Maria Crocifissa< Curcio, Costituzioni

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Maria Crocifissa Curcio Costituzioni Fonte:http://www.madrecrocifissa.org/datibase/index_scritti_MC.htm 

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Costituzioni dell&#39;Istituto da lei fondato

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Maria Crocifissa Curcio

CostituzioniFonte:http://www.madrecrocifissa.org/datibase/index_scritti_MC.htm 

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Queste prime Costituzioni di quella che oggi è la congregazione delle suore  Carmelitane missionarie di s. Teresa di Gesù bambino, sebbene mai  

approvate formalmente dall’autorità ecclesiastica, sono una preziosa fonte  per la comprensione del carisma della congregazione e della storia di esso,  

in quanto redatte direttamente da padre Lorenzo tenendo presente lo  Statuto delle Terziarie Carmelitane di Modica – Istituto Polara (a sua  volta redatto direttamente da madre M. Crocifissa) e il severo Diritto  

canonico dell’epoca. Tali Costituzioni furono presentate all’Ordinario di  Porto – S. Rufina per ottenere la prima approvazione orale ad 

experimentum del nascente istituto religioso.Il testo che segue riproduce fedelmente il dattiloscritto, con i suoi errori e le  

sue imprecisioni, segnalando la suddivisione delle pagine di esso  mediante il riporto dei numeri di pagina.

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Maria

COSTITUZIONIdelle

MISSIONARIE CARMELITANE

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

ISTITUTO S. TERESA DEL BAMBIN GESU’

S. MARINELLA(Prov. Roma)

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P A R T E PRIMADELLA NATURA DELL'ISTITUTO

Capo   I°   Del   fine   delle   Missionarie   Carmelitane   del   T.O.L'Istituto delle Missionarie Carmelitane del T.O. ha come fine la propagazione della  Fede, sotto la protezione del Sacro Cuore di Gesù,  della B.V. del Carmine e di S.  Teresa del Bambino Gesù;  mediante le opere di attività missionaria, specialmente  quelle   che   riguardano   l'educazione   delle   giovanette   del   popolo,   e   massime  dell'Infanzia abbandonata.

Capo II° Dell'ammissione in Religione

I° perché una persona sia validamente ammessa nel nostro Istituto è necessario che sia Cattolica, che non sia legata col vincolo matrimoniale, che non sia già professa o membro di un'altra religione (can. 538.542 par. I)

II° Per la liceità dell'ammissione, si richiede che sia mossa da retta intenzione, non inferma di spirito né di corpo, non aggravata di debiti, né abbia genitori o nonni che vivano   in   tale  necessità   da  aver  bisogno  della   sua  assistenza   (can.  542  par.  2).III° Prima che la postulante sia ammessa all'abito religioso è necessario che siano presentate le lettere testimoniali, circa:

a) i natali dell'aspirante,

b) il battesimo e la cresima, c) i costumi della postulante,

d) la fama e condotta,ù

e) la vita che mena,

f) la libertà del suo stato,

g) la condizione della famiglia, se abbia bisogno o no del suo aiuto, n) la immunità da censure, o da inchieste per parte dell'autorità civile o ecclesiastica (can. 544.545) .Queste   lettere   testimoniali   dovranno   essere   spedite   dalla   competente   autorità ecclesiastica direttamente alla Superiore dell'Istituto, gratuitamente e chiuse con sigillo (can. 545 par. l) . Inoltre il certificato medico.

IV° Chiunque sia messo a parte delle informazioni ricevute in seguito alle lettere testimoniali, è strettamente tenuto al segreto sia intorno alle notizie ricevute, sia riguardo alle persone che le hanno date (can. 546) .

Capo III° Del postulandato

1° Il postulandato durerà solo 3 mesi : la Superiora Generale potrà opportunamente dispensare su tale periodo di tempo in tutto od in parte.

II° La casa del postulandato dovrà essere indicato dalla Superiora Generale e dovrà essere scelta la casa di noviziato e le altre dove sia in pieno vigore la disciplina 

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regolare. Presiederà al postulandato una religiosa di vita esemplare ; e le postulanti saranno messe sotto la sua vigilanza e cura (can. 540 par. I)

III0 le postulanti indosseranno il proprio abito secolare purché semplice e modesto (can. 540 § 2) .

IV° Nel caso che la postulante non abbia compiuto i quindici anni richiesti per il noviziato, potrà fare un postulandato più lungo di tre mesi; in questo caso si dovrà domandare il permesso alla Superiora Generale.

V°   Le   postulanti   che   abbiano   superato   il   35°   anno   di   età   non   potranno   essere ammesse senza il previo consenso della Superiora Generale.

Capo IV° Del noviziato

I° II Noviziato sia in luogo separato da quello delle professe, con le quali le novizie non potranno comunicare senza speciale permesso della Superiora o delle maestre (can. 564 § 2)

II° La Superiora Generale avrà cura di non assegnare nella casa di Noviziato se non Religiose di vita esemplare (can. 554 § 3)

III°   Per   l'ammissione   al   noviziato   oltre   delle   condizioni   per   l'ammissione   in religione, si esige :

a) l'età di quindici anni compiuti, sotto pena di invalidità (can. 542 § I, 555 § I n. I)b) le lettere testimoniali. e) il consenso della maggioranza delle religiose professe da oltre dieci

anni presenti nella casa di Noviziato ed appartenenti ad essa almeno da sei mesi. 

d)   La   dote   di   lire   tremila,   che   per   motivi   speciali   può   essere   condonatadalla Superiora Generale.

