo a incrociare tali dati con quelli relativi ai topic, a conferma del fatto che l’atteggiamento è strettamente legato al tema (Tabella 14). Complessivamente, l’atteggiamento negativo è riscontrabile in modo particolare nei tweet in cui ricorrono i topic politiche pubbliche locali (75,9%), trasporti (72,1%), terrorismo (58%) e sicurezza (58,1%). Tali percentuali fanno però registrare, nel giorno del Giubileo, una significativa flessione (in particolare il topic trasporti che passa dal 72,1% al 32,8%), quando i “bersagli” diventano soprattutto i media (54,6%, a fronte del 35,6% del dato riferito all’intero periodo): il pubblico non gradisce infatti la loro copertura dell’evento, e in particolare se la prende con alcuni giornalisti troppo “presenti” nel racconto13.

Gli atteggiamenti positivi ricorrono invece certamente nei tweet che parlano di religione (33%), ma anche – e in maniera del tutto inaspettata – con riferimento al topic Comune di Roma, sebbene solo nel giorno di apertura del Giubileo: l’atteggiamento positivo nei confronti

13 Per esempio: «c’è #Mentana che dice Messa su @TgLa7 #maratonatelevisiva #Giubileo @CrozzaTweet @nonleggerlo». Oppure: «Un vaticanista del Tg1 ha bisogno dell’interprete per fare 2 domande 2 in inglese a Wim Wenders. #merito #indulgenza #giubileo». Infine: «Vespa lucrerà l’indulgenza con una puntata speciale di Porta Santa a Porta Santa #Giubileo».

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del topic passa infatti da una percentuale generale dell’11,4% al 30,8% nella sola giornata dell’8 dicembre.

Per quanto concerne l’atteggiamento neutro, esso appartiene principalmente ai tweet con topic evento (46%), e non potrebbe essere diversamente poiché sovente si tratta di tweet a carattere informativo, in cui si riportano affermazioni di Papa Francesco o delle Istituzioni politiche nazionali e locali nonché le testimonianze di chi, l’8 dicembre, partecipa dal vivo alle celebrazioni a San Pietro (giornalisti, operatori media o fedeli). È altresì significativo il 36,1% di tweet che esprimono un atteggiamento neutro in tema di politiche pubbliche locali nel giorno di apertura del Giubileo. Tabella 14 – Distribuzione dei topic per atteggiamento, valori percentuali

Topic Atteggiamento

Negativo Positivo Neutro Totale Aspetti economici 49,6 6,2 44,2 100,0 Chiesa 63,0 12,2 24,8 100,0 Comune di Roma 69,5 11,4 19,1 100,0 Evento 30,2 23,8 46,0 100,0 Istituzioni 68,5 4,6 26,9 100,0 Media 35,6 10,6 53,8 100,0 Politiche pubbliche locali 75,9 6,2 17,9 100,0 Religione 14,6 33,0 52,4 100,0 Sicurezza 58,1 9,6 32,3 100,0 Stop Giubileo 73,7 18,1 8,2 100,0 Terrorismo 58,0 17,4 24,6 100,0 Trasporti 72,1 5,2 22,7 100,0

Abbiamo infine incrociato i dati sull’atteggiamento con quelli relativi alla tipologia di

autore (Tabella 15). Tale incrocio evidenzia un atteggiamento negativo soprattutto da parte degli utenti generici (58,6%), a fronte del 21,7% dei tweet con atteggiamento neutro e del 19,7% di quelli con atteggiamento positivo. Per quanto concerne i media emerge invece un utilizzo per lo più informativo di Twitter: rappresentano infatti il 71% i tweet con atteggiamento neutro, mentre scendono al 18,4% quelli negativi e al 10,6% quelli positivi. L’atteggiamento neutro interessa, ancora, circa la metà dei tweet (50,2%) provenienti da politici/Istituzioni, mentre la restante parte si divide tra atteggiamento negativo (27,5%) e atteggiamento positivo (22,3%). Per i soggetti religiosi, infine, i tweet con atteggiamento neutro sono pari al 65,8% mentre cala sensibilmente la percentuale di quelli con atteggiamento negativo (5,3%). Tabella 15 – Distribuzione degli atteggiamenti per autore, valori percentuali

Atteggiamento Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici Negativo 18,4 27,5 5,3 58,6 Positivo 10,6 22,3 28,9 19,7 Neutro 71,0 50,2 65,8 21,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

5. In che modo si twitta

La terza parte della nostra ricerca è finalizzata a studiare in che modo si twitta, e a tal fine essa focalizza l’attenzione in particolare sui toni utilizzati e sull’utilizzo di immagini all’interno del tweet.

