Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

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di BUONE PRATICHE di IGIENE MANUALE PROGETTO DI SEMPLIFICAZIONE DELL’AUTOCONTROLLO microimprese ALIMENTARI per le

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di BUONE PRATICHE di IGIENEmANUAlE

PROGETTO dI sEmPlIfICAzIONE dEll’AUTOCONTROllO

microimprese alimentari per le

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a cura diAndrea Cereser, michela FavrettiSCT2 - Struttura complessa territoriale di Treviso, Belluno e VeneziaLaboratorio di San Donà di Piave (Ve) - IZSVe

progetto grafico e impaginazioneValentina Boscolo, SCS7 Laboratorio comunicazione della scienza – IZSVe

foto Alessandro Dalla Pozza, IZSVe

di BUONE pRaTICHE di IGIENEmaNUalE

microimprese alimentari per le

pROGETTO dI sEmplIfICazIONE dEll’aUTOCONTROllO

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Nonostante l’attenzione dedicata alla stesura della pubblicazione e i controlli effettuati sulle immagini e sui contenuti, qualche errore potrebbe essere sfuggito alle nostre verifiche. Ce ne scusiamo con i lettori e li invitiamo a trasmetterci eventuali osservazioni

III edizione: giugno 2011Copyright © 2011 by Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n° 633)Pubblicazione non in vendita

I lettori che desiderano informazioni e aggiornamenti sulle attività dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie possono visitare il sito web www.izsvenezie.it

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Capitolo 1 > ATTIVITà di INIzIO GIORNATA 1

Capitolo 2 > RICEVImENTO e CONsERVAzIONE delle mATERIE PRImE 7

Capitolo 3 > ATTIVITà di lAVORAzIONE e/o TRAsfORmAzIONE 11

Capitolo 4 > lAVORAzIONI A fREddO 17

Capitolo 5 > lAVORAzIONI A CAldO 23

Capitolo 6 > RAffREddAmENTO 29

Capitolo 7 >CONsERVAzIONE dei sEmIlAVORATI e dei PROdOTTI fINITI 33

Capitolo 8 > PREsENTAzIONE – EsPOsIzIONE dei PROdOTTI 39

Capitolo 9 > sOmmINIsTRAzIONE 43

Capitolo 10 > TRAsPORTO dei PROdOTTI AlImENTARI 47

Capitolo 11 > RIORdINO degli AmBIENTI e delle ATTREzzATURE 51

Capitolo 12 > ATTIVITà di fINE GIORNATA 57

Glossario 59>>> seguono le schede tematiche

>>> chiusura dell’attività

INDICE apertura dell’attività >>>

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FasePericolo

Misura di controllo Manuale BPIF C B

Ricevimento materie prime l l

9 F e B: verifica integrità confezioni

9 B: rispetto catena del freddoCapitolo 2

Conservazione materie prime l 9 B: rispetto catena del freddo Capitolo 2

Lavorazioni a freddo l l l

9 F: verifica integrità superfici e attrezzature

9 C: corretto utilizzo degli additivi, prevenzione contaminazione crociata

9 B: prevenzione contaminazione crociata; rispetto catena del freddo

Capitolo 3

Capitolo 4

Lavorazioni a caldo l l l

9 F: verifica integrità superfici e attrezzature

9 B: prevenzione contaminazione crociata

9 C: corretto utilizzo degli additivi, prevenzione contaminazione crociata

9 B: adeguata cottura

Capitolo 3

Capitolo 5

Raffreddamento l 9 B: raffreddamento rapido Capitolo 6

Conservazione semilavorati e prodotti finiti

l 9 B: rispetto catena del freddo Capitolo 7

Presentazione e esposizione dei prodotti l

9 F e B: verifica integrità confezioni

9 B: rispetto catena del freddoCapitolo 8

Somministrazione l l

9 F: verifica integrità superfici e attrezzature

9 B: prevenzione contaminazione crociata

Capitolo 9

Trasporto dei prodotti alimentari l l

9 F e B: verifica integrità confezioni

9 B: rispetto catena del freddoCapitolo 10

Analisi dei pericoli delle fasi di lavorazione

f – Pericoli fisici:Contaminazione da corpo estraneo

C – Pericoli chimici:Contaminazione chimica (additivi, allergeni, ecc.)

B – Pericoli biologici:Contaminazione biologica (microrganismi, parassiti), moltiplicazione microrganismi patogeni, sopravvivenza microrganismi patogeni

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1Capitolo 1 > ATTIVITà di INIZIO GIORNATA

ATTIVITà di INIzIO GIORNATA{apertura}

ALL’INIzIo DI ogNI gIoRNATA LAvoRATIvA, PRIMA DI AvvIARE LE LAvoRAzIoNI, è IMPoRTANTE vERIFICARE L’IDoNEITà DEgLI AM-BIENTI DI LAvoRo, DELLE ATTREzzATuRE E DEL PERSoNALE.

Problemi presenti in questa fase (per esempio superfici non adegua-tamente sanificate, utilizzo di abbigliamento non pulito o presenza di tracce d’infestazione) possono compromettere la sicurezza igienico sanitaria della produzione del giorno.

Capitolo 1

Lo scopo dei controlli pre-operativi è garantire che le lavorazioni avvengano nelle migliori condizioni igienico-sanitarie.

NO!

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LE ATTIvITà DA ESEguIRE SoNo LE SEguENTI:

1. vERIFICA DEgLI AMBIENTI DI LAvoRo: è necessario controllare la struttura periodicamente (per esempio ogni mese) e annota-re eventuali problemi (es. finestre e piastrelle rotte, muri o pareti scrostate, ecc.), valutare le condizioni dei porta rifiuti, che devo-no essere stati accuratamente svuotati, puliti e sanificati.

2. vERIFICA DELLE SuPERFICI DI LAvoRo: devono essere state adeguatamente pulite e sanificate al termine della giornata pre-cedente; le superfici da controllare comprendono sia quelle a contatto con gli alimenti, sia i punti non a contatto con gli ali-menti.

3. vERIFICA DELL’EvENTuALE PRESENzA o PASSAggIo DI ANI-MALI INFESTANTI (roditori, blatte, altri insetti, ecc.).

NO!

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3Capitolo 1 > ATTIVITà di INIZIO GIORNATA

4. vERIFICA DEL PERSoNALE: gli abiti devono esse-re puliti in quanto possono essere fonte di contami-nazione per gli alimenti. gli abiti da lavoro vanno indossati in ap-positi spogliatoi e non devono entra-re in contatto con gli abiti personali, riposti in un altro luogo, armadietto o scomparto. Tutti gli operatori devo-no essere in buo-ne condizioni di salute (es. assenza di diarrea, vomito, tagli o ferite sulle mani, ecc.).

Sì!

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5. vERIFICA DELLE ATTREzzATuRE: è necessario accertare il cor-retto funzionamento di frigoriferi, congelatori, forni, ecc. e se-gnalare eventuali anomalie.

6. vERIFICA DEI DISPo-SITIvI DI PRoTEzIoNE INDIvIDuALE (dpi): verificare che gli ope-ratori indossino i DPI adeguati (per esempio guanto anti-taglio).

7. vERIFICA DEgLI uTEN-SILI: controllare che gli strumenti utilizza-ti per le preparazioni siano puliti ed integri, senza parti rotte.

Sì!

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5Capitolo 1 > ATTIVITà di INIZIO GIORNATA

8. vERIFICA DEI MATERIALI PER LA PuLIzIA: valutare il corretto funzionamento dei lavandini, la presenza di sapone, detergenti, disinfettanti, panni in carta, ecc.

9. EvENTuALI vISITAToRI devono essere accompagnati nei locali dell’azienda muniti di abbigliamento monouso in quanto chiun-que può veicolare microrganismi potenzialmente patogeni.

Sì!

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7Capitolo 2 > riCevimento e ConServAZione delle mAterie Prime

RICEVImENTO e CONsERVAzIONE delle mATERIE PRImE IL CoNTRoLLo DELLE MERCI ALL’ARRIvo è MoLTo IMPoRTANTE, IN quANTo PERMETTE DI vALuTARE NoN SoLTANTo LA CoRRI-SPoNDENzA DELLA MERCE RICHIESTA CoN quANTo CoNSEgNA-To MA ANCHE L’IDoNEITà DEI PRoDoTTI ALL’uTILIzzo.

ATTIvITà DA ESEguIRE:

1. vERIFICA DELLE MERCI ALL’ARRIvo: individuare all’interno del-l’azienda un responsabile della corretta valutazione del materia-le consegnato e istruirlo su quali parametri valutare al momento della consegna.

Capitolo 2

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2. vALuTAzIoNE DELL’IDoNEITà DELLA MERCE CoNSEgNATA:

» temperatura di conservazione: le merci devono essere consegnate alla temperatura riportata in etichetta consideran-do la tolleranza prevista dalla legge (vedi tabella di pagina 48). è buona prassi fare una valutazione periodica della tempera-tura di consegna garantita dai fornitori.

» inteGrità della confezione: valutare la presenza di eventuali rotture e la presenza di un’etichetta esaustiva (vedi scheda tematica “ETiCHETTATURA”).

» data di scadenza: controllare che i prodotti conferiti non siano scaduti e che la vita residua dell’alimento sia compatibi-le con il suo utilizzo.

» aspetto merceoloGico: controllare i prodotti conferiti, se possibile, anche dal punto di vista olfattivo (per esempio odori anomali) e visivo (ammaccature).

Se ci sono problemi relativi agli aspetti di cui sopra, la merce va iden-tificata, per esempio con un cartello, e tenuta a parte sino a restitu-zione o a smaltimento.

Sì!

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9Capitolo 2 > riCevimento e ConServAZione delle mAterie Prime

3. CoNTRoLLo DEL DoCuMENTo DI TRASPoRTo (ddT): il DDT deve corrispondere alla merce consegnata; in caso di non confor-mità, si deve respingere la merce o isolarla, correttamente iden-tificata, in attesa di decisione. La merce andrà resa al fornitore, smaltita o accettata dopo aver chiarito la situazione col fornitore. La NoN CoNFoRMITà (NC) va registrata allegando copia del DDT e descrivendo le decisioni prese.

4. CoRRETTo IMMAgAzzINAMENTo: le merci vanno conservate alla temperatura prevista e utilizzate dando priorità a quelle con scadenza più ravvicinata.

Sì!

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11Capitolo 3 > ATTIVITà di lAVorAzIone e/o TrAsformAzIone

ATTIVITà di lAVORAzIONE e/o TRAsfORmAzIONEDEvE ESSERCI CoERENzA TRA LE ATTIvITà SvoLTE E quELLE Au-ToRIzzATE DALL’AzIENDA SANITARIA (vedi schede tematiche “dO-CUMENTAZiONE” e “REGiSTRAZiONE ATTiViTà”). Durante la lavorazione degli alimenti è im-portante mantenere una netta separa-zione tra prodotti puliti e sporchi, così come tra materie prime crude e ali-menti cotti, perché una corretta ma-nipolazione protegge dalla contamina-zione batterica.

NO!

è indispensabile usare utensili puliti (coltelli, taglieri, ecc.) e non im-piegare lo stesso utensile per diverse tipologie di alimento (carne cruda, verdura, ecc.) evitando contaminazioni crociate. una buona pratica, per esempio, è quella di utilizzare taglieri di colore diverso per prodotti diversi.

Capitolo 3

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esempi di “alimenti puliti”

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La separazione deve essere mantenuta anche tra “ALIMENTI PuLITI”, che verranno consumati tal quali, come ortofrutta lavata e tagliata, salumi, formaggi, alimenti cotti, ecc. e “ALIMENTI SPoRCHI”, che ne-cessitano invece di un trattamento prima di essere consumati, come per esempio: carni crude, ortofrutta da preparare, pesce, ecc.

Tali prodotti devono essere lavorati in momenti diversi o in zone di-verse, in modo da evitare che microrganismi patogeni che possono essere presenti sui prodotti “sporchi” e normalmente eliminati con il trattamento di cottura o lavaggio contaminino i prodotti pronti per il consumo.

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esempi di “alimenti sporchi”

13Capitolo 3 > ATTIVITà di lAVorAzIone e/o TrAsformAzIone

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gli operatori devono lavare e disinfettare adeguatamente le mani tra una lavorazione “sporca” (es. raccolta rifiuti, disosso carne cruda, pulizia ortofrutta, ecc.) e una “pulita”, per evitare di veicolare micror-ganismi patogeni da superfici o alimenti sporchi a quelli puliti.

I locali di lavorazione devono chiaramente distinguere zone sporche (preparazione, lavaggio, toelettatura, ecc.) e zone pulite (preparazio-ne prodotti pronti al consumo, ecc.). Anche gli strumenti utilizzati nei diversi locali dovrebbero essere facilmente riconoscibili.

Sì!

I rifiuti devono essere collocati in appositi bidoni, i quali devono es-sere in numero sufficiente, correttamente identificati, apribili me-diante pedale. I bidoni devono essere frequentemente svuotati e disinfettati a fine giornata.

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15Capitolo 3 > ATTIVITà di lAVorAzIone e/o TrAsformAzIone

NO!

