MAriangela Gualtieri - Quaderni

66

Click here to load reader

description

MAriangela Gualtieri - Quaderni

Transcript of MAriangela Gualtieri - Quaderni

Page 1: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Mariangela Gualtieri [Quaderni]

Io parlo all’amore. Lo scortico dall’incrosto nel sogno e ne faccio musica storta ne faccio delicato vento che solleva o dondola e impollina al cuore. Alla scomposta mente, impollina l’occhio con l’occhio l’occhio con l’animale e viene il bello che ci sviva, ci sviva tutti. Di più.

[Mariangela Gualtieri]

Page 2: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 3: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Titolo: Mariangela Gualtieri – [Quaderni]

Poesie di: Mariangela Gualtieri

Fonti: Antenata (Crocetti, 1992); Fuoco Centrale (Ed.I Quaderni del Battello Ebbro, 1995); Fuoco Centrale e altre poesie per il teatro (Einaudi, 1995); Nei leoni e nei lupi (Ed.I Quaderni del Battello Ebbro, 1997); Chioma (Edizioni Teatro Valdoca, 2000); Parsifal (Edizioni Teatro Valdoca, 2000); Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006); Paesaggio con fratello rotto (Luca Sossella Editore, 2008); Bestia di gioia (Einaudi, 2010).

Il presente documento è da intendersi a scopo illustrativo e senza fini di lucro. Tutti i diritti riservati all’autore.

Poesia2.0

Page 4: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 5: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Antenata

Page 6: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 7: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Vicino alla grande acqua.

Adesso tu vieni – poggiando la

testa per terra. È tutto deserto.

Mano scrivi all’attacco.

Molti corpi viaggiano per questa

camera debole.

Riconosco il suono dei raggi.

Se vengono adesso

da lì vibrando alla luce potente

silenziosi in attesa noi

con un groppo con un sangue

movimentato guardiamo.

Ho spaccato ogni cosa

come spieghi questo?

Tre luci molto lontane

segnano il punto d’appoggio.

Stare ben fissi lì.

Page 8: MAriangela Gualtieri - Quaderni

(dalla sezione Al tremore dei corpi)

Nessuno ha guardato oltre

quest'ombra e avuto parole

esatte.

Adesso guarda. Ci sono occhi

freschissimi.

Gole di un colore sgargiante

e dentro il cibo un semplice

soffio, puntini cose corte

tonde.

Per un errore che non mi spiego

eccomi pettinare

domandare chi è

comperare il pane.

Questo cielo riposa

nelle tue mani

cicatrici e scudi polverosi.

A te si addice l'ora

la piaga cosparsa di bava

portami a te

matrice o unghia

o sfera incomprensibile

o bagno venticello volo di

Page 9: MAriangela Gualtieri - Quaderni

fionda.

Appena si corica tutto tace.

È festa è tardi

a poco a poco ritorno ritorno al mio sangue.

L'attimo spaccato in parti

rivolta le foglie.

Questa bellezza atterrisce.

Una fiammella

si appoggia e respira su un niente

che mi riguarda.

Si sporge l'ulivo

alle acque invisibili

si spacca in due in tre

come tutto piega....

conserva l'alone di un fatto

che non sapremo.

Quest'acqua è vecchia

come il sangue, tornano insieme

al punto di partenza si dicono

le parole principali

mormorano entrambi dello stesso

ronzio.

Page 10: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Madre sangue

madre mare

madre delle cento buche

di tutte le spade delle fronti

affogate dei colpi di timone

e remi rotti di braccia

tirate via e ciocche

madre del chiaro d'onda di

quelle sfumature madre di

sale e senza latte, senza

le tette rovesci al

tuo petto ributti

alla riva di sfinimento

madre di colpi indifferente di

vivi o morti.

Page 11: MAriangela Gualtieri - Quaderni

(dalla sezione Formula perchè cresca la vigna)

Al posto dei molti cuori

due o tre tane ben fatte

al posto di quel tratteggio

il canto.

