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MANUALE SULLA POSA AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA Edizione 06/2014 Realizzato da : Pavanello Infissi - Finestre in Legno

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MANUALE SULLA POSA AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA

Edizione 06/2014

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Prefazione Il presente Manuale è nato con l’obiettivo primario di dare indicazioni corrette e puntuali per la posa dei nostri serramenti e di presentare le soluzioni concrete messe a punto dalla nostra azienda per risolvere in maniera rapida, efficace ed economica tutte le problematiche che possono presentarsi in cantiere.

Al tempo stesso ci si è prefissi di:

riportare i riferimenti normativi che rendono obbligatoria e comunque fondamentale la redazione di un Manuale di posa da parte di un produttore di serramenti;

individuare i più comuni difetti di posa e le problematiche che ne derivano;

fornire i concetti di base per una posa efficiente dal punto di vista della tenuta all’aria, della sicurezza e dell’isolamento termo-acustico;

presentare i controtelai e i materiali/prodotti per la posa adottati dalla nostra azienda, descrivendone adeguatamente gli elementi distintivi e le caratteristiche prestazionali.

Il Manuale è strutturato in 2 SEZIONI di taglio diverso, destinate a differenti interlocutori:

SEZIONE A a carattere teorico-generale, rivolta soprattutto ai Rivenditori e agli Uffici Tecnici delle ditteinstallatrici

SEZIONE B a carattere pratico-applicativo, indirizzata ai Posatori .

In allegato le Schede Tecniche di tutti i prodotti e i materiali da utilizzare per la sigillatura e l’isolamento dei giunti di posa e i Disegni Tecnici delle soluzioni di posa dei nostri serramenti nei diversi tipi di pareti, per varie posizioni rispetto al filo della muratura, anche in presenza di sistemi di oscuramento/ombreggiamento e/o zanzariere.

Pur rivolgendosi principalmente ai Rivenditori e ai Posatori dei nostri serramenti questo manuale può dare a progettisti, tecnici e costruttori indicazioni e suggerimenti utili per il loro lavoro.

E’ noto infatti che a tutt’oggi la posa in opera non ha seguito di pari passo l’evoluzione che in questi anni ha contraddistinto la produzione dei serramenti in termini di standard qualitativi.

La sempre maggiore richiesta di finestre adeguate alla realizzazione di involucri edilizi energeticamente efficienti ha portato infatti i serramentisti ad investire molto per poter raggiungere livelli qualitativi sempre più elevati.

Tale evoluzione è stata anche determinata, a partire dal 1° febbraio 2010 (data in cui è divenuta cogente la marcatura CE dei serramenti esterni), dall’obbligo di verificare mediante specifici test di laboratorio le prestazioni dei serramenti in termini di tenuta all’aria, all’acqua, ai colpi di vento, isolamento termo-acustico e sicurezza in uso e dal fatto che alcune di tali prestazioni, come ad esempio la trasmittanza termica, devono superare un livello minimo imposto dalla legge.

A fronte di tutto ciò si sarebbe dovuto registrare un adeguamento del sistema di fissaggio al muro, cioè una più accurata sigillatura e un maggiore isolamento dei nodi di collegamento alla muratura (al fine di migliorare la tenuta all’aria e agli agenti atmosferici, l’isolamento al rumore, l’elasticità) e, soprattutto, l’utilizzo di controtelai termici e strutturali (ovvero controtelai in grado di evitare ponti termici e di assicurare la tenuta meccanica dei serramenti).

Invece spesso i serramenti vengono posti in opera come si faceva 20 anni fa utilizzando controtelai su 3 lati, costruiti in legno o con altri materiali poco isolanti e fissati con zanche a murare, mentre i giunti di collegamento sono spesso eseguiti esclusivamente con schiume e silicone senza badare alla loro durabilità nel tempo ed alla capacità di tenuta e isolamento termo-acustico.

La trascuratezza nel collegamento al vano murario vanifica così i risultati termo-acustici raggiunti con il serramento e causa sprechi energetici, riduzione del comfort abitativo e problemi di condensa e muffa sulla muratura in prossimità del serramento o addirittura all’interno del nodo.

Nonostante gli effetti negativi di una cattiva posa in opera siano cosa nota non è facile porvi rimedio in quanto la posa in opera attualmente coinvolge troppe figure professionali (l’architetto, il muratore e il posatore, oltre naturalmente al serramentista) e la mancanza di coordinamento nella progettazione e nelle scelte è la principale causa dei problemi.

Ancora oggi si progetta il serramento senza considerare la posa e gli stessi architetti che progettano la casa lasciano spesso la soluzione dei dettagli di installazione del serramento alla libera iniziativa dei montatori, stimolati più da esigenze di velocizzare ed economizzare il lavoro piuttosto che dal rispetto di precise regole tecniche.

Solo se un serramento sarà posto in opera secondo delle regole ben precise e con materiali/prodotti di qualità potrà garantire anche in opera le stesse prestazioni di isolamento temo-acustico misurate in laboratorio e solo se la posa sarà eseguita in modo corretto un serramento potrà realmente concorrere a migliorare il comfort e la qualità di vita negli ambienti interni oltre a garantire il necessario risparmio energetico.

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SEZIONE A – GENERALE

INDICE

PAG. 4 PREMESSA – I RIFERIMENTI NORMATIVI

PAG. 5 CAPITOLO 1 - LA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI SECONDO LA TRADIZIONE: CARATTERISTICHE E CRITICITÀ

1.1. PREMESSA

1.2. IL CONTROTELAIO TRADIZIONALE

1.3. LA SIGILLATURA TRA MURATURA E CONTROTELAIO NEL SISTEMA TRADIZIONALE

1.4. LA SIGILLATURA TRA CONTROTELAIO E SERRAMENTO NEL SISTEMA TRADIZIONALE

PAG. 8 CAPITOLO 2: I CRITERI GENERALI PER UNA CORRETTA POSA IN OPERA

2.1. PREMESSA 2.2. IL POSIZIONAMENTO DEL SERRAMENTO ALL’INTERNO DEL VANO MURARIO

2.3. LA SCELTA DEL CONTROTELAIO

2.4. LA PROGETTAZIONE DEI NODI DI SIGILLATURA

2.5. LA SCELTA DEI MATERIALI PER LA POSA

2.6. LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI FISSAGGIO MECCANICO ALLA MURATURA

2.7. L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE SOLUZIONI PER LA POSA IN PRESENZA DI SISTEMI OSCURANTI E/O ZANZARIERE

2.8. LA NECESSITA’ DI UN ADEGUATO CONTROLLO DELL’IRRAGGIAMENTO SOLARE DIRETTO

2.9. LA SCELTA E IL FISSAGGIO DEL DAVANZALE O DELLA SOGLIA

2.10 LE SOLUZIONI PER LA POSA SU PARETI IN LEGNO

PAG. 21 CAPITOLO 3: IL SISTEMA DI POSA ADOTTATO DALLA NOSTRA AZIENDA

3.1. PREMESSA

3.2. I CONTROTELAI: LE ALTERNATIVE POSSIBILI

3.2.1. Il controtelaio Termoframe

3.2.2. Il controtelaio Klima Pro

3.2.3. il controtelaio prefabbricato

3.3. I MATERIALI/PRODOTTI PER LA SIGILLATURA DEI NODI

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PREMESSA: I RIFERIMENTI NORMATIVI

Le redazione del Manuale di Posa è di fatto un obbligo per un produttore di serramenti; infatti la UNI EN 14351-1: 2010, norma di prodotto sui serramenti, così recita:

Ciò significa che il produttore, se non direttamente responsabile dell’installazione (circostanza che si verifica solo in pochi casi), deve fornire adeguate informazioni sui requisiti e le tecniche di installazione sul posto.

Pur se la norma non parla esplicitamente di “Manuale di Posa”, va da sé che il miglior modo per mettere gli installatori in condizioni di effettuare una corretta posa in opera è fornire loro un documento – un Manuale di Posa appunto - in cui siano riportate “nero su bianco” tutte le informazioni e le indicazioni necessarie.

Tale obbligo è riportato implicitamente anche nella Norma UNI 10818 - “Finestre, porte e schermi, linee guida generali per la posa in opera” che fornisce una guida allo sviluppo delle diverse fasi di posa in opera di serramenti di ogni tipo, individuando competenze e limiti dei diversi operatori che intervengono nel processo:

C’è infine da sottolineare che un Manuale di Posa – ovviamente se redatto in maniera adeguata e dettagliata – mette al riparo il Rivenditore (e ovviamente il produttore) da qualunque rivalsa da parte dell’acquirente per problematiche derivanti da un difetto di posa.

Infatti il D.Lgs n° 206 del 2005 (pensato per tutelare i diritti dei consumatori e noto come “Codice del Consumo” ) stabilisce che:

Quindi il venditore è responsabile di una imperfetta installazione quando questa è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore stesso o sotto la sua responsabilità; il consumatore può rivalersi nei suoi confronti anche se le problematiche derivanti da un difetto di posa insorgono a distanza di tempo dalla consegna (fino ad un massimo di due anni). Di qui l’importanza del Manuale di Posa anche per il Rivenditore.

NORMA UNI 10818: 1999 8.DOCUMENTAZIONE Il produttore deve fornire all’installatore tutte le istruzioni per una posa corretta dell’infisso in relazione al tipo di vano previsto.

NORMA UNI EN 14351-1:2010

6 – MOVIMENTAZIONE, INSTALLAZIONE, MANUTENZIONE E CURA “ Il fabbricante deve fornire informazioni su quanto segue:

immagazzinaggio e movimentazione, se il fabbricante non è responsabile dell’installazione del prodotto;

requisiti e tecniche di installazione (sul posto), se il fabbricante non è responsabile dell’installazione del prodotto;

manutenzione e pulizia;

istruzioni d’uso finali incluse le istruzioni per la sostituzione di componenti;

istruzioni per l’uso in condizioni di sicurezza”

DECRETO LEGISLATIVO 6 SETTEMBRE 2005, N. 206 "CODICE DEL CONSUMO, A NORMA DELL'ARTICOLO 7 DELLA LEGGE 29 LUGLIO 2003, N. 229"

TITOLO III - Garanzia legale di conformità e garanzie commerciali per i beni di consumo Capo I - Della vendita dei beni di consumo

ART. 129 - CONFORMITÀ AL CONTRATTO 1. Il venditore ha l'obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita.

……………………………… (omissis)

5.Il difetto di conformità che deriva dall'imperfetta installazione del bene di consumo e' equiparato al difetto di conformità del bene quando l'installazione e' compresa nel contratto di vendita ed e' stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità. Tale equiparazione si applica anche nel caso in cui il prodotto, concepito per essere installato dal consumatore, sia da questo installato in modo non corretto a causa di una carenza delle istruzioni di installazione.

ART. 132 - TERMINI 1. 1. Il venditore e' responsabile, a norma dell'articolo 130, quando il difetto di conformità si

manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.

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CAPITOLO 1 - LA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI SECONDO LA TRADIZIONE: CARATTERISTICHE E CRITICITÀ

1.1. PREMESSA In Italia fino a circa quaranta anni fa le finestre venivano murate direttamente nella parete. A partire dagli anni ’70, la necessità di velocizzare la realizzazione dell'involucro e di semplificare la complessita' delle operazioni del cantiere, ha determinato l’adozione del controtelaio, una sorta di dima per la riquadratura del vano finestra che ancora viene diffusamente utilizzato in quanto consente al muratore di avere un riferimento preciso per la riquadratura del vano serramento cioè per stabilire la quota dell’intonaco finito e la quota del davanzale o della soglia delle porte finestre. Il serramento infatti viene posato solo alla fine dei lavori e in questo modo potrà essere verniciato nel laboratorio di produzione e quindi consegnato in cantiere e posato senza rischio che le superfici vengano imbrattate o rovinate dalle operazioni di finitura dei muri o dagli altri lavori del cantiere. Per quanto poi riguarda la sigillatura dei giunti posa, Il sistema tradizionale prevede l’utilizzo della malta tra controtelaio e muratura e di silicone e schiuma poliuretanica monocomponente tra controtelaio e serramento. Questo sistema di posa conferisce ai nodi di siglillatura scarse caratteristiche di tenuta meccanica, elasticità, impermeabilità e durata nel tempo, caratteristiche invece necessarie per garantire una ottima efficienza termo-acustica anche a livello dei nodi di sigillatura del serramento. I paragrafi che seguono si propongono di argomentare tale affermazione.

1.2. IL CONTROTELAIO TRADIZIONALE

Il controtelaio tradizionale è a tre lati, con due montanti laterali e una traversa superiore. Quanto ai materiali, è costituito da tavole di legno (generalmente abete di scarsa qualità) che possono avere o meno una battuta di appoggio verso l’esterno; come alternativa il controtelaio può essere costruito con una lamiera stampata (che spesso contiene anche la guida dell’avvolgibile) o con un profilo tubolare di metallo o, infine, in una forma mista che prevede la spalla in legno massiccio e la battuta in alluminio: tutte queste tipologie di controtelaio sono superate ed in taluni casi sono addirittura "fuori legge".

Il legno massiccio, che senza dubbio è il materiale più utilizzato, ha una buona capacità di isolamento termico, ma può marcire a contatto con il muro soprattutto nelle nuove case più umide ed impermeabili e può creparsi quando si avvita la vite che sostiene la finestra. A tale proposito c’è da considerare che molto spesso il controtelaio deve svolgere anche una funzione strutturale per l’ancoraggio meccanico del serramento: è questa una funzione molto delicata, date le dimensioni ed il peso delle nuove finestre e quindi è importante che le spalle (cioè i fianchi su cui vengono fissate le viti) abbiano la capacità di resistere alle sollecitazioni di strappo senza rompersi e soprattutto che tale capacità sia standardizzabile e certificabile. Sotto questo punto di vista il controtelaio metallico, se costruito con un tubolare di acciaio, è sicuramente più affidabile perché più robusto, mentre il problema rimane nel caso dei controtelai in lamiera stampata. In entrambi i casi queste tipologie hanno il difetto di creare un ponte termico, di determinare cioè nella stagione invernale dispersioni di calore dall’interno verso l’esterno e di contribuire in estate al surriscaldamento degli ambienti. Finchè le finestre avevano prestazioni scadenti (scarsa tenuta all’aria, elevati valori di trasmittanza termica perché costituite con materiali tipo l’alluminio od il ferro, ecc.) il ponte termico dovuto al controtelaio di metallo non era percepito come un grosso problema; oggi, in presenza di finestre ad altissime prestazioni in termini di efficienza energetica, questo tipo di controtelaio risulta inadeguato. Infine a proposito della mancanza del “quarto lato”, cioè della traversa inferiore, c’è da sottolineare che si tratta di una grave mancanza: l’attacco del serramento al davanzale è un punto particolarmente critico, in corrispondenza del quale si determinano dispersioni di calore e, in presenza di un buon serramento, si creano le condizioni ottimali per la formazione di muffe e condensa. La presenza del quarto lato del controtelaio, ovviamente se in un materiale adatto, potrebbe invece creare un taglio termico del davanzale e ovviare a tali inconvenienti.

Una insufficiente resistenza meccanica delle spalle può portare alla loro rottura

in conseguenza delle sollecitazioni cui sono sottoposte

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1.3. LA SIGILLATURA TRA MURATURA E CONTROTELAIO NEL SISTEMA TRADIZIONALE

La sigillatura tra muratura e controtelaio viene effettuata tradizionalmente con l’uso della sola malta. La malta è un materiale molto rigido e non è sufficientemente adesivo e pertanto non è indicato a tale impiego, tant’è vero che nel 100% dei casi con il passare del tempo nel punto di contatto tra la malta ed il controtelaio si genera una crepa che può mettere in contatto l’ambiente interno con l’esterno. Questa crepa è dovuta a:

ritiro volumetrico durante l’essiccazione unito alla scarsa adesione dell’intonaco al legno ed in generale ai materiali non assorbenti con cui è costruito il controtelaio;

eccessiva rigidità dell’intonaco che quindi non è in grado di compensare in modo elastico eventuali piccoli movimenti del controtelaio o del muro;

urti dovuti all’utilizzo della finestra che vengono scaricati anche sul controtelaio generando piccoli movimenti; in mancanza di un giunto elastico di accoppiamento con il muro si crea una crepa dovuta al distacco tra i due materiali.

Inoltre la malta è un cattivo isolante, molto peggiore rispetto ai mattoni e a tutti gli altri materiali utilizzati per la costruzione del muro.

1.4. LA SIGILLATURA TRA CONTROTELAIO E SERRAMENTO NEL SISTEMA TRADIZIONALE La sigillatura del controtelaio alla muratura viene tradizionalmente eseguita con schiuma poliuretanica monocomponente e silicone. L’esperienza e la verifica nel tempo sulla durata ed efficienza di questi materiali hanno messo in risalto molte loro criticità. Il silicone, materiale largamente usato in edilizia perché in grado di adattarsi a qualsiasi forma e di assorbire in modo elastico qualsiasi tipo di movimento, in realtà può esprimere al meglio la sua capacità elastica soltanto se aderisce su due soli lati del giunto. Se invece aderisce anche sul fondo del giunto, quando i due lati si muovono il cordolo di silicone non può seguire il movimento e quindi si rompe. Per questa ragione l’unico modo corretto di realizzare un giunto in silicone è mettere sul fondo della fuga un tondino di fondo-giunto sul quale il silicone non aderisce e che lo lascia quindi libero di compensare i movimenti dei due lati. Purtroppo, quando si utilizza il silicone per la sigillatura delle finestre, raramente si lavora in questo modo.

Modo errato di realizzare un giunto in silicone: aderendo su 3 lati finirà

inevitabilmente per rompersi

Modo corretto di realizzare un giunto in silicone: il tondino di fondo-giunto (sul quale il silicone non

aderisce) gli consente di lavorare correttamente sui lati

LATO VERSO L’ESTERNO LATO VERSO L’INTERNO

Se il controtelaio viene sigillato esclusivamente con la malta si formeranno sempre delle crepe da cui potranno passare aria e vapore

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Ci sono però anche altre criticità legate all’impiego del silicone nella sigillatura delle finestre:

il silicone non si espande ma si può solo comprimere: se dunque non viene collocata una quantità sufficiente dopo aver posato il serramento resteranno dei punti aperti. Questo problema è molto frequente dal momento che le fughe non sono sempre perfettamente complanari su tutto il perimetro;

dopo qualche anno il silicone si stacca sempre almeno su di un lato e lascia passare sia l’aria che il vapore;

il silicone non aderisce su supporti umidi;

il silicone non aderisce bene sui materiali che tendono ad assorbire in modo differenziale i plastificanti e quindi richiede l’uso di un primer in caso di utilizzo su materiali porosi.

La somma di queste criticità determina nel tempo una fessura e quindi la sigillatura con il silicone non può mai essere considerata un sistema permanente e richiede una manutenzione periodica che normalmente non viene mai eseguita. Del resto basta osservare le condizioni in cui generalmente si presentano i cordoli di sigillatura all’esterno dopo pochi anni dalla posa per convincersi che la rottura dei bordi è molto frequente.

Per quanto infine riguarda la schiuma poliuretanica monocomponente, se è vero che è un materiale di veloce essiccazione, con buone capacità di isolamento termico e discrete capacità di isolamento acustico, è anche vero che il risultato in termini di riempimento del giunto e di compattezza e uniformità della schiuma è molto variabile in quanto dipende da numerosi fattori non sempre controllabili, come ad esempio:

l’umidità all’interno del giunto che condiziona il grado di reticolazione e compattezza del cordolo;

la temperatura della bomboletta che condiziona il grado di miscelazione dei componenti;

la temperatura esterna che influisce sulla corretta reazione dei componenti;

la quantità di schiuma iniettata;

il ritiro e l’indurimento della schiuma nel tempo. In sostanza quindi utilizzando la schiuma poliuretanica come sigillante si ha sempre un risultato di tenuta molto variabile.