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17Capitolo 4 > lavorazioni a freddo

lAVORAzIONI A fREddO

PER LAvoRAzIoNI “A FREDDo” SI INTENDoNo TuTTE LE LAvoRA-zIoNI EFFETTuATE Su PRoDoTTI CHE NoN SARANNo PIù SoTTo-PoSTI A CoTTuRA (per esempio: porzionatura, assemblaggio ingre-dienti per insalate di riso, insalate russe ecc.). Non essendoci tratta-menti termici successivi, è importante garantire la sicurezza degli alimenti mantenendo un elevato standard igienico.

Le superfici e gli attrezzi devono essere adeguatamente sanificati, le materie prime devono essere di ottima qualità e pulite prima del-l’utilizzo.

Particolare attenzione deve essere rivolta alle preparazioni che pre-vedono l’uso di uova fresche in guscio, dal momento che microrga-nismi patogeni (in particolare Salmonella) possono essere presenti sulla superficie dell’uovo e da qui contaminare altri alimenti e su-perfici, anche attraverso le mani dell’operatore.

Capitolo 4

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Per evitare questo inconveniente, valutare l’opportunità di utilizza-re prodotti d’uovo pastorizzati (un litro corrisponde a circa 20 uova).

I prodotti “da servire freddi” dovrebbero essere anche lavorati e pre-parati a temperatura controllata, evitando di rimanere a temperatu-ra superiore ai 10°C per oltre 2 ore, in quanto vi potrebbe essere una moltiplicazione di microrganismi patogeni.

Nel caso dell’ortofrutta, le alte temperature durante la lavorazione possono determinare uno scadimento delle caratteristiche di fre-schezza del prodotto, soprattutto se deve essere conservato per più giorni.

Poni attenzione alle uova fresche in guscio

(Salmonella)

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19Capitolo 4 > lavorazioni a freddo

Lavora a temperatura controllata

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SCoNgELAMENTo DEI PRoDoTTI

Lo scongelamento rappresenta una fase molto delicata poichè, se non eseguita correttamente (per esempio a temperatura ambiente per diverse ore), può favorire la proliferazione microbica. Deve esse-re quindi realizzato in tempi rapidi o in tempi lunghi. Lo SCoNgELA-MENTo RAPIDo si effettua su piccole pezzature che possono essere messe a bagno in acqua, nel caso di alimenti confezionati, o scaldati in forno a microonde.

Si può fare così...

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21Capitolo 4 > lavorazioni a freddo

Lo SCoNgELAMENTo LENTo si effettua su grandi pezzature che de-vono essere poste in frigorifero uno o due giorni prima dell’utilizzo, a seconda della dimensione del prodotto.

Per alcune tipologie di prodotto (verdura per minestrone) lo sconge-lamento può avvenire a temperatura ambiente.

Sì! NO!

Leggi l’etichetta ,ti risolve ogni dubbio.

esempio: “scongelare in frigo per 12 ore circa...”

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LAvAggIo oRToFRuTTA

Il lavaggio dell’ortofrutta è una delle operazioni più delicate in quanto riguarda matrici molto sporche, che hanno al loro interno molta ter-ra (insalate a foglia larga) o crescono nel sottosuolo (patate, carote).

Tali lavorazioni non devono contaminare gli altri alimenti, pertanto devono essere effettuate separatamente, utilizzando un lava verdu-ra o dei lavelli a doppia vasca per consentire le operazioni di am-mollo e di risciacquo. Laddove non è possibile una “SEPARAzIoNE FISICA” delle lavorazioni si deve predisporre una “SEPARAzIoNE TEMPoRALE”, cioè effettuata in tempi diversi.

Si può fare così...

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23Capitolo 5 > lavorazioni a Caldo

lAVORAzIONI A CAldO

LA CoTTuRA DEgLI ALIMENTI RAPPRESENTA uNA DELLE MISu-RE PIù IMPoRTANTI DI LoTTA AI MICRoRgANISMI PATogENI, IN PARTICoLARE PER quELLI CHE NoN SoNo IN gRADo DI TRASFoR-MARSI IN SPoRE. IL CALoRE DEvE RAggIuNgERE DETERMINATI LI-vELLI DI TEMPERATuRA IN TuTTI I PuNTI DEL PRoDoTTo PER uN CERTo INTERvALLo DI TEMPo.

Per eliminare i microrganismi non sporigeni (es. Salmonella, Listeria, Campylobacter, E. coli, ecc.) sono sufficienti 15-20 secondi a 75-80°C. Se la temperatura di cottura viene abbassata, (per esempio a 65°C) è necessario prolungare il tempo (es. 25-30 minuti).

Capitolo 5

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Si può fare così...

Il termometro a sonda dovrebbe essere presente in tutte le aziende che effettuano trattamenti termici o di conservazione a temperatu-ra controllata.

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I microrganismi sporigeni (clostridi e Bacillus cereus) richiedono un trattamento termico più spinto, sino ad arrivare alla sterilizzazione, come nel caso delle conserve (120°C per 3 minuti).

è importante che le temperature impostate siano raggiunte al cuore del prodotto, specie per alimenti in grandi pezzature o che possono albergare i microrganismi anche all’interno della massa (es. polpet-tone e altri macinati, arrosto ecc.). La temperatura può essere con-trollata mediante termometri a sonda, da sanificare dopo l’uso.

crudo!cotto!

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25Capitolo 5 > lavorazioni a Caldo

Nel caso di fritture, bisogna prestare attenzione alla freschezza del-l’olio utilizzato. oli utilizzati più volte possono portare allo svilup-po di sostanze chimiche indesiderate che risultano dannose per gli alimenti (es. acrilamide). L’utilizzo di oli non idonei può portare al “PuNTo DI FuMo” che indica la condizione alla quale l’olio risulta nocivo. Tale punto varia in base al tipo di olio (semi, oliva, palma ecc.)

ed è possibile utilizzare degli indicatori per valutare “Lo STATo DEL-L’oLIo”; in caso questo sia vicino al punto di fumo è meglio sosti-tuirlo. è inoltre importante evitare la presenza di residui alimentari nell’olio che viene riutilizzato, così come la pratica del “RABBoCCo”, cioè l’aggiunta di olio nuovo all’olio vecchio.

NO al “rabbocco”!

Sì olio fresco!

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LAvoRAzIoNI E PRoDoTTI “A RISCHIo”

gli alimenti di grosse pezzature, per esempio tagli anatomici di car-ne, presentano molto spesso una contaminazione microbica sulla superficie esterna dovuta alla manipolazione, al contatto con at-trezzi e superfici di lavoro ecc. I microrganismi superficiali vengo-no in genere distrutti dalla cottura. questo può non avvenire per cotture di breve durata, come nella preparazione del roast beef all’inglese: in questo caso, pertanto, la materia prima dovrà esse-

è importante la freschezza delle materie prime

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27Capitolo 5 > lavorazioni a Caldo

re fresca e di ottima qualità e dovranno essere scrupolosamen-te rispettate tutte le norme igieniche. Tutti gli alimenti dovrebbe-ro essere consumati previa cottura ma nei casi in cui questo non sia possibile (ostriche, tartare, ecc.) bisogna assicurarsi della fre-schezza delle materie prime e del rigoroso mantenimento della catena del freddo nelle fasi di conservazione e sino al consumo.

Tali alimenti non dovrebbero comunque essere consumati da perso-ne appartenenti a categorie a rischio: donne in gravidanza, bambi-ni, anziani, soggetti immunodepressi.

Nel caso di somministrazione di piatti cotti in largo anticipo, questi devono essere mantenuti refrigerati e adeguatamente ricondiziona-ti prima del consumo. La temperatura ideale dovrebbe essere di 70°C al cuore del prodotto per abbattere la carica microbica eventual-mente sviluppatasi o sopravvissuta al primo trattamento termico.

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29Capitolo 6 > raffreddamento

IL RAFFREDDAMENTo DEgLI ALIMENTI, SE NoN CoRRETTAMENTE ESEguITo, RAPPRESENTA uNA FASE MoLTo DELICATA E IMPoR-TANTE PER IL PoSSIBILE SvILuPPo DI MICRoRgANISMI PATogENI. In generale, questi crescono velocemente tra i 15 e i 40°C con una temperatura ideale intorno ai 35°C, temperatura alla quale la cresci-ta è massima. questo è molto importante perché le infezioni sono in genere “DoSE-DIPENDENTI”, cioè si deve ingerire almeno una certa quantità di microrganismi per sviluppare una malattia alimentare. è quindi necessario applicare buone prassi igieniche e tenere gli ali-menti lontani da questo intervallo di temperatura.

RAffREddAmENTO

Raffredda in tempi brevi

I microrganismi non crescono a temperature inferiori ai 2°C, anche se il freddo in genere non elimina completamente i microrganismi patogeni come avviene invece per il caldo, ma almeno ne rallenta o

Capitolo 6

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blocca la moltiplicazione. uNA FASE MoLTo DELICATA è RAPPRE-SENTATA DAL MoMENTo DI PASSAggIo TRA CoTTuRA E REFRI-gERAzIoNE: esso dovrebbe essere il più breve possibile, in modo da non permettere la ripresa della crescita dei microrganismi. Tali alimenti non dovrebbero essere raffreddati lentamente, per evita-re che rimangano nella “TEmPERATURA dI RIsCHIO” (15-40°C) per troppo tempo. In questi casi è meglio utilizzare un abbattitore di temperatura raffreddandoli in tempi brevi.

Se non è disponibile un abbattitore, è importante lavorare piccole porzioni di cibo così da ridurre i tempi di raffreddamento; nel caso di salse o sughi mescolare frequentemente per abbassare più rapi-damente la temperatura. Se possibile, inserire gli alimenti in cella frigo o raffreddare i contenitori degli alimenti in acqua fredda.

Cucina e... Raffredda in cella frigo

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31Capitolo 6 > raffreddamento

CoNgELAMENTo DEI PRoDoTTI

Il congelamento deve essere eseguito mettendo i prodotti in confe-zioni chiuse, correttamente etichettate con nome del prodotto, data di preparazione, data di massimo consumo e temperatura di conser-vazione. Il congelamento deve avvenire in tempi rapidi utilizzando un abbattitore di temperatura o suddividendo l’alimento da conge-lare in porzioni più piccole.

è necessario segna-lare, per esempio sul menù di un ri-storante, gli alimen-ti che hanno subito un processo di con-gelamento.

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121°C - STERILIzzAzIoNE

70°C - PASToRIzzAzIoNE

60°C - CoNSERvAzIoNE A CALDo

50°C > 10°C - zoNA DI

TEMPERATuRA DI MASSIMo

RISCHIo, MASSIMA

MoLTIPLICAzIoNE MICRoBICA

4°C > 0 - REFRIgERAzIoNE

-18°C - CoNgELATo / SuRgELATo

TEMPERATuRE DI LAvoRAzIoNE

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33Capitolo 7 > Conservazione dei semilavorati e dei prodotti finiti

CONsERVAzIONE dei sEmIlAVORATI e dei PROdOTTI fINITIETICHETTATuRA DEI PRoDoTTI

L’etichetta di un alimento è molto importante in quanto fornisce tut-te le informazioni indispensabili per la corretta identificazione, con-servazione e utilizzazione dei prodotti destinati alla vendita o alla somministrazione o a ulteriori lavorazioni.

NO!

Capitolo 7

Sì!

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI34

L’ETICHETTA DEvE CoNTENERE LE SEguENTI INFoRMAzIoNI:

•DENoMINAzIoNE DEL PRoDoTTo

•DATA DI PREPARAzIoNE

•DATA DI SCADENzA o DATA uLTIMA DI CoNSuMo

•CoNDIzIoNI DI CoNSERvAzIoNE

Possono essere ADESIvE, STAMPATE o SCRITTE A MANo, l’impor-tante è che risultino leggibili e che si mantengano nel tempo.

Sì!

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35Capitolo 7 > Conservazione dei semilavorati e dei prodotti finiti

DEFINIzIoNE DELLA DATA DI SCADENzA

I prodotti lavorati e non immediatamente venduti o somministra-ti ma destinati a una successiva rilavorazione dovrebbero avere un tempo massimo di conservazione, definito dal produttore. Nella de-finizione di tale tempo massimo bisogna considerare le caratteristi-che descritte di seguito:

•NATuRA DEL PRoDoTTo: gli alimenti di origine animale (latte, carne fresca, formaggi freschi) sono solitamente più deperibili rispetto a quelli di origine vegetale.

•CARATTERISTICHE DEL PRoDoTTo: gli alimenti ricchi in grassi e oli irrancidiscono più rapidamente dei cibi magri, i prodotti ricchi in acqua resistono meno dei cibi secchi.

•CoNDIzIoNI DI CoNSERvAzIoNE: i cibi conservati a tempera-tura di frigorifero resistono più a lungo di quelli conservati a temperatura ambiente.

Conserva i cibi in frigo

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37Capitolo 7 > Conservazione dei semilavorati e dei prodotti finiti

•NEL CASo DI PRoDoTTI CoTTI: generalmente, più rapido è il raffreddamento maggiore è la conservabilità.

•L’ENTITà DELLA MANIPoLAzIoNE: in generale, più un prodot-to è manipolato, più è probabile la contaminazione, minore ri-sulta la conservabilità.

