Mappe Mentali

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A Ciro Imparato, maestro, esempio,

instancabile ricercatore di eccellenza

e di felicità e soprattutto Amico.

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MATTEO SALVO

METTI IL TURBO ALLA TUA MENTE CON LE

MAPPE MENTALIPer professionisti, manager e studenti che vogliono trovare la rotta verso risultati straordinari

Testi: Matteo Salvo

Fotografi e, illustrazioni, mappe e testimonianze: archivio di Matteo Salvo,

Shutterstock Images (pp. 14,19,20)

Ilustrazioni di copertina: Shutterstock Images

DVD: registrazione curata da Ambra Fedrigo, luci curate da Claude Coleman

Redazione GribaudoVia Garofoli, 262

37057 San Giovanni Lupatoto (VR)

[email protected]

Responsabile editoriale: Franco Busti

Responsabile di redazione: Laura Rapelli

Redazione: Serena Dei

Responsabile grafi co e progetto: Meri Salvadori

Fotolito e prestampa: Federico Cavallon, Fabio Compri

Segreteria di redazione: Daniela Albertini

Stampa e confezione: Grafi che Busti srl, Colognola ai Colli (VR),

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© 2015 GRIBAUDO - IF - Idee editoriali Feltrinelli srlSocio Unico Giangiacomo Feltrinelli Editore srl

Via Andegari, 6 - 20121 Milano

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Prima edizione: 2015 [11(F)] 978-88-580-1354-0

Tutti i diritti sono riservati, in Italia e all’Estero, per tutti i Paesi. Nessuna parte di questo libro può essere

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rimane comunque a disposizione per ogni evenienza.

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MATTEO SALVOMATTEO SALVO

G R I B A U D O

mappe mentali

metti il turbo alla tua mente con le

PERPER PROFESSIONISTI,PROFESSIONISTI, MANAGER MANAGER E STUDENTISTUDENTI CHECHE VOGLIONOVOGLIONO TROVARE TROVARE

LALA ROTTAROTTA VERSOVERSO RISULTATI RISULTATI STRAORDINARISTRAORDINARI

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INTRODUZIONE 8 PREFAZIONE 10

PARTE 1 GETTIAMO LE FONDAMENTA

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PARTE 2 COSTRUIRE LA MAPPA MENTALE

38

PARTE 3 LE APPLICAZIONI DELLE MAPPE

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PARTE 4 CON IL SOFTWARE O A MANO?

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PARTE 5 ESEMPI DI MAPPE MENTALI

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INDICE 187

SOMMARIO

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P erché un libro sulle Mappe Mentali? Perché in Italia c’è molta con-fusione sull’argomento e sentivo la necessità di mettere chiarezza su quello che sono le vere Mappe Mentali. Ti premetto che lo dico con cognizione di causa, in quanto in tutto

il mondo ci sono solo 14 Senior Trainer certificati da Tony Buzan, l’in-ventore e creatore delle stesse: sono uno di quei 14 nel mondo e l’unico in Europa. In questi anni ho tenuto moltissimi corsi sull’argomento e ho incontrato centinaia di persone che dicevano di conoscere e usare già le Mappe Mentali. Purtroppo, però, molte di queste non erano sod-disfatte dei risultati… Non capivo come potessero sostenere una cosa del genere pur utilizzando uno strumento così potente.

Quando vedevo le loro mappe capivo perché i risultati che si aspet-tavano non c’erano.

Ho deciso di scrivere questo libro per fare una volta per tutte chia-rezza e far sì che chiunque lo legga possa ottenere i risultati che desi-dera, grazie all’uso appropriato di questo strumento così potente, di cui si parla tanto ma di cui, in realtà, si sa così poco.

Ce la metterò tutta per far sì che questo libro possa rappresentare per te un’importante svolta nel tuo modo di usare la mente per acqui-sire le informazioni, rielaborarle e processarle.

Metterò a disposizione tutta la mia esperienza maturata in questi anni e tutti i trucchi e le malizie imparati sul campo.

Per questo ci tengo a dirti che molti degli esempi riportati saranno tratti da mie esperienze personali.

Mi rendo conto che facendo così rischio di passare per uno che ama parlare di se stesso e dei suoi risultati. Ti prego di evitare di dare questa er-rata interpretazione, perché la mia intenzione è completamente diversa.

Il mio obiettivo, al contrario, è quello di trasferirti competenze vissute in prima persona e che conosco a fondo, in modo che anche tu possa usarle allo stesso modo.

