Marco Acutis & Roberto Confalonieri. Limpostazione degli esperimenti Come va gestito un esperimento...

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Marco Acutis & Roberto Confalonieri

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Marco Acutis

&

Roberto Confalonieri

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L’impostazione degli esperimenti

• Come va gestito un esperimento ?

• Quante ripetizioni occorrono ?

• Come dimensionare l’unità sperimentale ?

• Quale schema sperimentale adottare ?

• Gestire la variabilità spaziale

Stretto rapporto tra le risposte a queste domande,nessun punto è affrontabile singolarmete

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Criteri generali di gestione di un esperimento

• Finalizzazione– L’esperimento deve rispondere a necessità specifiche

esattamente definite.

– Si deve sapere la ragione per ogni dato che si raccoglie

– Se dei dati si raccolgono “per prassi” occorre essere consci della ragione della prassi.

– Occorre un equilibrio tra i costi e i risultati ottenibili.

L’esperimento inizia a tavolino !

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…A Tavolino• Quali differenze tra trattamenti consideriamo

“rilevanti” per la nostra indagine ?• Con che precisione vogliamo stimare un

parametro ? (es coefficiente angolare di una retta) • Con che precisione vogliamo stimare una Y

incognita data una X ?

Abbiamo gli elementi per calcolare il n. di repliche

+Stima della variabilità non controllata

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…Dal tavolino al campo• Avere per ogni unità sperimentale un numero di

individui (massa campione) sufficienti.• Avere un’estensione spaziale dell’esperimento

ridotta per ridurre le disomogeneità e non sommare fattori accidentali agli effetti dei trattamenti che stiamo facendo.

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…Criterio per il dimensionamento dell’unità sperimentale

?

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Un po’ di letteratura su dimensioni del campione

Coltura Variabile misurata Dimensioni del campione CV (%) Riferimento

orzo AGB 8 piante per 3 ripetizioni / Yap et al., 1972orzo AGB 40 cm lineari per 4 ripetizioni / Brunetti et al., 1982

frumento AGB 1 m2 per 3 ripetizioni / Wittmer et al., 1982mais AGB 10-60 piante per 3 ripetizioni / Williams et al., 1965soia AGB 5-10 piante per 5 ripetizioni / Buttery et al., 1974soia AGB 4 piante per 3 ripetizioni / Gent, 1982

Vigna unguiculata AGB 1 m lineare per 4 ripetizioni / Wien, 1982girasole AGB 2 piante per 5 ripetizioni / Abbate et al., 1982

orzo, pisello AGB 40 cm lineari per 3 ripetizioni 22 Cervato e Piva, 1985frumento, orzo AGB, Nuptake 50 cm lineari per 3 ripetizioni / Delogu et al., 1998

frumento AGB, LAI, SLA 0.25 m2 / Olesen et al., 2002frumento AGB, Nuptake 0.17 m2 21 Rodriguez et al., 2000

riso AGB, LAI, SLA 0.5 m2 / Casanova et al., 1998riso AGB, LAI, Nuptake 1 m lineare (semina a file) 18 Dingkuhn et al., 1999

cereali 30 piante camminando a zig zag / Scottish Agricultural Collegetutte "buon senso" ?!?!?! ?!?!?! Campbell et al., 1998

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Prove nazionali varietali (Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura (S. Angelo Lodigiano)

...è uno standard?

•Per quanto riguarda la resa granellare:tutta la parcella esclusi i bordi (1.2 x 5 m circa)

•Per quanto riguarda biomassa aerea, ecc:0.5 m lineari per due ripetizioni (CV = 25%)

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Gomez, 1972“Techniques for field experiment with rice:

layout, sampling, sources of error”

...è uno standard?

In base a numerosi set di dati sperimentali trova delle dimensioni del campione (numero di piante) diverse a seconda della variabile che si vuole misurare.

Questo perché i metodi per misurare le diverse variabili hanno diversa accuratezza.