•gLI ASPETTI oRgANoLETTICI: negli alimenti congelati e surge-lati gli aspetti organolettici (in particolare quelli apprezzabili al gusto) assumono grande importanza, spesso maggiore di quel-li microbiologici; per esempio: pesci ricchi in grassi dovrebbe-ro essere consumati entro 6 mesi, mentre i tagli magri di carne possono arrivare a un anno di conservazione.

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI38

MoDALITà DI CoNSERvAzIoNE E RISPETTo DELLA CATENA DEL FREDDo

Il mantenimento della corretta temperatura di conservazione degli alimenti è fondamentale per la sicurezza dei cibi. un’eventuale in-terruzione può compromettere la salubrità e alterare le caratteristi-che organolettiche dei prodotti.

Per esempio, il temporaneo scongelamento di un surgelato altera la struttura del prodotto e un successivo ricongelamento lo rendereb-be non idoneo al consumo sia per caratteristiche sanitarie (possibile moltiplicazione batterica) sia per caratteristiche organolettiche (al-terazioni di sapore e consistenza).

Nel caso di prodotti refrigerati, la conservazione a tra 0°C e +4°C im-pedisce la moltiplicazione batterica, che riprenderebbe invece se il prodotto fosse mantenuto a temperature comprese tra 15°C e 40°C. In questi casi si può comunque garantire la sicurezza del prodotto cuocendolo o riportandolo in tempi brevi (entro 2 ore) alla corretta temperatura di conservazione.

Attenzione!

NO!

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39Capitolo 8 > presentazione - esposizione dei prodotti

PREsENTAzIONE – EsPOsIzIONE dei PROdOTTIMANTENIMENTo DEL FREDDo

Il mantenimento della catena del freddo è importante anche in que-sta fase per garantire il rispetto dei requisiti sanitari dei prodotti da somministrare. I PRoDoTTI PARTICoLARMENTE A RISCHIo SoNo RAPPRESENTATI DA ALIMENTI MoLTo MANIPoLATI o CoN DIvER-SI INgREDIENTI (per es. insalata di riso) che vengono somministrati a temperature superiori ai 4°C per una maggior appetibilità (circa 12-15°C). Tali alimenti devono essere consumati in tempi brevi (mas-simo 2 ore) o, in caso contrario, riportati rapidamente alla tempera-tura corretta di conservazione.

Capitolo 8

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI40

Particolare attenzione va posta anche alle vetrine di esposizione dei cibi da somministrare che devono mantenere costantemente la tem-peratura di refrigerazione. è opportuno verificare periodicamente le temperature dei prodotti esposti mediante termometri a sonda correttamente sanificati dopo ogni utilizzo.

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41Capitolo 8 > presentazione - esposizione dei prodotti

MANTENIMENTo A CALDo

Così come il mantenimento del freddo, ANCHE IL MANTENIMENTo DI ELEvATE TEMPERATuRE gARANTISCE uNA BuoNA SICuREzzA DAL PuNTo DI vISTA SANITARIo, in quanto evita la conservazione degli alimenti nella cosiddetta “fascia a rischio” compresa tra 15°C e 40°C. Il mantenimento a caldo prevede una conservazione al di so-pra dei 60°C, così da impedire la moltiplicazione batterica.

Eventuali eccezioni possono essere fatte per tempi limitati, conser-vando per esempio il campione per non oltre le due ore nella fascia a rischio, assicurandosi del suo consumo in tempi brevi o eventual-mente riportandolo rapidamente oltre i 60°C o al di sotto dei 4°C. gli alimenti pronti possono essere conservati a bagnomaria o in conte-nitori termici, avendo cura di effettuare verifiche periodiche della temperatura di conservazione (almeno 60°C).

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI42

PRoTEzIoNE DALLE CoNTAMINAzIoNI

Tutti gli alimenti devono essere sempre protetti da possibili conta-minazioni esterne (microrganismi, parassiti, corpi estranei, ecc.) per-tanto devono essere conservati in confezioni singole o in vetrine ri-chiudibili.

I rischi maggiori si possono verificare nei self service con accesso di-retto ai piatti pronti da parte dei clienti, con eventuali contamina-zioni dovute alla manipolazione degli utilizzatori.

L’eventuale esposizione all’esterno di prodotti alimentari non pro-tetti, per esempio frutta e verdura, deve garantire la protezione da contaminazioni (gas di scarico, agenti atmosferici, infestanti, ecc.).

NO!

Sì!

Page 49: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

43Capitolo 9 > SOMMINISTRAZIONE

LA FASE DI SoMMINISTRAzIoNE RISuLTA DELICATA IN quANTo è L’uLTIMo PASSAggIo PRIMA DEL CoNSuMo DELL’ALIMENTo CHE NoN SuBISCE quINDI uLTERIoRI TRASFoRMAzIoNI

sOmmINIsTRAzIONE

Capitolo 9

In questa fase i pericoli sono rappresentati da contaminazioni deri-vanti, per esempio, dal mancato rispetto delle procedure di sanifica-zione delle stoviglie, per cui vengono utilizzati cucchiai, forchette e coltelli non perfettamente puliti, con residui di cibo, ecc. Fare sem-pre attenzione quando vengono posizionate le stoviglie negli ap-positi contenitori e verificare periodicamente la pulizia e la corretta funzionalità delle attrezzature (lavastoviglie).

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI44

Sì!NO!

Page 51: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

45Capitolo 9 > SOMMINISTRAZIONE

è importante che anche il personale addetto alla somministrazione utilizzi i guanti, la cuffietta e, se necessario, la mascherina. Inoltre, non deve essere adibito alla somministrazione il personale che pre-senta tagli, ferite, escoriazioni, foruncoli in parti del corpo che pos-sono venire in contatto con l’alimento.

Sì!

NO!

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI46

Sarebbe inoltre da preferire la separazione del personale sulla base delle mansioni: gLI ADDETTI AL REPARTo DEgLI ALIMENTI CRuDI NoN DovREBBERo SoMMINISTRARE ANCHE ALIMENTI CoTTI, in quanto possono essere essi stessi veicolo di microrganismi.

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47Capitolo 10 > TRASPORTO dei PRODOTTI ALIMENTARI

TRAsPORTO dei PROdOTTI AlImENTARIIL TRASPoRTo DEI PRoDoTTI ALIMENTARI, SE NoN ESEguITo CoRRETTAMENTE, RAPPRESENTA uNA FASE CRITICA, IN quANTo Può CoNSENTIRE Lo SvILuPPo DI MICRoRgANISMI.

MANTENIMENTo A CALDo/A FREDDo

Sia gli alimenti da conservare a temperatura di refrigerazione (per esempio carni fresche), sia quelli da mantenere ad alte temperature (per esempio piatti pronti da somministrare caldi) possono rappre-sentare un rischio per il consumatore finale. Nel caso del trasporto, valgono le stesse considerazioni esposte nel Capitolo 8 (presenta-zione e conservazione dei prodotti a caldo e a freddo).

Capitolo 10

Mantieni semprela giusta temperatura

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI48

Sostanze alimentari congelate/surgelate

Temperatura massima al momento del carico e durante il trasporto

Rialzo termico tollerabile per periodi

di breve durataGelati alla frutta e succhi di frutta congelati -10°C

+3°C

Altri gelati -15°C

Prodotti della pesca congelati o surgelati -18°C

Altre sostanze alimentari surgelate -18°C

Frattaglie, uova sgusciate, pollame e selvaggina congelata -10°C

Burro o altre sostanze grasse congelate -10°C

Carni congelate -10°C

Tutte le altre sostanze alimentari congelate -10°C

Sostanze alimentari refrigerate

Temperature durante il trasporto

Valori massimi di temperatura tollerati durante il trasporto

Latte pastorizzato in confezioni da 0 a +4°C +9°C

Prodotti lattiero caseari (latti fermentati, panna o crema di latte, formaggi freschi, ricotta)

da 0 a +4°C da + 9°C a +14°C

Burro da 0 a +4°C +14°C

Prodotti della pesca freschi da trasportare sempre in ghiaccio da 0 a +4°C ---

Carni da -1°C a +7°C +10°C

Pollame e conigli da -1°C a +4°C +8°C

Frattaglie da -1°C a +3°C +8°C

Selvaggina da -1°C a +3°C +8°C

Molluschi eduli lamellibranchi +6°C ---

Allegato C al D.P.R. del 26/03/1980, n° 327 - Regolamento di esecuzione della L. 30 aprile 1962, n.283, e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della ven-dita delle sostanze alimentari e delle bevande. (Pubblicato sulla G.U. del 16/07/1980, n° 193 )

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49Capitolo 10 > TRASPORTO dei PRODOTTI ALIMENTARI

Durante la fase di trasporto, si dovrà quindi evitare di mantenere gli alimenti nella “finestra” di temperature che può consentire lo sviluppo microbico. A tal fine si dovranno rispettare le modalità di trasporto con contenitori coibentati, frigoriferi portatili con piastre eutettiche ecc. nel caso di alimenti da conservare a temperature in-feriori a 4 °C; con contenitori coibentati in grado di mantenere alte temperature (almeno 60°C) nel caso di prodotti che devono essere trasportati con “legame caldo”.

è inoltre importante controllare regolarmente le temperature dei prodotti in viaggio, utilizzando appositi termometri o posizionando termometri di minima e massima all’interno dei contenitori per il trasporto.

NO!

Sì!

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI50

PRoTEzIoNE DALLE CoNTAMINAzIoNI

un altro rischio durante il trasporto è la possibile contaminazione dei prodotti. gli alimenti devono essere confezionati o racchiusi in involucri che non permettano il contatto con l’ambiente esterno o con altri cibi. In particolare vanno evitati i contatti tra cibi crudi (or-tofrutta, carni crude) e cibi pronti al consumo che, se contaminati, non riescono a inattivare i microrganismi non subendo più alcun trattamento termico prima del consumo.

Confeziona gli alimentie...

...Durante il trasporto separa i “cotti” dai “crudi”

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51Capitolo 11 > RIORDINO degli ambIeNtI e delle attRezzatuRe

RIORdINO degli AmBIENTI e delle ATTREzzATURERACCoLTA DEI RIFIuTI: negli ambienti di lavorazione devono esse-re a disposizione contenitori differenziati per la raccolta delle varie tipologie di rifiuti. Tali contenitori dovrebbero essere collocati in ap-positi locali, ben identificati e con apertura a pedale.

Capitolo 11

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI52

Se i contenitori sono presenti nei locali di lavorazione, devono es-sere regolarmente svuotati e sanificati prima di essere riposti ne-gli stessi locali. gli operatori devono lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato i rifiuti e i loro contenitori.

Per lo SMALTIMENTo devono essere utilizzati diversi contenitori, a seconda della tipologia di rifiuto.

Sì!NO!

(Pedale)

Sì!

Page 59: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

53Capitolo 11 > RIORDINO degli ambIeNtI e delle attRezzatuRe

TIPoLogIA DI RIFIuTI

•MATERIALE oRgANICo: Comprende rifiuti di cucina e ristora-zione come lische di pesce, avanzi di carne, resti di vegetali ecc. I sottoprodotti di origine animale (ossi, grasso, ecc.) prodotti nelle macellerie devono essere smaltiti mediante ditte autoriz-zate, secondo la normativa vigente.

• IMBALLAggI: comprendono tutti i contenitori di alimenti (va-schette in plastica, barattoli in latta, sacchi di carta, ecc.). Nel caso di imballaggi di cartone contenenti materie prime, questi devono essere rimossi prima di accedere ai locali di lavorazione.

•oLI ESAuSTI DI FRITTuRA devono essere conferiti in centri di raccolta degli oli esausti, non devono quindi essere smaltiti at-traverso il lavandino.

Nel caso sia necessario stoccare i rifiuti prima dello smaltimento, i contenitori dei rifiuti di qualsiasi tipologia devono essere chiara-mente identificati e lasciati chiusi, per evitare di attirare animali in-festanti.

Raccogli gli oli esausti

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI54

PuLIzIA E SANIFICAzIoNE DEgLI AMBIENTI E DELLE ATTREzzATuRE

Al termine di ogni giornata lavorativa i locali di lavorazione e gli strumenti utilizzati devono essere adeguatamente puliti e sanifica-ti. In particolare tutte le attrezzature come stoviglie, tavoli, taglieri, impastatrici, ecc. devono essere pulite a fondo con appositi deter-genti e in seguito disinfettati.

Page 61: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

55Capitolo 11 > RIORDINO degli ambIeNtI e delle attRezzatuRe

Le parti dei locali di lavorazione che non vengono in contatto con gli alimenti, come per esempio pareti e pavimenti, devono essere alme-no ben pulite, senza macchie o residui delle lavorazioni. Alcune ap-parecchiature richiedono pulizie più frequenti, non solo a fine gior-nata, soprattutto se sono previste lavorazioni diverse su una stessa macchina (gelato di diversi gusti utilizzando la stessa macchina).

Il personale addetto alle pulizie dovrebbe avere a disposizione un “PIANo DI SANIFICAzIoNE” in cui siano indicate le modalità di puli-zia, i prodotti da utilizzare e le concentrazioni di utilizzo, la frequen-za delle pulizie, le modalità di conservazione dei prodotti per la pu-lizia, le responsabilità.