È esattamente come andare da uno sportivo che ha già ottenuto dei risultati importanti nello sport che pratichiamo e chiedergli se ci svela tutti i suoi segreti, le sue tabelle di allenamento e il tipo di ali-mentazione che segue. Ecco, in questo libro trovi esattamente le stesse cose, ma sulle Mappe Mentali.

INTRODUZIONE

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Inoltre, non sono il tipo di persona che riesce a riempirsi la bocca di risultati altrui spiegando come si fa ad arrivare a quei risultati senza essere in grado di ottenerli in prima persona.

È per questo che in Italia sono l’unico istruttore di tecniche di ap-prendimento rapido che ha partecipato alle Olimpiadi della Memoria e al Campionato Mondiale vincendo il titolo di International Master of Memory.

Ci tengo a essere un esempio coerente per i miei allievi e lettori, vivendo quello che insegno in prima persona e facendo in modo che siano i risultati ottenuti da me e dai miei allievi a fare da garanzia.

Proprio perché voglio che questo libro possa darti risultati con-creti, l’ho scritto in un linguaggio estremamente semplice, diretto e informale, come se fosse una chiacchierata tra me e te. Cerco di trasfe-rirti tutto quello che ho imparato come se fossi seduto al tuo fianco e ti stessi parlando. Questo per dirti che se non troverai termini ricercati o paroloni non è per togliere importanza all’argomento ma perché avreb-bero solo l’effetto di allontanarti dalla lettura e di renderla più pesante.

Inoltre, dal momento che la nostra mente acquisisce meglio le in-formazioni espresse sotto forma di immagini, ne troverai molte. Sarà molto più semplice comprendere come costruire le tue Mappe Mentali facendoti vedere un’immagine piuttosto che spiegandoti come farle.

L’editore, poi, ha pensato di aumentare ancora il valore di questo libro proponendomi di allegarvi un DVD sulle Mappe Mentali che ho prodotto un paio di anni fa e che era in vendita sul mio sito, www.matteosalvo.com. L’offerta è stata irrinunciabile, e il risultato è che ora potrai approfittare dei contenuti del libro e del video. Mi vedrai con qualche anno in meno, ma il contenuto è sempre attuale e, se un’immagine vale più di mille parole, un video vale ancora più di un’immagine… Guardalo con attenzione! In circa due ore avrai una visione d’insieme sulle Mappe Mentali e dopo potrai approfondire leggendo il libro.

Detto questo, ti auguro buona lettura, buona visione del DVD e, soprattutto, ottimi risultati!

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PREFAZIONE

S ono davvero onorato che mi sia stato chiesto di scrivere la pre-fazione al libro sulle Mappe Mentali di Matteo Salvo, pubblicato in Italia. Quando ero all’università, non avevo gli strumenti adatti per stu-

diare in modo efficace e quello che percepivo era una sorta di paralisi delle capacità mnemoniche. Gli appunti scritti attentamente durante i corsi, nero su bianco su fogli a righe sempre uguali, stavano diven-tando monotoni e la fase di memorizzazione risultava demotivante e noiosa. Decisi allora di consultare la biblioteca dell’università alla ricerca della sezione dedicata ai libri su come usare meglio il mio cer-vello. La bibliotecaria mi indirizzò alla sezione di medicina! Le dissi che non cercavo un testo sulle malattie cerebrali bensì un manuale su come sfruttare meglio le mie capacità mentali. Non esisteva alcun libro del genere. Ogni dispositivo elettronico veniva accompagnato da un manuale di istruzioni, mentre il cervello umano, strumento dalle potenzialità illimitate e straordinarie, non ne era provvisto. De-cisi quindi che lo avrei scritto io stesso e, proprio in quel processo, nacquero le Mappe Mentali. Capii quanto fosse effettivamente noioso tutto ciò che era bianco e nero, fonte di monotonia e sonnolenza. Più osservavo e più mi rendevo conto che le biblioteche scolastiche delle maggiori università erano divenute giganteschi dormitori per cervelli stanchi, esausti e sonnolenti.

