Marco paolini nuovo sistema pallavolo

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10 il nuovo sistema pallavolo il nuovo sistema pallavolo premessa La pallavolo, come tutte le altre discipline di squadra, viene clas- sificata tra gli sport di situazione; ciò significa che per imparare a giocare a pallavolo è necessario apprendere la tecnica, ma è altrettanto importante avere delle buone capacità di adattamen- to alle mutevoli situazioni di gioco: occorre saper scegliere il ge- sto tecnico giusto, al momento giusto. motivazione e processi mentali È opportuno considerare uno schema del- l’atto motorio tipico degli sport di situazio- ne e della pallavolo in particolare (figura 1). Ogni movimento (parte visibile) è sempre preceduto da una serie di processi mentali che avvengono in tempi brevissimi e coin- volgono la sfera percettiva (soprattutto la vista) e la sfera elaborativa, in cui si sceglie cosa fare e come farlo (= comportamento tattico); inoltre è presente un “feedback” (ritorno di informazione o riafferenza) che consente, se necessario, di correggere l’azione intrapresa. In questo meccanismo ha un ruolo importan- te la memoria, la quale consente di ricono- scere delle situazioni di gioco già note, per cui immediatamente il soggetto sa cosa fa- re; grazie ad essa si può passare diretta- mente dalla fase percettiva alla fase del- l’esecuzione senza perdere tempo nell’ela- borazione dei dati sensoriali e senza pre- stare particolare attenzione ad essi. In ciò consiste “l’esperienza di gioco”, la cui as- senza costituisce uno dei motivi più spes- so chiamati in causa per dare spiegazio- ne alle sconfitte subite dai giovani. L’inte- ra struttura descritta è interamente mossa dalla motivazione che ogni atleta ha den- tro di sé, la quale agisce come una “molla” che dà il via ad ogni movimento; ad influi- re sulle spinte motivazionali di un individuo contribuiscono un’infinità di fattori. ...correggere l’azione intrapresa...

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premessaLa pallavolo, come tutte le altre discipline di squadra, viene clas-sifi cata tra gli sport di situazione; ciò signifi ca che per imparare a giocare a pallavolo è necessario apprendere la tecnica, ma è altrettanto importante avere delle buone capacità di adattamen-to alle mutevoli situazioni di gioco: occorre saper scegliere il ge-sto tecnico giusto, al momento giusto.

motivazione e processi mentali

È opportuno considerare uno schema del-l’atto motorio tipico degli sport di situazio-ne e della pallavolo in particolare (fi gura 1). Ogni movimento (parte visibile) è sempre preceduto da una serie di processi mentali che avvengono in tempi brevissimi e coin-volgono la sfera percettiva (soprattutto la vista) e la sfera elaborativa, in cui si sceglie cosa fare e come farlo (= comportamento tattico); inoltre è presente un “feedback” (ritorno di informazione o riafferenza) che consente, se necessario, di correggere l’azione intrapresa. In questo meccanismo ha un ruolo importan-te la memoria, la quale consente di ricono-scere delle situazioni di gioco già note, per cui immediatamente il soggetto sa cosa fa-re; grazie ad essa si può passare diretta-mente dalla fase percettiva alla fase del-l’esecuzione senza perdere tempo nell’ela-borazione dei dati sensoriali e senza pre-stare particolare attenzione ad essi. In ciò consiste “l’esperienza di gioco”, la cui as-senza costituisce uno dei motivi più spes-so chiamati in causa per dare spiegazio-ne alle sconfi tte subite dai giovani. L’inte-ra struttura descritta è interamente mossa dalla motivazione che ogni atleta ha den-tro di sé, la quale agisce come una “molla” che dà il via ad ogni movimento; ad infl ui-re sulle spinte motivazionali di un individuo contribuiscono un’infi nità di fattori.

...correggere l’azione intrapresa...

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premessa

cenni storici

Fra le questioni più impegnative e interessanti nella didattica della pallavolo possiamo senza dubbio annoverare la ricerca del giusto mix fra il lavoro di tecnica individuale e le esercitazioni di squa-dra (“sei contro sei”). Ogni allenatore deve individuare quale sia l’equilibrio migliore fra queste due metodiche in base all’età della propria squadra, al momento della stagione, ai risultati che si stanno ottenendo e ad altre variabili che solo questi può valutare appieno.

