Maria ConCetta Chiuri IL SALUTO DEL DIRIGENTE · 9) Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde 10)...

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IL SALUTO DEL DIRIGENTE prof. Salvatore Piccinni “Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno.” “Ogni vero aiuto comincia con un atto di umiltà. Aiutare non è dominare, ma servire aiutare non è un gesto di ambizione, ma di estrema pazienza”. S. Kierkegaard, (scritti sulla comunicazione) N el corso della mia lunga carriera nella scuola ho potuto toccare con mano e sperimentare praticamente il contenuto recondito delle due citazioni di Kierkegaard. Durante la giovinezza, infatti, avevo un sogno: quello di fare il medico, oppure, il maestro di scuola. La prematura scomparsa di mio padre, quando ero ancora diciassettenne, non mi ha consentito di iscrivermi alla facoltà di medicina ed ho continuato a coltivare l’altro sogno, quello dell’insegnamento. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, entrambe le professioni erano molto ambite e considerate socialmente. L’altro aforisma sulla funzione dell’aiuto come servizio e non come ambizione l’ho potuto realizzare iniziando ad esercitare il ruolo del maestro poco più che ventenne. Ora, a conclusione di un percorso professionale vissuto in tutta la sua intensità, mi è molto difficile scrivere l’ultimo articolo per il giornale del nostro Liceo “G. Stampacchia”. Chi si è occupato di Scuola (di bambini prima e di adolescenti poi) ha un vissuto personale irripetibile, una miriade di ricordi, è ancora impregnato di relazioni forti, significative, sente ancora l’alito pulito delle giovani generazioni, respira quell’aria salubre che ha connaturato la sua esperienza, vive ancora quell’esperienza entusiasmante del ritorno affettivo, si alimenta ancora a quella purezza dei sentimenti che solo i bambini ed i ragazzi riescono a trasmettere, continua a sognare. “La vita ed i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”. (A. Schopenhauer) . Che dire ora al termine di un sogno? È difficile, credetemi! Tuttavia, al culmine di una carriera scolastica (prima come insegnante elementare, poi come docente comandato presso l’Istituto Magistrale, poi come Direttore Didattico ed infine come Dirigente Scolastico), vissuta per oltre 43 anni, mi sento di dovere molto umilmente esprimere alcune considerazioni alla comunità scolastica con la quale ho condiviso questa ultima esperienza. Ho avuto l’opportunità di conoscere ragazzi brillanti, intelligentissimi, fondamentalmente dotati di una buona educazione, con una caratteristica che li contraddistingue, una grande umanità ed un grande cuore. Dalla gran parte di L I C E O S C I E N T I F I C O E C L A S S I C O G . S T A M P A C C H I A - T R I C A S E - L E MARIA CONCETTA CHIURI Un’ex-allieva, “una economista rigorosa e coraggiosa” di Gerardo Ricchiuto Presidente Consiglio d’Istituto I l 19 maggio il Liceo ha organiz- zato una cerimonia celebrati- va, con l’apposizione di una targa ricordo, in memoria della prof. ssa Maria Concetta Chiuri, Or- dinario di Economia politica e Presidente del corso di laurea in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’U- niversità di Bari, scomparsa pre- maturamente nel 2009 all’età di 40 anni. La manifestazione è stata una pro- ficua occasione per far conoscere la personalità e l’alto profilo scien- tifico di una che puo’ essere a buon diritto considerata fra i migliori figli di Tricase, di questa Terra per i i titoli accademici raggiunti in un’età relativamente giovane e per i riconoscimenti internazionali che le sono stati attribuiti in un campo così attuale e strategico per le sorti dell’umanità qual è l’economia po- litica. Si puo’ ben inserire nella glorio- sa tradizione giuridico-economi- ca del Salento ed in particolare di Tricase, se solo si ricordano i nomi di Giuseppe Pisanelli, An- tonio De Viti De Marco, Alfredo Codacci-Pisanelli, Giuseppe Co- dacci-Pisanelli, Oscar Nuccio. È stata definita una economista rigo- rosa e coraggiosa, i suoi studi più importanti hanno riguardato le migrazioni e, soprattutto, l’im- migrazione illegale studiandone i suoi aspetti microeconomici. Un fenomeno questo che coinvolge l’Italia e tutta l’Europa, compor- tando come noto accesi dibattiti e a volte scontri fra le diverse posizio- ni politiche con scelte e programmi operativi spesso diametralmente opposti. La nostra studiosa era ri- spetto al fenomeno delle immigra- zioni clandestine, come ha scritto Daniela Del Boca, docente di Eco- nomia presso l’Universita’ di Tori- no, per una politica interventista nei paesi di origine per prevenire o attenuare gli effetti delle crisi, piuttosto che per una politica post- Periodico del Liceo Scientifico-Classico “G. Stampacchia” - Piazza Galilei, Tricase (Le) - Anno XVI - Numero 2 - A.S. 2011-2012 NON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNA NON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNA È questa la guerra a Villa Spada. È questa la guerra raccontata da Andrea Molesini, premio Campiello 2011 per “Non tutti i bastardi sono di Vienna” (Sellerio Editore), il riconoscimento letterario più significativo in Italia, ospite di Tricase per la rassegna “Incontri con l’autore”. Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, tra il novembre 1917 e l’ottobre 1918. La guerra bussa alle sue porte, sotto le sembianze del Capitan Korpium prima, e del barone austriaco von Feilitzsch poi, foriera di cambiamenti. La storia inizia con l’insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su giovani contadine, il dileggio delle autorità del piccolo paese, gli orrori della guerra smuovono le coscienze degli abitanti di Villa Spada, accendono un desiderio di rivalsa e fanno appello a valori quali il coraggio e l’onore. «Tu ci sei mai stato in guerra, nonno?» «Certo che no, ma so quel che dico, cèo! Guarda quegli uomini: quello si lucida le scarpe, quello si fa la barba, quello striglia la bestia, quello là scrive una lettera, l’altro mangia una mela e guarda le nuvole, e quello seduto sul pezzo da sessanta si pettina come se avesse la fidanzata che l’aspetta dietro l’angolo. Per ogni minuto di fuoco ce ne sono mille di…di niente»

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IL SALUTO DEL DIRIGENTEprof. Salvatore Piccinni

“Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno.”

“Ogni vero aiuto comincia con un atto di umiltà. Aiutare non è dominare, ma servireaiutare non è un gesto di ambizione, ma di estrema pazienza”.

S. Kierkegaard,(scritti sulla comunicazione)

Nel corso della mia lunga carriera nella scuola ho potuto toccare con mano e sperimentare praticamente il contenuto recondito delle due citazioni di Kierkegaard. Durante la giovinezza, infatti, avevo un sogno: quello di fare il

medico, oppure, il maestro di scuola. La prematura scomparsa di mio padre, quando ero ancora diciassettenne, non mi ha consentito di iscrivermi alla facoltà di medicina ed ho continuato a coltivare l’altro sogno, quello dell’insegnamento. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, entrambe le professioni erano molto ambite e considerate socialmente. L’altro aforisma sulla funzione dell’aiuto come servizio e non come ambizione l’ho potuto realizzare iniziando ad esercitare il ruolo del maestro poco più che ventenne.Ora, a conclusione di un percorso professionale vissuto in tutta la sua intensità, mi è molto difficile scrivere l’ultimo articolo per il giornale del nostro Liceo “G. Stampacchia”. Chi si è occupato di Scuola (di bambini prima e di adolescenti poi) ha un vissuto personale irripetibile, una miriade di ricordi, è ancora impregnato di relazioni forti, significative, sente ancora l’alito pulito delle giovani generazioni, respira quell’aria salubre che ha connaturato la sua esperienza, vive ancora quell’esperienza entusiasmante del ritorno affettivo, si alimenta ancora a quella purezza dei sentimenti che solo i bambini ed i ragazzi riescono a trasmettere, continua a sognare.“La vita ed i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”. (A. Schopenhauer). Che dire ora al termine di un sogno? È difficile, credetemi! Tuttavia, al culmine di una carriera scolastica (prima come insegnante elementare, poi come docente comandato presso l’Istituto Magistrale, poi come Direttore Didattico ed infine come Dirigente Scolastico), vissuta per oltre 43 anni, mi sento di dovere molto umilmente esprimere alcune considerazioni alla comunità scolastica con la quale ho condiviso questa ultima esperienza.Ho avuto l’opportunità di conoscere ragazzi brillanti, intelligentissimi, fondamentalmente dotati di una buona educazione, con una caratteristica che li contraddistingue, una grande umanità ed un grande cuore. Dalla gran parte di

LICEO

SCIENTIFICO E CLASSICO

“G. STAM PA C C HIA” - TRICASE - LE

Maria ConCetta ChiuriUn’ex-allieva, “una economista rigorosa

e coraggiosa”di Gerardo Ricchiuto

Presidente Consiglio d’Istituto

Il 19 maggio il Liceo ha organiz-zato una cerimonia celebrati-

va, con l’apposizione di una targa ricordo, in memoria della prof.ssa Maria Concetta Chiuri, Or-dinario di Economia politica e Presidente del corso di laurea in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’U-niversità di Bari, scomparsa pre-maturamente nel 2009 all’età di 40 anni.La manifestazione è stata una pro-ficua occasione per far conoscere la personalità e l’alto profilo scien-tifico di una che puo’ essere a buon diritto considerata fra i migliori figli di Tricase, di questa Terra per i i titoli accademici raggiunti in un’età relativamente giovane e per i riconoscimenti internazionali che le sono stati attribuiti in un campo così attuale e strategico per le sorti dell’umanità qual è l’economia po-litica. Si puo’ ben inserire nella glorio-sa tradizione giuridico-economi-ca del Salento ed in particolare di Tricase, se solo si ricordano i nomi di Giuseppe Pisanelli, An-tonio De Viti De Marco, Alfredo Codacci-Pisanelli, Giuseppe Co-dacci-Pisanelli, Oscar Nuccio. È stata definita una economista rigo-rosa e coraggiosa, i suoi studi più importanti hanno riguardato le migrazioni e, soprattutto, l’im-migrazione illegale studiandone i suoi aspetti microeconomici. Un fenomeno questo che coinvolge l’Italia e tutta l’Europa, compor-tando come noto accesi dibattiti e a volte scontri fra le diverse posizio-ni politiche con scelte e programmi operativi spesso diametralmente opposti. La nostra studiosa era ri-spetto al fenomeno delle immigra-zioni clandestine, come ha scritto Daniela Del Boca, docente di Eco-nomia presso l’Universita’ di Tori-no, per una politica interventista nei paesi di origine per prevenire o attenuare gli effetti delle crisi, piuttosto che per una politica post-

