Mare in Italy Agosto/settembre 2009

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rivista bimestrale ufficiale Associazione Mare in Italy

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VOGLIA DI RINNOVARE IL GUARDAROBA?

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Numero 53 agosto > settembre 09Iscrizione al tribunale di Rimini n. 14/2004 del 22 novembre 2004Organo di formazione ed informazione dell’associazione culturale Mare in ItalyPubblicazione bimestrale distribuita gratuitamente agli associatiSpedizione abbonamento postaleArt. 2 comma 20/c Legge 662/96 Filiale di Rimini

Redazione Via dei Mille 347838 Riccione (RN)t. 0541 692590 f. 0541 475703Sito web: www.mareinitaly.it e-mail: [email protected]

Direttore Responsabile Cesare Trevisani

Vicedirettore Luca Coccia

RedazioneChiara Angeloni, Claudio Gallucci, Gian Maria Balducci, Stefania AndreettoAlessandra Fabri

CollaboratoriFederica Protti, Gloria Cigliobianco, Michele Segantini, Fiorella Ferretti, Simone Nanni, Filippo TaddiaGian Ludovico Ceccaroni Coordinamento Editoriale Levante s.n.c

Progetto grafico Marina Turci

ImpaginazioneChiara Angeloni

FotografieGian Maria Balducci, Chiara Angeloni, Stefania Andreetto, Gilberto Ferrari, Luca Coccia, Fiorella Ferretti

Copertina© iStockphoto.com/ Mehmet Salih Guler

StampaRamberti Arti Grafiche

Segreteria organizzativa, testi, grafiche e impaginazione a cura di Levante s.n.c

VOGLIA DI RINNOVARE IL GUARDAROBA?

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4 In questo numero

14 Il notiziario del mare

7 Mare in Italy

E con questo numero vi accompagnamo nel culmine dell’estate e all’inizio dell’autunno con una bella immagine di nautilus in copertina che tanto ci ricorda il sole. Anche in questo numero vi presentiamo le consuete rubriche, per l’ultima volta su carta stampata. Da ottobre saremo solo on-line con lo stesso impegno e la stessa voglia di parlare del nostro mare, una passione che ci accomuna sempre e sempre di più.

44 Sciacca, non solo mare 48 L’agenda del mese

42 Il mare dei piccoli 43 Curiosando in libreria41 Curiosità dal mare

24 L’allevamento di tonni in Mediterraneo

36 Az. Agricola Cordoni

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agosto > settembre 09. mare in italy

Il calendario di settembre 2009

1 > MartedìS. Egidio AbateIl sole sorge alle 5.43 e tramonta alle 18.59 Durata del giorno: 13.16 Durata della notte: 10.44

2 > MercoledìS. Elpidio VescovoIl sole sorge alle 5.44e tramonta alle 18.56Durata del giorno: 13.12Durata della notte: 10.48

3 > GiovedìS. Gregorio m. S. MarinoIl sole sorge alle 5.46e tramonta alle 18.55Durata del giorno: 13.09Durata della notte: 10.51

4 > VenerdìS.RosaliaI Luna piena alle ore17:03:54 l sole sorge alle 5.47e tramonta alle 18.53Durata del giorno: 13.06Durata della notte: 10.54

5 > SabatoS. Vittorino VescovoIl sole sorge alle 5.49e tramonta alle 18.50Durata del giorno: 13.01 Durata della notte: 10.59

6 > DomenicaSS. Petronio e UmbertoIl sole sorge alle 5.50e tramonta alle 18.49Durata del giorno: 12.59Durata della notte: 11.01

7 > LunedìS. ReginaIl sole sorge alle 5.52e tramonta alle 18.47Durata del giorno: 12.55Durata della notte: 11.05

8 > MartedìS. Natività B.V. MariaIl sole sorge alle 5.53e tramonta alle 18.44Durata del giorno: 12.51Durata della notte: 11.09

9 > MercoledìS. Sergio PapaIl sole sorge alle 5.55e tramonta alle 18.43Durata del giorno: 12.48Durata della notte: 11.12

10 > GiovedìSS. Nicola da Tol E PulcheriaIl sole sorge alle 5.56e tramonta alle 18.40Durata del giorno: 12.44Durata della notte: 11.16

11 > VenerdìSS. Diomede MartireIl sole sorge alle 5.58e tramonta alle 18.38Durata del giorno: 12.40Durata della notte: 11.20

12 > SabatoSS. Nome di Maria e S. GuidoLuna ultimo quarto alle ore 03:16:36Il sole sorge alle 6.00e tramonta alle 18.37Durata del giorno: 12.37Durata della notte: 11.23

13 > DomenicaSS. Maurilio e Giovanni Cris.Il sole sorge alle 6.01e tramonta alle 18.34 Durata del giorno: 12.33Durata della notte: 11.27

14 > LunedìEsalt. S. CroceIl sole sorge alle 6.03 e tramonta alle 18.32Durata del giorno: 12.29Durata della notte: 11.31

15 > MartedìS. V. AddolorataIl sole sorge alle 6.05e tramonta alle 18.30 Durata del giorno: 12.25Durata della notte: 11.35

16 > MercoledìS. Cornelio e CiprianoIl sole sorge alle 6.06e tramonta alle 18.28 Durata del giorno: 12.22Durata della notte: 11.38

17 > GiovedìS. Roberto B.Il sole sorge alle 6.08e tramonta alle 18.26 Durata del giorno: 12.18Durata della notte: 11.42

18 > VenerdìS.Sofia.MLuna nuova alle ore 19:44:30 Il sole sorge alle 6.10e tramonta alle 18.24 Durata del giorno: 12.14Durata della notte: 11.46

19 > SabatoS. Gennaro VescovoIl sole sorge alle 6.11e tramonta alle 18.22 Durata del giorno: 12.11Durata della notte: 11.49

20 > DomenicaSS. Eustachio e CandidaIl sole sorge alle 6.13e tramonta alle 18.20 Durata del giorno: 12.07Durata della notte: 11.53

21 > LunedìS.Matteo ApostoloIl sole sorge alle 6.14e tramonta alle 18.18Durata del giorno: 12.04Durata della notte: 11.56

22 > MartedìS. Maurizio MartireIl sole sorge alle 6.16e tramonta alle 18.16 Durata del giorno: 12.00Durata della notte: 12.00

23 > MercoledìS. Lino PapaIl sole sorge alle 6.17e tramonta alle 18.14 Durata del giorno: 11.57Durata della notte: 12.08

24 > GiovedìS.Pacifico Conf.Il sole sorge alle 6.19e tramonta alle 18.11Durata del giorno: 11.52Durata della notte: 12.08

25 > VenerdìS. AureliaIl sole sorge alle 6.21e tramonta alle 18.10Durata del giorno: 11.49Durata della notte : 12.11

26 > SabatoSS. Cosimo e DamianoLuna primo quarto alle ore 05:49:32 Il sole sorge alle 6.22e tramonta alle 18.07Durata del giorno: 11.45Durata della notte: 12.15

27 > DomenicaS. Vincenzo De P.Il sole sorge alle 6.24 e tramonta alle 18.05Durata del giorno:11.41Durata della notte: 12.19

28 > LunedìS. Venceslao MartireIl sole sorge alle 6.26e tramonta alle 18.04Durata del giorno: 11.38Durata della notte: 12.22

29 > MartedìSS. Michele Gabriele e RaffaeleIl sole sorge alle 6.27e tramonta alle 18.01Durata del giorno: 11.34Durata della notte: 12.26

30 > MercoledìS. Girolamo dottoreIl sole sorge alle 6.29e tramonta alle 17.59 Durata del giorno: 11.30Durata della notte: 12.30

agosto > settembre 09. mare in italy

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28 In rotta verso: Napoli 32 Reef Artificiali

9 Alalunga

34 Lezioni di vela: la virata

Sommario

10 Fasi solari e lunari

49 Spazio cooperazione

agosto > settembre 09. mare in italy

39 Ristorante La Lucciola38 Sgombri al vapore

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Editoriale

agosto > settembre 09. mare in italy

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a cura di Luca Coccia

Vice-presidente di Mare in Italy

> Dalla carta stampata al web, è una scelta difficile ma necessaria per permettere alla nostra associazione di continuare ad esistere. Dal prossimo numero infatti la nostra rivista sarà consultabile per tutti voi abbonati integralmente solo sul nostro sito internet, un sito che durante gli ultimi anni non ci ha certo negato soddisfazioni.Dopo tante riflessioni qui in redazione, si è deciso di assecondare quella che ormai da tempo è molto più che una tendenza ma una realtà concreta con la quale stanno facendo i conti le più grosse testate giornalistiche mondiali.Gli inserzionisti pubblicitari, che tanto importanti sono per la sopravvivenza di un magazine come il nostro, si stanno spostando in massa dalla carta stampata al web. Il costo di una inserzione su un giornale scende in continuazione. Le stesse versioni online di quotidiani e periodici (soprattutto americani) vedono invece crescere gli inserzionisti e il traffico.Una larga fetta di utenti della rete pensa che il modello gratuito della distribuzione dei contenuti, sia l’unica e vera alternativa al fallimento delle

testate giornalistiche. È solo aprendo le porte alla gratuità dei contenuti che sarà possibile acquisire nuovi lettori e rafforzare i contenuti e la qualità.La grande sfida porta quindi Mare in Italy ad assecondare le “volontà” dei nostri lettori e a distribuire parte dei contenuti della rivista ad un pubblico potenziale molto più grande rispetto alle poche migliaia di associati che attualmente ricevono la rivista cartacea a casa. Un pubblico potenziale di centinaia di migliaia di lettori avrà la possibilità di conoscere le attività della nostra associazione e di condividere notizie e approfondimenti interagendo in maniera diretta con la nostra redazione molto più approfonditamente di quanto non succedesse nel passato.L’indirizzo non cambia, www.mareinitaly.it sarà la casa della nuova/vecchia rivista, vi aspettiamo.. l’avventura continua.

Mare in Italy,dalla carta stampata al web

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Sommario8

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agosto > settembre 09. mare in italy

Questo mese in mare

> L’alalunga è un pesce pelagico della stessa famiglia del tonno e il suo nome deriva dalle lunghe pinne pettorali falciformi che arrivano fin dietro la seconda pinna dorsale. È un pesce dalla forma fusiforme con una colorazione azzurro scuro sul dorso, bluastra ai lati, argentea sul ventre, il bordo posteriore della coda è bianco e le pinne sono grigie. L’alalunga si nutre di pesce azzurro e cefalopodi, soprattutto calamari. È una specie gregaria, si riproduce in estate da luglio a settembre e raggiunge la maturità sessuale dopo 6 anni di età ad una lunghezza di circa 85 cm; vive in media 8 anni. Di regola i branchi restano al largo della costa in profondità e risalgono in superficie nelle stagioni più tiepide. L’alalunga può misurare oltre 1 m di lunghezza e superare i 30 Kg di peso; gli esemplari pescati in Italia pesano di solito attorno ai 4-10 Kg e misurano da 50 a 80 cm. Distribuita ovunque in acque tropicali e temperate, predilige più del tonno le acque calde e costituisce una notevole risorsa per la pesca in Francia, Spagna e Stati Uniti. Nei mari italiani è abbondante in Sicilia, più rara in Adriatico; generalmente nuota con individui della sua stessa taglia al di sopra del termoclino e non si spinge oltre i 100 m di profondità. L’alalunga si pesca con i palangari in Basso Adriatico, Ionio e in tutto il Tirreno; è preda ambita della pesca sportiva soprattutto in Liguria.La sua carne bianca (viene anche chiamata tonno bianco) è molto apprezzata e per questo è oggetto di una intensa attività di pesca. Viene venduta fresca, intera o a tranci, e congelata. Il miglior modo per gustarla è cucinarla ai ferri o bollita. Il periodo migliore per consumarla è settembre-ottobre, quando ha recuperato le energie perse per la riproduzione.

Il pesce del mese: l’alalunga

L’alalunga è distribuita ovunque in acque tropicali e temperate. In Italia la si può trovare nel Mare di Sicilia, più rara è in Adriatico. La sua carne bianca è molto apprezzata sul mercato e il miglio modo per gustarla è cucinarla ai ferri o bollita.

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Il calendario di agosto 200910

1 > SabatoS. AlfonsoIl sole sorge alle 5.02 e tramonta alle 19.50 Durata del giorno: 14.48 Durata della notte: 9.12

2 > DomenicaS. Eusebio, S. GustavoIl sole sorge alle 5.02e tramonta alle 19.49Durata del giorno: 14.47Durata della notte: 9.13

3 > LunedìS. LidiaIl sole sorge alle 5.04e tramonta alle 19.48Durata del giorno: 14.44Durata della notte: 9.16

4 > MartedìSS. Nicodemo e Giovanni M.VIl sole sorge alle 5.05e tramonta alle 19.47Durata del giorno: 14.42Durata della notte: 9.18

5 > MercoledìS. OsvaldoIl sole sorge alle 5.06e tramonta alle 19.45Durata del giorno: 14.39 Durata della notte: 9.21

6 > GiovedìTrasfigurazione N.S.Luna piena alle ore17:03:54 Il sole sorge alle 5.07e tramonta alle 19.44Durata del giorno: 14.37Durata della notte: 9.23

7 > VenerdìS. Gaetano da T.Il sole sorge alle 5.08e tramonta alle 19.43Durata del giorno: 14.35Durata della notte: 9.25

8 > SabatoS. Domenico Conf.Il sole sorge alle 5.10e tramonta alle 19.41Durata del giorno: 14.31Durata della notte: 9.29

9 > DomenicaSS. Romano e FermoIl sole sorge alle 5.11e tramonta alle 19.40Durata del giorno: 14.29Durata della notte: 9.31

10 >LunedìS. Lorenzo MartireIl sole sorge alle 5.12e tramonta alle 19.38Durata del giorno: 14.26Durata della notte: 9.34

11 > MartedìS. ChiaraIl sole sorge alle 5.13e tramonta alle 19.36Durata del giorno: 14.23Durata della notte: 9.37

12 > MercoledìSan Giuliano Il sole sorge alle 5.14e tramonta alle 19.35Durata del giorno: 14.21Durata della notte: 9.43

13 > GiovedìSS. Ippolito e PonzianoLuna ultimo quarto alle ore 19:56:08Il sole sorge alle 5.16e tramonta alle 19.33 Durata del giorno: 14.17Durata della notte: 9.43

14 > VenerdìS. AlfredoIl sole sorge alle 5.17 e tramonta alle 19.31Durata del giorno: 14.14Durata della notte: 9.46

15 > SabatoAssunzione Maria VergineIl sole sorge alle 5.19e tramonta alle 19.30 Durata del giorno: 14.11Durata della notte: 9.49

16 > DomenicaS. Stefano, S. RoccoIl sole sorge alle 5.20e tramonta alle 19.28 Durata del giorno: 14.08Durata della notte: 9.52

17 > LunedìS. Giacinto ConfessoreIl sole sorge alle 5.21e tramonta alle 19.26 Durata del giorno: 14.05Durata della notte: 9.55

18 > Martedì S. Elena Imp.Il sole sorge alle 5.22e tramonta alle 19.25 Durata del giorno: 14.03Durata della notte: 9.57

19 > MercoledìS. Ludovico, S. ItaloIl sole sorge alle 5.24e tramonta alle 19.23 Durata del giorno: 13.59Durata della notte: 10.01

20 > GiovedìS. Bernardo AbateLuna nuova alle ore 11:02:03Il sole sorge alle 5.25e tramonta alle 19.21 Durata del giorno: 13.56Durata della notte: 10.04

21 > VenerdìS.Pio X PapaIl sole sorge alle 5.26e tramonta alle 19.19Durata del giorno: 13.53Durata della notte: 10.07

22 > SabatoS. Maria ReginaIl sole sorge alle 5.28e tramonta alle 19.17 Durata del giorno: 13.49Durata della notte: 10.11

23 > DomenicaS. Rosa da Lima, S. ManlioIl sole sorge alle 5.29e tramonta alle 19.16 Durata del giorno: 13.47Durata della notte: 10.13

24 > LunedìS. Bartoomeo Ap.Il sole sorge alle 5.31e tramonta alle 19.14Durata del giorno: 13.43Durata della notte: 10.17

25 > MartedìS. LudovicoIl sole sorge alle 5.32e tramonta alle 19.12Durata del giorno: 13.40Durata della notte : 10.20

26 > MercoledìS. Alessandro MartireIl sole sorge alle 5.34e tramonta alle 19.10Durata del giorno: 13.36Durata della notte: 10.24

27 > GiovedìS. Monica, S. AnitaLuna primo quarto alle ore 12:42:09Il sole sorge alle 5.35 e tramonta alle 19.08Durata del giorno: 13.13Durata della notte: 10.27

28 > VenerdìS. AgostinoIl sole sorge alle 5.37e tramonta alle 19.07Durata del giorno: 13.30Durata della notte: 10.30

29 > SabatoS. Martirio S. Giovanni B.Il sole sorge alle 5.38e tramonta alle 19.04 Durata del giorno: 13.26Durata della notte: 10.34

30 > DomenicaSS. Faustina e TeclaIl sole sorge alle 5.40e tramonta alle 19.02 Durata del giorno: 13.22Durata della notte: 10.38