La storia del volley italiano ci mostra che circa trenta anni fa si in-sisteva molto sulla tecnica individuale con delle “scuole” specializ-zate nell’insegnamento di specifi ci fondamentali: come non ricor-dare la Kappa Cus Torino di Silvano Prandi che, con battuta e mu-ro eseguiti in modo esemplare, ha riportato molti successi in Italia ed ha cominciato ad essere competitiva anche all’estero? Eppu-re le squadre nazionali potevano annoverare ben poche vittorie, e il mitico Gabbiano d’argento di Carmelo Pittera costituisce una vera eccezione. In Azzurro si cominciò a vincere con continuità con Julio Velasco alla guida della nazionale maschile: tanti sono sta-ti i suoi meriti, fra di essi, senz’altro, anche quello di aver comin-ciato ad allenare utilizzando moltissimo il sei contro sei, a tal pun-to che molti interpretarono questo come l’unico metodo valido di allenamento per tutti i livelli. In realtà Julio Velasco sapeva alle-nare benissimo la tecnica individuale e spesso, in Nazionale, ne-gli esercizi globali di sei contro sei, di cui tutti prendevano nota, dava ad alcuni giocatori degli input individuali che rimane-vano “invisibili” a chi osserva-va l’allenamento.Un altro grande esempio di ef-fi cienza nel lavoro globale è venuto dalla nazionale ameri-cana di Doug Beal che è sem-pre rimasta fedele, nella me-todologia di lavoro, alla real-tà del gioco, pur introducendo la “super specializzazione” dei ruoli. Ancora oggi questa è la strada maestra, la via migliore da seguire, la metodologia di-dattica per ottenere i migliori risultati. Tutto ciò merita un ap-profondimento.

Velasco

Prandi

Kiraly

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Sia per la sua posizione nella sequenza delle azioni che si susse-guono in una gara, sia per la sua importanza a livello strategi-co, la battuta è il primo dei fondamentali da punto. È proprio per questo che durante una partita, gli allenatori insistono sempre sul servizio, sulla sua effi cacia e le sue variazioni, sulla tecnica d’ese-cuzione più opportuna per impegnare e mettere in diffi coltà l’av-versario. Un servizio effi cace offre molte possibilità di costringe-re la squadra avversaria ad una ricezione imprecisa: questo faci-literà notevolmente il lavoro di muro e difesa, con possibilità del-la realizzazione di un punto. È opportuno ricordare, poi, che la battuta rappresenta l’unico fondamentale non “di situazione” ed è quindi, per certi versi, il più facile da eseguire fra i vari movi-menti tecnici.

le regoleEsistono dei principi, al di là delle esigenze puramente tattiche, ovvero delle regole che prescindono dalle caratteristiche della squadra avversaria. Questi principi sono sicuramente più impor-tanti della tecnica e della tattica fi ni a se stesse e devono esse-re esposti e analizzati nei particolari. È molto importante inizia-re l’analisi dalla realtà del campo e dalle esigenze che vengono prospettate dalla gara.

...un servizio effi cace offre molte possibilità di costringere la squadra avversaria ad una rice-zione imprecisa...

premessa

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La ricezione è il fondamentale da cui pren-de il via la fase di cambiopalla: da essa dipendono l’effi cacia dell’alzata e della schiacciata. Il passaggio è effettuato per lo più in bagher, anche se le recenti inno-vazioni del regolamento consentono anche un primo tocco in palleggio. La ricezione in palleggio, tuttavia, anche se un tempo adottata dai “pionieri” della pallavolo, og-gi rappresenta appena una nicchia di set-tore, pertanto l’analisi tecnica che seguirà si limiterà alla trattazione della ricezione col solo gesto di bagher.È fondamentale distinguere fra ricezione della battuta in salto (che somiglia mol-to più alla difesa) e ricezione della battu-ta “fl oating”: le tecniche di esecuzione so-no molto diverse tra loro ed è importante non confonderle. ...ricezione della battuta in salto...

premessa

analisi tecnicaGli elementi che contraddistinguono una corretta esecuzione tec-nica della ricezione su battuta “fl oating” possono essere sintetiz-zati in quattro punti essenziali:

1. la predisposizione morfologica2. lo spostamento3. il contatto con la palla4. il modo di spingere la palla.