Le cose ghiacciano

si stringono fino al midollo

sfondano il poco tempo che misuriamo

teniamo alla fronte i pezzetti

teniamo il respiro tremulo

dentro ogni buco c'è un segno

nella goccia del fico

nelle bestie accucciate un tormento

sotto le piante un urlo tra le foglie

cresce smisurato per tutto il marzo.

L'amico che sta dietro le spalle

fiorito sempre folgore, non osso spugnoso

fune luminosa, lattice, lingua corta

zampa poggiata gentilmente

fruscio molto grande

papavero.

Ogni giorno sentiamo battete l'ala.

Page 12: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Nel taglio di quest'ora

tutto è identico fra sé

a sé raccolto.

Se chiedo il chiarimento sempre sempre

la sfera non si piega

lo sguardo non si piega

il colore dello scasso

tanto vicina la lingua

al palo freddo di ferro.

Page 13: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Fuoco centrale

Page 14: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 15: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo,

io sono sempre cinque minuti fa,

il mio dire è fallimentare,

io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo

all'essere e non lo so dire, non lo so dire,

io appartengo e non lo so dire, non lo so dire,

io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire

io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,

io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,

io non ho parole pregnanti, io non ho parole

cangianti, io non ho parole mutevoli,

non ho parole perturbanti,

io non ho abbastanza parole, le parole mi si

consumano, io non ho parole che svelino, io non ho

parole che puliscano, io non ho parole che riposino,

io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza

parole, mai abbastanza parole

ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,

ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,

ho solo parole che mi deludono,

le mie parole mi deludono, sempre mi deludono,

sempre sempre mi deludono, sempre mi mancano

Page 16: MAriangela Gualtieri - Quaderni

io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo

all'essere e non lo so dire, non lo so dire, io

appartengo e non lo so dire, non lo so dire,

io appartengo all'essere, all'essere e non lo so dire.

Page 17: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Fuoco centrale e altre poesie per il teatro

Page 18: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 19: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Prendimi, fai pure le arcate

destinate all’incontro, cerchiami,

poggiami nel tuo fondo migliore,

fai di me struggimento e crepe,

scioglimi di cinghiate lamine, vuotami, vuotami,

tira via me, scovami dal mio inno deposto, dalla

fuggitura angolata in cui mi incuneo, sconciami,

fai potature essenziali, entra

con questo antico seme, col saluto di lingue,

di cosparse acque di cime rotonde, nel segreto

delle manovre con in pugno sostanze

e con colpi con colpi a striscio

a fronte punta me, dalle tue lontananze

punta me, a pendaglio a picco sonoro,

nelle sconosciute difese punta me

che mi sporgo lasciando lasciando, dal tuo

guscio insondabile la mia sporgenza

culmina in questo arco del cuore.

Ti avanzo. Ti avanzo incontro.

Prendimi. Prendi me,.

Il fuoco centrale non è impalato nel nome.

Esubera dalla distanza del morto, si appoggia

al principio della semenza e lì sta in calice

sottovento.

Page 20: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Stavo su costoni di mondi slegata da

tutte le radici solo fatta di un ridere largo

tutta larga io stessa e un niente popolava

di sopra e di sotto un niente di dentro

vagante acqueo con movimento di sbando

ma poi l'occhio è nato facendo colori

coi nomi e tutta luce tutta luce quando

ho toccato la sua natura calda e bagnata

e ho rotto le acque di sotto nel grande

schianto schizzavo su un tavolo di pietra

sotto pareti con file di piastrelle e

odore di una vecchia che tirando tirando aiutava.

Mamma, ti ho fatta di colpo e grande

fra le sponde di legno e lo specchio

somigliante e piena di latte

fatta parlante e pettinata

e ho fatto anche me con piccoli

pugni il dormire il crescere e tutte le parole.