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5.1. Dagli atteggiamenti ai toni

Con riferimento alla prima variabile, siamo ripartiti dalle tre categorie di atteggiamento precedentemente identificate (positivo, negativo, neutro) e attraverso una successiva codifica abbiamo individuato un ventaglio dei possibili toni attraverso cui ogni singolo atteggiamento si esprime. Da questa codifica sono naturalmente esclusi i tweet in cui la parola “giubileo” era solo citata poiché, a monte, a essi non avevamo assegnato alcun atteggiamento.

Per quanto concerne l’atteggiamento positivo, abbiamo individuato 5 diversi toni: - entusiasta: chi esprime il proprio pieno consenso14. All’interno di questa categoria

rientrano anche i tweet di coloro i quali si oppongono all’idea di annullare il Giubileo15; - emozionato: chi esprime l’eccitazione legata al fatto di partecipare all’evento o di

assistervi16; - speranzoso: chi formula un augurio o esprime una speranza connessa al Giubileo17; - scherzoso: chi fa un commento divertente o spiritoso18; - prudente: chi esprime delle perplessità, mantenendo comunque un atteggiamento

tendenzialmente positivo19. Anche con riferimento all’atteggiamento negativo abbiamo individuato 5 diversi toni,

cercando una simmetria rispetto a quelli che esemplificano l’atteggiamento positivo: - ostile: chi esprime il proprio dissenso20, ivi compresi colori i quali sostengono che il

Giubileo andrebbe annullato21; - di denuncia: chi esprime una contestazione, una segnalazione, una critica22; - polemico: chi vuole provocare o sollevare una controversia23; - satirico: chi fa un commento pungente, sarcastico o canzonatorio24; - preoccupato: chi esprime delle perplessità, mantenendo comunque un atteggiamento

tendenzialmente negativo25.

14 Per esempio: «Organizzazione splendida! Grazie ai volontari e alle forze dell’ordine!!!!! #giubileo». 15 Per esempio: «Sono romano, vivo a Roma e dico si al #Giubileo. #StopIslam». 16 Per esempio: «Non importa credere o no. È emozionante anche solo esserci, da lontano, e vedere quella solennità cosi calma e pacifica. #Giubileo». Oppure: «Immagine commovente e storica: Papa Emerito Benedetto XVI attraversa la Porta Santa dopo @Pontifex_it #GiubileodellaMisericordia #Giubileo». 17 Per esempio: «Abbiamo bisogno di misericordia, abbiano bisogno di essere misericordiosi! #giubileo». Oppure: «Spero tanto che questo #Giubileo porti tranquillità, pace, serenità, ma soprattutto stabilità emotiva. Il mondo saprà cogliere l’occasione?!». 18 Per esempio: «chiudi sta porta che tira vento.... #Giubileo #cervicale». Oppure: «Richiudete ‘sta porta che qua arriva uno spiffero #Giubileo». Infine: «Il Papa ha aperto la porta santa. chiudi che fa freddo Cecco. #Giubileo #GiubileodellaMisericordia». 19 Per esempio: «Roma si sta preparando al #Giubileo ma la Chiesa è pronta?». Oppure: «Annullare il #Giubileo sarebbe ammettere la sconfitta è stato da scellerati organizzarlo ma ora si prosegua e #Bergoglio pesi bene le parole». 20 Per esempio: «Che il #giubileo se lo paghi il Vaticano. Non lo stato italiano». 21 Per esempio: «Non saremo meno cristiani e cattolici se annulleremo il #Giubileo. O dobbiamo aspettare un’altra #Francia!?». 22 Per esempio: «Un altro giorno di ordinaria follia con #atac. Aiutate i romani #giubileo #atacfallita #roma #vorreiunsindaco». Oppure: «In giro per #Roma con telecamere nascoste scopriamo le insidie per i milioni di pellegrini che arriveranno #Giubileo». 23 Per esempio: «Chissà perché devo pagare la festa al capo di uno stato straniero per altro totalitario. #Giubileo». Oppure: «Quindi dov’è la misericordia che il Papa ha professato in Africa? #giubileo #Africa #Papa». 24 Per esempio: «#Tronca: “Dall’#EXPO al #Giubileo”. Ha solo cambiato ipermercato». Oppure: «Sui cieli di #Roma è noflyzone. Per fortuna i Casamonica stanno tutti bene. #terrorismo #giubileo».

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Per quanto riguarda infine l’atteggiamento neutro, nella nostra codifica a esso corrisponde un unico tono, che abbiamo definito informativo. Chi esprime tale atteggiamento, infatti, si limita a riportare il pensiero altrui oppure comunica un contenuto senza far trasparire la sua opinione: dunque, dà informazione su quello che altri pensano o su un fatto, ma non va oltre26.