1. L’esecuzione di un’ottima ricezione di-pende in primo luogo dal bagher, che co-stituisce il piano di rimbalzo orientabile con cui indirizzare con precisione la palla ver-so l’alzatore. Quanto più gli avambracci saranno tra lo-ro ben vicini (o addirittura attaccati) e piat-ti, con le braccia ben distese, tanto più sa-rà possibile usufruire di una superfi cie am-pia sulla quale far rimbalzare la palla, in-dirizzandola con facilità.

...costituisce il piano di rimbalzo orientabile...

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Il ruolo del palleggiatore è senza dubbio uno dei più signifi cativi nella pallavolo, se non altro perché è questo il giocatore che toc-ca sempre la palla in ogni azione. Ad esso, soprattuttoper quanto riguarda il palleggio di alzata, è richiesto un maggior grado di precisione rispetto agli altri.

premessa

analisi tecnicaCompiti, comportamenti, abilità del palleggiatore sono molteplici e possono essere sintetizzati e classifi cati come segue:

- aspetti tecnici- tattica di gioco- conduzione strategica della gara.

La tecnica di alzata è qualcosa in più della semplice tecnica del palleggio, che pure è necessario conoscere perfettamente per es-sere bravi alzatori. Nell’apprendimento del palleggio si insegna ad andare in anticipo sulla palla, lanciandola poi bene, con le ma-ni sopra la fronte, ed eseguendo la spinta in rapida successione con gambe, tronco, braccia, polsi e dita. Un alzatore deve invece progressivamente imparare a fare a meno della spinta di gambe

...di effettuare il palleggio quasi sempre in salto...

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Il fondamentale della schiacciata costituisce il fi lo conduttore di numerose e ripetitive situazioni verifi cabili nel mondo del volley. Schiacciare piace ai giovanissimi come ai campioni e tutti ne fanno il motivo di maggior piacere nella pratica della pallavolo. La schiacciata caratterizza, più di ogni altro fondamentale, la pal-lavolo moderna. A tutti i livelli, dall’Under 13 fi no alla Nazionale avere dei buoni attaccanti è il primo requisito per poter vincere, ed è l’azione tecnica di maggior richiamo per spettatori e giocatori.

Prima di chiarire gli aspetti essenziali del fondamentale schiac-ciata, occorre specifi care che in questa sede verrà trattata essen-zialmente la schiacciata di palla alta che, pur essendo un’azione piuttosto complessa, rimane il punto di partenza nell’apprendi-mento della tecnica di base (occorre evitare pericolose specializ-zazioni precoci), nonché un elemento di gioco essenziale a qual-siasi livello. La schiacciata di palla alta è la prima (e forse l’uni-ca) forma di attacco dei principianti dell’Under 13, continua ad essere la forma di attacco preponderante nella fascia di età suc-cessiva, cioè nell’Under 14, dove è alquanto prematuro comincia-re ad allenare altre forme di attacco (per esempio, il primo tem-po in veloce avanti) ed è invece opportuno lavorare per ottimiz-zare le qualità tecnico - tattiche nell’esecuzione della palla alta, determinanti per la fase punto (il contrattacco) ad alto livello. È facile insegnare altre forme di attacco (palla spinta o primo tem-po) a chi ha già una buona padronanza tecnica della schiacciata di palla alta, ma non il contrario.

premessa

...schiacciata di palla alta... rimane il punto di partenza nell’apprendimento della tecnica di base...

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premessaFra i fondamentali da punto, il muro è sicuramente uno di quelli che dà più motivazioni agli atleti. Per eseguirlo con buoni risulta-ti, non è indispensabile essere molto alti o saltare molto, ma cono-scerne bene la tecnica individuale ed avere un buon senso tattico. Non è quindi l’altezza del muro che determina il suo successo, ma un insieme di altre qualità:

- valutazione del tempo di salto più opportuno- capacità di portare le braccia direttamente nel campo avver-

sario (cioè non prima in alto e poi oltre la rete) con corretto po-sizionamento del piano di rimbalzo

- abilità nel “nascondere” il muro fi no all’ultimo istante allo schiac-ciatore avversario.