Periodico del Liceo Scientifico-Classico “G. Stampacchia” - Piazza Galilei, Tricase (Le) - Anno XVI - Numero 2 - A.S. 2011-2012

NON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNANON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNA

È questa la guerra a Villa Spada. È questa la guerra raccontata

da Andrea Molesini, premio Campiello 2011 per “Non tutti i bastardi sono di Vienna” (Sellerio Editore), il riconoscimento letterario più significativo in Italia, ospite di Tricase per la rassegna “Incontri con l’autore”.Villa Spada, dimora signorile di un paesino a pochi chilometri dal Piave, tra il novembre 1917 e l’ottobre 1918. La guerra bussa alle sue porte, sotto le sembianze del Capitan Korpium prima, e del barone austriaco von Feilitzsch poi, foriera di cambiamenti.La storia inizia con l’insediamento nella grande casa del comando militare nemico. Un crudo episodio di violenza su giovani contadine, il dileggio delle autorità del piccolo paese, gli orrori della guerra smuovono le coscienze degli abitanti di Villa Spada, accendono un desiderio di rivalsa e fanno appello a valori quali il coraggio e l’onore.

«Tu ci sei mai stato in guerra, nonno?»«Certo che no, ma so quel che dico, cèo! Guarda quegli uomini: quello si lucida le scarpe, quello si fa la barba, quello striglia la bestia, quello là scrive una lettera, l’altro mangia una mela e guarda le nuvole, e quello seduto sul pezzo da sessanta si pettina come se avesse la fidanzata che l’aspetta dietro l’angolo.

Per ogni minuto di fuoco ce ne sono mille di…di niente»

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Classifica dei libri che salverei 1) Sulla strada - Jack Kerouac 2) Cuore di tenebra - Joseph Conrad 3) Cent’anni di solitudine - Gabriel Garcia Marquez 4) Il piccolo principe - Antoine de Saint-Exupery 5) 1984 - George Orwell 6) Il signore degli anelli - Tolkien 7) Factotum - Charles Bukowski 8) Novecento - Alessandro Baricco 9) Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde10) Sunset limited - Cormac McCarthy

Cosa hanno rappresentato gli anni ‘60 e gli anni ‘70 per la

musica è noto a tutti. Il mondo era dominio di nomi come Jimi Hen-drix, Pink Floyd, Led Zeppelin, Beatles e la lista potrebbe allungarsi con tanti altri nomi di equivalente spessore. Dai residui della «Sum-mer of Love» nasce la “scena di Canterbury”, crogiolo artistico di una nuova generazione di artisti. Fra i vari gruppi che si annoverano in questo contesto, uno in partico-lare, è costantemente esaltato dalla “vecchia guardia”, che rimpiange la Musica (rigorosamente con la lette-ra maiuscola), ogni volta che ascolta Marco Carta o Marco Mengoni alla radio: si tratta dei Gong. Pasqua 1966. Luna piena. Daevid Allen ha una visione: lui non è che un espe-rimento sotto la supervisione di for-ze soprannaturali chiamate Octave Doctors (“i Dottori delle Ottave”), che alimentano e trasformano ogni forma di vita attraverso la musi-ca. Nel novembre del 1967 crea il primo nucleo dei Gong insieme a Gilli Smyth e al tecnico del suo-no Tanner Celensu. Un anno più tardi si esibiscono costantemente in un bar parigino. La caratteristi-ca principale del gruppo è il totale anticonformismo dei suoi membri. Impossibile catalogarli. Un caldero-ne di progressive, psichedelia, space

rock e jazz. Ironia freak, testi sur-realisti e bonghi sono le tessere che completano quel mosaico di suoni. Intorno alla loro figura si addensa un misticismo eroico e al contempo fiabesco, intriso di atmosfere buco-liche e hippie. Nel 1974 vengono pubblicati su etichetta Virgin i tre album facenti parte della trilogia “Radio Gnome Invisible”. Nell’ordine: “Flying Tea-

pot”, “Angel’s Egg” e “You”. Fu-rono concepiti come un prodotto di “pura controcultura fortemente intellettuale”, destinato a nicchie di seguaci, fondamentalmente un inno al libero pensiero. Pare quasi che Allen volesse rag-giungere qualche divinità attraverso

una sorta di “mastodontica congiun-zione tra le arti”. In questa sorta di album-epopea si racconta di una “teiera volante”, proveniente dal pianeta Gong, che atterra sulle mon-tagne del Tibet per incontrare tre rappresentanti del pianeta Terra. La teiera volante trasporta “Pot Head Pixies”, piccole creature verdi con minuscole antenne costantemente connesse alle trasmissioni radio di

“Radio Gnome Invisible”, prove-nienti dal pianeta Gong. Queste cre-ature hanno il compito di prepara-re il pianeta Terra all’arrivo di una numerosa colonia di “Gonghiani”, prevista per il 2032. La storia pro-segue con le avventure del nostro rappresentante terrestre Zero The

Hero sul pianeta Gong, un luogo dove la normalità è la non norma-lità. In seguito a vari contrasti inter-ni, e la conseguente uscita di Allen dalla band, nasceranno vari gruppi satellite come i “Planet Gong”, i “Mother Gong”, la “Gong Mansion” o i “Paragong”. L’espressione Gong Global Family viene spesso usata per abbracciare tutte queste diverse formazioni, attive anche contem-poraneamente in un arco di tempo che va dagli anni settanta ad oggi. «Qualsiasi cosa i Gong significhino per te, è molto probabile che signi-fichino per qualcun altro l’esatto opposto, il che è molto soddisfa-cente per me. Sono orgoglioso dello spirito libero dei Gong, che non è mai stato compromesso per ragioni commerciali, giuste o sbagliate che fossero.» Queste le parole del visio-nario Daevid Allen, carismatico le-ader di un gruppo capace di creare un universo esclusivo ed estatico. Entrare nel loro mondo crea dis-appartenenza, il mondo usuale per-de perentorietà, e ci si perde in una cosmogonia goliardica e surreale. “I Gong sono una categoria dello spi-rito, uno stato psico-fisico, che una volta provato non ti abbandona.” (Fabrizio Perniola, maggior esperto di cultura Gong del “Liceo G. Stam-pacchia”)

Francesco Pellegrino 5B Sc.

Classifica dei film che salverei 1) Apocalypse now - Francis Ford Coppola 2) Pulp Fiction - Quentin Tarantino 3) Le ali della libertà - Frank Darabont 4) V for vendetta - Wachowski Brothers 5) Donnie darko - Richard Kelly 6) Shining - Stanley Kubrick 7) La vita è bella - Roberto Benigni 8) Forrest Gump - Robert Zemeckis 9) Taxi Driver - Martin Scorsese10) Il miglio verde - Frank Darabont

Musica

…e se l’apocalisse fosse vicina…

“Scelta fatta, nonostante sappia che esistono decine di film con significati più profondi di quelli scelti, con una scenografia, una regia e degli attori migliori”.

Francesco Pellegrino V B Sc.

I fatti sono narrati dal giovane Paolo, nel pieno del furore della sua età; tuttavia, a proposito di coraggio, i punti cardine del romanzo sono le donne; sì, perché, a detta di Molesini nel suo intervento a Palazzo Gallone, “Non tutti i bastardi sono di Vienna” è un romanzo di donne.È con Teresa, la cuoca dura come il legno di bosso, solida come la

terra, che inizia il romanzo ed è con lei che si conclude, passando per lo stoicismo “di labbra serrate e sguardi scortesi” di Nonna Nancy, colta e ardita; per la sensibile fierezza di Donna Maria, che ormai “sapeva che l’amore è un affare in perdita”; per la fiammeggiante follia di Giulia; per la stolida bellezza di Loretta…La potenza espressiva di Molesini

occupa buona parte del romanzo, seppur con un ritmo molto pacato che lascia presagire una svolta che, in effetti, avverrà solo negli ultimi capitoli.Violenza ed orrori di guerra non colpiscono direttamente i membri della famiglia Spada, al contrario vengono subiti indirettamente da coloro che sono prigionieri in casa propria, da coloro che, al pari del

lettore, finiscono per compatire (nel senso buono del termine, come giustamente spiega il professore Molesini, di “cum-pati”, soffrire insieme) le vittime dirette della guerra, almeno libere, perché “essere ospiti del nemico in casa propria è forse più amaro di scendere e salire le scale altrui”.

Silvia Rizzo VB Sc.

Three, Two, one, GonG!