Page 21: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Se la parola amore è

uno straccio lurido,

se non ho altra lingua per dire cosa

amo, se l'anima adesso è un ingombro

e il ciclo un posto come un altro

se dormiamo e dormiamo

se il mio canto è schiacciato nel cantone

se il mio canto o il tuo, se il mio canto

se tutte le parole dei savi sono troppo

lente per questa corsa sui cocci, se anche

le bestie in quel loro morire bastonate

neppure si rivelano

se c'è una tosse se c'è una

tosse che incrosta il cielo

e poi lo sputa

se abbiamo nemici dentro le teste

e macchinette rotte

se la mano è scontrosa alla mano

scontrosa rompe l'onda e il ramo

Page 22: MAriangela Gualtieri - Quaderni

rompe l'ala e il becco

se abbiamo salmi stonati

se le macerie sulle facce stanche

fanno il peso di tutta la storia

se poi nessuno viene

nessuno s'alza dal fradicio delle tombe

a consegnarci un grappolo, una tazza

un giuramento alla luce

se se se

se c'è una sete che ci ammala

se c'è un sorso per chi ha sete

se davvero davvero muove il sole

se muove il sole e l'altre stelle

se la sua gran potenza, sua gran

potenza d'antico Amor,

se il nostro cuore è immenso

se il nostro cuore

talvolta è immenso, se le

stelle nascono, se è vero che nascono

anche adesso, se siamo polverine allo

sbaraglio, catenelle smagliate,

Page 23: MAriangela Gualtieri - Quaderni

benedico ogni centimetro d'Amore ogni

minima scheggia d'Amore

ogni venatura o mulinello d'Amore

ogni tavolo e letto d'Amore

l'Amore benedico

che d'ognuno di noi alla catena

fa carne che risplende

Amore che sei il mio destino

insegnami che tutto fallirà

se non mi inchino alla tua benedizione.

Page 24: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 25: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Nei leoni e nei lupi

Page 26: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 27: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Vengono. Non soffro più, non

mi fa male più nessun giorno, nessun anno,

celeste il mio stare nella prima morte, nella

seconda, so che la scrivente mano non è mia. Voci.

Mio corpo multiplo, labirinto e popoli che non classifico.]

Ritornare a voi, le sepolte, le molte mani col dono. Indicare l'uscio,]

slegare il catenaccio, fare dormire tutto il respiro, crescere me, prego,]

senza polvere, senza peso, senza ginocchia piegate, senza parti rotte,]

senza essere intelligente, senza tutto quel senso, senza ornamento né]

unguento, senza screpolatura, senza cose nervose, senza mosche, senza]

spine, con qualche spino.

Non c'è da voi colpa, né preghiera. Salute a voi.

Page 28: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 29: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Chioma

Page 30: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 31: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Se la parola amore è