Difetti di tenuta dovuti a ritiro della schiuma nel

tempo

Difetti di filmazione dovuti

a insufficiente umidità

Difetti di compattezza dovuti a miscelazione non corretta dei componenti

nella bombola

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CAPITOLO 2 - I CRITERI GENERALI PER UNA CORRETTA POSA IN OPERA

2.1. PREMESSA Un corretto sistema di posa in opera dei serramenti esterni deve tener conto di numerosi fattori, i principali dei quali sono:

il posizionamento del serramento all’interno del vano murario

la scelta del controtelaio

la progettazione dei nodi di collegamento

la scelta dei materiali per la posa

la progettazione del sistema di fissaggio del serramento alla muratura

la progettazione del sistema di fissaggio dello schermo oscurante/ombreggiante e della zanzariera

la soluzione dei dettagli esecutivi di posa nelle situazioni architettoniche più frequenti (tavole grafiche di posa)

A seconda delle soluzioni tecniche che si deciderà di adottare, l’infisso fornirà delle prestazioni molto diverse per quanto riguarda il comfort abitativo, l’isolamento termo-acustico, la sicurezza in uso ed il risparmio energetico.

I paragrafi che seguono analizzano singolarmente ciascuno di tali fattori.

2.2.IL POSIZIONAMENTO DEL SERRAMENTO ALL’INTERNO DEL VANO MURARIO In Italia, a seconda delle regioni, c’è una abitudine consolidata a collocare il serramento in una certa posizione rispetto allo spessore della parete. In Veneto ed Emilia ad esempio si posa frequentemente il serramento a filo rispetto alla parete interna perché si vuole mantenere la possibilità di aprire la finestra a 180°; al contrario, nelle regioni dell’estremo nord o sud, spesso si posa nella posizione opposta e cioè verso il filo della parete esterna per contrastare più efficacemente la penetrazione del freddo o del caldo esterno verso le stanze abitate; nel resto delle regioni si posa più o meno nella mezzeria della parete.

Per capire quale sia la soluzione tecnicamente migliore e dove sia meglio posizionare il serramento, anziché fare riferimento alle consuetudini locali è bene tenere in considerazione due importanti aspetti:

l’andamento delle isoterme di propagazione del calore per evitare che, un posizionamento non corretto del serramento, determini dei punti freddi (in inverno) o eccessivamente caldi (in estate) sulla superficie della parete interna;

le condizioni climatiche della zona in cui si interviene e di conseguenza la necessità o meno di arretrare adeguatamente il serramento rispetto al filo della facciata esterna al fine di una maggiore protezione dagli agenti atmosferici.

In merito al primo punto è importante ricordare che si ha la miglior situazione sia in termini di comfort che di risparmio energetico quando tutti i punti della parete interna sono vicini alla temperatura di 20 °C; per questa ragione si dovrebbero utilizzare solo finestre altamente isolanti, installate su controtelai a bassa conducibilità termica (es. Klima Pro) che mantengano una temperatura adeguata anche sul perimetro della finestra. A parità di condizioni (cioè stessa temperatura esterna, stesso serramento, stesso controtelaio, ecc.) il posizionamento del serramento all’interno del vano murario può influenzare il risultato anche in modo significativo.

A riprova di quanto affermato, i disegni sotto riportati (ottenuti con uno specifico software in grado di fare delle simulazioni in modo semplice e veloce) evidenziano le variazioni della temperatura superficiale sul muro interno nel caso di diverso posizionamento del serramento rispetto al vano finestra in un edificio con cappotto isolante esterno.

Come si può notare, nonostante il cappotto in tutt’e tre i casi rientri fin sul bordo del telaio tra la soluzione con il serramento posato a ridosso del cappotto (situazione migliore) e quella a filo interno (situazione peggiore) si riscontra una differenza

B1 - Andamento delle isoterme con serramento

posato contro il cappotto

B2 - Andamento delle isoterme con serramento

posato in mezzeria

B3 - Andamento delle isoterme con serramento posato a filo

interno

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della temperatura superficiale sulla parete interna a ridosso del serramento di ben 3,5 °C che rappresenta un valore veramente significativo (nel caso della posa in mezzeria la differenza è di 0.7 °C). Quando possibile è quindi sempre preferibile la installazione del serramento nella posizione più vicina al cappotto esterno, fatti salvi però i limiti di ingombro degli accessori in caso di sistemi di oscuramento ad avvolgibile: in presenza di corsie di guida del telo avvolgibile o di una zanzariera oppure di un cielino di ispezione esterna occorre rientrare il serramento verso l’interno del vano in modo da lasciare sufficiente spazio.

Quanto al secondo aspetto, cioè quello relativo alla necessità di una maggiore protezione del serramento dagli agenti atmosferici e quindi di un suo arretramento verso l’interno, c’è comunque da tener conto che, come appena evidenziato, tale posizione è termicamente meno favorevole. Tale scelta risulta però corretta se si considera che, qualunque sia il materiale utilizzato per la sua realizzazione, potrà deperire più rapidamente se eccessivamente esposto agli agenti esterni. Poiché i moderni serramenti hanno un costo notevole si dovrebbe evitare con grande cura il loro degrado e quindi in particolari condizioni climatiche potrebbe essere conveniente - compatibilmente con le esigenze termiche sopra evidenziate - installarli nella posizione più interna del foro murario per avere il massimo della protezione architettonica. La posa con la superficie esterna del serramento rientrata di almeno 10-15 cm rispetto al filo della facciata esterna è da ritenersi il minimo necessario per garantire una buona durabilità dell’infisso. Nel caso di serramenti in legno tale posizionamento è addirittura una condizione indispensabile per avere dai più seri produttori di vernice una garanzia di 10 anni senza alcuna manutenzione sulla durata del film di verniciatura; ma anche per i materiali alternativi (alluminio o PVC) un posizionamento più arretrato rispetto al filo facciata evita una eccessiva insolazione che causa dilatazioni notevoli, scolorimenti e danneggiamenti dei materiali in generale. Ovviamente quando il serramento viene installato in posizione arretrata rispetto al cappotto si deve fare assolutamente in modo che il rivestimento isolante esterno rientri nella mazzetta e si sovrapponga al telaio del serramento per almeno 3 cm per avere le migliori prestazioni termiche. Ne caso di un muro con strato di isolamento interno alla parete, si deve avere la cura di posare il serramento in corrispondenza dello strato isolante (se possibile) o, in alternativa, in posizione immediatamente più interna mantenendo però sempre il bordo esterno del controtelaio a ridosso dello strato isolante: in queste situazioni si otterrà anche una ottima protezione dagli agenti atmosferici. Per quanto riguarda invece il posizionamento del serramento all’interno di un muro senza cappotto, valgono comunque le stesse regole generali: la posizione del serramento a filo interno rimane la situazione peggiore. In mancanza di un sistema di isolamento efficiente si potrebbe addirittura creare sul contorno della finestra un “bordo freddo” che, con temperature esterne prossime a 0 °C, potrebbe addirittura determinare temperature superficiali interne inferiori ai 13,2°C e quindi portare alla formazione di condensa ed eventualmente muffa nelle condizioni interne di umidità relativa intorno al 65% e temperatura di 20°C. In questi casi si migliora la situazione utilizzando dei coprifili con uno spessore di almeno 1 cm in grado di fungere da cornice isolante.

2.3. LA SCELTA DEL CONTROTELAIO

Per essere coerente con le prestazioni di una finestra a buona efficienza energetica il controtelaio deve avere al minimo le seguenti caratteristiche:

essere continuo su 4 lati, in modo che la traversa inferiore, oltre a mantenere una certa rigidità della struttura prima della sua posa, funga da taglio termico rispetto al davanzale della finestra o alla soglia della portafinestra ed indichi con precisione la quota alla quale questi elementi vanno posati;

non deve avere dei lati continui in metallo che mettano in contatto diretto l’esterno con l’interno creando così un ponte termico; possono eventualmente essere ammessi solo degli inserti metallici puntuali quali le staffe per il sostegno degli schermi oscuranti esterni o per il sostegno della guida della zanzariera o dell’avvolgibile;

se utilizzato oltre che per la riquadratura del foro anche per l’ancoraggio della finestra (controtelaio strutturale) deve avere una sufficiente resistenza meccanica per evitare la rottura delle spalle conseguente allo sforzo esercitato dal serramento in seguito alla pressione del vento sulla

Fondamentale la presenza della traversa inferiore che funge da taglio termico in

corrispondenza del davanzale

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finestra chiusa o al peso delle ante aperte. Questo dato deve essere valutato fissando delle viti a 1,5 cm dal bordo ed applicando in senso ortogonale allo stelo della vite una opportuna forza (circa kg. 150) per vedere se il materiale della spalla è in grado di sopportare lo sforzo senza rompersi;

deve essere costruito con materiali a bassa conducibilità termica per non peggiorare le prestazioni di isolamento delle pareti e del nuovo serramento; materiali ad alta conducibilità termica possono infatti contribuire a generare delle zone fredde sul muro a ridosso dell’infisso con possibile formazione di condensa e di muffa. Questa situazione è critica in modo particolare a livello della traversa inferiore della finestra e della porta finestra in quanto la temperatura interna degli ambienti tende a stratificarsi con valori più bassi a livello del pavimento; può quindi succedere che, pur essendoci una temperatura media dell’aria nell’ambiente interno di 20°C, in questi punti la temperatura superficiale assuma un valore così basso da far condensare in piccole goccioline il vapore contenuto nell’aria pur nelle situazioni standard di umidità relativa al 50%. Proprio per scongiurare questo problema il Regolamento “Finestra Qualità CasaClima” ed il buonsenso richiedono una verifica della temperatura almeno nel punto più critico, cioè nel punto di contatto tra la traversa inferiore del telaio e il davanzale: per la finestra di qualità è richiesto che la temperatura superficiale non sia mai inferiore a 16 °C (si veda la figura seguente).

Secondo quanto riportato nel regolamento “Finestra Qualità CasaClima” la temperatura minima nel punto di collegamento tra telaio e muro (Theta 2) deve essere per la Finestra uguale o superiore a 16 °C al fine di evitare la formazione di condensa e muffe nelle condizioni

più comuni di impiego del serramento (temperatura dell’aria interna 20°C ed umidità relativa 50%). Per questa ragione la capacità di isolamento della traversa inferiore del controtelaio è fondamentale, così come i le caratteristiche

termiche dei materiali utilizzati per la posa

la traversa inferiore deve essere costruita con materiali in grado di resistere alla presenza di eventuale acqua stagnante senza marcire e senza che ne vengano compromesse le capacità di isolamento termico.

2.4. LA PROGETTAZIONE DEI NODI DI SIGILLATURA Una corretta sigillatura delle connessioni tra controtelaio e muratura e tra controtelaio e serramento deve poter garantire nel tempo un ottimo isolamento termo-acustico e una perfetta tenuta all’aria, al vapore e agli agenti atmosferici.

Nell'ambito dei serramenti si possono individuare 4 nodi di sigillatura che spesso sono critici per quanto riguarda le loro caratteristiche di tenuta:

il nodo tra controtelaio e muro (nodo primario)

il nodo tra il controtelaio e telaio (nodo secondario)

il nodo tra le ante mobili ed il telaio fisso (nodo terziario)

il nodo tra anta mobile e vetro (quarto nodo)

Cominciando l’analisi dall’ultimo, il quarto nodo, si può affermare che ad oggi il nodo tra anta mobile e vetro non costituisce più un problema: da tempo infatti lo stucco con cui veniva realizzato è stato sostituito dal silicone o dalle guarnizioni di tenuta, materiali molto più adatti a tale scopo.

Anche il nodo terziario tra ante mobili e telaio negli ultimi anni è stato perfezionato grazie ad una migliore sagomatura del profilo che offre superfici che accostano in modo molto preciso e all’applicazione di un numero crescente di guarnizioni, costruite con materiali molto elastici e performanti e sigillate sui punti di incontro con le pinne di tenuta. Questo miglioramento delle prestazioni di tenuta è dovuto ai test che sono stati resi obbligatori con la marcatura CE e che hanno spinto progettisti e serramentisti a cercare soluzioni in grado di offrire risultati sempre migliori.

Finestra Qualità

CasaClima

Temp. Interna

Temp. Esterna

Theta 1 Theta 2

Classe B 20 °C 0 °C ≥ 12,5 °C ≥ 16,0 °C

Classe A 20 °C 0 °C ≥ 12,5 °C ≥ 16,0 °C

Classe Gold 20 °C -10 °C ≥ 12,5 °C ≥ 16,0 °C

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Il nodo primario e il nodo secondario in Italia sono invece stati lungamente ignorati ed ancora oggi si continua ad usare solo il silicone e la schiuma poliuretanica che, come si è detto, non sono in grado assicurare una buona sigillatura, soprattutto dopo l’invecchiamento. Pertanto è molto comune che una finestra “perda” di più dal suo collegamento al muro che non dal perimetro delle ante; ciò si riscontra abitualmente nella pratica ed è stato inequivocabilmente provato da test specifici per la verifica delle prestazioni di tenuta. Il test più conosciuto per questa rilevazione è il blower door test, letteralmente test della porta soffiante, che consiste nel misurare il volume di aria che entra in un ambiente nel quale sono state sigillate tutte le aperture mobili (finestre, porte e camini) ed è stata creata una depressione artificiale per mezzo di una ventola; un apposito strumento individua quindi i punti da dove l’aria entra.

Da tutto questo appare chiaro che le modalità di realizzazione del nodo primario e del nodo secondario dovrebbero basarsi su uno studio attento dei requisiti cui devono rispondere (sulla base delle sollecitazioni alle quali sono sottoposti) e, conseguentemente, delle caratteristiche prestazionali dei materiali da impiegare; ma in realtà ben poche aziende investono risorse per la ricerca e lo sviluppo - su base scientifica - di soluzioni adeguate alla risoluzione delle problematiche ad essi connesse. Di seguito si cercherà di sintetizzare i presupposti teorici che sono alla base di una ottimale realizzazione del nodo primario e di quello secondario.

Entrambi i nodi hanno lo scopo di fissare meccanicamente l’infisso alla muratura ed impedire alla pioggia, all’aria ed al vapore di entrare nel giunto. Sia il nodo primario che il nodo secondario devono inoltre garantire un buon isolamento rispetto all'aria, all'acqua (pioggia), al vapore, alla temperatura ed al rumore.

Si può realizzare un nodo di sigillatura che garantisca queste funzioni solo creando una sigillatura che nella sua sezione sia divisa in 3 diverse partizioni:

partizione interna,

partizione centrale,

partizione esterna.

Attraverso i nodi di collegamento al muro esterno eseguiti in modo non corretto si

può perdere fino al 30% del calore e/o del fresco

Il blower door test è in grado di verificare in modo scientifico le perdite di carico dell’edificio ed i punti dove queste si

realizzano

Il nodo primario è lo spazio che rimane tra controtelaio e muro (in rosso nel disegno)

Il nodo secondario è lo spazio che rimane tra telaio e controtelaio (in verde nel disegno)

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Di seguito riportiamo la rappresentazione delle caratteristiche che devono avere le tre diverse partizioni del nodo.

In merito alle caratteristiche delle diverse partizioni è bene fare qualche approfondimento.

Per quanto riguarda la partizione esterna qualcuno potrebbe obiettare che forse sarebbe meglio realizzare un nodo impermeabile anche al passaggio del vapore: se si avesse la certezza di una assoluta e duratura impermeabilità dei materiali di sigillatura questa sarebbe sicuramente la soluzione migliore. Purtroppo però, per la natura dei prodotti che si utilizzano, per i difetti di applicazione e per le sollecitazioni che il nodo subisce, è facile che nel tempo si crei qualche fessura. Se questa fessura si realizza sul bordo della partizione interna l’umidità dell’aria presente negli ambienti (che in inverno è piuttosto elevata) potrebbe entrare nella parete e trovare stratigrafie sempre più fredde dove potrà facilmente condensare. Seppure il quantitativo di vapore che entra giornalmente è molto piccolo, considerando tutto il periodo invernale la quantità totale che si accumula nel nodo può essere molto elevata e portare alla formazione di muffa o alla perdita di funzionamento dell’infisso. Questa eventualità deve quindi essere sempre scongiurata e per questa ragione è molto importante curare la perfetta impermeabilità al vapore del giunto nella partizione interna, sia per quanto riguarda il nodo primario che secondario.

Se però il vapore fosse entrato nel nodo è bene che possa uscire e questa è la ragione per cui la partizione esterna deve essere permeabile al vapore.

Per quanto riguarda invece la partizione centrale del nodo di collegamento, essa ha semplicemente il ruolo di migliorare l'isolamento sia dal punto di vista termico che acustico. Per questa ragione lo spazio centrale della fuga, sia nel nodo primario che nel nodo secondario, dovrebbe essere riempito il più possibile dal materiale isolante per evitare la formazione di parti vuote: le parti vuote tendono infatti a ridurre le prestazioni acustiche mentre sono poco influenti sulle prestazioni termiche in quanto l'aria è un ottimo isolante.

Una considerazione diversa si deve fare per la partizione interna ed esterna nel nodo inferiore: poichè in questo caso si potrebbe avere dell'acqua stagnante sul davanzale è bene che siano entrambe impermeabili all'acqua nel modo più efficace possibile.

2.5. LA SCELTA DEI MATERIALI PER LA POSA

Una moderna ed efficace posa in opera richiede l’uso di materiali che conferiscano ai giunti di posa:

una elevata elasticità

una adeguata impermeabilità

un’ottima durata nel tempo

Oggi esistono sul mercato prodotti e materiali in grado di conferire ai giunti di sigillatura prestazioni fino a poco tempo fa inimmaginabili e tali da garantire una impermeabilità pari a quella che oggi si può avere tra le ante mobili ed il telaio della finestra.

Tali prodotti possono essere raggruppati in sei famiglie; alcune di esse vanno bene per la sigillatura sia del nodo primario che di quello secondario, altre invece sono da utilizzare specificatamente per uno dei due nodi.

Le sei famiglie sono le seguenti:

Profili porta-intonaco Sono prodotti specifici per la sigillatura del nodo primario; si tratta di estrusi in PVC con una spugnetta elastica

autoadesiva da applicare sui bordi del controtelaio. Fungono da veri e propri ammortizzatori in grado di compensare i movimenti del muro e del controtelaio ed evitare il formarsi di crepe. Non richiedono la rasatura preventiva della spalletta.

AMBIENTE ESTERNO AMBIENTE INTERNO

PARTIZIONE INTERNA Impermeabile ad aria e vapore

PARTIZIONE ESTERNA Impermeabile ad aria, pioggia

ma permeabile al vapore

La rottura del cordolo di silicone sia nella parte interna che esterna ha

consentito il passaggio di vapore che si è condensato

all’esterno della finestra

PARTIZIONE CENTRALE Isolante al rumore e alla

temperatura

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Pellicole di tenuta ad aria, acqua e vapore

Sono prodotti che vengono utilizzati prevalentemente per la sigillatura del controtelaio. Si distinguono per la diversa capacità di impedire il passaggio di aria, acqua e vapore e per il fatto di essere intonacabili o meno.

Se il lavoro è fatto bene le pellicole di tenuta aria e vapore hanno le stesse prestazioni dei profili porta intonaco, occorre però tener presente che vanno incollate al muro e pertanto per alcuni tipi di pareti richiedono la preparazione della spalletta.

.

Le pellicole non intonacabili si usano invece sempre per la sigillatura del controtelaio nelle case con le pareti di legno e nella sigillatura del controtelaio o del telaio murato in ristrutturazione.

Nastri precompressi termo-espandenti Si tratta di prodotti specifici per la sigillatura del nodo secondario; sono realizzati con una specifica schiuma poliuretanica a celle aperte che viene fortemente compressa e impregnata con una resina termoplastica che ha il compito di rallentare l’espansione; un confezionamento idoneo mantiene il nastro in questa condizione fino al suo utilizzo.

Pellicola di tenuta impermeabile ad aria e vapore specifica per

interno

Pellicola di tenuta ad aria e vapore intonacabile a sd variabile idonea sia per interno che per esterno

Pellicola di tenuta permeabile al vapore ma non all’aria specifica per

esterno

Pellicola di tenuta ad aria e vapore completamente

autoadesiva non intonacabile specifica per interno

Profilo porta-rasante per esterno Profilo porta-intonaco per esterno

Profilo porta-intonaco per interno

l'applicazione delle pellicole di tenuta richiede spesso la rasatura della spalletta

Pellicola di tenuta ad aria e vapore completamente

autoadesiva non intonacabile specifica per interno

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Dopo la posa la resina diventa plastica e consente al nastro di schiuma di recuperare le dimensioni originali; in questo modo il nastro, espandendosi, va a chiudere tutto lo spazio vuoto all’interno del nodo, adattandosi a qualsiasi forma. La sua elasticità e le sue prestazioni in termini di tenuta rimangono inalterate nel tempo. .