Questa   dote   deve   essere   consegnata   prima   della   Vestizione   oppure   legalmente garantita (can. 547 § 2) e) l'esame canonico intorno alla vocazione, che deve essere fatto dall'ordinario o dal suo delegato trenta giorni almeno avanti di cominciare il noviziato (can. 552 § 2)

g)  un   corso   di   esercizi   spirituali,   di   almeno  otto  giorni   interi,   e   la  Confessione Generale   se   il   Confessore   lo   giudicherà   opportuno   (can.   541)IV° II noviziato incomincerà con la Vestizione e durerà un anno intero e continuo (can. 555 § I N° 2)

§   I°   Il  Noviziato   s'interrompe  e  però   bisogna   incominciarlo  da   capo  e   compierlo interamente, se la novizia, licenziata dai Superiori, sia uscita dalla Casa; oppure l'abbia lasciata senza permesso, per non ritornarvi, oppure ne sia rimasta fuori per qualunque motivo ed anche con licenza a dei Superiori e col proposito di ritornarvi per   oltre   30   giorni   continui   o   discontinui   (can.   555   §   1)§ 2°  Se la novizia sia rimasta fuori del recinto della casa, sotto l'ubbidienza, col permesso dei Superiori, o obbligata dalla forza, oltre quindici giorni, ma non oltre i 

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trenta  anche discontinui,  per   la  validità  del  Noviziato  è  necessario  e  sufficiente supplire,   i   giorni   passati   in   tal   modo;   se   questi   non   furono   pio   di   quindici,   il supplemento può essere prescritto dai Superiori, ma non è necessario per la validità (can. 555 § 2)

V° Se la novizia venga dai Superiori inviata in un'altra casa di Noviziato, questo non s'interrompe (can. 556 § 4)

VI° I Superiori non concedano se non per giusta e grave causa la licenza di rimanere fuori del luogo del noviziato ( can. 556 § 3) .

VII° Durante l'anno di noviziato le Novizie dovranno prestare obbedienza alla loro Maestra   che   impartirà   loro   i   principi   della   vita   religiosa.VIII°   Finché   l'Istituto   non   potrà   provvedere   diversamente   si   permetterà   che   le postulanti   e   le   novizie   paghino   una   tenue   retta   per   il   loro   sostentamento.IX° I beni temporali che l'aspirante portò con sé e non furono consumati, le si devono interamente restituire se prima di emettere la professione, se ne andrà (can. 570 § 2)X°   La   novizia   non   può   validamente   rinunziare   durante   il   noviziato   ai   beni   né aggravarli di obblighi (can. 568)

XI° Avanti la professione semplice la novizia dovrà cedere a chi le piacerà meglio l'amministrazione dei suoi beni per tutto il tempo dei suoi voti; quanto all'uso ed usufrutto dei  beni si  raccomanda di  volerli  devolvere in beneficio delle  opere pie dell'Istituto (can. 569 § 1).

XII° Se altri beni, per qualunque titolo, sopraggiungessero dopo la professione, si dovrà   farne   cessione   come  nell'articolo  precedente   (c.  569  §  2)   Inoltre  avanti   la professione di voti semplici,  la novizia farà  testamento di tutti i beni presenti ed eventualmente futuri (can. 569 § 3)

XIII°  Le  novizie  dal  momento della  vestizione godranno di   tutti   i  privilegi  delle professe, comprese le indulgenze e suffragi (can. 567)

XIV° le novizie dovranno diligentemente osservare la stessa clausura prescritta per tutte le altre suore.

XV°   La   novizia   può   liberamente,   durante   il   noviziato   lasciare   la   religione,   i Superiori   potranno   per   giusti   motivi   licenziarla   senza   che   siano   tenuti   a manifestarglieli.

Capo V° Della Professione Religiosa

I° Alla fine del sesto, del nono e dell'undecimo mese le suore che avranno compiuto i 10 anni di professione, radunate in capitolo giudicheranno delle novizie. la Maestra e   la   Sottomaestra   daranno   il   loro   giudizio.   L'undecimo   mese   però   si   daranno   i suffragi   definitivi.   L'ammissione   alla   professione   o   l'espulsione   rimane ciononostante sempre diritto della Superiora Generale. Nel dubbio che sia idonea o meno è in facoltà della Superiora Generale di prorogare il noviziato per non più di altri sei mesi (can. 571 § 2) Inoltre è necessario l'esame intorno alla vocazione delle 

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novizie per parte dell'Ordinario del luogo o di un suo delegato (can. 552 § 2) (vedere dietro N0 II )

III° Per la validità della Professione con voti temporanei si richiede l'età di sedici anni compiuti, il noviziato validamente fatto, la piena libertà nell'emissione dei voti che  deve   essere   fatta   espressamente,   in  mano  della  Superiora  Generale   o  della Priora locale, per tacita delegazione, che accetterà in nome della Comunità la detta Professione (can. 572)

IV° Il Cerimoniale da osservarsi per la Vestizione del Noviziato e della Professione è quello delle Carmelitane Calzate.