Una volta fatto il primo passo verso la comprensione del funziona-mento del cervello umano, avevo scoperto strumenti imprescindibili, quali le Mappe Mentali, la lettura veloce e i segreti per il potenzia-mento e il sostegno della memoria da tempo caduti nell’oblio. Tecni-che che uso in prima persona nello svolgimento delle mie attività e che promuovo a milioni di persone entusiaste sparse su tutto il pia-neta. Persone affamate e assetate di conoscere come dare una svolta al proprio sistema pensante, come usare le proprie teste nel modo per il quale sono state progettate. Le tecniche da me scoperte insieme alle Mappe Mentali, la lettura veloce e le tecniche di Memoria rappre-sentano i tre pilastri della “Alfabetizzazione Mentale”, la dottrina che cerco di diffondere nel mondo.

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Osservando la storia della razza umana, si nota come alcuni indivi-dui emergano più di altri. Sono quelli che tutti riconosciamo come geni, apparentemente una razza di Giganti della mente ben lontani dalla categoria dei comuni esseri umani quali ad esempio Confucio, Newton, Leonardo da Vinci ed Einstein. Potremmo chiederci come si sia potuta formare questa comunità di personalità titaniche. Chi le ha elette? Perché si trovano all’interno di questo club mentre molti altri no? Il resto dell’umanità è fatta di materiale inferiore rispetto a questi superuomini o donne? Iniziai appunto a chiedermi chi de-cide chi è intelligente o meno e scoprii che tutti quanti, liberando il vero potenziale racchiuso nel proprio cervello possono aspirare a risvegliare la propria mente e a unirsi al club dei geni. Non esistono cancelli d’accesso o altri ostacoli. Applicando le Mappe Mentali spa-lancherete la porta della comunità dei cervelli illuminati e aperti a 360 gradi.

La mia ultima campagna informativa mondiale punta a intensifi-care il progetto di educazione mentale destinato a rivelare a miliardi di persone di tutto il mondo quali risorse dormienti della mente pos-sano essere risvegliate.

Il libro di Matteo, primo Atleta della Mente in Italia a essersi ag-giudicato il titolo di International Master of Memory al Campionato Mondiale di Memoria e primo e unico Senior Trainer in Europa da me certificato per insegnare le Mappe Mentali, le tecniche di Memo-ria e le tecniche di lettura veloce, sarà di grande aiuto a me in questa campagna e a te che lo stai leggendo per aiutarti a comprendere come sfruttare al meglio il potenziale della tua mente applicando le Mappe Mentali nelle più disparate situazioni.

Concludo augurando a Matteo, un vero guerriero della Mente, e al suo nuovo libro tutto il successo possibile. Per citare il poeta latino nella sua lingua d’origine, questo sarà il “Monumentum Aere Peren-

nius”, il monumento più duraturo del bronzo! (Orazio).

Professor Tony BuzanSingapore, 05/09/2015

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PARTE 1GETTIAMO LE FONDAMENTA

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Sovente ricevo e-mail di persone che mi chiedono consigli su come migliorare le loro Mappe Mentali. Quello che mi in-viano, però, in realtà non sono Mappe Mentali. Per far chia-rezza, ci tengo che tu sappia cosa non sono le Mappe Mentali:

1. le Mappe Mentali non sono schemi; 2. le Mappe Mentali non sono diagrammi di flusso; 3. le Mappe Mentali non sono diagrammi a blocchi; 4. le Mappe Mentali non sono mappe concettuali.

Vediamo quali sono le differenze.

PUNTO 1

LE MAPPE MENTALI NON SONO SCHEMI

Uno schema è una figura che costituisce una rappresen-tazione semplificata e funzionale di un argomento che vo-gliamo imparare.

COSA NON SONO LE MAPPE MENTALI1.1

ST I GMAST I GMA

ST I L OST I L O CA R P E L L OCA R P E L L O

P ETALOP ETALO

S EPALOS EPALOR I C ETTACO LOR I C ETTACO LOOVO LOOVO LO

STAMESTAMEANTERAANTERA

F I LAMENTOF I LAMENTO

P ED I C E L L OP ED I C E L L O

OVAR I OOVAR I O

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PUNTO 2

LE MAPPE MENTALI NON SONO DIAGRAMMI DI FLUSSO

Un diagramma di flusso (in inglese flowchart) è una rappre-sentazione grafica che ci permette di rappresentare il flusso di controllo ed esecuzione di operazioni o istruzioni rap-presentate mediante figure geometriche quali rettangoli, rombi, rettangoli smussati e altre ancora, ciascuna con un significato preciso. All’interno di queste figure, collegate tra loro da frecce, ci sarà un testo che rappresenta l’atti-vità da svolgere. Per questa loro caratteristica i diagrammi di flusso sono considerati parte della classe più ampia dei diagrammi a blocchi.