A seconda del modo con cui è costruito e della classe di impiego, un nastro precompresso termo-espandente può essere più o meno permeabile al vapore ed alla pioggia battente. La Norma DIN 18542:2009 stabilisce una classificazione

dei nastri termo-espandenti in base alle loro caratteristiche prestazionali certificate; in base a tale classificazione si distinguono le seguenti categorie:

BG1 adatto all’esterno anche sotto la pioggia battente

BG2 adatto all’esterno ma in posizione protetta (ad esempio riparato da un coprifilo)

BGR molto impermeabile al vapore, adatto solo sul lato interno Di seguito si riporta una tabella con le caratteristiche dei nastri in funzione della loro classificazione:

Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali accoppiati con membrane Rappresentano l’evoluzione dei nastri termo-espandenti e anche in questo caso si tratta di prodotti specifici per la sigillatura del nodo secondario. Sono costruiti inserendo delle barriere di tenuta aria e vapore nella schiuma poliuretanica; in questo modo si sommano i vantaggi delle pellicole di tenuta aria e vapore con la elasticità e deformabilità della schiuma. Sul mercato sono reperibili due tipologie di prodotti:

Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali impermeabili al vapore, costruiti con una sola membrana interna Presentano ottime caratteristiche di tenuta all’aria ed al vapore e di isolamento termoacustico; si tratta di prodotti che da soli sono in grado di svolgere le funzioni richieste alla parte interna (impermeabilità al vapore) e mediana del nodo di collegamento (acustica e termica), mentre nella parte esterna (dove è richiesta anche la tenuta all’acqua) occorre applicare un materiale diverso. Questo nastro quindi sostituisce le funzioni che nel nodo tradizionale sono svolte dalla schiuma, dal fondo giunto e dal silicone; la sua applicazione però è più rapida, pulita, efficace e duratura.

Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali ad Sd variabile costruiti con almeno 3 membrane interne (il numero è maggiore nelle misure più larghe). Grazie alla grande tenuta all’aria e all’acqua, al grande isolamento acustico e termico e soprattutto al valore Sd variabile con questo solo nastro si risolvono tutte le esigenze del giunto di sigillatura; quindi un nastro di questo tipo riesce a soddisfare tutti e 3 i livelli di sigillatura del nodo secondario. Esistono anche varianti di larghezza inferiore e con solo 2 membrane che hanno prestazioni leggermente inferiori rispetto ai nastri con un maggior numero di membrane ma tuttavia sono la miglior soluzione quando si hanno spazi stretti.

Prestazioni BG1 BG2 BGR

Coefficiente di permeabilità dei giunti an an ≤ 1 m³/h m (daPa)⅔ an ≤ 1 m³/h m (daPa)⅔ an ≤ 0,1 m³/h m (daPa)⅔

Impermeabilità alla pioggia battente delle fughe ≥ 600 Pa ≥ 300 Pa ***

Impermeabilità alla pioggia battente delle giunture≥ 600 Pa *** ***

Resistenza alla temperatura da -20 a +80° C da -20 a +60° C da -20 a +60° C

Resistenza ai raggi UV e all'umidità Garantita *** ***

Compatibilità con i materiali da costruzione fino a 80° C fino a 60° C fino a 60° C

Capacità di tenuta all'acqua di condensa *** *** 100 % con um. Rel / 85° C

Diffusione al vapore acqueo Sd ≤ 0,5 m ≤ 0,5 m valore determinato

Classe di resistenza al fuoco B1 B2 B2

schiuma poliuretanica prima e dopo l'impregnazione

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Nastri adesivi comprimibili e non espandenti in schiuma a cellule chiuse Sono prodotti specifici per la sigillatura del nodo secondario inferiore, cioè della traversa inferiore del serramento.

Si tratta di nastri realizzati con schiume a celle chiuse di materiali espansi vari (pvc, epdm, ecc.) e spalmati di adesivo su un lato. Seppure le proprietà fisiche siano diverse da materiale a materiale, caratteristiche comuni a questi tipi di nastri sono una assoluta impermeabilità ai liquidi oltre che all’aria, una minore capacità di comprimersi ed espandere rispetto ai nastri termo-espandenti a celle aperte e un buon potere termo/fono-isolante.

Schiume poliuretaniche elastiche, adesive e a basso invecchiamento Utilizzabili sia per il nodo primario che per quello secondario ma solamente nelle porzioni mediane in quanto si tratta di prodotti isolanti e non di sigillanti. Le schiume poliuretaniche monocomponenti nascono dalla reazione tra un isocianato ed un poliolio contenuti in una bomboletta; all’interno di questa miscela è presente anche un propellente gassoso che, oltre a far uscire il prodotto, quando è a pressione ambiente si espande facendo aumentare di volume la schiuma: una reazione con l’isocianato e con l’acqua indurisce la massa così espansa rendendola consistente ed elastica. Il risultato finale in termini di espansione e compattezza per tutte le schiume dipende da molti parametri:

quanto si agita la bomboletta – più la si agita meglio si mescolano i componenti e quindi più compatta risulta la schiuma;

la temperatura della bomboletta – più è alta meglio si mescolano i componenti;

l’umidità presente – se non si bagna la fuga prima e dopo l’estrusione della schiuma il cordolo si riempie di bolle interne e rimane cavo;

la temperatura di filmazione che influenza sia la velocità di espansione che il risultato finale. Le schiume migliori sono quelle che riescono a minimizzare gli effetti derivanti da una variabilità di queste condizioni, situazione che si ottiene quando si utilizzano componenti altamente reattivi.

Nastro termoespandente multifunzione a tre membrane a sd

variabile

Nastro termoespandente multifunzione ad una membrana

impermeabile al vapore nella parte interna

Nastro in schiuma di pvc specifico per il nodo secondario inferiore

Prova di impermeabilità all’acqua di un nastro in schiuma di pvc

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Ulteriori caratteristiche di qualità per una schiuma sono: la elasticità, la resistenza all’invecchiamento e l’adesione sui bordi.

Sigillanti a base di MS Polimero I sigillanti “MS” sono polimeri di ultima generazione che derivano da una recente evoluzione dei siliconi; sono formulati dall’unione di un silano (silicio + gruppi funzionali) ed un polimero (poliestere, polietere, poliacrilico). La sigla MS sta per “Silano Modified; a questa famiglia appartengono una grande quantità di prodotti, tutti caratterizzati da un eccellente potere adesivo, sovraverniciabilità e capacità di indurimento anche in ambienti umidi. La loro caratteristica principale è quella di unire una alta capacità adesiva ad una ottima capacità sigillante, mantenendo nel contempo una elasticità molto durevole; in funzione della formulazione si hanno MS Polimeri in cui è prevalente la capacità sigillante e altri in cui prevale la capacità adesiva.

La tabella seguente riporta una comparazione tra le caratteristiche dell’Ms Polimero nella formulazione sigillante e quelle dei più comuni sigillanti utilizzati per lo stesso scopo, ovvero il silicone e il sigillante acrilico:

Ms Polimero Silicone Sigillante acrilico

Lavorabilità 5 5 5

Velocità di filmazione 4 5 2

Scadenza 12 mesi 24 mesi 24 mesi

Stabilità UV 4 4 4

Adesione su diversi materiali 5 3 3

Elasticità 5 5 2

Assorbimento di sporco del cordolo 4 2 4

Assorbimento plastificati sui davanzali in pietra 4 2 4

Sovraverniciabilità 4 1 4

Resistenza all’acqua dopo essiccazione 5 5 1

Ritiro 5 4 1

Adesione su superfici umide 5 1 1

Resistenza agli agenti esterni 5 5 1

Nella posa degli infissi il loro impiego prevalente è nella sigillatura della traversa inferiore del telaio al davanzale; in alcuni casi viene però utilizzato anche per la sigillatura interna ed esterna dei nodi secondari (laterale e superiore) e per la chiusura delle fessure interne e delle crepe all’attacco con la muratura.

Prove di tenuta alla muratura dell'MS Polimero dopo 10 anni di invecchiamento naturale. L'adesione è ancora perfetta

Esempio di schiuma visco-elastica

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2.6 . LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI FISSAGGIO ALLA MURATURA Il fissaggio meccanico del serramento al muro è un’operazione molto importante in quanto un fissaggio non ben realizzato può comportare rischi per l’incolumità degli utilizzatori e pregiudicare la sicurezza in uso del serramento. Deve pertanto essere attentamente dimensionato per far sì che tutte le sollecitazioni del serramento (peso proprio, pressione del vento, chiusure improvvise) tramite il controtelaio vengano trasferite direttamente al muro e deve essere eseguito con grande attenzione, tenendo anche conto del fatto che le moderne finestre sono molto più grandi e pesanti delle finestre di alcuni anni fa e quindi il loro ancoraggio alla muratura deve essere molto più stabile.

Per quanto riguarda il fissaggio del controtelaio alla muratura esistono due metodologie alternative tra loro:

tramite zanche da fissare al muro con leganti cementizi o con viti e tasselli

tramite turboviti autofilettanti da muro a tutto filetto

Indipendentemente dal sistema di ancoraggio scelto (tuboviti o zanche) la determinazione dei punti di fissaggio deve seguire regole ben precise sia per avere un corretto trasferimento dei carichi al muro sia per evitare che, infiggendo le viti a caso, quando poi si fisserà il telaio al controtelaio ci sia una sovrapposizione tra i punti di fissaggio o comunque una distanza troppo ravvicinata che potrebbe causare un eccessivo indebolimento del controtelaio.

Per quanto riguarda invece il fissaggio del serramento al controtelaio o al muro, si usano delle viti autofilettanti a tutto filetto che rappresentano il metodo più semplice e più efficace .

Per ulteriori dettagli si rimanda alla parte applicativa.

2.7. L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE SOLUZIONI PER LA POSA IN PRESENZA DI SISTEMI OSCURANTI E/O ZANZARIERE Un corretto sistema di posa deve prevedere anche apposite soluzioni per la posa dei serramenti in presenza di sistemi di oscuramento o ombreggiamento e/o di zanzariere. Questo significa che deve consentire una perfetta sigillatura dei nodi anche in corrispondenza dei nodi tra serramento e cassonetto. Deve inoltre assicurare, soprattutto nel caso di murature con cappotto termico, il fissaggio delle guide di scorrimento di teli avvolgibili, zanzariere o frangisole oppure dei cardini di scuri e persiane senza che venga interrotta la continuità dello strato coibente. L’operazione più critica in una muratura con cappotto termico è proprio il fissaggio di scuri o persiane: non è possibile montare i cardini direttamente sullo strato isolante esterno in quanto non verrebbe garantita la necessaria resistenza meccanica e occorre dunque ancorarsi direttamente alla muratura; in tal modo però si rischia di creare dei pericolosi ponti termici che, oltre a esser sede di dispersioni di calore, in particolari condizioni di temperatura e umidità possono determinare l’insorgenza di muffe e condensa. E la stessa problematica si riscontra anche per quanto riguarda la posa dei ferma-scuri, delle aste di chiusura, della piastra per la spagnoletta e degli eventuali accessori. Un corretto sistema di posa dovrebbe aver studiato a monte tali questioni, aver progettato apposite soluzioni e averle tradotte in tavole grafiche di posa. Solo in questo modo si creano le condizioni per poter eseguire una posa a regola d’arte anche in presenza di particolari componenti senza dover improvvisare in cantiere.

2.8 LA NECESSITA’ DI UN ADEGUATO CONTROLLO DELL’IRRAGGIAMENTO SOLARE DIRETTO Da quando la necessità di ridurre i consumi energetici degli edifici è diventata sempre più pressante, l’industria dei serramenti si è concentrata sulla progettazione e produzione di finestre principalmente in grado di evitare gli sprechi di calore durante la stagione invernale: si è lungamente lavorato sullo spessore dei profili riducendo la loro trasmittanza termica, si sono migliorate le prestazioni di tenuta all’aria dei collegamenti anta-telaio, si è fatto uso di vetri basso-emissivi.

Zanca

Turbovite

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per ridurre il passaggio dall’interno verso l’esterno della radiazione infrarossa e si sono studiate attentamente le modalità di posa in opera al fine di assicurare una perfetta sigillatura e un ottimo isolamento dei nodi di collegamento. L’insieme di queste strategie definiscono l’efficienza energetica della finestra e riducono durante l’inverno le perdite di calore dell’involucro edilizio attraverso il vano serramento.

Nella stagione estiva però gli apporti energetici dovuti all’irraggiamento solare diretto sulle finestre portano ad un surriscaldamento degli ambienti. Tale situazione viene normalmente mitigata con l’uso di condizionatori i quali però richiedono spesso una quantità di energia superiore a quella che si è risparmiata con la riduzione delle perdite invernali e comunque causano un notevole disagio abitativo. Il sole infatti va utilizzato in maniera saggia, approfittando del suo irraggiamento in inverno, ma controllandolo nei mesi estivi, soprattutto nelle stanze dove, per la loro esposizione, il suo apporto potrebbe essere eccessivo. Nelle finestre rivolte a nord, non essendoci mai irraggiamento diretto, non ci saranno

ovviamente problemi mentre nelle finestre rivolte a sud, a est e soprattutto ad ovest l’irraggiamento potrebbe veramente causare un notevole aumento della temperatura interna. Nelle finestre esposte ad ovest in modo particolare, la bassa inclinazione dei raggi sull’orizzonte nelle ore pomeridiane li porta direttamente ad entrare negli ambienti anche in presenza di aggetti come poggioli o gronde; se in inverno questo fatto è utile, in estate causerà sempre grossi problemi anche nelle latitudini più settentrionali del nostro Paese. Del resto non è possibile rinunciare agli apporti gratuiti del sole specie in previsione dell’obbligo di costruzione di case a consumo di energia quasi zero che scatterà dal 31 dicembre 2020 (per gli edifici pubblici tale obbligo è anticipato al 31 dicembre 2018). E’ dunque importante installare, quando sia possibile, vetrate in grado di massimizzare gli apporti energetici gratuiti del sole ma contemporaneamente è fondamentale inserire dei sistemi di ombreggiamento esterni che, intercettando i raggi solari, consentano di evitare l’irraggiamento diretto sulle vetrate quando non desiderato. Tra le varie tipologie di schermature solari le griglie frangisole esterne sono le più efficaci: svolgono un’azione di

abbattimento della radiazione solare incidente (e quindi di contenimento dei guadagni solari passivi) pari a circa l’85%, mentre le tende interne ne abbattono solo il 25% e le veneziane all’interno delle vetrate il 50%. La maggior parte degli altri sistemi esterni di oscuramento (scuri a pannello cieco, persiane, gli stessi teli oscuranti che scorrono perpendicolari alla finestra) riduce la luce ma non riesce ad intercettare e deviare definitivamente la radiazione solare incidente; pertanto la scelta delle griglie frangisole esterne è quasi obbligata per il comfort abitativo interno e per risparmiare energia in tutte le finestre con superficie superiore a 1,0 m2 esposte a est e ovest (o a sud-est, sud-ovest) a meno che non ci siano degli ombreggiamenti naturali dovuti a piante, altri edifici o ad una particolare situazione orografica. Le griglie frangisole esterne mobili vengono montate con un apposito cassonetto applicato alla traversa superiore della finestra o murato nella mazzetta

Negli allegati grafici viene riportata una tavola di posa in cui è presente tale sistema di ombreggiamento: si tratta di una griglia frangisole della ditta Griesser, che fa parte del Sistema PosaClima scelto come sistema di posa dalla nostra azienda. Una valida alternativa sono le tende microforate ombreggianti da esterni o le persiane a lamelle mobili.

2.9 LA SCELTA E IL FISSAGGIO DEL DAVANZALE O DELLA SOGLIA Il davanzale ha un ruolo principalmente funzionale: deve infatti garantire il deflusso dell’acqua piovana oltre la parete per evitare di bagnare e quindi danneggiare la facciata.

L’11% delle case italiane hanno il condizionatore, che potrebbe essere evitato con un adeguato controllo solare esterno

Le tende interne riescono ad abbattere solo il 25% della radiazione solare

incidente

Le griglie frangisole sono il sistema migliore per controllare la

radiazione solare senza rinunciare alla luce naturale

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In Italia però i davanzali hanno anche una funzione estetica e quindi, nonostante le grandi innovazioni tecnologiche che hanno riguardato la finestra, si richiamano al passato e sono ancora quasi sempre in pietra, con una larghezza maggiore del serramento in modo da infilarsi lateralmente per qualche centimetro sotto il muro.

Data la mancanza di alette laterali per il contenimento della pioggia, i davanzali in pietra sono poco efficaci nel far defluire l’acqua piovana oltre la facciata; infatti non è raro vedere sulle pareti dei “baffi” lateralmente al davanzale, nei punti in cui l’acqua, dopo aver raccolto la polvere del davanzale, scorre lungo la parete. Altro difetto comune collegabile al davanzale in pietra è relativo alle infiltrazioni di acqua verso l’interno, dovute ad una scarsa inclinazione (occorre una pendenza minima del 2%) o ad una grande difficoltà di creare un nodo perfettamente impermeabile tra il davanzale e la finestra. Nel Nord Europa questi difetti sono evitati al 100% grazie all’adozione di un davanzale in lamiera che è, contemporaneamente, molto semplice e molto efficace perché progettato appositamente per risolvere i problemi indicati. Questi davanzali in lamiera (alluminio verniciato o acciaio), presenti pressochè in tutte le case, sono costruiti come una

piccola vasca con i bordi rialzati su tre lati: Il lato più lungo del davanzale viene applicato direttamente alla traversa inferiore del telaio del serramento (in appoggio o in una fresata appositamente ricavata) in modo che l’acqua piovana scendendo dall’infisso venga fatta defluire completamente nel davanzale senza alcuna perdita (si vedano il disegno e la foto sotto riportati). Lungo i fianchi il davanzale in lamiera presenta due bordi rialzati, che rimangono posizionati a filo della parete e svolgono 3 funzioni:

1. portano l’acqua della finestra oltre la facciata impedendo che possa deviare lungo i lati e formare i “baffi” 2. evitano infiltrazioni sotto l’intonaco 3. raccolgono completamente l’acqua che scorre lungo le pareti laterali .

Questo tipo di davanzale è dunque la soluzione migliore in assoluto dal punto di vista funzionale, ma nel nostro Paese ha trovato applicazione solo nelle zone prossime al confine con l’Austria, mentre nelle altre regioni si continua a scegliere il davanzale in pietra privilegiando il punto di vista estetico; tuttavia il davanzale in lamiera attualmente sta acquisendo un certo interesse proprio nel contesto di un ripensamento generale della posa in opera del serramento in quanto rappresenta anche la soluzione più semplice, più facile, in grado di compensare eventuali difetti di impermeabilizzazione della traversa inferiore del telaio e controtelaio e, cosa non irrilevante, è anche la soluzione più economica. Inoltre, poiché questo davanzale è molto leggero viene direttamente incollato allo strato di isolamento inferiore senza alcun problema.

Il davanzale in lamiera viene spesso adottato anche in fase di riqualificazione energetica delle vecchie case ottenuta con l’applicazione del cappotto termico.

A sinistra: particolare di come il davanzale in lamiera viene posizionato rispetto alla traversa del telaio della finestra in modo da evitare qualsiasi infiltrazione di acqua piovana nel nodo inferiore. A destra: particolare delle due alette laterali del davanzale in lamiera che evitano la formazione di baffi lungo il muro.

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Dal momento che lo strato isolante aumenta lo spessore della parete esterna, i vecchi davanzali (che spesso sono passanti ed andrebbero comunque eliminati) risultano essere troppo corti e quindi devono essere sostituiti. Una soluzione pratica ed efficace è quella di rimuoverli completamente e mettere al loro posto uno strato isolante di pari spessore (circa 3 cm), che arriva fin contro il telaio della finestra e garantisce la continuità del cappotto. Sopra questo isolante si mette il davanzale in lamiera che, avendo uno spessore molto contenuto, consente di mantenere le quote originali del piano del davanzale rispetto alla traversa del telaio; ovviamente deve essere di profondità adeguata in modo da portare l’acqua oltre la parete. Questi elementi sono oggi facilmente reperibili con varie profondità in funzione dello spessore della parete e in vari colori, per cui è facile trovare la soluzione adatta alle proprie necessità.

