Mandolini, tradizione e musica - Calace

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M Mandolini, tradizione e musica I 180 anni della Liuteria Calace Mandolines, tradition and music 180 years of Calace Lutes-shop

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MMandolini, tradizione e musicaI 180 anni della Liuteria Calace

Mandolines, tradition and music180 years of Calace Lutes-shop

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Con il patrocinio e il contributo

COMUNE DI NAPOLIassessorato commercio ed artigianato

C.C.I.A.A.camera di commercio industria artigianato e agricoltura di napoli

PROTEUSazienda speciale della c.c.i.a.a. di napoli

E.R.S.V.A.ente regionale sviluppo e valorizzazione artigianato campano

coordinamento del catalogo

Mariano De Luca

testi a cura di

Raffaele Calace jr.

traduzioni di

Federica Longobardi

catalogo e comunicazione a cura di

ARTEMISIA COMUNICAZIONEartemisiacomunicazione.com

Realizzazione

ARTIGIANAPOLIarte tradizione ricerca

XI edizione - 2005

2005 © artigianapoli

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Il viaggio nel mondo dell'Artigianato e nelle suetradizioni continua con questa pubblicazione dedica-ta alla liuteria napoletana ed alla famiglia Calace che,da oltre cinque generazioni, ha realizzato splendidiesemplari di mandole e di mandolini, molti dei qualisono conservati anche in diverse collezioni private.

L'esperienza della famiglia Calace dimostra, poi,che si può superare ogni tipo di crisi se si crede fer-mamente nel proprio lavoro e, soprattutto, se sipunta sulla tradizione intesa come elemento diidentificazione della città, sia in Italia che all'este-ro, facendola divenire non solo veicolo di promo-zione culturale e turistica ma anche di sviluppoeconomico.

E' questo il motivo conduttore della politica avvia-ta dal mio Assessorato e che mi ha sollecitato a soste-nere, negli anni, numerose azioni tese alla valorizza-zione dell'Artigianato Artistico napoletano.

La realizzazione di questo catalogo sulla liuteria,curato dal Consorzio “Artigianapoli”, d'intesa conl'Assessorato all'Artigianato Comune di Napoli ed ilpatrocino ed il contributo di PROTEUS (AziendaSpeciale della Camera di Commercio di Napoli) edell'E.R.S.V.A. (Ente Regionale per lo Sviluppo e laValorizzazione dell'Artigianato campano), continua il

The vojage in the artisans' world and its traditiongoes on through such a publication dedicated toNeapolitan art of making stringed instruments andthe Calaces that, for over five generations, have rea-lized splendid models of mandole and mandolins,many of which are preserved in several private col-lections.

The experience of the Calaces demonstrates,moreover, that every recession can be overcome ifone firmly believes his own work and, above all, ifdirects on the tradition intended as the identifica-tion element of the city, both in Italy and abroad,by making it become not only vehicle of culturaland tourist promotion, but of economic develop-ment, too.

This is the main reason of the politic began frommy Assessorship and that urged me to support, yearafter year, many actions directed to the improve-ment of Neapolitan Artistic Handicraft.

The realization of such a catalogue about the artof making stringed instruments, edited by“Artigianapoli” pool, in agreement with Assessoratoall'Artigianato Comune di Napoli and both patro-nage and contribution of PROTEUS (special firmof Camera di Commercio of Naples) and

L’Artigianato e la tradizione

Raffaele TecceAssessore al Commercio ed Artigianato del Comune di Napoli

Handicraft and tradition

Raffaele TecceTrade and Handicraft Assessor of the municipal district of Naples

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percorso, avviato nel 1994, dal mio Assessorato e datutta l'Amministrazione Comunale di Napoli.

Un percorso basato sulla ferma convinzione divoler valorizzare la sapiente manualità dei maestriartigiani e di incentivare, come enti pubblici, l'inno-vazione dell'imprese attraverso azioni di sostegnofinalizzate alla commercializzazione, al marketing,alla certificazione di qualità e l'internazionalizzazio-ne dell'Artigianato Artistico; il tutto vissuto comeun'importante occasione di sviluppo per l'interacittà di Napoli.

Questo evento, inoltre, è la dimostrazione dellavolontà di voler camminare verso un futuro in cuil'Artigianato si consolida come una risorsa per il lavo-ro e l'economia.

È essenziale, infatti, per lo sviluppo dell'Artigianatola sinergia tra i progetti di sviluppo e le risorse messea disposizione. L'efficacia di tale connubio è già stataampiamente dimostrata anche grazie all'organizza-zione di manifestazioni espositive e di mercato, sia inItalia che all'estero, e che sono state rese possibili, inquesti anni, grazie all'apporto ed al supporto delComune di Napoli, della Camera di Commercio edella Regione Campania.

In molte di queste azioni sono state, inoltre, valo-rizzati i “luoghi” di produzione dell'Artigianato,come San Gregorio Armeno, Capodimonte, RuaCatalana e Borgo degli Orefici e sono state favoritepolitiche di integrazione con il commercio ed il turi-smo.

L'occasione di questa iniziativa mi permette di sot-tolineare, poi, che in questi anni ho molto apprezza-to il lavoro svolto dal Prof. Raffaele Calace, anche nel-

E.R.S.V.A. (Ente Regionale per lo Sviluppo e laValorizzazione dell'Artigianato campano), keeps onwith the course, started up in 1994, that goes frommy Assessorship to the whole MunicipalAdministration of Naples.

A course based on the resolute conviction thatthey want to increase the value of master craftsme-n's manual ability and to stimulate, as publics body,the innovation of the firms through support actionsdirected towards marketing, quality certificationand Artistic Handicraft's internationalization; eve-rything lived as an important occasion to make thecity of Naples develop.

Such an event is, besides, the demonstration thatthey want to walk toward a future when the handi-craft will become established as a resource both forjob and economy.

The essential thing to make handicraft develop is,in fact, synergy between projects of developmentand available resources. The efficacy of such a unionhas already been demonstrated thanks to the orga-nization of expository and market demonstration,too, both in Italy and abroad, that have been madepossible, in these years, thanks to both contributionand support of Comune di Napoli, Camera diCommercio and Regione Campania.

In many of this actions, besides, “places” ofhandicraft production such as San GregorioArmeno, Capodimonte, Rua Catalana and Borgodegli Orefici have been brought out and politicsof integration with trade and tourism have beenpromoted.

This initiative has permitted me to underline that

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l'impegno profuso nella direzione dello storicoConsorzio “Artigianapoli”, ed ho tenuto nella giustaconsiderazione il suo invito ad ascoltare gli artigiani,le loro storie e a rispettare la loro dignità nella perse-veranza di continuare il loro lavoro tra mille difficol-tà. Lavoro duro e paziente che ha permesso di far sìche le produzioni dell'Artigianato Artistico tradizio-nale partenopeo non rimanessero una semplice carto-lina, ma diventassero un'immagine concreta dellarealtà produttiva napoletana.

La liuteria della famiglia Calace è solo uno dei tantiesempi di una volontà imprenditoriale che vuole con-tinuare la sua produzione, senza perdere di vista laqualità, ma per fare questo, ritengo, sia importantecreare le condizioni per consentire anche ai giovani divedere nell'artigianato una concreta possibilità dilavoro e d'investimento.