Il primo dato che emerge dalla ricerca riguarda la frequenza assoluta con cui i toni ricorrono nei tweet (Tabella 16). A prevalere, nel complesso, è il tono informativo (38,5%), ma non potrebbe essere altrimenti poiché esso, come appena ricordato, coincide perfettamente con l’atteggiamento neutro. Ben più significative appaiono invece le tendenze che emergono con riferimento agli altri toni. Per ciò che concerne l’atteggiamento negativo, a prevalere sono i toni satirico (17,3%), polemico (10,2%) e di denuncia (9,2%), che si distanziano non solo dagli altri toni che esprimono lo stesso atteggiamento (ostile 4,2%, preoccupato 2,8%), ma anche in una prospettiva generale, risultando i due toni più “gettonati” dopo appunto il tono informativo. Tra i toni positivi, a prevalere sono i toni scherzoso (6,2%) e entusiasta (5,2%), con gli atri toni che si attestano attorno al 2/3%. Un altro dato interessante emerge se sommiamo le percentuali dei toni che, nell’economia della nostra tassonomia, possono essere considerati “gemelli”: circa un tweet su quattro (23,5%) esprime infatti un tono satirico o scherzoso, mentre solo il complessivo 4,8% esprime un tono prudente o preoccupato. Se ci spostiamo infine dalla media generale ai dati scorporati nei tre periodi, vediamo come il tono informativo tende a crescere progressivamente (dal 30,9% del prima al 40,1% del durante, fino al 52,1% del dopo). Per contro, i toni negativi assumono un andamento inverso, con la sola eccezione del tono di denuncia, che raggiunge il proprio picco nel prima, scende sensibilmente nel giorno del Giubileo, e torna nuovamente a crescere (pur attestandosi al di sotto della media generale) nel dopo. Per quanto concerne i toni positivi, invece, essi raggiungono il proprio picco nel durante.

Tabella 16 – Distribuzione dei toni nei periodi, valori percentuali

Tono Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Entusiasta 5,2 4,6 7,5 3,6 Emozionato 1,5 0,2 4,2 1,3 Speranzoso 2,9 3,3 3,3 1,5 Scherzoso 6,2 3,6 10,8 6,8 Prudente 2,0 2,8 1,3 1,3 Ostile 4,2 5,8 3,0 2,2 Di denuncia 9,2 13,0 3,7 7,2 Polemico 10,2 12,0 8,5 8,5 Satirico 17,3 18,7 16,8 14,9 Preoccupato 2,8 5,1 0,8 0,6 Informativo 38,5 30,9 40,1 52,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Un secondo dato interessante emerge dall’incrocio tra i toni e i topic (Tabelle 17a e 17b). I

toni positivi tendono infatti a caratterizzare principalmente i tweet in cui si parla dell’evento, sebbene con significative variazioni nel raffronto tra il tono prudente (33%), i toni entusiasta e

25 Per esempio: «Oddio, manca un mese all’avvio del #Giubileo, devo essere avviati una marea di cantieri... Come faremo???». Oppure: «Per la prima volta in vita mia vorrei vivere in un noioso paesotto di campagna #Giubileo #Parigisottoattacco #Roma». 26 Per esempio: «È cominciato il #Giubileo #PortaSanta @Pontifex_it #PapaFrancesco». Oppure: «#Giubileo, 8 dicembre divieto di sorvolo su #Roma».

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speranzoso (rispettivamente 42,7% e 45,4%) e i toni emozionato e scherzoso (rispettivamente 71% e 70,2%). Per tutti gli altri topic, i valori restano sempre al di sotto del 10%, con le sole eccezioni dei toni speranzoso (35,8%) e entusiasta (18,1%) nei tweet che parlano di religione. I toni negativi tendono invece a distribuirsi in maniera più omogenea, a testimonianza del fatto che, rispetto a ogni topic, c’è una parte degli autori che assume un atteggiamento negativo, sebbene difficilmente si assista a una polarizzazione tra topic e tono. Tra i valori più alti, segnaliamo in particolare il 32,7% di toni satirici che contraddistingue il topic evento, il 29,8% di toni ostili nei confronti del Giubileo (stop Giubileo), il 26,7% di toni di denuncia sul tema politiche pubbliche locali, il 23,9% di toni polemici nei tweet relativi all’evento, il 32,8% di toni preoccupati in relazione al topic terrorismo. Infine, circa la metà (45,3%) dei tweet che parlano dell’evento lo fanno con un tono informativo.