V° In pericolo di morte, si potrà accettare anche prima di aver finito il Noviziato, la Professione, che dovrà essere rinnovata in caso di guarigione  (C.S. dei Reg. 10 sett. 1912)   .Vl°  La  Religiosa   che  durante   il   tempo  della   sua  professione   lascia,   senza  avere ottenuto dispensa la religione commette peccato grave; Quanto alla dimissione della Religiosa   Professa   si   segnalano   le   norme   statute   nel   canone   647.VII°   I   voti   saranno   rinnovati   senza   indugio   alla   scadenza   dell'anno,   computato secondo il calendario. Tale rinnovazione può essere anticipata, ma non però più di un   mese   e   non   può   essere   posticipata   neppure   di   un   giorno   (can.   577)   .   La rinnovazione   dei   voti   si   farà   ogni   anno   possibilmente   alla   fine   degli   esercizi spirituali.VIII°   Le   Religiose,   specialmente   dopo   aver   professato,   dovranno   tendere   alla perfezione, nell'osservanza non solo dei precetti, ma anche dei consigli evangelici, compendiati principalmente nei tre voti religiosi e si confermeranno in tutte queste costituzioni (can. 593).

IX° I Voti del nostro Istituto sono temporanei. E' consentita la professione di voti perpetui   dopo   il   35°   anno   di   età   e   almeno   dopo   10   anni   dì   professione,   con autorizzazione  dei   superiori  nei   singoli   casi.  Questi  voti  perpetui  verranno  però considerati come fatti solamente innanzi a Dio e non accettati dai superiori.

Capo VI° Del voto di povertà

I°   Il   voto   di   povertà   importa   la   rinunzia   al   lecito   uso   dei   beni   temporali; conservandone   il   dominio   radicale   (can.   530   s.   I).   Pertanto   la  Reli­   ­   5   ­   giosa Professa   non   potrà   lecitamente   disporre,   senza   il   permesso   della   Superiora Generale, né dell'USO né dell'usufrutto dei suoi beni: similmente a norma del can. 569 s. I, dovrà rinunciare all'amministrazione dei beni: quindi non potrà lecitamente senza il permesso della Superiora fare contratti, né in alcun modo disporre dei suoi beni.Le Religiose professe disporranno saggiamente dei loro beni, destinandoli alle Opere dell'Istituto , se ragioni più gravi non consigliassero altrimenti.

II°   La   trasgressione   grave   di   questo   voto   quanto   all'uso,   usufrutto   ed amministrazione dei beni importa con sé l'espulsione dall'Istituto. Questa avrà luogo 

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in   seguito   a   decisione   del   Consiglio   Generale,   con   l'annuenza   dell'Ordinario.III° Raccomandiamo che le Case dell'Istituto siano modeste, ma ben arieggiate e che abbiano   possibilmente   un   giardino   o   un   bosco,   per   il   necessario   sollievo   delle Religiose e delle convittrici. Si eviterà con gran cura la superfluità e il lusso; i mobili e   gli   utensili   saranno   di   manifattura   semplice   ed   ordinaria.IV° Ogni Casa invierà i suoi risparmi alla Casa Madre, e sarà cura del Consiglio Generale di  non tenere  il  denaro  in  banche,  se non quello stimato necessario;  e devolvere   il   resto   in   opere   di   beneficenza,   corrispondenti   al   fine   dell'Ordine   e principalmente   per   le   vocazioni   missionarie.La norma fissata in quest'articolo è inderogabile. La Superiora locale che si rende colpevole di trasgressione a questa noma, sarà punita con la deposizione dall'Ufficio.

Capo VII° Del voto di castità

I°   Il  voto di  castità  è  essenziale per  lo  stato Religioso.  In forza di  questo voto è illecito   il   matrimonio   e   la   religiosa   di   voti   semplici   e   perpetui;   contratto   il matrimonio,   incorre   ipso   facto   la   scomunica   riservata   all'ordinario.   Inoltre   la violazione di questo voto è un peccato di sacrilegio.

II° Le Religiose avranno una particolare stima per la virtù della castità, in modo che da  essa  s'informi  ogni   loro   sguardo,  atto  e  parola:   esse   saranno  in   tutto   il   loro contegno, sempre ed ovunque di massima edificazione.

Siccome il demonio entra per la finestra degli occhi, così modereranno lo sguardo, specialmente   se   fuori   di   casa.   Custodiranno   tutti   i   loro   sentimenti   coltivando assiduamente pensieri santi.

III° Le Religiose eviteranno ogni famigliarità, ogni amicizia particolare con le stesse Consorelle  ed  educande,  amando   tutte   con  vero  affetto   spirituale,   che  ha   il   suo fondamento in Dio.

IV° Occorrendo ad alcune di parlare con uomini, sebbene consanguinei ed onesti, ed anche ecclesiastici, non prolunghi il discorso più di quello che la convenienza e la necessità richiede, e sia sempre, possibilmente, in presenza di un'altra consorella.

Capo VIII° Del voto di obbedienza

I° Il voto di obbedienza importa il dovere di obbedire ai legittimi Superiori in tutto ciò che riguarda la presenti costituzioni, oltre che i Comandamenti di Dio e della Chiesa.La perfezione di questo voto consiste nel confermare la propria volontà a quella dei Superiori.II°   Le   Costituzioni   non   obbligano   sotto   peccato:   però   la   Superiora   locale,   può comandare sotto precetto grave con la formula "Ordiniamo in virtù di S. Obbedienza " ed in presenza di due consorelle. Raccomandiamo che questo avvenga raramente, ed in caso grave, quando cioè l'onore e la disciplina dell'Istituto lo esigeranno. La 

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violazione di questo voto, in simili casi, importa un doppio peccato, contro la virtù dell'obbedienza e contro quello della religione.