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57Capitolo 12 > ATTIVITà di FINE GIORNATA

Alla fine dell’attività lavorativa devono essere controllati:

•AMBIENTI E ATTREzzATuRE: devono essere state pulite e/o sa-nificate secondo le regole definite nel piano di sanificazione.

•RIFIuTI: devono essere stati rimossi e i loro contenitori sanificati.

•ATTREzzI: devono essere riposti con ordine.

•Non vi devono essere RESIDuI DI ALIMENTI.

•ALIMENTI CoNSERvATI NEI FRIgoRIFERI: tutti i prodotti (ma-terie prime, semilavorati, prodotti finiti) devono essere adegua-tamente protetti (es. da contenitori o sacchetti chiusi), avendo cura che gli alimenti “puliti” siano posizionati sui ripiani supe-riori rispetto a quelli sporchi o in un frigorifero dedicato.

•vIE DI PoTENzIALE ACCESSo: porte e finestre devono essere chiuse oppure, se tenute aperte, protette da retine anti-infe-stanti. Inoltre deve essere fatta la valutazione delle Non Con-formità (NC) eventualmente riscontrate durante la lavorazione. una NC rappresenta una situazione che si discosta dalle norma-li situazioni di lavorazione.

ATTIVITà di fINE GIORNATACapitolo 12

{chiusura}

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manuale di BuOne PRaTICHe di IGIene per le microimprese alImenTaRI58

CoNoSCIAMo LE NoN CoNFoRMITà - NC

Esempi di NC possono essere:

•RoTTuRA DI uN IMBALLo durante il ricevimento o la consegna di un prodotto

•MANCATo FuNzIoNAMENTo di un frigorifero durante la notte

•PRESENzA DI PRoDoTTI SCADuTI

•PRESENzA DI INFESTANTI

•ESITI DI ANALISI Su ALIMENTI E/o AMBIENTE NoN SoDDISFA-CENTI

queste e altre situazioni che si possono verificare quotidianamen-te devono essere evidenziate e risolte. è importante inoltre tener-ne traccia, magari in un diario o agenda, per ricordare cosa è av-venuto, quali sono state le modalità di risoluzione del problema e i provvedimenti presi.

(NC)

Page 65: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

GLOSSARiO•ALLERgENE: una proteina o un composto che provoca una reazione avver-

sa in un segmento della popolazione.

•BuoNE PRATICHE DI IgIENE: insieme di requisiti strutturali e di norme comportamentali per la gestione degli aspetti di sicurezza alimentare.

•CATENA DEL FREDDo: il mantenimento dei prodotti refrigerati, congelati e surgelati a una temperatura di conservazione costante, e comunque in-feriore rispettivamente ai +4°C, -18 °C e -18°C, lungo tutto il percorso dalla produzione alla vendita.

•CoNTAMINAzIoNE CRoCIATA: il passaggio diretto o indiretto di microbi patogeni (che causano malattie) da alimenti contaminati (solitamente crudi) ad altri alimenti.

•DETERSIoNE: rimozione dello sporco organico e inorganico attraverso l’uso di procedimenti fisici e/o prodotti chimici.

•DISINFESTAzIoNE: insieme di mezzi e attività per la prevenzione, riduzione ed eliminazione degli animali infestanti (per esempio: roditori, insetti volanti, insetti striscianti e altri animali indesiderati).

•DISINFEzIoNE: la riduzione, per mezzo di agenti chimici e/o metodi fisici, del numero di microrganismi nell’ambiente, sino a un livello tale da non compromettere la sicurezza o l’idoneità dell’alimento.

•LEgAME CALDo: mantenimento costante degli alimenti da consumarsi cal-di, dalla produzione alla somministrazione, a una temperatura non inferiore a 65°C.

•MICRoRgANISMo (O MiCROBO) PATogENo: agente biologico capace di causare malattie alimentari (intossicazioni o tossinfezioni alimentari).

•PuLIzIA: la rimozione dello sporco visibile (terra, residui di cibo, sporcizia, grasso o altro materiale indesiderabile).

•PuNTo DI FuMo: la temperatura a cui un grasso alimentare riscaldato co-mincia a decomporsi (idrolizzarsi) alterando la propria struttura molecolare e formando acroleina, una sostanza tossica e cancerogena. È così detto in quanto il grasso inizia a sviluppare fumo, fastidioso per inalazione e per gli occhi, proprio a causa del contenuto in acroleina.

•SANIFICAzIoNE: combinazione delle attività di detersione e disinfezione.

59glossario

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GESTIONE ALLERGENI VERIFICA DELLE ATTREZZATURE

CONGELAMENTO

SCONGELAMENTO

VERIFICA DEGLI INFESTANTI

VERIFICA DEL PERSONALE

CONSERVAZIONE DELLE MATERIE PRIME

DOCUMENTAZIONE E REGISTRAZIONE ATTIVITÀ

ETICHETTATURA

FORMAZIONE DEL PERSONALE

GESTIONE IMBALLAGGI

LAVORAZIONE/TRASFORMAZIONE

LAVORAZIONE A CALDO

POTABILITÀ DELL’ACQUA

GESTIONE DEI PROBLEMI

VERIFICA DELLA PULIZIA

RINTRACCIABILITÀ, RITIRO E RICHIAMO

VERIFICA DEGLI INGRESSI DEL PERSONALE INTERNO E ESTERNO E DEGLI SPOGLIATOI

SCELTA DEI FORNITORI

ANALISI SU ALIMENTI E AMBIENTI DI LAVORO

MACELLERIA - ETICHETTATURA CARNI BOVINE

MACELLERIA - SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE

MOLLUSCHI E PRODOTTI DELLA PESCA

Indice SCHEDE TEMATICHE

di BUONE PRATICHE di IGIENEMANUALE

microimprese alimentari per le

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Page 69: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > GESTIONE ALLERGENIMAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

GESTIONE ALLERGENIGli allerGeni alimentari sono proteine o composti che

possono determinare una reazione avversa (a esempio

asma, orticaria, ecc.) in alcune persone a seGuito di inGe-

stione.

la reazione è dose-indipendente cioè anche una piccolis-

sima quantità è in Grado di provocare la sintomatoloGia

allerGica.

è importante sapere quali sono Gli allerGeni che sono

presenti neGli alimenti perché alcuni possono provoca-

re reazioni anche molto Gravi in soGGetti allerGici.

il problema si previene:• conoscendo quali sono• evitando le contaminazioni tra alimenti che li contengono e ali-

menti dove non dovrebbero essere presenti• dichiarando, per esempio nel menù o nel cartello unico degli in-

gredienti, dove sono presenti

Page 70: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > GESTIONE ALLERGENI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Cosa e come fare Perché?

Fare attenzione nella somministrazione dei piatti controllando tutti gli ingredienti utilizzati, anche eventuali salse o condimenti

Anche piccole quantità possono provocare gravi reazioni

Conservare sempre una copia dell’elenco de-gli ingredienti utilizzati nella preparazione di un piatto

Non sempre è possibile ricordare tutti gli ingre-dienti e la lista può essere utile per non dimenticare alcuni componenti

nel preparare piatti pri-vi di un determinato ingrediente (per esem-pio glutine), ricordarsi di pulire accuratamente tutte le superfici, la stru-mentazione e lavarsi le mani

Anche residui molto pic-coli di alimenti conte-nenti allergeni possono scatenare una grave rea-zione in persone sensibili

specificare nel menù quali alimenti conten-gono allergeni (sesamo, noci, latte, uova, ecc.) in un elenco unico oppure distinto per prodotto

Questo consente alle per-sone allergiche di iden-tificare gli alimenti che non possono mangiare

Page 71: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > GESTIONE ALLERGENIMAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

ALLERGENI pIù COmuNI

Allergene Note

ARACHIDIFare attenzione anche ai pro-dotti a base di arachidi, come olio o burro

FRuTTA In GusCIO (noci, mandorle, nocciole, pistac-chi, ecc.)

Le allergie riguardano noci, nocciole, mandorle ecc. Atten-zione a pani alle noci, biscotti, gelati, oli e marzapane

uOVA

Le uova rientrano in moltissime preparazioni, vengono usate come emulsionante o nella pre-parazione di salse (maionese)

CEREAlI COnTEnEnTE GluTInE (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut)

Le persone che presentano in-tolleranza al glutine (celiaci) devono evitare frumento, riso, pasta, grano ecc. Attenzione anche a cibi impanati, salse emulsionate con farina, pastic-cini e torte

lATTE E lATTICInISi intendono gli alimenti con-tenenti yogurt, panna, latte in polvere, burro, formaggio

sEsAMOSono utilizzati come olio o nel-la preparazione di grissini e pane; spesso usati nella cucina turca e greca

Page 72: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > GESTIONE ALLERGENI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Allergene Note

sOIA

è presente in diversi alimenti, inclusi: gelati, salse, dessert, prodotti a base di carne e pro-dotti vegetariani (hamburger di soia)

PEsCE E MOllusCHI

Attenzione anche ai prodotti derivati come la salsa di ostri-che

sEnAPEConsiderare sia i semi della pianta sia i prodotti derivati (senape, mostarda)

sEDAnOViene utilizzato come insapori-tore di cibi e come ingrediente principale in alcune insalate

AnIDRIDE sOlFOROsA

Utilizzata per conservare cibi e vini; limita lo sviluppo di bat-teri e lieviti bloccando le fer-mentazioni

Page 73: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DELLE ATTREZZATURE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

VERIFICA DELLE ATTREZZATUREIl controllo delle attrezzature è IndIspensabIle per evI-

tare InutIlI rIschI e contamInazIonI dI tIpo fIsIco (scheg-

ge, frammentI, ecc.) o mIcrobIologIco (attrezzature non

sanIfIcabIlI).

Cosa e come fare Perché?

Controllare i locali per individuare danni strut-turali (crepe sui muri, intonaco scrostato, pia-strelle rotte…)

I danni strutturali posso-no causare la caduta di polveri o piccole parti di muro e possono ostaco-lare la corretta sanifica-zione degli ambienti

Controllare ed eventual-mente eliminare utensili danneggiati, scheggiati o rotti

Gli utensili rotti possono perdere piccole parti du-rante la lavorazione de-gli alimenti

Page 74: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DELLE ATTREZZATURE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Cosa e come fare Perché?

Controllare i frigoriferi, i congelatori e i display per il monitoraggio del-le temperature

Temperature di conser-vazione non corrette possono permettere la proliferazione batterica e incidere anche sulle ca-ratteristiche organoletti-che dei prodotti

Controllare i termometri a sonda e verificarne la taratura

Termometri non tarati non garantiscono una misura affidabile della temperatura

Page 75: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > congelamento MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

congelamentoIl corretto congelamento deglI alImentI è determInate per preservare la sIcurezza.

cosa e come fare Perché?

I prodotti da congelare devono essere posti in sacchetti chiusi e corret-tamente etichettati. l’e-tichetta deve riportare nome del prodotto, data di preparazione, data di scadenza, temperatura di conservazione

Etichette non complete possono portare al con-sumo dell’alimento oltre la data di scadenza op-pure causare una non corretta conservazione del prodotto

Page 76: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > congelamento MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Il congelamento deve essere effettuato nel più breve tempo possibile mediante abbattitori di temperatura o suddivi-dendo l’alimento in pic-cole porzioni

Modalità di congelamen-to non adeguate possono compromettere la salu-brità dei cibi e permettere la sopravvivenza micro-bica

Gli alimenti devono ri-portare l’indicazione di prodotto congelato o surgelato

Tale informazione è ob-bligatoria

cosa e come fare Perché?

Page 77: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

VERIFICA DEGLI INFESTANTIUn efficace controllo degli infestanti è essenziale per evitarne l’ingresso nei locali e per impedire la trasmissione di patogeni.

Cosa e come fare Perché?

Controllare regolarmen-te gli ambienti di lavo-razione per valutare la presenza di segni di in-festanti (tracce di rodi-tori, escrementi, parti rosicchiate, mucchiet-ti di sabbia, ragnatele, presenza di mosche o insetti…). Controllare le superfici di lavoro, gli angoli dei locali, i pavi-menti

Gli infestanti possono es-sere veicolo di batteri pe-ricolosi per l’uomo e per gli alimenti

Controllare sempre le merci in arrivo, soprat-tutto quelle che stanno a temperatura ambien-te, segnalando la pre-senza di insetti negli im-balli, parti rosicchiate, segni di escrementi

Gli imballi possono es-sere veicolo di infestanti (topi, scarafaggi e altri insetti…)

Page 78: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Mantenere in ordine gli ambienti esterni all’a-zienda (non accumula-re rifiuti e imballaggi, tagliare regolarmente l’erba, controllare la cor-retta chiusura dei cesti-ni per i rifiuti…)

I resti alimentari e le erbe alte possono essere fon-te di cibo e offrire rifugio agli animali infestanti

Eseguire regolarmente il monitoraggio degli in-festanti o direttamente o mediante una ditta di disinfestazione

Il monitoraggio regolare consente di tenere la si-tuazione sotto controllo

non lasciare esche, trap-pole o prodotti per il controllo degli infestan-ti vicino agli alimenti. Evitare l’uso di esche con veleno nei locali

Talune esche possono es-sere pericolose anche per l’uomo

Cosa e come fare Perché?