La tecnica individuale del muro è, semplifi cando, scomponibile in due parti:1. la gestualità che riguarda gli arti inferiori (spostamenti lungo

la rete e salti)2. la gestualità che riguarda gli arti superiori (invadenza, piano

di rimbalzo).Dei due aspetti sopra citati il più importante è il secondo, ossia la padronanza tecnica nel gestire al meglio il piano di rimbalzo costituito dagli arti superiori: avere semplicemente delle “buone gambe” che consentono precisi e rapidi spostamenti non è di aiu-to se le braccia non sono posizionate correttamente; avere del-le diffi coltà di spostamento (diffi coltà per altro destinate ad at-tenuarsi con un buon allenamento in palestra), invece, può sì co-stituire un limite, ma non pregiudica l’esito del muro quando l’av-versario è costretto proprio a schiacciarci contro. La capacità di posizionare bene le braccia, dunque, è ciò che contraddistingue i grandi giocatori di muro.

....tempo di salto più opportuno...

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premessaUna buona capacità di giocare in difesa è quello che meglio ca-ratterizza il pallavolista di alto livello, per quanto riguarda non tanto gli aspetti tecnici, quanto piuttosto quelli caratteriali. Un buon difensore, infatti, deve essere tenace, caparbio, aggressivo, grin-toso. È per questo che la difesa riveste un ruolo così importante nella pallavolo moderna, in cui si vince o si perde per due palloni in più o in meno. Il buon pallavolista deve innanzitutto avere delle grandi risorse “morali” prima ancora che fi siche e tecniche, com-battere per ogni pallone, avere una mentalità vincente. La difesa è il banco di prova ideale, una vera e propria spia del grado di energia, vigore e volontà degli atleti: per poter prendere un pal-lone in difesa è necessario “volerlo prendere” più che conoscere i gesti in modo perfetto. Questo è ancora più vero da quando il re-golamento consente di intervenire sul primo tocco difensivo con la libertà più assoluta, cosa che, se da un lato scandalizza i puristi del bagher, dall’altro rende sicuramente il gioco più spettacolare.

...braccia... oltre... molto vicino alla rete...

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premessa

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Aggiungiamo ora all’analisi appena compiuta dei vari fonda-mentali, una nuova esposizione di dati raccolti sul campo. Verran-no esposti i feedback di correzione effettuati da alcuni allenato-ri operanti nel settore giovanile. Saranno, in altre parole, illustra-ti gli errori più comunemente corretti, quindi si proporranno alcu-ni esercizi specifi ci utilizzati per prevenire o eliminare i difetti di esecuzione in questione. In considerazione dell’esiguo numero di dati raccolti (554), la ricerca proposta non ha la pretesa di esse-re esaustiva, tuttavia si può con ragione ritenere che in essa emer-gano con suffi ciente chiarezza i problemi di apprendimento dei giovani pallavolisti. Si ottiene anche un quadro realistico della si-tuazione d’allenamento in palestra, di grande utilità per formula-re idee precise sulle problematiche dell’allenamento giovanile e sulle possibili soluzioni.Per quanto riguarda i metodi di classifi cazione degli errori, non verranno riportate tutte le correzioni effettuate, ma soltanto le più frequenti (tra parentesi verrà data indicazione della loro inciden-za sul totale).

...problematiche dell’allenamento giovanile...

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premessa

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Quello del libero è il ruolo di più recente introduzione nella palla-volo ed ha fornito prospettive di alto livello anche a quegli atle-ti non eccessivamente dotati in statura. Per svolgere al meglio ta-le ruolo è necessaria una forte motivazione specifi ca, occorre cioè sentirsi gratifi cati nell’eseguire i soli fondamentali di ricezione e difesa, giocando sempre e soltanto in seconda linea, senza ave-re mai l’opportunità di schiacciare, fare muro o battere. I migliori giocatori nel ruolo di libero sono quelli che assumono su di sé l’in-tera responsabilità della gestione della ricezione e della difesa, dal punto di vista sia tecnico che tattico. Ciò presuppone una certa esperienza, ed è per questo che gli atle-ti maggiormente adatti a svolgere tale ruolo sono quelli più matu-ri, non i giovani. Il libero può essere considerato a ragione il setti-mo titolare di una squadra; la sua effi cienza in ricezione e difesa può essere determinante per il buon esito di una gara e forse an-che di un’intera stagione; ciò è particolarmente vero per la pal-lavolo di alto livello, in cui si dà ormai per scontato che il libero giochi sempre, al posto dei centrali, consentendo loro di specializ-zarsi nei fondamentali di muro, attacco di primo tempo e battuta. Tale specializzazione dei ruoli non è però altrettanto auspicabile per quanto riguarda i giovani almeno fi no all’età di 14/15 anni: è più opportuno che essi apprendano e sviluppino il maggior numero possibile di gesti tecnici utili alla loro realizzazione sportiva.