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Luogo di incontri più strani, luo-go dove regna il sapere e le re-

gole spesso violate, la tua casa per almeno cinque anni e forse anche un po’ di più: è il Liceo Stampacchia!Aule gremite di studenti, uno di-verso dall’altro.C’è quello rivoluzionario che già dal primo giorno di liceo sa già che diventerà rappresentante d’Istituto, pieno di idee nuove, fresche, con l’intento di cambiare tutto. Poi c’è l’alternativo, il “figlio dei fiori” degli anni ’70, che non vede l’ora di evadere da quella prigione che lo priva della sua libertà, ma che sarà il primo a cui mancherà il li-ceo. C’è la ragazza studiosa, taci-turna, bramosa del sapere, che non pensa a niente se non che alle sue “sudate carte”. Il genio della classe, l’unica salvezza durante i compiti. C’è l’intellettuale che non studia, ma che con la sua dialettica riesce a cavarsela sempre. Le “cummari” che sanno tutto di tutti; c’è la vipe-ra, la prima donna e poi c’è quella un po’ pazzerella. Il pagliaccio del-

POESIA È ISTINTOPoesia è istinto,

feroce, sfacciato, sfrontato;E’ passione e fuoco

paura e gioiadelirio ed estasi

libertà e sangue bollente.Poesia è la baccante che batte bastardamente

sul tamburo rulleggiante;E’ Bacco intriso di vino

che sguinzaglia i cani dell’istinto, che scacciano l’ordine stabilito

in convenzioni remote, ormai abusate.Poesia è sputare in faccia

a chi mette le sbarrea chi invano cerca

di scapparescappare

scappare dagli artigli del potereimpedendoci di godere del gusto del proibito.

Poesia è l’albatros che vola sulle ali feroci del vento

bramando ancora carne da gustarerubata,

a chi ci ha rubato da tempo il tempo.

Luigi Ponzo 2^ A Cl.

delle battute, spesso non divertenti, che ricorderai per sempre. C’è la tua “seconda mamma” che con la sua dolcezza ti infonde il suo sapere e di cui avrai sempre un bel ricordo a distanza di anni. E che dire del prof. tollerante, forse un po’ troppo, che non viene calcolato dai suoi stu-

“Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”.

Versi concisi, essenziali, ma carichi di significato. Quasimodo, con una rara

efficacia evocativa è stato in grado di racchiudere in così poche parole quella che è la complessa condizione connaturata all’uomo. Quest’ultimo viene ritratto nella sua solitudine dinanzi alla vita e alla morte, vive in una comunità immensa, circondato da migliaia e migliaia di volti, ma in fin dei conti resta sempre solo con se stesso, dal momento che la solitudine è un aspetto intrinseco nell’uomo. L’amore, l’amicizia possono semplicemente aiutarlo ad allentare, a smorzare questa sua triste condizione, ma non riusciranno mai a sopprimerla del tutto.L’io di ognuno di noi è solo nella collettività, solo nel <<cuor della terra>> come se fosse <<trafitto da un raggio di sole>>. Emblematico in questo caso è il forte contrasto tra i due termini: <<trafitto>> e <<raggio di sole>>, che rispettivamente simboleggiano il dolore e lo spirito vitale. La vita è semplice illusione, ogni giorno ci stimola sempre di più ad inseguire la felicità, ci esorta con veemenza ad agguantarla, ma solo quando riusciamo ad afferrarla o ci sembra di averla afferrata, solo in quell’istante ci rendiamo conto della sua inconsistenza e frugalità. Perciò vincere l’inestinguibile dolore significa riscoprire la bellezza della vita nella condivisione con gli altri, nelle emozioni, nelle tenui ma

non insignificanti soddisfazioni. L’effimero raggio di luce che ci investe sporadicamente è rappresentato dall’amore di una madre o di un padre per il proprio figlio, dall’amore di un uomo per una donna, dalla complicità, dalla disponibilità, dall’ardente appagamento dei propri aneliti.E’ essenzialmente questa la strada che indirizza verso il vero giubilo, verso l’autentico benessere, verso l’armonia con se stessi, verso l’autonomia interiore. Ma il sogno è labile e caduco, si acquista fiducia nella speranza, si acquista consapevolezza del fascino connesso alla vita, ma noi siamo creature effimere e siamo inestricabilmente uniti dallo stesso destino.Significativo diviene nell’ultimo verso l’avverbio <<subito>>, che sottolinea l’eternità e l’invincibilità della morte. L’uomo è impotente dinanzi a quest’ultima, non può sottrarsene, ma è per questo motivo che dovrebbe affidarsi al “carpe diem” almeno in vita, per vivere appieno dei piaceri di ogni giorno, per cogliere le occasioni, le opportunità che si offrono, senza alcun condizionamento derivante dal timore per il futuro. Infatti, proprio come affermava Epicuro, bisogna liberarsi dal timore della morte in quanto <<non c’è nulla di temibile nel vivere per chi abbia chiaramente capito che non c’è nulla di temibile nel non vivere; la morte non è nulla per noi, dal momento che, quando ci siamo noi, la morte non c’è, mentre quando c’è la morte, allora non ci siamo noi>>.

Claudia Melcarne IB Cl.

la classe che smorza la tensione con le sue barzellette e poi ci sono quelli che si perdono per strada. C’è quel gruppetto di ragazze che alternano studio e divertimento. C’è il “casi-nista”, il “solitario” che si estranea da tutti.E poi ci sono coloro che cercano, spesso anche in-vano, di insegnar-ti nuove nozioni, nuove formule, di arricchire il tuo bagaglio perso-nale, sono l’ani-ma della scuola, i pilastri: i tanto temuti prof! C’è quella severa che odierai per tutti gli anni, ma che poi ricordandola ti scapperà una risata. C’è il prof. che inaspettata-mente, tra una spiegazione ed un’altra, interpone

denti, ma che nonostante tutto avrà sempre una parola buona per te?Questo è il luogo in cui passerai i migliori anni della tua vita. Que-sto è il luogo che ti formerà sia in-tellettualmente che umanamente e ti orienterà al futuro. Questo è il TUO liceo, che rimpiangerai una volta andato. Questo è il liceo che nel bene o nel male ricorderai per sempre con il profumo dei banchi appena lavati la mattina e la polvere di gesso che ti penetra nelle narici. Ricorderai lo stridere del gesso sulla lavagna durante un’ interrogazione, mentre scavando nei meandri della tua mente, cercavi di ricordare qual-cosa di quello che avevi studiato e allo stesso tempo cercavi di capta-re ogni minimo suggerimento dei compagni. È il luogo in cui farai nuove amicizie, magari ti innamo-rerai; è il luogo che occuperà sem-pre un piccolo posto nel tuo cuore e che sentirai TUO, per sempre.

Giovanna Panzera VH 2007/2008

I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITAConsiderazioni di una maturanda, al termine del ciclo di studi liceali.

“ED E’ SUBITO SERA...”

Poesia e dintorni

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Al nostro “piccolo” campioneOlimpiadi Nazionali di Matematica

Venerdì 4 maggio 2012 è una data che la nostra scuola ha segnato nella sua storia: appartiene infatti ad un suo alunno la medaglia

d’argento per le Olimpiadi Nazionali di Matematica, che ogni anno mettono alla prova centinaia dei cervelli più arguti d’Italia.Quest’anno è il nostro compagno, Guglielmo Lollo, III F, a portare il nome della scuola nella vetta della classifica nazionale. Partito la mattina del 3 maggio, è giunto nella città che avrebbe potuto donargli una grande gioia o una delusione, ma comunque un’importante esperienza.Qui ha conosciuto centinaia di ragazzi provenienti da città diverse ma con la stessa passione per la matematica.

Questa notizia eccezionale viene proprio dal basso Salento; l’Istituzione che fa la voce

grossa questa volta è la Scuola, quella pubblica, il Liceo Scientifico “G. Stampacchia”, di Tricase. In quest’istituto, infatti, la classe II D è riuscita a qualificarsi alle fasi finali

delle “Olimpiadi di P r o b l e m - S o l v i n g ” (destinate al biennio), dopo sfide all’ultimo quesito con classi della stessa sede, provincia,

regione.Da qualche anno si è

diffuso questo nuovo tipo di competizione

che prevede una commistione di discipline con uno specifico approccio, atto a rendere la partecipazione alle Olimpiadi in questione particolarmente innovativa e stimolante.Il primo aspetto fondamentale è il gioco di squadra che nelle competizioni scolastiche viene messo da parte, lasciando prevalere le abilità del singolo. Nel Problem-Solving, invece, ciò sarebbe inutile poiché la suddivisione dei compiti e del tempo sono elementi essenziali.Le discipline trattate sono le più disparate: si va dalla pura logica ai problemi legati al linguaggio del computer, all’inglese, alla storia, alla geografia e a quesiti interdisciplinari. Ogni componente della squadra (4 titolari e 2 riserve) si deve dedicare singolarmente ad un esercizio ma con spirito di collaborazione, venendo in aiuto del compagno o scambiandosi

Il Salento ci provaAgòn Polimatheis

Lunedì 2 Aprile, al liceo Sarpi di Berga-mo, si è tenuta la seconda edizione de

“L’Agòn Polimatheis”, concorso, riservato agli alunni del triennio del Classico, che vede-va protagonisti ben cento ragazzi da tutta Italia. Anche il nostro liceo ha partecipato e cinque studenti: Mario Corciulo, Maria Rosaria Lu-ciano, Marina Orlando, Francesca De Gior-gi e Cesare Iezzi, accompagnati dalla sig.ra Maria Consilia Sgarlata, si sono cimentati in questa sfida. Giunti a Bergamo la mattina del primo Aprile, è stata riservata loro una calorosa accoglienza da parte della professoressa locale, la sig.ra Elena Mazzacchera, che ha anche fatto da cicerone per la scoperta della graziosa città alta. Dopo una gradevole giornata, i ragazzi sono stati condotti in un caratteristico locale nel cen-tro di Bergamo e così hanno avuto la possibilità di conoscere chi avrebbe preso parte, insieme a loro, alla gara del giorno seguente. La sera stessa una piacevole notizia: insieme a quello di Bari, rappresentato da tre ragazzi, il nostro liceo è stato l’unico ad accedere a questa com-petizione in tutto il Sud Italia. Tutti gli altri ragazzi provenivano da Roma, Pisa, e da svaria-te cittadine della Lombardia.Giunti al Sarpi, i nostri ragazzi hanno preso parte alla prova, che richiedeva traduzione e commento di ben quaranta versi, tratti da: L’Iliade, di Omero. Al termine delle cinque ore si sono scoperti tutti molto provati, ma si sono dovuti affrettare per poter giungere in tempo in aeroporto. “Una bellissima esperienza, che amplia il nostro bagaglio culturale e ci permette di affrontare il futuro, scolastico e non, con più grinta e con maggiore consapevolezza”: questo il pensiero generale dei ragazzi partecipanti.