III°   Quando   alle   pene   contro   i   trasgressori   dei   voti,   lasciamo   al   giudizio   delle Superiore,  raccomandando però   la  clemenza e  la misericordia,  affinché   le  anime consacrate   a   Dio   trovino   in   questi   castighi,   più   che   la   sofferenza,   motivi   di perfezione.IV°  Per  esercitare   la  virtù  dell'obbedienza   tutte   le  Religiose presteranno ai   loro legittimi Superiori e Superiore il dovuto rispetto, vedendo in essi la persona di Gesù Cristo; ed accetteranno in simile atteggiamento le correzioni.

V° Espongano con semplicità e senza artifizi i loro desideri alla Superiora, pronte per altro ad assoggettarsi serenamente al rifiuto.

VI° Nell'assegnazione degli uffici, le religiose potranno esporre le loro difficoltà alla Superiora   ,  ma  accetteranno senza   lamenti,  anzi   con  gioia  qualunque decisione.VII°   Si   ubbidirà   non   solo   alla   voce   della   Superiora,   ma   anche   al   suono   della campana, come segno del Signore.

VIII°   Le   Religiose   non   cercheranno   d'intraprendere   veruna   cosa   di   qualche importanza senza averne la licenza dalla Superiora.

Capo IX° Del lavoro e della vita comune

I° Ogni giorno nelle ore stabilite le religiose non impedite interverranno nella sala comune   ad   eseguire   i   lavori   della   comunità   e   quelli   accettati   dalla   Superiora,II°   Nel   nostro   Istituto   si   osservi   la   perfetta   vita   comune   anche   a   riguardo   del vestiario, del vitto e delle suppellettili qualunque provento delle religiose, sia unita ai beni della casa, e sia il danaro, sia i titoli siano conservati in una cassa comuni (can. 594)

Procuri   ognuna   di   conservare   con   diligenza   ogni   cosa   appartenente   all'Istituto.III° Durante il lavoro si reciteranno delle preghiere oppure se la Superiora stimerà opportuno,   una   delle   religiose   leggerà   un   libro   spirituale   o   la   vita   dei   Santi.IV°  Le  suore  in  via  ordinaria  avranno o  sette  od  otto  ore  di   riposo  nella  notte, secondo la stagione e la disposizione dell'orario. Dormiranno con piccolo scapolare, in  letti  separati  e  chiusi con tendine od in camerette.  Nell'estate è  permesso un breve riposo nelle ore pomeridiane.

V° L'orario per ciascuna cosa sarà stabilita dalla Superiora locale con l'approvazione della Superiora Generale.

Capo X° Del silenzio e del parlatorio

I° E' assolutamente vietato alle religiose di parlare con estranei, anche Ecclesiastici, senza espressa licenza della Superiora; sono vietati i giornali e le riviste, salvo quelli di carattere strettamente religioso ed educativo.

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II°   Le   suore   osserveranno   sempre   il   silenzio,   eccetto   il   tempo   della   ricreazione comune, se non con il permesso della Superiora.

III° Nella ricreazione la Superiora invigilerà che non si parli a danno degli altri né si mettano soprannomi.

IV° Il silenzio verrà rigorosamente osservato dalle preci della sera fino alle preci del mattino;   dal   la   Superiora   verrà   imposta   una   piccola   mortificazione   spirituale   o corporale a coloro che trasgredissero il silenzio.

V° Il parlatorio sarà vicino in quanto è possibile, alla porta d'ingresso dell'Istituto (can. 597 § 2); è vietato ricevere visite prima che siano compiti gli atti di pietà del mattino e dopo l'Ave Maria della sera.

VI° La Superiora curerà che per le visite degli estranei non sia turbata la disciplina regolare né lo spirito religioso (can. 605)

VII° La Superiora procuri di non lasciare mai nel parlatorio nessuna religiosa sola con   estranei,   anche   se   si   tratti   di   persone   di   famiglia,   e   le   sarà   sempre   una compagna tra le religiose più anziane.

VIII° Le famiglie visiteranno le religiose non più spesso di ogni tre mesi: in nessun caso   è   permesso   a   queste   di   mangiare   nelle   camere   degli   ospiti.Tutte le religiose devono mangiare nel refettorio comune; solamente le addette alla cucina potranno mangiare in disparte.

Capo XI° Degli esercizi di pietà

I° Le religiose si accosteranno almeno una volta alla settimana alla S. Confessione.II°  Le religiose saranno brevi nelle confessioni e non parleranno mai tra loro dei consigli e delle penitenze ricevute in confessione.

III° Alla Superiora spetta la scelta del Sacerdote, approvato dall'Ordinario, per gli esercizi spirituali e per le altre predicazioni.

IV°  Le religiose potranno liberamente accostarsi ogni giorno alla S. Comunione e sarà obbligo della Superiora di promuoverne la frequenza quotidiana (can. 595 S. 3) solamente in caso di grave scandalo esterno, la Superiora potrà proibire alla Suora colpevole l'accesso alla S. Comunione (S. 5). Non si ometta mai senza grave motivo la visita quotidiana al SS. Sacramento.

V° Le religiose faranno in comune mezz'ora di meditazione la mattina ed un quarto d'ora   la   sera.   Se   per   giusti   motivi   qualcuna   di   esse   non   abbia   potuto   fare   la meditazione mattutina, è dovere della Superiora di determinare l'ora in cui questa deve farsi, e solo in casi urgenti potrà dispensarnela.

VI°  Due volte al  giorno  faranno il   loro esame di  coscienza:  prima di  pranzo per cinque minuti, la sera prima del riposo per sette minuti.

