Mangiacinema Pupi e Antonio Avati il lungo racconto di due ... · DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018 43...

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---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 43 DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018 Mangiacinema Pupi e Antonio Avati il lungo racconto di due vite da film Il regista e il produttore a Salso, un viaggio emozionato ed emozionante nell'immaginario e nella loro carriera «C'è un momento in cui si vuole scappare dall'adolescenza, ma poi tutto cambia e desideri tornare al tuo passato» Led Zeppelin Tutto da rifare per «Stairway to Heaven» Jefferson Airplane Addio a Balin, fondatore della band e leggenda della «Summer of Love» CHIARA MIGNANI p Accolti da un lungo applau- so, Pupi e Antonio Avati, due maestri del cinema italiano, hanno regalato al pubblico di «Mangiacinema» un viaggio emozionato ed emozionante nel loro immaginario e nella loro lunga carriera. Ieri sera nel salone delle feste delle terme Berzieri, Gianlui- gi Negri, direttore artistico della rassegna ha presentato l'incontro con i fratelli Avati ed è stata anche l'occasione per festeggiare i cinquanta anni della loro carriera. Ha iniziato a raccontare An- tonio Avati che ha descritto i suoi primi passi nel cinema a Roma quando ancora voleva fare l'attore: «gli incontri con i terribili aiuto-registi per me, che ero un ragazzino bologne- se, timido, di buona famiglia, erano abbastanza sconvol- genti e alla fine ho capito che non era la mia strada». Ha poi ricordato la decisione di lavorare insieme al fratello come sceneggiatore e produt- tore. «Abbiamo scritto un'infinità di sceneggiature - ha raccon- tato Antonio Avati - fino a quando c'è stato quello che si può chiamare un miracolo: Ugo Tognazzi ci scelse e ''La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone'' di- Il rock perde un protagonista: si è spento a 76 anni a Tampa, in Florida p Il fondatore dei Jefferson Airplane, Marty Balin, 76 an- ni, si è spento a Tampa in Flo- rida. «L'aeroplano» Jefferson iniziò il proprio volo nel 1965, e Balin, al secolo Martyn Jerel Buchwald, ne fu ideologo e fondatore. L’album di debutto è del '66: «Jefferson Airplane Takes off», fino all’apoteosi del palco di Woodstock nel 1969: «White Rabbit» e «So- mebody to Love». I due brani confluiscono nel secondo al- bum del gruppo «Surrealistic Pillow». Un volo che si inter- rompe bruscamente ad Alta- mont, nel dicembre del 1969, quando i sogni di una gene- razione si infrangono, spez- zati dalla violenza degli Hell's Angels in quel concerto orga- nizzato dagli Stones e fune- stato dall’omicidio di Meredi- th Hunter. Prima della doccia fredda di Altamont, gli Airplane inanel- lano un disco dietro l’altro: nel '67 arriva «After Bathing at Ba- xter's', seguito l’anno succes- sivo da «Crown of Creation». Ma il capolavoro di Balin è «Volunteers», del 1969. Nel 1971 Balin lascia gli Airplane, fortemente turbato dalla morte dell’amica Janis Joplin e in disaccordo con lo stile di vita lisergico degli altri mem- bri del gruppo. Un’assenza durata appena tre anni: nel 1974 torna sui suoi passi, ma al posto dell’aeroplano trova un’astronave. I Jefferson Air- plane sono diventati Jefferson Starship. Con loro incide tre album, collaborando a un quarto. E trova lo spazio per piazzare un altro piccolo ca- polavoro: è «Miracles». Nel 1978 lascia definitivamente la band, per tentare una carrie- ra solista, mai decollata. R.S. TERME BERZIERI Da sinistra, Antonio e Pupi Avati intervistati da Gianluigi Negri. Presunto plagio, si riapre il processo per uno dei brani rock più famosi al mondo p Si riapre il processo per uno dei brani rock più famosi al mondo, la celeberrima «Stairway to Heaven» dei Led Zeppelin. Il brano, firmato da Jimmy Page e Robert Plant nel 1971, è da tempo al centro delle polemiche per un pre- sunto plagio di «Taurus», un brano degli Spirit datato 1967. Una prima causa, intrapresa da Michael Skidmore, cura- tore del patrimonio di Randy Wolfe, meglio noto come Ran- dy California, chitarrista de- gli Spirit e compositore del brano incriminato, si