Cesare Iezzi IB Cl.

Il 4 maggio si è tenuta la prova e nei giorni successivi varie attività hanno tenuto impegnate le menti dei partecipanti, che già fremevano di conoscere i risultati delle loro prove. Nella tarda mattinata del fatidico giorno la curiosità ci assale e subito telefoniamo a Guglielmo per conoscere l’esito della sua prova ma, consapevoli dellesue doti, già prospettiamo una lieta notizia che non manca ad arrivare.La nostra classe vanta il quarto alunno della storia del Liceo Stampacchia che riesce a ricevere la medaglia d’argento alle gare nazionali.Abbiamo sempre creduto nelle sue sorprendenti doti che lo rendono un ragazzo straordinario e uno studente dall’intelligenza vivace e, anche se per quest’anno non ha raggiunto il traguardo più alto, siamo orgogliosi di lui.L’ambizione, la forza di volontà e l’amore per la matematica saranno le sue compagne in un percorso che lo porterà in alto e noi dedichiamo con affetto quest’articolo a lui, al nostro “piccolo” campione.

Classe III F Sc.

Problem-SolvingSfida vinta dalla II D alle selezioni regionali

reciprocamente il problema, qualora reputato non adatto alle sue capacità. Il tutto va affrontato con rigore scientifico ed è inoltre possibile ricorrere all’ausilio del computer per i calcoli più complessi: ne deriva la definizione di “Olimpiadi di I n f o r m a t i c a ” , poiché è l e c i t o p e n s a r e che l’informatica avrà certamente un ruolo fondamentale in un futuro neanche troppo lontano.Dopo questa lunga, quanto doverosa, premessa è arrivato il momento di presentare la squadra: si fa chiamare “SPAM” e i suoi componenti sono: Alfarano Alberto, Bisanti Ettore, Ciullo Piergiorgia, De Blasi Martina, Martella Matteo e Musarò Salvatore.Le sorprese non finiscono qui; infatti non tutti sapranno che, per la squadra in questione, questa non sarà la prima finale da disputare, poiché anche l’anno scorso questo gruppo di brillanti ragazzi è riuscito ad accedervi, con il primo posto in Puglia, piazzandosi al 6° posto a livello nazionale. C’è da puntualizzare, però, che la volta scorsa i ragazzi erano solo al primo anno quindi del tutto nuovi a questo genere di competizione: quest’anno c’è soltanto da aspettarsi il meglio da un gruppo così affiatato e talentuoso. Allora, forza ragazzi: continuate a fare

onore a voi e al nostro Liceo!

Classe IID Sc.

Competizioni scolastiche

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LA pREpARAzIONE DI bASE E LA cuRA DELL’EccELLENzA NEL

LIcEO “G. STAMpAcchIA”Il Liceo G.Stampacchia, presente sul territorio dal oltre 50 anni, ha rappresentato uno dei

punti istituzionali dediti alla formazione culturale dei giovani, attuando dei percorsi formativi curriculari che via via sono stati arricchiti, sempre di più, da insegnamenti aggiuntivi e da attività integrative, con l’obiettivo principale di offrire ai suoi studenti una preparazione di tutto rispetto, che permettesse loro di potersi orientare una volta fuori dal recinto scolastico. Nel Liceo G. Stampacchia sono transitati alunni che successivamente sono diventati personalità di rilievo nei campi della Medicina, della Matematica, della Fisica, della Chimica, della Giurisprudenza e dell’Economia. Il numero di ex-allievi che oggi ricoprono ruoli di ricercatori in Istituti di ricerca (nazionali e non), o incarichi di prestigio in Amministrazioni Statali o Private, è altissimo ed i successi di costoro rappresentano una parte significativa del patrimonio storico del Liceo. Senza citare i “nostri eccellenti ragazzi” degli anni passati, ai quali va sempre il nostro affetto, oggi, a conclusione di un altro anno formativo, ritengo opportuno elencare i “successi certificati” conseguiti da nostri allievi nel corrente anno. Un anno propizio, in cui abbiamo registrato brillanti risultati nelle competizioni provinciali, regionali e nazionali alle quali nostri allievi hanno partecipato.Nel campo fisico-matematico.1) Un nostro alunno, Guglielmo Lollo, della Classe IIIF, ha vinto le Olimpiadi di Matematica a

livello provinciale ed ha ricevuto una medaglia d’argento nella gara nazionale di Cesenatico, nel mese di maggio.

2) Alberto Alfarano, della classe IID, si è classificato al sesto posto nella gara provinciale di Matematica ed ha ricevuto una menzione d’onore nella gara nazionale di Cesenatico.

3) Mario Angelelli, della Classe VD, si è classificato al secondo posto nella gara regionale nelle Olimpiadi di Fisica.

4) Ben 9 alunni, grazie ai loro eccellenti curricoli avuti nel triennio del Liceo, sono stati ammessi a partecipare al concorso Fabiana D’Arpa (Mario Angelelli, Francesca Cazzato, G. Michele Fersini, Tiziana Marra, Davide Martella, della Classe VD, Francesco Pellegrino, Rocco D. Simone, Diletta Vantaggiato, della Classe VB, Giovanni Bellisario, della Classe VG). Al concorso sono stati ammessi 83 studenti provenienti dalle diverse regioni italiane. Tre dei nostri alunni si sono classificati nei primi dieci posti (M. Angelelli al 2°, F. Cazzato al 4°, D. Martella al 10°) e riceveranno un riconoscimento nei prossimi giorni dal MIUR.

5) La Classe IIE (docente Prof. C. Attrotto), ha partecipato al concorso Matematica Senza Frontiere, si è classificata prima nella Regione Puglia ed ha partecipato alla Gara Nazionale di Campobasso l’11 maggio 2012.

6) Un gruppo di 6 alunni della Classe IID (docente G. Greco), precisamente: Alfarano Alberto, Bisanti Ettore, Ciullo Piergiorgia, De Blasi Martina, Martella Matteo, Musarò Salvatore, hanno partecipato il 19 maggio 2012 alla gara nazionale di Problem Solving e sono arrivati primi.

7) Un gruppo di 3 alunni, selezionati in base ai voti riportati nel quarto anno in Fisica, Matematica e Inglese, coordinati dalla docente D. Orlando, hanno partecipato l’1 03 2012 a Lecce alla giornata delle Master Classes Internazionali di Fisica delle Particelle.

8) Un gruppo di 18 alunni del triennio (delle classi IIIB, IIIF, IVD), coordinati dal sottoscritto, hanno potuto seguire, per 18 ore, lezioni di matematica tenute da Docenti dell’Università del Salento. Il progetto, denominato PLS (Progetto Lauree Scientifiche) a livello Nazionale, è coordinato in Provincia di Lecce dal Dip. E. De Giorgi dell’Università del Salento. Il progetto mira a curare le eccellenze in matematica.

9) Un gruppo di 10 alunni delle classi IVD, IVG, VD, VI, coordinati dalla Prof.ssa D. Orlando e dal Prof. A. Stasi, ha seguito lezioni teoriche e attività sperimentali nel progetto PLS-Fisica organizzato dal Dip. di Fisica dell’Università del Salento.

Nell’ambito dei Concorsi Nazionali per l’ammissione alla Facoltà di Medicina, al Politecnico di Torino o Milano, o ad altri prestigiosi Atenei, ai quali hanno partecipato alunni del nostro Liceo, i successi registrati sono stati di alto livello. Su alcune migliaia di partecipanti, alcuni alunni nostri si sono piazzati ai primissimi posti. Ed ancora, alunni della Sezione Classica il 23 maggio 2012 sono stati invitati a Palermo, in occasione della commemorazione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per lavori di ricerca che gli stessi avevano prodotto sul tema della legalità. Per la loro partecipazione il nostro Dirigente Scolastico ha ricevuto i ringraziamenti ufficiali dal Proc. Nazionale P. Grasso e dalla moglie del Giudice Caponnetto.Voglio concludere queste riflessioni, chiedendo ai lettori del giornale Tuttostampacchia, che seguono gli eventi del Liceo:“I Brillanti risultati elencati e le attività realizzate sono casuali? Io dico di no!”

Luigi Lecci (Coll. Vicario) Docente di Matematica e Fisica

RAGAZZI/E,SEMPRE PIU’ IN ALTO!

La scuola non è soltanto il luogo per l’apprendimento di conoscenze, ma è anche importante fucina

di IDEE per la formazione morale e civile. E dalla partecipazione ai progetti, ai certamina, ai concorsi, deriva per gli alunni costante crescita, civile e culturale.Ebbene, evidenziamo le eccellenze conseguite dagli alunni del nostro Liceo “G.Stampacchia” .• Gli alunni della Sezione Classica (VC): Raffaele

Maisto, Monica Turco, Paola Pizza, Francesca Longo, Cassiano Alessia, accompagnati dalla prof.ssa Carla Longo, il 23 maggio 2012, hanno ottenuto in premio il viaggio a Palermo sulla “Nave della Legalità”, in occasione della commemorazione dei giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per lavori di ricerca che hanno prodotto sul tema della legalità. Per la loro partecipazione il nostro Dirigente Scolastico ha ricevuto i ringraziamenti ufficiali dal Procuratore Nazionale, Piero Grasso, e dalla moglie del giudice Caponnetto, Betta.