Per un allenatore, infatti, sarebbe molto diffi cile sviluppare il pro-gramma di crescita tecnica e sportiva di un settore giovanile in-serendo fi n dall’Under 14 il ruolo del libero. La soluzione miglio-re nelle altre categorie giovanili potrebbe essere rappresentata dall’inserimento nella squadra juniores, come libero, di un sedicen-ne già titolare nella categoria Ragazzi come schiacciatore, in mo-do da fargli maturare esperienza in due ruoli.

...sentirsi gratifi cati nell’eseguire i soli fondamentali di ricezione e difesa...

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Il Rally Point System è il metodo di punteggio, adottato nella pal-lavolo in tempi molto recenti, che assegna un punto ad ogni azio-ne di gioco. Il volley ne ha sicuramente tratto giovamento in termi-ni di immediata comprensione da parte di chi assiste alla partita ed anche per la spettacolarità legata al maggior equilibrio dei valori espressi in campo e conseguentemente alla maggiore incer-tezza sull’esito del risultato fi nale.

premessa

analisi tatticaPer gli addetti ai lavori (tecnici e giocatori) il RPS e le altre inno-vazioni con esso introdotte (libero, net sulla battuta, time-out tec-nici), hanno portato una serie di piccoli e grandi cambiamenti ai quali è stato necessario adattarsi in corso d’opera e che è oppor-tuno esaminare:- la specializzazione dei ruoli è diventata sempre più importan-

te per aumentare l’effi cienza delle singole prestazioni e con-seguentemente del rendimento di squadra e di questo abbia-mo già parlato nel capitolo due.

- è diminuito il ritmo complessivo di gara sia per il minor numero di azioni giocate, sia per l’aumento delle pause di gioco (fun-zionali nella serie A all’introduzione di spot pubblicitari di riem-pimento).

Questo fatto ha tuttavia aumentato l’importanza di ogni singo-la giocata nel senso che non è più consentito “sprecare” nemme-no un pallone. Riferito alle modalità di allenamento, quanto af-fermato signifi ca che ogni esercizio deve essere proposto con un sistema di punteggio che defi nisca sempre, alla fi ne, un vincitore ed un perdente. Gli allenatori devono impegnarsi a dare un punteggio non solo agli esercizi globali ma anche a quelli sintetici e a quelli analitici. Il punteggio diven-ta la “personalizza-zione” dell’esercita-zione e deve essere studiato per ottene-re ogni volta il mas-simo da ciascun gio-catore in ogni situa-zione. È opportuno limitarsi a ricordare i meccanismi di pun-teggio più utilizzati ed ormai indispen-sabili nella metodo-logia di ogni allena-tore e comunque tali

...time-out tecnici...

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premessa

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Il primo punto da trattare affrontando il tema della preparazio-ne agonistica nel settore giovanile, è il numero di allenamenti da effettuare settimanalmente. Il numero ideale degli allenamenti da far svolgere ad una squadra di settore giovanile è di tre se-dute per circa due ore ciascuna. Prima che si ingenerino equivo-ci è oppurtuno ribadire questo numero tre, anche se è noto a tut-ti dalle teorie dell’allenamento per i giochi sportivi e da quanto esiste a tal proposito sui manuali, che è la quantità del lavoro ciò che forma i presupposti tecnici che stanno alla base delle capaci-tà di gioco: come dire che con i giovani è necessario svolgere una grande mole di lavoro per formare le basi tecniche su cui costruire, più tardi, performance di alto livello. La quantità di lavoro, peral-tro, è inversamente proporzionale alla qualità dello stesso e per questo la “scienza sportiva” suggerisce per i giovani molto lavo-ro a ritmi bassi e con scarsa intensità. Tutto ciò adeguato alle esi-genze ovviamente diverse che può presentare una squadra allie-vi, ragazzi, juniores. È la realtà operativa riscontrabile nel 90% delle società che pos-siedono un settore giovanile che è purtroppo molto diversa: nella pratica ogni società ha problemi di impianti, di orario, di utilizzo degli stessi, e di altra natura. Tutte queste imposizioni permettono quindi un massimo di tre allenamenti per settimana; a volte è ad-dirittura diffi cile ottenere l’utilizzo della palestra per due ore piut-tosto che per un’ora e mezza come avviene in molti casi. Questo tipo di limitazione costituisce molto spesso un alibi per gli allenatori che possono sostenere come sia impossibile svolge-re un buon la-voro con co-sì poche ore di palestra. Tut-to ciò è poco credibile e, an-zi, circa 20 an-ni di esperien-za con i giova-ni suggeriscono piuttosto che la quantità di la-voro in un set-tore giovani-le non debba mai essere ec-cessiva, anche per rispettare i naturali inte-ressi e impegni