31 > LunedìS. Aristide MartireIl sole sorge alle 5.41e tramonta alle 19.01 Durata del giorno: 13.20Durata della notte: 10.40

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agosto > settembre 09. mare in italy

Il calendario di settembre 2009

1 > MartedìS. Egidio AbateIl sole sorge alle 5.43 e tramonta alle 18.59 Durata del giorno: 13.16 Durata della notte: 10.44

2 > MercoledìS. Elpidio VescovoIl sole sorge alle 5.44e tramonta alle 18.56Durata del giorno: 13.12Durata della notte: 10.48

3 > GiovedìS. Gregorio m. S. MarinoIl sole sorge alle 5.46e tramonta alle 18.55Durata del giorno: 13.09Durata della notte: 10.51

4 > VenerdìS.RosaliaLuna piena alle ore17:03:54 l sole sorge alle 5.47e tramonta alle 18.53Durata del giorno: 13.06Durata della notte: 10.54

5 > SabatoS. Vittorino VescovoIl sole sorge alle 5.49e tramonta alle 18.50Durata del giorno: 13.01 Durata della notte: 10.59

6 > DomenicaSS. Petronio e UmbertoIl sole sorge alle 5.50e tramonta alle 18.49Durata del giorno: 12.59Durata della notte: 11.01

7 > LunedìS. ReginaIl sole sorge alle 5.52e tramonta alle 18.47Durata del giorno: 12.55Durata della notte: 11.05

8 > MartedìS. Natività B.V. MariaIl sole sorge alle 5.53e tramonta alle 18.44Durata del giorno: 12.51Durata della notte: 11.09

9 > MercoledìS. Sergio PapaIl sole sorge alle 5.55e tramonta alle 18.43Durata del giorno: 12.48Durata della notte: 11.12

10 > GiovedìSS. Nicola da Tol E PulcheriaIl sole sorge alle 5.56e tramonta alle 18.40Durata del giorno: 12.44Durata della notte: 11.16

11 > VenerdìSS. Diomede MartireIl sole sorge alle 5.58e tramonta alle 18.38Durata del giorno: 12.40Durata della notte: 11.20

12 > SabatoSS. Nome di Maria e S. GuidoLuna ultimo quarto alle ore 03:16:36Il sole sorge alle 6.00e tramonta alle 18.37Durata del giorno: 12.37Durata della notte: 11.23

13 > DomenicaSS. Maurilio e Giovanni Cris.Il sole sorge alle 6.01e tramonta alle 18.34 Durata del giorno: 12.33Durata della notte: 11.27

14 > LunedìEsalt. S. CroceIl sole sorge alle 6.03 e tramonta alle 18.32Durata del giorno: 12.29Durata della notte: 11.31

15 > MartedìS. V. AddolorataIl sole sorge alle 6.05e tramonta alle 18.30 Durata del giorno: 12.25Durata della notte: 11.35

16 > MercoledìS. Cornelio e CiprianoIl sole sorge alle 6.06e tramonta alle 18.28 Durata del giorno: 12.22Durata della notte: 11.38

17 > GiovedìS. Roberto B.Il sole sorge alle 6.08e tramonta alle 18.26 Durata del giorno: 12.18Durata della notte: 11.42

18 > VenerdìS.Sofia.MLuna nuova alle ore 19:44:30 Il sole sorge alle 6.10e tramonta alle 18.24 Durata del giorno: 12.14Durata della notte: 11.46

19 > SabatoS. Gennaro VescovoIl sole sorge alle 6.11e tramonta alle 18.22 Durata del giorno: 12.11Durata della notte: 11.49

20 > DomenicaSS. Eustachio e CandidaIl sole sorge alle 6.13e tramonta alle 18.20 Durata del giorno: 12.07Durata della notte: 11.53

21 > LunedìS.Matteo ApostoloIl sole sorge alle 6.14e tramonta alle 18.18Durata del giorno: 12.04Durata della notte: 11.56

22 > MartedìS. Maurizio MartireIl sole sorge alle 6.16e tramonta alle 18.16 Durata del giorno: 12.00Durata della notte: 12.00

23 > MercoledìS. Lino PapaIl sole sorge alle 6.17e tramonta alle 18.14 Durata del giorno: 11.57Durata della notte: 12.08

24 > GiovedìS.Pacifico Conf.Il sole sorge alle 6.19e tramonta alle 18.11Durata del giorno: 11.52Durata della notte: 12.08

25 > VenerdìS. AureliaIl sole sorge alle 6.21e tramonta alle 18.10Durata del giorno: 11.49Durata della notte : 12.11

26 > SabatoSS. Cosimo e DamianoLuna primo quarto alle ore 05:49:32 Il sole sorge alle 6.22e tramonta alle 18.07Durata del giorno: 11.45Durata della notte: 12.15

27 > DomenicaS. Vincenzo De P.Il sole sorge alle 6.24 e tramonta alle 18.05Durata del giorno:11.41Durata della notte: 12.19

28 > LunedìS. Venceslao MartireIl sole sorge alle 6.26e tramonta alle 18.04Durata del giorno: 11.38Durata della notte: 12.22

29 > MartedìSS. Michele Gabriele e RaffaeleIl sole sorge alle 6.27e tramonta alle 18.01Durata del giorno: 11.34Durata della notte: 12.26

30 > MercoledìS. Girolamo dottoreIl sole sorge alle 6.29e tramonta alle 17.59 Durata del giorno: 11.30Durata della notte: 12.30

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Sommario12

Economy.

Proposte per operatori che, in bella vista, vogliono presentare crostacei vivi sempre vivaci nel tono e nell’aspetto. Questo in una distribuzione ideale dello spazio e con costi contenuti. Supporto carrellato in vetroresina coibentata ad uso alimentare e vasca di stoccaggio in cristallo coibentato. Costruzione accurata in tutti i dettagli. Facile gestione, minima manutenzione. Sono disponibili anche le versioni “Plexi” con la prestigiosa

vasca in plexiglass trasparente.

Elite.

Minor consumo energetico e notevole riduzione dell’ antiestetica appannatura dei vetri grazie alla costruzione della vasca in cristallo coibentato anti-condensa. Impianto di illuminazione bilampada stagna. Due coperchi scorrevoli. Fondo della vasca resinato con sabbia corallina e rocce. Supporto carrellato in tubolare d’ acciaio inox e pannellato in legno. Elite può essere fornito con il supporto in design personalizzato e/o senza pannellature. Facile gestione. Minima manutenzione.

Ibiza.

Destinato a Ristoranti con poca disponibilità di spazio. La caratteristica che lo contraddistingue è il frontale dell’acquario, realizzato con una lastra in cristallo coibentato a forma arcuata. Arreda, dando un’immagine di “classe” e tecnologia, qualsiasi angolo del locale. Fornisce un’ampia prospettiva della struttura e dell’habitat marino in esso riprodotto. Ideale per il mantenimento di crostacei e/o pesci, è di facile gestione e di minima manutenzione. Può essere personalizzato.

Tecno.

Acquario vivaio con vasca in plexiglas coibentato ad uso alimentare e supporto carrellato in vetroresina. Regolazione della temperatura con termostato digitale. Ossigenazione silenziosa ed omogenea in tutta la vasca.

Facile gestione, minima manutenzione.

Laguna.

Soluzione ideale per ipermercati. Doppio impianto di raffreddamento, sterilizzazione, pre-filtraggio, filtraggio ed ossigenazione acqua. Consente di mantenere nelle condizioni ottimali prodotti ittici a due diverse temperature. Struttura in tubolare di acciaio inox con pannellatura in acciaio inox 316 satinato (inossidabile all’acqua salata). Ante estraibili sul lato frontale. È disponibile anche ‘Laguna Mono, ad un solo impianto. Facile gestione e minima manutenzione.

Sardinia.

Progettato e realizzato per quanti hanno l’ambizione di voler caratterizzare, in modo originale ed innovativo il proprio locale con l’installazione di un acquario-vivaio che esca dalle linee tradizionali di produzione standard. E’ funzionale, efficiente, di facile gestione e soprattutto nuovo nella forma e nello stile.I lati frontale e posteriore della vasca, in cristallo coibentato, sono a forma arcuata, come pure la pannellatura e la bordatura in acciaio lucido della vasca. L’effetto panoramico dei vetri arcuati valorizza notevolmente l’estetica dell’acquario ed il suo prezioso contenuto.

A richiesta può essere personalizzato.

QUALITÀ MADE IN ITALY.

Rivista_Aprile.indd 1 23-07-2009 13:40:50

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agosto > settembre 09. mare in italy

Economy.

Proposte per operatori che, in bella vista, vogliono presentare crostacei vivi sempre vivaci nel tono e nell’aspetto. Questo in una distribuzione ideale dello spazio e con costi contenuti. Supporto carrellato in vetroresina coibentata ad uso alimentare e vasca di stoccaggio in cristallo coibentato. Costruzione accurata in tutti i dettagli. Facile gestione, minima manutenzione. Sono disponibili anche le versioni “Plexi” con la prestigiosa

vasca in plexiglass trasparente.

Elite.

Minor consumo energetico e notevole riduzione dell’ antiestetica appannatura dei vetri grazie alla costruzione della vasca in cristallo coibentato anti-condensa. Impianto di illuminazione bilampada stagna. Due coperchi scorrevoli. Fondo della vasca resinato con sabbia corallina e rocce. Supporto carrellato in tubolare d’ acciaio inox e pannellato in legno. Elite può essere fornito con il supporto in design personalizzato e/o senza pannellature. Facile gestione. Minima manutenzione.

Ibiza.

Destinato a Ristoranti con poca disponibilità di spazio. La caratteristica che lo contraddistingue è il frontale dell’acquario, realizzato con una lastra in cristallo coibentato a forma arcuata. Arreda, dando un’immagine di “classe” e tecnologia, qualsiasi angolo del locale. Fornisce un’ampia prospettiva della struttura e dell’habitat marino in esso riprodotto. Ideale per il mantenimento di crostacei e/o pesci, è di facile gestione e di minima manutenzione. Può essere personalizzato.

Tecno.

Acquario vivaio con vasca in plexiglas coibentato ad uso alimentare e supporto carrellato in vetroresina. Regolazione della temperatura con termostato digitale. Ossigenazione silenziosa ed omogenea in tutta la vasca.

Facile gestione, minima manutenzione.

Laguna.

Soluzione ideale per ipermercati. Doppio impianto di raffreddamento, sterilizzazione, pre-filtraggio, filtraggio ed ossigenazione acqua. Consente di mantenere nelle condizioni ottimali prodotti ittici a due diverse temperature. Struttura in tubolare di acciaio inox con pannellatura in acciaio inox 316 satinato (inossidabile all’acqua salata). Ante estraibili sul lato frontale. È disponibile anche ‘Laguna Mono, ad un solo impianto. Facile gestione e minima manutenzione.

Sardinia.

Progettato e realizzato per quanti hanno l’ambizione di voler caratterizzare, in modo originale ed innovativo il proprio locale con l’installazione di un acquario-vivaio che esca dalle linee tradizionali di produzione standard. E’ funzionale, efficiente, di facile gestione e soprattutto nuovo nella forma e nello stile.I lati frontale e posteriore della vasca, in cristallo coibentato, sono a forma arcuata, come pure la pannellatura e la bordatura in acciaio lucido della vasca. L’effetto panoramico dei vetri arcuati valorizza notevolmente l’estetica dell’acquario ed il suo prezioso contenuto.

A richiesta può essere personalizzato.

QUALITÀ MADE IN ITALY.

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14 Notiziario del mare

Il pesce a“miglio zero”

di Claudio Gallucci

Necessità economiche, ambientali e preoccupazioni salutistiche ci stanno portando a considerare maggiormente la provenienza dei prodotti che acquistiamo. Si cercano infatti prodotti alimentari certificati a “filiera corta”, che siano prodotti il più possibile vicino alla zona di consumo, per limitare il dispendio energetico e controllare i vari passaggi nel processo di produzione. In Liguria l’Associazione Whitefish aderente a Federcoopesca-Confcooperative ha aperto a La Spezia il punto vendita “Il Pescatore”dove si può trovare pesce appena pescato e sbarcato come pure frutta e verdura di stagione, tutti prodotti a “miglio e chilometro zero”. Il prodotto ittico fresco proviene dal Golfo di La Spezia e dalla zona antistante il Parco delle Cinque Terre, le verdure provengono dalle campagne liguri. L’Associazione Whitefish conta sedici imprese di pescatori professionisti con pescherecci dotati di sistemi di pesca a strascico.

Uno dei maggiori pericoli per i delfini si sa, sono le reti dei pescatori, soprattutto a strascico, nelle quali molti mammiferi marini finiscono accidentalmente perdendo in alcuni casi la vita e con gravi danni alle reti. Per ovviare a uesto problema la ditta veronese STM-Products ha messo a punto un “Dispositivo Dissuasore per Delfini”- DDD Dolphin Dissuasive Device -, apparecchiatura elettronica frutto di una lunga ricerca effettuata in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Marine ed Ambientali del CNR di Mazara del Vallo. Il dispositivo che va posizionato sulle reti da pesca, uno ogni 200 metri alla massima profondità di 200 metri, si attiva da solo al contatto con l’acqua ed emette una serie di ultrasuoni che tengono lontani i delfini. Vengono protetti, così, sia gli stessi mammiferi marini sia la redditività dell’industria ittica. L’emissione di segnali modulati in frequenza, intensità e durata inoltre impedisce agli stessi animali di assuefarsi al segnale.

Dolphin Dissuasive Device

di Claudio Gallucci

Un Museo sommergibile

di Filippo Taddia

Dalla prossima primavera, il “Nazario Sauro”, storico sommergibile italiano, verrà attraccato definitivamente nella darsena di Genova per diventare un museo. Si tratta del secondo caso in Europa di museo sottomarino e del primo in Italia. L’altro, aperto da pochi anni, si trova ad Istanbul. Il sommergibile, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 2002 anno della definitiva dismissione, ha navigato nei mari dell’Adriatico e del Basso Mediterraneo, quasi invisibile ai radar nemici, sia per la forma snella e sottile, sia per la bravura e l’astuzia dei suoi piloti. L’ingente investimento di recupero e riqualificazione del mezzo va ad arricchire la già vasta proposta museale del porto genovese. Il Museo Sommergibile sarà infatti collegato con l’acquario e le altre strutture vicine con un sistema di ponticelli che permetteranno al visitatore di seguire un unico percorso attraverso le meraviglie dei Musei del Mare, polo d’eccellenza a livello mondiale.

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Gli effetti degliantidepressivi sui pesci

di Chiara Angeloni

A Venezia gondole...rosa

di Claudio Gallucci

Sono ormai veramente pochi i settori riservati a soli uomini e a Venezia, dopo ben 9 secoli di tradizione maschile, una ragazza di 23 anni è riuscita a diventare la prima “donna gondoliere”. Giorgia Boscolo, sposata con due figli, e figlia di un gondoliere, si è

appassionata a questa occupazione fin da bambina. Per diventare una vera e propria “gondoliera abilitata” Giorgia deve prima seguire un corso per “sostituto gondoliere” che prevede non solo prove pratiche ma anche lezioni di lingue straniere, di storia della

città e di diritto della navigazione. Alla fine, come per tutti i corsi che si rispettino, c’è un esame da superare ma fin da ora Giorgia può comunque remare, come “secondo”, a prua di una vera gondola che trasporta i clienti da una sponda all’altra del Canal Grande.

Le medicine che assumiamo e che espelliamo attraverso le urine hanno effetto anche sul mondo acquatico. Lo hanno provato dei tossicologisti della Clemson University, in South Carolina, esponendo il persico spigola (Morone saxatilis), uno dei più famosi gamefish americani, a diverse concentrazioni di fluoxetina, la molecola usata nelle medicine antidepressive. A contatto con questa sostanza i ricercatori hanno notato che i pesci assumevano strani comportamenti

e mostravano meno interesse verso il cibo. Più fluoxetina ingerivano più diminuiva l’appetito e meno erano le precauzioni che adottano nei confronti dei loro predatori, diventando così più facili prede. La Fluoxetina blocca il riassorbimento di serotonina, un neurotrasmettitore che influisce sulle emozioni, sull’appetito e sui comportamenti aggressivi. Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi Stephen Klaine e Kristen Gaworecki hanno esposto i persici spigola a diverse quantità di

fluoxetina per la durata di 6 giorni, ponendo attenzione alle abitudini alimentari dell’animale e misurando i livelli di serotonina.In generale, maggiori erano le quantità di fluoxetina nell’acqua più i pesci impiegavano tempo a mangiare le loro prede e più in fretta rinunciavano a catturarle. La fluexetina quindi, usata ed abusata dalla società moderna, influenza non solo il comportamento delle persone ma anche quello degli abitanti del mare.