2.10 LE SOLUZIONI PER LA POSA SU PARETI IN LEGNO

Anche in Italia si sta sempre più diffondendo la costruzione di case in legno, le cui pareti esterne vengono finite verso l'esterno con un cappotto e verso l'interno con pareti in cartongesso. . Strutturalmente queste costruzioni possono avere una intelaiatura portante in quadrotti di legno, poi tamponati con pannelli o tavole (si veda la foto a lato) , oppure essere costruite direttamente con pannelli portanti ottenuti dall’unione di più strati di legno incollati tra di loro (XLAM) che svolgono contemporaneamente la funzione di pareti di contenimento e di struttura portante della casa (si veda la foto riportata sotto). In entrambi i casi i fori dove vengono inserite le finestre sono molto precisi, progettati ed eseguiti con

grande cura, specialmente quando le pareti vengono costruite in fabbrica e portate in cantiere già pronte per l’assemblaggio. In una situazione di questo tipo non servirebbe il controtelaio e le finestre possono essere montate in luce direttamente sul vano appositamente creato nella parete. Il fatto dunque di non dover eseguire il nodo primario riduce le possibilità di perdite in corrispondenza del giunto di attacco del serramento al muro. Questo non è male se si considera che su queste costruzioni l’impermeabilità del nodo, soprattutto al vapore, è molto importante. In inverno infatti, come già detto, l’aria calda quando trova un passaggio migra dagli ambienti interni verso l’esterno per equilibrare la pressione tra dentro e fuori la casa determinata appunto dalla differenza di temperatura. Se il nodo di collegamento della finestra al muro non è impermeabile passerà attraverso questo punto e il vapore acqueo in essa contenuto, trovando stratigrafie più fredde, condenserà. Il problema in una casa di legno è che l’eventuale condensa verrebbe immediatamente assorbita dal legno. In verità non è nemmeno necessario che il vapore condensi: se la fuga è aperta l’umidità all’interno salirà comunque notevolmente e potrà essere assorbita dal legno anche in assenza di condensa. In entrambi i casi il legno che diventa umido aumenta il suo volume perdendo la sua precisione dimensionale e favorisce l’attività dei funghi della marcescenza. Il nodo di collegamento deve dunque, nelle case di legno, essere eseguito con grande accuratezza per quanto riguarda l’impermeabilità al vapore. In alternativa, per garantire una posa più efficace ed un maggior margine di sicurezza, si può montare il controtelaio anche sulle case di legno. In questo caso occorrerà sigillare anche il nodo primario ma si avrà però il vantaggio di avere una battuta di appoggio per il serramento che rende tutto più semplice. Poiché la nostra azienda ritiene che questa sia la soluzione migliore ha scelto questo metodo per le tavole di posa.

Costruzione con pannelli incrociati tipo XLAM

Costruzione in legno con intelaiatura portante

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CAPITOLO 3: IL SISTEMA DI POSA ADOTTATO DALLA NOSTRA AZIEND

3.1. PREMESSA Per la posa in opera dei nostri serramenti abbiamo adottato il Sistema PosaClima, un sistema completo e integrato che è stato progettato, su incarico della CSB F.lli Straudi, da un Gruppo di Lavoro a livello europeo formato da tecnici ed esperti della posa dei serramenti che hanno individuato e studiato a monte tutte le problematiche di posa, definito i requisiti prestazionali richiesti ai vari componenti del sistema e infine ricercato e selezionato sul mercato i materiali e i prodotti maggiormente rispondenti a tali requisiti, vagliandone anche le interazioni e la compatibilità. Il sistema comprende tutti i prodotti/materiali per una corretta sigillatura dei nodi in qualunque tipo di parete, per qualunque tipo di serramento e posizione rispetto al filo della muratura; comprende inoltre: alcuni modelli di controtelai termici, i cassonetti per avvolgibili e frangisole con i relativi accessori, delle particolari staffe per il fissaggio dei cardini di scuri o persiane su murature con cappotto termico.

Grazie al sistema PosaClima tutte le operazioni di posa in opera dei nostri serramenti diventano rapide e sicure, non ci si trova di fronte a situazioni impreviste, non occorre effettuare delle scelte sui materiali o sui prodotti da impiegare.

Nei paragrafi che seguono vengono riportate le caratteristiche dei vari componenti del sistema.

3.2. I CONTROTELAI: LE ALTERNATIVE POSSIBILI Al fine di offrire un ventaglio di soluzioni tecniche in grado di rispondere alle diverse esigenze dell’utilizzatore finale, la nostra azienda propone 3 tipi di controtelaio sui quali installare i nostri serramenti esterni:

Controtelaio Termoframe, con spalla in legno stabilizzato e battuta in legno lamellare o in PVC riciclato.

Controtelaio Klima Pro, costruito con profili in pvc

Controtelaio Monoblocco, controtelaio integrale prefabbricato.

3.2.1. Il controtelaio TERMOFRAME E’ una evoluzione del tradizionale controtelaio in legno con forma ad “elle” in quanto realizzato con materiali più performanti e più adatti allo scopo.

Le spalle del controtelaio Termoframe sono costruite a partire da materiali appositamente studiati per questo utilizzo dalla ditta Corà che ha messo a punto due diverse soluzioni: una spalla CONFORT in OSB (Oriented Strand Bord) da 22 mm di spessore ed una spalla Tecnika in Microlamellare di Betulla da 18 mm di spessore: le larghezze sono variabili in funzione dello spessore della finestra.

In entrambi i casi il bordo esterno è rivestito con una speciale vernice impermeabilizzante che limita gli assorbimenti d’acqua quando la spalla verrà murata.

La spalla in OSB è costruita a partire da un pannello composto da molte piccole sfoglie di legno assemblate tra di loro con una particolare colla. Tenendo sempre come riferimento la tradizionale spalla in abete, nella costruzione di questo prodotto si è cercato di ridurre l’assorbimento di umidità, minimizzare i problemi di degrado da parte dei funghi della marcescenza e, contemporaneamente, di aumentare la stabilità e la resistenza meccanica.

Spalle in Osb e Microlamellare di betulla pronte per la lavorazione ed a destra particolare del bordo

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La spalla in Microlamellare di Betulla è invece ricavata da un pannello costituito da 13 strati in 18 mm di spessore; le due facce sono rivestite da una carta impregnata, liscia sulla faccia interna e ruvida sul lato esterno. La sua robustezza ed il suo comportamento sono migliori rispetto alla spalla di OSB in tutte le situazioni: per questa ragione si utilizzerà questo prodotto nelle situazioni d’impiego più gravose.

Le battute possono essere realizzate in PVC o con un listello di multistrato di legni duri filmato.

Quelle in PVC sono ricavate da un elemento piano in PVC antiurto provvisto di una piccola nervatura per il corretto allineamento. Questo materiale proviene dal riciclaggio del PVC, contribuisce all’utilizzo cosciente delle risorse ed aiuta a risolvere il problema dei rifiuti: per questa ragione il suo impatto ambientale è contenuto. L’applicazione di questa lama in materiale isolante sul bordo del legno offre una perfetta battuta di appoggio al serramento. Inoltre, essendo il suo spessore molto ridotto, può essere sigillata sul muro (o sul cappotto) tramite un profilo porta intonaco (vedi cap.3). Quando invece si utilizza un controtelaio tradizionale con una battuta in legno da 20 mm per nascondere alla vista questo elemento si devono sempre applicare dei tradizionali coprifili di rifinitura che sormontano il telaio ed il muro, i quali sono un

elemento di limitata durabilità nel tempo e molto costoso; più di recente per evitare i coprifili si sono utilizzate le battute in alluminio che causano però spesso la formazione di condensa all’interno del nodo. La soluzione delle battute in PVC risolve quindi ogni criticità sia estetica che tecnica. Per evitare deformazioni delle battute in PVC conseguenti al’esposizione al sole, devono essere applicate alla spalla tramite un cordolo di MS Polimero bianco che ne determina un incollaggio stabile e delle graffe e/o viti con interasse di 10-15 cm.

Le lamine di battuta in PVC possono avere due larghezze:

larghezza 85 mm, che consente una luce di appoggio da 65 mm in grado di nascondere quasi totalmente il telaio (così come spesso richiesto da progettisti o committenti);

larghezza 45 mm, che consente una luce di appoggio da 25 mm in grado di lasciare scoperta una parte del telaio (così come necessario quando si vuole fissare il cardine dello schermo oscurante direttamente al telaio o come richiesto in base a particolari esigenze architettoniche.

la battuta del controtelaio Termoframe può essere da 25 o da 65 mm a seconda delle esigenze estetiche del cliente

Prova di rottura con carico 200Kg

Prova di attacco da parte dei funghi della marcescenza

Battute in PVC

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Le battute in legno multistrato sono ricavate dalla pressatura interna di 3 strati di derullati di legni duri e sono rifinite esternamente su entrambe le facce con filmato di resine fenoliche color marrone scuro. Questa costruzione unisce leggerezza, manovrabilità, resistenza e isolamento da freddo e umido.

Sono disponibili 2 misure (la lunghezza delle barre è sempre di mm. 2440):

mm 85 x 4,5 che realizza una battuta d’appoggio di 65 mm (da utilizzare per una maggiore copertura del telaio del serramento)

mm 45 x 4,5 che realizza una battuta d’appoggio di 25 mm (da utilizzare per una minore copertura del telaio o per montare il cardine dello schermo sul

telaio del serramento).

Le soluzioni che lasciano scoperta una parte del telaio sono particolarmente ricercate quando viene realizzato sulle pareti esterne un cappotto termico con spessore fino a 12 cm; con un cappotto di tali dimensioni i cardini dello schermo oscurante non possono più essere fissati nel muro, come era abitudine, perché rimarrebbero sospesi nel materiale isolante e quindi non in grado di offrire un vincolo meccanico stabile.

Per questa ragione è stata inventata una ferramenta di sospensione dello schermo, denominata “monoblocco”, che viene fissata direttamente sul telaio e sposta il punto di rotazione verso l’esterno della mazzetta consentendo allo schermo di superare il cappotto

Questa soluzione è molto pratica anche perché il cardine speciale è già provvisto di un sistema di ferma-scuro che risolve quindi anche il problema del fissaggio di questi elementi.

In alternativa si può risolvere questo problema applicando al telaio un’imbotte di legno sulla quale fissare il cardine (si veda il disegno sotto riportato). Quando ci si trova in presenza di un cappotto esterno il nostro sistema di posa prevede una ulteriore alternativa che dal punto di vista meccanico è certamente la migliore e consiste nell’utilizzo di una staffa metallica sagomata ad “elle” sulla quale è saldata una bussola filettata che contiene il cardine. Questa struttura in acciaio, particolarmente robusta, viene fissata al muro e consente di sostenere con grande sicurezza lo schermo (si veda il disegno sotto riportato).

Per le tre soluzioni proposte per fissare lo scuro aI muro in presenza di cappotto, occorre utilizzare il controtelaio Termoframe con battuta da 25 per le soluzioni con ferramenta monoblocco e con imbotte di legno mentre si deve far ricorso al controtelaio Termoframe con battuta da 65 oppure Klima Pro con battuta da 63 (di cui si dirà al punto successivo) per la soluzione con staffa.

Particolari della ferramenta Monoblocco che sposta verso l’esterno del cappotto l’angolo di rotazione del cardine

Battute Profile in listelli di multistrato di legni duri filmato.

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La traversa inferiore La traversa inferiore sul controtelaio Termoframe (e anche del controtelaio Klima Pro di cui si dirà più avanti) rappresenta una ulteriore innovazione rispetto ai controtelai tradizionali.

E’ realizzata in PVC riciclato, trafilato con un profilo appositamente studiato che prevede all’interno la presenza di nervature in grado di dare robustezza e resistenza a compressione.

Su queste nervature sono realizzate apposite sedi in cui andranno infisse le viti che servono per bloccare la traversa sui montanti tramite delle piastre pre-forate in acciaio, appositamente predisposte per un assemblaggio veloce.

Questo materiale è inerte all’acqua per cui la traversa inferiore potrà resistere per lunghissimo tempo senza problemi di marcescenza e deformazioni anche in situazioni di alta umidità, più probabili proprio nella parte bassa del serramento.

Le tre camere interne garantiscono inoltre l’isolamento termico necessario a creare la discontinuità tra ambiente interno ed esterno.

Fissaggio dello scuro alla muratura con cappotto realizzato con staffa in acciaio con

bussola filettata porta-cardine

Traversa inferiore in scatolato di PVC riciclato

La traversa inferiore dei nostri controtelai è sempre costruita con un profilo in PVC rigenerato che ha un impatto ambientale

contenuto, non marcisce, offre un ottimo taglio termico e consente l’infissione di una vite per irrigidire il nodo inferiore.

Nel caso della portafinestra si possono unire più elementi per costituire un taglio termico completo che collega la traversa con il

solaio riducendo in modo significativo l’effetto “ponte termico”

Fissaggio dello scuro alla muratura con cappotto realizzato con imbotte in legno

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3.2.2. Il controtelaio KLIMA PRO Il controtelaio Klima PRO è un vero e proprio sistema completo per la riquadratura del foro murario e per il fissaggio strutturale del serramento. Viene realizzato con un profilo estruso in PVC che presenta contemporaneamente spalla e battuta per il serramento a cui va aggiunta sul lato inferiore una traversa termica, modulare e pedonabile. Sulla superficie sono ricavate specifiche nervature per accogliere i vari accessori necessari per un rapido assemblaggio. I bordi sono sagomati per l'applicazione dei profili portaintonaco che garantiscono una corretta sigillatura al muro in modo elastico e senza formazione di crepe. Il materiale è in PVC riciclato antiurto. Può essere saldato con le normali teste saldatrici per la realizzazione dei serramenti in PVC: questo controtelaio rappresenta quindi la miglior soluzione per i produttori di serramenti in PVC che possono assemblarlo con grande facilità. Coloro che dispongono delle idonee apparecchiature, possono anche curvare il profilo per la formazione di controtelai ad arco. Grazie agli accessori di assemblaggio il profilo può però essere anche assemblato meccanicamente tramite delle squadrette e quindi è facilmente utilizzabile anche dai serramenti che costruiscono infissi in legno o alluminio. Modelli di profilo disponibili Sono disponibili 3 modelli caratterizzati da una diversa larghezza della spalla, da utilizzare in funzione dello spessore del telaio e degli accessori che si vogliono inserire. Le spalle hanno sempre la parte terminale ridotta nello spessore per rendere più agevole la mascheratura anche con serramenti che dispongono di una aletta di battuta di larghezza inferiore a 20 mm. Ciascun modello è disponibile di serie con due diverse misure di battuta.

Battuta da 63 mm

Battuta da 25 mm

Riduzione della larghezza delle spalle e delle battute La parte terminale della spalla dispone di una serie di settori interni per consentire una agevole rifilatura, necessaria per portare il controtelaio a misura; questa operazione è indispensabile quando si posiziona il controtelaio a filo interno e la spalla serve come dima all'intonacatore.

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Il taglio non deve necessariamente essere eseguito in corrispondenza di un settore trasversale in quanto i settori servono solo come rinforzo e non hanno altra funzione. Anche la battuta può essere rifilata a misura dal cliente facendo attenzione e lasciare sempre lo spazio per fissare il profilo portaintonaco. Prolunga per aumentare la profondità delle spalle

Tra gli accessori per il controtelaio Klima Pro è disponibile una prolunga da inserire sulla spalla per aumentare le sue dimensioni. Poichè questo

accessorio induce un costo aggiuntivo è

sempre buona norma, quando possibile, scegliere il profilo con la spalla più larga e ridurla con una rifilatura a misura piuttosto che prendere un profilo con la spalla più piccola ed allungarla con la prolunga. Anche la prolunga, grazie ai settori interni di rinforzo, può essere ridotta dal cliente alla misura richiesta.

Controtelaio per la posa in luce Qualora serva un controtelaio per la posa in luce si può utilizzare il profilo scelto e si elimina la battuta. La eliminazione della battuta rende il profilo meno rigido e quindi per aumentare la stabilità è essere necessario inserire un rinforzo interno in legno o meglio in acciaio.

Rinforzi Tutti i profili del controtelaio Klima Pro sono progettati con delle camere interne che consentono l'eventuale inserimento di un rinforzo per aumentare la rigidità. Data la robustezza e la configurazione del profilo, il rinforzo non è necessario per controtelai con misure fino ad altezze di cm 240 e larghezze di cm 120 ma può invece diventare utile per misure superiori. I rinforzi possono essere sia in metallo che in legno.

Prolunga per la spalla

da inserire ad incastro

e fissare con viti o

colla

KLIMA PRO per la posa in luce

Esempi di applicazione della prolunga sui vari modelli di controtelaio e dimensioni ottenibili

rinforzi KLIMA PRO in acciaio e legno

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Recupero degli sfridi Gli sfridi che si generano nel taglio delle barre vengono recuperati inserendo nella cava centrale il rinforzo in acciaio per la lunghezza di almeno 20 cm per parte. Il rinforzo va poi bloccato con 2 viti autoforanti per acciaio in modo che non si muova. Bisognerà quindi mettere una zanca a murare su ciascun pezzo in modo che sia solidamente fissato al muro.

Accessori di assemblaggio Per un corretto assemblaggio meccanico del controtelaio Klima Pro si usano le squadrette di giunzione angolare, le squadrette di allineamento della battuta, le staffe per collegare la traversa inferiore. Per il fissaggio al muro si usano le turbo viti o le zanche per murare.

Viti speciali per PVC

Per fissare in modo efficace gli accessori al profilo sono utili delle speciali viti da PVC con una passo ed una profondità del filetto speciale, studiate appositamente per avere maggior tenuta anche negli spessori ridotti di PVC. Le comuni viti autofilettanti da legno o metallo potrebbero infatti spanarsi facilmente.

zanca per murare staffa per controventatura

squadra per l'allineamento

delle battute

staffa per

controventatura

squadra di allineamento

staffa per il fissaggio della

traversa inferiore

squadra per la giunzione angolare

zanca a murare

zanca a murare

L’inserimento di un rinforzo di acciaio nella cava centrale del Klima Pro consente il recupero di

eventuali sfridi

Vite da PVC

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3.2.3. IL CONTROTELAIO PREFABBRICATO

L’alternativa alle proposte sopra riportate è un controtelaio prefabbricato per la costruzione finita del vano finestra e portafinestra, composto da spalle laterali in polistirene estruso espanso (XPS) rivestite in fibrocemento.

Quando è richiesto l’avvolgibile o il frangisole, in alto viene inserito un cassonetto a scomparsa, realizzato in XPS con rivestimento in fibrocemento, completo di accessori per la manovra manuale, ad arganello, o motore (si vedano i disegni riportati di seguito).

Questa soluzione rappresenta tecnicamente una risposta efficace non solo per l’aspetto termico e meccanico ma anche per l’isolamento acustico in quanto tutti gli elementi sono direttamente assemblati e la stessa struttura non lascia fughe o interstizi attraverso i quali possano passare aria e rumore.

Naturalmente questo sistema integrato è anche il più costoso ma rimane comunque conveniente se si considera che con questa struttura il cappottista non inserirà nel computo metrico l’area del vano finestra secondo il principio del “vuoto per pieno” in quanto non dovrà più eseguire il lavoro di costruzione della mazzetta che rientra nell’imbotte dal momento che il cappotto dovrà solo appoggiarsi sul lato esterno del controtelaio in modo molto semplice e veloce; detraendo quindi dal costo del telaio prefabbricato quelli del controtelaio tradizionale, del cappotto per la superficie dei vani finestra, del fissaggio delle guide dell’avvolgibile o dello schermo oscurante esterno, si verifica che il prezzo di queste strutture diventa più accessibile soprattutto per l’impiego su abitazioni che prevedano un cappotto esterno di grande spessore.