La frase che abbiamo sentito più volte ripetere daivecchi maestri artigiani “….la mia bottega moriràcon me”, non sarà più realtà. Ed è proprio a questoche mira il progetto di creare la “Cittadelladell'Artigianato Artistico”, nei locali dell'ex AsiloFilangeri, in via Maffei, nell'insula monumentale diSan Lorenzo Maggiore, e che diventerà il futuropossibile per l'Artigianato napoletano.

La “Cittadella” ospiterà le principali produzionidell'Artigianato Artistico napoletano, diventandopunto di partenza e di arrivo di un vero e proprio iti-nerario turistico produttivo, mettendo in rete le bot-teghe artigiane del centro storico.

Nella “Cittadella” dell'artigianato è previsto, inol-tre, uno spazio in cui verranno esposti gli antichiattrezzi dell'artigianato napoletano; saranno avviate

during this years I have appreciated the work doneby Prof. Raffaele Calace very much, his diligencespent about the historical pool “Artigianapoli” andI've well considered his request to listen to the craft-smen and their stories and respect their dignity bypersisting in keeping on with their work amongthousands of troubles. A hard and patient work thathas allowed the productions of Neapolitan traditio-nal Artistic Handicraft not to remain only apostcard but become a real imagine of the produc-tive reality of Naples.

The Calaces' workshop of makers of stringedinstruments is only one of the numerous examplesof company will that wants to keep on with its pro-duction without losing sigh of quality but I believethe important think to succeed in doing it is to crea-te the conditions for permitting the youths, too, tofind in the artisan class a real opportunity both ofjob and investment.

The sentence we have often heard our old mastercraftsmen saying: “…my workshop will die withme” won't be true anymore. And the project ofcreating an “Artistic Handicraft Citadel” in the pla-ces of ex Asilo Filangieri, at Maffei street, in themonumental island of san Lorenzo Maggiore, thatwill become the possible future for NeapolitanHandicraft, aims exactly at this.

The “Citadel” will take the main productions ofNeapolitan Artistic Handicraft in, by becomingboth the starting point and the one of arrival of areal productive tourist itinerary, putting the wor-kshops of the historical centre into the net.

In the handicraft “Citadel” is, besides, foreseen a

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attività di formazione finalizzate alla conservazione ealla diffusione delle tradizioni artigiane; vi sarannolaboratori vetrina per i migliori artigiani; adeguatispazi saranno destinati a mostre e convegni facendodi questa struttura il punto di riferimento per lo stu-dio e l'approfondimento delle tematiche dell'artigia-nato napoletano in un'ottica di sviluppo europeo.

In questo modo il fare e il pensare diventano “pro-getto” facendo sì che la tradizione e la ricerca diventi-no una realtà produttiva. Nell'epoca della globalizza-zione e dello sfrenato sviluppo tecnologico, diventapossibile far diventare il lavoro artigianale una pro-spettiva reale e attuale e la realizzazione di questo pro-getto diventa ancora più importante in una realtàcontraddittoria come quella napoletana che sa, nono-stante tutto, guardare al futuro.

Sono convinto che tutti i problemi dell'artigianatopossano essere risolti grazie a una sempre più grandevolontà da parte dei vecchi, ma soprattutto dei giova-ni artigiani, di conservare la memoria del passato inmodo da garantire la continuità e la valorizzazione diantichi mestieri artigiani e la famiglia Calace ne è unosplendido esempio.

Tutto questo è un punto di partenza ed è uno sti-molo per tutti noi a dare e a fare sempre di più;Comune di Napoli, imprese, associazioni, forze intel-lettuali e culturali e mondo dell'informazione, tuttiimpegnati a far si che il futuro prospettato diventi larealtà di una Napoli che sta cambiando e che vuoleessere a sua volta punto di riferimento economico eproduttivo.

place to expose the old tools of Neapolitan handi-craft; formation's activities will begin to preserveand diffuse artisan traditions; there will be window-workshops for the best craftsmen, suitable spaceswill be destined to expositions and meetings bymaking such a facility the point of reference for stu-dying and going into the subjects of Neapolitanhandicraft from a European development point ofview.

That's the way to do and to think become a “pro-ject” by making both tradition and research becamea productive reality. At the time of globalization andwild technological development it is possible tomake craft become a real and present prospect andthe realization of such a project becomes more andmore important in a contradictory reality such asNeapolitan one that is, in spite of everything, ableto look at the future.

I'm sure all the artisans' problems can be solvedthanks to a grater an greater will of the old, butmoreover young artisans, to preserve the memory ofthe past time to guarantee both continuity andimprovement of old artisans' professions and theCalaces are an optimal example of it.

This all is a starting point and a spur for us all togive and do more and more; Comune di Napoli,firms, associations, intellectual and cultural forcesand information world all engaged in making theproposed future became the reality of a Naples thatis changing and wants to be both economic andproductive point of reference in its turn.

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Napoli e il mandolino. Una storia d'amore che vaavanti da più di cinquecento anni; un viaggio affa-scinante sulle corde dello strumento che ha saputoaccompagnare, con la stessa passione, la voce delpopolo e la voce dei nobili. Ma non è soltanto dimusica che stiamo parlando. Il racconto si comple-ta con un altro grande capitolo, quello di una tra-dizione artigianale che ha proiettato la città nelmondo, ha conosciuto un rapido declino e ha tro-vato nuova luce quando molti laboratori - purtrop-po - erano già scomparsi. Oggi la domanda (soprat-tutto dal mercato estero) supera l'offerta, la produ-zione è affidata a poche mani esperte e il problemasi pone con urgenza: come sostenere le realtàsopravvissute e fare in modo che ne nascano altre?

Le porte del regno di Raffaele Calace, maestroliutaio, si aprono nel cuore di un forziere magico:palazzo Sansevero, piazza San DomenicoMaggiore. L'artigiano-artista ha cambiato moltebotteghe e non considera un fatto casuale la deci-sione di mettere radici qui con la sua fabbrica dimandolini e di sogni. Perché, dice, «si sente ancorala presenza di un grande musicista». Fu questa laresidenza di Gesualdo da Venosa, genio del madri-gale, tristemente famoso per aver ordinato l'assassi-

Naples and the mandolin. A love story that has goneon for more than five hundred years; a fascinatingjourney on the strings of the instrument that has beenable to accompany both the voice of the people and ofthe nobles with the same passion. But we aren't tal-king about music, only. The story ends with anotherimportant chapter, the one that talks about a craftma-de tradition that has projected the city on the world,has known a rapid decline and has found a new lightwhen many laboratories had unfortunately alreadylost.

The demand, today, (above all from the foreigntrade) overcomes the offer. The production is entru-sted to few skilful hands and the problem urgentlyderives: how can they defend the outmoded realitiesand permit others to born?