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16 Notiziario del mare

Exxon scommette sulle alghe

di Chiara Angeloni

La via del mare, tra Genovae Camoglidi Claudio Gallucci

“Vivere il mare”. È il nome del progetto nato per far rivivere la vocazione marittima della città di Genova e dei borghi di mare della sua provincia. Nell’ambito delle iniziative allestite per l’estate è di particolare

interesse turistico il percorso marittimo che collega il capoluogo ligure alle cittadine di Nervi, Recco e Camogli, perle della Costiera di Levante. Con due partenze giornaliere al turista è permesso di prendere

parte a una piccola crociera, guardando le coste dal mare, lontano dal traffico e dal caos dell’entroterra, in uno scenario affascinante. I costi sono alla portata di tutti, oscillano tra i 4 e i 12 euro a seconda della tratta. Il percorso, attivo dallo scorso mese di luglio, permetterà ai turisti di vedere una Genova diversa e ai genovesi di riscoprire un rapporto con il mare che negli anni è andato a via a via scomparendo con l’evolversi della città verso l’entroterra.

Il gigante del petrolio Exxon ha deciso di investire 600 milioni di dollari in biocarburanti ricavati dalle alghe. Exxon insieme alla Synthetic Genomics, compagnia che lavora sulle biotecnologie, studierà e svilupperà biocarburanti di prossima generazione per affrontare la richiesta crescente di energia pulita che permetta di migliorare gli standard di vita e tenga sotto controllo le emissioni di gas serra e quindi anche i rischi derivanti dai cambiamenti climatici. La collaborazione tra Exxon Mobil e la

Synthetic Genomics durerà cinque anni e in un’apposita struttura a San Diego verranno studiati i metodi per coltivare le alghe. Se la ricerca produrrà risultati positivi la compagnia aumenterà i suoi investimenti per entrare sul mercato. Pur sapendo di non avere in mano la soluzione definitiva al problema dell’energia le due compagnie sono pronte a cercare tutte le possibilità compresa quella di coltivare organismi in stagni all’aperto e in fotobioreattori al chiuso. Obiettivo finale è produrre

idrocarburi che possano essere lavorati usando le stesse tecnologie con cui si lavora oggi il petrolio e impiegati per i mezzi di trasporto. Dopo aver studiato il settore per anni, la Exxon ha ritenuto opportuno investire principalmente in alghe che vede al momento come l’unica alternativa valida al petrolio. Gli ambientalisti, che da sempre ritengono fondamentale il ruolo attivo dell’industria del petrolio nella ricerca di energie alternative, approvano la scelta ma nutrono un cauto ottimismo.

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Sensazionale scoperta in Antartide

di Claudio Gallucci

Le isole Faer Oer, arcipelago dell’Oceano Atlantico settentrionale a metà strada tra Islanda e Norvegia, sono state di recente al centro dell’attenzione dei mass media per la cruenta uccisione di centinaia di cetacei. Le immagini dei globicefali che si avvicinano a riva e vengono circondati e finiti con colpi di ascia ed uncini, hanno provocato l’indignazione del pubblico di tutto il mondo e la protesta delle associazioni ambientaliste. Le popolazioni locali si difendono con la motivazione che la mattanza avviene per necessità di sostentamento, motivazione smentita dagli ambientalisti. Alle proteste inoltrate al governo danese è stato risposto che le isole godono di ampia autonomia soprattutto su questioni ambientali e di pesca. I Globicefali, conosciuti anche come balene pilota o delfini balena, caratterizzati da una forma del capo tondeggiante, possono arrivare ad una lunghezza di 7 metri e ad un peso di 2 tonn circa. Animali sociali vivono in branchi numerosi in tutti i mari del mondo, Mediterraneo compreso.

Pulcinelle...per mare

di Filippo Taddia

Un mare senza olio

di Chiara Angeloni

Un altro importante passo avanti è stato fatto in favore dell’ambiente marino minacciato dall’inquinamento causato da versamenti di petrolio e sostanze oleose varie. Una nuova invenzione, tutta italiana, permette infatti di separare l’acqua dall’olio senza ricorrere a detergenti chimici o ad altri sistemi basati su centrifughe e filtri con alti costi di gestione e di smaltimento. Inventore del nuovo metodi è l’imprenditore barese, Michele Sanseverino. Il “marchingegno” che separa nettamente l’acqua dall’olio si basa sulle caratteristiche fisiche dei fluidi e potrà avere varie applicazioni industriali tra le quali quella importantissima di poter pulire il mare dalle chiazze d’olio provenienti da petroliere, industrie, piattaforme petrolifere, senza ricorrere a sostanze chimiche che tanti danni causano all’ecosistema marino. Fonte Ansa

La pulcinella di mare è uno degli abitanti più simpatici e buffi delle scogliere. La pensano così anche gli ornitologi inglesi che hanno segnalato con preoccupazione la rapida diminuzione delle pulcinelle a Farnie Islands, sulle coste britanniche. La diminuzione della colonia è stata di oltre un terzo degli esemplari negli ultimi cinque anni e ha portato i naturalisti a prendere una decisione drastica: attaccare agli uccelli un sensore GPS. Il sensore, con la forma di un piccolo rocchetto di filo, viene incollato tra le piume dei volatili senza alcun rischio per l’incolumità delle pulcinelle. Grazie ai “rocchetti” sarà possibile mappare gli spostamenti della colonia, individuando i cambiamenti di rotta e i motivi che spingono questi uccelli ad abbandonare le scogliere inglesi. Ma non solo. I sensori sono anche dotati di termometro, per permettere ai ricercatori di monitorare la temperatura dell’acqua, valutando l’impatto dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale nelle rotte toccate dalle pulcinelle.

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18 Notiziario del mare

Tempi duri per le praterie di posidonie

di Chiara Angeloni

Un lago nel deserto

di Chiara Angeloni

Il più grande lago artificiale della Terra, con una superficie dieci volte il Lago di Garda, sarà creato nel deserto del Karakum in Turkmenistan. Lo scopo di questa straordiaria impresa, voluta dal presidente Saparmurat Niyazov, è quello di creare un bacino d’acqua

che aiuti a combattere la siccità e permetta la coltivazione di grano e cotone. Il lago verrà realizzato in circa 20 anni per un costo di 4 miliardi e mezzo di dollari. L’area che verrà resa fertile si estende su 4000 chilometri quadrati e l’invaso conterrà 132 chilometri cubi di

acqua. Una volta terminata e resa produttiva, la faraonica impresa dovrà però affrontare il problema della salinizzazione del terreno e l’inquinamento delle acque che verranno scaricate nell’ Amu Darya il fiume che alimenta gli acquedotti di molte città.

Uno studio condotto dalla University of Maryland Center for Environmental Science, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, afferma che il 58% delle praterie marine di posidonie versa in uno stato preoccupante. A preoccupare è soprattutto la velocità di depauperamento che porterà gravi rischi per gli ecosistemi costieri.Le Posidonie sono piante marine molto importanti per l’ecosistema costiero perchè offrono l’habitat ideale per molti organismi marini e

svolgono un’azione protettiva nei confronti del litorale. La più famosa è la Posidonia oceanica che poppola anche i fondali sabbiosi del Mediterraneo. Il depauperamento di queste piante marine avrà conseguenze indirette anche per l’attività di pesca in quanto le praterie costituiscono anche una sorta di allevamento per gli avannotti delle specie ittiche. I ricercatori americani si sono basati su 215 studi e 1800 registrazioni effettuate dal 1879 ad oggi e sono giunti alle conclusioni

che la riduzioni delle praterie di poseidonie che nel 1940 era dell’ordine dell’1% all’anno, dal 1990 in poi ha viaggiato ad un ritmo del 7% all’anno, stessa percentuale che riguarda anche la riduzione delle barriere coralline e delle foreste pluviali. Le cause del degrado, secondo i ricercatori, sono da ricercarsi principalmente nella forte antropizzazione delle coste, nel rafforzamento artificiale delle linee di costa e nel declino delle risorse naturali.

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Grandi festeggiamenti hanno accolto la decisione dell’Unesco di dichiarare le Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il loro “eccezionale valore universale”. Questa incredibile catena montuosa, uno dei panorami montuosi più belli del mondo, si sviluppa nelle provincie Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine e deve il proprio nome al geologo francese De Dolomieu che per primo le studiò. Le Dolomiti sono chiamate anche “Monti pallidi” per il loro colore chiaro dovuto al depositarsi nel corso di milioni di anni di conchiglie, coralli e vegetazione marina. Dove oggi si può ammirare questo paesaggio montuoso, meta ambita da escursionisti e sciatori, nell’antichità c’era un mare tropicale con barriere coralline come quelle australiane e spiagge come quelle delle Bahamas. Cortina d’Ampezzo ad esempio era una “fossa marina”, territorio di caccia per spaventose creature marine come gli ittiosauri. A testimonianza di questo passato, ad Ortiseu sono stati trovati i resti di un ittiosauro di 5 metri, il grande Ittiosauro del Monte Seceda.

Dolomiti,montagne di conchiglie

di Claudio Gallucci

L’elefante marino e i cambiamenti climatici

di Chiara Angeloni

Un team internazionale di ricercatori esperti di cambiamenti climatici, di cui fa parte anche Carlo Baroni dell’università di Pisa, ha pubblicato su PLoS Genetics un articolo che dimostra come le popolazioni di elefanti marini Mirounga Leonina nel passato siano riusciti ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici. Il team di studiosi, con a capo il professor Rus Hoelzel dell’università di Durham in Gran Bretagna, ha scoperto attraverso comparazioni del Dna che quando il ghiaccio 8.000 anni fa si ritirò nel Mare di Ross gli elefanti marini del sud occuparono un nuovo habitat e vi stabilirono una fiorente popolazione. Questi animali si sono dimostrati adattabili ai cambiamenti climatici, alle diverse fonti di cibo traendo vantaggio dalla loro espansione. Quando l’abbondanza è scomparsa, probabilmente con il ritorno dei ghiacci, il loro numero è letteralmente collassato e sono stati obbligati a ritornare nei siti precedenti. La colonia di elefanti marini delle Maquarie ad esempio, distante 2.500 chilometri dalla baia di Ross, si pensa si sia formata in

seguito al ritorno, 7.000 anni dopo, di un piccolo gruppo di individui. Èchiaro dunque che l’habitat ha una grossa influenza sulla naturale variazione della popolazione come pure sulla biodiversità. Per capire come la biodiversità sia generata e mantenuta nel tempo i ricercatori dovranno comprendere il processo attraverso il quale le popolazioni si formano e divergono. Dai dati sul Dna degli esemplari fossili i ricercatori hanno constatato che gli elefanti marini si sono rapidamente adattati probabilmente grazie ad un’ampia disponibilità di risorse alimentari. Obiettivo di questo studio è tracciare le possibili tendenze dell’estinzione di alcune popolazioni animali attraverso dinamiche storiche e capire quali possano essere nel futuro le implicazioni ambientali del cambiamento climatico in corso. Solo così sapremo come calibrare gli sforzi per ridurre i cambiamenti indotti dall´impatto delle attività umane.

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20 Notiziario del mare20

Energie rinnovabili non... per caso

di Claudio Gallucci

Gli appassionati di viaggi e di mare conoscono bene Syusy Blady e Patrizio Roversi autori di trasmissioni che propongono il loro modo veramente inconsueto di vedere il mondo. In “Velisti per caso” la coppia ad esempio ha viaggiato per mare con la barca a vela Adriatica, uno slop di 21 che ora, grazie alla collaborazione con Enel, sta diventando sempre più ecologico. Con l’iniziativa “Energia in barca”, sul veliero che già da tempo è attrezzato per una navigazione nel rispetto dell’ecosistema marino, sono stati installati dispositivi che utilizzano vento e sole quali fonti di energia rinnovabile. Con l’uso di pannelli solari, pale eoliche e turbine a trascinamento la barca quindi può dirsi ora completamente autosufficiente per quanto riguarda la produzione di energia, tra l’altro ad “impatto zero”. Per presentare l’iniziativa “Energia in barca” sono stati invitati a bordo numerosi studenti delle scuole medie e superiori e ci sono stati incontri con esperti dell’Enel sul tema dell’energia e del risparmio energetico.

La Balena della Val di Zena

di Stefania Andreetto

Nella Val di Zena, una piccola vallata della provincia di Bologna percorsa dall’omonimo torrente, nel 1965 è stata ritrovato lo scheletro di una balenottera di 9 metri di lunghezza risalente a circa 2 milioni di anni fa, nel Pliocene. Dove oggi troviamo colline e valli fiorite, in antichità c’era il mare. Per questo motivo la Val di Zena è considerata una delle zone archeologiche e paleontologiche più importanti di Italia.Le note curiose risalenti al ritrovamento ci dicono che nei sedimenti che inglobavano le ossa della balena sono stati raccolti diversi macrofossili, tra cui soprattutto lamellibranchi (veneridi, ostreidi, pettinidi in prevalenza della specie Amussium cristatum), gasteropodi (Ficus e scafopodi del genere Antalis). Appena 20 cm sotto lo scheletro della balena è stata rinvenuta una spina caudale di Batoideo (pesce della famiglia delle Torpedini e delle Razze) ad ulteriore testimonianza della presenza di altri vertebrati marini trasportati dalle correnti. Accurati studi hanno messo in evidenza che lo scheletro della

balena in questione presenta numerose incrostazioni di ostree aderenti alle ossa, specialmente a livello delle mandibole e delle vertebre. Questo particolare sta ad indicare la presenza di un ambiente marino costiero o comunque poco profondo e ha fatto supporre che il cetaceo si sia spiaggiato e sia stato ricoperto molto lentamente dai sedimenti. La costa e il basso fondale del resto hanno inoltre protetto la balena dagli attacchi dei predatori. Per chi volesse vedere e saperne di più, lo scheletro del Cetaceo fossile è attualmente esposto nel Museo di Geologia e Paleontologia “Giovanni Capellini” dell’Università di Bologna.

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L’amore tra pesci preistorici

di Chiara Angeloni

Il recente ritrovamento di un fossile di pesce placoderma con un embrione di 5 centimetri in grembo stravolge la tesi finora ritenuta valida secondo la quale fossero stati gli squali, 340 milioni di anni fa, ad aver aperto le vie alla procreazione attraverso un rapporto sessuale. Prima di questa scoperta infatti si pensava che i primi pesci si fossero riprodotti con una fecondazione esterna, ossia con la femmina che depositava le uova all’esterno e il maschio che le fecondava. Il fossile di placoderma rinvenuto da un gruppo di ricercatori australiani del Victoria Museum di Melbourne risale invece a circa 350-380 milioni di anni fa. Inizialmente i ricercatori credevano che la protuberanza notata nel fossile, protuberanza che ha portato alla scoperta, fosse dovuta alle ossa del pesce di cui il placoderma si era cibato prima di morire. La ricercatrice Zerina Johanson del London’s Natural History Museum, in collaborazione con altri colleghi, ha messo in discussione questa interpretazione spostando con sicurezza

indietro nel tempo, la data della scoperta del sesso nei vertebrati. I meccanismi di fecondazione animale si sono quindi evoluti molto più velocemente di quanto si pensasse. La dottoressa Johanson ritiene che questo fosse il metodo riproduttivo più diffuso tra questi pesci preistorici e non esclude che la cosa possa aver riguardato anche altre specie. Il fossile di pesce ritrovato il cui nome scientifico è Incisoscutum ritchiei risale al periodo Devoniano, e appartiene a un gruppo di animali preistorici conosciuti come Placodermi, una classe completamente estinta di vertebrati simili ai pesci moderni. I placodermi erano pesci dentati con la testa e parti del corpo coperti da una specie di corazza ossea molto sviluppata nella regione craniale e in quella toracica. Le due parti erano articolate tra loro in modo da permettere il movimento della parte superiore della testa, probabilmente per favorire l’apertura della bocca.

