Magna Charta 2 2013/14

download Magna Charta 2 2013/14

of 16

description

Il secondo numero del giornalino del Nievo

Transcript of Magna Charta 2 2013/14

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    1/16

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    2/16

    Eccoci qui, anche questanno, nuovo look, nuova gente, ma sempre noi,

    la Magna Charta. Ad ottobre, appendendo i volantini per ampliare la nostra redazione,dato che alcuni componenti ci hanno lasciato, avevamo un po tutti il terrore che non si

    sarebbe presentato nessuno. Quali miscredenti siamo stati. Si sono aggiunte tante

    facce nuove, menti fresche piene di voglia di fare, gente che si sta davvero preoccupando

    ed impegnando per questa attivit. A volte sono sorpresa dalla voglia di fare,

    dallentusiasmo, dai sorrisi, dalle battute, ma anche dalla maturit presente in redazione,

    ad ogni incontro. Discutiamo di tutto assieme, non ci sono problemi, non ce ne sono che

    non possiamo risolvere, nessuno, nessuno tranne uno: i fondi. Quelli ogni anno ci fanno

    tremare, non sappiamo davvero dove trovare i soldi per stampare la Magna Charta per

    ciascun studente (avete gi notato gli anni precedenti che non vi erano numeri per tutti),

    se avete idee o proposte, informateci. Allinizio ero abbastanza spaesata, non ero certache saremmo riusciti a formare un primo numero con una redazione composta al 90%

    di quinte e rappresentanti distituto (ecco, prendete esempio, unitevi anche voi alla

    redazione), ma proprio ora che sto scrivendo, ho sotto mano la maggior parte degli

    articoli che stiamo per pubblicare, e ne sono davvero soddisfatta. Il tema il futuro,

    per questo ci siamo anche rinnovati nellaspetto, cercando di rimanere allavanguardia,

    tormentando il nostro povero grafico con richieste che credevo improponibili, ed invece

    mi ha sorpreso nuovamente con la sua bravura (credo di dovergli un caff dopo questa).

    Che altro dire? Buona lettura!

    Blajin Bianca

    EDITORIALE

    Eccoci qui, con il secondo, e, purtroppo, ultimo numero della Magna Charta diquestanno scolastico.Generalmente cerco di essere breve, in modo da non rubare spazio agli articoli,ma questa volta preferisco rinunciare al mio articolo per allungarmi nelleditoriale.Dopo lunghe discussioni e molte proposte, abbiamo scelto il tema della cultura.Perch cultura? Perch anche a questo che serve il giornalino, ad ampliare lanostra cultura, a stimolarla, a spingerci a conoscere sempre pi per informareanche voi, per non ricadere sempre nei soliti argomenti.

    Le stesse esperienze che facciamo in redazione ampliano la nostra cultura.Vi chiedo, quindi, di soffermarvi un attimo sullimportanza del giornalino.Potrebbe sembrare unattivit secondaria, semplice da gestire, di poco conto,ma quasi nessuno dei lettori immagina il lavoro immenso che vi sta dietro da unaparte e limmenso orgoglio che ci da dallaltra.

    Voglio quindi rendervi partecipi di un orgoglio del Nievo passato in sordina.La redazione di qualche anno fa, gestisce attualmente un blog chiamato I Signoridelle Mosche (http://isignoridellemosche.it/), in principio riempito dagli articolidei quattro fondatori, ora ne riceve da scrittori di tutto il mondo.

    Dovremmo quindi andare fieri di questo prodotto nievino e del nostro giornalino,nonostante i vari tagli, che la scuola continua a subire.Un taglio, non dovuto alla scuola, ma al passare del tempo, lo subiremo dalprossimo anno: la maggior parte della redazione frequenta il quinto anno, e quindici lasceranno; perci, giovani lettori, che siete giunti fino alla fine del mio editoriale,lanno prossimo venite a far parte di questo progetto, orgoglio del Nievo, perchla Magna Charta non dipende solo dai fondi, ma anche da noi.Rapidamente vorrei informarvi anche di una novit presente in questo numero:una collaborazione con la redazione di Agor, giornalino del Tito Livio.

    Il tutto organizzato dai nostri rappresentanti della consulta, speriamo di potermantenere questa collaborazione anche per gli anni futuri.Noi del Nievo ed il Tito Livio speriamo di riuscire ad estendere questo progettoanche ad altre redazioni dei vari licei di Padova, per renderci pi uniti ed avereun continuo scambio di idee, dopo tutto lottiamo tutti per uno stesso fine: laCultura.