• Corciulo Mario IB Cl., Calabrese M.Dolores IVB Cl., Riso Giovanni IVE Sc., Rizzo Francesco V Sc., Za Teresa VG Sc. hanno partecipato al Concorso: “Lo scrivo io”, della Gazzetta del Mezzogiorno e riceveranno la premiazione all’Hotel Tiziano a Lecce il 5 giugno prossimo.

• Hanno partecipato sotto la guida della prof.ssa Apollonia Chiarello:

- al Certamen Oratianum a Venosa: Orlando Marina e Luciano M. Rosaria IIB Cl., accompagnate dal prof. Aprile;

- al Certamen Ennianum a Lecce: Graziadei Marta e De Giorgi Francesca IIB Cl.;

- al Certamen Ciceronianum ad Arpino, accompagnati dal prof. Aprile : Nutricati Alberto e Luca Ferramosca IIIA Cl. (Luca Ferramosca, vincitore del Certamen Ennianum nell’a.s. 2010/2011)

- al Certamen Latinum Salentinum con la prof.ssa A.Rita Nichil le alunne: Accoto Floriana e Sparascio Chiara.

• A Bergamo alle Olimpiadi di Greco con la prof.ssa Luigina Marzotta gli alunni: Corciulo Mario, Iezzi Cesare, De Giorgi Francesca, Luciano M.Rosaria, Orlando Marina.

• Alla finale regionale dei Giochi della Chimica con la prof.ssa Addolorata De Giorgi: Chiffi Alberto, Chiffi Lorenzo, Nicolì Roberto, Zollino Salvatore.

• Alle Olimpiadi di Scienze Naturali (fase regionale a Lecce) con la prof.ssa Ada Panarese gli alunni del Liceo Scientifico: Morciano Laura, Pizzileo Nicoletta, Bellisario Giovanni, Belcuore Andrea, Probo Giovanni del triennio; Bellisario Michele, Alfarano Alberto,Longo Francesca, Nicolì Antonio del biennio.

• Le classi: VA, VC, IIA del Classico e le classi: IIF e IVD dello Scientifico hanno partecipato al Progetto: “Pace è convivialità delle differenze”, promosso dalla Scuola di Pace e dalla Fondazione Don Tonino Bello di Alessano: docenti referenti le prof.sse Salvatora De Giorgi, Carla Longo e Maria Martella.

E ancora dobbiamo ricordare la straordinaria Medaglia d’Oro, vinta da ELENA SANAPO IB Sc., che si è aggiudicata la finale regionale di ATLETICA nei cento metri in 12’’8: complimenti anche alla prof.ssa Rossella Presicce.

Prof. Carmelo Anastasio

Eccellenze

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A scrivere, forse per mettere nero su bianco uno dei momenti più

significativi ed emozionanti della loro vita, e per condividerla con voi, oggi sono dei ragazzi. Siamo dei ragazzi e come tutti i ragazzi cresciamo, stiamo crescendo e osserviamo sorpresi i cambiamenti di tutto ciò che ci circonda. Spesso sentiamo lo slancio di “cambiare il mondo”, proprio come dei Robin Hood del 2000; a volte ci riusciamo, altre invece dobbiamo rimanere a guardare.

Quella di cui vi parliamo oggi è una delle esperienze più belle della nostra vita, l’esperienza sulla Nave della Legalità. Si tratta della nave-evento che, da diversi anni, ogni 23 maggio, porta a Palermo migliaia di studenti provenienti da tutta Italia per commemorare le vittime di Capaci, di via d’Amelio e delle altre stragi di mafia. L’iniziativa rientra nell’ambito del percorso di educazione alla legalità, promosso dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) e dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, rivolto a tutte le scuole italiane. Quest’anno più che mai l’evento ha assunto un’importanza maggiore proprio per il ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone - con la moglie Francesca Morvillo - e Paolo Borsellino, gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Agostino

Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. E’ proprio per loro che l’Italia sente il bisogno di ricordare per continuare e continuare per resistere. E’ proprio per loro, vanto della nostra nazione, che l’Italia si ferma a commemorare il ventesimo anniversario delle loro stragi. Noi eravamo lì, a Palermo, tra un numero incalcolabile di giovani provenienti da tutta Italia, a rendere onore al sacrificio che tutte le vittime di mafia hanno fatto per noi,

a urlare per una nazione LIBERA (come l’omonima associazione di don CIOTTI) da tutte le mafie, a camminare ancora sui passi dei nostri eroi. Eravamo in tantissimi e non ci siamo fatti fermare da niente e da nessuno, neppure la pioggia, che, probabilmente, altro non era se non il pianto nostalgico di un cielo che non vedeva più Giovanni e Paolo tra

noi; eravamo tantissimi, con il freddo, ma con tanta speranza, con la voglia di cambiare “le cose”, di giustiziare in un giorno solo tutta la gente che ha sofferto. Ci siamo chiesti come combattere la mafia e abbiamo trovato risposta proprio da Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, che ha affermato: “Per combattere la mafia voi ragazzi dovete andare a scuola!” . E’ vero: chi conosce sa, chi ha la cultura sa quale direzione prendere in un bivio, chi vuole sapere non si abbatte di fronte a nulla, chi studia conosce il sacrificio, chi conosce il sacrificio non usa le “scorciatoie” per facilitarsi, perché chi è ragazzo “può e deve combattere il male!” . Eravamo lì, guidati dalla nostra prof.ssa di Lettere, Carla Longo, paghi vincitori della fase regionale del concorso “CAPACI VENT’ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA”; eravamo lì per lo Stampacchia, la scuola che ci vantiamo di frequentare; eravamo lì per tanti giovani italiani che non potevano esserci, ma in fondo erano lì con noi a gridare per i nostri stessi ideali. Per noi è stata una lezione di vita e di coraggio, come abbiamo cantato nei cori del corteo, diramatosi per le strade di Palermo fino a

via Notarbartolo, fino all’Albero Falcone. Confortati dalle parole di Giovanni Falcone - “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio, un’evoluzione e avrà quindi anche una fine.” -, da Palermo a Lecce, da Lecce e New York, a Roma, a tutte le città che la vita e il destino ci permetteranno di visitare, continueremo la nostra battaglia e con le loro idee scolpite nella testa, racconteremo a tutti le loro gesta! Grazie di tutto Giovanni, grazie di tutto Paolo. Voi avete combattuto da eroi, noi lo faremo da soldati.

Raffaele Maisto, Monica Turco, Paola Pizza, Francesca Longo,

Cassiano Alessia, VC Cl.

LEZIONE DI VITA, LEZIONE DI CORAGGIO I ragazzi dello Stampacchia sulla Nave della Legalità,

nel ricordo di Falcone e Borsellino

Attualità

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UNA CONTINUA LOTTA CONTRO NOI STESSIL’attentato all’Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi

Molto spesso ci chiediamo il perché di molte tragedie ed ora forse riesco a dare una risposta: l’uomo è per natura

davvero malvagio come affermava Machiavelli, oppure agisce per istinto similmente agli animali? La verità è che l’uomo è solo un ingrato e non certamente a causa di un Dio o un Essere che lo manipola, no. L’uomo è una creatura speciale dotata di ragione, ma molto spesso riesce a utilizzare il proprio cervello solo per portare a termine i propri malvagi disegni.

19 maggio 2012, l’Istituto Superiore Morvillo-Falcone ha visto morire una ragazza e altre sei ferite a causa dell’esplosione di tre bombole Gpl.Tutto un equivoco?No, niente affatto. Purtroppo esiste ancora la cattiveria

e la spudoratezza dell’organizzazione mafiosa e continuerà a colpire perché non trova ostacoli, e non la sconfiggerà solo la fede ma la collaborazione di tutto quanto il Paese. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone si erano battuti contro la mafia fermamente ed è sempre necessario ricordare le tragedie che hanno colpito l’Italia il 23 maggio 1992 con la morte del giudice Falcone e il 19 luglio con quella del giudice Borsellino; la mafia è la nostra realtà e non lo si può negare, ed è per questo che non dobbiamo arrenderci e combatterla fino alla fine. A volte mi chiedo se davvero il nostro mondo possa essere il miglior mondo possibile secondo la teoria stoica dell’eterno ritorno dell’uguale: in realtà, dopo miliardi di anni di esistenza della terra, mi sembra che il mondo non sia affatto cambiato.Sarebbe una grande conquista se ci rendessimo conto di quanto male siamo capaci di commettere, ma dovremmo essere certi anche del bene che potremmo compiere e non arrenderci mai dinanzi al male.

Valentina Sergi IB Cl.

“Non è possibile, non può essere successo ancora”, queste le parole dei compagni di Piermario Morosini, ragazzo venticinquenne, centrocampista a Livorno da gennaio, stroncato da un attacco cardiaco durante la trasferta di Pescara.

Al Dirigente Scolastico dell’Istituto Professionale Statale “MORVILLO FALCONE” - BRINDISIe p. c. Ai Docenti ed Alunni della Scuola

OGGETTO: Vile attentato del 19 u.s. - Vicinanza affettiva della nostra Comunità Scolastica.