uno straccio lurido,

se non ho altra lingua per dire cosa

amo, se l'anima adesso è un ingombro

se il cielo è un posto come un altro,

se dormiamo e dormiamo,

se il mio canto è schiacciato nel cantone

se il mio canto o il tuo, se il mio canto,

se tutte le parole dei savi sono troppo

lente per questa corsa sui cocci,

se anche le bestie in quel loro morire bastonate

neppure si rivelano,

se c'è una tosse

se c'è una tosse che incrosta il cielo

e poi lo sputa

se abbiamo nemici dentro le teste

e macchinette rotte

se la mano è scontrosa alla mano

scontrosa rompe l'onda e il ramo

Page 32: MAriangela Gualtieri - Quaderni

rompe l'ala e il becco

se abbiamo salmi stonati

se le macerie sulle facce stanche

fanno il peso di tutta la storia

se poi nessuno viene

nessuno s'alza dal fradicio delle tombe

a consegnarci un grappolo, una tazza

un giuramento alla luce

se se se

se c'è una sete che ci ammala,

se c'è un sorso per chi ha sete,

se davvero davvero muove il sole

se muove il sole e l'altre stelle

se la sua gran potenza, sua gran

potenza d'antico Amor,

se il nostro cuore è immenso,

se il nostro cuore

talvolta è immenso, se le

stelle nascono, se è vero che nascono anche adesso

se siamo polverine allo

sbaraglio, catenelle smagliate,

Page 33: MAriangela Gualtieri - Quaderni

benedico ogni centimetro d'Amore ogni

minima scheggia d'Amore

ogni venatura o mulinello d'Amore

ogni tavola e letto d'Amore,

l'Amore benedico

che d'ognuno di noi alla catena

fa carne che risplende

Amore che sei il mio destino

insegnami che tutto fallirà

se non mi inchino alla tua benedizione

Page 34: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 35: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Parsifal

Page 36: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 37: MAriangela Gualtieri - Quaderni

dal Monologo del non so

Io non so se l’amore sia una guerra o una

tregua, non so se l’abbandono d’amore

sia una legge che la vita cuce fino al

ricamo finale.

Io non so spiegarmi l’imperturbabilità

di Dio, e non mi spiego di non udire il

suo grave lamento, il suo urlo di collera o

d’amore, e non so vederlo che sono in cecità

ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io

guardando le facce indolorate, guardando le

facce con grave malattia terrestre,

io non so invocarlo né bestemmiarlo che

è troppo nella sottrazione e troppo

astratto per i miei chili umani.

Io non so o forse non voglio

consegnarmi negli uffici del mondo,

e stare buono nelle sale d’aspetto della

vita. Io non so niente altro

che la vita e molte nuvole intorno che

me la confondono me la confondono e non

Page 38: MAriangela Gualtieri - Quaderni

so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo

sporgermi al tempo che viene, io non so

e vorrei, vorrei, non so stare

fuori misura, fuori misura umana,

fuori da questa taglia finita.

Io non so perché guardando l’acqua del mare

mi salta al petto una gioia di figlio con la

madre, non so se questa uscita mia in un secolo

a caso, se questo essere qui a casaccio,

io non so spiegarmi questa malattia

all’attacco del mondo, non so guarire

questa malattia che indolora e vorrei

sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di

tregua, in un’arcadia anche retorica,

in un dormire abbracciato dei

guerrieri che si innamorano.

Io non ho capito e dovrei,

non ho capito il mondo della

vita, io non ho capito la legge sottostante

e non ho da fare la consegna a

questi eredi cuccioli che aspettano, che esigono

da me l’aver capito.

Page 39: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Io non so la canzone

che spensiera e non so soccorrervi

non so pur volendolo

con quella forza di cagna

che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro

sbando, io non so farvi un canto della

guarigione, non so farvi da balsamo

io non so mettervi nel coraggio essenziale,

nello slancio, nel palpito.

Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento

volte.

Io non so se la bellezza è questa accademia di

centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa

carnevalesca decadenza di saltimbanchi,

io non mi spiego la crocifissione

della grazia, e non mi spiego perché

mi trovo qui, in questo covo rivoltato

in questa fossa con gli orchi attuali

in questo lato barbarico della specie,

e non so perché stando ad occidente non si

ode quell’alleluia delle cose.

Io non so se in questa schiena

Page 40: MAriangela Gualtieri - Quaderni

senza ali ci sono grandi pianure da cui fare

il decollo, se in questa spina dorsale

ci sono istruzioni

per la manovra di decollo, se sono io la freccia

di questo arco della schiena, se sono io

arco e freccia, non so in quale mano

non mano o zampa di Dio mi stanno

torchiando, e sottoponendo al duro

allenamento dei dolori terrestri.

Io non so se la solitudine, se quello

strazio chiamato solitudine, se quell’andare

via dei corpi cari, se quel restare soli

dei vivi, io non so se quel lamento della

solitudine, se quel portarci via le facce

se quel loro sparire

di facce che avevamo dentro il respiro, non so

se il dono sia questo portarci via le

carezze, questa slacciatura.