Oltre alla biodiversità, il mare è ricco anche di tesori rimasti sui fondali in seguito all’affondamento di navi antiche con il loro prezioso carico. A queste ricchezze si sta interessando il governo spagnolo che ha deciso di effettuare una mappatura dei suoi fondali per individuare tutti i relitti e tentare, dove possibile, delle operazioni di recupero. L’interesse si concentra soprattutto sui galeoni spagnoli che in epoca coloniale trasportavano grandi quantità di oro e argento verso la madre patria. La Marina Spagnola stima che in acque territoriali si celi una quantità di oro e argento pari a 100 miliardi di euro. A quanto pare la Spagna con questo piano di mappatura sta cercando di prevenire episodi come quello che si è registrato nel 2007 quando la nave statunitense Odissey Marine Explorer recuperò dal relitto di un galeone spagnolo monete d’oro e d’argento per un valore di 400 milioni di euro. La Spagna è tuttora in causa con gli USA per recuperare quel tesoro. Fonte Ansa

La Spagna recupera i tesori delle sue acque

di Chiara Angeloni

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22 Notiziario del mare

Estate 2009: nuove regole per la sicurezza in mare

di Stefania Andreetto

Mare sotto controllo a Punta Campanella

di Claudio Gallucci

Per evitare incidenti in mare, dopo l’acqua-velox introdotto dalla scorsa estate, gli uomini delle Capitanerie e della Guardia Costiera potranno servirsi anche dell’etilometro. In attesa che venga formulata una vera e propria legge che stabilisca il limite del tasso alcolico oltre il quale deve scattare la contestazione al diportista, la Capitaneria di Porto si sta servendo del decreto Milleproroghe (febbraio 09) che stabilisce una sanzione fino a 8 mila euro per chi viene trovato a condurre una imbarcazione in

stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe. Ma questa non è che una delle novità introdotte nel codice di sicurezza del mare che viene aggiornato regolarmente in base alle nuove problematiche sulla fruizione del mare da parte di diportisti, subacquei e bagnanti. Nuove norme di sicurezza riguardano la condotta a bordo di moto d’acqua e kite-surf e l’obbligo dell’uso della cintura di sicurezza (esteso anche al windsurf). Quest’anno sono state introdotte anche novità riguardanti gli acqua-scooter, per i quali è

obbligatorio il possesso di patente nautica, quella per i natanti entro 12 miglia anche in caso di semplice noleggio. Molte le novità anche per i sub e i centri diving che hanno l’obbligo di dotazione di una luce gialla lampeggiante per le immersioni notturne per i sub, bombole di riserva (10 litri per ogni 5 sub imbarcati) a bordo delle imbarcazioni che li accompagnano, obbligo di presenza a bordo di persona abilitata al primo soccorso subacqueo. Nuove regole anche per quanto riguarda i controlli della velocità (massimo 10 nodi davanti alle coste, a mille metri dalle spiagge; 3 se si imbocca un porto) e del rispetto delle distanze di sicurezza per la salvaguardia dei bagnanti. Le novità da leggere bene prima di avventurarsi per mare sono raccolte su http://www.guardiacostiera.it/

Allarme rientrato nella Riserva Naturale Marina di Punta Campanella dopo che in seguito a segnalazioni giunte al numero verde l’Area Marina aveva chiesto all’ARPAC ed alla Regione Campania di verificare lo stato di salute del mare da Vico a

Massa. Le analisi effettuate hanno stabilito che tutti i parametri microbiologici e chimici sono nella norma. La superficie della riserva che comprende un tratto di costa lungo il quale spiccano tra le altre Sorrento, Positano, Massa Lubrense e Vico Equense è uno

splendido e continuo susseguirsi di insenature ed anfratti con falesie e pareti che degradano verso il mare e fondali che costituiscono un vero paradiso per gli amanti delle immersioni subacquee. Sebbene l’allarme sia rientrato il presidente del Parco non abbassa la guardia e così nonostante la crisi economica e i tagli di bilancio ha deciso di riattivare il servizio “spazzamare” che rimuove i rifiuti superficiali del mare e raccomanda a cittadini e turisti di segnalare situazioni critiche al numero verde 80032505.

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Pesci in viaggio

di Claudio Gallucci

Gli oceani del pianeta Venere

di Chiara Angeloni

La sonda dell’Esa Venus Express fra il maggio 2006 e il dicembre 2007 ha ripreso oltre un migliaio di immagini del pianeta Venere con particolari fotocamere all’infrarosso. Si è così riusciti a completare la prima mappa della superficie dell’emisfero meridionale

di Venere. I dati ottenuti, che contengono anche indicazioni sulla composizione chimica delle rocce venusiane, confermano l’ipotesi che in passato gli altopiani di Venere fossero continenti circondati da oceani. Un tempo dunque il pianeta doveva essere

simile alla Terra con un sistema di tettonica a placche, vulcani e oceani di acqua. Sebbene l’acqua sia scomparsa è però possibile che sia ancora presente attività vulcanica, caratteristica che anche oggi condivide con il nostro pianeta.

Di questi tempi non sono solo gli umani a spostarsi da un continente all’altro ma anche alcune specie animali viaggiano, i pesci ad esempio. Ci riferiamo alle “specie aliene” presenti nei nostri mari, specie non autoctone provenienti da ambienti più caldi che si adattano alle temperature sempre più miti delle nostre acque. Questa sorta di globalizzazione ittica ha diverse cause, prima di tutte l’apertura del Canale di Suez che ha fatto incontrare mari una volta non collegati, ma anche il

commercio di pesci esotici e lo scarico delle acque di zavorra delle navi a creare molti problemi. Secondo un recente rapporto del WWF, diffuso in concomitanza con l’incontro dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) tenutosi a Londra, sono ben 7000 le specie marine che viaggiano tra i mari di tutto il mondo. Secondo il rapporto l’84% delle 232 ecoregioni marine considerate dal Wwf come le zone con la maggiore biodiversità sono contaminate da specie invasive. Il rapporto descrive in

maniera precisa almeno 24 casi in cui sono state diffuse specie aliene infestanti in seguito allo scarico delle acque di zavorra delle navi. Un esempio è la medusa pettine del Nord America che ha sostituito le acciughe del Mar Nero e il granchio guantato cinese che si è insediato nel Nord Atlantico. Per risolvere il problema delle specie aliene che provocano danni per miliardi di dollari è stata formulata una convenzione per il trattamento delle acque di zavorra che dovrà essere firmata da tutti gli stati interessati.

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2424 Dossier

a cura di Chiara Angeloni

L’allevamento del tonno rosso in Mediterraneo

> Il tonno rosso ha avuto un’importanza fondamentale nel bacino del Mediteraneo fin dai tempi antichi. Lo sfruttamento di questa importante risorsa ittica era già praticato ai tempi della civiltà micenea e cretese e con i Fenici divenne una vera e propria attività economica. Il primo allevamento commerciale di tonno è nato in Spagna, a Ceuta, nel 1985, e si basava sulla cattura di individui nel periodo post riproduttivo attraverso l’uso di tonnare fisse e con l’ausilio di un attrezzo simile ad una grande sciabica da spiaggia che raccoglieva i pesci verso la riva. A differenza di spigole e orate, per il tonno non si può parlare di una vera e propria acquacoltura in quanto non viene riprodotto e fatto crescere in cattività ma soltanto ingrassato per un periodo relativamente breve in grandi gabbie e reti galleggianti, alfine di aumentarne il contenuto di grasso e raggiungere gli standard desiderati dal mercato giapponese.La stabulazione e l’alimentazione somministrata permettono infatti al tonno di ripristinare il grasso perso durante il periodo riproduttivo. Nonostante l’idea della stabulazione sia nata dall’uso delle tonnare fisse, oggi in Mediterraneo la cattura dei tonni per l’allevamento si basa sull’uso di imbarcazioni e tonnare volanti che con importanti investimenti si sono dotate di tecnologie sempre più sofisticate, come il sonar, ad esempio, che permette di individuare i pesci in profondità. Una volta che il branco di tonni viene avvistato viene calata la rete verticalmente a poppa; un piccolo battello ne trattiene un’estremità mentre un battello di maggiori dimensioni compie un circolo e tira l’altro capo ricongiungendosi con

il battello piccolo circondando il branco. Quando la cattura dei tonni è finalizzata all’allevamento la lima dei piombi viene chiusa sul fondo mentre i galleggianti sono recuperati cosicchè i tonni possano continuare a muoversi liberamente in attesa che arrivi la gabbia di trasporto. Cattura e trasporto sono fasi delicate e la proccupazione maggiore è ridurre al minimo lo stress dei pesci che si devono abituare alla cattività e all’alimentazione somministrata.Il trasporto avviene in una gabbia galleggiante accostata alla rete della tonnara volante che vengono messe in comunicazione da operatori subacquei. I tonni passano, non senza difficoltà, dalla rete alla gabbia, e quindi vengono trasportati all’impianto di acquacoltura con un rimorchiatore. Sebbene il trasferimento provochi stress negli animali, i tonni si sono rivelati rapidamente adattabili e la mortalità che si registra è piuttosto bassa. In Mediterraneo sono praticate due tipologie di allevamento del tonno rosso, una che prevede l’allevamento in gabbia di giovanili di tonno fino ai 2/3 anni d’età, portata avanti quasi esclusivamente in Croazia, e l’altra, il “fattening”, che mantiene in gabbia gli animali da alcuni giorni fino a massimo sette mesi esclusivamente per aumentarne il contenuto di grassi. Le flotte con il maggior numero di imbarcazioni in Mediterraneo sono Spagna, Croazia, Francia, Italia e Turchia. La stagione di allevamento comincia con l’inizio della stagione di pesca e dura circa tre mesi. Le taglie dei tonni variano in base ai paesi e agli impianti, la taglia media è di circa 100-200 Kg ma fanno

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eccezione i tonni croati che variano tra gli 8 e i 25 Kg. La tecnologia di allevamento più utilizzata in Mediterraneo è costituita da gabbie galleggianti circolari le cui dimensioni variano dai 30 ai 90 m con una profondità tra i 15 e i 20 m. All’interno delle gabbie i tonni sono alimentati da una a tre volte al giorno con piccoli pesci pelagici congelati. I pasti sono supervisionati da un subacqueo presente in gabbia che segnala quando i pesci danno segno di sazietà. Sulla qualità dell’alimentazione si basa la pregiatezza della carne e in questo caso la somministrazione del pesce congelato, controllato e garantito, evita possibili rischi di contaminazione. Durante l’allevamento la mortalità del tonno va dall’1 al 5%. Requisito fondamentale per la loro sopravvivenza è la scelta del sito di istallazione delle gabbie.Una diminuzione della temperatura dell’acqua, della salinità dovuta a masse d’acqua fluviale e detriti in sospensione rappresentano gravi minacce alla sopravvivenza degli animali. Non esiste un periodo prestabilito per la mattanza, o “harvesting”, che avviene in base alle richieste del mercato. L’operazione, lunga e delicata, è limitata a pochi individui alla volta per evitare stress negli altri animali e prevede l’immersione di una rete all’interno della gabbia verso la quale gli operatori subacquei dirigono i tonni scelti. La rete viene poi chiusa e tirata in superficie. Per i tonni più piccoli invece si adotta un metodo australiano che consiste nel calare la rete e racchiudere i tonni in uno spazio delimitato. Poi personale subacqueo esperto con un movimento

rapido prende i tonnetti per la coda e li trasferisce in una diversa struttura galleggiante. In entrambi i casi l’harvesting è portato a termine da professionisti in grado di minimizzare lo stress agli animali garantendo loro una morte veloce. Le caratteristiche della carne di tonno variano in base a specie, sesso e stagione di pesca e la più apprezzata è quella con maggior accumulo di grasso. La percezione della qualità di questa carne è soprattutto un fatto culturale ma il mercato del tonno lo decide il Giappone, primo paese al mondo per consumo, e il mercato di Tsukiji dove un tonno medio (150kg circa) può valere fino a 30.000 euro. Prima dello sviluppo degli allevamenti il mercato proponeva un tonno di altissima qualità (catturato prima della riproduzione stagionale) e un tonno più economico. Adesso, invece, l’allevamento rende più ampia l’offerta in un mercato in cui aumenta, vuoi per moda vuoi per una globalizzazione della cucina, anche la richiesta di tonno di qualità per le preparazioni giapponesi di sushi e sashimi.

Fonte: Francesca Ottolenghi, Sandro Cerasi, “Il Tonno Rosso nel Mediterraneo Biologia Pesca Allevamento e Gestione”. Unimar. Roma 2008.

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26 Speciale

>I valori e i principi delle Olimpiadi si sono tuffati anche quest anno nel “Mare Nostrum” per dare vita alla sedicesima edizione dei Giochi del Mediterraneo. Ad ospitare la manifestazione ha pensato proprio l’Italia, componente di diritto tra le nazioni partecipanti, che ha offerto come scenario la città di Pescara e altri luoghi dell’Abruzzo, nelle province di Teramo, L’Aquila e Chieti.

L’invenzione dei Giochi del Mediterraneo si deve a un egiziano, Mohamed Taher Pasha. Medico, politico e grande uomo di sport, Pasha credeva fortemente che i principi della fratellanza e della sana competizione attraverso l’attività sportiva potessero dare un aiuto fondamentale al difficile processo di pacificazione di un’area così calda come quella mediterranea. Per questo nel 1951, dopo aver avuto l’approvazione dal Comitato Olimpico, Pasha ha dato vita alla prima edizione dei Giochi, scegliendo come sede il suo paese, l’Egitto, nella città di Alessandria. Dal 15 al 20 ottobre di quell’anno 734 atleti, tutti maschi, provenienti da 10 nazioni di 3 continenti diversi, iniziarono la lunga storia dei Giochi. Sin dalla prima edizione il simbolo scelto ha voluto rappresentare questa unione di popoli. Diversamente dai cinque cerchi olimpici il simbolo dei Giochi del Mediterraneo ne presenta tre, rappresentanti l’Africa, l’Asia e l’Europa, i tre continenti che si affacciano sul bacino. I cerchi, inoltre, sono su

sfondo blu e sono leggermente mossi nella parte basse come a simboleggiare il loro appoggiarsi dolce sul mare.

Da qui inizia una lunga storia. La seconda edizione si tenne a Barcellona, nel 1955, e con essa la tradizione di disputare i Giochi una volta ogni quattro anni, sempre l’estate prima delle Olimpiadi. La tradizione è cambiata nel 1993, dai Giochi della Languedoc-Roussillon, che si sono svolti, come tutti i successivi, l’anno successivo all’Olimpiade.

L’Italia ha ospitato tre volte i Giochi del Mediterraneo, compresa l’ultima, scegliendo in passato le splendide cornici di Napoli prima (1963) e Bari poi (1997). Si tratta della nazione che vanta più edizioni, seguita dalla Spagna e dalla Tunisia che hanno ospitato due Giochi a testa. Fanno parte del Comitato ben 23 nazioni, di cui due, curiosamente, non si affacciano sul mare. Si tratta delle “piccole” d’Europa, San Marino e Andorra.Non partecipano, invece, Israele e Palestina, in quanto una norma dei Giochi prevede che i due paesi possano entrare a fare parte dei partecipanti solo contemporaneamente e non uno senza l’altro, rendendo prioritario il reciproco riconoscimento.

I Giochi del Mediterraneoa cura di Filippo Taddia

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a cura di Fiorella Ferretti

Quasi superfluo dire che ai Giochi del Mediterraneo a farla da padrone sono le discipline in acqua.Sono ammesse la pallanuoto, i tuffi da diversi trampolini, il nuoto, il nuoto sincronizzato e la vela.Sono ammesse inoltre diverse discipline olimpiche “di terra” più il Karate presente soltanto ai Giochi e non alle Olimpiadi.

I Giochi di PescaraI Giochi del Mediterraneo 2009 si sono aperti, come d’obbligo, con una commossa celebrazione dell’Abruzzo, che poco prima dell’inizio della manifestazione è stata così drammaticamente sconvolta dal sisma. La cerimonia di apertura, curata da Marco Balich, ha reso onore ai valori dei Giochi, come la lealtà e lo spirito di sacrificio, partendo dagli uomini che si sono sacrificati per gli altri nei momenti del terremoto, con un ricordo particolare ai ragazzi dell’Aquila Rugby. Poi, in un vortice di luci e colori, si è cominciata la festa, giocata sulla poesia e l’arte di Gabriele D’Annunzio, recitato da Alessandro Haber.Dal 27 giugno sono iniziate le gare che hanno visto l’Italia riportare straordinari successi. 176 le medaglie vinte e primo posto nel medagliere, davanti a Francia e Spagna.Di particolare rilevanza l’impresa di Federica Pellegrini che il 27 giugno ha stabilito nella vasca

pescarese il record del mondo dei 400 stile libero. Ottima anche la prova per la nazionale di calcio, sconfitta soltanto in finale dalla Spagna con una sfortunatissima autorete al 94°. La manifestazione, che si è conclusa con un altrettanto spettacolare sfilata degli atleti per le vie della città il 6 luglio, ha fatto segnare un record di pubblico.E ha segnato un piccolo miracolo, quello della gente abruzzese che nonostante tutto ha insistito coriacemente per avere la manifestazione che tanto aveva preparato.

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città del Tirreno, paragonabile ad Amalfi, Gaeta o Sorrento, divenne in pochi decenni uno dei centri culturali e di potere di tutta la penisola. Agli Angioini si deve, due secoli dopo, la costruzione di uno dei simboli della città, il Castel Nuovo o Maschio Angioino (vedi box).Nel 1422 Napoli diventa aragonese e poi, nel 1501, iniziano i due secoli di dominazione spagnola. Nel 1700 tocca all’Austria, per pochi anni, controllare la città prima della dominazione borbonica che la esalta al livello di Parigi tra le capitali europee.