Tabella 17a – Distribuzione dei toni positivi rispetto ai topic, valori percentuali

Topic Toni positivi

Entusiasta Emozionato Speranzoso Scherzoso Prudente Aspetti economici 1,4 0,0 0,6 2,1 5,3 Chiesa 4,2 11,7 1,6 6,7 4,3 Comune di Roma 1,6 0,0 0,6 2,1 7,2 Evento 42,7 71,0 45,4 70,2 33,0 Istituzioni 1,8 0,0 0,6 2,4 2,9 Media 3,2 5,5 1,3 3,9 2,4 Politiche pubbliche locali 1,6 0,0 6,1 0,4 3,3 Religione 18,1 8,3 35,8 1,9 4,8 Sicurezza 7,8 3,5 3,5 5,8 12,0 Stop Giubileo 6,6 0,0 0,6 0,0 8,6 Terrorismo 9,7 0,0 3,2 1,7 13,9 Trasporti 1,3 0,0 0,7 2,8 2,3 Altro 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Tabella 17b – Distribuzione dei toni negativi rispetto ai topic, valori percentuali

Topic Toni negativi

Ostile Di denuncia Polemico Satirico Preoccupato Aspetti economici 3,6 4,3 9,5 4,0 1,8 Chiesa 11,4 5,4 9,2 12,2 1,2 Comune di Roma 1,8 5,0 5,3 5,2 1,5 Evento 22,9 9,7 23,9 32,7 15,7 Istituzioni 5,1 9,2 9,8 10,2 3,0 Media 2,7 2,4 4,7 4,4 1,5 Politiche pubbliche locali 0,9 26,7 8,9 3,4 0,9 Religione 4,0 0,7 3,5 2,4 0,3 Sicurezza 5,6 20,2 9,1 13,4 23,2 Stop Giubileo 29,8 0,4 1,2 0,7 16,0 Terrorismo 10,9 4,5 2,7 5,0 32,8 Trasporti 1,3 11,5 12,2 6,4 2,1 Altro 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Un terzo significativo elemento di riflessione emerge dall’incrocio tra la tipologia di tono

utilizzato e i diversi autori (Tabella 18). Gli utenti generici fanno un uso molto più circoscritto del tono informativo (21,8%), così come dei toni positivi (tra cui a prevalere è il tono scherzoso, pari all’8,4%); per contro, fanno sovente ricorso a toni di denuncia (11,9%), polemici (13,7%) e satirici (22,9%), ma solo in minore misura ai due toni che, nella nostra scala, si pongono ai due

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estremi dell’atteggiamento negativo (ostile 6,1%, preoccupato 3,8%). Media, politici/istituzioni e soggetti religiosi privilegiano invece in larga parte il tono informativo (rispettivamente 66,0%, 50,3% e 65,7%), ma poi tendono a differenziarsi nella frequenza con cui fanno ricorso agli altri toni. Per quanto concerne i media, non sorprende affatto che vi sia un complessivo 34% di tweet che esprimono un tono positivo o negativo, perché nella categoria rientrano tanto le testate giornalistiche (che di norma dovrebbero, per loro stessa natura, tendenzialmente assumere un atteggiamento neutrale, ovvero un tono informativo), ma anche giornalisti, i quali utilizzano Twitter a titolo personale, e che dunque esprimono delle opinioni che vanno al di là della professione che svolgono. Tra i soggetti politici, c’è un significativo 14,2% che esprime un tono entusiasta; i tweet in questo caso provengono perlopiù da soggetti istituzionali e/o da esponenti/partiti politici che esprimono posizioni di governo, nazionale o comunale. Per contro, le forze politiche di opposizione privilegiano invece toni di denuncia (9,0%), polemici (6,8%) o satirici (7,1%). Infine, a prevalere tra i soggetti religiosi sono i toni entusiasta (10,5%) e speranzoso (17,0%). Ancora una volta, un dato interessante emerge con riferimento ai “toni gemelli”, e in particolare alla coppia scherzoso/satirico, che prevale largamente tra gli utenti generici (31,3%), per scendere drasticamente al 2,2% tra i soggetti religiosi.

Tabella 18 – Distribuzione dei toni per autore dei tweet, valori percentuali

Tono Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici Entusiasta 4,2 14,2 10,5 4,8 Emozionato 1,2 0,9 1,2 1,8 Speranzoso 1,1 4,6 17,0 2,5 Scherzoso 3,5 0,9 0,0 8,4 Prudente 2,4 1,5 0,2 2,3 Ostile 1,4 1,9 0,0 6,1 Di denuncia 4,4 9,0 2,2 11,9 Polemico 5,6 6,8 1,0 13,7 Satirico 8,5 7,1 2,2 22,9 Preoccupato 1,7 2,8 0,0 3,8 Informativo 66,0 50,3 65,7 21,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

5.2. L’utilizzo di immagini

La seconda variabile che abbiamo utilizzato al fine di comprendere in che modo i nostri utenti twittano a proposito del Giubileo riguarda l’utilizzo di immagini all’interno dei contenuti postati sul social network (Tabella 19).