Si tenga presente che queste strutture vanno realizzate su misura e quindi si deve indicare al produttore del controtelaio monoblocco tutte le misure del progetto e gli accessori che si vorranno montare. Il produttore del controtelaio monoblocco potrà così consegnare un manufatto completo che risolve ogni problema.

Tra le varie proposte presenti sul mercato la nostra azienda ha scelto il controtelaio PosaClima proposto dalla ditta Roverplastik poiché è sembrata la scelta più convincente sia dal punto di vista meccanico che dell’isolamento termico ed acustico; inoltre posare questa struttura in cantiere è molto semplice grazie anche alla assistenza tecnica della ditta produttrice.

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3.3. MATERIALI/PRODOTTI DI SIGILLATURA Il Sistema di posa scelto dalla nostra azienda si compone dei seguenti materiali:

PELLICOLE DI TENUTA Il sistema comprende 4 tipi di pellicole di tenuta: :

Pellicola Hanno FI-D per interni sviluppata dalla ditta Hanno contraddistinta da un’alta impermeabilità all’aria e soprattutto al vapore grazie ad un Sd di 39 metri (il valore Sd di un materiale esprime lo spessore d’aria equivalente, cioè il numero di metri di aria necessario per garantire la medesima impermeabilità al vapore). E’ adatta a sigillare completamente il punto di congiunzione del controtelaio al muro sul lato verso l’interno dell’ambiente per evitare che durante l’inverno il vapore acqueo contenuto nell’aria calda ambiente possa migrare verso l’esterno attraverso il giunto e condensando al suo interno provocare gravi danni alla muratura. E’ dotata di una ottima elasticità e quindi consente di evitare la formazione di crepe a seguito degli inevitabili movimenti tra la muratura e il controtelaio. E' una pellicola intonacabile con un bordo autoadesivo mentre l'altro va sigillato alla muratura utilizzando Hanno MS Polimero.

Pellicola Hanno FA-D per esterni sviluppata dalla ditta Hanno, caratterizzata da una tenuta alla pioggia battente superiore a 600 Pascal ed una permeabilità al vapore molto alta (con un Sd di 0,05 metri). E’ adatta alla sigillatura del punto di congiunzione del controtelaio alla muratura sul lato verso l’esterno. E' una pellicola intonacabile con un bordo autoadesivo mentre l'altro va sigillato alla muratura utilizzando Hanno MS Polimero.

Pellicola Hanno Duo, sviluppata dalla ditta Hanno, che ha una impermeabilità alla pioggia battente testata per una pressione superiore a 600 Pascal ed un Sd compreso tra 0,3 metri e 5 metri, cioè 0,3 ≤ sd ≤ 5 (questo significa che in situazioni di alta umidità la pellicola riduce la sua permeabilità e offre una resistenza al vapore di 5 metri, mentre in condizioni di bassa umidità diventa una pellicola permeabile al vapore con una resistenza di 0,3 metri). Avendo una permeabilità al vapore variabile è adatta per sigillare sia il lato verso l’interno che quello verso l’esterno del nodo tra controtelaio e muratura. E' una pellicola intonacabile con un bordo autoadesivo mentre l'altro va sigillato alla muratura utilizzando Hanno MS Polimero.

Barriera al vapore Renova, nastro in polietilene elastico autoadesivo completamente impermeabile all’aria ed al vapore. Ha un lato interamente autoadesivo armato in senso longitudinale per rinforzare la pellicola ed ha un comportamento elastico in grado di seguire i movimenti tra i diversi supporti sui quali viene applicato. Lo strato adesivo è realizzato con un collante acrilico di incredibile tenacia adesiva, in grado di incollarsi su qualsiasi materiale. La tenacità dell’incollaggio è garantita per ben 30 anni. Questo nastro viene utilizzato per sigillare il controtelaio al muro nella parte interna quando non si procede alla successiva intonacatura; in modo speciale si utilizza per la sigillatura del telaio e controtelaio nella parte interna su pareti di legno che vengono poi rivestite in cartongesso.

PROFILI PORTA-INTONACO Per sigillare il bordo del controtelaio al muro, in alternativa alle pellicole di tenuta, il sistema PosaClima ha adottato i profili porta- intonaco. Si tratta di profili in PVC appositamente costruiti che vengono incollati al bordo del controtelaio togliendo la protezione ad una spugnetta auto-adesiva che è incorporata nel bordo e può essere di due tipi in funzione della maggiore o minore impermeabilità al vapore: il profilo con la spugnetta di colore rosso, impermeabile al vapore, va applicato sul bordo interno del controtelaio mentre quello con la spugnetta di colore verde, permeabile al vapore, serve per sigillare il bordo esterno. In tal modo l’eventuale umidità presente all’interno del nodo potrà migrare verso l’esterno.

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Durante la rasatura finale del muro il bordo del profilo viene inglobato nell’intonaco al quale rimane fortemente ancorato grazie alle asole presenti sul bordo. Al termine del lavoro rimane in vista solo un piccolo bordo che è verniciabile. Il profilo da esterni (di colore verde ) oltre alla versione intonacabile (con asole) è disponibile anche nella versione con retina per la rasatura dei cappotti.

NASTRI PRECOMPRESSI TERMO-ESPANDENTI Il Sistema PosaClima scelto dalla nostra azienda ha adottato i nastri impregnati precompressi termo-espandenti della ditta Hanno (una azienda leader in questo settore che produce nastri auto-espandenti dal 1978). Si tratta di nastri in schiuma impregnata la cui qualità dipende dalle seguenti caratteristiche:

Qualità della schiuma Come supporto si possono utilizzare due tipi si schiume: schiume Poliestere e schiume Polietere. Le prime, schiume Poliestere, sono resistenti ai raggi Uv ma non all’umidità: questi nastri, normalmente più economici nel prezzo, se esposti in ambiente umido (tipico della sigillatura delle finestre) si deteriorano irrimediabilmente entro pochi anni. Il supporto invece costituito da schiume Polietere, è altamente resistente sia alla umidità che ai raggi Uv I nastri prodotti da Hanno sono solo di questo secondo tipo ovvero garantiti per 15 anni nelle condizioni di massima esposizione

Qualità della resina anche per le resine che impregnano i nastri al fine di rallentare la espansione si possono avere due scelte: resine alchidiche (che nel tempo si induriscono e riducono l'elasticità) e resine acriliche (che invece consentono al nastro di rimanere elastico nel tempo).

La ditta hanno utilizza solo questo secondo tipo di resine. .

Qualità della impregnazione La qualità finale dell’impregnazione con la resina dipende non solo dal supporto ma anche dal tipo di macchine e di procedure utilizzate nell’impregnazione. Il processo di impregnazione di tutti i nastri impregnati precompressi termo-espandenti prodotti dalla ditta Hanno ed utilizzati nel sistema POSACLIMA è curato nel dettaglio per consentire ai nastri espansione controllata e costante, ma al tempo stesso rallentata in modo da aver più tempo per la posa.

Qualità e standard delle celle della schiuma Poiché la dimensione delle bolle d'aria che rendono la schiuma elastica ed isolante sono molto importanti, i nastri realizzati dalla ditta Hanno vengono ricavati da blocchi attentamente selezionati in modo da avere bolle piccole e molto uniformi.

Ciascun nastro è caratterizzato da tre numeri :

il primo numero indica la larghezza (in mm);

il secondo e il terzo numero indicano rispettivamente la larghezza minima e massima della fuga che è in grado di sigillare alla pressione (in Pascal) per la quale è garantito; la differenza tra i due rappresenta il fuori piombo massimo che il nastro riesce a compensare. Ad esempio un nastro BG1 15/3-7 è un nastro largo 15 mm che assicura una tenuta alla pressione di 600 Pascal per fughe larghe da 3 a 7 mm; compensa quindi un fuori piombo massimo di 4 mm (cioè di 7- 3).

I profili porta intonaco appositamente studiati per la sigillatura dei bordi del controtelaio

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I nastri precompressi termo-espandenti sono di due tipologie:

a) Nastri precompressi termo-espandenti senza membrane interne Nell'ambito di questa categoria abbiamo scelto il nastro Hanno BG1 contraddistinto da una resistenza alla pioggia battente ad una pressione del vento ≥ 600Pa. e da un valore Sd inferiore a 0.5 m. Viene applicato per chiudere la fuga tra la battuta del controtelaio ed il serramento nella partizione esterna del nodo secondario. Essendo resistente ai raggi ultravioletti, non richiede coprifilatura del giunto né sovra-applicazione di silicone o sigillanti acrilici. Ideale anche in presenza di fughe irregolari e specificatamente quando si vuole avere un isolamento acustico unito alla permeabilità al vapore. E’ garantito 15 anni per la resistenza alle intemperie in condizioni di massima esposizione (secondo le condizioni prescritte dal produttore). Di seguito la scheda tecnica del prodotto:

b) Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali con membrane interne

Sono nastri realizzati associando alla schiuma isolante delle membrane con vari livelli di tenuta al vapore.. Si tratta di un brevetto esclusivo della ditta Hanno. Sono disponibili due tipi di prodotti, entrambi adottati per la posa dei nostri serramenti:

Hannoband 3 E. Si tratta di un nastro precompresso termo-espandente multifunzionale ad Sd variabile costruito con almeno 3 membrane interne (il numero di membrane è maggiore nelle misure più larghe).

In qualsiasi caso l’unione delle caratteristiche della schiuma e delle membrane garantisce delle prestazioni eccezionali; già nella dimensione minima con 3 membrane è certificato per una tenuta alla pioggia battente con una pressione superiore a 1050 Pascal, una impermeabilità all’aria di 0,009 [m³/ (h*m*(daPa)2/3], un isolamento acustico superiore a 58 dB ed una trasmittanza termica λ = 0,0428 W/m*K. Il coefficiente di diffusione del vapore µ varia in funzione dell’umidità da 7 a 44. Grazie alla grande tenuta all’aria e all’acqua, al grande isolamento acustico e termico e soprattutto al valore Sd variabile con questo solo nastro si risolvono tutte

le esigenze del giunto di sigillatura; per questa ragione viene definito 3 E in quanto riesce a soddisfare tutti e 3 i livelli di sigillatura del nodo di collegamento.

Nastro Hannoband 3E termo-

espandente multifunzionale

Il nastro Hannoband 3E possiede almeno 3 membrane

interne

Nastri precompressi termo-espandenti del tipo BG1

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In funzione di questa caratteristica, utilizzando solo questo materiale si può sigillare perfettamente il giunto tra telaio e controtelaio nella posa in luce.

Esiste anche una versione speciale di questo nastro denominata 3E UA che ha larghezze ridotte (25- 30 -35 o 40 mm) e quindi ha solo 2 membrane; le sue prestazioni minime garantite sono quindi leggermente inferiori tuttavia è la miglior soluzione quando si hanno spazi stretti. Questo nastro infatti viene spesso associato al BG1 al posto del 2E per la sigillatura della spalla quando serve un nastro di ridotte dimensioni.

Un’altra caratteristica particolare dei nastri multifunzionali Hanno è la soluzione adesiva della parte inferiore; l’adesivo, molto tenace e di ottima qualità, viene infatti applicato su di una sottilissima pellicola impermeabile che non assorbe l’acqua.

Hannoband 2 E, un nastro precompresso termo-espandente multifunzionale ad alta impermeabilità al vapore, che racchiude una sola membrana. Per la costruzione di questo nastro si impiegano due tipi di schiuma, una più chiara di colore azzurro o grigio che viene collocato nella parte interna ed una più scura con prestazioni acustiche migliori che viene collocato nella partizione mediana del nodo secondario. I valori certificati sono i seguenti:

impermeabilità all’aria minore di 0,1 [m³/ (h*m*(daPa)2/3

isolamento acustico superiore a 43 dB

trasmittanza termica λ = 0,0428 W/m*K.

coeff. di diffusione del vapore µ variabile in funzione dell’umidità da 7 a 44.

Per la sua specifica costruzione è in grado di svolgere le funzioni richieste alla partizione interna e mediana del nodo di sigillatura secondario, mentre nella parte esterna (dove è richiesta anche la tenuta all’acqua) occorre applicare un materiale diverso, solitamente un nastro BG1. Dal momento che è in grado di assolvere solo a 2 dei 3 livelli di isolamento richiesti per il nodo è stato denominato con la sigla 2 E.

NASTRO IN SCHIUMA DI PVC Hanno VITOSEAL Si tratta di un nastro in schiuma di pvc soffice e comprimibile con uno strato di colla autoadesiva su di un lato. E' un prodotto specifico per la sigillatura della traversa inferiore del serramento in quanto assolutamente impermeabile all’acqua e con buone capacità di isolamento termo-acustico. Con il peso del serramento si comprime creando una efficace barriera anche all'acqua stagnante, purchè la compressione sia almeno il 30% dello spessore iniziale. In caso contrario la traversa va ulteriormente sigillata sul bordo esterno con un cordolo di Hanno MS Polimero La sua durata nel tempo è veramente notevole e quindi, a differenza del silicone, evita la infiltrazione di acqua dalle traverse per moltissimi anni. Il Sistema Posaclima, adotta questo nastro per la sigillatura delle traverse inferiori di tutti i serramenti esterni.

SCHIUMA POLIURETANICA ELASTICA A BASSO INVECCHIAMENTO Le schiume monocomponenti poliuretaniche tradizionali sono polimeri che nascono dalla reazione tra un isocianato ed un poliolio contenuti nella bomboletta. All’interno di questa miscela è presente anche un propellente gassoso che, oltre a far uscire il prodotto, quando è a pressione ambiente si espande facendo aumentare di volume la schiuma: una reazione con l’isocianato e con l’acqua indurisce la massa così espansa rendendola consistente ed elastica. E' però da notare che il risultato finale in termini di espansione e compattezza per tutte le schiume dipende da molti parametri difficilmente controllabili (si veda 2.5)

Nastro Vitoseal, specifico per la sigillatura della traversa inferiore del serramento

Nastro Hannoband 2E

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Le schiume migliori sono quelle che riescono a minimizzare gli effetti derivanti da una variabilità di queste condizioni, situazione che si ottiene quando si utilizzano componenti altamente reattivi. Ulteriori caratteristiche di qualità per una schiuma sono la elasticità, la resistenza all’invecchiamento, l’adesione sui bordi e la costanza di volume nel tempo: molte schiume scadenti infatti con il passare degli anni riducono il loro volume producendo in questo modo una crepa permeabile all'aria all'interno del giunto Poiché il nodo di collegamento della finestra al muro subisce sempre delle sollecitazioni dovute agli sbalzi di temperatura e di umidità ed al funzionamento stesso del serramento, serve una schiuma che abbia tutte le caratteristiche indicate per compensare i movimenti in maniera duratura. La schiuma Hanno Elastoschaum utilizzata dal Sistema POSACLIMA è stata formulata appositamente per questo scopo. Grazie alla alta reattività dei suoi componenti funziona in un range di temperature da – 10 a +40°C ed il risultato è sempre molto costante. L’incremento di volume è controllato per evitare sbordature e la sua elasticità dura a lungo nel tempo. La grande adesività sui bordi garantisce una ottima tenuta dei giunti anche se severamente sollecitati: per questa ragione la schiuma Hanno Elastoschaum garantisce ottime prestazioni termo-acustiche anche nel tempo.

SIGILLANTE A BASE DI MS POLIMERO. Il sigillante MS Polimero della ditta Hanno è formulato a partire dall’unione di un silano (silicio + gruppi funzionali) ed

un polimero (poliestere, polietere, poliacrilico); la sigla MS sta per “Silano Modified” . E' un prodotto caratterizzato da alte capacità adesive sulla maggior parte dei materiali edilizi ma contemporaneamente mantiene ottime proprietà elastiche, durature nel tempo, necessarie per svolgere la funzione di sigillante. In aggiunta a tutto questo l'MS Polimero della ditta Hanno è in grado di indurire anche su superfici bagnate. Tra le varie formulazioni di MS Polimero presenti sul mercato è stato specificatamente scelto per la sigillatura della traversa inferiore del serramento, eventualmente in aggiunta al nastro Vitoseal quando necessario. In pratica sostituisce il silicone che è un prodotto critico per la sigillatura su materiali porosi come intonaco cemento pietre e mattoni. Uno specifico campo d'impiego, date le sue alte proprietà adesive è quello di fissare la traversa inferiore della porta finestra al marmo della soglia. Questa funzione è fondamentale per evitare flessioni nel centro quando si ha una portafinestra a due ante e la traversa inferiore non viene fissata con una vite . Poichè si tratta di un prodotto sovraverniciabile, viene però anche utilizzato per sigillare in modo elastico e definitivo eventuali crepe lungo il perimetro del controtelaio che fossero rimaste a seguito di una posa non corretta. E’ disponibile in due diverse formulazioni: una formulazione opaca, colorata in varie tinte (bianco,

marrone, grigio, nero, ecc.) ed una trasparente incolore; la formulazione opaca colorata è stata concepita principalmente come un adesivo e quindi aderisce perfettamente e tenacemente a tutti i materiali, mentre la formulazione trasparente incolore è stata sviluppata prevalentemente come sigillante, quindi è più elastica ma meno adesiva.

Schiuma Hanno

Elastoschaum

Hanno MS

Polimero

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INDICE

PAG. 37 CAPITOLO 1: FISSAGGIO MECCANICO DEL CONTROTELAIO ALLA MURATURA REALIZZAZIONE DEI NODI PRIMARI

1.1. SISTEMI DI FISSAGGIO

1.2. DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI FISSAGGI LUNGO IL CONTROTELAIO

1.3. ESECUZIONE DEL FISSAGGIO

PAG. 40 CAPITOLO 2: REALIZZAZIONE DEI NODI PRIMARI

2.1. NODO PRIMARIO LATERALE E SUPERIORE

2.1.1. Criteri generali di sigillatura

2.1.2. Sigillatura dei controtelai con aletta di battuta e piani (per posa serramento in mezzeria o a filo muro interno)

2.1.3.Sigillatura dei controtelai su pareti in legno

2.2. NODO PRIMARIO INFERIORE

2.2.1. Criteri generali di sigillatura

2.2.2.Sigillatura della traversa inferiore del controtelaio (per la posa del serramento in mezzeria)

2.2.3. Sigillatura della traversa inferiore del controtelaio (per la posa del serramento a filo muro interno)

2.3. ULTERIORI SUGGERIMENTI CONNESSI ALLA POSA DEL CONTROTELAIO ED ALL’ESECUZIONE DEL NODO PRIMARIO

PAG. 45 CAPITOLO 3: REALIZZAZIONE DEI NODI SECONDARI

3.1. NODO SECONDARIO LATERALE E SUPERIORE

3.1.1. Criteri generali di sigillatura

3.1.2. Sigillatura nei casi di posa del serramento in battuta (in mezzeria o a filo muro interno)

3.1.3. Sigillatura nei casi di posa del serramento in luce (in mezzeria o a filo muro interno)

3.1.4. Sigillatura nei casi di posa del serramento su pareti in legno

3.2.NODO SECONDARIO INFERIORE

3.2.1. Criteri generali di sigillatura

3.2.2. Sigillatura del nodo inferiore della finestra (valido nei casi di posa in battuta o in luce, nelle posizioni in mezzeria e a filo interno)

3.2.3. Sigillatura del nodo inferiore della portafinestra (valido nei casi di posa in battuta o in luce, sia nelle posizioni in mezzeria che a filo interno)

SEZIONE B - APPLICATIVA

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PAG. 51 CAPITOLO 4: FISSAGGIO MECCANICO DEL SERRAMENTO AL CONTROTELAIO

4.1. METODOLOGIA DI FISSAGGIO

4.2. DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI FISSAGGI LUNGO IL TELAIO

4.3. ESECUZIONE DEL FISSAGGIO

PAG. 53 CAPITOLO 5: POSA DEL SERRAMENTO IN PRESENZA DI SISTEMI OSCURANTI/OMBREGGIANTI E ZANZARIERE (su murature con cappotto termico)

5.1. POSA CON ZANZARIERA

5.1.1. Fissaggio della guida della zanzariera

5.1.2 Posa del serramento

5.2. POSA CON SISTEMA DI OSCURAMENTO AD AVVOLGIBILE E CASSONETTO

5.2.1.Fissaggio della guida dell’avvolgibile

5.2.2. Posa del serramento

5.3. POSA CON ZANZARIERA E SISTEMA DI OSCURAMENTO AD AVVOLGIBILE E CASSONETTO

5.3.1. Fissaggio della guida dell’avvolgibile + la guida della zanzariera

5.3.2. Posa del serramento

5.4. POSA CON FRANGISOLE A LAMELLE

5.5. POSA CON SCURI O PERSIANE

5.5.1. Fissaggio dei cardini con ferramenta MONOBLOCCO (per cappotti termici fino a 8 cm di spessore)

5.5.2.Soluzione con imbotte nel medesimo materiale del serramento

5.5.3.Soluzione con staffa porta-cardine

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CAPITOLO 1: FISSAGGIO MECCANICO DEL CONTROTELAIO ALLA MURATURA

1.1. SISTEMI DI FISSAGGIO

Il fissaggio del controtelaio alla muratura deve essere realizzato:

tramite turboviti autofilettanti da muro a tutto filetto

tramite zanche da fissare al muro con leganti cementizi o con viti e tasselli

Di seguito i due sistemi di fissaggio vengono esaminati singolarmente. Alternativa 1: Fissaggio con turbo viti

Le turboviti sono viti autofilettanti da muro a tutto filetto; se vengono scelte di sufficienti sezione e lunghezza rappresentano il metodo più moderno, semplice ed economico di fissaggio. Con questo sistema infatti non si deve rompere il muro perché le viti provvedono esse stesse a filettare il foro in cui devono allogarsi; non richiedono quindi l’uso di tasselli ed inoltre, poiché sono a tutto filetto, non “tirano” e non vanno in tensione; per questa ragione non deformano il telaio o il controtelaio e quindi si può evitare lo spessoramento in prossimità della vite. Occorre però tener presente quanto di seguito riportato:

Diametro della vite: utilizzare turboviti con diametro di 7,5 mm e testa torks per una tenuta più efficace dell’utensile di avvitamento.