    Blajin Bianca

    93%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    3/16

    Indice

    REDAZIONE

    Bozza AnnaCaldon MatteoCannella AlessandraDAndrea GiulioFusari AlbertoGrigoletto MartaLazzarini TommasoMatteuzzi Giulia

    Scagnellato LauraSiscanu CorneliuTuretta Veronica

    DOCENTE

    Bertola Laura

    CONTATTI

    http://www.liceonievo.it/

    RIUNIONE REDAZIONE

    Sesta ora

    CREDITI FOTOGRAFICILe immagini utilizzatesono tratte dalla reteLayout Apple Inc.

    Il numero stato chiuso inredazione il 24/4/14Numero 2

    Aprile 2014

    Blajin Bianca

    Aula informatica sede centraleGioved

    87%

    81%

    75%

    68%

    62%

    56%

    43%

    50%

    37%

    18%

    31%

    25%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    4/16

    LA CULTURA NON SI EREDITA, SI CONQUISTA

    Quante volte ci siamo interrogati sullutilit distudiare centinaia di pagine su un noiosissimo libroo sul senso di svolgere difficilissime disequazionimatematiche?Quante volte ci siamo chiesti cosa ci costringaa sopportare quotidianamente lansia perinterrogazioni o compiti o i rimproveri dei nostriprofessori?Molto spesso genitori, nonni, amici e tutte lepersone deputate a raccogliere questi sfoghi, per

    rincuorarci e per evitare di vederci lanciare libri equaderni dalla finestra, ci rincuorano dicendo che,anche se adesso tutte queste ore passate sui l ibrici sembreranno inutili, in un futuro prossimo cirenderemo conto della loro importanza. In cosa consiste, per, questa importanza?Ovviamente nellelasticit mentale, nel mododi confrontarsi con il mondo che ci circonda,nellabilit di saper affrontare situazioni difficili congrande lucidit.Tutti questi indubbiamente sono fattori moltoimportanti, ma veramente tutto qui?Limportanza del percorso di studio consisteanche nellindirizzare lo studente verso unaprecisa classe sociale di appartenenza e perci dipermettere il ricambio sociale.La prima obiezione che viene mossa ai sostenitoridi questa tesi consiste nellequit delle condizionidi partenza. opinione comune che lappartenenza sociale diun essere umano sia condizionata da molte variabili

    e soltanto in una societ fondata rigorosamenteed esclusivamente sul merito si potrebbe pensareche sia soltanto lagire individuale a plasmare ilproprio futuro a prescindere dellorigine sociale.Come generalmente riconosciuto, nella nostrasociet le condizioni di partenza per uno studenteche si appresta a scegliere il suo percorsoformativo non sono sempre uguali.Una ricerca del Dipartimento di Sociologia eRicerca Sociale dellUniversit degli Studi diTrento dimostra che in Italia il raggiungimento della

    maturit presenta ancora numerose differenzesociali.Tra i nati nel 1980 pi del 80% della borghesiariesce a ottenere il diploma o la maturit secondariasuperiore mentre tra la classe operaia agricola

    questo dato si riduce fino ad arrivare al 20%.Questo dato mette in luce come sia fondamentalegiungere ad unuguaglianza di possibilit,unequit ex ante, per permettere al sistemaformativo di svolgere la sua azione costruttiva intutte le fasce della societ.Il compito di garantire questi diritti tuttavia nonspetta allistruzione vera e propria ma ad unoStato pienamente liberale e democratico.I dati infatti dimostrano come il percorso

    formativo, meritocratico e selettivo, possa darela possibilit a coloro che partono da condizionisocio-economiche svantaggiate, di ambire aposizioni sociali migliori di quelle di partenza.Nellambito della ricerca delluniversit di Trentocitata in precedenza risulta importante analizzare idestini occupazionali dei componenti della classeoperaia che riescono ad ottenere un diploma ouna laurea.Per quanto riguarda i diplomati ben il 61% riesce amigliorare il suo status sociale ed ad appartenerea classi sociali pi alte di quella di partenza.Tra i laureati la situazione ancora migliore,infatti, ben il 92% riesce ad entrare a far partedella borghesia o della classe media impiegatizia.Anche la rilevazione sui voti di maturit sembradimostrare la quasi perfetta imparzialit delsistema scolastico.Si stima, infatti, che la possibilit di conseguireun 100 allesame di maturit sia quasi identica trastudenti provenienti dalla classe operaia e dalla

    borghesia.Proprio nel riconoscere imparzialmente leprestazioni di studenti di diverse classi socialisussiste il potere straordinario e quasi rivoluzionariodellistruzione.Questi dati, infatti, non fanno altro che metterein luce lenorme merito di una scuola efficientenel permettere il ricambio sociale. Unistruzioneinefficiente utile soltanto a chi rimane barricatodietro a sterili ideali conservatori per il timore diperdere le proprie posizioni di privilegio acquisite.