era con- clusa nel 2016. Il verdetto di una giuria fede- rale di Los Angeles assolveva gli Zeppelin. Ora però una corte federale di Los Angeles ha ri- scontrato delle irregolarità nel processo del 2016, che è dun- que da rifare. Durante il dibat- timento, spiegano i giudici, non è stato possibile ascoltare il pezzo originale siglato da Randy Calfiornia, ma solamen- te una registrazione live. Inol- tre il giudice avrebbe sostenu- to, sbagliando, che il copyright non copre le scale cromatiche, gli arpeggi e le sequenze di tre note, influenzando il parere della giuria. I Led Zeppelin non sono nuovi alle accuse di plagio: fin dal- l’uscita del loro primo album in studio, la rivista Rolling Stone accusò Page e compa- gni di aver copiato «Black Mountain Side» da un pezzo di Bert Jansch e «Your Time Is Gonna Come» da «Dear Mr. Fantasy» dei Traffic. SPETTACOLI p ROCK I Led Zeppelin. OGGI L'omaggio a Guareschi Mangiacinema, oggi alle 17,15, nel salone delle feste delle Terme Berzieri omaggio a Gio- vannino Guareschi nel 50° del- la scomparsa: reading «cine- matografico» di Enrico Beru- schi. Conduce il presidente del Club dei Ventitré Egidio Ban- dini. Alle 18,15 «Mondo pic- colo»: proiezione del medio- metraggio del 2011 con l ’au - tore del progetto Paolo Simo- nazzi e il regista Alessandro Scillitani. Programma comple- to su www.mangiacinema.it. BALIN In concerto a Hallandale in Florida negli anni 2000. venne un film». Il direttore artistico di «Man- giacinema» ha messo in cam- po il tema della nostalgia mol- to importante nella poetica di Avati. «E' vero, nella vita fino ad un certo punto c'è la volontà di scappare dalla propria adole- scenza per diventare uomini, ma un giorno inizia un viaggio contrario e vuoi tornare al tuo passato e lo ricordi come me- raviglioso, questa nostalgia è senza dubbio la nostra par- ticolare calligrafia nel fare ci- nema». Pupi Avati ha una grande ca- pacità di racconto, è un nar- ratore sapiente e riesce a tra- sportare gli ascoltatori, nel- l'Italia della sua giovinezza: «Io vengo da un'Italia remota, del dopoguerra, mutilata an- che se poi in ogni cortile di Bologna si ballava e c'era un grande desiderio di bellezza, era per questo - ha spiegato - che ci piaceva il cinema ame- ricano, perché lì c'era la bel- lezza». In relazione al suo ultimo film «Il signor Diavolo», attual- mente al montaggio, il regista rivela: «Ho voglia di fare un cinema che assomigli alle fa- vole contadine che ci veniva- no raccontate da bambini ed ecco il diavolo di cui ormai non si parla più nemmeno in chiesa, ma - spiega divertito - da bambini ci faceva paura, sono tornato ragazzo con que- sto film “de paura “ come di- cono a Roma». Fondamentale viene descrit- to l'incontro con il cinema di Federico Fellini. «Il film “8 e mezzo” - ha rac- contato il regista bolognese - mi ha cambiato la vita, mi ha fatto capire come il cinema possa essere anche uno straordinario strumento di racconto personale». Il regista si è visibilmente emozionato quando ha parla- to di sua moglie. «Lei è indispensabile - ha det- to - perché è la persona che mi ha visto sempre, quella che mi conosce meglio di tutti e in- fatti quando alla mattina mi chiede “dove vai?” e io rispon- do “al lavoro”, lei ride e ha ra- gione perché è vero il mio non è mai stato un lavoro...». E su questa affermazione è scoppiato l'applauso sponta- neo del folto pubblico perché nel tono con cui lo ha detto c'era tutta la sua passione per il cinema. A conclusione dell'incontro la degustazione di una torta speciale creata da Angelo Pezzarossa della Nuova Pa- sticceria Lady di San Secon- do per festeggiare i cinquan- t'anni di carriera dei fratelli Avati. © RIPRODUZIONE RISERVATA PREMIO FRANCESCO BARILLI «CREATORE DI SOGNI» p Francesco Barilli protagonista venerdì sera di Mangiacinema alle Terme Berzieri. Al termine dell'incontro condotto da Franco Dassisti il direttore artistico del festival Gianluigi Negri ha con- segnato a Barilli il premio «Mangiacinema - creatore di sogni». E' seguita la proiezione de «Il profumo della signora in nero» che il regista parmigiano ha realizzato nel 1974.