Una storia così controversa, fatta di conquiste, ha reso Napoli una città varia, colorita e ricca di strutture difensive. Varrebbe davvero la pena un

In rotta verso

> “Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli” Curzio Malaparte, La PelleNavigando fra le grandi città costiere non poteva certo mancare un approdo alla più grande, la più allegra, la più romantica di queste: Napoli. Che è, allo stesso tempo, quella più difficile da spiegare con le parole. Napoli è, prima di tutto, una città che avuto mille imperatori ma nessun padrone. Pungente e severa con tutti coloro che l’hanno “posseduta” Napoli, e i Napoletani ovviamente, ha saputo accogliere senza fondersi, accettare rimanendo fieramente se stessa.La storia della città è, infatti, antichissima.Si parte da prima di Cristo, dove la colonia greca di Cuma fondò la città di Partenope, che diventò poi Palaepolis (Città Vecchia) e con la rifondazione delle mura, nel V sec a.C., finalmente Neapolis, la “città nuova”. Ma è dal Medioevo in poi che la storia di Napoli si unisce alla storia d’Italia acquisendo un interesse straordinario.Nel 1266 gli Angioini conquistano tutto il Mezzogiorno, insediando la capitale a Napoli. Grazie a Carlo II quella che allora era una delle tante

Le città del mare: Napoli

a cura di Filippo Taddia

Il Maschio Angioino, o Castel Nuovo, domina la splendida Piazza del Municipio ed è considerato uno dei principali simboli di Napoli. Costruita da Carlo d’Angiò la fortezza è stata curata ed amata da tutti i sovrani di Napoli, che ne hanno fatto nei secoli il centro della loro corte. La splendida struttura eretta sul mare ospita oggi l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

IL MASChIO ANGIOINO

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giro per la Napoli dei castelli. Oltre al Maschio Angioino, di cui già abbiamo parlato, sono altri quattro i castelli ancora intatti che hanno difeso una città esposta per secoli alle insidie del mare e della terra. Sono il Castell dell’Ovo, il Castel Capuano, il Castel Sant Elmo e il Castello di Nisida. Queste strutture, tutte situate nel centro storico tranne l’ultima, raccontano di una Napoli arroccata, difensiva. Una delle anime della città, ma sicuramente non la principale. Il centro storico della città partenopea è stato definito “museo a cielo aperto”, tanto da entrare a fare parte delle bellezze mondiali protette dall’UNESCO.Sono tanti i luoghi da visitare, e un giorno o un weekend non bastano per conoscere la città nella sua pienezza.Merita una visita, per esempio, il Duomo, con l’adiacente Cappella dei Tesori di San Gennaro, dove ogni anno si assiste al miracolo della liquefazione del sangue del Santo, tanto venerato dai napoletani. Nei pressi del Duomo, nel periodo natalizio, si sviluppano i mercatini, dove a farla da padrone sono le statuine del presepe fatte a

mano, raffiguranti non solo pastori e Re Magi, ma anche personaggi famosi, uomini politici e, immancabilmente, grandi calciatori del Napoli.Altro luogo di incontro e di vita cittadina è la famossissima e bellissima Piazza del Plebiscito sulla quale si affaccia il Palazzo Reale voluto dai signori spagnoli durante il loro dominio. Una città che si estende sopra, sotto (vedi box) e verso il mare. In alto l’imponente Vesuvio, il gigante sonnacchioso che i napoletani temono e amano allo stesso tempo.In basso il lungomare, punto amato dagli scrittori, dai poeti e dagli artisti, fonte di ispirazione per i musicisti che hanno inventato e reso celebre nel mondo la canzone melodica napoletana.

Napoli è doppia. L’estensione sotterranea della città è infatti circa equivalente all’estensione visibile. Si tratta di un complesso sistema di cunicoli, utilizzato un tempo per il rifornimento di acqua potabile con un gran numero di cisterne di età romana. Nel sottosuolo della città si trovano anche diverse catacombe, risalenti anch’esse all’epoca romana.

NAPOLI SOTTERRANEA

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In rotta verso30

Il tratto di lungomare più famoso è probabilmente il Lungomare Caracciolo, compreso tra Mergellina e Santa Lucia. Qui, a fianco del porto turistico che collega a Napoli tutte le città del Golfo, si trova l’approdo dei piccoli e grandi pescherecci che ogni giorno riforniscono le pregiatissime pescherie della zona.A ovest la città di Napoli e divisa da quella di Pozzuoli dallo splendido promontorio di Posillipo. In questo luogo di rara bellezza sorgeva un tempo una grande villa romana che da il nome a tutta la zona e dalla quale è possibile godere di un panorama unico. Si gode della vista delle grandi e dolci distese di tufo che scendono verso il mare da un lato e di tutta la città dall’altro, in un insieme unico nel suo genere che rende Posillipo una vera e propria perla del Mediterraneo.

Altra perla è il Golfo di Napoli.Si affacciano sul Golfo le isole di Ischia, Procida e Capri mentre nelle sue propaggini più estreme si incontrano località turistiche molte note agli innamorati, su tutte Sorrento e Amalfi.Proprio per questo viene proposto oggi un itinerario

sentimentale nell’area vesuviana, tra Portici, Ercolano e Torre del Greco. Un progetto regionale che si propone di fare conoscere i centri storici, le chiese, i grandi siti archeologici e le bellezze turistiche. Senza dimenticare i sapori e le specialità gastronomiche. Tema centrale della visita sono le Ville Vesuviane complessi architettonici che uniscono storia e leggenda. Gli studiosi hanno contato circa 120 ville in tutto il territorio anche se il censimento risulta difficile perché molte sono distrutte o profondamente modificate. Si tratta di un fenomeno unico di insediamento urbanistico, che un tempo caratterizzava il territorio.

Napoli sul web. Per conoscere dove alloggiare e cosa

visitare a Napoli e dintorni consiglio il sito www.napoli-

in.com, che propone itinerari di diversa lunghezza

per i soggiorni in città. Per conoscere la tradizione, la

cultura e la musica della città vale la pena visitare www.

sottoilvesuvio.it, sito che ripercorre la storia della città

attraverso il ricchissimo bagaglio di folklore che la

contraddistingue.

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Punti di vista

> Meduse? Barchette di San Pietro? Invertebrati? Chi siamo? In pochi ci conoscono, molte sono le “leggende” che si raccontano di noi, molti i falsi allarmismi che ci inseguono. Siamo le Velelle.Inutile spiegare scientificamente chi o cosa siamo, è troppo difficile. Ci piace immaginarci come un mistero, uno dei tanti che popolano il nostro mare. La nostra fisionomia (assomigliamo a barche a vela dal colore blu) ha contribuito a farci chiamare “Barchette di San Pietro”. Ci muoviamo in branco, siamo milioni e ci facciamo trasportare dalle onde che, come ci fanno nascere, ci portano anche a morire. Ogni anno, almeno una volta, ci avviciniamo alle coste. Una macchia scura fa gridare all’ “invasione di meduse”, articoli di giornale, servizi televisivi fanno riemergere ombre sull’inquinamento delle acque, sul surriscaldamento terrestre, sullo scioglimento dei ghiacci e su una prossima ma imminente vendetta della Natura contro il progresso degli uomini. Noi, completamente ignare di tutto questo, ci facciamo trasportare dalle onde, consce che, prima o poi, incontreremo una spiaggia e la nostra fine. Ebbene sì, noi, piccoli celenterati della famiglia degli “idrozoi”, non facciamo male a nessuno, non siamo neanche urticanti e quindi non diamo fastidio.Quando raggiungiamo la riva si parla di un vero e proprio “spiaggiamento” e di lì a poco si mette in moto una macchina di storie, di racconti, di sensazioni, di idee nuove ma anche di azioni.I bagnini si mettono le mani nei capelli, perché il lavoro di pulizia degli arenili diventa molto pesante e costante per qualche giorno.

I gestori degli stabilimenti balneari fanno i conti sulle giornate di lavoro perse dovute alla “sporcizia” e al forte odore che emaniamo dal momento in cui maceriamo in spiaggia.I bagnanti si affacciano curiosi dalle passeggiate per assistere a questo evento singolare, pensando a cosa potremmo essere, temendo che la loro estate sarà compromessa da questa invasione. I bambini corrono a prenderle e si convincono di avere un potere soprannaturale: quello di essere immuni al tocco urticante di una “medusa”. I pescatori corrono sulle loro barche o sui moli, armati della loro attrezzatura migliore perché, dietro ad ogni nostra spiaggiata, si nasconde una pesca floridissima dovuta ai numerosi pesci che si avvicinano al branco per nutrirsi.Arriviamo alla sorpresa finale, noi Velelle, o comunemente dette “Barchette di San Pietro” siamo indice di acque pulite, inoltre, da quando il controllo dei nostri mari è diventato più serrato, ci moltiplichiamo a dismisura e la nostra presenza è cresciuta proprio in virtù di questo fatto. Alla faccia di tutte le cose brutte che dicono di noi!

Velelle...queste sconosciute

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a cura di Fiorella Ferretti

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> Il problema dell’erosione costiera è un fenomeno tangibile lungo il Mediterraneo. Le cause sono molteplici, prima fra tutte l’antropizzazione delle coste con la rimozione dei ripari naturali quali dune e relativa vegetazione costiera, la realizzazione di porti e canali che modificano il regime delle correnti litoranee e soprattutto l’estrazione di ghiaia e la conseguente modifica degli alvei fluviali dai quali proviene la maggioranza del materiale che poi diventerà nuova spiaggia.L’esigenza di lasciare qualche metro di sabbia per le attività balneari ed impedire l’allagamento di strutture turistiche troppo spesso edificate nelle immediate vicinanze degli arenili, ha portato alla realizzazione di barriere artificiali a protezione della spiaggia.Le barriere artificiali si possono notare ovunque lungo le coste della nostra penisola e, nonostante siano per ora la maniera più efficace per ridurre il fenomeno, hanno contribuito irrimediabilmente all’alterazione del territorio con un elevato impatto negativo dal punto di vista paesaggistico.Riducendo notevolmente il moto ondoso infatti favoriscono la stagnazione delle acque con una modifica nella tessitura dei sedimenti a favore delle particelle più fini con l’accumulo di argilla e fango sul fondale. Questo, in alcuni casi, ha una conseguenza sulla comunità biologica sfavorendo le specie residenti a favore di altre alloctone, specialmente per quanto riguarda i molluschi

Attualità

bivalvi. L’erosione costiera non è un fenomeno prettamente mediterraneo, esistono diverse spiagge in tutto il mondo colpite da questo problema.L’esempio di strutture naturali che proteggendo la costa rendono possibile la formazione di lunghe spiagge sabbiose si ha nelle isole tropicali protette a 360° dalla barriera corallina.Le possenti onde oceaniche frangono sulla barriera e non riescono a raggiungere se non con un’energia ormai minima il litorale.Proprio l’energia delle onde fa si che milioni e milioni di granelli di sabbia vengano spostati.In un regime di equilibrio ogni granello rimosso dovrebbe essere rimpiazzato da un altro in arrivo ma ciò, spesso a causa di alterazioni ambientali antropiche, non si realizza, e dopo ogni mareggiata violenta vengono a mancare diversi metri di spiaggia nelle zone più esposte.All’estero, studiando il funzionamento della barriera corallina, sono stati realizzati e sperimentati dei reef artificiali realizzati davanti ad alcuni tratti di costa con problemi di erosione.Questi reef possono essere costruiti in diverse maniere. A seconda della natura del fondale si riescono a realizzare in materiale roccioso oppure con particolari sacchi di telo “geotessile”pieni di sabbia ed ancorati al fondo.Il ruolo del reef artificiale è quello di creare una superficie che consenta il frangersi dell’onda e ne

Reef artificiali contro l’erosione costiera a cura di GianMaria Balducci

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giugno > luglioo 09. mare in italy

catturi così tutta l’energia proteggendo la spiaggia retrostante.L’efficacia della struttura dipende da una corretta progettazione che a sua volta dipende da approfonditi studi del territorio interessato.In Australia e Nuova Zelanda, paesi dove è diffusissima la pratica del surf da onda, sono stati progettati reef che non solo avevano il compito di impedire l’erosione ma anche quello di generare onde adatte al surf.A Narrowneck in Australia in soli 7 anni sono stati recuperati centinaia di metri di spiaggia e realizzato un reef sommerso dove frange un onda che consente di disputare campionati di surf.Recentemente si è avviata un interessante discussione sulla possibilità di realizzare i reef artificiali anche in Italia.Con la diffusione della pratica del surf da onda lungo le coste italiane, i surfisti, che spesso girano tutto il mondo alla ricerca delle onde migliori, hanno portato a conoscenza delle amministrazioni locali queste nuove tecnologie.Poche settimane fa si è tenuto all’Acquario di Cattolica un convegno sulla possibilità di realizzare una di queste strutture proprio sulla spiaggia prospiciente l’acquario, fortemente colpita dall’erosione.Il progetto proposto dal geologo Alessandro Merli, presidente del Marasma Surf Club di Rimini e dall’ingegnere Stefano Bagli, entrambi surfisti, è stato discusso davanti alle

a cura di GianMaria Balducci

rappresentanze istituzionali regionali e a diversi esperti del settore.Per sommi capi l’iniziativa si propone di progettare con l’aiuto e l’esperienza di professionisti australiani dell’International Coastal Management una struttura sommersa che consenta principalmente la protezione della spiaggia e possa rappresentare un’occasione per lo sviluppo di sport acquatici tra i quali il surf, il windsurf, lo snorkeling e lo scuba diving, riqualificando un territorio fortemente antropizzato, con l’eventuale possibilità futura di rimozione delle barriere artificiali attualmente esistenti.

Per chi desidera approfondire l’argomento in rete ed

osservare alcune immagini delle aree dove sono stati

realizzati alcuni reef artificial è possibile visitare questi

siti : www.narrowneck.com, http://coastalmanagement.

com.au/R&D/reef_surfing/

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34 Lezioni di vela

> Nel numero scorso abbiamo esaminato le andature e le modalità di navigazione, questa volta ci occuperemo invece delle manovre.Non è possibile infatti navigare in un senso solo e per poter tornare al punto di partenza è necessario saper invertire la direzione.Sono due i modi per cambiare il senso di marcia rispetto al vento: virata e strambata.Iniziamo dalla virata.La virata offre la possibilità di cambiare direzione attraversando l’”angolo morto”ed è una manovra che si effettua facendo passare l’imbarcazione contro vento.Per effettuare la virata qualsiasi sia l’andatura in cui stiamo navigando dobbiamo orzare portando la prua verso il vento e continuare ad orzare sfruttando l’inerzia dell’imbarcazione che riuscirà ad attraversare la posizione di controvento; le vele fileggeranno per qualche secondo e poi si gonfieranno dall’altro lato cambiando le mura.Se stiamo utilizzando una deriva monoposto possiamo operare in completa autonomia, altrimenti il timoniere deve avvisare l’altro membro dell’equipaggio che si sta apprestando a virare.La difficoltà della manovra a bordo di una deriva consiste nel coordinare i movimenti del timoniere e del prodiere per distribuire correttamente il peso.Se ciò non viene fatto è molto facile far sbandare eccessivamente lo scafo su di uno dei due lati,

perdere il controllo del timone e scuffiare.Nell’ordine per eseguire la manovra le fasi sono le seguenti:• Il timoniere chiama la virata, orza, sblocca la scotta della randa dallo strozzascotte mantenendola in tensione con le mani, la stessa cosa viene eseguita dal prodiere con la scotta del fiocco, • la barca si porta con la prua al vento e le vele fileggiano, in questo momento timoniere e prodiere sono al centro delle scafo chinati sotto al boma,• le vele si gonfiano dall’altro lato timoniere e prodiere si siedono sopravento ed il prodiere fissa

a cura di Gian Maria Balducci

La virata

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la scotta del fiocco cazzandola sulle nuove mura, nel frattempo il timoniere controlla la tensione della scotta della randa e la cazza correttamente quando l’equipaggio è in assetto.Per passare da un lato all’altro dell’imbarcazione si sposta per primo il piede più verso poppa e si mantengono le spalle alla poppa e lo sguardo a prua guardando in avanti e mai girandosi all’indietro.La virata è considerata una manovra più semplice da eseguire rispetto alla strambata che presenta maggiori problemi di equilibrio per l’equipaggio. Quando c’è vento forte e non si è tanto esperti è sempre consigliabile virare piuttosto che

strambare.Gli errori più comuni che si possono compiere nell’effettuare la virata sono quelli che causano lo “stallo”, ossia fanno si che la barca non abbia abbastanza inerzia per superare l’angolo morto e arrivata con la prua al vento si fermi.Può succedere questo quando il timoniere si appresta a virare con poca velocità, oppure quando non mantiene la barra del timone sottovento per il tempo sufficiente a far ruotare l’imbarcazione. Un altro errore sempre da parte del timoniere consiste nel voltarsi verso poppa perdendo di vista la prua dello scafo e rimanendo disorientato a fine manovra. Altro sbaglio è quello di cambiare posizione in ritardo trovandosi seduti sottovento quando le vele cambiano di mura provocando il rovesciamento o scuffia della deriva. Questo può accadere a tutti e due i membri dell’equipaggio o ad uno solo dei due.La virata si utilizza quando si deve raggiungere una boa durante una regata posta contro vento, o comunque ci si deve portare verso un punto collocato nell’angolo morto rispetto all’imbarcazione. Si devono compiere diversi “bordi”di bolina virando tra un bordo e l’altro e il tragitto compiuto tra una virata e l’altra e detto appunto bordo.Si utilizzano le virate soprattutto in regata quando si deve cambiare direzione velocemente senza perdere molta “acqua”rispetto alle altre imbarcazioni.