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M E L AM E L A

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PUNTO 3

LE MAPPE MENTALI NON SONO DIAGRAMMI A BLOCCHI

Un diagramma a blocchi è una rappresentazione grafica usata per illustrare concetti e idee.

In un diagramma a blocchi, all’interno delle figure geometriche, collegate tra loro da frecce, ci saranno testi descrittivi, spesso rappresentati da intere frasi. A loro volta, i diagrammi a blocchi fanno parte della categoria più ampia delle mappe concettuali.

PR ES EN TA Z I O N EPR ES ENTA Z I O N E

P ER SONAG G IP E R S O N AG G I

F EST E E . . . . .F EST E E . . . . .

A RCH I T E T T U RAA RCH I T E T T U RA

CO P ERT INACO P ERT INA

LO SCHEMA A BLOCCHILO SCHEMA A BLOCCHI

IN D I C EIN D I C E

CAVA L I E R ICAVA L I E R I

I N V EST I T U RAI N V EST I T U RA

ST RU T T U RAST RU T T U RA

H E L PH E L P

F E U DATA R I OF E U DATA R I O

CACC I ACACC IA

STO R IASTO R IA

S E RV I . . . . .S E RV I . . . . .

F I E R E . . . . .F I E R E . . . . .

T E RR I TO R I O . . . . .T E RR I TO R I O . . . . .

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1PUNTO 4

LE MAPPE MENTALI NON SONO MAPPE CONCETTUALI

Una mappa concettuale è un insieme di parole chiave collegate tra loro da linee. È estremamente funzionale, in quanto si basa su un apprendimento dei significati e dei concetti contrapponendosi al modello precedente in cui l’apprendimento era ripetitivo e mnemonico.

La mappa concettuale, quindi, ci aiuta a farci capire ma non è così funzionale per farci memorizzare.

Mi spiego meglio: non è così funzionale per farci memo-rizzare perché a prima vista queste mappe sono tutte molto simili e, proprio per la loro struttura, difficili da ricordare.

Un foglio con riportate sopra parole collegate tra loro da linee ha sempre lo stesso aspetto, sia che stiamo parlando di concetti di economia sia che stiamo parlando di geografia.

In una mappa concettuale materie molto diverse pos-sono comunque risultare molto simili a livello visivo.

MAPPA CONCETTUALEMAPPA CONCETTUALE

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Abbiamo visto che cosa le Mappe Mentali non sono; prima di vedere che cosa sono, per comprenderle meglio, ve-diamo intanto come e da dove nascono.

In caso non avessi letto la Prefazione, nascono da una riflessione di Tony Buzan. Quando studiava psicologia andò nella biblioteca dell’Università e chiese dove poteva trovare dei libri che spiegassero come funziona il cervello, per studiare e acquisire le informazioni in modo più effi-cace. Venne indirizzato nella sezione di medicina; disse che non era interessato all’aspetto medico, ma a capire come usare meglio il cervello… quello che lui cercava era una sorta di manuale di istruzioni per riuscire a imma-gazzinare le informazioni velocemente e trattenerle a lungo termine.

La risposta fu che non c’erano libri su tali argomenti e da lì iniziò la sua ricerca. Partì analizzando quello che avevano fatto e quello che pensavano i grandi geni del pas-sato. Osservando i loro appunti e quello che ci avevano lasciato si rese conto che il loro modo di pensare era com-pletamente diverso rispetto a quello che ci hanno inse-gnato ad adottare a scuola. Osservando, per esempio, gli appunti di Leonardo da Vinci, possiamo notare che ragio-nava per punti chiave e, soprattutto, immagini. Pur non avendo le conoscenze che abbiamo a disposizione oggi sul funzionamento del cervello, si era reso conto che in que-sto modo i messaggi erano più chiari e la mente aveva più facilità a elaborare le informazioni.

L’idea è quella di parlare alla mente nella sua stessa lingua.

COME NASCONO LE MAPPE MENTALI1.2

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Quali sono le informazioni che capiamo al volo e ricor-diamo anche se le abbiamo ascoltate una volta soltanto? Innanzitutto la nostra mente comprende e interiorizza meglio:

1. immagini; 2. colori; 3. associazioni di idee; 4. associazioni di suoni; 5. informazioni che richiedono il nostro

coinvolgimento emotivo; 6. informazioni che suscitano la nostra curiosità; 7. informazioni curiose o strane; 8. informazioni che ci coinvolgono direttamente

o emotivamente.