Page 79: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

in caso di segni di infestazione, contattare immediatamente la ditta specializzata

DITTA DIsInFEsTAZIOnI_____________________________________________

Tel______________________________________________________________

inoltre lavare e disinfettare accUratamente le attrezzatUre coinvolte

1) VERIFICA pERIoDICAmENTE LE STRuTTuRE DI LAVoRAzIoNE (AS-SENzA DI CREpE, FESSuRE, zANzARIERE RoTTE, ECC.)

2) NoN LASCIARE INCuSToDITI RESIDuI DI CIbo o pIATTI SpoRChI, poSSoNo ESSERE FoNTE DI CIbo pER GLI INFESTANTI

3) ASSICuRATI ChE IL moNIToRAGGIo DEGLI INFESTANTI SIA ESEGuI-To REGoLARmENTE

4) TIENI NoTA DI quANDo DEVE ESSERE EFFETTuATo IL moNIToRAG-GIo

5) SE TI AFFIDI AD uNA DITTA DI DISINFESTAzIoNE, ChIEDI IL RAppoR-TINo DEGLI INTERVENTI

6) ASSICuRATI ChE LE ESChE DISTRIbuITE NoN VENGANo mAI A CoN-TATTo CoN GLI ALImENTI

Page 80: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Sulle tracce degli INFESTANTI...

Gli infestanti... ...E i loro sEgni!

RODITORI

Piccole impronte sulla polvere, buchi in muri e porte, nidi, mer-ce o imballi rosicchiati, segni di unto o macchie sugli imballi

InsETTI volanTI

Corpi di insetti, insetti vivi, escrementi (piccoli schizzi sulle superfici), ragnatele, nidi, ron-zii, vermi e larve

Insetti in movimento, soprattut-to sui cibi secchi, piccoli vermi

InsETTI STRISCIanTI

Uova, peli, goccioline, gli insetti stessi

Piccoli mucchietti di sabbia o terriccio, gli insetti stessi, formi-che volanti nei giorni caldi

AlTRO: uccelli, cani e gatti

Penne, gocce, nidi, rumore, gli uccelli stessi

mosche

farfalle

scarafaggi

formiche

Page 81: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

mISuRE di CoNTRoLLo requisiti STRuTTuRALI > buone prassi e cattive prassi

1

Page 82: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEGLI INFESTANTI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

mISuRE di CoNTRoLLorequisiti FuNzIoNALI > buone prassi e cattive prassi

2

Page 83: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > scongelamentoMAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

scongelamentoLo scongeLamento degLi aLimenti rappresenta una fase critica per La sicurezza igienico-sanitaria deLLe produzioni.

cosa e come fare Perché?

lo scongelamento può essere fatto in modo molto rapido per pic-cole pezzature con for-no a microonde o con immersione in acqua di alimenti confezionati

Se lo scongelamento è ra-pido (inferiore a due ore) i microrganismi non han-no il tempo di moltiplicar-si

lo scongelamento può essere fatto in modo lento utilizzando il fri-gorifero

Durante lo scongelamen-to la temperatura degli alimenti non supera co-munque i 4°C e i micror-ganismi patogeni non sono in grado di svilup-parsi

Page 84: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > scongelamento MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

non effettuare mai lo scongelamento a tem-peratura ambiente

I lunghi tempi di sconge-lamento permettono la proliferazione batterica

cosa e come fare Perché?

Page 85: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

VERIFICA DEL PERSONALEE’ importantE chE tutti gli opEratori adottino buonE pratichE di igiEnE pErsonalE pEr prEvEnirE contaminazioni battErichE.

Cosa e come fare Perché?

utilizzare abiti puliti, usati esclusivamente per le attività

Gli abiti utilizzati per più attività possono veicola-re microrganismi poten-zialmente patogeni

legare i capelli ed uti-lizzare un copricapo durante la preparazione dei cibi

I capelli possono cadere negli alimenti

non utilizzare gioielli o orologi durante la pre-parazione degli alimenti

Questi oggetti sono vei-colo di sporco e possono cadere negli alimenti, inoltre non consentono il corretto lavaggio delle mani

Avere sempre mani cu-rate e unghie corte e pulite

Lo sporco viene frequen-temente veicolato dalle mani

Page 86: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

non toccarsi i capelli, fumare o mangiare ne masticare chewing-gum durante la preparazione degli alimenti

Queste attività posso-no veicolare lo sporco, la cenere, le sigarette e i chewing-gum possono cadere negli alimenti

lavarsi frequentemen-te le mani, soprattutto dopo una pausa, dopo aver toccato carni crude o uova e prima di toc-care alimenti pronti al consumo

Le contaminazioni cro-ciate da alimenti crudi a preparazioni pronte al consumo sono uno dei pericoli maggiori

Asciugarsi le mani con carta a perdere evitan-do materiali come strac-ci riutilizzabili

La carta usa e getta rap-presenta uno tra i sistemi più sicuri per asciugare le mani in quanto evita possibili contaminazioni

Il personale deve avvi-sare immediatamente i superiori nel caso di malattia, diarrea o vo-mito. nel caso di tagli o ferite queste devono essere adeguatamente protette con materiale impermeabile e possi-bilmente colorato

I batteri possono essere veicolati agli alimenti dal personale affetto da pa-tologie o da ferite aperte

Cosa e come fare Perché?

Page 87: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Svolgi sempre le tue mansioni nel pulito

Page 88: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

obblighi pEr i nEo-assunti DDR 438/2004 DeL 24/11/2004

Tutti gli operatori del settore alimentare dovrebbero leggere le se-guenti norme, distribuite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tale decalogo, datato e firmato da ciascun operatore per presa visione entro 30 giorni dall’inizio dell’attività lavorativa, dovrebbe essere con-servato nel fascicolo personale dei dipendenti. Entro 2 anni dall’inizio dell’attività lavorativa è richiesta la frequenza del corso “Personale addetto alla produzione e vendita delle sostanze alimentari” (decreto della Giunta regionale n. 0552 del 4 agosto 2005).

normE di comportamEnto pEr una prEparazionE/manipolazionE sicura dEgli alimEnti

Per prevenire le malattie trasmesse dagli alimenti e per garantire qualità e sicurezza dei prodotti, è necessario che l’operatore nella manipolazione degli alimenti segua precise nORME DI COM-PORTAMEnTO, che l’Organizzazione Mondiale della sanità ha riassunto nel seguente DECAlOGO, adatto alle locali esigenze:

1. LAVARSI LE MANI RIPETUTAMENTEle mani sono una fonte primaria di contaminazione, quindi devono essere lavate e sanificate fre-quentemente, in particolare dopo:• ogni sospensione dal lavoro, prima di entrare in area di produzione;• avere fatto uso dei servizi igienici;• essersi soffiati il naso o aver starnutito;• aver toccato oggetti, superfici, attrezzi, o parti del corpo (naso, bocca, capelli, orecchie).

2. MANTENERE UNA ACCURATA IGIENE PERSONALEGli indumenti specifici (copricapo, camice, giacca, pantaloni, scarpe) depositati ed indossati nello spogliatoio, devono essere utilizzati esclusivamente durante la lavorazione: di colore chiaro, vanno cambiati non appena siano insudiciati.Particolarmente utile il copricapo a motivo dell’alta presenza di batteri nei capelli. le unghie van-no tenute corte e pulite, evitando durante il lavoro di indossare anelli o altri monili.

3. ESSERE CONSAPEVOLI DEL PROPRIO STATO DI SALUTEIn presenza di ferite o foruncoli, le mani vanno ben disinfettate e coperte con un cerotto o garza, che vanno cambiati regolarmente. In ogni caso gli addetti con ferite infette devono astenersi dal manipolare alimenti cotti o pronti al consumo.Precauzioni vanno parimenti adottate in presenza di sintomi quali diarrea e febbre, valutando con il proprio medico l’indicazione ad astenersi dal lavoro.

4. PROTEGGERE GLI ALIMENTI DA INSETTI, RODITORI ED ALTRI ANIMALIla presenza negli ambienti di lavoro di insetti o roditori rappresenta una seria minaccia per l’inte-grità dei prodotti alimentari: la prevenzione si attua sia creando opportune barriere (protezione delle finestre con retine amovibili) che con adeguati comportamenti in particolare conservando gli alimenti in contenitori ben chiusi e gestendo in modo corretto i rifiuti. Anche gli animali do-mestici (cani, gatti, uccelli, tartarughe) ospitano germi patogeni che possono passare dalle mani al cibo.

5. MANTENERE PULITE TUTTE LE SUPERFICI E PIANI DA LAVOROVista la facilità con cui gli alimenti possono essere contaminati è necessario che tutte le superfici, soprattutto i piani da lavoro, siano perfettamente pulite. un corretto procedimento di pulizia pre-

Page 89: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

vede la rimozione grossolana dello sporco, il lavaggio con detergente, il primo risciacquo, la disin-fezione seguita dall’ultimo risciacquo con asciugatura finale, utilizzando solo carta a perdere.

6. RISPETTARE LE TEMPERATURE DI CONSERVAZIONEuna corretta conservazione degli alimenti garantisce la loro stabilità e riduce la probabilità che possano proliferare microrganismi dannosi per il consumatore ad esempio:

• I prodotti deperibili con coperture o farciti a base di crema a base di uova, panna, yogurt, e prodotti di gastronomia con copertura di gelatina alimentare devono essere conservati ad una temperatura non superiore ai +4°c.

• Gli alimenti deperibili cotti da consumarsi caldi (quali piatti pronti, snacks, polli allo spiedo, ecc.) devono essere conservati a temperatura tra i +60° c. e i + 65° c., in speciali banchi con termostato.

• Gli alimenti deperibili da consumarsi freddi (quali arrosto, roast-beef, porchetta, ecc.) e le paste alimentari fresche con ripieno devono essere conservati ad una temperatura non su-periore a + 10° c.

7. EVITARE DI METTERE A CONTATTO I CIBI CRUDI CON QUELLI COTTII cibi crudi per la possibile presenza di germi, possono contaminare quelli cotti anche con minimi contatti: questa contaminazione crociata può essere diretta, ma anche non evidente, come nel caso di utilizzo di coltelli o taglieri già adoperati per tagliare il cibo crudo, reintroducendo gli stessi microbi presenti prima della cottura. Anche nella conservazione vanno tenuti separati sia i cibi cot-ti dai crudi che le diverse tipologie di alimenti (esempio separare la carne suina da quella bovina o il formaggio dal prosciutto).

8. CUOCERE E RISCALDARE GLI ALIMENTIMolti cibi crudi come la carne, le uova, il latte non pastorizzato, sono spesso contaminati da mi-crobi che causano le malattie. una cottura accurata li distruggerà completamente: è fondamentale rispettare il binomio Tempo Temperatura che però può variare da alimento ad alimento.nel riscaldamento dei cibi è invece buona norma raggiungere i 72° c. per almeno due minuti.

9. USARE ACQUA SICURAMENTE POTABILE

10. RISPETTARE IL PIANO DI AUTOCONTROLLO

DATA

pEr prEsa visionE

Firma dell’operatore neo assunto Firma del Titolare

TIMBRO DITTA

Page 90: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Lavora sempre con le mani pulite e quando serve

usa i guanti

Page 91: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > ETICHETTATURA MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

ETICHETTATURALe etichette degLi aLimenti forniscono importanti informazioni suLLa composizione, La data di scadenza e Le modaLità di conservazione.

Cosa e come fare Perché?

non eliminare l’etichet-ta dei prodotti confe-zionati fino a quando l’alimento è utilizzabile

Le informazioni contenu-te possono essere molto importanti (temperatura di conservazione, lotto ecc)

Gli alimenti confeziona-ti presso lo stabilimento devono riportare le in-dicazioni minime previ-ste

è importante garantire la rintracciabilità del pro-dotto e valutarne le con-dizioni di conservazione, la data di scadenza ecc.

indicazioni minime previste per Legge per prodotti confezionati (materie prime acquistate)• la denominazione di vendita;• l’elenco degli ingredienti in ordine decrescente;• la quantità;• il Termine Minimo di Conservazione (“Da consumarsi preferibilmente

entro”) o la Data di scadenza (“Da consumarsi entro”), a seconda della deperibilità del prodotto;

• il nome o la ragione sociale del produttore;• la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento;• il lotto;• le modalità di conservazione (temperatura);• le istruzioni per l’uso (per esempio: da consumarsi previa cottura, da

conservare al fresco dopo l’apertura ecc.);• l’eventuale presenza di allergeni.