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36 In cambusa

Az. Agricola Cordoni Giuseppe

a cura di Chiara Angeloni

> L’Azienda Agricola Cordoni Giuseppe si trova sulle dolci colline di Ancarano, tra Marche e Abruzzo, a mezz’ora dal mare Adriatico e dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L‘azienda si estende su una superficie totale di circa quindici ettari, di cui otto ettari di vigneto e circa un ettaro di uliveto.I terreni argillosi-sabbiosi si trovano a 280 metri sul livello del mare e godono di un’ottima esposizione al sole e di un particolare microclima. Qui si coltivano vitigni come Montepulciano d’Abruzzo,Trebbiano d’Abruzzo e ceppi autoctoni come Pecorino e Passerina. Fondata all’inizio degli anni Sessanta da Antonio Cordoni l’azienda è ora guidata con lo stesso amore e dedizione dal figlio Giuseppe. Nei primi anni Settanta l’azienda agricola si specializza nella coltivazione della vite, vengono impiantati i vigneti nella classica tipologia abruzzese dei “tendoni” e viene attrezzata la cantina. Con il nipote Vincenzino la tradizione è unita ai più moderni processi di vinificazione. L’obiettivo principale per l’azienda è la qualità e le

produzioni delle uve dei vigneti sono volutamente limitate. Dopo la raccolta e la selezione l’uva viene portata in cantina per iniziare il processo di vinificazione. Gli impianti e le attrezzature sono state scelte tenendo conto delle più avanzate innovazioni tecnologiche, per realizzare un processo che migliori le eccellenti caratteristiche dell’uva ed evidenzi le sue particolarità varietali; l’affinamento avviene in bottaie interrate e completamete termocondizionate, in botti di rovere di Slavonia e barrique i migliori vini sono affinati prima di essere immessi sul mercato. Nel rispetto della tradizione, ma sempre attenta alle innovazioni, l’azienda ha introdotto come standard di lavorazione la tecnica della “riduzione”. Utilizzando ghiaccio secco e neve carbonica, dalla fase di raccolta in campagna fino ai travasi, si cerca di evitare il contatto con l’ossigeno al fine di preservare integri i precursori degli aromi dall’uva, successivamente nel mosto per arrivare, infine, al vino.Oggi il vino Cordoni è il perfetto equilibrio tra tradizione agreste e i più avanzati sistemi di vinificazione

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Pecorino Colli Aprutini IGTVinificato usando le più moderne tecnologie ha colore colore giallo paglierino abbastanza intenso e riflessi verdolini. Il profumo è fruttato e floreale con sentori minerali. Al gusto fresco intenso e di buona morbidezza gustativa rivela note di acacia e mela renetta. Ottimo con antipasti di pesce crudo, primi piatti e arrosti di pesce. Va servito a 6-8°C. Il Pecorino “Colli Aprutini” IGT 2008 è stato premiato con la Medaglia d’ORO alla 10° Selezione Nazionali Vini da Pesce (Ancona 13-14-15 Maggio 2009).

Costa BiancaTrebbiano d’Abruzzo DOCVino bianco secco dal colore giallo paglierino è sottoposto a crio-macerazione e a fermentazione a temperature controllata che favoriscono la formazione di un persistente bouquet che ricorda la mela verde e fiori bianchi. Questo vino esalta le sue caratteristiche con antipasti e piatti di pesce e va servito ad una temperatura di 8-10°C.

Colle TondoMontepulciano d’’Abruzzo DOC Il Montepulciano d’Abruzzo Colle Tondo è un vino complesso e strutturato. Di colore rosso tendente al granato al palato evidenzia sentori fruttati e una ben integrata nota speziata ceduta dal legno (affinamento in legno della durata minima di dodici mesi). Ideale con la carne cotta alla brace e formaggi stagionati. Decantare almeno un’ora prima e servire ad una temperatura di 16-18°C.

Costa RosaMontepulciano d’Abruzzo DOC “Cerasuolo”Piacevole vino rosato dal brillate colore rosso ciliegia, all’assaggio si presenta fruttato con un sfumatura tipica di marasca. Colpisce il suo gusto fresco e asciutto.Particolarmente versatile, questo vino si adatta ad ogni piatto. Servire freddo a 10-12 °C.

Azienda Agricola Cordoni Giuseppevia Madonna della Carità, 7664010 Ancarano (TE) TEL. +39 0861 86186 - FAX +39 0861 86186 www.vinicordoni.it - [email protected]

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Filetto di sgombero al vapore

a cura di Chiara Angeloniricetta dello Chef Simone Nanni

> Ingredienti per 4 persone4 sgomberi, rosmarino, aglio, sale, aceto bianco, olio extravergine di olivaPreparazione Sfilettate gli sgomberi, se il filetto è molto grande abbiate cura di dividerlo in due, fate cuocere al vapore e lasciate raffreddare. Tagliate l’aglio a rondelle.La composizione del piatto è prevista a strati sovrapposti quindi prendete i filetti e stendeteli in una vaschetta rettangolare, condite con sale, aceto, rosmarino ed aglio. Coprite con olio extravergine di oliva e cominciate con il secondo strato. Per servire scolate il filetto ed adagiatelo sul piatto di portata, guarnite con fette di limone e prezzemolo.

Questa preparazione è ottima se consumata all’istante ma si presta anche alla conservazione in frigorifero.

Tra tutti i metodi di cottura quella al vapore è considerata la più sana e “dietetica”. Il cibo infatti non è a contatto diretto con l’acqua ma cuoce a bassa temperatura grazie al calore umido dell’acqua in ebollizione. In questo modo i liquidi presenti nell’alimento non si disperdono nel liquido di cottura e il cibo mantiene colore, aroma e tutti i principi nutritivi. La cottura al vapore inoltre permette di limitare l’uso di condimenti. In commercio si trovano numerose attrezzature per la cottura al vapore ma in realtà basta un cestello in acciaio. L’importante è che il cibo non tocchi l’acqua e che il coperchio non faccia fuoriuscire il vapore.

LA COTTURA AL VAPORE

Tutti i pesci e i crostacei freschi sono adatti a questa cottura. Per cuocere i filetti si consiglia di aromatizzare l’acqua di cottura, i pesci interi invece andrebbero aromatizzati all’interno e all’esterno. Importante per entrambi è evitare che la carne si cuocia troppo e si disfi.

PESCI AL VAPORE

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> Dalla provincia di Reggio Calabria, passando per i ristoranti situati negli angoli più suggestivi di Roma, fino ad approdare a Fiumicino, dove il 1 marzo del 2008 ha aperto “La Lucciola”.Questa la storia professionale e di vita, e in un ristorante a conduzione familiare non potrebbe essere altrimenti, di Michele De Domenico, proprietario del locale, che si divide le incombenze ai fornelli e nella gestione con Flavio Savignone. In sala moglie, figlia e nipote servono le specialità marinare realizzate con prodotti ittici acquistati direttamente dai pescatori. E se tutte le strade portano a Roma, Fiumicino, con il suo aeroporto, è il crocevia ideale verso la città eterna. Ma visto che viaggiare stanca, una sosta presso “La Lucciola”, è una tappa ideale per ritemprare mente e spirito, a patto che non sia di lunedì, giorno di chiusura settimanale. L’ambiente è accogliente e in stile rustico, con oggetti di rame ad adornare le pareti e i lumi al soffitto, i prezzi sono contenuti. In estate c’è la possibilità di mangiare anche all’aperto. Il servizio, puntuale e attento, consente ai proprietari anche

La Lucciola

a cura di Alessandra Fabri

Via Debeli, 86

00054 Fiumicino (RM)

Tel. 06.6583978

Chiusura:lunedì

Prezzo medio: euro 25

(bevande escluse)

Coperti: 50

LA LUCCIOLA

qualche chiacchera con i clienti, soprattutto se si è a fine serata. Dalla cucina, dotata di un ampio forno a legna, dove vengono sfornate ottime pizze, tante specialità di mare, che vanno dal pesce cotto alla brace al carpaccio di polpo condito con aceto ai frutti di bosco, passando per tutti quei piatti della tradizione mediterranea, qua e là, influenzata dai sapori gastronomici calabresi. Il tutto innaffiato da vini igp, dell’entroterra laziale. Ma se si vuole assaggiare un po’ di tutto, il consiglio è di non farsi tentare troppo dal pane fatto in casa, cotto nel forno a legna, e servito ancora caldo. Vale la pena, infatti, concludere, il pranzo con i dolci della casa.

A Fiumicino, specialità di mare dal “sapore calabrese”

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Curiosità dal mare

Curiosità dal mare

La marea più altaNella Baia di Fundy, in Canada, si verifica la massima ampiezza di marea della terra. In questa vasta insenatura dell’Oceano Atlantico si hanno oscillazioni d’acqua che possono superare i 16 metri di altezza. Ben 100 miliardi di tonn. di acqua marina invadono la baia 2 volte al giorno per poi ritirarsi e le imbarcazioni presenti in un porticciolo della zona vengono sollevate anche di 8 metri. Queste oscillazioni di marea vengono sfruttate per la produzione di energia idroelettrica. Claudio Gallucci

La neve marinaLa chitina, un polisaccaride noto come “neve marina”, viene degradata dall’azione batterica in mare dopo che sugli stessi

batteri arrivano segnali chimici. Ogni anno, si stima che gli organismi marini producano mille miliardi di tonnellate di chitina, un composto altamente insolubile così resistente che viene usato come abrasivo nel campo della pulizia. Mentre il polisaccaride va alla deriva verso il fondo del mare, i batteri lo decompongono per ottenere energia, riciclando il carbonio e l’azoto che lo costituiscono in forme utilizzabili da altri organismi. C’è un lingiaggio chimico che avverte i batteri e innesca il processo degradativi: una molecola, nota come proteina CBP, sente gli zuccheri specifici della chitina al di fuori della cellula. La CBP poi invia il messaggio a un’altra molecola, chiamata

ChiS, che dà l’avvio alla cascata di eventi che alla fine conduce alla degradazione della chitina. Hadar Omiccioli

Il salvagente e LeonardoAnche l’invenzione di un oggetto più che mai di attualità, visto che siamo in piena stagione balneare, il salvagente, si deve alla prodigiosa mente di Leonardo. Fu lui, a quanto pare, a disegnarlo tra il 1487 ed il 1490. Sempre per rimanere in ambiente marino, Leonardo disegnò anche scafandro, pattini per camminare sull’acqua e guanti palmati per riuscire a nuotare più velocemente. Claudio Gallucci

La Caravella portogheseÈ la più insolita delle meduse. Utilizzando il suo grande cappello, blu-verde, argenteo o

purpureo, come una vela viaggia tra gli oceani del mondo e si sposta in branchi di dimensioni tali che al suo arrivo si svuotano spiagge intere! È estremamente urticante e può essere pericolosa per l’uomo, ma fino ad oggi non ha mai mietuto vittime. La cresta del suo cappello contiene delle barrette di supporto che donano alla sua superficie esterna un aspetto caratteristico angolare.I tentacoli possono arrivare a 50 cm di lunghezza e talvolta ospitano piccoli gruppi di pesci che in tal modo vengono trasportati in tutto il mondo e che si nutrono dei fotofori della medusa. Talvolta tuttavia anche questi ultimi vengono colpiti dal veleno e mangiati. Hadar Omiccioli

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42 Il mare dei piccoli

> Il Mediterraneo ha dei nuovi abitanti! Se quest anno andrai al mare nel solito posto dove sei sempre stato e metterai gli occhi sotto l’acqua con la maschera ti capiterà forse di vedere dei pesci che non hai mai visto. Sono pesci tropicali,

che di solito vivono in mari molto più caldi, che hanno deciso di trasferirsi nel nostro mare. Uno di questi è il barracuda pesce dai denti molto forti e dal corpo lungo e affusolato. Anche se di solito non attacca l’uomo può essere pericoloso, ma è difficile incontrarlo vicino a riva, fai pure il bagno tranquillo! Un altro, più simpatico, è il pesce palla, dalla classica forma tonda e cicciona. Rispetto al barracuda è innocuo anche se la sua carne non si può mangiare. Molto bello anche il pesce luna che si avvicina anche alla acque meno profonde. È un vecchio abitante del Mediterraneo, ma se prima lo frequente solo quando era caldissimo, in agosto, adesso lo si vede nel nostro mare già da marzo o aprile, quando le acque dovrebbero essere molto fredde per lui. Tutto bello? Sicuramente poter vedere pesci nuovi nel mare è un grande divertimento e una bellissima scoperta. Ma se pesci che prima vivevano in un’acqua caldissima si trasferiscono

dai loro mari caldi al Mediterraneo il motivo è molto grave. Il nostro mare si sta surriscaldando. Il mare della Liguria e quello della Toscana soprattutto stanno diventando tropicali. A cosa è dovuto? Gli studiosi dicono che il cambiamento del clima è dovuto all’inquinamento, al fatto che non stiamo attenti ai nostri comportamenti. Per questo motivo la terra fa fatica a rimandare nello spazio i raggi più “caldi” e dannosi del sole, quelli ultravioletti. Forse ne avrai sentito parlare, si chiama “effetto serra”. Se nelle tue scorribande avventurose per i fondali incontri un pesce palla seguilo, fagli una foto magari e racconta la tua scoperta agli amici! Ma ricordati che il mare, come la terra e gli animali, merita un grande grandissimo rispetto. E ricordarlo a qualche grande che se n’è dimenticato può essere una bella missione per questa estate. Tra un pesce palla e un altro!

Il nostro mare si sta surriscaldando e si sta popolando di nuovi abitanti. Il mare della Liguria e quello della Toscana soprattutto stanno diventando tropicali. A cosa è dovuto?

I nuovi abitanti del mare

a cura di Filippo Taddia

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Libri consigliati

> Finalista al Libro del Mare di San Remo, “Shark Awareness, Conoscere gli squali” di Riccardo Sturla Avogadri è il frutto d’anni di ricerche, di studi di biologia marina e d’immersioni svolte in ogni parte del mondo e a stretto contatto

con gli squali. Primo di due volumi, nasce per il conseguimento del diploma e della specialità di Shark Awareness e per chi vuole approfondire temi la biologia degli squali, la loro classificazione, la distribuzione e il comportamento, i dispositivi antisqualo, la pesca, la conservazione e altro ancora. Il secondo volume è invece dedicato al corso Shark Expert, nel quale si parla in dettaglio di: biologia molecolare, evoluzione degli squali, il metodo d’attacco di specie diverse e la telemetria. L’obiettivo dell’autore è la difesa degli squali dall’estinzione e la salvaguardia dell’ambiente marino, motivo per il quale l’autore ha creato l’associazione “Shark Academy” e il sito: www.sharkacademy.it. Il libro è il frutto di quattro anni di lavoro necessari per raccogliere tutte le informazioni corredate da splendide foto. Nati più di 400 milioni d’anni fa, gli squali non si sono mai estinti, resistendo anche

all’era glaciale, eppure oggi la loro esistenza è seriamente minacciata La cartilagine, lo squalene, e le pinne di squalo purtroppo lo rendono molto ricercato, talmente ricercato che ogni anno vengono uccisi milioni di esemplari. Dopo anni di ricerca e solo dopo aver constatato di persona tutto quello che leggerete nel libro, l’autore ha deciso di creare corsi professionali strutturati in livelli diversi: Shark Awareness, il primo livello di conoscenza degli squali; Shark Awareness Instructor, per chi è interessato ad insegnarlo; Shark Expert, il secondo livello che entra nel particolare della vita degli squali e Shark Expert Instructor.Riccardo Antonio Francesco Maria Sturla

Avogadri nasce a Ferrara nel 1970. La sua

passione per il mare, la vela e gli squali lo

portano a compiere imprese straordinarie.

Nel 2002 fonda la Shark Academy. La sua

professione invece lo porta al di sopra del mare

come comandante di airbus.

Titolo:Shark AwarenessAutori: Riccardo Sturla AvogadriEditore: NarvaloData di pubblicazione: 2009Prezzo:28,00 Pagine: 143

Shark Awareness

a cura di Chiara Angeloni

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44 Arte di mare

Sciacca, non solo marea cura di Fiorella Ferretti

È naturale pensare alla Sicilia come ad una regione ricca di bellezze artistiche, è un po’ più difficile credere che una città come Sciacca possa nascondere tesori tanto grandi.Un posto piccolo ma nello stesso tempo ricchissimo di attrattive: il mare con il suo porto ed i pescherecci, la storia e la cultura, le terme, il folklore, il carnevale ma anche la ceramica.Ad un primo sguardo nulla ti fa credere che Sciacca abbia una cultura storica ceramista, ma non scappa all’osservatore attento l’arte che si nasconde tra il tufo color crema dei muri e che si può respirare nell’aria.Passeggiando lungo le strade della città pannelli giallo-blu ti guardano dall’alto, ricchi e sicuri, rappresentando i soggetti più disparati, classici o fantasiosi, provenienti da diverse scuole artigiane. Una strada intera è un susseguirsi di negozi e botteghe di maestri che lavorano e colorano la ceramica con le

tonalità classiche del giallo, del verde e del blu cobalto.La vista si apre davanti alla famosa scala in via Consiglio alla Marina in cui si ripropone l’idea più incalzante della ceramica siciliana: quella di decorare i “battiscopa” degli scalini con piccole piastrelle rappresentanti scene di mare, soggetti di fantasia o naturalistici, linee geometriche o panorami.

La ceramica saccense, insieme a quella di Caltagirone, Santo Stefano di Camastra e di altri centri minori rende la Sicilia una regione ricca di storia di quest’arte antica. In Sciacca esistono testimonianze che dimostrano che si realizzavano oggetti in ceramica già dalla seconda metà del trecento e da allora non si è mai smesso di produrla. Attualmente operano nella cittadina circa 30 artisti, discendenti da quei maestri che hanno contribuito a rendere solida l’arte della ceramica saccense: Nicola

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Sciacca, non solo mare

Lo Sciuto, i fratelli Lo Piparo e Lo Boj, il maestro Scoma e Giuseppe Bonachia, detto Manierato.L’importanza di questa risorsa ha spinto le istituzioni a fondare un corso specifico all’istituto d’arte cittadino G. Bonachia ed ha lo scopo di formare i nuovi nomi della ceramica che si affiancheranno in un futuro prossimo a quelli storici.Come ogni manifestazione proveniente dal passato racchiude tutta la cultura e lo spirito di un territorio, anche le ceramiche saccensi, con i loro colori accesi e il loro aspetto robusto, trasmettono il caldo messaggio di un popolo accogliente e ben consapevole delle proprie origini, forte e fragile come le stesse ceramiche.