Da qui l’idea di rappresen-tare i concetti sfruttando le caratteristiche appena riportate ma, soprattutto, non usando una struttura lineare, come in un testo scritto, ma quella radiale di un neurone.

Per comprendere me-glio questo aspetto ci basta guardare come è fatto un neurone (imma-gine qui a sinistra).

MA CHE LINGUA PARLA LA NOSTRA MENTE?1.3

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Se osservi bene noterai che un neurone e una Mappa Men-tale hanno esattamente la stessa struttura o, meglio, che la Mappa Mentale è stata pensata partendo esattamente dalla stessa struttura di un neurone. In questo modo la nostra mente acquisisce le informazioni senza “bisogno di interprete”.

Quando cerchiamo di comprendere i concetti espressi in un libro senza immagini la nostra mente deve raffigurarli e interpretarli. Solo a quel punto riesce a comprenderli. In una Mappa Mentale, invece, le informazioni arrivano dirette alla nostra mente perché sono rappresentate sotto forma di colori, immagini e punti chiave, esattamente come la mente le elabora. È per questo che le Mappe Men-tali si chiamano così. Evita di farti trarre in inganno dal nome, alcuni pensano che le Mappe Mentali si costrui-scano a mente, ma non è così. In un libro, invece, i concetti chiave non sono evidenti, non saltano all’occhio immedia-tamente: sono oscurati dalla massa di parole chiave che servono per renderli più comprensibili (a pagina 22).

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La struttura della Mappa Mentale riprende la struttura di un neurone.

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Non ti voglio convincere di questo, ascolta la tua sensa-zione di fronte alla Mappa Mentale nella pagina prece-dente oppure di fronte all’immagine qui sotto.

La mappa, inoltre, ci permette di non subire le informa-zioni in modo passivo: per poterle comprendere attraverso una mappa, la nostra mente deve essere sveglia e attiva.

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Arachide & Cannella: Castries Crème è un liquore di arachidi con una forte nota iniziale di burro di arachidi, che poi cede a note sottili di cannella speziata e zucchero grezzo di canna. Vedi anche Arachide & Mela, p. 24.

Arachide & Carota: Nigella Lawson propone la sua Insalata di carote e arachidi della stanza dell’arcobaleno, in onore di un ristorante dove sua madre ha mangiato una cosa simile. Il mix di ingredienti potrà anche sembrare strano, in particolare se siete coraggiosi con l’aceto: la sua nota astringente incide sull’untuosità delle arachidi e, unita a carote dolci, dà al tutto una nota invitante che associo con le insalate asiatiche al succo di lime. Grattugiate grossolanamente 4 carote e mesco-latele con 75 g di arachidi salate, 2 cucchiai di aceto di vino rosso, 2 cucchiai di olio di arachidi e alcune gocce di olio di sesamo. Da mangiare subito.

Arachide & Cetriolo: in India, il khamang kakadi riunisce cetriolo sbucciato e tagliato a dadini, arachidi tostate e sminuzzate, peperoncino verde piccante fi ne-mente tritato e cocco grattugiato. Il tutto viene condito con succo di limone, sale, zucchero e cumino, o con olio contenente semi di senape che sono stati scaldati fi no a quando i semi scoppiano, rilasciando il loro sapore. Servite come un chutney.

Arachide & Cioccolato: vedi Cioccolato & Arachide, p. 13

Arachide & Cocco: spesso abbinati nella cucina indonesiana. Usato per insapo-rire piatti di riso, il seroendeng è composto da noce di cocco tostata e grattugiata, cotta con cipolla, aglio e spezie, poi mescolata alle arachidi. Il rempeyek kacang è uno snack fritto preparato con arachidi tritate mescolate a latte di cocco speziato e pastella di farina di riso. Arachidi e cocco sono uniti anche in una celebre salsa per il satay, e nel condimento per il gado gado, una classica insalata indonesiana, ottima quando avete avanzi di verdura da utilizzare. Tostate in forno a 190 °C per 6-8 minuti 200 g di arachidi private della buccia. Lasciate raffreddare e lavorate il tutto nel mixer, fi no a quando sarà fi nemente tritato. Unite 50 ml di salsa di soia, 2 cucchiai di zucchero di palma (o grezzo di canna), il succo di 1/2 lime, un paio di spicchi di aglio schiacciati (fritti con 2-3 scalogni tritati) e peperoncino piccante a piacere. Frullate il tutto e unite 400 ml di latte di cocco; frullate di nuovo per amalgamare. Usate la salsa per condire un mix di verdure bollite, sbollentate e crude. Patate bollite e fagiolini sbianchiti sono una combinazione comune, varia-mente ampliabile con carote, cipollotti, cavolo, cetriolo o lattuga. Uova sode, cracker di gamberi, cipolla o tofu fritti sono usati come decorazione.