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Mangiacinema Pupi e Antonio Avatiil lungo racconto di due vite da filmIl regista e il produttore a Salso, un viaggio emozionato ed emozionante nell'immaginario e nella loro carriera«C'è un momento in cui si vuole scappare dall'adolescenza, ma poi tutto cambia e desideri tornare al tuo passato»

Led Zeppelin Tutto da rifareper «Stairway to Heaven»

Jefferson Airplane Addio a Balin, fondatoredella band e leggenda della «Summer of Love»

CHIARA MIGNANI

pAccolti da un lungo applau-so, Pupi e Antonio Avati, duemaestri del cinema italiano,hanno regalato al pubblico di«Mangiacinema» un viaggioemozionato ed emozionantenel loro immaginario e nellaloro lunga carriera.Ieri sera nel salone delle festedelle terme Berzieri, Gianlui-gi Negri, direttore artisticodella rassegna ha presentatol'incontro con i fratelli Avatied è stata anche l'occasioneper festeggiare i cinquantaanni della loro carriera.Ha iniziato a raccontare An-tonio Avati che ha descritto isuoi primi passi nel cinema aRoma quando ancora volevafare l'attore: «gli incontri con iterribili aiuto-registi per me,che ero un ragazzino bologne-se, timido, di buona famiglia,erano abbastanza sconvol-genti e alla fine ho capito chenon era la mia strada».Ha poi ricordato la decisionedi lavorare insieme al fratellocome sceneggiatore e produt-to re.«Abbiamo scritto un'infinitàdi sceneggiature - ha raccon-tato Antonio Avati - fino aquando c'è stato quello che sipuò chiamare un miracolo:Ugo Tognazzi ci scelse e ''Lamazurka del barone, dellasanta e del fico fiorone'' di-

Il rock perdeun protagonista:si è spento a 76 annia Tampa, in Florida

pIl fondatore dei JeffersonAirplane, Marty Balin, 76 an-ni, si è spento a Tampa in Flo-rida. «L'aeroplano» Jeffersoniniziò il proprio volo nel 1965,e Balin, al secolo Martyn Jerel

Buchwald, ne fu ideologo efondatore. L’album di debuttoè del '66: «Jefferson AirplaneTakes off», fino all’ap ote o s idel palco di Woodstock nel1969: «White Rabbit» e «So-mebody to Love». I due braniconfluiscono nel secondo al-bum del gruppo «SurrealisticPillow». Un volo che si inter-rompe bruscamente ad Alta-mont, nel dicembre del 1969,quando i sogni di una gene-

razione si infrangono, spez-zati dalla violenza degli Hell'sAngels in quel concerto orga-nizzato dagli Stones e fune-stato dall’omicidio di Meredi-th Hunter.Prima della doccia fredda diAltamont, gli Airplane inanel-lano un disco dietro l’altro: nel'67 arriva «After Bathing at Ba-xter's', seguito l’anno succes-sivo da «Crown of Creation».Ma il capolavoro di Balin è

«Volunteers», del 1969. Nel1971 Balin lascia gli Airplane,fortemente turbato dallamorte dell’amica Janis Jopline in disaccordo con lo stile divita lisergico degli altri mem-bri del gruppo. Un’a s s e n zadurata appena tre anni: nel1974 torna sui suoi passi, ma alposto dell’aeroplano trovau n’astronave. I Jefferson Air-plane sono diventati JeffersonStarship. Con loro incide trealbum, collaborando a unquarto. E trova lo spazio perpiazzare un altro piccolo ca-polavoro: è «Miracles». Nel1978 lascia definitivamente laband, per tentare una carrie-ra solista, mai decollata.

R.S.

TERME BERZIERI Da sinistra, Antonio e Pupi Avati intervistati da Gianluigi Negri.

Presunto plagio, si riapre il processoper uno dei brani rock più famosi al mondo

pSi riapre il processo peruno dei brani rock più famosial mondo, la celeberrima«Stairway to Heaven» dei LedZeppelin. Il brano, firmato daJimmy Page e Robert Plantnel 1971, è da tempo al centrodelle polemiche per un pre-sunto plagio di «Taurus», unbrano degli Spirit datato 1967.