...20 anni di esperienza con i giovani...

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Il settore promozionale della FIPAV comprende le attività di reclu-tamento o avviamento allo sport, il minivolley, che è il gioco pro-pedeutico alla pallavolo rivolto ai bambini e bambine fi no ai 12 anni ed il campionato under 13 che si conclude con la fase regio-nale ed ha l’obiettivo principale di far giocare tutti. L’under 13 può essere maschile, femminile ma anche misto; noi cominceremo da questa categoria ad esaminare le differenze fra volley ma-schile e volley femminile.

premessa

reclutamentoUna società sportiva che desideri organizzare in modo effi ciente il proprio settore giovanile deve prevedere una fase di promozione che può essere impiegata anche come mezzo di reclutamento. Per avere buone squadre giovanili è necessario poter usufruire di un certo numero di praticanti già nei centri di avviamento allo sport e attingere ad essi per la scelta degli atleti che andranno a for-mare le squadre under 13 e under 14.La promozione ha lo scopo di far conoscere e sperimentare, alme-no una volta, il gioco della pallavolo alle bambine e ai bambini che non hanno ancora avuto occasione di praticarlo. Tale attività ha un certo valore sia per le singole società che per l’intero movimento sportivo, perciò andrebbe favorita e sviluppa-ta dagli organi federali, soprattutto nelle scuole.La pallavolo gode da sempre di un rapporto privilegiato con la scuola, per via della sua semplicità ed utilità ai fi ni dello sviluppo motorio dei bambini e dei ragazzi.Il gioco del volley permette di consolidare schemi motori di base quali il saltare, lo spostarsi rapidamente, il prendere e il lasciare. La sua pratica consente di migliorare aspetti importanti della mo-tricità, come la coordinazione degli arti inferiori e superiori, l’agi-lità e la valutazione delle traiettorie. Va aggiunto che il gioco ha una spiccata fi nalità socializzante, non meno importante delle al-tre, e forma nel giovane il rispetto delle regole e dei compagni.Ricordiamo poi che la pallavolo è uno dei pochi sport che consen-te, senza diffi coltà, la formazione di squadre miste e la possibi-lità di far affrontare squadre femminili e squadre maschili all’in-terno dello stesso torneo.Prima di specifi care come si possa organizzare un’attività promo-zionale nelle scuole, è indispensabile chiarire a quale fascia d’età occorre rivolgersi. Per quanto riguarda le società femminili, è utile, per varie ragioni, che l’attività di promozione sia svolta già nella scuola elementare, limitatamente alle sole classi quarta e quinta (ovvero fra bambine di nove e dieci anni). Per quanto riguarda le società maschili, tale attività può iniziare anche un anno o due più tardi, quindi nella scuola media, con ragazzi di età compresa fra

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Il settore agonistico FIPAV comprende tutti i campionati di serie (3°, 2° e 1° divisione; serie D; serie C; serie B2; serie B1; serie A2 e serie A1) e i campionati di categoria giovanile, ovvero l’un-der 14 o allievi, l’under 16 o ragazzi e l’under 18 o juniores. Noi prenderemo in considerazione i campionati giovanili sia al maschi-le che al femminile.