Page 92: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari
Page 93: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

documentazione e registrazione attività

a. documenti descrittivi

1. Manuale di autocontrollo

Documento redatto “su misura” in base alle caratteristiche strutturali e produttive di ogni azienda

2. autorizzazione da parte dell’azienda sanitaria all’attività lavorativa (“registrazione”)

necessaria per l’apertura di qualsiasi attività di produzione/somministrazione di cibi e bevande

devono essere disponibili i seguenti docuMenti:

Page 94: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

scHede tematicHe - documentazione e registrazione attività manuale di Buone PraticHe igienicHe per le microimprese alimentariHsCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

FaC Simile Di SCHeDa Di piano Di SaniFiCazione

PUNTO DI INTERVENTO

INTERVENTO PRODOTTO FREQUENZA ATTREZZATURE NOTEP DE DI S G S M A

P = Pulizia: rimozione dello sporco visibile con mezzi meccanici (acqua, straccio, scopa, carta a perdere, ecc.)de = Detersione: rimozione dello sporco “unto” con detergente (anche detto “sgrassante” o “sapone”)di = Disinfezione: eliminazione dei microrganismi patogenis = Detersione + Sanificazione con impiego di un unico prodotto con capacità detergente e disinfettante

g = giornalieras = settimanalem = mensilea = annuale

Procedura comPleta di Pulizia e sanificazione:1. Rimuovere lo sporco visibile grossolano con mezzi meccanici2. Distribuire sulla superficie il prodotto detergente, preventivamente diluito in acqua non troppo calda (ideale da 25°C a 45°C,

non oltre i 50°C), secondo le proporzioni indicate dal produttore3. Attendere che il prodotto faccia effetto (normalmente 5 minuti)4. Risciacquare con acqua tiepida5. Distribuire sulla superficie il prodotto disinfettante, preventivamente diluito in acqua secondo le proporzioni e alle

temperature indicate dal produttore6. Attendere che il prodotto faccia effetto (normalmente 15/20 minuti per i sali di ammonio quaternario, meno per i prodotti a

base di cloro)

7. Risciacquare e lasciar asciugare oppure asciugare con panno pulito o carta a perdere

Prodotti utilizzati

# PRODOTTO NOME COMMERCIALE

% DI DILUIZIONE*

T° ACQUA

TEMPO DI CONTATTO

NOTE

DE DI S

A

B

C

D

E

F

G

H

I

* 5% = 500 ml in 10 lt di acqua 10% = 1 lt in 10 lt di acquade = Detersione: rimozione dello sporco “unto” con detergente (anche detto “sgrassante” o “sapone”)di = Disinfezione: eliminazione dei microrganismi patogenis = Detersione + Sanificazione con impiego di un unico prodotto con capacità detergente e disinfettante

3. piano di sanificazione

Page 95: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

eSempio Di Compilazione FaC Simile Di SCHeDa piano Di SaniFiCazione

PUNTO DI INTERVENTO

INTERVENTO PRODOTTO FREQUENZA ATTREZZATURE NOTEP DE DI S G S M A

Pavimenti xdeterben,

disinfettabenx scopa quando necessario

Tavoli di lavoro x x deterben x mocio a fine giornata

Pavimenti x x disinfettaben xanche più volte al giorno

P = Pulizia: rimozione dello sporco visibile con mezzi meccanici (acqua, straccio, scopa, carta a perdere, ecc.)de = Detersione: rimozione dello sporco “unto” con detergente (anche detto “sgrassante” o “sapone”)di = Disinfezione: eliminazione dei microrganismi patogenis = Detersione + Sanificazione con impiego di un unico prodotto con capacità detergente e disinfettante

g = giornalieras = settimanalem = mensilea = annuale

proDotti utilizzati

# PRODOTTO NOME COMMERCIALE

% DI DILUIZIONE*

T° ACQUA

TEMPO DI CONTATTO

NOTEDE DI S

A xdeterben,

disinfettaben 5% 25-45% 5 minuti Da usare al 2% se c’è poco grasso

B x cloril 8-10% 25-35°C 15 minuti Da usare anche per ammollo

C x determax 2% 20% 15 minuti Da usare su superfici sgrassate

D xDetergente per lavastoviglie

* 5% = 500 ml in 10 lt di acqua 10% = 1 lt in 10 lt di acquade = Detersione: rimozione dello sporco “unto” con detergente (anche detto “sgrassante” o “sapone”)di = Disinfezione: eliminazione dei microrganismi patogenis = Detersione + Sanificazione con impiego di un unico prodotto con capacità detergente e disinfettante

Page 96: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

scHede tematicHe - documentazione e registrazione attività manuale di Buone PraticHe igienicHe per le microimprese alimentariHsCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

4. piano di disinfestazione

eSempio Di Compilazione FaC Simile Di SCHeDa piano Di DiSinFeStazione

PIANIFICAZIONE RISULTATI

POSTA

ZION

E

PUNTO DI MONITORAGGIO FREQUENZA

GEN

FEB

MA

R

APR

MA

G

GIU

LUG

AG

OSETO

TTN

OV

DIC

NOTE

RODITORI

1 Cucina Ogni 2 mesi X X KO X X X 5

2 Magazzino Ogni 2 mesi X X X X X X

3 Piazzale esterno Ogni 2 mesi X X KO X X X 6

4

5

INSETTI STRISCIANTI

6 Cucina Ogni mese X X X KO KO X X X X X X X

7 Cucina Ogni mese X X KO KO KO X X X X X X X 1, 2, 3

8 Magazzino Ogni mese X X X KO KO X X X X X X X 4

9

10

INSETTI VOLANTI

11 Cucina Ogni 2 mesi X X X X X X

12 Magazzino Ogni 2 mesi X X X X X X

13

14

15

risultati: X: infestazione assente KO: infestazione presente

note:1 15.03) Formiche presso scarico lavello verdure – intervento con veleno

2 14.04) Formiche presso scarico lavello verdure – intervento con veleno

3 10.05) Scarafaggi presso scarico lavello verdure – tamponamento foro su muro

4 10.05) Formiche presso scaffale polveri – intervento con veleno

5 20.06) Esca assente – sostituita

6 20.06) Esca un po’ rosicchiata – sostituita

7 ...

8 ...

Page 97: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

5. MansionarioDocumento utilizzato per descrivere i compiti degli operatori

6. piano di caMpionaMentoProgrammazione delle analisi chimiche e/o microbiologiche da effettuare periodicamente

7. scHede prodotti e teMpi di conservazione

Riepilogo degli alimenti prodotti e/o somministrati con l’elenco degli ingredienti e le modalità e i tempi di conservazione (vedi fac simile da compilare a pagina 36)

8. istruzioni per lavaggio Mani

9. istruzioni per taratura terMoMetro a sonda

Page 98: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

scHede tematicHe - documentazione e registrazione attività manuale di Buone PraticHe igienicHe per le microimprese alimentariHsCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

10. eseMpio di istruzione per pulizia e sanificazione superfici

1. rimuovere lo sPorco visiBile grossolano con mezzi meccanici

2. distriBuire sulla suPerficie il Prodotto detergente, Preventivamente diluito in acqua non troPPo calda (da 25°c a 45°c)

3. attendere cHe il Prodotto faccia effetto

4. risciacquare con acqua tiePida

5. distriBuire sulla suPerficie il Prodotto disinfettante, Preventivamente diluito in acqua secondo le ProPorzioni e alle temPerature indicate dal Produttore

6. risciacquare Per rimuovere i residui di disinfettante

Page 99: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

eSempio Di DoCumento Di non ConFormità

DATA CHE PROBlEMA C’È sTATO? COME È sTATO RIsOlTO? FIRMA

23 aprile 2010

La mattina abbiamo trovato

il congelatore spento

La temperatura dei prodotti era inferiore a 2°C. I prodotti sono stati trasferiti in frigorifero e utilizzati nel giro di

due giorni

Mario

5 maggio 2010

All’apertura del cartone 2 confezioni di baccalà in

vaschetta su 3 si presentavano

rigonfie

Il prodotto è stato identificato con cartello e accantonato per essere

restituito al fornitore

Mario

26 maggio 2010

Tracce di escrementi di

piccolo roditore in magazzino

Controllato tutta la merce: non abbiamo

trovato tracce di alterazione

Chiamato ditta di disinfestazione per

posizionamento trappole

Catturato il topolino.Pulizia del locale

Angela

B. documenti dimostrativi

1. non conforMità

Page 100: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

scHede tematicHe - documentazione e registrazione attività manuale di Buone PraticHe igienicHe per le microimprese alimentariHsCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

2. forMazione

eSempio Di VerBale Di inContro Di Formazione

data argomenti trattati decisioni Prese firma ParteciPanti

23.02.2010Controllo delle merci

a ricevimento

Acquistare un termometro a

sonda per valutare le condizioni di

temperatura della merce all’arrivo

MarioGiovanniAngela

05.04.2010

Esito delle analisi di autocontrollo (ragù con valori elevati di

carica microbica)

Si decide che il ragù deve essere

raffreddato in contenitori più piccoli e

consumato entro 3 giorni dalla produzione

MarioGiovanniAngela

26.06.2010

Controllo degli animali infestanti

(non conformità per presenza tipolino)

Una volta alla settimana si fa il giro dei locali per cercare la

presenza di tracce di passaggio

Sentire la ditta di disinfestazione perché ci insegni

qualcosa sulle abitudini dei

roditori

MarioGiovanniAngela

Page 101: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

3. rapporto di prova

eSempio Di DoCumento Di rapporto Di proVa

LABORATORIO MIC-CHI

VIALE DEI PIOPPI – BRENIO (TV)

ANALISI MICROBIOLOGICHE E CHIMICHE SUGLI ALIMENTI

Spettabile: Gastronomia Artigianale della Marca

RAPPORTO DI PROVA N°: 10/1859 del 15 giugno 2010

Accettazione n.: 10/503 Data Arrivo Campione: 03.06.2010Descrizione prodotto POLLO FRITTO “FRIED CHICKEN” LOTTO: 1003234

LuogoCampionamento:

Magazzino Prodotto Finito

Data e ora Campionamento:

03.06.2010Ore 16.30

Temperatura all’accettazione 3,7°C Temperatura al

Campionamento: 2,0°C

Data Inizio Prova: 04.06.2010 Data Fine Prova 12.06.2010

PROVA U.M. METODO RISULTATO NOTE Conta delle colonie a 30°C UFC/g ISO 4833:2003 25.000 Enterobatteri a 37°C UFC/g ISO 21528-2:2004 70 stimate Escherichia coli UFC/g ISO 16649-2:2001 60 stimate Staphylococcus coagulasi + UFC/g ISO 6888-2:1999 < 10 Clostridi solfito riduttori UFC/g MPI 03 Rev. 1 < 10 (*) Campylobacter jejuni P/A in 25 g MPI 35 Rev. 0 assente (*) Salmonella spp. P/A in 25 g UNI EN ISO 6579:2004 assente Listeria monocytogenes P/A in 25 g MPI 50 Rev. 0 assente Ricerca sostanze inibenti P/A MPI 40 Rev. 2 assenti (*)

(*) = prove non accreditate da ACCREDIA.

Pareri ed interpretazioni (non oggetto dell'accreditamento ACCREDIA) Il campione analizzato ha evidenziato valori che rientrano nei limiti previsti dalla legge per i prodotti di tale tipologia (Regolamento 2073/2005).

Il Direttore del Laboratorio Dott.ssa Provetta Cleopatra

Il presente rapporto di prova si riferisce esclusivamente al campione sottoposto alla prova; non può essere riprodotto parzialmente,salvo approvazione scritta di MIC-CHI. Il laboratorio conserva i campioni alimentari per almeno 20 giorni dalla data di inizio analisi; il rapporto di prova per 10 anni.

Page 102: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

scHede tematicHe - documentazione e registrazione attività manuale di Buone PraticHe igienicHe per le microimprese alimentariHsCHEDA TEMATICA > documentazione e registrazione attività MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

4. docuMenti di valutazione dei riscHi (dvr)

Con il documento di valutazione dei rischi, il datore di lavoro (che assume la responsabilità di quanto dichiarato nel DVR), procede all’individuazione di tutti i fattori di rischio presenti in azienda, delle eventuali interazioni e della loro entità. Individuati i fattori di rischio, il datore di lavoro dichiara nel documento quali sono le misure individuate per la prevenzione ed il controllo di tali fattori.

Page 103: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > conservazione DeLLe materie prime MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

conservazione DeLLe materie primeLa corretta conservazione deLLe materie prime ne preserva La quaLità e La sicurezza

cosa e come fare Perché?

Conservare le materie prime secondo quanto riportato in etichetta

Temperature di conser-vazione non idonee pos-sono compromettere la salubrità degli alimenti

Conservare le materie prime refrigerate/con-gelate nelle confezio-ni originali integre o in contenitori chiusi com-prensivi di etichetta

Confezioni danneggiate possono permettere l’in-gresso di microrganismi patogeni. Merci non cor-rettamente etichettate possono essere mante-nute ad una temperatura non corretta e non con-sentire la rintracciabilità

Controllare periodica-mente la scadenza dei prodotti conservati

Per evitare di utilizzare o scartare prodotti scaduti

Page 104: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > conservazione DeLLe materie prime MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Conservare anche i pro-dotti non deperibili se-condo quanto riportato in etichetta

Un abuso termico (per esempio conservazione in locali troppo caldi) può alterare le caratteristiche dei prodotti che devono essere conservati in luo-go fresco

Controllare regolarmen-te i locali di stoccaggio

Un controllo periodico permette di segnalare tempestivamente la pre-senza di infestanti, spor-cizia, alimenti deteriorati

Pulire e sbrinare regolar-mente frigoriferi e con-gelatori

Una manutenzione rego-lare garantisce un corret-to funzionamento degli apparecchi ed evita la formazione di muffe

Rispettare il corretto immagazzinamento: le merci vanno conservate alla temperatura previ-sta e utilizzate dando priorità a quelle con sca-denza più ravvicinata

è importante disporre i prodotti in modo da uti-lizzare prima quelli con scadenza più ravvicinata così da non avere giacen-ze inutilizzate e scadute

cosa e come fare Perché?