VII°   Durante   il   giorno,   nel   modo   indicato   dall'orario   faranno   possibilmente   in comune mezz'ora di lettura spirituale.

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VIII° Nelle case di postulandato e di noviziato si reciterà in coro il Piccolo Ufficio della Madonna. Nelle altre case si reciterà   in comune la corona in uso presso le terziarie secolari.

Questo consiste nella recita di sette Pater e sette Ave Maria per il Matutino e le laudi; sei volte tre Pater, tre Ave ed un Gloria per la Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespero e Compieta.

La Superiora ha la facoltà di permettere, secondo l'esigenze della casa, che la recita dell'Ufficio sia fatta privata.

IX° Si reciterà ogni giorno in comune il S. Rosario con le litanie della Madonna, a cui   si   aggiungerà   in   più   Mater   et   Decor   Carmeli   ora   pro   nobis.X° Il primo venerdì d'ogni mese verrà consacrato al S. Cuore di Gesù, sarà giorno di ritiro con osservanza dello stretto silenzio, e con l'adorazione al SS. Sacramento che verrà   esposto   dalla   mattina   alla   s   era.   Pregheranno   in   particolare   per   la santificazione  del  Clero,  per   i  benefattori  e  per   le  vocazioni  dell'Istituto.  Con  le medesime   intenzioni   faranno   anche   un'ora   di   adorazioni   tutti   i   giovedì   e   le domeniche.II° In omaggio ad un'antichissima tradizione del Carmelo, della quale S. Teresa del Bambin Gesù seppe rendersi pia e assidua interprete, le Suore del nostro Istituto avranno in particolare onore la devozione a Gesù Bambino. Pertanto il 25 di ogni mese, in memoria della sua natività, si farà un piccolo esercizio, alla fine del quale sarà indicata a sorte e per tutto il mese la Suora che dovrà aver cura dell'altare di G. B.,  e   fare  ogni  giorno  una breve preghiera   innanzi  ad Esso.  Nello  stesso  giorno s'indicherà un Santo Protettore e la virtù da praticare in onore di Gesù Bambino durante il mese.

XII° Durante l'anno, oltre le pie pratiche previste nei precedenti articoli e quelle che particolari   circostanze  potranno   suggerire   saranno   obbligatorie   per   ogni   casa   le seguenti: Novena e festa del Natale, di S. Giuseppe, del Carmine, di S. Teresa del Bambin Gesù.

XIII°   Per   corrispondere   al   fine   della   loro   vocazione   le   Carmelitane   avranno   in grande onore l'esercizio della Presenza di Dio che è il fondamento della vita interiore e d'ogni apostolato.

XIV°  Se  alla  casa  vi  è  annessa  una cappella  semipubblica  si  procurerà  di   farvi celebrare nei giorni festivi la S. Messa per il popolo con una breve spiegazione del S. Vangelo.XV° Il 15 novembre, od il 1.5, se il 15 è una Domenica, si faranno i suffragi per tutto l'ordine Carmelitano e a questo fine si farà celebrare una Messa di Requiem.ù

Capo XII° Della Carità

I° Poiché il nostro Istituto è sotto la protezione di S. Teresa del Bambin Gesù, per attuare almeno in parte gli aneliti, della sua ardentissima carità, le nostre Suore si studieranno di eccellere nella pratica di questa virtù.

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II°  Sia  pertanto   la   carità   oggetto  delle   loro  preghiere   e  delle   letture   spirituali. Cerchino di promuoverla in comunità  con il reciproco rispetto,  quale conviene ad anime consacrate  a  Dio  e  al  bene  del  prossimo;   fuggano ogni  più   lieve  offesa  a questa, che è la regina delle virtù.

III0   Il  nostro   Istituto   intende  dedicarsi  alle   opere  di   carità   in  genere;   in  modo particolare alle seguenti:

a) missioni; b) opere per le fanciulle povere o abbandonate; c) catechismo ai bambini del popolo.

Capo XIII° Delle Scuole e Missioni

I°  Non accetteranno scuole se non quelle destinate ai figli del popolo più  povero.II° Sarà cura delle dirigenti di promuovere la maggiore perfezione didattica tenendo diligentemente conto di ciò che in proposito viene stabilito dalle competenti autorità e suggerito dalle esperienze dei migliori.

III°   All'Ordinario   spetta   l'ispezione   della   scuola   e   l'approvazione   dei   testi   di Religione.   Lo   stesso   dicasi   per   i   Patronati,   laboratori   ed   Oratori.IV°   Tra   le   opere   dell'Istituto   sarà   in   ogni   tempo   tenuto   nella   massima considerazione l'opera delle Missioni. Pertanto essa sarà preferita a tutte le altre quando   le   condizioni   dell'Istituto   lo   consentiranno.V°   Per   le   Missioni   dovranno   in   tutto   regolarsi   secondo   le   istruzioni   della   S. Congregazione di Propaganda.

Capo XIV° Delle astinenze e dei digiuni

I° Oltre le astinenze e i digiuni della Chiesa, le Suore del nostro Istituto dovranno astenersi dalle carni tutti i mercoledì ed i sabati dell'anno e le vigilie delle principali festività della Madonna e di S. Elia. Però se questo riuscisse grave alla comunità la Superiora   locale   può   liberamente   mutare   quest'astinenza   in   un'altra   piccola mortificazione.