    Tommaso Lazzarini

    81%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    5/16

    Fatti non foste come bruti,

    ma per seguir virtute e conoscenza

    Hello there! What are you studying?Ancient History. Boring...Come on! Its fascinating, those are the origins ofeuropean culture. Even though youre from Australia,the bases of your culture are pretty much the sameas mine. Mmh, youre studying the Ancient Romeuhn? Good. Youll get to know something moreabout my country.Werent you from Italy?Yeah, Rome is in Italy you know..

    Isnt it in Greece?

    Anche se in inglese, spero abbiate compreso tuttila conversazione.Non una barzelletta, non una situazioneinventata, ma un episodio vissuto in prima persona:qualche anno fa, in una biblioteca (bellissima, conuna moltitudine di libri impressionante ed iper-tecnologica) di una scuola australiana, ho avuto lasfortuna di assistere a questo tripudio di ignoranza.E quella ragazza era tra le pi eccellenti studentesse

    della scuola!Non stato lunico episodio imbarazzante: unavolta un ragazzo, genio artistico, mi ha detto cheLionardo Dvinci era vissuto nel 1800; unaltravolta mi stato riferito da una ragazza che sapevatutto di derivate e integrali che la luce bianca non scomponibile. rimasta basita quando le ho fattovedere delle immagini sullesperimento del prisma.Da queste esperienze nato un sentimento cheavevo sempre ignorato potesse esistere: purariconoscenza nei confronti del tanto criticatosistema scolastico italiano. Per quanto sia basata sulnozionismo, per quanto siamo costretti a sgobbarecome asini per stare dietro al programma, alleinterrogazioni e alle verifiche (concetti che non hannoposto nella forma mentis australiana), listruzione dibase che si riceve in un liceo italiano enormementesuperiore a quella che si acquisisce in un rinomatoistituto doltremare.Noi abbiamo la possibilit di approfondire ogni ambitodella conoscenza: letteratura, filosofia, storia, arte,matematica, chimica, biologia, astronomia, fisica,latino... Loro, quei ragazzi australiani, alla fine della

    terza superiore possono scegliere di abbandonarele materie che non gradiscono, fino ad arrivare adoverne studiare solo quattro. Quattro.E in quale modo! Pu sembrare una prospettivaconveniente, ma non lo affatto.

    Quella che abbiamo noi unopportunit che loronon hanno. Noi abbiamo lopportunit di essereuomini, quelli che hanno sconfitto la forza di gravit,quelli che hanno camminato sulla Luna, quelli chesognano di poter comprendere la totalit delle cose:Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste aviver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza!(Inf. XXVI, Dante Alighieri)Grazie ai nostri programmi, per esempio, abbiamolopportunit di conoscere la storia in maniera

    coerente, organizzata: prima cera luomo diNeandertal, poi lHomo Sapiens, prima ceranole polis, poi lImpero Romano, prima AlessandroMagno, poi Carlo Magno attenti a non farconfusione, c un millennio di mezzo! e cos via.Conoscere la storia, il passato, un modo perconoscere se stessi, la propria societ, un modoper comprendere il motivo per cui il mondo attuale cos e non in un altro modo. Allo stesso modoabbiamo la possibilit di gettare lo sguardo su tuttii campi della scienza: la parabola una funzione di

    secondo grado, una mole una quantit pari a unnumero di Avogadro di particelle, la velocit media il rapporto tra spazio percorso e tempo impiegato,ecc. ecc. Noi, in una notte senza nuvole, possiamoguardare la Luna e vedere i suoi crateri, le sue terrealte, i suoi mari di basalto, oppure sentire leco dellepoesie di Leopardi bisbigliate dal disco luminoso.Possiamo pure scegliere.Altri come i ragazzi australiani sopra citati,invece, dovranno soccombere alla loro conoscenzaframmentaria e vedere solo una delle due immaginiintellettuali o, ancor pi triste, nessuna. Non potergodere di queste bellezze una grande limitazioneesistenziale, un irrimediabile blocco alle potenzialitdellindividuo. una povert che non pu essere sopperita se nonda unistruzione degna di tale nome: noi abbiamolopportunit di riceverla ed un nostro dirittoobbligatorio far fruttare la nostra fortuna.

    Questo articolo, mi rendo conto, di una banalitsconcertante. Ma ogni tanto la banalit, la ripetizione,linsistenza aiutano i pi indifferenti a riflettere, a

    capire.