Nel complesso, solo un tweet su tre (32%) accompagna il testo con un’immagine; tuttavia, se scorporiamo il dato nei tre periodi considerati ai fini della ricerca, osserviamo come la tendenza a utilizzare delle immagini cresca nel passaggio dal prima al durante, e poi nuovamente dal durante al dopo.

Tabella 19 – Distribuzione delle immagini nei periodi, valori percentuali

Immagini Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Tweet senza immagini 68,0 73,5 66,6 59,6 Tweet con immagini 32,0 26,5 33,4 40,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

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Focalizzando l’attenzione sui tweet in cui è presente un’immagine, ci siamo chiesti quali sia la funzione che essa svolge nell’economia del singolo tweet, individuando a tal proposito 4 categorie. In circa la metà dei casi esaminati (48,9%), le immagini hanno carattere attrattivo, ovvero servono ad attirare l’attenzione del navigatore pur senza aggiungere nulla al contenuto del tweet27. Nel 21,2% dei casi, invece, abbiamo a che fare con documenti/testimonianze, ossia immagini perlopiù espressione di un citizen photojournalism28. Il 16,8% dei tweet sono corredati da condivisioni, ovvero immagini relative ad articoli di giornali, home page di siti web, locandine di eventi, ecc. Infine, nell’11,4% i tweet presentano immagini satiriche, ossia fotomontaggi, foto ritoccate, vignette29. Le immagini non classificabili in nessuna di queste categorie (perché trattasi per esempio di selfie o di foto-notizie) sono confluite nella voce altro (1,7%).

Queste percentuali non subiscono sostanziali variazioni se, dalla media generale, ci spostiamo al dato scorporato nei tre periodi (Tabella 20); l’unica significativa differenza si registra a proposito delle immagini attrattive, il cui utilizzo cresce nel durante e nel dopo (ossia quando occorre “farsi notare” nell’enorme quantità di tweet postati o, per contro, dove la stessa esigenza si lega a una fisiologica diminuzione dell’interesse nei confronti del Giubileo), e invece appare ridotto nel prima. Tabella 20 – Distribuzione delle immagini per tipologia nei periodi, valori percentuali

Tipologia di immagine Intero periodo Sotto-periodi

Prima Durante Dopo Attrattiva 48,9 37,4 56,4 56,5 Documento/testimonianza 21,2 19,2 22,7 22,5 Condivisione articoli 16,8 30,5 6,5 9,1 Satira 11,4 11,7 11,8 10,7 Altro 1,7 1,2 2,6 1,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Incrociando i dati relativi alla presenza/assenza di immagini nel tweet con quelli relativi ai

topic (Tabella 21), dalla ricerca emerge che l’utilizzo delle immagini prevale nei casi in cui i tweet trattano i temi relativi alle politiche pubbliche locali (54,4%), all’evento (36,9%) o alla sicurezza (30,9%). Per contro, meno di un tweet su dieci utilizza immagini quando si parla del Comune di Roma o della possibilità di annullare il Giubileo.

27 Tra le immagini più ricorrenti, la foto di Papa Francesco, della Basilica di San Pietro o dell’apertura della Porta Santa. 28 Dalle immagini dei fedeli in attesa di entrare nella Basilica per assistere all’apertura della Porta Santa alle immagini che documentano l’emergenza rifiuti, i disservizi nei trasporti o i lavori pubblici (in particolare, la rimozione dei sanpietrini sulla strada che costeggia il Vaticano e la conseguente asfaltatura a poche ore dall’inizio del Giubileo). 29 Dal fotomontaggio del Papa che apre la Porta Santa indossando lo stesso abito verde smeraldo scelto dall’esponente di Forza Italia Daniela Santanchè per la Prima della Scala all’immancabile commento satirico de “Le frasi di Osho”.

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Tabella 21 – Distribuzione delle immagini rispetto ai topic, valori percentuali

Topic Immagini

Tweet senza immagini Tweet con immagini Totale Aspetti economici 76,2 23,8 100,0 Chiesa 82,3 17,7 100,0 Comune di Roma 90,3 9,7 100,0 Evento 63,1 36,9 100,0 Istituzioni 77,0 23,0 100,0 Media 74,9 25,1 100,0 Politiche pubbliche locali 45,6 54,4 100,0 Religione 71,3 28,7 100,0 Sicurezza 69,1 30,9 100,0 Stop Giubileo 93,2 6,8 100,0 Terrorismo 88,0 12,0 100,0 Trasporti 74,4 25,6 100,0