The doors of the reign of Raffaele Calace, lute-maker master, open in the centre of a magic coffer:Sansevero palace, San Domenico Maggiore square.The craftsman-artist has changed many workshopsand doesn't consider the decision of putting downroots in here with his factory of mandolins and dreamsto be accidental. Because, he says: “one can still feel thepresence of a great musician.” This was the residenceof Gesualdo da Venosa, madrigal genius, famous for

La Liuteria Calace

Paola PerezGiornalista de “Il Mattino”

Calace art of making stringed instruments

Paola Perez“Il Mattino” reporter

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nio della moglie e dell'amante di lei. Mariad'Avalos e Fabrizio Carafa, colti in flagranzad'adulterio in una notte del 1590, vennero massa-crati a coltellate. Centocinquant'anni più tardi, lostabile venne acquistato dall'alchimista Raimondodi Sangro, principe di Sansevero. Ancora oggi c'èchi giura di aver visto lo spettro di Maria aggirarsinei corridoi; e c'è chi sostiene di avere incontratol'ombra senza testa di Raimondo. Raffaele Calacelavora tranquillo, non ha paura di imbattersi in unfantasma. E i suoi ricordi di famiglia si intreccia-no, senza fatica, con le leggende della Napoli deimisteri.

Carcere di Procida, 1825. Il detenuto NicolaCalace, rivoluzionario, beneficia dell'amnistiaconcessa da re Francesco I ai prigionieri politici.Potrebbe tornare nel suo paese, in provincia diPotenza, e riprendere il mestiere di suo padre cheera stato farmacista. Decide, invece, di restare sul-l'isola. Per vivere s'inventa un'attività in armoniacon la sua passione per la musica: costruire chitar-re. Il figlio Antonio si trasferisce a Napoli, comin-cia a fabbricare mandolini e sperimenta un sistematutto nuovo, corde e meccanica d'acciaio al postodel budello e dei piroli in legno. Nicola e Raffaele,figli di Antonio, si lanciano sulla prima rotta del-l'export, destinazione Svizzera. Nel 1911 Nicolaemigra in America. Raffaele resta solo in bottega e,una per volta, svela tutte le sue doti: inventa ilmandolino da concerto, trasforma il mandolon-cello in liuto cantabile, brevetta l'arciliuto, compo-ne a getto continuo (ci ha lasciato quasi duecentoopere), suona. Una fortunata tournée in

unfortunate reasons because he ordered the murder ofhis wife and her lover.

Maria d'Avalos and Fabrizio Carafa, caught in theact of adultery during a night in 1590, were massacredwith knife wounds. One hundred and fifty years later,the building was bought by the alchemist Raimondodi Sangro, prince of Sansevero. There are still thosewho swear they saw the ghost of Maria wanderingabout the passages and those who assert they met theshadow of Raimondo without his head. RaffaeleCalace works peacefully, he is not afraid of runninginto a ghost. And the memories of his family minglewith the legends of the secret Naples without anyeffort.

Prison of Procida, 1825. The revolutionary prisonerNicola Calace benefited from the amnesty allowed bythe king Francesco the first to the politic prisoners. Hecould go back to his country, in the province ofPotenza, and start again his father's job, that was a che-mist. He decided, on the contrary, to remain on theisland. To live, he invented an activity that was in kee-ping with his passion for music: manufacturing gui-tars. His son, Antonio, moved to Naples and startedmanufacturing mandolins and tried a completely newmethod: iron strings and mechanics instead of gut andwooden piroli. Nicola and Raffaele, Antonio's sons,threw themselves into the first export course addressedto Switzerland. In 1911 Nicola emigrated to America.

Raffaele remained alone in the workshop anddisclosed his all talent for a once: he invented the con-cert mandolin, changed the mandoloncello into can-tabile lute, patented the arcilute, composed conti-nuously (he has left almost two hundred operas to us),

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Giappone, nel 1924, gli vale l'appellativo«Paganini del mandolino» e la commenda d'onoredell'imperatore Hirohito. A Giuseppe, figlio diRaffaele, si deve la rinascita dell'attività dalle rovi-ne della guerra: il laboratorio continua a sfornaresplendidi strumenti mettendo insieme quel pocodi legno che c'è, strappato da vecchi mobili e dallemani dei rigattieri.

Palazzo Sansevero, 2005. Raffaele Calace junior,figlio di Giuseppe, accoglie nel suo laboratoriomusicisti di professione, appassionati di belle cose,curiosi delle antiche tradizioni, turisti. Un sorriso,un breve riassunto dei primi 180 anni di vita dellabottega, una visita guidata tra i segreti del mestiere.Conoscere i materiali è fondamentale, perché ogniporzione del mandolino vuole il suo legno. Acero epalissandro per la cassa: tagliati in doghe sottilissi-me, vengono messi insieme su una sagoma e fissaticon colla a caldo e striscioline di carta paglia. Abetea venatura stretta per la tavola armonica: più veneci sono, più ricco è il suono. Ebano per la tastiera:resiste all'umidità e sopporta bene il sudore dei pol-pastrelli. La madreperla che si usa per fabbricare ilponticello, la meccanica e le decorazioni arrivadirettamente dall'Australia. Il plettro? In plastica.Scelta obbligata perché quella da manuale, la tarta-ruga marina, farebbe danno a una specie protetta.

Dal tronco alla musica il passo è così breve chenemmeno si riesce a distinguere la linea di confine.Dopo il giro in bottega, Raffaele accompagna gliospiti nella sua casa-museo personale e a qualchefortunato dà anche la possibilità di pizzicare lecorde degli strumenti più preziosi. Difficile dimen-

played. A successful tour to Japan, in 1924, made himbe called “mandolin Paganini” and gave him thehonour commenda of the imperator Hiroito.Giuseppe, Raffaele's son, made the activity revive afterthe war collapse: the laboratory continued bringingout wonderful instruments by putting together thefew wood that there was, taken from both old furni-ture and second-hand dealers.

Sansevero palace, 2005. Raffaele Calace junior,Giuseppe's son receives, in his laboratory, musiciansby profession, beautiful things' lovers, curious peopleof the ancient traditions, tourists. A smile, a shortsummary of the first 180 years of life of the workshop,a conducted tour among the secrets of the trade. Toknow the materials is essential because each part of themandolin needs its wood. For the case maple or rose-wood that are cut into very thin staves, put togetheron a shape and fixed with hot stick and litter strips ofstraw-paper. Narrow-grained pinewood for the har-monic board: more grains there are, more valuable isthe sound.

Ebany for the fingerboard: it is proof against dam-pness and tolerates the sweat of one's fingertips well.Mother-of-pearl, used to produce little bridge, mecha-nics and decorations, directly comes from Australia.The plectrum? Made of plastic. It's an obliged choicebecause the copybook one, the turtle, would do pro-tected animals' harm.

From the trunk to the music the step is so short thatone can almost distinguish the boundary line. Afterthe rounds of the workshop, Raffaele takes the guestto his private museum-house and enables few luckymen to pluck the strings of the most precious instru-

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ticare la «mandolira», grande intuizione del 1898.A quel tempo il mandolino stava passando dimoda: da protagonista delle serate nei salotti retro-cedeva al rango di strumento popolare, buono perl'accompagnamento di canzoni napoletane ma nonpiù degno di proporre Vivaldi o il repertorio rina-scimentale. Per renderlo di nuovo gradito alla nobi-lità e riconquistare quell'importante fetta di clien-tela, la premiata ditta Calace (all'epoca diretta daifratelli Nicola e Raffaele) pensò di fare leva sul revi-val della Roma antica. Nacque così il singolareincrocio tra mandolino e lira. Un successo senzaprecedenti.