Per la biomassa aerea suggerisce 20 piante per parcella

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Wolkowski et al., 1988

Determinazione della biomassa aerea

•Raccoglie tutte le piante su una fila e ne pesa 1, 5, 10, 15, 20, 25, tutte (estrazione random)

•Calcola il coefficiente di variazione

•Guarda quando il CV è più basso (CV più basso = 14%)

Esempi da letteratura riguardanti metodi alternativi per la determinazione delle dimensioni del campione

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Tirol Padre et al., 1988

metodo analogo (basato sul CV (CV più basso = 12%)) in prova riguardante attività enzimatica

La varianza a volte è correlata con la media (non c’è omoscedasticità)

meglio lavorare su media e deviazione standard separate che sul CV!!!

Esempi da letteratura riguardanti metodi alternativi per la determinazione delle dimensioni del campione

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Yonezawa, 1985

Numero di piante da raccogliere per caratterizzazione genotipica

Considera tutte le attività necessarie per giungere al dato finale e lo sforzo richiesto in ogni attività ed elabora matematicamente il tutto

Conclude che:

•1. campioni di sole 10 piante per ogni località o popolazione sono sufficienti

•2. è più importante analizzare un largo numero di località o popolazioni

Queste conclusioni potrebbero essere estese a prove parcellari considerando le repliche in campo come località => meglio campione “piccolo” per ogni replica ma tante repliche?

Esempi da letteratura riguardanti metodi alternativi per la determinazione delle dimensioni del campione

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1. Spesso le caratteristiche della popolazione (μ e σ) sono sconosciute (variano da situazione a situazione)

è impossibile conoscere a priori l’errore che può essere ritenuto accettabile (può essere più o meno grande a seconda del

particolare campo sperimentale in esame e della sua storia).

In questi casi è meglio analizzare la variazione relativa dell’errore dovuto al campionamento al crescere delle dimensioni

del campione all’interno del campo in esame piuttosto che basarsi su criteri assoluti per l’accettazione o meno di un certo

errore.

Premessa

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2. Con un numero limitato di osservazioni a disposizione (cosa che si verifica spesso nel caso di metodi lunghi o costosi) può

essere un azzardo valutare la normalità (requisito per l’applicazione dei metodi classici per la determinazione delle

dimensioni del campione)

3. I metodi classici non prendono in considerazione lo sforzo necessario per ottenere il dato

Inoltre

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I metodi di ricampionamento

I metodi di ricampionamento si sono molto diffusi a partire dagli anni 60.

Concettualmente si basano sui metodi Monte Carlo ma si basano sull’uso ripetuto dell’unico campione disponibile.

Molto importanti sono il bootstrap e il jackknife

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Il visual jackknife

N: numero unità campionarie

k: numero di unità campionarie appartenenti ad un gruppo

: numero di campioni virtuali (combinazioni senza ripetizione) di N-k elementi generati eliminando

volte k valori

:numero totale di campioni virtuali generati

!!

!

kkN

N

!!

!

kkN

N

2

1 !!

!N

k kkN

N

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Il visual jackknife

•Calcolare, per ogni campione generato di N-k unità campionarie, la media e la deviazione standard

•Disporre il tutto su due grafici che hanno:

•in ascissa i valori di N-k (con k da N-2 a 1; ovvero con(N-k) da 2 a (N-1)

•in ordinata la media e la deviazione standard

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Il visual jackknife

0

0.4

0.8

1.2

1.6

2

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Sample size (3-plants groups)

Sta

nd

ard

de

via

tion

(g

AG

B)

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Il visual jackknife

8

9

10

11

12

13

14

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Sample size (3-plants groups)

Me

an

va

lue

(g

AG

B)

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0.00

0.02

0.04

0.06

0.08

0.10

0.12

0.14

40 60 80 100 120 140 160 180

Potenziali dimensioni del campione (cm)

med

ia (

m2

m-2

)

0

0.005

0.01

0.015

0.02

0.025

0.03

0.035

dev

. st

.

media

dev. st.