Capo XV° Delle Lettere e della clausura

I° Tutte le lettere che pervengono alle Suore verranno a queste consegnate aperte dalla Superiora, alla quale le Suore presenteranno aperte le lettere che spediscono. Sono   eccettuate   le   lettere   provenienti   dalla   S.   Sede,   dal   Legato   pontificio,   Dal Cardinale Protettore, dalle Superiori, maggiori, dalla Superiora locale se assente, dall'Ordinario del luogo, dal P. Generale dei Carmelitani o dal suo rappresentante, dal promotore della Fede, e quelle indirizzate agli stessi.

II° La clausura è soltanto episcopale cosicché sarà proibito agli uomini di entrare nei luoghi soggetti ad essa (can. 604 S I) Luoghi di clausura saranno invariabilmente il dormitorio, il refettorio e la sala di comunità.

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III°   L'Ordinario   o   un   suo   delegato,   il   P.   Generale   dei   Carmelitani,   o   un   suo rappresentante,   il   confessore   nell'amministrazione   dei   Sacramenti,   i   capi   delle nazioni   con   il   loro   seguito;   i  Cardinali  di  S.R.  Chiesa,   i  medici,   i   chirurghi  nel disimpegno del loro ufficio non sono soggetti alla precedente norma. La Superiora potrà dare per grave e giusto motivo anche ad altri uomini il permesso di entrare in clausura, però è tenuta in coscienza d'invigilare da sé o per altri sulla loro condotta.IV° Senza giusta causa e senza licenza della Superiora locale non è anche permesso alle donne di entrare in clausura,

V° Quanto all'uscita delle religiose toccherà alla Superiora Generale di stabilirne la norma.

Capo XVI° Dell'abito religioso

I°  L'abito delle suore sarà  per la qualità  e per la forma in tutto conveniente allo spirito di povertà.

II° La tonaca sarà per tutte le stagioni di panno o saia tanné, lunga fino a 3 cm. da terra, larga proporzionalmente, con cintura di cuoio e fibbia di ferro. Lo Scapolare sarà  della stessa stoffa e colore, non più   largo di 27 cm. e 5 cm. più  corto della tonaca. Porteranno il soggolo bianco, senza pieghe; il velo bianco per le novizie, nero per le professe.

Capo XVII° Dei viaggi

I° La Missionaria Carmelitana si porrà in viaggio ogni volta che ciò le venga imposto dall'obbedienza.II° La Suora che non possa avere una consorella per compagnia non intraprenderà alcun viaggio, non uscirà di casa, se non affidata a pia donna, nota alla Superiora. III°   Durante   il   viaggio   terrà   un   contegno   di   massimo   riserbo,   astenendosi   da qualunque   conversazione   con   estranei   ed   occupandosi   in   preghiera   o   lettura edificanti.IV° E' vietato fermarsi in alberghi, eccetto che in caso di estrema necessità. In tal caso si cercherà un albergo modesto e di notoria serietà.

Capo XVIII° Dei suffragi

I°  Per  ogni   suora  defunta   le   consorelle   faranno   in   suffragio   la  S.  Comunione  e ascolteranno la S. Messa, altrettanto si farà nel settimo e nel trigesimo della morte e nel primo anniversario.

II°   Nelle   preghiere   della   mattina   e   della   sera   si   aggiunga   un   De   Profundis   in suffragio di tutti i defunti dell'Ordine Carmelitano.

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Capo XIX° Dei Confessori e dei Cappellani

I° La Superiora locale procurerà di avere a Confessori Sacerdoti gravi per età, probi e dotti, per ascoltare le Confessioni della Comunità, si svolgerà per questo al Vescovo della Diocesi.

II° In ogni casa vi devono essere un Confessore ordinario e uno o più straordinari. All'Ordinario le Suore devono confessarsi ogni otto giorni. Egli dura in carica un triennio   dopo   il   quale   può   venire   rieletto   quando   l'Ordinario,   lo   consente.IlI0 Quattro volte all'anno tutte le Suore sono tenute a presentarsi al Confessore straordinario senza però essere obbligate a fargli la loro confessione. Il Confessore straordinario può  essere richiesto e ottenuto dalle Suore che ne avessero bisogno anche fuori del tempo stabilito. La Superiora si guardi dall'indagare il motivo di tale richiesta o dal mostrarsene comunque spiacente.

IV°   Le   Suore   possono,   in   pubblica   Chiesa,   confessarsi   a   qualunque   sacerdote approvato.V°  Si ricordino  le Suore che la condiscendenza ivi usata dalla Chiesa  è  solo per portare la pace del Signore e provvedere ai bisogni veri delle anime e al loro profitto spirituale, perciò nessuna suora ne abuserà, perché sarebbe a danno dell'anima sua.VI° Senza il permesso della Superiora le Suore non possono conferire col Confessore, sia ordinario che straordinario, né senza permesso possono scrivergli. Devono usare verso i confessori la dovuta venerazione e guardarsi scrupolosamente da ogni ombra anche lontana di famigliarità.

VII°  La scelta  dei  Cappellani spetta all'Ordinario  del   luogo eccettuato  il  caso di grave pericolo di morte il Cappellano non può amministrare gli ultimi sacramenti senza licenza del Parroco, né accompagnare alla Chiesa le defunte né fare le esequie.

Capo XX° Dei Libri e Registri

I° In ogni comunità la segreteria avrà cura del registro della casa, dove in forma chiara   e   concisa   si   noteranno   tutte   le   decisioni   importanti   prese,   e   tutti   gli avvenimenti   importanti  della casa,  nonché   il  nome di  tutte  le  suore che faranno parte di essa, il loro ingresso nell'Istituto, la loro eventuale uscita, le loro cariche, e la loro morte.