«Chi non sa suonare non può diventare un buonliutaio», spiega Raffaele Calace junior. Più in gene-rale, «per fare l'artigiano è necessario studiare.Bisogna andare a scuola finché è possibile, costruir-si una solida cultura di base. Le mani e il cervellodevono lavorare insieme». Tra un mandolino e l'al-tro, Raffaele è riuscito a laurearsi. Sua figliaAnnamaria, esperta nell'arte del traforo che applicain maniera egregia sul legno degli strumenti, hasempre trovato il tempo per prepararsi agli esami dieconomia. Con lei la dinastia ha raggiunto la sestagenerazione. «E non sarà l'ultima», promette.

ments. It's difficult to forget the mandolira, greatintuition of 1898. At that time mandolin was goingout of fashion: it was degrading from protagonist ofthe nights to the rank of popular instrument, good toaccompany Neapolitan songs but not worthy of pro-posing either Vivaldi or a Renaissance repertory any-more. To make it love again from the nobles andreconquer such an important piece of client, theaward-winning firm of Calace (then directed by thebrothers Nicola and Raffaele) thought of pressing onthe revival of the ancient Rome. That's how the singu-lar crossing of mandolin and lira was born. An unpre-cedent success.

“Those who don't know how to play can't becomegood lute-makers” Raffaele Calace junior explains.More in general “to be a craftsman, one needs to study,to go to school till it's possible, to create a solid basicculture. One's hands and brain have to work toge-ther.” Between a mandolin and the other, Raffaele suc-ceeded in taking a degree. His daughter Annamaria,experienced in fretwork that she puts on the wood ofthe instruments in an excellent way, has always foundthe time to prepare for economics exams. With her thedynasty has got to the sixth generation. “And it won'tbe the last one”, she promises.

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Poveri, ricchi, signori, lazzari, poeti, pezzenti,musicisti… sono le diverse sfaccettature di

una stessa Napoli che con dignità ha saputovestire sia i panni austeri della capitale quanto glistracci della città oppressa, ma sempre e comunqueprolifica di grande cultura e di ingegnosità, capacedi creare in ogni epoca linguaggi musicali di livelloadatti ad ogni occasione come feste di corte o pri-vate, feste pubbliche o banchetti, matrimoni e pro-cessioni, contesti che hanno favorito sia la nascitache a volte la scomparsa di diverse forme musicali.In questo succedersi di eventi, una parte assai rile-vante è stata svolta dalla Liuteria che, almeno dal'500 secolo al quale si riferiscono le prime sicuretestimonianze, ha goduto fino ai giorni nostri diuna straordinaria tradizione con la costruzionedegli strumenti che hanno favorito la forte espres-sività della “musica napoletana” come quello, conuna forma aggraziata e gentile, con un suono bril-lante e melodico destinato ad avere una grandissi-ma tradizione ed una inarrestabile popolarità: ilmandolino napoletano.

Dal XVI al XVII secolo la richiesta musicale fucosì vivace da far sorgere un raffinatissimo artigia-nato ed i musicisti napoletani si organizzarono in

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La Liuteria a Napoli The art of making stringed instruments in Naples

Poor men and rich ones, gentlemen and idlers,poets, tramps and musicians…are the differ-

ent facets of Naples, a city that has with dignitybeen able to dress both the severe clothes of the cap-ital city and the tatters of the oppressed one, butalways prolific in great culture and ingeniousness,able to create, in each period, important musicallanguages suitable for each occasion such as court orprivate parties, public feasts or banquets, weddingsand religious processions, all contests that have sup-ported both the birth and, some times, the disap-pearance of some musical kinds. In such subsequentevents, the art of making stringed instruments hasheld a very important part. It has, in fact, enjoyedan extraordinary tradition at least from the sixteenthcentury, when the first sure testimonies are datedback, up to now thanks to the manufacture of theinstruments, that has encouraged the great expres-sivity of Neapolitan music, as the one with gracefuland gentle shape that has a brilliant and tunefulsound destined to have a very great tradition and anunstoppable popularity: the mandolin of Naples.

From the sixteenth to the seventeenth century therequest of music was so great that a very refinedhandicraft rose and the musicians of Naples joined

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Corporazioni. Fu questa l'epoca che vide il trionfodel Liuto e degli strumenti da esso derivati: ilColascione, la Mandola, l'Arciliuto, la Tiorba, ilChitarrone: gli ultimi tre, con l'aggiunta di cordead accordatura fissa (di bordone), potevano garan-tire un completo accompagnamento al canto. Aquesti vanno aggiunti la Cetra, la Chitarra, laChitarra Battente e gli strumenti ad arco (Violini,Viole, Violoncelli ecc.).Purtroppo la esiguitàdegli strumenti superstitiin accettabili condizioni,poco consente di potersiesprimere sulle loro realipotenzialità sonore.

L'accurata realizzazione,la pratica di artistici intar-si e l'utilizzo di materialidi gran pregio come avo-rio, legni particolari, tarta-ruga, madreperla ecc., ele-varono nel 1600 la liuteriaa livelli di eccellenza chenon conobbe limiti. E'questo il periodo che videle prime grandi firmedella Liuteria napoletanacome i Fabbricatore ed i Vinaccia, realizzatori diesemplari di preziose fatture e dalle notevoli possibi-lità sonore.

Nell'800 la nascita della “Canzone napoletana”,destinata ad avere un'immensa popolarità, fa tra-montare quei generi musicali che fino ad allora ave-

into guilds. This is the epoch when the lute and theinstruments that came from it, such as Colascione,Mandola, Arciliute, Theorbo and Chitarrone tri-umphed. The last three, with the addition of settledtuning strings (burden ones) could guarantee acomplete tune accompaniment. We have to addChiter, Guitar, Battente Guitar, and the strings (suchas Violins, Violas, Violoncellos etc.). Unfortunately

there are few survivinginstruments that haveacceptable conditions,and that’s why it’s not pos-sible to express about theirreal sonant capacities.

A precise realization, thepractice of artistic inlaysand the use of very pre-cious materials such asivory, special woods, tor-toiseshell, mother-of-pearletc., in the seventeenthcentury lift the art of mak-ing stringed instrumentsup to an excellent level thatdidn’t know any limit. Thisis the period when the firstgreat names of the art of

making stringed instruments of Naples, such as theFabbricatores and the Vinaccias were born. They real-ized well done models that had remarkable soundpossibilities.

In the nineteenth century the birth of“Neapolitan song”, destined to have a great popu-

Mandolino napoletano diAntonio Vinaccia, Napoli 1788

Neapolitan Mandolin of AntonioVinaccia, Naples 1788

Chitarra di Gennaro Fabricatore,Napoli 1822Guitar of Gennaro Fabricatore,Naples, 1822

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vano dominato. Andarono in dimenticanza queglistrumenti come la tiorba, il colascione e la chitarrabattente, relegati alla tradizione della musica etni-ca. La liuteria del nuovo secolo conobbe unasobrietà di linee estetiche e la sperimentazione dinuove soluzioni rivolte a migliorare la sonorità e adagevolare le esecuzioni da parte dei musicisti.