Se il campione è piccolo => non generare campioni virtuali è cosa pericolosa

Singolo campione

250 campioni generati

140 cm(7 gruppi da 20cm)

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..In campo• Effetto bordo

– Attorno all’appezzamento– Entro ogni parcella

• Uniformità del trattamento– I trattamenti comuni all’intero appezzamento sperimentale spesso non sono uniformi– Lavorazione del terreno– semina– Concimazioni– Diserbi – Trattamenti fitosanitari – …….

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Come ottenere una stima variabilità non controllata

• Il presupposto è che non siamo i primi a fare un esperimento con il materiale e nelle condizioni operative che ci interessano

• Quindi esistono altri esperimenti +/- analoghi

Allora una stima della variabilità non controllata è ottenibile dalla bibliografia

Un ricercatore che non studia è come un muratore che non usa il cemento: fa anche una casa, ma che cade al primo colpo di vento

Che ovviamente avrete letto con la massima attenzione possibile(un ricercatore che non legge e studia NON è un ricercatore)

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Come ottenere una stima variabilità non controllata

• Obbiettivo è ottenere deviazione standard e media– La media generale è sempre riportata o facilmente ottenibile

• Il coefficiente di variazione è riportato in molte prove.• Si può ottenere la standard deviation da:

– Valore della MDS– Da anova e contrasti– dai confronti multipli (es dal Test di Duncan)

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Come ottenere la deviazione standard dalla MDS

,1 2

1 1varGLerrMDS t err

n n

nnn

2

2

1

1

1In genere:

nt

MDSerr

GLerr

2var

,

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Come ottenere la deviazione standard dall’ANOVA (o dai contrasti)

• Solo se si conosce il P(F) si può fare il calcolo esatto.

• Se il livello di significatività è espresso come + e ++ si può solo fare un calcolo approssimato, non sempre utile

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Come ottenere la deviazione standard dall’ANOVA (o dai contrasti)

• Occorre conoscere dell’esperimento da cui vogliamo ottenere l’informazione:– Il numero di trattamenti a confronto

– Il numero di ripetizioni

– Il valore della media di ogni trattamento

– Il P(F) o il P(t) nel caso di contrasti

– Oppure il valore di F, o quello di t nel caso di contrasti

– Lo schema sperimentale adottato (randomizzazione completa, blocco randomizzato ecc)

– Non importa se l’esperimento è fattoriale

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Come ottenere la deviazione standard dall’ANOVA (o dai contrasti)

• Un esempio• 6 trattamenti a confronto• 4 ripetizioni per trattamento• Schema a randomizzazione completa• P(F)=0.021• Le medie:• m1=60; m2=65; m3=70; m4=80; m5=81; m6=84

• Ora andiamo all’esempio in excel

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Come ottenere la deviazione standard dal test di Duncan

• Un complicatissimo calcolo approssimato, non sempre utile.

• Una ragione in più per limitare i confronti post factum quando effettivamente sono da usarsi

• Non ritengo di spendere 1 ora per farlo qui

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Le tavole di Pearson e Hartley

Nel caso dell’ANOVA, è possibile dimensionare i singoli gruppi in base a:

• potenza assegnata al test F

• differenza minima che si vuole mettere in evidenza

Per il calcolo della potenza occorre calcolare il grado di falsità dell’ipotesi nulla:

2

20

2 sp

n

Dove:

• s2= QM(e) (in esperimenti comparabili o preliminari)

• p è il numero di gruppi

• δ0 è la varianza delle medie che dipende dalla differenza minima che si vuole evidenziare

• n è il n di trattamenti

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Le tavole di Pearson e Hartley

Esempio

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Come usare l’abaco dal Dagnelie

Lo facciamo in pratica con carta penna e righello….

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Come usare l’abaco dal Dagnelie

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Usare le utility di Russel Lenth

Link locale

http://www.stat.uiowa.edu/~rlenth