È poco il poco che so e di questo

poco io chiedo perdono. Io chiedo

perdono per quello che so, perdono io chiedo

per tutto quello che so.

Page 41: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Preghiera degli animali alla madre terra

per ogni cucciolo d'uomo

Fa che non si facci uomo per intero, ma',

che poi si inficca ne lo stretto del pensiero

e si assepàra dalle zanne e dai peli e

dalle nostre tane di silenzio.

Non dargli voce, ma', fa che non parla

fa che non costruisce le città

fa che non dà i nomi a tutte cose,

che sennò perde il regno,

fa che i suoi piedi parlano a la terra

e le sue mani a l'aria

e nel sonno fatti maestra ancora

con la tua voce vento

tua musicata voce, ma'.

Fa che non s'addimentica il tuo ridere,

tuo fiorire, tuo scorrere, tuo

far notte, tuo corpo stellato e corpo

nuvolato e minerale corpo duro

e vegetale sconosciuto corpo

e tuo ombroso stare addistesa e

e tuo gonfiore ne le maree e tuo

Page 42: MAriangela Gualtieri - Quaderni

cascare con acqua con foglia

tuo salire in ala e in stella

e in fiamma abbruciare.

Sconosciuta ma', noi ti sappiamo,

tu ci respiri addentro il respiro

tu ci dormi addentro il dormire e ti fai

cibo per noi nutrire ti fai silenzio

per noi morire. Bella, ma'.

Tu sei bella.

Page 43: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Senza polvere Senza peso

Page 44: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 45: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Volevo uccidere il serpente

mi ha fermato la mano uno stupore

di lingua levata come un’offesa.

E’ caduta la pietra rotolando

sul mio passo all’indietro

tutto il cielo ha corso più forte.

Tu manchi da questa camera e le cose non chiamano,

oggi. Ho deciso che il tempo non passi. In tuo onore.

Che non passi di qui e si fermi di sotto -dove gli uomi-

ni chiaccherano seduti barbaramente. Amore mio.

Con domande chiuse nel collo

in un luogo senza ore.

Disteso, dentro un grumo di vita,

forato nel suo bene, quasi tondo nel suo

galleggiare alla vita, buttarsi in lungo e

in largo per quello scopo umano.

Page 46: MAriangela Gualtieri - Quaderni

C’è troppo corpo, è troppo nel sangue.

Non conosce la strada che smargina

il colore dell’assenza

dove cerchio nel cerchio il dormire

è un intenso, una pista.

Un avamposto di pietra

m’era cresciuto nel petto come

dolore di un altro che s’infila

e forma uncino e piccagli.

Io non so cosa sia questa

di colpo nostalgia

questo pezzo mancante

che mi reclama a sé

da un umano piangere per niente

e non avere dove

posare il capo.

Page 47: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Confuso stato di tutte le armate del me

disordine di questi miei fanti interiori

e ussari e cavallerie che dentro

mi scantonano il petto

e tu torna al centro, cuore!

mio generale kutuzov che raddrizzi

le mie file sconvolte,

che il mio inquieto inquieto

stare qui diventi

il placido di tutti i giardini.

Fai bella stagione, ora.

Spargiti piccola esca di luce, abbocchiamo

ai tuoi rami d’oro e siamo contenti.

Viene una catena vile che ci fa piccoli

domani il sangue sarà una pozza sotto la

terra. Fermo dentro le vene, guastato, sarà

guastato il sangue, ributtato nel gioco

delle sostanze.

Page 48: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Gli altri sono troppi, per me.

Ho un cuore eremita. Sono

impastata di silenzio e di vento.

Sono antica.

Mi pento ogni volta che vado

lontano dal mio stare lento

nelle velocità della sera, nelle auto schizzate

di pianto. Col loro buio abitacolo.