Verso la metà dell'800 vennero realizzate leprime meccaniche metallichein ottone crudo per l'accorda-tura che sostituirono rapida-mente i vecchi caviglieri inlegno duro risolvendo ungrosso problema per l'esecu-tore: la difficoltà di raggiun-gere una perfetta intonazione.In seguito a questa importan-te miglioria, sugli strumenti aplettro, le vecchie corde inbudello vennero rapidamentesostituite da quelle metallicheottenendo timbriche più vivee brillanti e consentendo almandolino un definitivo saltodi qualità: la tecnica del tre-molo che da una possibilitàespressiva unica e riesce ad seguire la melodia quasicome una bella voce femminile.

Nel 1825 inizia la dinastia di una nuova grandefamiglia di liutai, i Calace che hanno sempre offer-to alla liuteria napoletana tantissime e pregevolirealizzazioni; verso la fine dell'800 sono moltepli-ci le migliorie apportate al mandolino: brevetto

larity, let all the musical kinds, that had dominatedtill that moment, fade. The instrument such asTheorbo, Colascione and Battente Guitar were for-gotten and relegated to the tradition of ethnicmusic. The art of making stringed instrumentsknew a sobriety of aesthetics lines and the experi-mentation of new solutions during the new centu-ry, aimed to get sound better and make musicians’

performances easier. Towards the half of the nine-

teenth century the first hard-drawn brass metal mechanicswere created, used for the tun-ing. They quickly replaced theold hard-wooden “caviglieri”making the performer over-come a great problem: his dif-ficulty in reaching a perfectintonation. After this impor-tant improvement about plec-trum instruments, the formergut strings were suddenlyreplaced by metal ones obtain-ing more lively and brillianttones and consenting a defini-tive qualitative leap to the

mandolin: tremolo technique, that gives a uniqueexpressive possibility and is able to follow the soundas if it were a beautiful female voice.

In 1825 the dynasty of a new big lute-makersfamily, The Calaces, began. They have always givenvery many valuable pieces to the art of makingstringed instruments of Naples. Towards the end of

Liuto baroccoBaroque lute

Liuto baroccoBaroque lute

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della tastiera per mandolino a 29 tasti che si esten-de oltre le due ottave, brevetto per la cassa classicada concerto a 33 doghe scannellate, con forteemissione sonora, brevetto della mandolira, unio-ne della lira e del mandolino e del liuto cantabilea plettro che aggiunge ulteriori possibilità al tradi-zionale mandoloncello.

Nel '900 il mandolino diventa uno strumento

the nineteenth century a lot of improvements weredone to the mandolin. A 29-keys mandolin finger-board, that extends over the octaves, was patented.A concert classical case with 33 grooved staves, thathas a loud resonant emission, was patented.Mandolira was patented, as the union of the lyre,the mandolin and the cantabile plectrum lute, thatadded new options to the traditional mandoloncello.

Mandolino cesellato. Anonimi napoletani, primi del Novecento, cm 62. Cassa armonica in tasselli di avorio e tartaruga.

Chiselled mandolin. Neapolitan anonyms, the early part of the twentiethcentury, 62 centimetres

Harmonic case made of ivory and tortoiseshell plugs

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apprezzato e suonato in tutti i ceti sociali, dal popo-lo ai regnanti. E' proprio la Regina Margherita diSavoia (la stessa che ha dato il nome alla famosapizza) che suonava il mandolino nell'OrchestraReale come si può osservare da foto d'epoca.Questo grande fermento culturale vide una note-vole produzione musicale per strumenti a plettroed in assoluto le più importanti sono le circa 180opere composte dal Maestro Raffele Calace nellequali si raggiunge la massima espressività degli stru-menti a plettro.

Questo periodo estremamente rilevante dalpunto di vista culturale si interrompe bruscamen-te con la seconda guerra mondiale. La liuteriasubisce una delle sue più pericolose involuzionicon la chiusura di molti laboratori, anche impor-tanti, come i Vinaccia, i De Meglio, ed il mando-lino dai precedenti momenti di gloria vienedimenticato in soffitta per il lento ed inarrestabiledeclino della musica e della canzone napoletana eper il mutare di gusti e di mode musicali ispirati anuovi modelli di oltreoceano.

La tradizione liutaia subisce una caduta verticale.Il mercato partenopeo si arricchisce di chitarre elet-triche, acustiche e jazz d'importazione. La stessaliuteria Calace, l'unica che ha proseguito la sua atti-vità anche in questi momenti così difficili, ècostretta a produrre chitarre tipo “Gibson”, le uni-che richieste dal mercato che assimila sempre più ilmodello americano come ironicamente descrittodalla famosa canzone “ Tu vuo' fa' l'americano“.Non è così nel medio oriente dove, dopo averconosciuto ed apprezzato le grandi possibilità del

In the twentieth century the mandolin becomean appreciated instrument and people of all thesocial ranks, from the people to the sovereigns, usedto play it. Queen Margaret from Savoy herself (theone that gave her own name to our famous pizza)played the mandolin in the Royal Orchestra, as wecan see in a photo of that age. Such a cultural agita-tion caused considerable plectrum instruments’ per-formances and the most important are the about180 operas written by the musician Raffaele Calacein which we can find the greatest expressivity ofplectrum instruments.

But such an important period from a culturalpoint of view rudely stopped because of the sec-ond World War. The art of making stringedinstruments suffered one of its most dangerousinvolutions because of the closing of many impor-tant workshops, such as the Vinaccia’s and the DeMeglio’s, and the mandolin, after its gloriousmoments, was forgotten in the attics because ofthe slow and unstoppable decline both of musicand of Neapolitan song and because musical tastesand fashions were changing, inspiring to newmodels across the ocean.

Lute tradition underwent an important collapse.Neapolitan market was enriched by electric, acou-stic and jazz import guitars. Calace’s workshop itself,the only one that kept on with its occupation evenduring such difficult moments, was obliged to pro-duce Gibson guitars, the only ones that weredemanded from such a market that was gettingmore and more similar to the American example, asthe famous song “ Tu vuo’ fa’ l’americano“ (you want

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mandolino verso gli inizi del 900', lo inserisconoalla perfezione nella loro cultura e nelle loro musi-che tradizionali. Soprattutto in Giappone tantissi-mi giovani studiano questo strumento ed in moltescuole nascono orchestre mandolinistiche connumerosi componenti.

Fabbriche importanti iniziano a produrre questostrumento cercando di imitare i maestri napoletani(la Suzuki nel suo catalogo riporta, fra gli altrimodelli, un mandolino denominato “tipoCalace”). Finalmente negli anni 60' anche inEuropa (soprattutto in Germania ed in Francia) esuccessivamente in Italia giunge una inversione ditendenza con la rivalutazione degli strumenti dellaliuteria classica napoletana.