Diametro del foro: sul controtelaio (legno o PVC) il foro deve avere un diametro di 6,5 mm; sul muro invece il diametro del foro dipende dal materiale di costruzione e quindi dalla sua resistenza alla penetrazione della turbovite. Si suggerisce un foro con diametro di 6,5 mm su cemento e con diametro 6 mm su mattone. Per praticare il foro su pietra e cemento utilizzare trapani a percussione mentre quando si fora su mattone utilizzare solo la rotazione per non rompere le camere e per avere una maggior precisione del foro.

Lunghezza della vite: la lunghezza della vite e la sua penetrazione nel supporto è fondamentale per la tenuta meccanica e dipende nuovamente dal tipo di materiale. Per definire la profondità di penetrazione seguire le indicazioni della tabella sopra riportata. Per definire invece la lunghezza totale della vite, aggiungere alla profondità di penetrazione individuata sulla tabella lo spessore del controtelaio (circa 20 mm) e della luce libera tra controtelaio e muro (10 -15 mm). La lunghezza della vite deve quindi essere di circa 35 mm superiore alla lunghezza di penetrazione nei vari materiali: attenzione che la profondità del foro nel muro sia sempre superiore alla profondità di penetrazione della vite di almeno 1 cm.

Sistema di avvitamento: su cemento e pietra si suggerisce di utilizzare un avvitatore ad impulsi che favorisce la penetrazione della vite; negli altri casi usare la sola rotazione.

Alternativa 2: Fissaggio tramite zanche In alternativa alle turboviti si possono utilizzare delle apposite zanche che vanno murate sui fianchi del vano finestra in appositi scassi realizzati precedentemente nei mattoni del perimetro. Le zanche vengono poi fissate con dei leganti cementizi molto compatti e di rapida essiccazione che però hanno un potere isolante molto basso e si comportano in modo diverso rispetto all’intonaco ed al mattone. Per questa ragione nei punti dove le zanche vengono fissate si potrebbero nel tempo formare delle crepe sul muro; si evita questo problema ancorando le zanche con tasselli e viti anziché murarle. In taluni casi, ad esempio quando il muro è poco consistente o le camere dei mattoni sono parallele alla eventuale turbovite, la muratura delle zanche rimane l’unico modo semplice e veloce di fissare il controtelaio e quindi non si può evitare.

1.2. DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI FISSAGGI LUNGO IL CONTROTELAIO Indipendentemente dal sistema di ancoraggio scelto (turboviti o zanche), la determinazione dei punti di fissaggio deve seguire regole ben precise sia per avere un corretto trasferimento dei carichi al muro sia per evitare che, infiggendo le

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viti a caso, quando poi si fisserà il telaio al controtelaio ci sia una sovrapposizione tra i punti di fissaggio o comunque una distanza troppo ravvicinata che potrebbe causare un eccessivo indebolimento del controtelaio. Conviene dapprima fissare gli angoli, applicando la prima vite ad una distanza di circa 10 cm dai 4 vertici e successivamente calcolare quanti ulteriori punti di fissaggio occorra eseguire tenendo in considerazione che l’interasse massimo tra due viti deve essere di 80 cm se verranno successivamente installate finestre in legno o alluminio e di 70 cm se saranno invece in PVC (le finestre in PVC richiedono infatti un ancoraggio del controtelaio più solido in quanto, essendo meno stabili agli sbalzi termici, trasferiscono al giunto maggiori movimenti e sollecitazioni). Di seguito viene riportata la rappresentazione grafica del sistema di fissaggio del controtelaio come sopra descritto: in allegato in fondo a questo manuale ci sarà invece un esempio pratico numerico che applica le regole appena descritte per individuare i punti di fissaggio

1.3. ESECUZIONE DEL FISSAGGIO

Di seguito cercheremo di dare le spiegazioni su come eseguire il lavoro in modo corretto. Tuttavia risulterà tutto molto più chiaro se si visualizza il video sul fissaggio del controtelaio dal sito www.posaclima.it

Fissaggio dei montanti laterali

Si individua sulla parete la linea che il progettista avrà tracciato per fissare la quota 100 cm dal pavimento finito: è questa la misura che guida la posa di tutti i materiali in modo da avere al termine dei lavori il rispetto della quota finita di progetto.

Quindi si allinea il controtelaio in altezza con questo punto facendo combaciare la quota 100 del pavimento con quella tracciata sul controtelaio; si stabilisce in tal modo il punto in cui fissare il controtelaio in altezza.

Sulla base del progetto, si determina la profondità a cui dovrà essere posizionato il serramento all’interno dello spessore del vano finestra e si procede al fissaggio del controtelaio bloccandolo con i cunei di legno o con i più pratici cunei pneumatici che vanno collocati in prossimità dei rinforzi provvisori per evitare di deformare il telaio con la forza del cuneo.

Si applicano quindi dei tratti di schiuma in prossimità dei cunei per sigillare il controtelaio nella posizione corretta; quando la schiuma è solidificata si procede all’inserimento delle prime 4 viti a circa 10 cm dai 4 vertici esterni del controtelaio.

A questo punto si misura la distanza tra le due viti di ciascun montante e si determina con la regola sopra riportata il numero ulteriore di viti da inserire.

Si procede infine all’inserimento di tutte le ulteriori viti.

Fissaggio della traversa inferiore del controtelaio della finestra Se il controtelaio va fissato su di un muro in mattoni di laterizio la traversa inferiore non può essere bloccata in quanto le viti andrebbero infilate parallelamente alle camere dei mattoni e quindi non avrebbero alcuna tenuta: non è

Cunei pneumatici

Cuneo pneumatico per posizionare e bloccare il controtelaio prima del fissaggio

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però un problema poiché, a lavori conclusi, la traversa inferiore del controtelaio si troverà comunque bloccata tra il davanzale esterno ed il contro-davanzale interno. Se però si posa la finestra su materiali più consistenti come le pareti in legno o cemento che consentono di fissare delle viti, è buona regola approfittarne per fissare anche la traversa inferiore del controtelaio. In questo caso si fissa una vite spostandosi di 10 cm rispetto alla mezzeria (per evitare che possa trovarsi esattamente nel punto in cui successivamente verrà fissato il telaio della finestra); quindi si misura l’interasse tra i due vertici inferiori e la vite e, se maggiore di 80 cm, si fissano altre viti secondo la regola sopra riportata. Il fissaggio della traversa inferiore del controtelaio è particolarmente importante quando si posa a filo muro interno e quindi sulla traversa inferiore si applicherebbero solo 10-15 mm di malta.

Fissaggio della traversa inferiore del controtelaio della porta-finestra Quando si posa il controtelaio della porta-finestra, la traversa inferiore si trova sempre ad una distanza di circa 20 cm rispetto al solaio e quindi rimane sospesa nel vuoto e non può essere fissata verso il basso. Per questa ragione se non si crea una struttura di supporto verrà quasi sicuramente danneggiata durante i lavori di cantiere. Un corretto sistema di posa deve dunque necessariamente prevedere questa struttura di tamponamento a supporto della traversa fino al momento della formazione del massetto nel quale verrà bloccata. Il sistema PosaClima, che la nostra azienda ha scelto come sistema di posa dei propri serramenti, prevede a tale scopo la possibilità di sovrapporre più profili di PVC riciclato del tipo impiegato per la traversa inferiore del controtelaio della finestra. Nella sua profilatura è infatti previsto un apposito “scalino” che consente un perfetto incastro di più elementi tra loro: un cordolo di Ms Polimero li terrà fissati e sigillati uno sull’altro (si veda il disegno accanto riportato). Questa struttura, oltre a sostenere la traversa, dopo la formazione del massetto interno ed esterno svolgerà anche la funzione di taglio termico poiché costituita con un materiale isolante (che oltretutto non è idrofilo e quindi non marcisce). Si sovrappone il numero di profili in PVC necessario a compensare la distanza tra la traversa inferiore del controtelaio e il solaio grezzo interponendo tra uno e l’altro un cordolo di Ms Polimero e utilizzando due cunei contrapposti per raggiungere la quota esatta; a metà della traversa nel punto di contatto con il solaio è bene inoltre inserire una staffa di consolidamento. Si inietta poi della schiuma poliuretanica monocomponente (la schiuma sigilla tutto il sistema riempiendo gli spazi vuoti e conferisce maggiore resistenza alla struttura; deve però avere struttura sufficientemente solida anche a compressione come la schiuma elastica Hanno Elastoschaum).

Fissaggio della traversa superiore del controtelaio della finestra o porta finestra Per il fissaggio della traversa superiore ci sono due soluzioni a seconda che ci sia o meno il cassonetto. a. In assenza di cassonetto

Quando il cassonetto non è presente ci sarà sicuramente nel muro una architrave di sostegno. A questo elemento andrà fissato il controtelaio come descritto per la traversa inferiore.

b. In presenza di cassonetto Quando è presente il cassonetto occorre accertarsi che la vite entri nella nervatura di rinforzo del cassonetto inserita appositamente per il fissaggio del controtelaio. Se la larghezza del foro è maggiore di 3 m (e quindi è presumibile che il cassonetto non abbia una buona resistenza meccanica) è bene rinforzare il nodo superiore applicando alla traversa superiore del controtelaio una trave di legno con spessore minimo di cm 7 x 7, fissata lateralmente in modo solido sul muro: questa trave fornirà un punto di ancoraggio per le viti del controtelaio e farà sì che il controtelaio diventi un corpo unico con il cassonetto e con il telaio del serramento in modo da rendere il sistema sufficientemente rigido. In mancanza di questa struttura può accadere che il lato superiore del telaio a causa della pressione del vento o del peso delle ante aperte possa deformarsi e perdere la sua funzionalità. Dopo la posa del telo di oscuramento questo elemento strutturale risulterà all’esterno completamente nascosto anche quando il telo si trova in posizione sollevata, mentre all’interno servirà un adeguato coprifilo. Nel caso di alzanti scorrevoli, invece, la robustezza del telaio potrebbe essere sufficiente.

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CAPITOLO 2: REALIZZAZIONE DEI NODI PRIMARI

L’attacco del controtelaio al muro richiede la formazione di due diversi nodi primari: uno che riguarda il perimetro laterale e superiore dove il controtelaio presenta la spalla e la battuta ed uno diverso per la traversa inferiore. Di seguito i dettagli.

2.1. NODO PRIMARIO LATERALE E SUPERIORE

2.1.1. Criteri generali di sigillatura

Valgono i seguenti CRITERI GENERALI:

I PRODOTTI da utilizzare sono i seguenti:

PER IL BORDO INTERNO: profili porta-intonaco in PVC da interno (cioè con spugnetta autoadesiva rossa, impermeabile all’aria e al vapore) o, in caso di pareti in legno, pellicole di tenuta impermeabili ad aria e vapore (cioè con un Sd molto elevato), autoadesive e non intonacabili

NELLA PARTE MEDIANA: schiuma elastica.

PER IL BORDO ESTERNO: profili porta-intonaco o porta-rasante in PVC da esterno (cioè con spugnetta autoadesiva verde, impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore)

2.1.2.Sigillatura dei controtelai con aletta di battuta e piani (per posa serramento in mezzeria o a filo muro interno)

Sigillatura del nodo

Profili porta-intonaco e porta-rasente da interno (rosso) e da esterno (verde) caratterizzati da una diversa impermeabilità al vapore. Vanno fissati al controtelaio mediante la spugnetta autoadesiva (rossa o verde); il profilo in PVC viene invece

inglobato nell’intonaco durante la rasatura. Utilizzando questo materiale la sigillatura è molto semplice

Pellicola impermeabile ad aria e vapore completamente auto-adesiva e non

intonacabile da fissare sul lato interno del controtelaio e sulla parete in legno

Schiuma poliuretanica elastica a basso invecchiamento per la sigillatura delle

partizioni mediane. Svolge la funzione di isolamento termo-acustico del nodo

AMBIENTE INTERNO

PARTIZIONE INTERNA

Impermeabile ad aria e vapore

PARTIZIONE CENTRALE Isolante al rumore e alla

temperatura

PARTIZIONE ESTERNA Impermeabile ad aria, pioggia

ma permeabile al vapore

AMBIENTE ESTERNO

Sigillatura del nodo primario con controtelaio con aletta di battuta Sigillatura del nodo primario con controtelaio piano

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Materiali:

Bordo Interno: Profilo porta-intonaco (rosso, impermeabile al vapore).

Parte Mediana: Schiuma Poliuretanica elastica Hanno Elastoschaum.

Bordo Esterno: Profilo porta-intonaco (verde, permeabile al vapore). Procedura per l’esecuzione del lavoro a regola d’arte:

Di seguito cercheremo di dare le spiegazioni su come eseguire il lavoro in modo corretto. Tuttavia risulterà tutto molto più chiaro se si visualizza il video sulla sigillatura del controtelaio dal sito www.posaclima.it

Parte Mediana: dopo aver fissato il controtelaio al muro si applica un cordolo continuo di schiuma elastica su tutto il perimetro. Avvertenze per eseguire un lavoro corretto: come prima operazione è necessario amalgamare bene i componenti della schiuma all’interno della cartuccia scuotendola fortemente per almeno 20-30 volte, tenendola in posizione orizzontale. Solo se i due componenti sono perfettamente miscelati si otterrà una schiuma con una struttura compatta. Inoltre è da ricordare che questa schiuma reticola perfettamente con temperature che vanno da -10°C fino a +30°C; se però la temperatura della bomboletta è inferiore a + 5 °C i componenti all’interno saranno troppo densi per mescolarsi correttamente e quindi il cordolo, dopo l’indurimento, presenterà numerose cave. In tali situazioni è dunque necessario un pre-riscaldamento, avvicinando per qualche minuto la bomboletta ad una fonte di calore (di solito si usa un faretto), anche perchè in caso contrario anche il propellente avrebbe un volume ridotto e il prodotto farebbe fatica a uscire. Prima di applicare la schiuma si deve bagnare bene l’interno della fuga nebulizzando dell’acqua; la stessa operazione va eseguita dopo l’estrusione. L’umidità è infatti un componente fondamentale per il corretto indurimento. La schiuma va iniettata partendo dal basso verso l’alto, collocandola nella fuga più in fondo possibile e tenendo il beccuccio della pistola inclinato di 45°circa. Poiché l’incremento di volume di questa schiuma è correttamente di circa il 10-20%, per avere un buon isolamento termoacustico si deve riempire la cava fino a circa 2 cm dal bordo del controtelaio: le migliori prestazioni si hanno infatti quando la fuga è riempita il più possibile.

Bordo Interno: quando la schiuma è indurita, sul bordo della spalla rivolto verso l’interno viene applicato il profilo porta-intonaco autoadesivo per interno, caratterizzato da una maggiore impermeabilità al vapore: la spugnetta autoadesiva in questo caso ha il colore rosso.

Bordo Esterno: sul bordo della battuta (o sul bordo della spalla rivolto verso l’esterno nel caso di controtelaio piano) si applica l’apposito profilo autoadesivo porta-intonaco con la spugnetta verde (permeabile al vapore). Si usa la versione con retina se poi verrà applicato il cappotto o la versione con asole se la parete esterna verrà intonacata. Applicare questo materiale è molto semplice perché la spugnetta sul bordo interno è autoadesiva: dopo avere preso le misure, con una apposita forbice si taglia nella misura richiesta e, tolta la protezione, viene applicato sul bordo del telaio, sia sui montanti che sulla traversa superiore dove rimane perfettamente incollato. I profili vanno tagliati leggermente più lunghi per consentire l’incrocio delle retine e quindi evitare la crepa nell’angolo. Quando verrà il cappottista o l’intonacatore ingloberà il bordo nella parete e si avrà così una sigillatura perfetta che anche in futuro non formerà alcuna crepa.

2.1.3.Sigillatura dei controtelai su pareti in legno

Nel caso di parete in legno il foro finestra è generalmente molto preciso, specialmente se la parete è stata costruita in fabbrica con il sistema a pannelli (XLam) e portata in cantiere già pronta per l’assemblaggio. In una situazione di questo tipo non servirebbe il controtelaio e le finestre possono essere montate in luce direttamente sul vano appositamente creato nella parete. In alternativa, per garantire una posa più efficace ed un maggior margine di sicurezza, si può montare il controtelaio anche sulle pareti di legno. In ogni caso, quando la struttura è in legno tutti i nodi di sigillatura devono essere eseguiti con grande accuratezza per quanto riguarda l’impermeabilità al vapore. Questo concetto riguarda anche la sigillatura di un eventuale controtelaio da eseguire come indicato nei seguenti dettagli tratti dalle tavole di posa allegate al presente manuale e relativi alla posa di un controtelaio con aletta di battuta posto in mezzeria. I medesimi criteri valgono anche in caso di posa a filo muro interno e di controtelaio piano (posto in mezzeria o a filo muro interno)

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Materiali:

Bordo Interno: Pellicola autoadesiva di tenuta Renova (impermeabile ad aria e vapore, autoadesiva e non intonacabile).

Parte Mediana: Schiuma Poliuretanica elastica Hanno Elastoschaum

Bordo Esterno: Profilo porta-rasante (verde, permeabile al vapore)

Procedura:

Parte Mediana: va sigillata come indicato nel precedente sistema.

Bordo Interno: si applica la pellicola di tenuta autoadesiva Renova a cavallo tra in controtelaio e la parete (come nei disegni).

Bordo Esterno: va sigillato come indicato nel precedente sistema.

2.2. NODO PRIMARIO INFERIORE

2.2.1. Criteri generali di sigillatura

Il nodo inferiore deve avere una perfetta tenuta all’acqua stagnante. Per questa ragione nella partizione esterna deve essere perfettamente impermeabile. Valgono quindi i seguenti CRITERI GENERALI:

I PRODOTTI da utilizzare sono i seguenti:

PER IL BORDO INTERNO: pellicole di tenuta impermeabili ad aria e vapore (cioè con un Sd molto elevato), con un lato autoadesivo (l’altro verrà fissato alla muratura con uno speciale mastice)

NELLA PARTE MEDIANA: schiuma elastica.

PER IL BORDO ESTERNO: non viene sigillato in quanto il nastro in schiuma di PVC che si utilizzerà per la sigillatura del nodo secondario, andando a cavallo tra la traversa del controtelaio ed il marmo renderà perfettamente impermeabile anche questo punto.