E se sfreccio a volte

sulla modesta moto, è per cantare

a gola stesa l'ultimo del paradiso

fare il mio guizza pericoloso

con tutto quel vento nel petto

seminare parole beate

nel panorama nervoso.

Cambio le belle lenzuola di bianco

tipo per bene, nessun increspo né piega

nessun millimetro pendente fuori dalla

armonica stesura del bene. Qui dorme

lei, qui lui. Si vede non so da cosa.

Page 49: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Qui lei e lui si scambiano segni evoluti

della specie, accostano forma a forma

mettono tutti i respiri in un posto, insieme,

setacciano il mondo nella camera buia

e l'ultimo che s'addormenta sente l'altro

andare lontano, nel suo respiro di lottatore

che ha mollato la presa.

Page 50: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 51: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Paesaggio con fratello rotto

Page 52: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 53: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Amore mio,

è difficile da questo fondo, da questo finale,

dire come mi manchi, come immenso tu sei nel mancare,

adesso che mi sono persa fra masse dure, fra cinghie di buio pesto,

senza divinità, senza la tua mano che tutto sorregge.

Tu mi credi più forte, mi pensi in oro e argento, ma guarda l’orma che lascio],

come di cagna, di passero stanco, di bruco, di mosca.

Non vedi? Non senti come mi spengo se non mi ami? Mi secco come una pianta.]

Amami ancora un poco, con cura, con tempo, con attesa. Amami come amano i forti spiriti,]

senza pretesa, con fuoco generoso, con festa, senza ragionamento.

E scusa, scusa, scusa, questo mio domandare ciò che si deve dare,

questo avere bisogno, scusalo. Non è degno del patto che lega la rondine al suo volo,]

la rosa al suo profumo, il vino al suo colore, il tuo cuore al mio cuore.

Page 54: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Macellaio

Madre, sono il tuo figlio più brutto

Più sporco, più rotto.

Ho vergogna, madre.

Ho dolore, ho paura.

Non riesco ad essere migliore.

Sono il tuo figlio carogna.

Sono il tuo figlio peggiore.

Sono il tuo figlio più malato, madre,

sono la bestia senza pietà

sono io lo sgorbio de la creazione, lo sputo,

il frutto guasto, la macchia

sul quadro perfetto, il tarlo, l’osso rotto,

l’intoppo. Tutto il resto ride.

(…)

Sono io la bufera che rovina,

sono la spina, il buco, l’inciampo.

(…)

Page 55: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Ragazzo cane

Chi affoga là dentro? Chi non ce la fa?

Stenditi bestia rotta. Senti per bene il dolore

quel suo respiro poggiato su un buco.

Dormi bestia zoppa, o muori, forse.

Poi passa. Poi passa. Poi passa.

Poi passa. Poi passa. Poi passa.

Non senti dentro te

la gran festa del sangue?

Hai più tempesta nel polmone

Di tutte le flotte in mare aperto

Hai tenebre così fonde e péste

Hai notti così immense dentro,

prigioni non visitate dall’Onu

torture e bastonate. Dentro.

Hai notti così lunghe e mattine

opache, nebbie e penombre.

(…)

Page 56: MAriangela Gualtieri - Quaderni

I due siamesi

C’è qualcosa in me

più vecchio di me

intravisto nell’attimo

della rovina, ai bordi

del mio sbando, proprio sull’orlo,

e nella gioia piena,

mia antichità serena

ti offro ciò che di me non dura

ciò che il dente del tempo divora

nel setaccio dell’anno e dell’ora.

Un me in me

più vecchio di me

sgorga da quello ogni parola

che non si consuma.

C’è in me qualcosa

che simiglia somiglia

al fondo di ogni cosa.

Page 57: MAriangela Gualtieri - Quaderni

da Bestia di gioia

Page 58: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 59: MAriangela Gualtieri - Quaderni

“Naturale sconosciuto”

Tutto davanti al volto si rivolta

nulla sta fermo nella rotazione.