Con la presente, mi sia consentito esprimere a nome di tutta la Comunità Scolastica che ho l’onore di rappresentare (Alunni - Docenti - Genitori - Personale Amministrativo ed Ausiliario) la vicinanza e l’affetto più sincero. La preghiamo di partecipare gli stessi sentimenti alle famiglie direttamente colpite da simile barbarie. Siamo e saremo al Vs. fianco per tutte le iniziative che ritenete di intraprendere in futuro per scoraggiare azioni scellerate nei confronti delle giovani generazioni, del nostro futuro! Ora come non mai dobbiamo far sentire la nostra voce, la voce dirompente della vita.Con affetto.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

f.to Salvatore PICCINNI

AI RAGAZZI del LICEO “G. Stampacchia” e LORO SEDI

OGGETTO: Minuto di silenzio in memoria di MELISSA, vittima incolpevole del vile attentato di Brindisi.

Con la presente, nell’esprimere la vicinanza e l’affetto nei confronti di tutti voi per quanto accaduto Sabato scorso, desidero proporre a tutta la popolazione scolastica, alle

ore 12,00 di osservare un minuto di silenzio, preceduto dal doppio suono della campanella, per ricordare le vittime dell’ignobile gesto di barbarie del 19 u.s.La Scuola non può e non deve essere oggetto di azioni insensate e scellerate di menti malate che non sono degne di un contesto civile. La Scuola è vita e come tale è sacra! La Scuola rappresenta il futuro, pur lavorando nel presente. La Scuola è il tempio sacro del sapere, della speranza di una società più giusta. La Scuola è il luogo per

eccellenza della condivisione e non può essere oggetto di logiche aberranti, tendenti a sconvolgere le coscienze. Come preside e come padre, sento e vivo insieme a tutti voi lo sconcerto del momento per quanto è accaduto, ma sono convinto che queste logiche non vi appartengono, perché so quanto amate la giustizia, la legalità e la vita. Ora più che mai il vostro pensiero, le vostre opinioni, il vostro grande cuore, devono esercitare fino in fondo il potere dirompente dell’amore.Un abbraccio a tutti.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

f.to Salvatore PICCINNI

Tricase, 21 maggio 2012

Ancora. Già, ancora, perché infatti non è il primo caso, e certo non sarà l’ultimo, ma ultimamente i campi sportivi sembrano essere antipatici al destino. Non è di molto tempo fa il caso di Fabrice Muamba, calciatore che, durante una partita del massimo campionato inglese, si è accasciato sull’erba. Un vero miracolo, il suo, che lo ha visto risvegliarsi dalla condizione di coma senza nessun danno cerebrale. Nemmeno il tempo di sciogliere la tensione in un sorriso che il mondo dello sport italiano e mondiale viene colpito da un tanto grave quanto inatteso lutto: a Vigor Bovolenta, guerriero di tante battaglie con i suoi club e con la maglia azzurra, si ferma il cuore durante una gara di pallavolo nella quarta categoria nazionale. Invano ogni tentativo di soccorso. A soli 37 anni, un atleta muore praticando ciò che amava di

più, lo sport. E adesso, il turno di Morosini: 25 anni di tristezza, di sofferenza e di coraggio, avendo sofferto la morte della madre, del padre ed il suicidio del fratello disabile. A soli 25 anni, anche Piermario è andato incontro al suo fato, alzando per tre volte la testa, prima di uscire sconfitto da questa battaglia. “Sembrava che sorridesse, era bellissimo”, dice Anna, la fidanzata appena ventenne di Morosini, dopo l’ultimo saluto al suo grande amore. Traumatizzati moltissimi tra i calciatori; c’era chi l’aveva conosciuto come compagno di club, chi come compagno di nazionale, chi l’aveva solo incrociato qualche volta come avversario e chi non aveva mai avuto la fortuna di conoscerlo, ma tutti quanti si sono stretti nel cordoglio per Piermario. Anche i più alti membri

della F.I.G.C. e dell’A.I.A. sono stati toccati nel profondo, tanto da arrivare alla sospensione del turno di tutti i campionati italiani, decisione condivisa all’unanimità.Ora tutti sono spaventati, avvolti dallo spettro che questo destino possa essere quello di un proprio compagno, o addirittura il proprio. La battaglia contro le morti di questo genere potrebbe avere un valido alleato: bisogna rendere obbligatoria la presenza, in ogni impianto sportivo, di un defibrillatore e di un addetto. Questo strumento ha la capacità di innalzare vertiginosamente la possibilità di sopravvivenza di chiunque sia colpito da arresto cardiaco. Speriamo tutti che gli organi competenti si mobilitino al più presto.

Cesare Iezzi IB Cl.

Calcio: cosa sta succedendo in campo?

Attualità

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MATEMATICI VS LETTERATILa Sfida infinita

L’opinione del letterato…Prof.ssa Luigina Marzotta

Quali sono state le motivazioni della scelta della facoltà universitaria e di conseguenza della professione di “insegnante”?

Alla base della scelta che, devo ammettere, è stata abbastanza tormentata, perché anche allora si presentava il problema occupazionale, c’è stato innanzitutto l’amore per le lettere e le civiltà classiche, trasmessomi da un professore di liceo e dall’insigne prof. Prato: il loro ricordo rimarrà indelebile nel mio cuore non solo per la loro professionalità, ma anche per l’immensa humanitas.Nel momento della decisione si è aggiunta, poi, la consapevolezza che un percorso di studi universitario, come anche il prosieguo lavorativo, dovesse essere affrontato con quell’entusiasmo e quella passione che soli consentono il superamento di ostacoli e difficoltà.

Quale, secondo lei, in un liceo è il potenziale educativo e formativo del latino?

Rispondere a questa domanda è la stessa cosa che chiedersi: a che scopo studiare latino (e greco) oggi? Una volta lo scopo era duplice: saper tradurre i classici ed acquisire un corretto uso dell’italiano, ma ai nostri giorni i motivi sono tanti: primo, il latino è stata la lingua nella quale sono state prodotte le opere basilari di quella che chiamiamo la civiltà occidentale, nella quale sono stati elaborati i valori di democrazia, solidarietà, rispetto degli altri, impersonalità della legge, libertà di coscienza, ecc.; secondo, senza la conoscenza del latino non potremmo capire nelle più intime fibre la produzione letteraria italiana ( Dante senza Virgilio?): terzo, tradurre dal latino è un lavoro euristico, di ricerca, una concreta applicazione del metodo scientifico, che si sviluppa attraverso queste tre fasi: problema, soluzione attraverso la formulazione di ipotesi, controllo severo dell’esito.Lo stesso metodo della biologia, della chimica, della fisica, con il vantaggio, rispetto a queste discipline, che il segno linguistico è “polisemico”, mentre quello matematico è “monosemico”; ciò comporta flessibilità di pensiero e capacità di adattamento alle varie situazioni che la rigidità del segno numerico non fornisce. Questa flessibilità e capacità di adattamento rendono il latino particolarmente utile anche alla complessità del mondo moderno; quarto, ma non ultimo, tradurre comporta confrontarsi con delle difficoltà, il che sviluppa quella determinazione necessaria nella vita odierna a non scoraggiarsi di fronte agli ostacoli.

Quale, secondo lei, in un liceo è il potenziale educativo e formativo della matematica?

Io parlerei in generale delle scienze, di cui la matematica costituisce per così dire l’alfabeto. Al di là di saper effettuare un calcolo integrale, la matematica ci rende consapevoli del fatto che esiste un rapporto tra i suoi concetti e metodi e il contesto fisiologico, scientifico e tecnologico. Identificare problemi, individuarne le possibili soluzioni, individuare collegamenti e relazioni e acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, sono gli strumenti fornititi dalla matematica che possiamo utilizzare per orientarci nella nostra società sempre più tecnologizzata e per realizzare in essa i nostri progetti di vita con consapevolezza.

Se lei avesse la facoltà di gestire il curricolo di una scuola ideale come lo imposterebbe? Quali materie manterrebbe e quali eliminerebbe? Introdurrebbe degli insegnamenti nuovi che non sono oggi contemplati?Una domanda del genere posta ad un docente di liceo classico non può avere una risposta: lascerei il curriculum disciplinare del liceo classico, che è, a mio avviso, quello più formativo e completo, con il potenziamento dell’ambito matematico-scientifico, per adeguarlo ai tempi mutati.

Consiglierebbe ai giovani di oggi di intraprendereil suo stesso percorso di studio?

Facendo riferimento alla prima risposta, ovviamente sì, consiglierei il mio stesso percorso solo a quei giovani che siano realmente animati da passione ed entusiasmo per quello che studiano. Del resto per qualsiasi percorso di studio bisogna essere fortemente convinti e credere in quello che si fa, senza far mai venir meno l’entusiasmo, la curiositas la voglia continua di apprendere e di aggiornarsi che, se importanti in qualsiasi ambito lavorativo, sono indispensabili nel momento in cui bisogna educare e formare dei giovani.

L’opinione del matematico…

Prof. Luigi Lecci

Quali sono state le motivazioni della scelta della facoltà universitaria e di conseguenza della professione di “insegnante”?

La facoltà universitaria che ho scelto è stata quella di matematica. Questa ma-teria mi è ha sempre appassionato sin dalle scuole medie. Tuttavia, allora, non ho avuto molta fortuna con i docenti in quanto prima erano davvero pochi i do-centi specializzati in matematica. La passione per questa disciplina c’è sempre stata, così ho proseguito i miei studi in un liceo scientifico (allora il metodo di insegnamento era diverso, con un approccio più razionale, non intuitivo) e nei primi due anni ho avuto come insegnante un farmacista. È arrivata finalmente la luce nel terzo anno con un laureato in fisica. Nel quarto anno ho avuto un professore laureato in scienze e infine, nel quinto un docente laureato in ma-tematica. Nonostante tutto ho sempre eseguito un lavoro autonomo.Mi sono iscritto al Corso di laurea in Matematica, partendo con grande entusiasmo. Nella scelta tra tre indirizzi: applicativo, didattico e l’indirizzo generale di ricerca, scelsi quest’ultimo.