Focalizzando l’attenzione sui tweet nei quali è presente un’immagine, chiediamoci ora

quale funzione essa assuma rispetto ai diversi topic (Tabella 22). La funzione attrattiva prevale principalmente nei tweet che parlano dell’evento (55,3%), seguiti a grande distanza dai topic sicurezza (8,3%) e religione (8,6%). Documenti e testimonianze prevalgono perlopiù quando si parla dell’evento (46,9%) e delle politiche pubbliche locali (20,9%), mentre 3 condivisioni su 5 tendono a distribuirsi uniformemente tra i topic sicurezza (21,2%), evento (23,3%) e politiche pubbliche locali (21,6%). Infine, circa la metà (45,3%) dei tweet che utilizzano immagini satiriche parlano dell’evento. Tabella 22 – Distribuzione dei topic per tipologia di immagine, valori percentuali

Topic Immagine

Attrattiva Documento/testimonianza Condivisione Satira Aspetti economici 4,8 2,3 3,9 3,4 Chiesa 5,6 1,7 1,6 9,0 Comune di Roma 1,8 0,5 1,6 4,3 Evento 55,3 46,9 23,3 45,3 Istituzioni 3,9 2,1 6,4 11,5 Media 5,4 0,6 5,1 2,1 Politiche pubbliche locali 1,9 20,9 21,6 0,9 Religione 8,6 1,5 9,8 3,4 Sicurezza 8,3 9,3 21,2 9,0 Stop Giubileo 0,8 0,0 0,9 1,3 Terrorismo 1,9 1,3 1,9 8,1 Trasporti 1,7 12,9 2,7 1,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Appare altresì interessante soffermarsi sull’utilizzo delle immagini che viene fatto dai diversi

autori dei tweet (Tabella 23). La categoria di utenti che fa il più largo uso di immagini nei propri tweet è quella dei soggetti religiosi (51,1% contro il 48,9% di tweet privi di immagine); per contro, tra gli utenti generici solo il 25,5% accompagna il testo con una immagine (a fronte del 74,5% di tweet senza immagine). Meno marcato benché significativo, invece, il divario nella categoria politici/Istituzioni (31,4% con immagine, 68,6% senza immagine), mentre con riferimento alla categoria media il dato tende a livellarsi (57,7% senza immagine, 42,3% con immagine).

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Tabella 23 – Distribuzione delle immagini per autore dei tweet, valori percentuali

Immagine Autore

Media Politici/Istituzioni Soggetti religiosi Utenti generici Tweet senza immagine 57,7 68,6 48,9 74,5 Tweet con immagine 42,3 31,4 51,1 25,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Infine, dall’incrocio tra le diverse tipologie di autori e le funzioni che le immagini assolvono

nell’economia di ogni singolo tweet (Tabella 24), emerge come immagini a carattere attrattivo tendano a essere utilizzate in larghissima parte rispettivamente da media e utenti generici (rispettivamente 42,3% e 45,3%), e lo stesso accade anche per i documenti e le testimonianze (rispettivamente 40,5% e 49,4%). Per contro, immagine satiriche accompagnano quasi esclusivamente tweet che provengono da utenti generici (89,5%), e lo stesso accade, seppur in misura minore (60,5%), per le condivisioni. Tabella 24 – Distribuzione delle immagini per funzione e autore dei tweet, valori percentuali

Autore Immagine

Attrattiva Documento/testimonianza Condivisione Satira Media 42,3 40,5 16,1 9,6 Politici/Istituzioni 4,2 3,5 5,8 0,9 Soggetti religiosi 8,2 6,6 17,6 0,0 Utenti generici 45,3 49,4 60,5 89,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

6. Conclusioni

Giunti alla conclusione del nostro lavoro, siamo ora in grado di rispondere alla nostra reaserch question, ovvero se e come Twitter possa rappresentare una moderna forma di vox populi, ovvero un luogo nel quale condividere opinioni e creare connessioni che, in ultima istanza, possono influenzare i processi di formazione dell’opinione pubblica.

Prima, tuttavia, di focalizzarci sulle possibili risposte a questa domanda, occorre riepilogare brevemente i principali risultati che emergono dalla ricerca, distinguendo tra le questioni di carattere metodologico e ciò che concerne specificamente il Twitter coverage.

a) La metodologia

Dalla ricerca emergono alcune criticità di tipo metodologico legate all’utilizzo del software per la codifica dei tweet. Se nella prima fase del nostro lavoro il software ha infatti rappresentato un utile strumento di analisi, perché ci ha consentito di “pulire” il corpus da analizzare escludendo tutti quei contenuti che non erano pensati, scritti e postati originariamente per/su Twitter, nella seconda fase la sua efficacia è progressivamente venuta meno per una serie di ragioni legate in primis alla specificità della lingua italiana, tale per cui non sempre l’attribuzione meccanica dell’atteggiamento (positivo, negativo, neutro) coincide con il reale sentimento espresso dall’utente: un tweet satirico, infatti, può essere confuso con un tweet scherzoso, laddove invece esso riflette, a nostro avviso, un diverso atteggiamento (negativo vs positivo). A ciò si aggiunge che, per l’individuazione dei topic trattati, la ricerca automatica delle parole non risulta efficace laddove l’autore non menziona espressamente un determinato argomento (per esempio “Mafia Capitale”) ma solo un suo protagonista (“Buzzi”) o si limita a un gioco di parola del tipo: ”Questo Giubileo sarà un altro peccato capitale?”. Dunque, senza nulla togliere agli strumenti di elaborazione informatica, che sono assai utili