Il moto della terra

avvicenda le vite

alle vite, sbenda il pulcino

dal suo guscio e lo conduce becchettando

fino alla sua forma piena

fino alla matrice, alla riproduzione

fino al rosso vivo della cresta.

Da “Un niente più grande”

La bambina è rimasta con me.

Non è mai nata.

Si sbilancia fra i miei precipizi

ride forte e lenta dorme

e forte resta

resta sempre. Col suo cuore

Page 60: MAriangela Gualtieri - Quaderni

che fa cuore col mio.

La bambina di sole azzurrina.

Da “Sponde degli insonni”

E’ venuto un sonno benedetto

e mi ha stretto nel suo respiro

mollato. Mi ha condotto

insieme a tutti i dormienti

nel posto di buio immacolato.

Come dormivo bene

questa notte! come ristorato

il corpo ride al normale mattino

che a me pare un tale paradiso.

Per questa gioia

è valso non dormire.

Page 61: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Da “Per solitario andare”

Cadono comandate

le pigne. Sopra tutto si gingilla

il tempo.

Cadono le aghe dei pini quando è ora.

C’è obbedienza nel regno.

Uova schiudono piccole piume

ordinatamente il bruco

penetra nell’invitante polpa.

Circola un bene

spintona o trattiene

in volo alto sostiene

anche noi siamo parte.

Da “Mio vero”

Sii dolce con me. Sii gentile.

E’ breve il tempo che resta. Poi

saremo scie luminosissime.

Page 62: MAriangela Gualtieri - Quaderni

E quanta nostalgia avremo

dell’umano. Come ora ne

abbiamo dell’infinità.

Ma non avremo le mani. Non potremo

fare carezze con le mani.

E nemmeno guance da sfiorare

leggere.

Una nostalgia d’imperfetto

ci gonfierà i fotoni lucenti.

Sii dolce con me.

Maneggiami con cura.

Abbi la cautela dei cristalli

con me e anche con te.

Quello che siamo

è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei

e affettivo e fragile. La vita ha bisogno

di un corpo per essere e tu sii dolce

con ogni corpo. Tocca leggermente

leggermente poggia il tuo piede

e abbi cura

di ogni meccanismo di volo

di ogni guizzo e volteggio

e maturazione e radice

e scorrere d’acqua e scatto

Page 63: MAriangela Gualtieri - Quaderni

e becchettio e schiudersi o

svanire di foglie

fino al fenomeno

della fioritura,

fino al pezzo di carne sulla tavola

che è corpo mangiabile

per il mio ardore d’essere qui.

Ringraziamo. Ogni tanto.

Sia placido questo nostro esserci –

questo essere corpi scelti

per l’incastro dei compagni

d’amore.

Page 64: MAriangela Gualtieri - Quaderni
Page 65: MAriangela Gualtieri - Quaderni

Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna, nel 1951. Si è laureata in architettura all’IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammarturga.

Fra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, Milano 1992), Ossicine (1994), Fuoco Centrale (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1995), Nessuno ma tornano (Centro Editoriale Università degli Studi della Calabria, Cosenza 1995), Sue Dimore (ed.Palazzo dell’Esposizioni di Roma, Roma 1996), Nei Leoni e nei Lupi (ed. I Quaderni del Battello Ebbro, Bologna 1996), Parsifal (ed. Teatro Valdoca, Cesena 1999), Chioma (ed. Teatro Valdoca, Cesena 2000), FUOCO CENTRALE e altre poesie per il teatro, (Giulio Einaudi ed. Torino 2003), Donna che non impara (Galleria Emilio Mazzoli, Modena 2003), Senza polvere senza peso (Giulio Einaudi ed. Torino 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (l’arboreto Edizioni, Mondaino 2006), Bestia di gioia (Einaudi, Torino 2010).

Page 66: MAriangela Gualtieri - Quaderni