Quale, secondo lei, in un liceo è il potenziale educativo e formativo del latino?

Onestamente: reputo il latino una disciplina molto importante. Quando arrivai al liceo, avevo un bagaglio di latino ridotto, lo avevo studiato solo negli ultimi due anni delle scuole medie. Arrivato al Liceo Scientifico, mi resi conto che la mia preparazione era molto limitata; a confronto con quella degli studenti che avevano seguito la “scuola media tradizionale” la mia era molto deficitaria. Nei primi due anni ho avuto grandi difficoltà. Ho recuperato i ritardi dopo i primi tre anni. La costruzione mentale dei processi logici della matematica mi è stata molto utile per la sintassi latina e ritengo matematica-latino un connubio molto utile.

Quale, secondo lei, in un liceo è il potenziale educativo e formativo della matematica?

La matematica mi appassiona e non mi stanca. La insegno con piacere e mi piace cimentarmi spesso con nuove realtà; in particolare, ogni volta che ho la possibilità di interagire con altri soggetti, sono attento al modo in cui espongo-no i concetti sui temi in discussione. La matematica può avere un grande ruolo nella formazione dell’individuo, ma è fondamentale come viene presentata dal docente ai propri allievi; è certamente determinante quando si ha l’obiettivo quello di stimolare e potenziare le abilità critiche. Certamente ciascuno di noi ha un proprio modo di “fare matematica” e l’efficacia dell’insegnamento si misura con il grado di coinvolgimento dei discenti e con i successi oggettiva-mente certificati che questi conseguono. E’ importante che il Docente, nel suo quotidiano lavoro di guida all’approccio alla matematica, presenti la disciplina inquadrando gli argomenti sui quali gli allievi saranno chiamati ad esercitarsi e a verificare i concetti acquisiti, nonché a scoprire proprietà più recondite , operando in un contesto quanto più possibile generale e selezionare opportu-namente i materiali didattici per le esercitazioni.

Se lei avesse la facoltà di gestire il curricolo di una scuola ideale come lo imposterebbe? Quali materie manterrebbe e quali eliminerebbe? In-trodurrebbe degli insegnamenti nuovi che non sono oggi contemplati?Potenzierei innanzitutto l’area tecnico-scientifica; il mondo si è evoluto in questa direzione e il curricolo deve consentire una formazione di base che permetta allo studente di procedere nella specializzazione. Incentiverei le ore di tipo teorico-speculative e quelle applicative. Potenzierei le competenze nell’utilizzo delle tecnologie informatiche. Dedicherei una buona percentuale di ore per la preparazione umanistica che non dovrebbe rimanere finalizzata a se stessa, finalizzata a far conseguire allo studente abilità critico-espressive e capacità di raccordo tra i diversi settori del sapere. Infine collocherei le attività sportive, in orario pomeridiano e lascerei come opzionali.

Consiglierebbe ai giovani di oggi di intraprendereil suo stesso percorso di studio?

Sono contento del percorso di studi che ho seguito; è stato coerente e penso di essermi realizzato come Docente. Per quanto concerne la frequenza di un indirizzo di studi come Scuola Secondaria, faccio presente che le mie quattro figlie hanno tutte frequentato il Liceo Scientifico G. Stampacchia; tre sono già professioniste realizzate in centri qualificati (due sono all’estero). Non avrei alcun dubbio ad invitare le nuove leve ad acquisire la formazione di base in un Liceo Scientifico e intraprendere successivamente la specializzazione, in-dirizzandosi lì dove li guideranno la loro mente, il loro cuore, le loro passioni.

Cultura

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Silenzio nei corridoi. Tutti in classe.

Suona la campanella.

Si sentono dei passi inconfondibili. È lui: album da disegno sotto un braccio, cartella in mano e occhiali in equilibrio sulla fronte. Ed ecco che dopo nemmeno due secondi il prof. Piccinno si ritrova circondato da studenti.

Entra in classe, squadra gli alunni, uno per uno, tutti in piedi e sull’attenti e come vede qualcuno seduto continua a fissarlo intensamente, quasi a volerlo far alzare con la forza del pensiero. Quando tutti sono in piedi finalmente esclama “Sedetevi!”, con la sua voce profonda e l’aria di ostentata sicurezza.Ed ecco che ognuno torna a quello che stava facendo prima.Dopo essersi liberato di tutti i ragazzi che gli chiedono chiarimenti sui disegni, apre il registro ed arriva il momento tanto atteso: l’appello! Se un estraneo alla classe si trovasse in aula in quel momento si chiederebbe: “Ma come hanno chiamato questi ragazzi?”. Partono nomi assurdi, canzoncine, versi, imitazioni e ad ognuno di questi un alunno entusiasta risponde ridendo “Presente!”.Inizia a questo punto la lezione; le sue lezioni si dividono normalmente in cinque tipologie: spiegazione di storia dell’arte, interrogazione di storia dell’arte, spiegazione di disegno tecnico, pratica di disegno tecnico e consegna dei lavori completati. Le più temute, come si può facilmente immaginare, sono la

Passo ciondolante, tracolla in spalla, occhiali perennemente

sulla fronte, sguardo da marpione, aria da finto intellettuale, barba incolta in “stile Mazzini” (o alla Garibaldi?) e parlata strascicante da bagnino della riviera Romagnola.Ma chi è? Chi è questo losco individuo di origine ignota che si aggira per i corridoi fischiettando e richiamando i ragazzi con il suo solito “Debosciato, pedala!!”Chi è quell’uomo barbuto, misto tra un hippy fallito e un personaggio risorgimentale?

L’uomo dagli occhi verdi,

Il Fabricius P e r n i o l i sSiamo nella savana centrale della regione “Scolastica”.

Tra la fitta e folta foresta troviamo sotto un albero di baobab un essere non ancora identificato che si appropinqua a divorare il contenuto di un barattolo di vetro. Avvicinandoci all’individuo, scopriamo che questo è un esemplare di Fabricius Perniolis, il quale, essendo

vegetariano, snobba con ribrezzo le carcasse sparse sul suolo, nutrendosi esclusivamente di crema al cacao, a noi meglio nota come “Nutella”.Il Fabricius si presenta come una sapiente scimmia con sembianze umane che, a causa, forse, della società degli animali della savana, nota come “Democratia Holionis Berlusconianae”, presenta una mancanza di peluria nella parte superiore del capo, concentrandosi invece sul mento e sul viso in modo molto copioso.Questa specie, nell’età giovanile, presenta una folta capigliatura bionda e occhi azzurri, caratteristiche che vanno scemando e si trasformano nel “Patriarcato” in età matura.Sempre in età giovanile il Fabricius si appropinqua a società intensive quali la società “Gong” e gli “Olandesi anonimi”, mentre in quella adulta tende a discriminare gli insegnanti di matematica che spiegano anche Newton e i religiosi “Don Giorgis”.

Valentina Palumbo IVF Sc.

seconda e l’ultimaIl registro diventa un’arma letale.Interrogazione d’arte: il prof scorre col dito l’elenco e con molta tranquillità chiama quattro o cinque ragazzi, che lanciano sguardi terrorizzati ai compagni.S u g g e r i r e ? Impossibile!Il prof si posiziona fra i banchi mandando un sorrisetto compiaciuto ai malcapitati e

ammonendo con lo sguardo chiunque osi suggerire.Appena vede qualcuno chiacchierare, ordina al ragazzo più vicino: “Dammi la gomma!” e con mira infallibile colpisce i chiacchieroni che ridono ma subito dopo fanno silenzio.Passiamo ora alla consegna dei lavori, che sono sempre molto complessi: il prof fa l’appello (ovviamente con i soprannomi) e quando becca qualcuno che non ha ancora completato i disegni lo guarda sorridendo e lo tranquillizza: “Non ti preoccupare!” e intanto indice e medio sono alzati indicando chiaramente un due e aggiunge: “Ci rivediamo a settembre!”.Ed ecco l’attesissima questione dei voti: per lui tutto è arte. E così un otto diventa un pupazzo di neve serio, un otto e mezzo un pupazzo di neve che sorride, un nove un uomo seduto e via dicendo.Le ore con il prof. Piccinno trascorrono senza annoiarsi e fra risate e lavoro impariamo tanto, non solo sulle materie che insegna, ma anche sulla vita.

Ada Turco III G

Un professore fuori dalle… righe

Un Professore “diverso”politropo, filantropo, cabarettista mal riuscito, è lui, è proprio lui: il “caro”, il “simpatico”, Professhor Fisgini!!Ormai playboy consumato, oggetto di desiderio per ragazze e di invidia per ragazzi (ma quale invidia professore?!.....) si volteggia tra Rivoluzione Francese e sillogismi, parlando con ardore della libertà e della giustizia, insegnandoci a capire prima e a combattere dopo la corruzione e l’inquinamento, incarnando ora Floris di Ballarò, ora Licia Colò nelle sue descrizioni paesaggistiche. Degno di nota: i suoi occhiali che dalla fronte

scivolano sul naso e la battuta ricorrente nei compiti in classe: “Non chiedetemi niente, non shono preparato!”Ma alla fine, dopo goliardate e scherzi, come faremmo senza di lui? Senza le sue abilità di fattorino, falegname, fabbro, bibliotecario e (forse) anche professore? La scuola non sarebbe la stessa, perderebbe di colore e vivacità e poi chi ci esorterebbe a raccogliere le carte da terra con il suo “Raccogli l’immondizia, ...dishgrassia ambulante!!”Luigi Ponzo e Giusy Melcarne IIA Cl.