Arachide & Foglie di coriandolo: vedi Foglie di coriandolo & Arachide, p. 195

Arachide & Frutti di mare: la salsa satay può trasformare uno spiedino semplice di cozze o gamberetti in una delizia. Nel vatapà brasiliano, un piatto molto saporito, i frutti di mare sono stufati in una salsa di cocco e arachidi, ispessita dal pane. Gamberi e arachidi condividono la stessa dolcezza da frutta secca, senza risultare stucchevoli.

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DIVERSI MODI DI APPRENDERE 1.4

Il fatto che la mappa catturi di più la nostra attenzione è dovuto al fatto che parlando di apprendimento possiamo distinguerlo in due categorie:

1. apprendimento passivo;

2. apprendimento attivo.

Andiamo ad analizzare questi due diversi tipi di appren-dimento.

APPRENDIMENTO PASSIVO

È un metodo di apprendimento per mezzo del quale la no-stra mente subisce le informazioni senza venire coinvolta. Questo sistema è decisamente più lungo e meno efficace, perché non viviamo le informazioni in prima persona e la nostra mente è costretta a eseguire un lavoro estrema-mente ripetitivo che non richiede la nostra attenzione.

Per dare un’idea, è come una persona che, per mettersi in forma, utilizza un elettrostimolatore per gli addomi-nali. Questo tipo di approccio, che apparentemente ri-chiede meno sforzo, è un approccio passivo e più lento. Il muscolo viene stimolato dall’esterno e non dall’interno.

Quello che personalmente trovo più limitante in que-sto tipo di approccio è che non alleniamo il “muscolo” del pensiero e della forza di volontà. Per quanto riguarda l’ap-prendimento, è come delegare la responsabilità dei pro-pri risultati a qualcosa che non dipende da noi. In questo caso, infatti, cerchiamo di far entrare le informazioni in testa subendole.

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APPRENDIMENTO ATTIVO

Uno dei concetti che tengo di più a trasferire durante i miei corsi è quello di “smettere di studiare per imparare e iniziare a studiare per spiegare”.

In questo tipo di apprendimento siamo noi a metterci in gioco, siamo noi a voler comprendere i concetti e siamo coinvolti in prima persona.

In questo modo non subiamo più le informazioni in modo passivo, cercando di farle entrare in testa per iner-zia, leggendo e ripetendo. Siamo noi in prima persona che vogliamo comprenderle, nell’ottica di trasferirle a qualcun altro. In inglese questo concetto è definito con l’espres-sione switch ownership, ovvero trasferire la competenza su un argomento a qualcun altro.

Se abbiamo compreso i concetti e a nostra volta siamo in grado di trasferirli a qualcun altro vuol dire che ab-biamo svolto bene il nostro lavoro e che quei concetti li abbiamo davvero interiorizzati noi in prima persona.

Questa, a mio avviso, è la forma più alta di apprendi-mento: aver interiorizzato talmente bene qualcosa da poterla trasferire a qualcun altro. In questo tipo di appren-dimento siamo noi che siamo alla ricerca delle informa-zioni, non le stiamo subendo.

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Questo non è un concetto di mia invenzione: il primo a parlarci della differenza tra apprendimento attivo e passivo fu Edgar Gale, che condusse diversi studi che lo portarono a elaborare la sua teoria sul cono dell’appren-dimento. Qui sotto puoi vedere l’immagine.

Le Mappe Mentali sono così efficaci perché, tra le altre cose, sono un sistema di apprendimento attivo.

Il paragone che mi piace fare per l’apprendimento è quello di un cane da caccia che va a scovare la preda e non si dà per vinto fino a quando non è riuscito a stanarla.

L’approccio passivo, invece, è come un cane che aspetta che la preda gli passi sotto il naso. Probabil-mente sarà talmente stufo e annoiato di aspettare che, anche se la preda dovesse passargli davanti, non sarebbe pronto ad afferrarla.

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CONO DELL’APPRENDIMENTO

Gli studi di Edgar Dale mostrano quali sono i sistemi più efficaci ai fini dell’apprendimento.