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sCHEDA TEMATICA > FORMAZIONE DEL PERSONALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

FORMAZIONE DEL PERSONALEIl personale deve essere adeguatamente formato per le attIvItà che deve svolgere

Cosa e come fare Perché?

è importante formare il personale e effettuare regolari supervisioni su chi manipola gli alimenti

A volte procedure non correttamente applicate possono causare altera-zioni degli alimenti

se vengono fatti incon-tri di formazione racco-gliere le firme dei parte-cipanti

L’attestazione della pre-senza garantisce di essere stati istruiti su quell’argo-mento e rende maggior-mente responsabile il personale

sarebbe utile valutare la formazione ricevuta mediante test, questio-nari, domande o prove pratiche

Spesso “sembra” di aver capito ma le procedure vengono poi applicate in maniera non corretta

Fare dei controlli sulla corretta applicazione delle procedure al ter-mine della giornata la-vorativa

In caso di errori, ribadire la corretta modalità di esecuzione dell’attività e spegarne il motivo

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sCHEDA TEMATICA > GESTIONE IMBALLAGGI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

GESTIONE IMBALLAGGI

ALCUNI ESEMPI DI IMbALLAggI:FILM PLASTICO > VASCHETTE > SACCHETTO

I MATErIALI A CONTATTO CON gLI ALIMENTI DEVONO ESSErE gESTITI CON CUrA PErCHé POSSONO ESSErE FONTE DI CONTAMINAzIONE PEr gLI ALIMENTI

Cosa e come fare Perché?

Il personale deve essere adeguatamente forma-to sull’uso degli imbal-laggi (per esempio: film, buste, vaschette)

Ci possono essere parti-colari tipologie di imbal-laggi che non possono venire a contatto con al-cuni alimenti

Conservare la sche-da tecnica relativa alla composizione degli im-ballaggi utilizzati

La scheda descrive per quali alimenti l’imballla-gio è idoneo

Gli imballaggi devono essere tenuti in luoghi puliti e idonei alla con-servazione di tali mate-riali

Anche gli imballaggi, se non correttamente con-servati, possono essere fonte di contaminazione

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sCHEDA TEMATICA > LAVORAZIONE / TRASFORMAZIONE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

LAVORAZIONE/TRASFORMAZIONEIl personale deve essere adeguatamente formato per le attIvItà che deve svolgere

Cosa e come fare Perché?

Mantenere separati pro-dotti sporchi e prodotti puliti

I microrganismi patogeni si possono trasferire tra i vari alimenti e possono contaminare prodotti che non subiranno altri trattamenti prima del consumo

Alimenti sporchi e pu-liti vanno lavorati in momenti diversi della giornata o in locali di-versi

Bisogna evitare la conta-minazione crociata

utilizzare strumenti di-versi per lavorare ali-menti sporchi e puliti

Evitare contaminazioni crociate

lavare e disinfettare spesso le mani tra una lavorazione sporca e una pulita

L’operatore può veicolare microrganismi patoge-ni da alimenti/superfici sporche ad altre pulite

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sCHEDA TEMATICA > LAVORAZIONE / TRASFORMAZIONE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Identificare chiaramen-te i locali per lavorazioni pulite e sporche

La separazione delle due lavorazioni impedisce contaminazioni

utilizzare strumenti di colore diverso per le di-verse stanze (es. rosso per sporco, blu per pu-lito)

La separazione per colori ha visibilità immediata e riduce errori o sbagli

I contenitori per i rifiuti devono essere in nume-ro adeguato, non apribi-li manualmente

L’apertura a pedale ridu-ce il rischio di contami-nazione delle mani.

I contenitori per i rifiu-ti devono essere puliti e disinfettati dopo lo svuotamento; non de-vono esserci rifiuti all’e-sterno

Non ci devono essere ri-fiuti al di fuori del conte-nitore per evitare sporci-zia e infestanti.

Cosa e come fare Perché?

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sCHEDA TEMATICA > LAVORAZIONE A CALDO MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

LAVORAZIONE A CALDOLa corretta Lavorazione “a caLdo” permette di abbattere sensibiLmente La carica microbica degLi aLimenti, in quanto Le aLte temperature inattivano La maggior parte dei microrganismi patogeni

Cosa e come fare Perché?

Cuocere gli alimenti se-condo tempi e tempera-ture previsti

Cotture non adeguate o ridotte possono permet-tere la sopravvivenza dei microrganismi

Misurare la temperatura a cuore del prodotto

Se la temperatura previ-sta non viene raggiunta a cuore del prodotto è possibile che non tutta la flora microbica sia stata inattivata

I termometri utilizzati devono essere adegua-tamente puliti e sanifi-cati dopo l’uso

Possono essere veicolo di microrganismi patogeni

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sCHEDA TEMATICA > LAVORAZIONE A CALDO MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

utilizzare gli oli per un numero limitato di frit-ture

Utilizzi prolungati sono dannosi per lo sviluppo di sostanze tossiche

Fare attenzione al punto di fumo e utilizzare oli adatti alla frittura

Il punto di fumo è la tem-peratura a cui un gras-so alimentare riscaldato comincia a decomporsi (idrolizzarsi) alterando la propria struttura moleco-lare e formando acrolei-na, una sostanza tossica e cancerogena. Si può os-servare quando si inizia a vedere del fumo

Cosa e come fare Perché?

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sCHEDA TEMATICA > POTabiliTà dell’acqua MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

POTabiliTà dell’acquaLa potabiLità deLL’acqua è un requisito fondamentaLe nei LocaLi che producono o somministrano aLimenti

cosa e come fare Perché?

Il rifornimento di acqua potabile deve essere adeguato alle necessità e deve garantire che gli alimenti non vengano contaminati

L’acqua può rappresenta-re una fonte di contami-nazione degli alimenti

Il ghiaccio eventual-mente prodotto non deve essere veicolo di patogeni e deve essere conservato in modo da evitare possibili conta-minazioni

Il ghiaccio può rappre-sentare una fonte di con-taminazione degli ali-menti

sono necessarie veri-fiche periodiche sulla potabilità dell’acqua e sull’idoneità dell’im-pianto di distribuzione

Bisogna attestare che l’acqua utilizzata per la produzione o il lavaggio sia esente da contamina-zioni

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sCHEDA TEMATICA > POTabiliTà dell’acqua MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

In caso di utilizzo di al-tre fonti di approvvi-gionamento di acqua è importante avere la do-cumentazione sull’im-pianto di disinfezione e l’autorizzazione da parte del servizio igie-ne degli alimenti e della nutrizione (sIAn)

è importante controllare regolarmente la potabili-tà di questo tipo di acqua

Alcuni ristoranti ed esercizi pubblici sommi-nistrano acqua potabile non preconfezionata

è necessario riportare la specifica denominazione di vendita come richiesto dal D. Lgs. 181/2003

cosa e come fare Perché?

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sCHEDA TEMATICA > GESTIONE DEI PROBLEMI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

GESTIONE DEI PROBLEMIBisogna gestire secondo regole chiare qualsiasi proBlema che si verifica durante l’attività lavorativa .

Cosa e come fare Perché?

è importante riuscire a riconoscere qualsiasi evento che può creare dei problemi durante la produzione (rottura di un frigorifero, materia prima scaduta, scheggia di legno nell’impasto ecc.)

Bisogna intervenire pri-ma possibile per limitare i danni

In caso di non Confor-mità (nC) è importante identificare e mettere da parte il prodotto e avvi-sare il Responsabile

Il Responsabile dovrebbe essere in grado di pren-dere immediatamente la decisione corretta per evi-tare ulteriori problemi

Dopo la risoluzione del problema è importante analizzare le cause che hanno portato al pro-blema

è importante eliminare la causa in modo da evi-tare che si ripresenti

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sCHEDA TEMATICA > GESTIONE DEI PROBLEMI MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

è necessario tenere trac-cia scritta delle nC che si sono verificate e della loro risoluzione

Può essere utile nel caso si dovesse ripresentare lo stesso problema ma anche per dare evidenza alla autorità competen-te di come il problema è stato risolto

Identificare e segregare il prodotto non confor-me

Per evitare che venga in-volontariamente utiliz-zato

Cosa e come fare Perché?

Page 117: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DELLA PULIZIA MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

VERIFICA DELLA PULIZIAUn’efficace pUlizia è essenziale per eliminare batteri pericolosi ed impedirne la diffUsione.

Cosa e come fare Perché?

Prima di iniziare l’attivi-tà lavorativa controllare che le superfici di lavoro siano state pulite e sani-ficate

Le superfici non pulite presentano un’elevata carica microbica che può essere trasferita agli alimenti in lavorazione

Controllare che non si-ano presenti sui piani di lavoro attrezzature non pulite o residui di lavorazione (impasta-trice, tagliere, coltelli, affettatrice…)

Gli utensili e le attrezzature sporche possono veicolare germi pericolosi sugli alimenti in lavorazione

le operazioni di pulizia devono essere adegua-te agli ambienti e va evi-tata la nebulizzazione o la dispersione di aerosol

La nebulizzazione o la dispersione di aerosol può favorire la ricontaminazione degli ambienti

Page 118: Manuale di buone pratiche di igiene per le microimprese alimentari

sCHEDA TEMATICA > VERIFICA DELLA PULIZIA MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Cosa e come fare Perché?

Prima della detersione è opportuno togliere lo sporco visibile

Questa operazione permette ai detergenti di agire efficacemente

Assicurarsi di utilizza-re i prodotti secondo le istruzioni della casa produttrice, vedi scheda tematica “DoCUmEn-tAZIonE E REgIstRA-ZIonE AttIVItà”

I prodotti agiscono efficacemente se utilizzati alla giusta concentrazione e temperatura

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sCHEDA TEMATICA > rintracciabilità, ritiro e richiamo MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

partenza!

rintracciabilità, ritiro e richiamo

È responsabilità dell’operatore del settore alimentare garantire la rintracciabilità degli alimenti che produce o commercializza ed È suo compito effettuarne in ritiro/richiamo se necessario.

cosa e come fare Perché?

la rintracciabilità degli alimenti deve rientrare nella programmazione dell’autocontrollo. la rintracciabilità interna non è obbligatoria salvo i casi previsti dalla leg-ge (carni bovine, pesce, OGM)

Nei casi previsti è respon-sabilità dell’OSA garanti-re la rintracciabilità

Tutti gli alimenti pro-dotti devono essere cor-rettamente etichettati e deve essere possibile risalire al fornitore

La rintracciabilità è uno dei pilastri su cui si fonda la sicurezza alimentare

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sCHEDA TEMATICA > rintracciabilità, ritiro e richiamo MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

nel caso di alimenti non conformi (presenza di patogeni, materie prime avariate, mancata tenu-ta del sottovuoto in un lotto, ecc.) l’OsA dispo-ne il ritiro e/o richiamo dei prodotti, d’accordo con l’Autorità Compe-tente

L’OSA ha l’obbligo di in-formare i consumatori e l’Autorità competente se alimenti immessi sul mer-cato sono dannosi per la salute umana.

è importante poter sem-pre contattare i fornito-ri e l’Asl, quindi tenere una rubrica aggiornata con i numeri di telefono

Nelle emergenze e con tempi stretti consente di agire rapidamente

Da DoVe arriVa? QUanDo ScaDe?

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sCHEDA TEMATICA > verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Una corretta organizzazione degli ingressi del personale e dei visitatori esterni limita l’introdUzione di contaminazioni da operatori.

cosa e come fare Perché?

Assicurarsi che il perso-nale abbia dei locali se-parati adibiti al cambio degli abiti e armadietti separati per gli abiti da lavoro rispetto a quelli personali.

Gli abiti personali posso-no veicolare sostanze in-desiderate sugli abiti da lavoro

Gli abiti utilizzati devo-no essere puliti prima dell’uso e cambiati re-golarmente

La non corretta sanifi-cazione costituisce una fonte di contaminazione batterica

verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi

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sCHEDA TEMATICA > verifica degli ingressi del personale interno e esterno e degli spogliatoi MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

Il percorso dallo spoglia-toio verso gli ambienti di lavoro deve essere fatto con abiti puliti e non bisogna frequenta-re ambienti contaminati con abiti puliti

Il corretto utilizzo degli abiti tutela dalle conta-minazioni crociate

Il personale esterno deve avere accesso allo stabilimento solo se autorizzato e preferibil-mente accompagnato

Chiunque può veicola-re con gli indumenti o le scarpe microrganismi che possono contamina-re gli alimenti in lavora-zione

è necessario che gli eventuali visitatori esterni indossino cami-ci, copricapo, soprascar-pe e mascherine mo-nouso fornite dalla ditta

Gli indumenti usa e getta forniscono una barriera alla possibile contami-nazione degli ambienti di lavoro e delle materie pri-me da parte di personale esterno

Gli indumenti utilizzati dal personale esterno devono essere eliminati dopo l’uso

Gli indumenti monouso non vanno mai riutilizza-ti per evitare contamina-zioni

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sCHEDA TEMATICA > SCELTA DEI FORNITORIMAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

La sceLta dei fornitori rappresenta un punto critico perché Le materie prime fornite possono infLuire suLLa sicurezza igienico sanitaria degLi aLimenti.