Ritratti

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IL SALUTO DEL DIRIGENTEprof. Salvatore Piccinni

loro ho ricevuto quotidianamente la forza di continuare quando subentrava lo scoraggiamento, la stanchezza, a volte le amarezze nel non aver saputo o potuto gestire al meglio le relazioni. Mi hanno trasmesso con i loro sguardi limpidi la speranza. Ogni qualvolta li incontravo nel corridoio o nelle classi, mi regalavano quel loro sorriso spontaneo e connaturato alla loro condizione giovanile, perché carico di speranze, di illusioni, che m’infondevano coraggio, determinazione, fiducia nelle mie poche risorse residue.Ho attinto a piene mani ai loro entusiasmi che dal primo settembre in poi mi mancheranno. Sono stati per me, avendo ormai superato da tempo una certa età, linfa vitale, mi hanno aiutato anche e soprattutto nei momenti più difficili in assoluto. I loro traguardi, i loro successi, le loro soddisfazioni per delle prestazioni scolastiche eccellenti, erano anche le mie; i loro turbamenti, le loro difficoltà scolastiche personali o familiari, erano anche le mie, gli eventuali fallimenti o frustrazioni li hanno aiutati a crescere, ma mai li ho lasciati soli! Ero e sono convinto che la fase cruciale della crescita, quella più difficile in assoluto sia l’adolescenza, conseguentemente, la stessa va sostenuta ed accompagnata con la presenza costante di adulti di riferimento dotati di equilibrio, esperienza, competenza, buon senso, professionalità, sensibilità umane non comuni, umiltà, altruismo, educazione, senso del dovere, amore verso gli altri incondizionato. I risultati che i nostri alunni hanno conseguito nell’anno in corso nelle varie discipline (Matematica, Fisica, Scienze, Latino, Informatica, Problem Solving, ammissioni nelle più prestigiose Università italiane) sono certamente il corrispettivo di un connubio tra le intelligenze dei ragazzi ed il paziente e saggio lavoro dei docenti.Ormai il nostro Liceo è riconosciuto per il prestigio che riesce ad esprimere a livello locale e nazionale, merito anche di genitori attenti, ambiziosi che stimolano adeguatamente i loro figli, creando le premesse per traguardi scolastici e post-scolastici di tutto rispetto.Spiace dovere abbandonare il campo per una serie di considerazioni che ho già espresso, ma ancor più per non aver saputo o potuto dare un contributo personale più efficiente ed incisivo, creando le premesse per un miglioramento delle condizioni sul piano relazionale. Persistono purtroppo delle zone d’ombra, delle criticità che rientrano nella norma, ma che dovrebbero essere rimosse.E’ vero che se non ci fosse l’ombra non vi sarebbe la luce, ma è anche vero che i ragazzi hanno bisogno di quest’ultima per potersi riconoscere e meravigliarsi, provare stupore per un futuro luminoso.A tutti indistintamente, personale docente, amministrativo ed ausiliario, ma in particolare ai ragazzi, va il pensiero più affettuoso e la mia perenne gratitudine per tutto quanto mi hanno dato, per avermi aiutato ad invecchiare serenamente, lontano dalle tante immagini negative che turbano i nostri pensieri, creando profonda inquietudine.Auguro a tutti un futuro degno di essere vissuto, entusiasmante e rassicurante.

“Le persone viaggiano per stupirsidelle montagne, dei fiumi, delle stelle

e passano accanto a se stesse senza meravigliarsi”.S. Agostino

Maria ConCetta ChiuriUn’ex-allieva, “un’ economista rigorosa e coraggiosa”

di Gerardo Ricchiuto

interventista che si attuerebbe a costo di piu’ alte barriere alla mobilità del lavoro (politiche migratorie restrittive) e maggiori costi di contrasto di que-ste leggi.L’incontro, a mio parere, è risultato essere ancor più fruttuoso se si tien conto che il ricordo della professoressa Chiuri ha dato l’opportunità ad una intera comunità, quella di Tricase e del Capo di Leuca, nelle sue massime rappre-sentanze istituzionali coinvolte, scolastica, civile, religiosa, di riflettere e di avere consapevolezza delle proprie risorse, delle proprie capacità di formare in loco, nel proprio Liceo, una classe dirigente non solo locale, ma personali-tà che dicono qualcosa di rilevante ai massimi livelli della ricerca scientifica e culturale. Tali energie sono sempre più necessarie se si vuole risalire la china in cui è sprofondato non solo il Sud, ma l’intera parte del mondo così detta evoluta, la cui crisi ha essenzialmente una origine economica, non disgiunta dall’etica ed in quell’ambito potrà probabilmente essere risolta.Una tale testimonianza di vita e di studio non può che fornire ai nostri gio-vani un solo monito, un solo esempio concreto e tangibile: l’impegno, lo studio e la costante applicazione, come ha fatto l’economista Chiuri, persona reale e a noi vicina, non può che pagare. Il resto lo fanno la famiglia, la scuola, le istituzioni che per fortuna nel nostro ambito sembrano ancora reggere.

* * *Mi sia consentito, a margine di questo mio contributo, di salutare e ringra-ziare per il lavoro svolto a favore della scuola e dei giovani, verso cui si è dimostrato particolarmente sensibile ed attento, il Dirigente Scolastico, prof. Salvatore Piccinni, che sta per lasciare il Liceo per raggiunti limiti di età.

Dirigente scolastico: Prof. Salvatore PiccinniResponsabili: Prof. Carmelo Anastasio - Prof.ssa Salvatora De Giorgi Prof.ssa Anna Elisa Frassanito - Prof. Fabrizio Perniola Prof.ssa Lucia ValliCollaboratori:Peluso Giusy, Chiarello Francesco, Sergi Valentina, Melcarne Claudia, Valente Ludovico, Surdo Giulia, Morciano Pierpaolo, D’Amico Miriam, Melcarne Giusy, Ponzo Luigi, Sabato Francesca, Zaccaria Laura, Rizzo Mariella, Bacalini Chiara, Turco Ada, Montinaro Oreste, Pellegrino Francesco, Vantaggiato Diletta, Esposito Serena, Manco Alberto, Carbone Maria Luisa, Graziano Cristiana, Iezzi Cesare.

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE - 0833 541866 - [email protected]

LA REDAZIONE E TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLAesprime profonda riconoscenza al DIRIGENTE,

prof. Salvatore Piccinni,per l’intensa attività svolta

per l’educazione e la formazione di tante giovani generazioni.

AUGURI PER UN FUTURO RICCO ANCORA DI STRAORDINARI TRAGUARDI

Il tempo libero è un momento da de-dicare a se stessi o a qualcun altro

e i giovani lo impiegano in svariati modi. In questo campo si è rilevata un’enorme differenza tra il passato e il presente. Una volta, infatti, si deci-deva di occupare questo tempo rica-mando, leggendo, ascoltando buona musica o giocando all’aria aperta.Oggi, le cose sono cambiate: i ragazzi hanno una mentalità alquanto diversa e la possibilità di scegliere tra diverse attività.L’indagine condotta da alcuni siti in-ternet, come A tutto scuola, Doxa e La Repubblica, permettono un’osserva-zione più dettagliata su questo tema. L’analisi è stata condotta tramite interviste a dei ragazzi italiani con una età non superiore ai 19 anni. Dai dati emersi dalla ricerca si può dichiarare che la maggior parte dei ragazzi, il 94% afferma di occupare il tempo libero con gli amici, uscire con il proprio gruppo e girovagare per negozi, per piccole compere persona-li. È presente, inoltre, una notevole differenza tra ragazze (80%) e ragaz-zi (49%). Frequentare bar, pizzerie, birrerie, paninoteche, pub, club, ecc.. è un altro elemento diffuso, soprattutto per i maschi, dove tro-viamo una percentuale pari al 64%. Per il 54% dei ragazzi maggiorenni, l’ordine del giorno è quello di uscire in macchina o in moto.L’80% dei ragazzi che pratica un’at-tività sportiva: Calcio 52,90%; Pal-lavolo 17,75%; Arti marziali 16,30%; Tennis 14,49%; Basket 10,87%; Nuoto

9,78%; Altro 4,28%; Nessuno 16,67%.La maggior parte dei giovani svolge sport per divertirsi, per stare in forma e per passare il tempo con gli amici; il 64 % dei ragazzi predilige, invece, gli sport di gruppo. Importante è notare che la maggior parte dei ragazzi pre-ferisce svolgere delle attività sportive, invece di passare ore e ore davanti alla televisione (69, 5%). I vantaggi sono innumerevoli, oltre a mantenersi in forma, è un’occasione in più per socia-lizzare e fare qualcosa di divertente.Tra i giovani abbiamo anche chi preferisce darsi alla lettura. Ri-tengono sia un modo di viaggiare, amano sprofondare tra le pagine di un libro e trovano piacere nel mon-do dell’immaginario.I giovani compresi fra i 15 e i 24 anni utilizzano i computer soprattutto per chattare con i coetanei, frequentando abitualmente i social network (Facebo-ok, MySpace, Twitter tra i più quotati). La comodità del Web permette an-che a molti appassionati di musica di ascoltare e ottenere i loro brani pre-feriti gratuitamente e in tempi brevi. Prendendo in considerazione una fascia d’età leggermente inferiore, il computer viene utilizzato molto spesso per giocare. In calo l’utiliz-zo dei cellulari da quando ci si può rendere disponibili online. I giovani antepongono spesso alle consuete at-tività di svago l’utilizzo delle nuove tecnologie, preferendo qualche ora di intrattenimento sul Web all’incontro con gli amici.Francesca Ferro e Nicola Nuzzello IF Sc.

I GIOVANI E IL TEMPO LIBERO