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Probabilmente non tutti ne sono consapevoli, ma quando pensiamo usiamo una serie di procedure preimpostate da noi stessi. Tali procedure sono date dalle nostre esperienze di vita e dal significato che ab-biamo dato a queste esperienze. Chiaramente ciascuno di noi può modificare qualsiasi procedura e modo di pensare tanto più facilmente quanto più siamo f lessi-bili e predisposti al cambiamento. Io suddivido queste procedure in due macrocategorie: il pensiero lineare e il pensiero radiale.

PENSARE IN MODO LINEARE

Il nostro modo di pensare era radiale quando eravamo bambini, dopo ha preso la direzione lineare, quando siamo andati a scuola. Iniziamo a fare le cose in modo preciso e schematico. Le informazioni ci vengono date sotto forma di testi scritti in linee più o meno fitte, im-pariamo concetti da elenchi o liste e alla fine quello stesso modo di elaborare le informazioni viene conside-rato come l’unico funzionale.

PENSARE IN MODO RADIALE

Quando analizziamo informazioni in modo radiale an-diamo ad attingere a potenzialità che ci permettono di vedere le informazioni in modo diverso.

“Ma perché sarebbe necessario vedere le informa-zioni in modo diverso?” Questa è la domanda che mi

LA STRUTTURADEL PENSIERO1.5

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fanno molte volte persone prevalentemente razionali e con un lavoro ripetitivo e metodico. “Dobbiamo essere precisi e c’è un solo modo di vedere le cose” è la loro obiezione.

A mio avviso, quando cerchiamo di acquisire infor-mazioni da un testo in modo schematico non stiamo creando immagini nella nostra mente, non stiamo in-terpretando i concetti e quindi l’apprendimento risulta estremamente limitato.

È totalmente diverso quando pensiamo in modo cre-ativo e attraverso le immagini. D’altra parte, si dice che un’immagine valga più di mille parole, quindi immagina cosa potrebbe accadere se nella tua mente non creassi soltanto immagini ma addirittura dei video.

Sono sicuro che rimarresti sbalordito da quello che sei in grado di creare.

I bambini sono bravissimi e velocissimi in questo processo di creazione di immagini, poi, man mano che crescono, perdono questa creatività. Molte volte il mo-tivo è che già a scuola essa viene limitata; si spingono gli studenti a fare le cose in modo standardizzato per far sì che ciascuno possa acquisire le stesse competenze, senza fare in modo che vengano messi in risalto i talenti individuali.

Per darti un’idea di quello che intendo quando dico che la mente acquisisce meglio informazioni espresse sotto forma di immagini, ti chiedo di memorizzare le in-formazioni riportate nella pagina seguente. Sono delle semplici indicazioni stradali: memorizzale nel dettaglio.

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Ti sarai reso conto che non è semplice. D’altra parte, ti sarà sicuramente capitato, qualche volta, di chiedere in-formazioni a qualcuno che si prodigava il più possibile per aiutarti a raggiungere la destinazione… ma appena richiuso il finestrino, la domanda che avevi in mente era: “E adesso da che parte devo andare?”.

Questo perché le informazioni ricevute ti sono state date in modo lineare e razionale, ossia una dopo l’al-tra, e la tua mente le doveva decodificare e trasformare in immagini per poterle comprendere. Osserva invece l’immagine a pagina 29. Noterai quanto la nostra mente comprenda meglio le stesse informazioni che hai letto prima.

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Puoi anche decidere di non fare la strada che ti è stata sug-gerita perché, avendo la visione d’insieme, hai capito dove si trova il punto di partenza e il punto di arrivo e sei per-fettamente in grado di trovare anche percorsi alternativi per raggiungerlo.

Ci sono molti esempi che possiamo usare. Pensa a un parco dei divertimenti come Gardaland. Prima di salire su ogni attrazione non vediamo regole scritte ma immagini che ci fanno capire quali sono le norme da seguire. Se ci fossero informazioni scritte dovrebbero essere tradotte in molte lingue e, soprattutto, nessuno le leggerebbe, perché non catturerebbero la nostra attenzione. Tutto quello che, invece, è strano e coinvolgente la cattura meglio.