Comincia a rifiorire la tradizione mandolinisticacon crescente richiesta degli strumenti a plettro,una strada tutta in salita che ha fatto riscoprireNapoli in questi ultimi anni: una città a vocazioneturistica che ha cominciato a valorizzare la propriastoria, la propria cultura, le proprie tradizioni, unpatrimonio immenso che per troppo tempo èrimasto nell'ombra.

Oggi la situazione è ben diversa: la richiesta,soprattutto dall'estero, di ottimi mandolini parte-nopei è molto alta mentre la produzione artigiana-le di tale strumento è piuttosto modesta. A benguardare è tutto il settore produttivo dell'artigiana-to artistico e di tradizione che è in difficoltà per itroppi ostacoli che oggi incontra, sia nell'addestra-re i giovani alla notevole abilità manuale necessaria,sia per una legislazione che ignora questo settore,diventando sempre più incompatibile per questeparticolari lavorazioni.

to look like an American boyy) ironically says. In the Middle East it wasn’t like this. There, in

fact, after they had known and appreciated the val-ues of the mandolin towards the beginning of thetwentieth century, they inserted it into their cultureand traditional music. In Japan, above all, a greatnumber of youths played such an instrument andin many schools mandolin orchestras rich in musi-cians were born. Important factories started pro-ducing such an instrument trying to imitateNeapolitan Masters (Suzuki quotes, among the oth-ers, a mandolin called “Calace kind” in its list). Inthe sixties, at last, even in Europe (moreover inGermany and France) and then in Italy a reversal oftrend arrived, by revaluating the instruments of theclassic art of making lutes of Naples.

The tradition of the mandolin began flourishingagain and there was a rising demand for plectruminstruments, a very hard way that has allowed Naplesto be revaluated in this last years. It’s a city with atourist inclination that has begun bringing out itsown history, culture and tradition, an enormous her-itage that has stayed in the shadow too long.

Nowadays everything has changed. Very goodNeapolitan mandolins are in great demand abroad,while their homemade production is rather modest.If we look better we notice that the whole produc-tive field of artistic and traditional handicrafts is introuble because of the very frequent obstacles that itmeets with today, both in training young people touse a necessary manual ability, and because of a leg-islation that completely ignores such a field, bybecoming more and more incompatible because ofthis particular manufacturing.

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The mandolin is an instrument which originsare very old and it has lived constant evolu-

tions during the centuries by adapting little by littleitself to the different needs of the instruments and ofthe musical genres. During the age of Al-Farabi, anArabian musician of the twentieth century A.C., anoriental instrument existed, already well knownfrom the fourth century A.C.; the pandura or ambu-ra, even called Korocan little drum or of Bagadad, thatwas very similar to the present mandolin because ofits shape and dimension.

Afterward the shape of such an instrument mul-tiplied and the Khargi Turkish mandolin (maybewith Egyptian shapes) and the little drum wereborn. All these instruments are very similar to thepresent Neapolitan mandolin, but diverging intablature.

Unlike other Arabian instruments, little drum had4 strings and some kinds (as the Algerian one) haddouble strings just like the modern one. These char-acteristics seem to confirm that the mandolin comesfrom the Arabian instrument that was imported bythe Saracen during the occupation of southern Italy.We can subsequently assist to the diffusion, in thenorth of Italy, of the mandorina or Milanese man-

Il mandolino è uno strumento che ha radiciantichissime ed ha subito continue evoluzioni

nel passare dei secoli adattandosi via via alle diverseesigenze degli strumentisti e dei vari stili musicali.All' epoca di Al-Farabi, musicista arabo del 900 d.c.,esisteva uno strumento orientale, già noto dal quar-to secolo d.c., il pandura o ambura, detto anchetamburino di Korocan e di Bagdad, che per formae dimensioni, era molto simile a quelle del mando-lino attuale.

In seguito le forme di questo strumento si molti-plicarono e si ebbe il tamburino turco, il tamburinokhargi (probabilmente dalle forme egiziane) ed iltamburino. Tutti questi strumenti hanno una gran-de rassomiglianza con l' attuale mandolino napole-tano, discostandosene per la diversa intavolatura.

A differenza degli altri strumenti arabi il tamburi-no aveva 4 corde, ed in certi tipi (come quello alge-rino) le 4 corde erano doppie come nella odiernaforma. Queste caratteristiche pare confermino che ilmandolino discenda dallo strumento arabo intro-dotto dai Saraceni durante l' occupazione dell'Italiameridionale. Successivamente assistiamo al diffon-dersi al nord Italia della mandorina o mandolinomilanese, che come il liuto conserva elementi tipi-

Origini del mandolino napoletano The origins of Neapolitan mandolin

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dolin that preserves typical orientalelements just like the lute, with anopen resonance hole and 6 doublestrings that are tuned beginningfrom the note Sol. Its name wasinvented by Antonio Stradivari(1644 ca. 1737) to distinguish itfrom the theorbo and the chitar-rone (big guitar).

The harmonic case, pyriformand slightly concave with anincise resonance hole, is made upof maple or rosewood staves, thatalter from 28 to 35, grooved tooffer a greater resonance; the tes-tature, from 7 to 12, are obtainedfrom simple gut strings.

In the south, on the contrary,Neapolitan mandolin with a dee-per harmonic case and an ovalresonance hole was very diffused;a plate made of vario protects theboard from the wear of the plec-trum. The narrower neck is divi-ded into metal keys; the cavigliereis “a spatola” (in the shape of aspatula) and slightly inclined,

with the piroli fixed in the back. It assembles 4 chorus of double strings, some

made of gut and other of brass (the use of metalstrings makes a “breaking” necessary at the harmon-ic level, at the height of the bridge, to compensatefor the greater pressure of the strings), tuned up for

camente orientali, con foro di riso-nanza aperto e 6 corde doppieintonate a partire dal Sol. Il nomefu ideato da Antonio Stradivari(1644 ca. 1737) per differenziarlodalla tiorba e dal chitarrone.

La cassa armonica, piriforme eleggermente concava con foro dirisonanza intagliato è composta didoghe in acero o palissandro,scannellate per offrire una maggio-re sonorità che variano da ventot-to a trentacinque; le tastature da 7a 12 sono ottenute con semplicilegacci di budello.

Nel sud invece ebbe grandissimadiffusione il mandolino napoleta-no con cassa armonica più profon-da e foro di risonanza ovale; unaplacca di vario salvaguarda la tavo-la dall'usura del plettro. Il manicopiù stretto è diviso in tasti dimetallo; il cavigliere è “a spatola” eleggermente inclinato, con i piroliinfissi posteriormente.

Monta 4 cori di corde doppie,parte in budello e parte in ottone(l'applicazione di corde in metallo rende necessariauna “spezzatura” sul piano armonico, all'altezza delponticello, per compensare la maggior pressionedelle corde), accordato per quinte e legate con unozocchetto alla base dello strumento, dotato di pon-ticello mobile.