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ovviamente nella fase di raccolta dei dati, nella loro prima elaborazione e, presumibilmente, nel momento in cui l’analisi si focalizza sui retweet e le condivisioni (perché consente di ricostruire le reti attraverso cui il tweet si diffonde viralmente in Rete), esso risulta meno efficace quando occorre procedere all’individuazione di topic, atteggiamenti e toni. Per non dire, naturalmente della codifica delle immagini che necessita ancor più dell’intervento umano.

b) Il coverage

Spostandoci sul versante del coverage, dalla ricerca emerge una indubbia prevalenza dei contenuti che provengono da utenti generici, e non potrebbe essere altrimenti perché i social network, per loro stesa natura, non presentano barriere all’accesso (come accade invece per i media mainstream) e dunque danno voce all’uomo comune. Tuttavia, a nostro avviso è particolarmente interessante che un tweet su quattro provenga da utenti media. Considerando che dal corpus testuale analizzato sono state escluse le condivisioni da altri siti web e, in generale, tutti i contenuti non appositamente pensati e postati su Twitter, appare evidente come anche per i media il social network rappresenti un importante spazio di visibilità.

In secondo luogo, la ricerca mostra come la notiziabilità del topic Giubileo si evolva lungo due diverse direttrici: da una parte, c’è una notiziabilità strettamente legata all’evento, che non a caso raggiunge i propri massimi livelli nel giorno di apertura della Porta Santa e/o nei giorni immediatamente precedenti o successivi. Dall’altra parte, la notiziabilità del Giubileo raggiunge picchi significativi in coincidenza con particolari accadimenti, in primis gli attentati di Parigi.

Ciò accade, e con questo ci spostiamo al terzo dato significativo che emerge dalla ricerca, perché il coverage si caratterizza per una costante contaminazione tra i temi più strettamente religiosi (perché toccano la dimensione spirituale dell’evento o il suo essere una grande cerimonia) e quelli “connessi con” il Giubileo, in cima alla cui lista svettano le questioni politiche: internazionali e nazionali, in particolare quando si parla di terrorismo e rischio sicurezza; locali, quando si parla di trasporti, rifiuti, lavori pubblici, ecc.

L’ampia rosa dei temi trattati (non solo, dunque, religiosi, ma anche non religiosi) si riflette ovviamente anche sull’atteggiamento, per cui non sorprende che, a fronte del circa 40% di tweet che hanno tono e carattere informativo (quindi che presentano un atteggiamento neutro), vi sia un altrettanto significativo 40% che parla del Giubileo con toni negativi. Ciò accade, ovviamente, perché ampia parte del coverage non tocca i temi religiosi, bensì quelli “connessi con”, e rispetto a tali temi la querelle politica tende a sovrastare la “pax religiosa”.

L’ultimo aspetto significativo che emerge dalla ricerca riguarda il modo in cui i contenuti sono espressi. L’ampio ricorso alle immagini (soprattutto da parte di soggetti religiosi e, in particolare, immagini che hanno funzione “soltanto” attrattiva), unito a una marcata ricorrenza di toni scherzosi/satirici, soprattutto da parte di quegli utenti che – di norma – vantano un minor numero di follower (e di conseguenza una minore visibilità dei propri contenuti), traduce il desiderio che anima ciascun utente di Twitter: far sì che il suo pensiero venga condiviso da altri soggetti, fino a diventare virale.

c) Twitter come forma di vox pupuli?

Ciò premesso, focalizziamo ora l’attenzione sulla nostra research question, per rispondere alla quale riteniamo necessario distinguere tra le due diverse questioni che essa chiama in causa. Con riferimento al primo aspetto, ovvero se Twitter rappresenta una moderna forma di vox populi, la ricerca sembrerebbe confermare questa ipotesi, poiché – rispetto al topic “Giubileo” – il social network ha effettivamente rappresentato un “luogo” in cui esprimere opinioni, condividere idee e/o preoccupazioni, denunciare disservizi, polemizzare con

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Istituzioni laiche o religiose, da ultimo partecipare emozioni (Boccia Artieri 2012). Ci sono tuttavia delle peculiarità e nel contempo delle differenze rispetto alle tradizionali forme di vox populi, a cominciare dalla vox populi normalmente in uso nell’informazione televisiva (Achtner 2006; Petrone 2011).