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PARCO SEMPIONE

BASILICA DI SAN CARLO

AL CORSO

CHIESA DI SANTA MARIA

INCORONATA

ACCADEMIA DI BELLE ARTI

DI BRERA

FONDAZIONE LA TRIENNALE

DI MILANO

GIARDINI PUBBLICI

INDRO MONTANELLI

Via Francesco Melzi D’Eril

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AGALLERIA

D’ARTE MODERNA

CASTELLO SFORZESCO

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Page 17: Mappe Mentali

A tal proposito ti racconto un aneddoto che mi è successo un paio di anni fa: mi capita spesso di viaggiare in aereo e sinceramente appena prendo posto mi immergo nei miei pensieri. Mi rendo conto che non presto alcuna atten-zione alle procedure di evacuazione dell’aereo date dalle hostess.

Una volta, però, è successa una cosa troppo particolare per non ascoltarle con attenzione: le informazioni erano date da bambine vestite da hostess e le notizie sull’aero-porto di partenza e di arrivo, la temperatura e tutto il resto da un bambino simpaticissimo vestito da coman-dante. Era davvero divertente: la maggior parte dei pas-seggeri, me compreso, registrava questo spettacolo con il telefonino.

Penso di aver imparato di più in quella sola occasione che in tutte le altre in cui ho sentito quelle informazioni recitate in modo robotico da hostess addestrate o da video seriosi proiettati sugli schermi.

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Una Mappa Mentale è una rappresentazione grafica del nostro pensiero: con “nostro pensiero” intendiamo qualsi-asi tipo di informazione o insieme di concetti che vogliamo comprendere o elaborare. La rappresentazione in questo caso risulterà estremamente chiara, vivace, attraente e vi saranno riportati soltanto i punti chiave. In questo modo la mente non deve districarsi in mezzo alle centinaia di pa-role che servono per rendere più comprensibili i concetti.

Le parole chiave serviranno a richiamare i concetti chiave, ma saremo noi, con la nostra proprietà di linguag-gio e con il nostro modo di comunicare, a esprimere quei concetti in modo chiaro ed esaustivo. Ti premetto che per fare le mappe non è necessario essere artisti o pittori. Vedo molte persone che si scoraggiano, all’inizio, pensando di non poter fare le Mappe Mentali perché non sono capaci di disegnare. Io sono una di queste, ma non mi sono mai scoraggiato. Mi rendevo conto che il mio “non stile” e la mia non spiccata abilità artistica erano comunque suffi-cienti a farmi trattenere tutte le informazioni che mi ser-vivano senza bisogno di fare nessun corso di disegno.

Mi era anche passato per la mente di farlo, ma mi ero reso conto che era più uno sfizio per rendere le mie mappe più artistiche, non una cosa funzionale al raggiungimento dell’obiettivo. Mi spiego meglio: le mie mappe, con il loro stile estremamente essenziale e non artistico, riuscivano comunque a farmi trattenere tutte le informazioni di cui avevo bisogno, a darmi tutte le idee e a permettermi di disporre delle informazioni secondo una gerarchia chiara e funzionale.

COS’E UNA MAPPA MENTALE? 1.6

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Page 18: Mappe Mentali

Come puoi vedere dagli esempi che seguono, ogni persona avrà un proprio stile. Puoi prendere spunto da questi per costruire le tue mappe, usando uno stile che ti piaccia di più e che sia più funzionale per te. Quello che mi sento di dirti in totale tranquillità, però, è di evitare di perderti a fare mappe belle come se fossero quadri. Ovviamente, a meno che quello non sia il reale scopo per il quale stai fa-cendo la mappa! Conosco persone con una vena artistica molto spiccata che adorano rappresentare cose importanti come, per esempio, la missione della loro vita oppure le azioni quotidiane da fare per avere una vita piena e gratifi-cante, come dei veri e propri quadri da appendere in casa.

STILE DELLA MAPPA1.7

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In questo caso, ovviamente, possiamo dedicare molto tempo a realizzare la mappa perché l’obiettivo è anche che sia bella da vedere per essere esposta. Se invece lo scopo è avere chiare in mente le attività da fare oggi non è ne-cessario perdersi in disegni degni di un artista. Questo, almeno, è il mio personale approccio. Ho sempre usato le mappe con lo scopo di ottimizzare i tempi, per arrivare più velocemente al risultato prefissato e avere più tempo per dedicarmi alle cose che mi piace fare. È per questo motivo che le mie mappe hanno una stile molto semplice e scarno e i disegni sono al limite della decenza e della comprensione.

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PARTE 2COSTRUIRE LA MAPPA MENTALE

PARTE 2

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