Una prima causa, intrapresada Michael Skidmore, cura-tore del patrimonio di RandyWolfe, meglio noto come Ran-dy California, chitarrista de-gli Spirit e compositore delbrano incriminato, si era con-clusa nel 2016.Il verdetto di una giuria fede-rale di Los Angeles assolveva gliZeppelin. Ora però una cortefederale di Los Angeles ha ri-scontrato delle irregolarità nelprocesso del 2016, che è dun-

que da rifare. Durante il dibat-timento, spiegano i giudici,non è stato possibile ascoltareil pezzo originale siglato daRandy Calfiornia, ma solamen-te una registrazione live. Inol-tre il giudice avrebbe sostenu-to, sbagliando, che il copyrightnon copre le scale cromatiche,gli arpeggi e le sequenze di trenote, influenzando il pareredella giuria.I Led Zeppelin non sono nuovialle accuse di plagio: fin dal-l’uscita del loro primo albumin studio, la rivista RollingStone accusò Page e compa-gni di aver copiato «BlackMountain Side» da un pezzodi Bert Jansch e «Your Time IsGonna Come» da «Dear Mr.Fantasy» dei Traffic.

SPETTACOLI p

ROCK I Led Zeppelin.

OGGI

L'omaggioa GuareschiMangiacinema, oggi alle 17,15,nel salone delle feste delleTerme Berzieri omaggio a Gio-vannino Guareschi nel 50° del-la scomparsa: reading «cine-matografico» di Enrico Beru-schi. Conduce il presidente delClub dei Ventitré Egidio Ban-dini. Alle 18,15 «Mondo pic-colo»: proiezione del medio-metraggio del 2011 con l’au -tore del progetto Paolo Simo-nazzi e il regista AlessandroScillitani. Programma comple-to su www.mangiacinema.it.

BALIN In concerto a Hallandale in Florida negli anni 2000.

venne un film».Il direttore artistico di «Man-giacinema» ha messo in cam-po il tema della nostalgia mol-to importante nella poetica diAvat i .«E' vero, nella vita fino ad uncerto punto c'è la volontà discappare dalla propria adole-scenza per diventare uomini,ma un giorno inizia un viaggiocontrario e vuoi tornare al tuopassato e lo ricordi come me-raviglioso, questa nostalgia èsenza dubbio la nostra par-ticolare calligrafia nel fare ci-nema».Pupi Avati ha una grande ca-pacità di racconto, è un nar-ratore sapiente e riesce a tra-sportare gli ascoltatori, nel-l'Italia della sua giovinezza:«Io vengo da un'Italia remota,del dopoguerra, mutilata an-che se poi in ogni cortile diBologna si ballava e c'era ungrande desiderio di bellezza,era per questo - ha spiegato -che ci piaceva il cinema ame-ricano, perché lì c'era la bel-l ez za » .In relazione al suo ultimo film«Il signor Diavolo», attual-mente al montaggio, il registarivela: «Ho voglia di fare uncinema che assomigli alle fa-vole contadine che ci veniva-no raccontate da bambini edecco il diavolo di cui ormainon si parla più nemmeno inchiesa, ma - spiega divertito -

da bambini ci faceva paura,sono tornato ragazzo con que-sto film “de paura “ come di-cono a Roma».Fondamentale viene descrit-to l'incontro con il cinema diFederico Fellini.«Il film “8 e mezzo” - ha rac-contato il regista bolognese -mi ha cambiato la vita, mi hafatto capire come il cinemapossa essere anche unostraordinario strumento diracconto personale».Il regista si è visibilmenteemozionato quando ha parla-to di sua moglie.«Lei è indispensabile - ha det-to - perché è la persona che miha visto sempre, quella che miconosce meglio di tutti e in-fatti quando alla mattina michiede “dove vai?” e io rispon-do “al lavoro”, lei ride e ha ra-gione perché è vero il mio nonè mai stato un lavoro...».E su questa affermazione èscoppiato l'applauso sponta-neo del folto pubblico perchénel tono con cui lo ha dettoc'era tutta la sua passione peril cinema.A conclusione dell'incontrola degustazione di una tortaspeciale creata da AngeloPezzarossa della Nuova Pa-sticceria Lady di San Secon-do per festeggiare i cinquan-t'anni di carriera dei fratelliAvat i .

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PREMIO FRANCESCO BARILLI«CREATORE DI SOGNI»pFrancesco Barilli protagonista venerdì sera di Mangiacinemaalle Terme Berzieri. Al termine dell'incontro condotto da FrancoDassisti il direttore artistico del festival Gianluigi Negri ha con-segnato a Barilli il premio «Mangiacinema - creatore di sogni». E'seguita la proiezione de «Il profumo della signora in nero» che ilregista parmigiano ha realizzato nel 1974.