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46 Grandi promesse sportive

Italia, terra di mare e motori

a cura di Stefania Andreetto

1.Teodoro “Dorino” Serafini (Pesaro, 22/07/1909)2.Carlo Bandirola (Voghera,1915)3.Renzo Pasolini detto Paso (Rimini, 18/07/38)4.Adolfo Marama-Toyo (Trieste, 3/05/46) 5.Pier Paolo Bianchi (Rimini, 11/03/52)6.Enrico Molari (Cattolica 1952)7.Graziano Rossi (Pesaro, 14 marzo 1954) 8.Franco Uncini (Civitanova Marche, 9/03/55)9.Ivan Palazzese (Alba Adriatica, 2/01/62) 10.Giancarlo Falappa (Jesi, 30/06/64)11.Doriano Romboni (Lerici, 8/12/68) 12.Lucio Cecchinello (Venezia, 21/11/69)13.Attilio “Attila” Pignotti (S.B. del Tronto, 17/05/69)14.Luca Minutilli (Terracina, 23/10/71)15.Omar Menghi (Rimini, 18/10/75)16.Valentino Rossi (Pesaro, 16 /02/79) 17.Ivan Lazzarini (Pesaro, 9/03/79)18.Alessandro Brannetti (Fermo, 9/06/80) 19.Marco Melandri (Ravenna, 7/08/82) 20.Thomas Tallevi (Pesaro, 20/12/82) 21.David Philippaerts (Pietrasanta, 7/12/83)22.Alessandro Polita (Jesi, 3/06/84) 23.Antonio “Tony” Cairoli (Patti, 23/09/85) 24.Luca Verdini (Pesaro, 18/02/85)25.Mattia Pasini (Rimini, 13/08/85)26.Raffaele de Rosa (Napoli, 25/03/87) 27.Daniele Rossi (Pesaro, 24/04/87) 28.Marco Simoncelli (Cattolica, 20/01/87)29.Niccolò Canepa (Genova,14/05/88)30.Marco Dondi (Pesaro,16/09/88) 31.Simone Grotzkyj (Pesaro, 28/09/88)32.Andrea Iannone (Vasto, 9/08/89)

Ecco tutti i campioni di motociclismo che il mare ha regalato all’Italia…a questo punto c’è proprio da chiedersi se non sia una caso che esista questo binomio! Che il mare abbia davvero influenze positive sul talento dei giovani centauri? La lista che abbiamo compilato, con la speranza di non avere dimenticato nessuno, arriva fino ai nati nel 1989, quelli cioè che hanno disputato gare nel motomondiale, ma dietro le quinte si stanno preparando dei futuri campioni. Per arrivare a gareggiare in Moto GP si inizia da piccini con le mini moto per passare poi via via a classi superiori, ma a che età si inizia? Ve lo spieghiamo svelandovi i segreti di un bambino così talentuoso che con molta probabilità

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vedremo tra qualche anno al posto di Valentino Rossi.Enea Bastianini, 11 anni, riminese di nascita (guarda caso…) corre col numero 33 perché è salito sulla sua prima mini moto a 3 anni e 3 mesi. Quello che si poteva vincere nel campionato di minimoto lui lo ha vinto: è stato 2 volte campione Italiano,1 volta campione Europeo, 1 volta campione Regionale e 1 volta campione Assoluto d’Italia (trofeo coppa costruttori). Da quest’anno Enea è approdato alla mini GP con una Honda 100 a 4 tempi ed è stato selezionato con altri soli ventun ragazzini, per il trofeo Hirp dell’Honda (di cui ha già vinto la prima gara), insomma, la stagione è lunga!

Credete sia tutto qui? E invece no perché Enea, che è un simpatico e frizzante bambino non possiede solo questo talento; da 3 anni ha iniziato a tuffarsi dal trampolino sbalordendo e incuriosendo gli addetti ai lavori, tanto che l’insegnante spagnola Alicia Carratero ha iniziato con lui un percorso che lo ha portato a gareggiare a Roma, Bergamo, Cosenza,Torino, Belluno, e lo ha visto salire, anche lì, sul podio. Gli ottimi risultati lo hanno portato quindi alla convocazione dei collegiali della Nazionale Giovanile dove Oscar Bertone (allenatore della Nazionale) lo tiene d’occhio!Insomma…grandi talenti in un piccolo bambino romagnolo che speriamo porti avanti, dove lui vorrà, il tricolore!

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Sommario48 Agenda di agosto e settembre

Messina 13 - 15 agosto Processione della Vara e Cavalcata dei Giganti Questa suggestiva festa che si svolge a Messina verso la metà di agosto presenta due aspetti uno profano ed uno religioso e coincide con la festa dell’Assunta che la chiesa celebra il giorno di ferragosto. L’aspetto profano riguarda i due mitici fondatori della città siciliana della città di Messina lu Gilanti, il gigante, e la Gilantissa, la Gigantessa. Questi due leggendari fondatori della città che si affaccia sull’omonimo Stretto vengono raffigurati in enormi figure a cavallo fatte di cartapesta ed alte 9 metri che attraversano le strade di Messina scortati da bande musicali e tantissimi carretti siciliani e da un cammello di cartapesta simile a quello che

Appuntamenti di agosto

a cura di Claudio Gallucci

cavalcò il Conte Ruggero. Il giorno dell’Assunta, invece, si porta in processione la cosiddetta “Vara” una mastodontica macchina trionfale del peso di 8 tonn. tirata con due gomene da tiratori scalzi.

Alassio SV 15 agosto Processione della Vara È considerata come la perla della Riviera ligure di Ponente ed in effetti Alassio con la sua estesa spiaggia di sabbia grigio-bianca finissima e il clima mite è una rinomata

località balneare nota in tutto il mondo. Il giorno di ferragosto in questa suggestiva località ligure si svolge la Festa del Mare che prevede un entusiasmante Palio marinaro tra quartieri cittadini, illuminazione del mare, grandioso spettacolo pirotecnico. Ricordiamo che ad Alassio in via Dante esiste un particolare e celebre “muretto” su cui sono si trovano delle piastrelle in ceramica con le firme di grandi personaggi dello sport, dello spettacolo, e dell’arte, tra cui anche quella di Hemingway. A fine agosto di svolge Miss Muretto.

Termoli CB 29-30 agostoSagra del Pesce La città di Termoli, racchiusa entro possenti mura, si protende in mare su di un piccolo promontorio. Possiede un

attivo porto peschereccio ed è una frequentata località balneare. Qui nell’ultimo fine settimana di agosto si tiene la tradizionale Sagra del Pesce. Sul piazzale del porto vengono allestite due enormi padelle chiamate “sartagne” dove vengono fritti molti quintali di pesce da distribuire ai numerosi presenti. Oltre a gustare ottimo pesce fritto, triglie, calamari e scampi si può assistere a spettacoli di musica e danza e spettacolari fuochi d’artificio.

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Sommario

Appuntamenti di settembre

a cura di Claudio Gallucci

Venezia 6 settembreRegata Storica La regata storica ha origini antiche e si tiene ogni anno nella prima settimana di settembre. Prima delle gare si svolge un corteo formato da tradizionali imbarcazioni guidate da rematori e personaggi in costume. Apre il corteo il famoso bucintoro ducale riccamente decorato. Le regate si svolgono con 4 categorie di imbarcazioni i “pupparini”, veloci per due ragazzi, le “mascherate”, agili per due donne, le “caorline”, pesanti per sei rematori ed infine i famosi “gondolini”.

Santa Cesarea 11 settembre Processione a Mare In uno splendido angolo del Salento, la località di Santa Cesarea Terme si affaccia su di un suggestivo tratto di costa caratterizzato da scogliere alte e rocciose. In questa rinomata località balneare, nota anche per le sue terme con acque “solfuree salsobromoiodiche”, l’11 settembre si svolge la festa in onore della patrona Santa Cesarea Vergine. Secondo la tradizione la Santa camminò prodigiosamente sulle acque del mare in tempesta per raggiungere una grotta locale dove trovò rifugio. Per ricordare il miracoloso evento in questa giornata viene effettuata una processione nelle vie cittadine con la statua della Santa e poi una

processione di barche raggiunge la grotta dove visse e morì la Santa.

Fano PU10 - 13 settembreFestival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce Una vera e propria sfida a colpi di brodetto e zuppa di pesce quella che si tiene a Fano durante il “Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce”. Giunto ormai alla sua settima edizione

è diventato una grande festa di popolo. La sfida culinaria tra i migliori brodetti d’Italia rimane l’elemento fondamentale del festival che si svolge sul lungomare Simonetti, zona Lido. La manifestazione è cresciuta a tal punto che gli organizzatori hanno ritenuto opportuno creare un vero e proprio “Villaggio del Mare e dei Sapori” nel quale si alterneranno esibizioni, eventi culturali, lezioni di cucina, degustazioni. Associazioni, chef, barman acrobatici, maestri pasticceri, produttori agricoli ed artigiani, saranno protagonisti di mostre dibattiti esposizioni e vendita di prodotti di mare e di terra provenienti da tutta Italia. I ristoranti locali gestiranno stand per degustazioni di brodetti ed altri piatti di mare.

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Le stampe e i poster di mareinitaly li trovi solamente sul nostro sito. I disegni sono stati realizzati da una socia biologa e illustratrice e sono incredibilmente realistici. L’acquisto puoi farlo attraverso il sito o chiamando in redazione (0541.692590).Sia le stampe che i poster verranno spediti con tubo rigido.

Squilla mantis (Linneo, 1758)

Pannocchia

Octopus vulgaris (Cuvier, 1798)

Polpo

Scorpena scrofa (Linneo,1758)

Scorfano rosso

Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1819)

Mitilo o Cozza

monografia

18x24(5,00 euro)

50x70(6,00 euro)

70x100(7,00 euro)

Stampe e illustrazioni

Scorpena scrofa (Linneo,1758)

Scorfano rosso

Pecten jacobaeus ( Linneo, 1758 )

Cappasanta

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Editoriale

Ammortizzatori sociali per tutta la filiera

di Massimo Coccia

Presidente di Federcoopesca

> Dopo la pausa estiva e dopo il ritorno all’attività lavorativa delle imbarcazioni, che sono rimaste in porto per rispettare il fermo di pesca, il settore dovrà confrontarsi con le misure a sostegno delle imprese e degli operatori. La crisi, purtroppo, non va in vacanza. E i problemi a settembre torneranno a farsi sentire. Il trend degli ultimi due anni, infatti, vede la riduzione della catture, circa 20%, e una flessione dei ricavi, circa del 18%. Per non parlare della fuoriuscita dal mercato di addetti e imbarcazioni. E il quadro nel breve termine sicuramente non è destinato a migliorare. Una contrazione della flotta in linea con le indicazioni di Bruxelles, ma che le cattive acque in cui naviga il settore rischia di far diventare una fuga, soprattutto di giovani. Per evitare che la pesca diventi un mestiere per “pochi vecchi”, è importante poter contare su ammortizzatori sociali che possano contenere il ridimensionamento in atto nel settore, in linea con i numeri di questo disagio economico. Uno strumento, quello della cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), che per la prima volta lo scorso anno, grazie al decreto legge sulle misure urgenti per la pesca, è stato possibile

applicare al comparto ittico con una dotazione di 10milioni di euro. Il nostro impegno muove verso due direzioni: raddoppiare i fondi a disposizione, utilizzando quanto capitalizzato, circa 10milioni di euro, dalla cassa integrazione previsti per altre filiere produttive; la possibilità di estenderla a tutti i lavoratori della pesca, come avviene negli altri settori produttivi. Per facilitare l’accesso ai benefici della cassa integrazione, riteniamo utile il coinvolgimento sul territorio dell’Inps invece che delle direzioni marittime. Dettagli importanti, ma che potranno essere meglio messi a punto solo dopo aver trovato un intesa tra associazioni di categoria e sindacati, che al momento va ancora rodata.

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52 News

News dall’Italia

a cura di Alessandra Fabri

I pescatori de Delta del Po chiedono legislazione dedicata contro calamità Tempestiva è stata la firma sul decreto che ha sancito lo stato di calamità naturale per le morie di molluschi verificatesi nei mesi di maggio e giugno 2008 a seguito di un’eccezionale proliferazione macroalgale. La problematica della moria della primavera 2008, che ha

compromesso il reddito dei molluschicoltori aderenti al Consorzio delle Cooperative Pescatori del Polesine, era emersa in occasione della visita del Ministro Zaia a Porto Tolle il 17 giugno scorso. A nemmeno 24 ore è arrivato il decreto che da la possibilità agli imprenditori ittici di conseguire la concessione del contributo previsto dall’art. 14 del decreto legislativo n.154/2004 e seguenti. L’apprezzamento al Ministero Zaia viene espresso dal Vicepresidente Federcoopesca-Confcooperative Alessandro Faccioli che definisce il provvedimento “un atto concreto da parte del Ministro a quei pescatori che troppo spesso vedono annullati gli sforzi e il proprio lavoro da calamità naturali dovute agli eccessi di acqua dolce e di nutrienti a seguito delle piene e inondazioni del fiume Po”. I pescatori di quest’area, infatti, subiscono,

purtroppo inermi, questi fenomeni di moria. Il Delta del Po tuttavia rappresenta l’eccellenza della mitilicoltura e della venericoltura nazionale e i pescatori impiegati sono oltre 2.000. L’unico strumento a disposizione è la richiesta, di volta in volta, della dichiarazione di calamità naturale facendo troppo spesso i conti con disponibilità finanziarie troppo modeste. “Occorre, quindi, - conclude Faccioli- prevedere al fine della tutela di tanti posti di lavoro una legislazione dedicata al Delta del Po che rappresenta il bacino scolante dell’intera Pianura Padana.

Veneto: arriva la benzina agevolata per la molluschicolturaLa Regione Veneto ha autorizzato l’assegnazione di carburante agricolo agevolato, compresa la benzina, per l’allevamento di molluschi in acque demaniali a favore di allevatori, soci di cooperative o consorzio assegnatari di superfici acque da parte del

Demanio regionale. A darne notizia Alessandro Faccioli Vicepresidente di Confcooperative Rovigo e di Federcoopesca nazionale che riporta il contenuto di una nota dell’Avepa, l’Agenzia Veneta per i pagamenti in agricoltura.“È un importante risultato -sottolinea Faccioli-, ottenuto da Confcooperative-Federcoopesca e dai presidenti dei consorzi e delle cooperative aderenti, che da la possibilità ai nostri associati di ridurre i costi di produzione anche alla luce della forte contrazione dei prezzi dei molluschi”. L’attuale crisi economica - sottolinea l’associazione - e la moria di molluschi che si è registrata nell’ultimo anno nella Sacca degli Scardovari e in laguna di Marinetta hanno, infatti, messo a dura prova le imprese molluschicole.

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Ambiente: pescatori in difesa delle tartarughe marine, sottoscritto protocollo di tutelaLa pesca professionale si schiera in difesa delle tartarughe marine. L’Agci Agrital, la Federcoopesca-Confcooperative e la Lega Pesca hanno sottoscritto, nel corso di un tavolo tecnico che si è tenuto presso il Ministero dell’Ambente e della Tutela del Territorio e del Mare, il

Protocollo d’Intesa per la redazione del piano d’azione nazionale per la conservazione delle tartarughe marineIl documento predisposto dal Ministero, secondo quanto previsto dalla strategia nazionale in materia di conservazione delle tartarughe marine, riporta le firme di Regioni, Enti parco nazionali, Aree marine protette, Enti scientifici di ricerca, Università, Società scientifiche, Associazioni ambientaliste. “Saremo parti attive dell’accordo - sottolineano le associazioni della pesca - perché il rispetto delle regole e dell’ecosistema marino è una priorità per i pescatori. La pesca illegale danneggia non solo l’ambiente, ma anche gli operatori”. Pescatori, quindi, sempre più sentinelle del mare e dei suoi abitanti. “Daremo la più ampia disponibilità -concludono Agci Agrital, Federcoopesca-Confcooperative e Lega pesc- mettendo a disposizione la nostra esperienza e le professionalità di strutture che da anni portano avanti

studi in questo senso, come il consorzio unitario Unimar.” È fondamentale, però, secondo il movimento cooperativo, un lavoro di squadra che coinvolga anche il Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Pesca: Cooperazione chiede più risorse per cassa integrazione “Più risorse economiche per la cassa integrazione in deroga e la possibilità di estenderla a tutti i lavoratori della pesca, come avviene negli altri settori produttivi”. È quanto hanno chiesto l’AGCI Agrital, la Federcoopesca-Confcooperative, la Lega Pesca nel corso della riunione che si è svolta presso il Ministero del Lavoro. Uno strumento, quello della cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), che per la prima volta lo scorso anno, grazie al decreto legge sulle misure urgenti per la pesca, è stato possibile applicare al comparto ittico con una dotazione di 10 milioni di euro. La cooperazione ha chiesto che per

fronteggiare la grave crisi in atto questi fondi vengano raddoppiati, utilizzando quanto capitalizzato, circa 10 milioni di euro, dalla cassa integrazione previsti per altre filiere produttive. “È importante - sottolineano le tre associazioni- poter contare su un ammortizzatore sociale che possa contenere il ridimensionamento in atto nel settore alle prese anche con importanti nodi da sciogliere, tra gli altri, quelli relativi al fermo pesca 2009 e all’arresto della flotta tonniera”. Il trend degli ultimi due anni, infatti, vede la riduzione della catture, circa 20%, e una flessione dei ricavi, circa del 18%. Per facilitare l’accesso ai benefici della cassa integrazione, la cooperazione ha, inoltre, richiesto il coinvolgimento sul territorio dell’Inps invece che delle direzioni marittime. Il Ministero del Lavoro dovrebbe esprimersi a breve sulle proposte del movimento cooperativo, che non trovano sulla stessa lunghezza d’onda i sindacati.