Sigillatura del nodo primario su parete con intelaiatura in legno

Sigillatura del nodo primario su parete in pannelli X Lam

AMBIENTE INTERNO

PARTIZIONE INTERNA Impermeabile ad aria e vapore

PARTIZIONE CENTRALE Isolante al rumore e alla

temperatura

PARTIZIONE ESTERNA Impermeabile ad aria, pioggia e

vapore

AMBIENTE ESTERNO

Pellicola impermeabile ad aria e vapore da fissare sul lato interno del controtelaio (tramite la parte autoadesiva) e sul muro (con

uno speciale mastice).

Schiuma poliuretanica elastica a basso invecchiamento per la sigillatura delle partizioni mediane. Svolge la funzione di isolamento termo-acustico del nodo

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Di seguito cercheremo di dare le spiegazioni su come eseguire il lavoro in modo corretto. Tuttavia risulterà tutto molto più chiaro se si visualizza il video sulla sigillatura del controtelaio dal sito www.posaclima.it

2.2.2.Sigillatura della traversa inferiore del controtelaio (per la posa del serramento in mezzeria)

Materiali:

Bordo Interno: Pellicola di tenuta Hanno FI-D (impermeabile ad aria e vapore)

Parte Mediana: Hanno Elastoschaum Schiuma Poliuretanica elastica

Bordo Esterno: non viene sigillato in quanto il nastro in schiuma di PVC che si utilizzerà per la sigillatura del nodo secondario, andando a cavallo tra la traversa del controtelaio ed il marmo, renderà perfettamente impermeabile anche questo punto.

Procedura:

Parte mediana: si inietta la schiuma seguendo i suggerimenti riportati per i

nodi laterali.

Bordo Interno: la traversa inferiore del controtelaio viene sigillata con la pellicola di tenuta impermeabile all’aria ed al vapore che verrà poi ricoperta con il materiale cementizio utilizzato per fare da fondo al contro-davanzale interno (un eventuale profilo porta-intonaco infatti non sarebbe applicabile su questo lato). L’applicazione della pellicola di tenuta sulla traversa è indispensabile anche perché, essendo quest’ultima costruita con il PVC, la malta non potrebbe aderire in modo tenace e quindi si formerebbe una crepa che lascerebbe migrare il vapore verso l’esterno; la pellicola di tenuta Hanno FID invece è perfettamente sovra-intonacabile e quindi evita la formazione di fessure nel punto di contatto. Va applicata con il bordo autoadesivo in prossimità del bordo superiore della traversa come indicato nel disegno: l’altro bordo va invece fissato al muro utilizzando Hanno MS Polimero. In questa posizione l’operazione di fissaggio della pellicola è comunque molto più semplice rispetto alla sigillatura della pellicola sulle due pareti verticali e su quella orizzontale superiore in quanto si trova appoggiata ai mattoni e quindi lo stesso peso della malta la tiene correttamente al suo posto.

Bordo esterno: L’attacco della traversa al controtelaio non viene sigillato in questa fase ma successivamente, durante la formazione del nodo secondario. Per sigillare la traversa inferiore del controtelaio si usa infatti un nastro in schiuma di PVC autoadesivo e perfettamente impermeabile che va posizionato a cavallo tra la traversa ed il davanzale. In questo modo sigilla perfettamente anche questo punto.

2.2.3. Sigillatura della traversa inferiore del controtelaio (per la posa del serramento a filo muro interno)

Materiali e procedura:

Si opera come indicato al punto precedente. Come unica differenza la pellicola di tenuta va posizionata in verticale a cavallo tra la traversa del controtelaio e la parete (come da disegno).

Sigillatura del nodo primario inferiore nel caso di posa del serramento in

battuta o in luce

Sigillatura del nodo primario inferiore nel caso di posa del serramento a filo muro interno

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2.3. ULTERIORI SUGGERIMENTI CONNESSI ALLA POSA DEL CONTROTELAIO E ALL’ESECUZIONE DEL NODO PRIMARIO

Pendenza di marmi e soglie

Dopo la posa del controtelaio si deve verificare che tra la quota del filo esterno del muro e la quota cui è stata posizionata la traversa inferiore della finestra o della portafinestra rimanga un sufficiente dislivello in modo che i marmi e/o le soglie abbiano la possibilità di essere posati con una pendenza minima del 2% in modo da favorire lo sgrondo dell’acqua.

Fissaggio ed isolamento del davanzale

Il davanzale esterno, quando è in pietra, viene posato a ridosso della traversa inferiore del controtelaio prima della posa del serramento.

Per fare in modo che il lavoro del marmista non riduca l’efficienza di tutto il sistema è opportuno che il responsabile del cantiere verifichi almeno 3 punti:

la corretta pendenza

che la base inferiore sia incollata per tutta la superficie e non a spot per evitare infiltrazioni di aria sotto il davanzale

nel caso di edifici con cappotto esterno che il rivestimento termico continui con uno spessore minimo di 2,5 cm anche sotto il davanzale ed arrivi fino

alla traversa inferiore del controtelaio (parte in grigio scuro nel disegno). In caso contrario il freddo del davanzale entra nel muro sottostante ed arriva in casa passando sotto il controtelaio. Ovviamente poiché lo strato isolante sia in grado di sostenere il marmo dovrà utilizzarsi un materiale idoneo come ad esempio un pannello di Stiferite. Per incollare il marmo sul rivestimento isolante usare Hanno MS Kleber, lo stesso mastice speciale a base di MS polimero utilizzato per l’incollaggio delle pellicole di tenuta.

L’isolamento deve arrivare a ridosso del controtelaio e il davanzale deve essere

incollato su tutta la superficie

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CAPITOLO 3: REALIZZAZIONE DEI NODI SECONDARI

La sigillatura del serramento al controtelaio richiede la formazione di due diversi nodi secondari: uno che riguarda il perimetro laterale e superiore dove il telaio va contro la spalla e la battuta del controtelaio, ed uno diverso dove la traversa del serramento si appoggia sulla traversa del controtelaio e del marmo.

Di seguito cercheremo di dare le spiegazioni su come eseguire il lavoro in modo corretto. Tuttavia risulterà tutto molto più chiaro se si visualizza il video sulla sigillatura del telaio dal sito www.posaclima.it

3.1. NODO SECONDARIO LATERALE E SUPERIORE

3.1.1. Criteri generali di sigillatura

Valgono i seguenti CRITERI GENERALI:

3.1.2. Sigillatura nei casi di posa del serramento in battuta (in mezzeria o a filo muro interno)

Materiali:

I PRODOTTI da utilizzare sono i seguenti:

BORDO ESTERNO (sulla battuta del controtelaio): nastri precompressi del tipo BG1, cioè nastri termo-espandenti caratterizzati da un’alta impermeabilità all’acqua ma permeabili al vapore

PARTE MEDIANA: Nastro precompresso termo-espandente multifunzionale con membrana interna Hanno 2 E oppure nastro Hanno 3E UA

BORDO INTERNO: non serve nulla perché il nastro svolge anche la funzione di barriera all’aria e al vapore

Procedura:

Bordo Esterno: si comincia con il posizionare il nastro BG1 sui due montanti e sul traverso superiore del controtelaio. Per quanto riguarda la scelta delle misure di larghezza e spessore, adottare i seguenti suggerimenti:

Larghezza: usare sempre nastri da 15 mm quando possibile; tuttavia se la battuta è di dimensioni ridotte si possono usare anche nastri da 10 mm.

Spessore: lo spessore del nastro più utilizzato è il 3-7 che ha un intervallo utile da 3 mm a 7 mm e quindi compensa un “fuori piombo” di 4mm. Se il “fuori piombo” è maggiore scegliere uno spessore adeguato.

Dato il suo andamento regolare e l’assenza di sbordature, non occorre alcun tipo di rifinitura ulteriore, nè il cordolo di silicone nè l’applicazione del coprifilo (vedi disegni). Esteticamente quindi questo lavoro si presenta molto bello e pulito.

AMBIENTE INTERNO

PARTIZIONE INTERNA Impermeabile ad aria e vapore

PARTIZIONE CENTRALE Isolante al rumore e alla

temperatura

PARTIZIONE ESTERNA Impermeabile ad aria, pioggia

ma permeabile al vapore

AMBIENTE ESTERNO

Nastri precompressi termo-espandenti del tipo BG1 Nastro precompresso termo-espandente multifunzionale

Hannoband 3E

Nastro precompresso termo-espandente multifunzionale

Hannoband 2E

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Parte Mediana e Bordo interno: prima dell’inserimento del serramento nel foro, si applica sui due montanti e sulla traversa superiore del telaio il nastro precompresso termo-espandente multifunzionale Hanno 2 E con la parte più chiara verso l’interno. Poiché è impermeabile al vapore ed ha ottime prestazioni sia di tenuta all’aria che termo-acustiche, con un unico prodotto si esegue correttamente la sigillatura anche del bordo interno. Il nodo così formato rimane elastico nel tempo: è infatti garantito dalla ditta Hanno per 10 anni. Per quanto riguarda le misure di larghezza e spessore adottare i seguenti suggerimenti:

Larghezza: per avere il massimo isolamento acustico la larghezza del nastro va scelta in funzione della dimensione della fuga tra telaio e controtelaio: tanto più largo è lo spazio da riempire tra telaio e controtelaio tanto maggiore deve essere la larghezza del nastro. Ad esempio se la dimensione dello spazio tra telaio e controtelaio è uguale o superiore a 10 mm la larghezza del nastro deve essere circa il 60%-80% dello spessore del telaio: questo significa che per sigillare un telaio con spessore da 68 mm si dovrà usare un nastro largo circa 56 mm; per un telaio da 82-85 mm si potrà usare un nastro da 56 mm oppure uno da 65 mm.

Se invece lo spazio tra telaio e controtelaio è uguale o inferiore a 5 mm la larghezza del nastro può essere pari al 30-40% della larghezza della spalla: questo significa che per sigillare un telaio con spessore da 68 mm si potrà usare un nastro largo circa 25mm; poiché non esiste un nastro 2 E così stretto in un caso del genere si usa un nastro 3 E UA.

Spessore: scegliere un nastro che nella misura massima del suo intervallo di efficienza possa riempire la cava: in altre parole, se la cava da riempire è da 10 mm si usa un nastro 2E 4/9. Se la cava è da 15 mm si usa un nastro 2E 6/15.

N.B. Per avere una perfetta tenuta sul vertice inferiore della spalla, quando si applica il nastro si deve tenere la misura circa 2 mm più lunga rispetto alla lunghezza del montante in modo che sporga leggermente. In questo modo, quando si inserisce la finestra nel foro l'eccedenza del nastro si schiaccia sul nastro Vitoseal applicato sulla traversa garantendo la massima tenuta.

Nodo secondario laterale Posa in battuta

Nodo secondario laterale Posa a filo muro interno

Nodo secondario laterale Posa a filo muro interno con

nastro 3E UA

Nastro 2E

Nastro BG1 Nastro BG1

Nastro 2E

Nastro BG1

Nastro 3E UA

Per garantire una perfetta tenuta sul vertice inferiore è importante che il nastro sporga di

circa 2 mm rispetto al montante

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3.1.3. Sigillatura nei casi di posa del serramento in luce (in mezzeria o a filo muro interno) Materiali:

Bordo Esterno: non esiste battuta e quindi non c’è un bordo esterno: in qualsiasi caso il nastro Hanno 3 E che mettiamo nella spalla svolge completamente da solo tutte le funzioni di sigillatura.

Parte Mediana: nastro precompresso termo-espandente multifunzionale Hanno 3 E ad Sd variabile con membrane interne.

Bordo Interno: non serve nulla perché il nastro Hanno 3 E svolge anche la funzione di barriera all’aria e al vapore

Procedura: Si applica il nastro Hanno 3 E sui due montanti e sulla traversa superiore del telaio prima del suo inserimento nel foro. Per quanto riguarda le misure di larghezza e spessore adottare gli stessi suggerimenti riportati nel capitolo precedente Questo nastro garantisce impermeabilità al vapore, isolamento acustico, isolamento termico, tenuta all’aria ed alla pioggia e quindi da solo consente una perfetta sigillatura del serramento al controtelaio. Si tratta di un nastro molto speciale, costruito con una schiuma ad alte prestazioni termoacustiche che contiene all’interno delle membrane ad Sd variabile in grado di impedire il passaggio di vapore. Le stesse membrane garantiscono però anche la tenuta all’acqua a 1050 pascal e quindi questo nastro da solo garantisce le prestazioni che deve avere un corretto giunto in tutti i suoi 3 livelli. Il nodo di sigillatura realizzato con il nastro Hanno 3 E rimane elastico nel tempo ed è infatti garantito per 10 anni

3.1.4. Sigillatura nei casi di posa del serramento su pareti in legno Sia che la posa sia in luce che in battuta, in mezzeria o a filo muro interno valgono gli stessi criteri, materiali e procedure riportati nel paragrafo 3.1.2.

Nodo secondario laterale Posa in luce in mezzeria

Sigillatura del nodo secondario su parete con intelaiatura in legno

Sigillatura del nodo secondario su parete in legno massiccio con cappotto (Pannelli XLAM)

Nodo secondario laterale Posa in luce a filo muro interno

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3.2.NODO SECONDARIO INFERIORE

3.2.1. Criteri generali di sigillatura

Il nodo inferiore deve avere una perfetta tenuta all’acqua stagnante. Per questa ragione nella partizione esterna deve essere perfettamente impermeabile. Valgono quindi i seguenti CRITERI GENERALI: Valgono quindi i seguenti CRITERI GENERALI:

I PRODOTTI da utilizzare sono i seguenti:

PER IL BORDO INTERNO: HANNO MS Polimero

NELLA PARTE MEDIANA: Nastro HANNO VITOSEAL in schiuma di PVC

PER IL BORDO ESTERNO: HANNO MS Polimero

3.2.2. Sigillatura del nodo inferiore della finestra (valido nei casi di posa in battuta o in luce, nelle posizioni in mezzeria e a filo interno)

Materiali:

Bordo Interno: Hanno MS Polimero (o sigillante Acrilico)

Parte Mediana: Nastro autoadesivo in schiuma di PVC Hanno Vitoseal

Bordo Esterno: Hanno MS Polimero

Procedura: Si comincia con l’applicazione di Hanno Vitoseal, un nastro autoadesivo in schiuma di PVC. Si tratta di un materiale soffice e comprimibile con una struttura a celle chiuse assolutamente impermeabile e disponibile in rotolo che va messo a cavallo della traversa inferiore del controtelaio e del marmo prima dell’inserimento del serramento nel controtelaio. Bisogna fare particolare attenzione a creare una perfetta sigillatura di questo nastro con la battuta e la spalla del controtelaio.

Sigillatura del nodo secondario inferiore con nastro VITOSEAL nel caso di posa in

mezzeria

Sigillatura del nodo secondario inferiore con nastro VITOSEAL nel caso di posa a

filo muro interno

AMBIENTE INTERNO

PARTIZIONE INTERNA

Impermeabile ad aria e vapore

PARTIZIONE CENTRALE Isolante al rumore e alla

temperatura

PARTIZIONE ESTERNA Impermeabile ad aria, pioggia

el vapore

AMBIENTE ESTERNO

Nastro autoadesivo Hanno Vitoseal in schiuma

di PVC

Il nastro Hanno Vitoseal ha una struttura a celle chiuse ed è assolutamente impermeabile. E’

inoltre soffice e comprimibile

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Per eseguire questo raccordo nel modo ottimale bisogna creare uno spazio che verrà poi riempito con l'MS Polimero (Fig. 1) Quando si posa la striscia di Vitoseal si deve dunque lasciare uno spazio di circa 4 mm rispetto al BG1 che si è messo in battuta utilizzando uno specifico spessore (Fig. 2)

Dopo la posa del Vitoseal si rimuove lo spessore e si può applicare l'MS Polimero con un cordolo che oltre a chiudere sulla spalla e sulla battuta (Fig. 3 ) deve risalire per circa 5 cm anche dietro al BG1 (Fig. 4 ). In questa maniera tutto è perfettamente raccordato e non sarà più possibile all'acqua entrare in alcun modo.

Il Vitoseal ha uno spessore iniziale di 5 mm e diventa impermeabile solo se la compressione finale ne riduce lo spessore del 30%. Questo significa che, se dopo la posa della finestra la fuga sotto la traversa è superiore ai 4 mm, si deve chiudere lo spazio residuo con un cordolo esterno di MS Polimero.

Per quanto riguarda le misure di larghezza e spessore adottare i seguenti suggerimenti:

Spessore: è disponibile solo lo spessore da 5 mm. Quando vi si posiziona sopra il serramento il nastro si comprime in misura maggiore o minore in funzione del peso.

Larghezza: sono disponibili larghezze da 40, 50 e 70mm. Scegliere una larghezza che sia in grado di coprire sia la traversa che il marmo sotto la finestra.

se dopo la posa della finestra la fuga sotto la traversa è superiore

ai 4 mm si deve chiudere lo spazio residuo con un cordolo

esterno di MS Polimero

Fig. 3 Fig. 4

Fig. 2 Fig. 1

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3.2.3. Sigillatura del nodo inferiore della porta-finestra (valido nei casi di posa in battuta o in luce, sia nelle posizioni in mezzeria che a filo interno)

I materiali sono i medesimi utilizzati per la traversa inferiore della finestra. Quanto alle procedure occorre tener presente che la traversa inferiore della porta-finestra (detta anche soglia) è più debole della traversa della finestra. Per questa ragione in modo particolare in caso di porte-finestre a 2 ante, quando il serramento viene posato sopra il Vitoseal succede che nei vertici tende ad affondarsi sul nastro a causa del peso scaricato dai montanti, mentre nella parte centrale la soglia rimane sollevata. Di conseguenza si forma una curvatura che può dare poi difficoltà nella chiusura delle ante.

Inoltre capita spesso che, per evitare il rischio di rompere il marmo, la traversa inferiore della portafinestra non venga fissata con una vite centrale. Soprattutto In caso di porta-finestra a due ante (che quindi si chiudono su un montante centrale) la soglia non ben fissata tende a flettere nel mezzo.

Per risolvere entrambi i problemi quando si posa la porta-finestra si deve mettere negli angoli due spessori da 4 mm accostati al nastro Vitoseal per evitare che la soglia affondi negli angoli. Dopo aver fissato le spalle si rimuovono gli spessori determinando uno spazio vuoto che va riempito con MS Polimero. L’MS Polimero creerà così un ulteriore cordolo di sigillatura ma, soprattutto, svolgerà l’importante funzione di fissare meccanicamente la soglia al marmo in modo elastico e durevole.

La portafinestra, soprattutto se a due ante, tende ad affondare sul nastro Vitoseal in corrispondenza dei montanti a causa del loro peso; la soglia forma così una curvatura che può creare difficoltà nella chiusura delle ante. Per risolvere il problema occorre usare negli angoli degli spessori da 4 mm, da rimuovere dopo la posa e sostituire con un cordolo di MS Polimero

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CAPITOLO 4: FISSAGGIO MECCANICO DEL SERRAMENTO AL CONTROTELAIO

Di seguito cercheremo di dare le spiegazioni su come eseguire il lavoro in modo corretto. Tuttavia risulterà tutto molto più chiaro se si visualizza il video sulla posa del serramento dal sito www.posaclima.it

4.1. METODOLOGIA DI FISSAGGIO

Dopo la formazione dei nodi di sigillatura e l’inserimento del telaio nel controtelaio si procede alla fase del fissaggio meccanico che normalmente viene eseguito con delle viti autofilettanti a tutto filetto; esse rappresentano il metodo più semplice e più efficace per vincolare definitivamente il serramento al muro. Occorre però tener presente quanto di seguito riportato:

- Diametro della vite: la vite deve essere di generosa sezione (diametro da 7,5 mm) in grado di sopportare il peso del serramento e le sue sollecitazioni. Nella posa delle finestre è importante utilizzare queste viti che “non tirano” per evitare di generare tensioni durante l’avvitamento con conseguenti deformazioni del telaio o del controtelaio.