II°  Alla  fine di  ogni anno si  spedirà  alla Casa Madre una relazione contenente: l'elenco delle suore, il loro decesso, il numero delle orfanelle, bambine o giovinette affidate   alla   loro   custodia,   i   lavori   principali   compiuti   nell'anno   e   la   Superiora Generale avrà cura di far notare tutto dalla Segretaria in un registro particolare.

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P A R T E SECONDADEGLI UFFICI

Capo I° Degli obblighi della Superiora

I° In ogni casa verrà preposta una Superiora che abbia almeno 30 anni e 10 anni di professione.   Per   il   momento   verrà   eletta   dalla   Superiora   Generale.II° La Superiora non potrà allontanarsi dalla propria residenza se non per necessità di Ufficio (can. 508) .

III° E' dovere della Superiora far conoscere alle proprie suddite i decreti già esistenti e i nuovi della S. Sede riguardanti le suore (can. 509 S. I) La Superiora locale dovrà procurare che questi almeno una volta l'anno vengano letti pubblicamente in giorni stabiliti (can. 509 S. 2) N0 1.)

IV° La Superiora locale impartirà una volta alla settimana una pia esortazione a tutte le suore della sua casa e procurerà una sufficiente istruzione catechistica per tutti coloro che ne avessero bisogno (can. 509 S. 2).

V° Spetta alla Superiora locale di eleggere la Maestra di lavoro, la Sagrestana, la Portinaia, la Suora infermiera, la Cuciniera, la dispensiera, la Guardarobiera. In caso di bisogni può affidare ad una medesima suora uno o più uffici suddetti purché non siano incompatibili fra loro. Di queste nomine dovrà dare nota alla Superiora Generale.VI° La Superiora avrà il titolo di Madre durante il tempo del suo ufficio, che non può prolungarsi oltre il triennio, può essere però riconfermata per un secondo triennio, non però per un terzo nella stessa casa (can. 505) .

VII°  Procurerà  di  promuovere   l'osservanza  della  regola  e   l'incremento  della  vita religiosa senza intralciare con ingerenze inopportune l'attività delle singole suore, spiegata in virtù dei propri uffici.

VIII°   La   Superiora   locale   non   può   fare   né   restauri   né   acquisti   stipendiosi   che superino   la   somma   che   verrà   determinata   dalla   Superiora   Generale.IX° E' strettamente vietato alla superiora d'indurre in qualsiasi modo le suore a sé soggette   a   manifestarle   la   propria   coscienza   (can.   530   S.   I)   Se   però   le   suore liberamente  e  spontaneamente  vogliono  aprirle   l'animo  loro,  possono certamente farlo, anzi è bene che di mostrino verso la Superiora una fiducia filiale.

Capo II° Delle Maestre e Sottomaestre delle novizie

I° La Maestra e la Sottomaestra verranno elette dalla Superiora Generale d'intesa col suo consiglio (can. 550)

II°  La Maestra  deve  avere  l'età  di  almeno 35 anni  compiuti  e  10 di  professione religiosa e dovrà eccellere per pietà, carità, prudenza e regolare osservanza, dovrà 

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esser libera da tutte quelle occupazioni ed uffici che possono impedire la cura delle novizie (can. 559) .

III° La Sottomaestra deve avere almeno l'età di 30 anni compiuti e 5 di professione: anch'essa deve essere libera da tutte quelle occupazioni che le siano di impedimento ai doveri del suo ufficio (can. 559).

IV°   Alla   Maestra   ed   a   essa   sola   compete   il   diritto   e   il   dovere   di   provvedere all'educazione religiosa delle novizie ed il governo del noviziato (can. 561) Solamente la   Superiora   Generale   avrà   il   diritto   d'ingerirvisi   per   motivi   urgenti.V°  Per tutto ciò  che riguarda la regolare osservanza della casa, tanto la Maestra quanto le novizie dipendono dalla Superiora locale (can. 561) E' stretto obbligo delle Maestre   di   procurare   diligentemente   che   le   novizie   affidate   alle   sue   cure   si esercitano assiduamente nell'osservanza regolare delle Costituzioni ed allo spirito dell'Istituto (can. 552).

VI°  Avanti la fine del primo semestre, prima del novo e dal dodicesimo mese, la Maestra  dovrà   riferire  alla  Superiora  Generale   sul   comportamento  delle   singole novizie ( can. 583).

VII°  La  Maestra   e   la  Sottomaestra   rimarranno   in   carica  per   tre  anni:   durante questo tempo non potranno essere rimosse dal loro ufficio senza giusta e grave causa ( can. 560) Dopo il triennio potranno essere rielette.

Capo III° Della Maestra Assistente

I°  La Maestra di  lavoro e l'Assistente alle fanciulle siano scelte tra le Suore più zelanti e idonee a questi gravissimi uffici. D'ordinario i due uffici saranno affidati alla   stessa   persona   che   avrà   il   titolo   di   Maestra   ­   Assistente.II°  La Maestra Assistente si  ricordi  che  il  suo ufficio  è  di  assidua Immolazione, perché dovrà vivere sempre con le fanciulle né lasciarle se non per gravissimi motivi e   facendosi   sostituire   da   un'altra   suora   durante   la   sua   assenza.III0 Vigili la Maestra ­ Assistente sul contegno delle fanciulle tenendo conto della loro frequenza alle pratiche di pietà  esortandole con l'esempio e con la parola al fedele adempimento di ogni loro dovere, affinché le fanciulle affidate all'Istituto ne portino con sé, nelle varie condizioni alle quali saranno chiamate, il fervore della pietà, e la serietà di tutta la vita.