Cosa e come fare Perché?

Fare un’attenta valuta-zione dei fornitori per produzione e trasporto delle materie prime

è possibile tutelarsi da rischi non direttamente controllabili

Controllare le materie prime all’arrivo e segna-lare subito eventuali non Conformità, respin-gendo la merce se del caso

è importante non uti-lizzare materie prime non idonee, mantenute a temperature non cor-rette, in imballaggi non integri perché possono veicolo di patogeni

Il susseguirsi di non Conformità relative ad un fornitore può com-portare la sostituzione di quel fornitore

è inutile rischiare di com-promettere la produzione per cause non imputabili all’azienda stessa

Tenere sempre aggior-nata la rubrica telefoni-ca dei fornitori

è utile per poter contat-tare in tempi rapidi a chi ha consegnato la merce

SCELTA DEI FORNITORI

NON SEMBRA MOLTO FRESCO!

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sCHEDA TEMATICA > ANALISI SU ALIMENTI E AMBIENTI DI LAVORO MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Perché fare analisi?

le analisi degli alimenti e degli ambienti di lavoro (ad esemPio attraverso tamPoni suPerficiali) forniscono utili indicazioni Per:

• Valutare la qualità e le condizioni igieniche delle materie prime acquistate e, di conseguenza, l’affidabilità dei fornitori

• Valutare quanto a lungo e in quali condizioni può essere conservato un semi-lavorato (ad esempio: salsa) in attesa di utilizzo

• Valutare le caratteristiche dei prodotti finiti e, in particolare, il periodo di massima conservazione

• Valutare l’efficacia dei processi di cottura• Valutare le condizioni di igiene di superfici e attrezzi• Confermare la validità delle regole di pulizia e sanificazione• Valutare lo stato della rete di distribuzione dell’acqua potabile• …

le analisi costituiscono quindi uno strumento per verificare se le regole di buo-ne pratiche adottate in azienda sono capaci di controllare i pericoli alimentari.

che cosa cercare?

le analisi su alimenti Possono servire a diversi scoPi:

• Capire se un alimento è “fresco”: per questa cosa si valutano indicatori gene-rici come la carica microbica oppure i batteri lattici oppure il pH

• Cercare eventuali patogeni, come Salmonella, Listeria monocytogenes, Esche-richia coli O157, ecc.

a chi rivolgersi?

secondo la legislazione vigente, i laboratori che eseguono analisi per l’autocon-trollo delle aziende alimentari devono essere accreditati dall’organismo ACCRE-DIA in conformità alla norma IsO 17025 relativamente alle prove eseguite.

ANALISI SU ALIMENTI E AMBIENTI DI LAVORO

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sCHEDA TEMATICA > MACELLERIA - SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

MACELLERIA- SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE

Cosa e come fare Perché?

I sottoprodotti di origi-ne animale (ossi, grasso) vanno smaltiti esclusi-vamente da ditte auto-rizzate

Per i pericoli potenzial-mente associati a questi rifiuti, essi devono essere smaltiti e trattati secon-do particolari modalità

nel caso in cui essi siano temporaneamente stoc-cati nell’esercizio com-merciale, devono essere usati appositi conteni-tori a chiusura ermetica, contrassegnati con una banda trasversale di co-lore verde

I sottoprodotti non devo-no essere confusi con al-tri rifiuti

se la consegna alle ditte autorizzate non è quo-tidiana, essi devono es-sere conservati in celle frigorifere e mantenu-ti in idonee condizioni igieniche

A temperatura ambiente i sottoprodotti vanno in-contro a fenomeni di al-terazione (putrefazione)

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sCHEDA TEMATICA > MACELLERIA - SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Cosa e come fare Perché?

Va stipulato un contrat-to con una ditta autoriz-zata allo smaltimento; il contratto deve essere a disposizione per essere presentato su richiesta dell’autorità competen-te (Asl, nAs, ecc.)

È importante dare evi-denza che lo smaltimen-to avviene a cura di un raccoglitore autorizzato

Vanno conservati i do-cumenti commerciali di avvenuto smaltimento presso l’esercizio com-merciale o presso chi tiene la contabilità

Per dimostrare l’avvenu-to smaltimento secondo normativa

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sCHEDA TEMATICA > MACELLERIA - ETICHETTATURA CARNI BOVINE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

MACELLERIA- ETICHETTATURA CARNI BOVINEDopo l’emergenza “mucca pazza”, la rintracciabilità Delle carni bovine è Diventato un requisito essenziale per la sicurezza Dei proDotti e la tranquillità Dei consumatori.

Cosa e come fare Perché?

le carni bovine in espo-sizione devono essere accompagnate dalle se-guenti informazioni ob-bligatorie, che devono essere disponibili per i clienti:• Paese di nascita• Paese (o Paesi) di alle-

vamento• Paese (e Bollo CEE) di

macellazione• Paese (e Bollo CEE) di

sezionamento• Codice che identifica

l’animale o il gruppo di animali di origine delle carni

La sicurezza alimentare si basa anche sulla rin-tracciabilità dei prodotti e sulla trasparenza delle informazioni per la clien-tela

Per comunicare altre in-formazioni (razza, sesso, età alla macellazione, caratteristiche di ali-mentazione, ecc.) oltre a quelle obbligatorie di cui sopra, le macellerie e i supermercati devono aderire a Disciplinari Vo-lontari di Etichettatura approvati dal MIPAAF

Le informazioni facolta-tive possono essere utili per valorizzare i prodotti ma devono essere veritie-re e dimostrabili

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sCHEDA TEMATICA > MACELLERIA - ETICHETTATURA CARNI BOVINE MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

Cosa e come fare Perché?

Il legame tra la carne in esposizione e le infor-mazioni di etichettatura può essere garantito in diversi modi: uso di eti-chette colorate (con cor-rispondente colore sulla documentazione, DDT o etichette), numeri iden-tificativi, vassoi colorati, spilloni colorati, ecc.

La rintracciabilità è ga-rantita da una corretta identificazione dei pro-dotti

l’inizio e la fine di vendi-ta di ogni lotto può es-sere registrata in un re-gistro apposito oppure tramite i DDT delle carni acquistate

Questa informazione per-mette di capire la storia dei lotti in vendita e ven-duti

l’obbligo di etichettatu-ra non è esteso alle frat-taglie (fegato, trippe…) delle quali deve comun-que esserne garantita la provenienza

Deve essere sempre pos-sibile la correlazione tra le informazioni e gli ali-menti in vendita

la documentazione re-lativa alle carni vendute deve essere conservata per almeno 2 anni pres-so l’esercizio commer-ciale o presso l’ufficio che conserva la docu-mentazione fiscale

Periodo di conservazione fissato dalla legge

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sCHEDA TEMATICA > molluschi e prodotti della pesca MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

molluschi e prodotti della pescaI prodottI della pesca sono molto deperIbIlI e rIchIedono partIcolarI attenzIonI nella conservazIone e nell’etIchettatura.

cosa e come fare Perché?

I prodotti della pesca devono essere conser-vati alla giusta tempera-tura, rispettando la ca-tena del freddo: • refrigerati: devono es-

sere conservati a una temperatura vicina a quella del ghiaccio fon-dente (0°C)

• congelati: devono esse-re conservati a tempera-tura inferiore a -18°C

• i molluschi e gli orga-nismi vivi: devono es-sere mantenuti ad una temperatura che non pregiudichi la sicurezza alimentare e la loro vita-lità (+6°C)

È utile dotare i frigoriferi e le vetrine di termome-tri di minima e massima. Particolare attenzione va posta ai banchI dI vendIta al dettaGlIo dove i molluschi devono essere fisicamente sepa-rati dagli altri prodotti della pesca: è utile usare dei contenitori forati per lasciar defluire l’acqua del ghiaccio sciolto

La corretta temperatura di conservazione permet-te di mantenere inalte-rate le caratteristiche di freschezza del prodotto, quindi di aumentarne la durata

Temperature di conser-vazione non idonee pos-sono comportare delle sanzioni per cattivo stato di conservazione

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sCHEDA TEMATICA > molluschi e prodotti della pesca MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

I prodotti in esposizione per la vendita al detta-glio devono essere cor-rettamente etichettati e riportare: • il nome commerciale• il metodo e la zona di

pesca• l’eventuale presenza di

ingredienti o additivi• l’indicazione di prodot-

to fresco o congelato

Etichette non corret-te possono comportare sanzioni per errata de-nominazione di specie o per frode in commercio (D.Lgs 109/1992 e DM 27/03/2002)

le etichette degli imbal-laggi della merce in ar-rivo dovrebbero essere conservate almeno fino ad esaurimento della merce stessa. nel caso di molluschi venduti non in confezio-ne integra ma previo fra-zionamento, le etichette originali vanno conser-vate per 60 giorni

È necessario garantire la rintracciabilità dei pro-dotti acquistati e venduti

Il pesce da taglio non deve essere conservato sui taglieri durante la vendita. Va conservato sempre a bassa temperatura e va posto sul tagliere per il tempo strettamente ne-cessario alle operazioni di taglio

Un abuso termico può alterare le caratteristiche dei prodotti che devo-no essere conservati in ghiaccio

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sCHEDA TEMATICA > molluschi e prodotti della pesca MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

lo stato di freschezza dei prodotti esposti e/o conservati in cella deve essere valutato anche più volte nel corso del-la giornata per evitare la vendita e/o sommi-nistrazione di prodotti alterati

Tra le sostanze che de-rivano dall’alterazione dei prodotti ittici, alcune hanno un effetto nocivo sulla salute (a esempio l’istamina)

l’eviscerazione del pesce, la “sbissatura” (asportazione del pelo o “bisso”) dei mitili e le altre preparazioni (da effettuarsi solo se è pre-sente un laboratorio o una cucina) sono con-sentite solo dopo essere stati venduti.È possibile eviscerare durante la vendita solo in caso di rischio sanita-rio (sospetta presenza di parassiti)

L’eviscerazione e le altre lavorazioni sono attività con alta probabilità di contaminazione di altri prodotti

I vegetali utilizzati per l’esposizione del pesce vanno preventivamen-te lavati in un apposito lavandino e secondo le modalità definite nella scheda tematica lavo-r a z I o n e / t r a s f o r -mazIone, in modo da essere impiegati in pe-scheria già lavati.I vegetali possono es-sere conservati in cella con i prodotti ittici solo se chiusi in appositi con-tenitori

Non ci devono essere contaminazioni tra vege-tali e prodotti della pesca

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sCHEDA TEMATICA > molluschi e prodotti della pesca MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

Il personale addetto alla vendita deve conoscere i principali rischi con-nessi al consumo di pe-sce partecipando a spe-cifici corsi di formazione

È importante essere in grado di riconoscere i pe-sci pericolosi e quelli che presentano frequente-mente parassiti (a esem-pio Anisakis)

È importante prevedere, sulla base delle esigen-ze e del volume di atti-vità, un programma di analisi microbiologiche, tossicologiche su pro-dotti (a esempio metalli pesanti, istamina, ecc.), ghiaccio e ambienti ed un piano di osservazio-ne diretta. si consiglia di prevedere anche alcune analisi per la corretta identificazio-ne di specie

Le analisi possono fornire informazioni sull’affida-bilità dei fornitori, sulle caratteristiche dei pro-dotti e/o degli ambienti di lavorazione

la sommInIstrazIo-ne di pesce crudo o ma-rinato comporta sempre un certo rischio per i consumatori: controlla-re sempre, prima di ser-vire, l’identificazione di specie, i caratteri di fre-schezza, la presenza di parassiti visibili

Per la possibile presenza di specie tossiche, di pa-rassiti, di microrganismi patogeni o di sostanze chimiche (per esempio l’istamina), specie in pro-dotti non freschi

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sCHEDA TEMATICA > molluschi e prodotti della pesca MAnuAlE di BuOnE PRATICHE di IGIEnE per le microimprese AlIMEnTARI

cosa e come fare Perché?

Per il pesce da consu-marsi crudo deve es-sere effettuato il “trat-tamento di bonifica preventiva” (tbp) che prevede il congelamen-to a -20°C per 24 ore. se il trattamento è effet-tuato presso l’esercizio di somministrazione, deve esserne data co-municazione all’autorità competente Asl specifi-cando:• l’apparecchiatura utiliz-

zata (destinata esclusi-vamente a questo trat-tamento)

• la procedura scritta fi-nalizzata al controllo dei parassiti, tenendo in considerazione: l’ap-parecchiatura, la pez-zatura dei prodotti che si intendono trattare, i tempi previsti per il rag-giungimento e il man-tenimento della tempe-ratura di – 20° C a cuore del prodotto

• la specie di parassita e i tempi di trattamento necessari per garantir-ne l’uccisione mediante congelamento a tem-peratura non superiore a – 20 °C

I dati relativi al tratta-mento (a esempio: quan-tità e pezzatura del pesce sottoposto a trattamen-to, temperature e tempi di congelamento, ecc.) devono essere registra-ti, unitamente alla data di consumo e/o vendita

E’ importante garantire la somministrazione di prodotti che non com-portino rischi per infesta-zione parassitaria

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