- Lunghezza della vite: la lunghezza minima della vite deve tenere in considerazione la sezione di tutti i materiali che attraverserà e quindi deve essere pari a:

lo spessore del telaio (che normalmente a livello della prima battuta dove viene infissa la vite ha una sezione che è 2/3 dello spessore totale) + la fuga di compensazione + lo spessore controtelaio

a questa misura si deve aggiungere 1 cm per superare con la punta della vite (che ha una sezione ridotta) lo spessore del controtelaio.

Per fare un esempio: sui telai con spessore da 68-70 mm la lunghezza minima della vite, facendo riferimento alla regola sopra riportata, sarà di: 45 mm + 10mm + 20mm +10mm - totale 85 mm

Tuttavia una lunghezza superiore consente alle viti di attraversare il controtelaio e di infiggersi anche nel muro; così facendo si migliora il fissaggio meccanico dell’intero sistema serramento + controtelaio.

Questa precauzione è sempre consigliata quando si posano serramenti di grandi dimensioni, quando ci sono vetri stratificati o in caso di zone molto ventose: la lunghezza minima della vite per un telaio da 68-70 mm in questo caso sarà di 120-140 mm.

4.2. DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI FISSAGGI LUNGO IL TELAIO

L’interasse tra i fissaggi deve essere al massimo di 80 cm; nel caso di serramenti in PVC, più sensibili alle variazioni dimensionali causate dagli sbalzi di temperatura, è meglio un fissaggio più solido con interasse di 70 mm.

Mantenendo questo criterio generale, nel realizzare i punti di fissaggio si deve seguire una precisa regola che trasferisca correttamente i carichi della finestra al controtelaio ed eviti poi casuali sovrapposizioni con i punti di fissaggio che sono stati applicati al controtelaio.

4.3. ESECUZIONE DEL FISSAGGIO

Di seguito viene descritto come effettuare il fissaggio del telaio:

Realizzazione dei fori per il fissaggio nei montanti laterali Per fissare il telaio occorre come prima cosa pre-forare i montanti, verso la mezzeria dello spessore, di solito sulla prima battuta. Quando si utilizzano turboviti da 7,5 mm il foro nei serramenti deve avere il diametro di 6,5 mm. Per determinare il posizionamento si parte dai 4 vertici e si eseguono i primi 4 fori ad una distanza di circa 15 cm dal vertice esterno del telaio. Se si è rispettata la regola indicata nel capitolo precedente per il fissaggio del controtelaio si avrà la certezza che le viti per fissare i due elementi non si sovrapporranno; inoltre questa posizione evita che il foro della vite sia troppo vicino alla vite infissa nel controtelaio o agli elementi di sospensione delle ante e indebolisca per questa ragione la struttura. Praticati i primi 2 fori vicino agli estremi dei montanti, si misura la distanza intermedia e se è superiore a 80 cm si individuano altri punti di foratura mantenendo l’interasse inferiore a 80 cm (70 cm se i serramenti sono in PVC).

N.B. Se ci sono delle traverse intermedie si deve applicare almeno una vite a circa 10-15 cm dall’inserzione sui montanti principali (si veda il disegno).

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Fissaggio della traversa inferiore del telaio Quando la larghezza del telaio è superiore a 80 cm (o 70 cm nel caso di serramenti in PVC) è opportuno fissare la traversa inferiore al controtelaio per aumentare la rigidità del sistema: una sola vite centrale da posizionare sulla mezzeria è sufficiente per traverse fino a 160 cm (140 cm per serramenti in PVC). Se è stata rispettata la regola di fissaggio del controtelaio (che prevedeva di inserire la vite nella traversa superiore ed inferiore spostata di 10 cm rispetto alla mezzeria) non si avranno sovrapposizioni. Per larghezze superiori a 160 cm (140 nel caso del PVC) applicare altre viti tenendo sempre in considerazione l’interasse suggerito in funzione del tipo di materiale.

N.B. Se ci sono dei montanti intermedi applicare almeno una vite a circa 10-15 cm dall’inserzione sulle traverse principali (si veda il disegno).

Fissaggio della traversa superiore del telaio Per il fissaggio della traversa superiore si devono utilizzare i medesimi criteri indicati per la traversa inferiore. Nel caso di grandi luci e di presenza di una traversa di rinforzo si deve fare attenzione che la vite abbia una lunghezza tale da infiggersi completamente anche nella traversa di rinforzo e non solo nel controtelaio.

Di seguito viene riportata la rappresentazione grafica del sistema di fissaggio del telaio descritto.

Riproduzione del sistema di fissaggio del telaio secondo le indicazioni sopra riportate: se il telaio ha anche dei montanti o traverse intermedie ricordarsi di mettere una vite anche lì per irrobustire questi punti e scaricare correttamente le tensioni che riceveranno sul muro

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Battuta zanzariera

CAPITOLO 5: POSA IN PRESENZA DI SISTEMI OSCURANTI/OMBREGGIANTI E ZANZARIERE (su murature con cappotto termico)

Il Sistema PosaClima adottato dalla nostra azienda prevede apposite soluzioni per la posa dei serramenti in presenza di zanzariere o di sistemi di oscuramento o ombreggiamento. Questo significa che consente una perfetta sigillatura anche dei nodi tra serramento e cassonetto; assicura inoltre , soprattutto nel caso di murature con cappotto termico, il fissaggio delle guide di scorrimento di teli avvolgibili, zanzariere o frangisole oppure dei cardini di scuri e persiane senza che venga interrotta la continuità dello strato coibente.

5.1. POSA CON ZANZARIERA

5.1.1. Fissaggio della guida della zanzariera

Quando è prevista l'applicazione esterna della zanzariera si deve adottare un sistema di fissaggio della corsia di scorrimento del telo che, oltre a mantenerla fissa al muro, consenta contemporaneamente di poterla smontare per la sostituzione del telo, lasciando però impermeabile il giunto di sigillatura della finestra.

Si ottiene questo risultato utilizzando un controtelaio Termoframe con una spalla larga quanto lo spessore della finestra + quello della guida della zanzariera oppure un controtelaio KLIMA PRO MEDIUM o KLIMA PRO LARGE (a seconda dello spessore del serramento), all’occorrenza rifilato per far sì che la spalla abbia una larghezza pari all’incirca a quella del serramento + quella della guida della zanzariera.

In entrambi i casi la guida della zanzariera va montata su un pezzo di legno e fissata alla spalla del controtelaio. Si creano così due battute, una per la guida della zanzariera ed una per il serramento.

Il pezzo di legno costituirà la battuta per il serramento e dovrà essere di circa 3 mm più stretto rispetto alla guida per consentire l’inserimento di un nastro termo espandente BG1.

I dettagli sotto riportati chiariscono meglio il concetto.

5.1.2 Posa del serramento

Materiali:

Nodi laterali

Sigillatura nodo primario:

Bordo Interno: Profilo porta-intonaco per interno (rosso, impermeabile al vapore).

Parte Mediana: Schiuma Poliuretanica elastica Hanno Elastoschaum.

Bordo Esterno: Profilo porta-intonaco per esterno (verde, permeabile al vapore)

Fissaggio della guida-zanzariera con controtelaio Termoframe

Battuta

zanzariera

Battuta

serramento

Fissaggio della guida-zanzariera con controtelaio Klima Pro

Battuta serramento

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Sigillatura nodo secondario

Bordo Interno e Parte Mediana: Nastro precompresso termo-espandente multifunzionale con membrana interna Hanno 2 E

Bordo Esterno: Nastro precompresso termo-espandente semplice Hanno BG1 applicato sul bordo interno del listello in legno cui è attaccata la guida della zanzariera

Nodo superiore

Sigillatura nodo primario:

Bordo interno: Profilo porta-intonaco per interno (rosso, impermeabile al vapore).

Parte mediana: Schiuma Poliuretanica elastica Hanno Elastoschaum

Bordo Esterno: Profilo porta-rasante per esterno (verde, permeabile al vapore)

Sigillatura nodo secondario

Bordo Interno, Parte Mediana e Bordo Esterno: Nastro precompresso termo-espandente multifunzionale con membrane interne Hanno 3 E

Procedura: la procedura è la medesima già descritta nei capitoli precedenti

Per maggiori dettagli si vedano i particolari sotto riportati (tratti dalle tavole di posa allegate al presente manuale)

5.2. POSA CON SISTEMA DI OSCURAMENTO AD AVVOLGIBILE E CASSONETTO

Per quanto riguarda i sistemi di oscuramento con telo avvolgibile la nostra azienda ha adottato quelli della ROVERPLASTIK che fanno parte del Sistema PosaClima; in particolare si è previsto l’utilizzo di due modelli di cassonetti (con relativi accessori), rispettivamente ad ispezione esterna ed interna.

5.2.1.Fissaggio della guida dell’avvolgibile

In caso di sistema di oscuramento ad avvolgibile e cassonetto sono possibili 2 soluzioni per la guida di scorrimento del telo a seconda che vada montata a scomparsa dietro la battuta del controtelaio oppure che vada montata nella parete (soluzione necessaria per la posa del serramento a filo muro interno).

a) Posa della guida dell’avvolgibile a scomparsa:

Si monta sulla spalla del controtelaio, a ridosso della battuta, un pezzo di legno su cui viene poi fissata la guida dell’avvolgibile; si creano così due battute, una per la guida dell’avvolgibile ed una per il serramento.

Il pezzo di legno costituirà la battuta per il serramento e dovrà essere di circa 3 mm più stretto rispetto alla guida dell’avvolgibile per consentire l’inserimento di un nastro termo espandente BG1 (si vedano i dettagli riportati di seguito, tratti dalle tavole di posa allegate al manuale). Questo consente un’adeguata sigillatura verso l’esterno.

La spalla del controtelaio Termoframe o KLIMA PRO MEDIUM (eventualmente rifilato) deve avere una profondità pari all’incirca allo spessore della guida + lo spessore del serramento.

I dettagli sotto riportati chiariscono meglio il concetto.

Posa con zanzariera - Particolari dei nodi laterale e superiore

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b) Posa della corsia dell’avvolgibile nella parete:

Quando si posa la finestra a filo muro interno la corsia dell’avvolgibile deve essere posizionata nella parete per evitare che il cassonetto sporga troppo all’interno dell’abitazione.

In questi casi o la si fissa direttamente al muro oppure si può usare l’apposito accessorio guida-avvolgibile che è stato studiato solo per il controtelaio Klima Pro.

Lo stesso accessorio si usa comunque anche nella posa del serramento in mazzetta quando la corsia dell’avvolgibile non viene messa a scomparsa dietro il controtelaio Klima Pro ma al suo esterno.

L’accessorio viene fissato al controtelaio per mezzo di squadrette metalliche e può essere opportunamente rifilato in funzione della distanza tra il serramento e il punto di discesa dell’avvolgibile (si vedano i dettagli riportati di seguito).

Fissaggio della guida-avvolgibile a scomparsa con controtelaio Termoframe

Fissaggio della guida-avvolgibile a scomparsa con controtelaio Klima

Pro

Battuta guida-

avvolgibile

Battuta serramento

Battuta guida-

avvolgibile

Battuta serramento

Posa del serramento a filo muro interno con accessorio guida-avvolgibile integrato nel

controtelaio Klima Pro

Posa del serramento in mazzetta con accessorio guida-avvolgibile integrato nel controtelaio

Klima Pro e opportunamente rifilato

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5.2.2. Posa del serramento

Per la posa del serramento in presenza di sistemi di oscuramento ad avvolgibile e cassonetto valgono gli stessi criteri, materiali e istruzioni indicati nei capitoli precedenti.

I dettagli sotto riportati, tratti dalle tavole grafiche allegate al presente manuale, illustrano le modalità di sigillatura dei nodi primari e secondari rispettivamente nel caso di cassonetto a ispezione esterna e cassonetto a ispezione interna.

5.3. POSA CON ZANZARIERA E SISTEMA DI OSCURAMENTO AD AVVOLGIBILE E CASSONETTO

5.3.1 Fissaggio della guida dell’avvolgibile + la guida della zanzariera

Quando si devono fissare contemporaneamente sia la guida della zanzariera che la corsia dell'avvolgibile si può utilizzare la precedente soluzione a). In questo caso si sceglierà un controtelaio Termoframe con spalla di profondità pari all’incirca allo spessore delle due guide + lo spessore del serramento o KLIMA PRO LARGE (eventualmente rifilato). Le due guide

Particolare del nodo laterale con guida per l’avvolgibile nel caso di cassonetto a

ispezione esterna

Particolare della posa del cassonetto a ispezione esterna

Particolare del nodo laterale con guida per l’avvolgibile nel caso di cassonetto ad

ispezione interna

Particolare della posa del cassonetto a ispezione interna

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verranno montate su due pezzi di legno e fissate alla spalla del controtelaio. I due pezzi di legno devono avere ovviamente spessori diversi per far sì che le due guide risultino allineate; il pezzo di legno posto dietro la guida della zanzariera costituirà la battuta per il serramento e dovrà essere di circa 3 mm più stretto rispetto alla guida per consentire l’inserimento di un nastro termo-espandente BG1 (si vedano i dettagli seguenti).

Fissaggio guida zanzariera + guida avvolgibile con controtelai Termoframe e Klima Pro

5.3.2. Posa del serramento

Per la posa del serramento in presenza di una zanzariera e di un sistema di oscuramento ad avvolgibile e cassonetto valgono gli stessi criteri, materiali e istruzioni indicati nei capitoli precedenti.

I dettagli sotto riportati illustrano le modalità di sigillatura dei nodi primari e secondari.

Posa del serramento in presenza di zanzariera e cassonetto – Nodi laterale e superiore

Battuta guida-

avvolgibile

Battuta guida-

avvolgibile

Battuta

serramento

Battuta serramento

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5.4. POSA CON FRANGISOLE A LAMELLE

Per quanto riguarda i sistemi di ombreggiamento con frangisole a lamelle il sistema di posa scelto dalla nostra azienda ha adottato quelli della ditta GRIESSER.

Per la posa del serramento in presenza di un frangisole a lamelle valgono gli stessi criteri, materiali e istruzioni indicati nei capitoli precedenti.

I dettagli sotto riportati, tratti dalle tavole grafiche allegate al presente manuale, illustrano le modalità di sigillatura dei nodi primari e secondari.

Particolari della posa con frangisole a lamelle: nodo laterale e nodo superiore

5.5. POSA CON SCURI O PERSIANE

L’operazione più critica in una muratura con cappotto termico è il fissaggio di scuri o persiane: non è infatti possibile montare i cardini direttamente sullo strato isolante esterno in quanto non verrebbe garantita la necessaria resistenza meccanica e occorre dunque ancorarsi direttamente alla muratura; in tal modo però si rischia di creare dei pericolosi ponti termici che, oltre a esser sede di dispersioni di calore, in particolari condizioni di temperatura e umidità possono determinare l’insorgenza di muffe e condensa.

Per la posa dei nostri serramenti su murature con cappotto termico e in presenza di scuri o persiane sono possibili le tre soluzioni descritte nei paragrafi che seguono.

5.5.1. Fissaggio dei cardini con ferramenta MONOBLOCCO (per cappotti termici fino a 8 cm di spessore)

Se il cappotto è sottile (fino a 8 cm) si può utilizzare la soluzione con un’apposita ferramenta monoblocco che consente di fissare i cardini direttamente sul telaio della finestra.

Particolari della ferramenta Monoblocco che sposta verso l’esterno del cappotto l’angolo di rotazione del cardine

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5.5.2.Soluzione con imbotte nel medesimo materiale del serramento

In alternativa alla precedente soluzione si può applicare al telaio del serramento un’imbotte del medesimo materiale sulla quale fissare il cardine. La sigillatura dei nodi è la medesima descritta per la posa a filo muro interno.

5.5.3.Soluzione con staffa porta-cardine

Se invece lo spessore del cappotto è maggiore di 8 cm o se si vuole maggiore robustezza del fissaggio si può utilizzare l’apposita Staffa Porta-cardini.

Si tratta di una speciale staffa in acciaio dello spessore di 5 mm con una portata fino a 100 kg per punto, appositamente studiata per essere fissata al muro con 4 viti ed il

tassello chimico e sorreggere il peso dello schermo. Il cardine che si avvita sulla bussola consente di regolare la profondità da 1 a 5 cm.

In questo modo con una singola staffa si risolve il problema di un cappotto dello spessore minimo di 115 mm fino ad un massimo di 165 mm: in verità questa staffa va bene anche per cappotti di spessori minori, basta con un flessibile tagliare la prima parte della bussola fino al liscio della staffa.

Il foro della bussola ha un diametro mm 10 - il filetto è di tipo MA.

Queste staffe risoIvono molto bene il problema del fissaggio dello scuro e sono molto economiche rispetto ai sistemi alternativi. Unica difficoltà è il loro fissaggio al muro in modo che siano perfettamente allineate ed abbiano il giusto interasse. Si risolve facilmente il problema costruendo in laboratorio uno specifico controtelaio per lo schermo oscurante, sul quale si fissano le staffe controllando la larghezza e l'interasse. Tutto il manufatto verrà poi fissato sul muro con viti e tassello chimico. Per la costruzione di questo controtelaio dello schermo si possono utilizzare dei profili in OSB con una profondità di 140 mm.

Il controtelaio va quindi fissato facendo attenzione che lo spigolo sia rientrato rispetto al filo mazzetta finita di circa 3 cm. (Fig.1). Le operazioni di finitura della parete saranno poi molto semplici: quando arriverà il cappottista infatti applicherà il rivestimento isolante ritagliando lo spazio per la staffa (Fig.2). Quindi, dopo aver montato un bullone nel filetto che riceverà il cardine, riempirà lo spazio con la schiuma poliuretanica (Fig.3). Infine applicherà i paraspigoli e raserà il cappotto (Fig.4).

Fissaggio dei cardini su imbotte collegata al telaio del serramento e del medesimo materiale di quest’ultimo. Nodo laterale e nodo superiore.

Fig. 1

Staffa porta-cardine

Controtelaio specifico per il fissaggio delle

staffe porta-cardini e dell’incontro ferma-scuri

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.

Il fissaggio dell'incontro ferma-scuro superiore

Anche fissare il cilindretto di riscontro che riceve l'uncino dell'asta di chiusura, nel muro rivestito a cappotto è un problema perchè le viti non hanno tenuta. Per risolverlo è stata studiata anche in questo caso una apposita staffa che invece di portare la bussola per il cardine ha un paio di fori che servono per fissare un pezzo di legno sul quale poi verranno fissate le viti che sorreggono il cilindretto di riscontro. La staffa va fissata sulla mezzeria superiore del controtelaio per lo schermo appena descritto. Le foto seguenti evidenziano i dettagli: fig. 1 particolare della staffa fissata nella mezzeria del traverso superiore fig. 2 ritaglio del cappotto e riempimento con schiuma fig. 3 costruzione della spalletta che occulta il sistema. Quando però il serramentista infilerà le viti troverà il legno che offre un fissaggio solido.

I dettagli di seguito riportati descrivono in modo più puntuale come si deve realizzare il sistema.

Fig. 3

Fig.4

Pellicola di

tenuta ad

aria e

vapore a sd variabil

e idonea

prove di

tenuta alla muratur

a dell'MS Polimer

o dop

o 10

anni di invecchiamento naturale.

L'adesione è ancora perfetta

sia per interno che per esterno

Fig.3

Fig.2

Pezzo di legno

Fig. 2

Fig.3

Fig.1

Fig. 2

Particolare del fissaggio dell’incontro ferma-scuro superiore

Particolare del fissaggio dei cardini con staffa porta-cardini

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ALLEGATI

Allegato 1: Tavole grafiche per la posa nelle situazioni più comuni

Allegato 2: Schede tecniche dei materiali per la posa

Allegato 3: Esempio di determinazione dei punti di fissaggio

Allegato 4: Bozza di contratto con i posatori

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I l presente manuale è stato redatto tenendo in considerazione le istruzioni ed i suggerimenti dell ’Agenzia CasaClima di Bolzano con l ’obiettivo di aumentare i l comfort abitativo e di ridurre gli sprechi energetici r iconducibil i ad una posa non corretta del serramento. Conforme agli adempimenti richiesti dalla norma UNI 10818 e dalla norma UNI EN 14351-1:2010 Realizzazione a cura di Paolo Ambrosi e Ester Marino. Edizione giugno 2014 e con la collaborazione dell ’architetto Ester Marino. Edizione gennaio 2013

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