premessa

under 14 femminileIntroduzione

Un buon criterio per valutare se si è ben lavorato nel settore pro-mozionale (minivolley e categoria under 13) è verifi care il nume-ro delle iscrizioni e confrontarlo con quello della stagione prece-dente. Un aumento delle iscrizioni in fascia under 14 rispetto a quelle dell’anno prima in under 13 signifi ca che si è ben lavora-to, almeno sul piano promozionale, e che le ragazze si sono tro-vate bene nella squadra giovanile, tanto da non voler abbando-nare l’attività.Nel caso in cui, invece, si siano verifi cate diverse defezioni, è neces-sario analizzare criticamente la situazione per individuare il moti-vo degli abbandoni; il più delle volte si lascia il gioco a causa di un’attività troppo selettiva o per l’inadeguatezza di un allenatore poco predisposto a lavorare con ragazze tanto giovani.Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, se si sono rispettati gli obiet-tivi propri della categoria under 13 ci si troverà a lavorare con ragazze che hanno sviluppato discrete capacità nel palleggio, nel bagher di ricezione e nell’attacco. Questo è già un buon punto di partenza per l’under 14 e sarà bene continuare a sviluppare in modo omogeneo le stesse abilità, rimandando la scelta dei ruoli specifi ci alla stagione successiva.

La scelta di ritardare ancora la defi nizione dei ruoli nasce dal fat-to che l’individuazione di quello giusto è un fatto fondamentale e determinante per la crescita della giovane atleta, e una decisione troppo affrettata potrebbe pregiudicarne la correttezza.In quest’ottica, dovendo conservare nella fascia under 14 l’univer-salità dei ruoli, tutte le giovani atlete saranno chiamate ad alza-re ed attaccare in eguale misura.Questa linea consente di raggiungere due risultati importanti: ap-profondire bene il palleggio anche nelle atlete che diventeranno poi schiacciatrici o centrali e sviluppare l’attacco anche nelle atlete che avranno in seguito il ruolo di palleggiatrici. Si procederà con un sistema di gioco in cui tutte le ragazze dovranno a turno alzare quando si troveranno in posto uno, facendo la penetrazione.

Organizzazione di gioco dell’under 14

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Di solito l’argomento della preparazione fi sica dei giovani viene evitato, magari col pretesto che in età giovanile non è opportu-no che si svolga alcun tipo di lavoro fi sico e che la pratica di uno sport quale la pallavolo è già più che suffi ciente. Dietro una tale giustifi cazione si cela in realtà la diffi coltà di af-frontare questo compito, il quale deve sottostare a due imperativi:- rispettare la crescita morfologica dei giovani- differenziare il lavoro in base all’età (occorre

una scheda individuale di lavoro per ciascun ra-gazzo)

Il compito dell’allenatore, dunque, richiede una pre-parazione teorica e soprattutto un’esperienza pra-tica notevoli; per questo motivo molti fra quelli che operano nel settore giovanile preferiscono non fa-re piuttosto che fare male.

premessa

basi della preparazione fi sica giovanileI principi che stanno alla base del lavoro fi sico nel volley possono essere così sintetizzati:1. la preparazione fi sica deve fornire all’atleta ciò che egli non ottiene in modo ottimale dalla sola pratica pallavolistica: lo svi-luppo della forza2. dal momento che la pallavolo è uno sport asimmetrico, il lavo-ro fi sico ha anche il compito di compensare eventuali squilibri e in tal modo prevenire alcuni infortuni tipici del gioco3. in fase di preparazione fi sica la corsa è quasi superfl ua, dal momento che la pallavolo è uno sport di tipo aerobico-anaerobi-co alternato e durante la gara l’atleta può usufruire di intervalli che consentono ampi recuperi.Il volley è basato fondamentalmente sulla velocità di esecuzione, sulla rapidità dei movimenti, e questo a prima vista sembrereb-be negare la necessità di sviluppare la forza muscolare. In realtà velocità e potenza non sono che espressioni di quest’ultima e, an-zi, senza di essa si corre il rischio di non poter realizzare buone performance tecniche e di farsi male. Molte delle infi ammazioni ai tendini tipiche dei pallavolisti (ginocchio, spalla) sono causate da una ripetizione continua dei gesti tecnici non supportata da un adeguato sviluppo della forza delle zone muscolari interessate; per non avere problemi di questo tipo non è necessario sviluppa-re grandi livelli di forza, basta mantenere un buon tono muscola-re, cosa che si può facilmente ottenere anche solo inserendo ogni volta nella fase di riscaldamento esercizi isometrici (mantenere una posizione il più a lungo possibile) ed esercizi con l’elastico. Lo svi-luppo della forza, tanto importante per la prevenzione degli in-fortuni, è di facile realizzazione e non richiede particolari attrez-