In primis per quanto concerne la libertà che gli utenti di Twitter hanno quanto ai temi che possono essere affrontati. Nella vox populi tradizionale, infatti, il giornalista poneva la domanda al “passante” su un tema specifico e la risposta del passante finiva per essere, giocoforza, strettamente connessa alla domanda formulata. Su Twitter, invece, non essendovi a monte una domanda precisa, anche le risposte tendono a essere più “libere”, come conferma la grande quantità di topic che emergono dal corpus testuale analizzato. In conseguenza di ciò, il tema “Giubileo” viene ad assumere due diverse dimensioni:

a) da una parte esso rimane il topic centrale attorno al quale si costruisce il tweet, la “grande cerimonia” che, nel giorno di apertura della Porta Santa, viene celebrata tanto con il tradizionale live broadcasting (Dayan, Katz 1992) quanto con il live tweeting (Fox 2016);

b) dall’altra parte esso diventa dapprima lo spunto e poi il frame all’interno del quale costruire narrazioni focalizzate su altri temi: dal terrorismo alla sicurezza, dalle politiche pubbliche locali allo specifico dei trasporti, fino alle Istituzioni (laiche e/o religiose) coinvolte.

Così facendo, ovviamente, assistiamo a una sorta di rovesciamento del processo di agenda building (McQuail 2015), che ora tende a innestarsi a partire dall’utente. Ciò accade, e con questo ci spostiamo alla seconda, evidente differenza che emerge dalla nostra ricerca, perché la forma di vox populi che Twitter consente appare fortemente disintermediata (Bolter, Grusin 1999) laddove la vox populi tradizionale dipendeva largamente (se non addirittura totalmente) dalla figura dell’intermediario, che a sua volta coincideva normalmente con la mediazione giornalistica. A ciò si aggiunge che, rispetto a quanto accadeva sui media mainstream, Twitter offre invece al proprio utente uno spazio di visibilità pubblica (o, come vedremo a breve, “pseudo-pubblica”) che non presenta barriere all’accesso.

A fronte dei vantaggi che questa nuova forma di vox populi sembrerebbe offrire al cittadino che “ha qualcosa da dire”, ci sono ovviamente anche degli svantaggi, che in parte riflettono dei limiti insiti, congeniti a qualsiasi forma di vox populi, in parte dipendono invece dalla specificità delle forme che essa assume su Twitter. Come ogni altra forma di vox populi, anche le opinioni espresse su Twitter non possono essere infatti paragonate a un’indagine statistica, quale per esempio un sondaggio, e di conseguenza esse non ci consentono di affermare che, fatte le dovute proporzioni, “gli italiani hanno un atteggiamento prevalentemente negativo nei confronti del Giubileo”, bensì soltanto che “chi ha postato dei tweet relativi al Giubileo lo ha fatto in maggioranza manifestando un atteggiamento negativo”.

Dall’altra parte, e con questo ci andiamo a focalizzare espressamente sulla seconda questione richiamata nella research question, abbiamo a che fare con tweet che provengono perlopiù da quelli che abbiamo definito “generici”, ovvero persone comuni cui il web offre uno spazio per esprimere giudizi, condividere opinioni, partecipare emozioni, con la possibilità di raggiungere un pubblico assai più ampio di quello normalmente costituito dalle proprie tradizionali reti di amicizie, conoscenze, relazioni. Si tratta, tuttavia, di un pubblico di potenziali destinatari tendenzialmente esiguo, poiché l’utente generico – per sua stessa definizione – non ha mai un numero di follower tale da poter garantire ai propri tweet – almeno dal punto di vista quantitativo – una diffusione virale. Il discorso ovviamente cambia se da una prospettiva meramente quantitativa (quanti follower ho) ci spostiamo a una prospettiva di tipo qualitativo (chi sono i miei follower): se, nella propria rete di follower, l’utente vanta infatti quelli che la letteratura definisce come turning point (Naaman, Boase, Lai 2010; Shirky 2010; Chieffi 2012),

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la sua capacità se non di formare ma quanto meno di influenzare i processi di formazione dell’opinione pubblica appare decisamente più significativa.

Perché ciò accada, e con questo veniamo all’ultimo aspetto interessante che emerge dalla nostra ricerca, occorre tuttavia che i contenuti pubblicati sul social network siano in grado di attirare l’attenzione del navigatore nell’overload informativo che contraddistingue la Rete (Bennato 2012). Sul web, infatti, non conta solo cosa si dice, ma anche come lo si dice, e dalla ricerca emerge che gli utenti di Twitter hanno assolutamente ben chiara questa duplice esigenza, considerando il frequente utilizzo che essi fanno di alcuni artifici visivi (immagini attrattive) o verbali (toni satirici o scherzosi) che servono appunto ad attirare l’attenzione, spingere/”istigare” alla condivisione, dunque attivare i processi di diffusione virale.

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