    Laura Scagnellato

    75%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    6/16

    Sapere Aude

    La pi grande lezione e il maggior vantaggio(e piacere) della cultura il fatto di saperinstillare in noi, ogni volta, il dubbio e di renderciconsapevoli che le nostre certezze, le nostreverit, le nostre credenze sono fallaci e cheesistono infinite sfaccettature della realt, chenon riusciremo forse mai a cogliere.Quando dunque parliamo, o dibattiamo congli altri, non dobbiamo dimenticarci mai ciche purtroppo ha necessitato secoli di guerreper essere compreso, ovvero che dobbiamoavere lumilt di metterci in discussione, lalungimiranza di ascoltare e fare nostri i consiglidegli altri, lavvedutezza di comprendere leragioni dei nostri interlocutori e di non dare mainiente per scontato nel cercare di capire cosasiamo.Oggi viviamo in una societ capitalista, orientataal profitto, sdegnosa nei confronti della cultura,

    che considerata come un entit astratta,adatta ad un popolo di elette schiere, rintanatenella loro torre davorio a contemplare la plebedallalto, ma non cos.Cultura questo giornalino, cultura discuterecon gli amici e mettersi in discussione con leproprie idee, cultura ogni frase che scriviamoperch gli altri sentano la nostra voce, cultura ogni volta che disegniamo, cultura ogni voltache qualcuno di noi si mette davanti ad uno

    strumento e compone un brano, non importasia esso di musica classica o di elettronica.Cultura viene dal latino colere, che significacoltivare, ovvero dedicare una parte della nostravita solo a noi stessi, alla nostra formazione,non perch sia obbligatorio conoscere Galileie Dostoevskij, ma perch certe letture, certeesperienze, certi brani, ci provocano dellesensazioni profonde, ci scuotono, sono ingrado di farci riflettere anche dopo molto tempo.Dante nella sua Divina commedia critic papi eimperatori, re e signorotti, pag con una vitafatta di elemosina e di umiliazioni, ma rimasecoerente con la sua idea.Ritengo che soprattutto in un momento come

    oggi, di disillusione e di disinteresse a certivalori morali, la sua lezione potrebbe essere diesempio.Un filosofo arabo, Averro, sosteneva che ilnostro intelletto fosse immortale: se con intellettointendiamo la conoscenza umana allora questo in parte vero.Ogni canzone che viene composta, ogni libroscritto sono infatti la nostra eredit ai posteri, ilnostro modo di testimoniare il passaggio, brevema pregnante, della nostra esistenza.Abbiamo bisogno di cultura perch essa ladescrizione di una societ, siamo noi in continuocambiamento, siamo i nostri vizi e le nostrevirt, siamo la generazione che in assoluto hail maggiore accesso alla conoscenza e quellache, purtroppo, non rendendosene pienamenteconto, meno se ne cura.Cultura non significa imparare due o tre nozioni di

    matematica o latino,anzi, essa pura emozione:basti pensare alla freccia del tempo in fisica e acome il nostro universo tenda al disordine; alleconsolazioni, ancora attualissime, di Seneca,nei momenti di difficolt; alla concitazione dellebattaglie narrate da Tucidide; alla bellezza delmettere sempre tutti in discussione di Galilei.La vostra scuola intitolata ad un uomo cheafferm di esser nato Veneziano e morto Italiano.Ippolito Nievo ragion a lungo e vide due mondi,

    uno in declino ed un altro pieno di possibilit enel contempo di aspetti sconosciuti.A noi tocca far emergere la cultura non come ladecadente Serenissima, solenne ma in rovina,ma come il neonato stato italiano, pieno diincognite ma anche di opportunit.

    Nicola Carotenuto

    Tito Livio

    68%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    7/16

    Cultur@ Moderna:

    Internet e TV come mediatori culturali

    Nel 2014 ormai televisione e internet sono atutti gli effetti membri delle nostre famiglie ela vita senza di loro ci sembra impossibile.Specialmente per i nativi digitali, le giovanigenerazioni che sono cresciute giocando alcomputer e smanettando con i telefonini, noiche passiamo ore e ore davanti agli schermi traserie TV, Facebook, Youtube e quantaltro.Essi sono parte della nostra cultura, econtribuiscono a formarla.