Mandolino napoletanoNeapolitan mandolin

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Stradivari, Vinaccia, Fabbricatore, Filano eCalace a Napoli sono tra i più rinomati liutai. Intutta Italia intorno alla seconda metà del 1800, ilmandolino Napoletano ebbe un grande momen-to: grazie all'amore che la Regina Margheritanutriva per questo strumento si diffuse una veracultura popolare. Il mandolino era sollecitato daun plettro ottenuto in primo tempo dalla cortec-cia di ciliegio limata fino allo spessore desiderato,o dall'estremità di una piuma d'uccello successiva-mente ricavato da una scaglia di tartaruga marina.Verso la fine dell'800', grazie al Liutaio RaffaeleCalace assistiamo alla realizzazione del MandolinoClassico da Concerto con grandissima estensionetimbrica e forte emissione sonora che è diventatoil mandolino di riferimento usato da tutti iConservatori di Musica e da quasi tutti i concerti-sti dello strumento.

fifths and tied up with a zocchetto at the base of theinstrument, provided with a mobile bridge.

The Stradivaris, the Vinaccias, the Fabbricatores,the Filanos and the Calaces are the most famous lute-makers of Naples. In Italy, about the second half ofthe nineteenth century, Neapolitan mandolin had agreat boom: Thanks to the love that Queen Margarethad for such an instrument a popular culture was dif-fused. The mandolin was stimulated by a plectrumobtained, at first, from the cherry tree bark, filed tillthe wanted thickness, or from the extremity of a birdplume, then obtained from a scale of a marine turtle.Towards the end of the nineteenth century, thanks tothe lute-maker Raffaele Calace, we can witness to therealization of the Classic Concert Mandolin that had avery high both timbrica extension and sound emis-sion that has become the reference mandolin used byall the Academies of Music and almost all the concertartists of such an instrument.

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In the seventeenth century the mandolin wascharacterized by a very little neck and a finger-

board that didn’t go over the fourth position. It wasthe instrument preferred by noble families and,because a real school didn’t exist at that time (in spiteof the other instruments) each musician played it theway he liked, to the disadvantage of the most elemen-tary principles of musical expression. To confirm thearistocratic use of the instrument we can report theinterest of the famous composer Antonio Vivaldi whowrote three mandolin concerts.

About the eighteenth century the mandolinbecome an exclusively folkloristic instrument thatusually accompanied the song in various balladsand melodies of that age. There was, moreover, abad manner of playing and everybody had anephemeral knowledge of the fingerboard was con-sidered a mandolin player.

But towards the half of the eighteenth century theVinaccias, the Fabbricatores and the Filanso, famousNeapolitan lute-makers, brought the first necessarychanges to the instrument and, in the nineteenthcentury, Pasquale Vinaccia, third generation of thefamous family, introduced steel strings overcomingthe great difficulty regarding the special thickness

Nel ‘600 il mandolino era caratterizzato da unmanico molto piccolo e da una tastiera che

non andava oltre la quarta posizione, era lo stru-mento prediletto dalle famiglie nobili e non esisten-do all'epoca una vera scuola (contrariamente aglialtri strumenti) ogni esecutore suonava alla suamaniera a discapito dei principi più elementari del-l'espressione musicale. A conferma dell'uso aristo-cratico dello strumento è da segnalare l'interesse delgrande compositore Antonio Vivaldi che scrisse 3concerti per mandolino.

Intorno al settecento il mandolino divenneesclusivamente uno strumento folcloristico e dicolore, che in genere accompagnava il canto invarie ballate e brani d'epoca. Inoltre vi era una cat-tiva maniera di suonare e si considerava mandoli-nista chiunque avesse una effimera conoscenzadella tastiera.

Ma verso la metà del settecento il Vinaccia, ilFabbricatore e il Filano, noti liutai napoletani,apportarono le prime necessarie modifiche allo stru-mento e nell' 800, Pasquale Vinaccia, terza genera-zione della rinomata famiglia, introduce le corde diacciaio e superando le non lievi difficoltà per lospessore speciale necessario diede allo strumento un

L’arte del mandolino The art of Mandolin

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suono brillante e gradevole che lo fece apprezzarepresso i musicisti dell'epoca. Dobbiamo attendere lametà del secolo con l'introduzione della meccanicametallica per ottenere finalmente una perfettaaccordatura. Inoltre le doppie corde di metallo beneintonate resero possibile la tecnica del tremolo cheoggi è considerata la caratteristica tipica dello stru-mento partenopeo. Verso la fine dell' 800' il man-dolino ha la sua grande diffusione ed in quasi tuttele famiglie è presente uno strumento.

La tastiera a 17 tasti, che per lungo tempo si pen-sava bastasse all'esecutore, fu prolungata fino al 24°tasto e successivamente, verso la fine del 1800, adopera di un altro grande liutaio napoletano,Raffaele Calace, padre del mandolino moderno, fuulteriormente ampliata fino al 29° tasto e la cassaassunse una forma più grande ottenendo così ilmandolino da concerto, uno strumento che potessesuperare tutte le difficoltà tecniche e che potesse sfi-dare il suo rivale storico: il violino.

Il mandolino viene usato sia come strumentopopolare, legato a serenate, ballate e canzoni, parti-colarmente napoletane, sia come strumento coltoche affascinò illustri autori che lo hanno inclusonelle loro composizioni per le sue particolari ed affa-scinanti sonorità. Ricordiamo Vivaldi, Beethoven,Mozart, Verdi, Gerschin e Paganini che hannodedicato bellissime pagine musicali scritte per que-sto strumento.

Discorso a parte è per Raffaele Calace, senz'altromeno conosciuto dei nomi appena citati, ma che hadedicate tutte le sue opere (circa 3000 pagine dimusica) esclusivamente agli strumenti a plettro

necessary that gave a brilliant and pleasant sound tothe instrument. That made it appreciate by themusicians of that age. We have to wait till the intro-duction of metal mechanics in the half of the cen-tury to obtain a finally perfect tuning. Moreover,well tuned double metal strings made tremolo tech-nique possible, that is today considered the maincharacteristic of the instrument of Naples. Towardsthe end of the nineteenth century the mandolinhad its big diffusion and an instrument was presentin almost all the families.

The 17 keys-fingerboard, that they thought to beenough for the musician for a long time, wasextended till the 24th key and, then, towards theend of the nineteenth century, thanks to anotherNeapolitan lute-maker, Raffaele Calace, father ofmodern mandolin, it was extended again till the29th key and the case become bigger so that theyobtained a concert mandolin, an instrument thatcould overcome all the technical difficulties andchallenge its historic competitor: the violin.

The mandolin is used both as a popular instru-ment, bounded to moreover Neapolitan serenades,ballads and songs, and as a cultured instrument thatfascinated famous authors that included it in theircompositions thanks to its particular and fascinat-ing sonorities. We can remember Vivaldi,Beethoven, Mozart, Verdi, Gerschin and Paganini,that dedicated very fine pages of music to thisinstrument.

A different speech is about Raffaele Calace, surelyless known then the others, but who dedicated allhis operas (about 3000 pages of music) only to plec-

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(mandolino, mandola, mandoloncello, liuto canta-bile e chitarra). Fioriscono appassionati che diventa-rono veri virtuosi di tale strumento quali MariaCalace, allieva ed orgoglio del padre Raffaele,Ernesto Rocco, Maria Schivitarrò, Nino Catania emolti altri in Europa ed oltre.