IV° Informi tutta la sua attività ad un profondo sentimento di carità materna, eviti ogni lontana ombra d'ingiustizia,  come ogni parola che possa inasprire gli  animi delle fanciulle o attenuare in esse il sentimento di fiducia verso la propria Maestra­Assistente necessario per un'efficace opera educativa.

Capo IV° Della Sagrestana

I° E' compito speciale della Sagrestana tenere pulita e decorosa la Cappella, ben in ordine gli Altari, particolarmente quello ove risiede il SS. Sacramento, custodire col 

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massimo ordine, pulizia e diligenza tutto ciò che riguarda la celebrazione dei Divini Misteri.A   lei   spetta   spetta   altresì   suonare   la   campana   per   chiamare   in   Cappella   la Comunità.II°  Sarà   riservatissima coi  Sacerdoti   che  vengono per   le  Sacre   funzioni   e   senza bisogno non farà discorso alcuno con essi, in Cappella e in Sacrestia non parlerà mai senza assoluta necessità. Nelle ore stabilite chiuderà la Chiesa e ne consegnerà la Chiave alla Superiora.

Capo V° Della Portinaia

I°  L'ufficio  della Portinaia è  della massima importanza e di grave responsabilità verso Dio  e presso  l'Istituto,  chiudi   la  Superiora deve affidarlo ad una Suora di sperimentata   virtù,   esattissima   nell'osservanza   delle   Sante   Costituzioni,   di   età possibilmente   matura,   fedele   agli   ordini   ricevuti   e   aliena   dal   conversare   con   le persone estranee.

II°  La  Portinaia   terrà   sempre   chiusa  a   chiave   la  porta   esterna,   conservando   la chiave presso di sé, né potrà consegnarla ad alcuno senza licenza della Superiora. A questa darà  conto di tutto ciò  che avviene alla porta;  senza il suo permesso non potrà chiamare al parlatorio alcuna persona di casa, essa poi non farà mai domande curiose agli estranei, ma starà sempre al suo posto assegnato, occupata in qualche lavoro.III° Deve accogliere con gran carità i poveri soccorrendoli secondo le istruzioni avute dalla Superiora, e starà attenta a non introdurre in parlatorio persone sconosciute, si scuserà con buone maniere quando non potesse chiamare chi le viene richiesto.IV° Non può fare segrete ambasciate per conto delle suore o delle alunne, non può spedire   lettere,   giornali   od   altro,   senza   il   permesso   della   Superiora.In ogni stagione dell'anno; all'Ave Maria della Sera, deve chiudere la porta esterna e consegnare la chiave alla Superiora.

Capo VI° Dell'Infermiera

I° L'Infermiera deve sempre trovarsi presente alla visita medica per rendere a questi esatta   relazione   dello   stato   dell'inferma   e   riceverne   gli   ordini   che   osserverà scrupolosamente. Sarà amorevole e piena di carità con le inferme e vigilerà con gran cura le convalescenti.

Capo VII°Della Cuciniera

I° E' compito della cuciniera di preparare i cibi con precisione riguardo l'orario con somma nettezza. Deve aver cura della cucina e degli utensili ed osservare che venga usato il necessario nelle giuste misure, in nodo che nulla venga sprecato e che la Comunità sia convenientemente trattata.

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II° Dipenderà interamente dalla Superiora chiedendole giorno per giorno gli ordini per il dì seguente: procurerà che nella cucina si mantenga il santo silenzio e che non vi entrino persone estranee.

In caso di bisogno la Superiora potrà assegnare alla cuciniera una o più suore in aiuto.

Capo VIII° Della Dispensiera

I° La dispensiera è incaricata di custodire tutto ciò che ai trova in dispensa, e di pensare   in   tempo   opportuno   a   fare   le   necessarie   provviste   col   permesso   della Superiora.

Capo IX° Della Guardarobiera

I°  Questa ha in custodia  i  vestiari;   la  biancheria personale,  quella dei   letto,  del refettorio, della cucina, della dispensa e tutto deve rammendare e rappezzare per tempo, riporre in buon ordine secondo il sistema del ­ 16 ­ l'Istituto e distribuire nei tempi stabiliti.

II°  Avrà  cura speciale  della  roba di   lana,  non disfarà  o  scarterà  nessun capo di biancheria  o  altro  senza   licenza della  superiora,  avrà   cura che  puntualmente   le venga restituita la roba del bucato, avviserà per tempo la Superiora di ciò che manca nella guadaroba.

Quando ve ne sarà bisogno le verranno assegnate una o più suore in aiuto.

APPENDICE

I° Le Costituzioni delle Missionarie Carmelitane non obbligano per se stesse sotto pena di peccato mortale né veniale a meno che non siano trasgredite per disprezzo, o in  materia  delle   comuni   obbligazioni  della  vita   cristiana  e  dei   santi  Voti   o   con scandalo degli altri o per qualunque disordinato motivo.

Ma ogni  buona Missionaria  procurerà  di  vedere   in  questa  regola  quei  segni  del Divino Volere che seguiti decidono della santità, trascurati, portano a lungo andare alla perdizione dell'anima.

II° Per tutto ciò che riguarda, il governo dell'Istituto si seguiranno le norme generali stabilite dal Codice di Diritto Canonico;  e delle quali  l'Istituto nel primo periodo della sua formazione farà l'esperienza sotto le direttive immediate dalla Superiora Generale.