News dall’Italia

a cura di Alessandra Fabri

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News dall’Italia54

Le Organizzazioni italiane della pesca incontrano l’onorevole Stefania Craxi, Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri con delega al Mediterraneo.

Intervenire nella complessa materia del diritto internazionale del mare e della giurisdizione delle acque - un campo in cui la pesca italiana incorre frequentemente in incidenti con sequestro di pescherecci, arresto di equipaggi e salate ammende per sconfinamenti in acque unilateralmente precluse da altri Stati costieri - nel rispetto della giurisdizione comunitaria sul settore e nei rapporti con i Paesi terzi. È stato questo l’argomento al centro dell’incontro tenutosi oggi presso la Farnesina tra i Presidenti delle Organizzazioni nazionali della pesca AGCI AGRITAL (Giampaolo Buonfiglio), FEDERCOOPESCA/CONFCOOPERATIVE (Massimo Coccia), LEGA PESCA (Ettore Ianì) e FEDERPESCA (Bianca Maria Poli), rappresentanti della DG Pesca Mipaaf e l’Onorevole Stefania Craxi, Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri con delega al Mediterraneo, che ha dimostrato particolare attenzione e sensibilità nei confronti del settore, sia per la consistenza predominante della flotta da pesca italiana in Mediterraneo sia per i delicati risvolti che la coesistenza delle diverse flotte operanti nel bacino implica tra i Paesi di bandiera.

L’armonizzazione delle politiche di settore dei Paesi rivieraschi, in coerenza con quanto emerso in ben tre Conferenze diplomatiche sulla pesca del Mediterraneo, può trovare nuovo impulso a partire da un’iniziativa del nostro Paese che – come ha affermato il Sottosegretario Stefania Craxi - non può prescindere da un coordinamento dei diversi Ministeri coinvolti, azione peraltro doverosa per garantire la tutela delle imprese di pesca e degli interessi italiani nel bacino. Forte apprezzamento per l’apertura del Sottosegretario è stata espressa da tutte le Organizzazioni, che hanno assicurato pieno sostegno e collaborazione per l’avvio di un processo che, per la prima volta, porrebbe su un tavolo interistituzionale proiettato verso il Mediterraneo un settore finora marginalizzato e considerato solo in occasione di incidenti o dichiarazioni unilaterali di altri Paesi rivieraschi.

Verso una politica della pesca italianaa cura di Alessandra Fabri

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SommarioNews dall’Europa

Il dibattito sulla riforma della politica comune della pesca (PCP), il negoziato di un compromesso sul rafforzamento dei controlli, la fissazione dei totali ammissibili di catture (TAC) e le quote per il 2010, sono le principali priorità della presidenza svedese che presiede i lavori dell’UE durante il secondo semestre 2009.In quest’ottica i Direttori generali della pesca degli Stati membri dell’Ue hanno organizzato una riunione informale, a Ronneby, per discutere “sulla durevolezza e sulla redditività” della futura politica comune della pesca (PCP). Nel corso della riunione è stato redatto un documento che sarà inviata alla Commissione sugli argomenti che sono oggetto di un accordo e su quelli che, al contrario, dividono i paesi. I ministri europei della pesca dovrebbero discutere nuovamente di questa cartella nella riunione di novembre (19-20). I Direttori generali della pesca non accettano dunque l’idea della Commissione, comparsa nel libro verde sulla riforma del PCP, che consiste nell’instaurare due regimi diversi (per la piccola pesca artigianale e l’altra per la pesca industriale). I Direttori generali della pesca hanno sottolineato anche l’importanza di trovare mezzi per sostenere la piccola pesca costiera (artigianale) in tutta l’UE. Ma questo deve essere realizzato a livello nazionale, hanno ritenuto i direttori della pesca, poiché la piccola pesca costiera è molto diversa da un paese all’altro.

I sostegni a favore di questa pesca potrebbero provenire dai crediti comunitari destinati alla pesca (attualmente il fondo europeo per la pesca, che scade fine 2013) e dei fondi strutturali per sostenere le Comunità locali dove la pesca costiera ed artigianale è molto importante, ha aggiunto il Direttore generale svedese della pesca. La presidenza svedese spera di portare i ministri europei della pesca ad un compromesso, in ottobre (in occasione del Consiglio del 19 e 20 ottobre), sulla revisione del sistema di controllo del PCP. Anche se “si sa che ciò sarà difficile e che su numerosi elementi della proposta, la Commissione e gli Stati membri dovranno muoversi”.Fra gli altri argomenti in materia di pesca appaiono: - un accordo politico in ottobre (19-20) sulle possibilità di pesca per il 2010 nelle acque del Baltico e nelle acque del Mar Nero; - un accordo politico in novembre (Consiglio dei 19-20) su un sistema di documentazione delle catture per il tonno rosso;- un accordo politico in novembre su un piano a lungo termine per il nasello del nord ; - un accordo politico in dicembre (14-15) sui TAC e quote 2010 in Atlantico, Manica ed il Mare del Nord; - un accordo politico in dicembre sull’attuazione di un piano pluriennale per lo stock occidentale di suro comune.

UE: pesca, le priorità della presidenza svedesea cura di Alessandra Fabri

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L’Azienda del mese56

> La provincia di Trieste ha il particolare primato di essere la più piccola d’Italia: stretta tra il confine con la Slovenia e il mare, forma una lunga striscia di terra che si distende verso l’est e verso l’Istria.Pur essendo piccola è però ricca di splendidi paesaggi naturali e di reperti archeologici e resti fossili di indubbio valore. Spettacolari ciglioni a picco sul mare si alternano a dolci insenature, grotte paleolitiche si accostano a resti di città romane e persino ad un acquedotto, anch’esso romano.Qui, dove l’altopiano carsico incontra il mare, si incontrano anche miti e leggende ed è così che la roccia ai piedi del castello di Duino, a picco sul mare, prende la forma di una donna, “la dama bianca”, gettata dal marito dalle mura dell’antico maniero: pietà di lei ebbe il cielo dandole, prima che si infrangesse sugli scogli, corpo di roccia.Lungo la costa dalle bianche “falesie”, impressionanti dirupi ricchi di pinnacoli e canaloni, creati dall’erosione delle rocce, si trova, in una incantevole baia, il Villaggio del Pescatore, piccolo borgo marinaro dove è facile scorgere, ancora oggi, i pescatori intenti a pulire il pesce o riparare le reti. L’abitato fu edificato dopo la seconda guerra mondiale per accogliere gli esuli istriani di lingua italiana che avevano trovato rifugio nella nostra terra.Nel 2002, in questo Villaggio, la cooperativa CO.L.M.I., già attiva dai primi anni ’50, inaugura,

nell’area della ex cava, il primo ittiturismo della regione denominato “Al Pescaturismo”: visite, uscite nel Golfo e ristorazione per avvicinarsi alla tradizione locale della pesca e per valorizzare i prodotti tipici.Gestito dalla famiglia Minca, l’ittiturismo sorge in uno splendido edificio di legno posto di fronte al mare con vista sulle “pedocere”, gli allevamenti di mitili, attività principale della famiglia. Si può mangiare fuori su rustiche panche ombreggiate da grandi ombrelloni e con una spettacolare vista sul porticciolo del Villaggio del Pescatore ma anche all’interno, dove il legno fa da padrone creando un’atmosfera estremamente suggestiva. Il cibo è eccellente: si può degustare direttamente il pescato della cooperativa ed altri prodotti ittici ed agricoli della regione, proposti in piatti semplici ma tradizionali e caratterizzati comunque dall’estrema freschezza, garantita anche del passaggio diretto dal produttore al consumatore. In questi sette anni dall’apertura l’attività della cooperativa e dell’ittiturismo è molto cresciuta: a seguito di grande impegno e molto lavoro è stato infatti inaugurato, nel giugno scorso, un nuovo centro produttivo, con un laboratorio di lavorazione autorizzato sanitariamente per poter manipolare e portare alla vendita diretta i molluschi. Con la nuova struttura, un investimento di quasi 500 mila euro, l’ittiturismo e la cooperativa completano la filiera: dall’allevamento

Cooperativa CO.L.M.IIttiturismo “Al Pescaturismo”a cura di Gloria Cigliobianco

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e dalla produzione a mare di molluschi, alla commercializzazione all’ingrosso fino anche, d’ora in avanti, a quella al dettaglio. L’intervento è legato alla necessità del rispetto, per lo svolgimento dell’attività produttiva e pescaturistica, delle norme vigenti in campo sanitario: la cooperativa è indirizzata cioè all’ottemperanza puntuale delle norme igienico sanitarie e fiscali; inoltre, si tratta di un importante investimento, soprattutto nell’ottica della prevenzione e dello sviluppo.La struttura è dotata di un impianto per la depurazione a circuito chiuso della ditta Adriatic Sea di Rimini, «che ci consentirà – spiega il responsabile della cooperativa Mario Minca – nei

periodi di criticità microbiologica negli impianti di allevamento a mare, la depurazione di piccoli quantitativi, che garantiranno il prosieguo dell’attività di vendita diretta e ittituristica». L’impianto, pertanto, consente alla cooperativa di poter offrire il prodotto direttamente: a chi desidera cucinare una cena speciale, ma anche alle pescherie o ai ristoranti. «Oltre ad assicurare la freschezza di un prodotto, garantito sanitariamente, ai clienti – conclude il responsabile – permettiamo anche, in questo modo, a chi verrà da noi, il vantaggio di comprare a un prezzo fortemente competitivo, poiché vi è un unico passaggio diretto dal produttore, cioè noi, al consumatore».

Ittiturismo Al Pescaturismo Villaggio del Pescatore - Zona Cava 34013 Duino Aurisina (TS) Tel. 040.209846 - 339.6390473

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L’Azienda del mese58

Il dinosauro AntonioAntonio è il beniamino del Villaggio del Pescatore. È un dinosauro, anzi per la precisione un androsauro di circa 78 milioni di anni fa. La sua scoperta, nella cava abbandonata, ha assunto un incredibile rilievo. Prima di tutto perché ha dimostrato che il Carso non è un antico ambiente di scogliera così come si pensava: il ritrovamento dimostra, invece, l’esistenza di vaste terre emerse finora non considerate; in secondo, ma non ultimo, luogo perché Antonio è il primo dinosauro completo rinvenuto in Europa, tra l’altro, in un ottimo stato di conservazione. Si tratta, a discapito del nome, di una giovane femmina di 4 metri di lunghezza e 1,30 metri di altezza, pesante, da viva, 700 chili e morta a circa sei anni di età. La caratteristica principale degli androsauri è la particolare conformazione del muso, che è appiattito ed ha un becco simile a quello di un’anatra, utile a questi particolari dinosauri per cibarsi di piante acquatiche. Antonio era un dinosauro vegetariano, viveva in branco in una palude tropicale e, dal perfetto stato di conservazione del suo scheletro, si deduce che fosse fondamentalmente bipede, anche se la lunghezza degli arti anteriori fa supporre un loro uso funzionale nella locomozione. Aveva all’interno della bocca centinaia di piccoli denti lungo sessanta file parallele. Oggi Antonio si trova al Museo Civico di Storia naturale di Trieste.

Il sentiero Rilke è una passeggiata panoramica che

costeggia la Riserva naturale delle Falesie di Duino ed è

una delle più belle e suggestive tra quelle che si possono

effettuare nel Golfo di Trieste: un incontro perfetto tra la

dolcezza mediterranea e l’asperità dell’altopiano carsico.

Collega le località di Duino e Sistiana con un percorso

di quasi due chilometri che si affaccia sulle bianche

falesie e che regala incantevoli scenari ed una splendida

visione d’insieme del Golfo.Deve il suo nome al poeta

praghese Rilke che sembra abbia tratto, proprio da questi

incantevoli luoghi, l’ispirazione per le sue Elegie duinesi.

IL SENTIERO RILkE

Le cozze, qui, vengono chiamate pedoci e secondo

un’antichissima tradizione andrebbero cucinate alla

scotadeo, saltate cioè in padella finchè non si aprono.

Ingredienti per 4 persone:

1 kg di cozze, prezzemolo, pane grattato, aglio, limone

Preparazione:

Pulite bene le cozze eliminando la barba e lavandole

abbondantemente sotto l’acqua corrente.

Mettetele in una pentola capiente insieme ad un paio di

spicchi di aglio, una manciata di prezzemolo tritato e una

manciata di pane grattugiato.

Ponete la pentola sul fuoco, a fiamma bassa e con il

coperchio, per pochi minuti.

Quando le valve si saranno aperte, toglietele dal fuoco

e sistematele su un piatto insieme all’acqua rilasciata

durante la cottura, che potrete filtrare per eliminare

eventuali residui di sabbia.

Accompagnate, a piacere, con spicchi di limone.

PEDOCI ALLO SCOTADEO

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Il progetto 59

Credito e assicurazioneper rilanciare la pescaa cura di Alessandra Fabri

Facilitare l’accesso al credito e tutelare i pescatori e le loro famiglie con una polizza assicurativa mare-terra. Per frenare la fuoriuscita di manodopera, soprattutto giovane, dal settore ittico, garantire un reddito più stabile per i pescatori la Federcoopesca-Confcooperative, grazie a due studi finanziati Mipaaf nell’ambito della legge 3 agosto 2007 n.127, ha individuato nel settore creditizio e in quello assicurativo i due strumenti su cui far leva per rilanciare il comparto, che negli ultimi due anni ha fatto registrare la riduzione della catture di circa un 20%, e una flessione dei ricavi, stimata sul 18%. Un quadro non roseo che richiede interventi di sostegno per le imprese di pesca e per gli operatori. Quello del pescatore è si un mestiere ricco di fascino, tradizioni secolari ma anche di sacrifici e molti rischi. Chi ha fatto del mare e della pesca la sua professione lo sa bene. Anche se, secondo dati Ipsema, l’Istituto di previdenza dei lavoratori del mare, gli infortuni nel 2008, rispetto al 2007 sono diminuiti del 21,8%, la pesca professionale è ancora da considerarsi a pieno titolo tra i mestieri usuranti e a rischio. E proprio per questo lo studio condotto dalla Federcoopesca, nell’intricato panorama del mercato assicurativo, era teso ad individuare la “polizza ideale” per il settore ittico che tuteli il professionista del mare e la sua famiglia, sia in mare che sulla terra ferma, a 360 gradi, 24 ore su 24. Cinque le tipologie di rischio che la polizza pensata ad hoc per i pescatori dovrebbe coprire: infortuni; assistenza sanitaria, abitazione (incendio e furto), assistenza legale, responsabilità civile famiglia. E per

ognuna della categorie di rischio la Federcoopesca ha individuato l’offerta migliore fatta dalle compagnie assicurative presenti sul mercato, che attualmente non prevede una unica polizza di questo tipo, realizzata da una solo intermediario Assicurativo che a fronte di un premio annuo da pagare tra i 220-250 euro, offre questo ventaglio di garanzie. Per ciò che riguarda la polizza nautica (danni diretti all’imbarcazione) il premio varierà a seconda del valore del natante stesso, mentre per quanto concerne la responsabilità civile professionale il premio sarà direttamente proporzionale al volume degli introiti dichiarati dall’attività. Una operazione non semplice quella di disegnare uno strumento assicurativo innovativo per il settore- sottolinea l’associazione-vista la crisi economica in atto, che ha colpito principalmente il sistema bancario e assicurativo. E sul piano delle imprese di pesca, l’obiettivo è quello di creare tra sistema creditizio e cooperative ittiche un intermediario in grado di recepire le necessità delle piccole e medie imprese che hanno, in virtù accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche (Basile2), maggiori difficoltà di accesso al credito, rispetto al passato. Secondo la Federcoopesca- in base all’esame del rapporto settore ittico- sistema creditizio sono tre le realtà individuate, che meglio delle altre potrebbero assolvere a questo compito di “garante”: il CO.NA.FI.PE. - Consorzio Nazionale Fidi Pesca; le MAG – Mutue Assicurazioni di Autogestione; I COOPERFIDI – Consorzi di garanzia collettiva dei fidi. Per maggiori informazioni sulle proposte assicurative per i pescatori: [email protected]

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