Raffaele Calace creò inoltre un metodo nel qualesono analiticamente studiate tutte le possibilitàtecniche ed artistiche dello strumento ed è quellousato da tutti i Conservatori Italiani in cui si stu-dia lo strumento. E' doveroso citare il MaestroGiuseppe Anedda che oltre ad essere stato ungrande concertista, è stato anche il primo docentedi mandolino presso il conservatorio C. Pollini diPadova. Attualmente tale prestigioso incarico èricoperto dal Maestro Ugo Orlandi, grande con-certista e solista nell'orchestra “Città di Brescia”,un'orchestra tutta a plettro di altissimo livello cheha inciso due CD interamente dedicati alle operedi Raffaele Calace.

Dobbiamo proprio alla intensa attività di talegruppo se anche al Conservatorio della cittàdell'Aquila è stata istituita la seconda cattedra perl'insegnamento del mandolino, affidata alla docenteDorina Frati. Per Napoli, patria storica del mandoli-no, e culla di tanti importanti autori che hanno scrit-to musica validissima per tale strumento, dobbiamoattendere fino al 1998 anno in cui, grazie al decisivointeressamento del direttore, il Maestro Roberto DeSimone si riesce ad ottenere la terza cattedra di man-dolino presso il nostro prestigioso Conservatorio diMusica S. Pietro a Maiella, affidata attualmente alMaestro Fabio Menditto che ha realizzato, insieme

trum instruments (mandolin, mandola, mandolon-cello, cantabile lute and guitar). Numerous loversflourished that became then virtuosos of such aninstrument, such as Maria Calace, both pupil andpride of her father, Ernesto Rocco, Maria Schivitarro,Nino Catania and many others in Europe andabroad.

Raffaele Calace, moreover, invented a method inwhich all the technical and artistic possibilities ofthe instrument are analytically studied, and it’s theone used by all the Italian Academies in which theystudy mandolin. We have to mention masterGiuseppe Anedda who, in spite of being a famousconcert artist, was also the first mandolin teacher atthe Academy C. Pollini of Padua. Nowadays suchan important task has been given to master UgoOrlandi, famous concert artist and soloist of theorchestra “Città di Brscia” (city of Brescia) a veryimportant plectrum orchestra. He recorded twoCDs completely dedicated to Raffaele Calace’soperas.

Thanks to the intense activity of such a group, atthe Academy of the city of Aquila, too, the seconddesk to teach mandolin has been instituted, given tothe teacher Dorina Frati. About Naples, historicalcountry of mandolin and cradle of many importantauthors that wrote very valid music for such aninstrument, we have to wait till 1998 when, thanksto the decisive interest of the director, masterRoberto De Simone, it was possible to obtain thethird desk of mandolin at our prestigious Academyof Music S. Pietro a Maiella, at present given tomaster Fabio Menditto who has realized, together

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ad altri musicisti altri 2 CD tutti dedicati all'opera diRaffaele Calace.

Molto importante è stata, nell'ambito dell'even-to “Bologna 2000 Capitale Europea dellaCultura”, il concorso mandolinistico internaziona-le “Raffaele Calace”, organizzato dalla FederazioneMandolinistica Italiana, che ha visto in gara esecu-tori di altissimo livello provenienti da tutta Europacon un seguito di pubblico senza precedenti.

In questi ultimi anni, il fiorire di importanticoncorsi internazionali per orchestre a plettro è ilsegno di una ritrovata diffusione della culturamandolinistica di cui Calace è stato una pietramiliare sia come autore che come compositore edesecutore. Una affermazione del compiantoMaestro Giuseppe Anedda inquadra in poche bat-tute la rilevanza che i Calace hanno avuto nelladiffusione e nella cultura mandolinistica: “Calaceè per il mandolino quello che è stato Paganini peril violino!”

with other musicians, 2 CDs all dedicated toRaffaele Calace’s work.

The international competition of mandolin“Raffaele Calace”, was very important. It was organ-ized by the Italian Federation of Mandolin withinthe event “Bologna 2000 Capitale Europea delleCultura” (Bologna 2000, European Capital City ofCulture), and here many famous musicians comingfrom the whole Europe competed, with anunprecedented train of public.

In these last years the diffusion of importantinternational competitions for plectrum orchestrashas demonstrated a recovered diffusion of the man-dolin culture, of which Calace have been a mile-stone both as an author and as compositor andmusician. An assertion of the pitied master GiuseppeAnedda arranges in few words the importance thatthe Calaces have had both in the diffusion and theculture of the mandolin: “Calace is for the mandolinthe same as what Paganini was for the violin!”

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The first stage of the construction is the real-ization of the case of the instrument (the

posterior roundish part) composed of a big group ofstaves that are moulded on a mother shape made offull wood. They have to bend the staves with a hotiron sheet and patiently fit them together to the fullshape. Then, they have to make them thinner usingthe back of a planer, moulding a spindle (large inthe middle and thinner and thinner towards theextremity). After this, they have to fix the first cen-tral stave with very thin nails and then put on theright and on the left the residual staves so that theycan complete the shape.

Such an operation wants they to be very able andthe method used nowadays is exactly the same asthe last centuries. From an aesthetic point of view,they say it’s a good custom to put a differentcoloured thin slab of wood between a stave an theother. If the staves are made of maple (clear) theyusually use a dark slab of wood, but if they are dark(rosewood) they use a clear one.

The day after, very carefully, they separate the casemade up from the mother shape made of full wood.They make the only just done case stronger with lit-tle sheets of cloth or with “pampuglia” (shavings

La prima fase costruttiva è quella volta alla realiz-zazione della cassa dello strumento (la parte

rotondeggiante posteriore) formata da un notevolegruppo di doghe, sagomate su una forma madre dilegno pieno.

Le doghe si curvano con un ferro caldo e paziente-mente si fanno combaciare con la sagoma piena; poisi assottigliano sul dorso di una pialla rendendole aforma di fuso (larghe al centro e sempre più sottiliverso l'estremità). Fatto ciò, con chiodi sottilissimi, sifissa per prima la doga centrale e via via si incollano adestra e a sinistra le rimanenti doghe fino a comple-tare la sagoma.

E' un'operazione che richiede molta abilità ed ilmetodo oggi usato è esattamente lo stesso che si usavanei secoli scorsi. E' buona norma, ai fini dell'estetica,inserire un filetto sottile di legno di colore contrastan-te fra una doga e l'altra. Se le doghe sono di acero(chiare) si usa un filetto di legno scuro; se le doghesono scure (palissandro) si usa il filetto chiaro.

Il giorno seguente, con molta cautela, si separa lacassa costruita dalla sagoma madre in legno pieno; sirinforza la cassa appena costruita con striscette di telao con “pampuglia” (trucioli di pialla incollati a venatraversa). Sempre con l'aiuto di un ferro caldo si pie-

La costruzione del Mandolino napoletano

The construction of the mandolin of Naples

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a: costruzione della cassa con l'incollaggio delle doghe - case manufacture and staves stickingb-c: foderatura interna delle casse di mandolino - inner lining of the cases of the mandolin

d: preparazione della tavola armonica - harmonic-case setting

a b

c d