    La televisione, che ha cominciato a diffondersinelle case degli italiani negli anni 50, ha avutofin da subito intenti di diffusione culturale: unesempio su tutti la trasmissione Non maitroppo tardi presentata dal maestro AlbertoManzi e andata in onda per otto anni tra il1960-68 con la collaborazione del Ministerodella Pubblica Istruzione; il suo scopo era di

    combattere lelevato tasso di analfabetismo cheancora affliggeva in nostro Paese.Numerosissimi studi, riflessioni, libri e quantaltroda decenni si interrogano sugli effetti che latelevisione ha avuto sulla societ: la scatolamagica infatti stata in grado di creare unacultura di massa che unisse tutti coloro che laseguivano senza distinzioni, indipendentementedal livello di istruzione o dal ceto sociale.In televisione ormai si vede di tutto, esistono

    trasmissioni di ogni variet e per tutti i gusti:alcune sono serie e impegnate, si dedicanoalla politica, allattualit, agli approfondimentiscientifici o storici; altre sono le trasmissioni diintrattenimento, i quiz, i reality show, consideratedi evasione.Ma da qui si scatenano anche le polemiche:la TV cattiva maestra, fornisce esempisbagliati, esalta modelli inadeguati, catturadavanti allo schermo e impedisce di pensareautonomamente.

    Mezzo ancora pi potente della televisione,Internet ha la capacit di unire i pi sperdutiangoli del globo rendendo partecipe ognunodella vita degli altri: le sue potenzialit di diffusioneculturale sono quindi ancora pi potenti rispettoa quelle della TV.La cultura e linformazione oggi passano ancheattraverso questo nuovo canale: pensiamo allenumerosissime notizie che vengono diffuse viaTwitter e che poi vengono riprese da giornali etelegiornali, oppure agli approfondimenti che possibile fare cercando nella rete ci che pi ciinteressa.La differenza tra TV e Internet per notevole:in televisione scegliamo cosa guardare tra i variprogrammi come ci vengono proposti dalle reti,in Internet invece siamo noi in prima persona adover reperire ci che ci interessa e a sceglierequello che pi soddisfa la nostra ricerca.

    Questa libert tuttavia non rende Internetimmune alle critiche: i contenuti da moltivengono considerati superficiali, approssimativi,privi di controllo.

    Ogni contenuto che vediamo o sentiamo siain TV che in Internet va a far parte del nostrobagaglio culturale, andando ad accrescerlo.A questo punto sta alla nostra capacit dipensare e rielaborare le informazioni il compito

    di suddividere i contenuti in due gruppi, quelliproduttivi e adeguati e quelli poco approfonditie banali. Una volta compiuta questa operazionela nostra conoscenza si arricchita di nuovielementi.In conclusione, non tanto importante da doveprovengono gli input culturali, purch questisignifichino per noi un arricchimento, unacrescita, che ci aiutino a comprendere meglio ilmondo in cui viviamo.

    Marta Grigoletto

    62%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    8/16

    Manifesto della cultura modaiola

    Cos la moda e che cos di moda? Quando nata?E perch ci ostiniamo prepotentemente a seguirla?Seguire la moda, ovvero la tendenza estetica, unfenomeno che nel passare del tempo si trasformatoda passatempo prettamente femminile a modusvivendi, facendo sorgere vere e proprie filosofie di vitaintorno ad esso. In ogni caso essa stata semprepresente in ogni epoca e luogo, come fenomenosociale e culturale. Il motivo di tale onnipresenza dato dal gusto del bello, e della necessit delluomo

    della novit, dellaggiornarsi, per non fossilizzarsi nellamonotonia e sistematica ripetizione.La Moda o anche norma, matematicamente parlando, ci che per statistica ricorre pi frequentemente.Consideriamo, quindi, di moda un colore, un modellospecifico o una marca che sia di tecnologia (vedi Apple),di automobili (vedi la 500 fiat) o di qualsiasi prodotto (divestiario, darredamento, alimentare ecc.) se esso invoga. Quando acquistiamo quindi cerchiamo di seguirela moda, assecondandola spesso pi dei nostri gustipersonali. Questo succede perch seguire la moda diventato ormai uno status symbol, come del resto lo

    sempre stato. Cos si pu quasi parlare di rivoluzionecopernicana: se fino a pochi decenni fa la moda era unfrivolo passatempo delle classi pi agiate che vivevanoquesto ambito in secondo piano rispetto alla vitasociale, nella societ odierna il prodotto il soggetto ela persona si oggettizza in esso, cos la persona vienegiudicata per quello che veste, per il taglio di capelli ein genere per quello che possiede.Tutto sommato per non si pu ridurre la modaallaspetto modaiolo superficiale, essa sinonimo diricercatezza formale, cura della propria immagine e perquesto non va ignorata. Essa contamina tutti gli aspettisociali e non la si pu sottovalutare se si vuole far partedella societ. Daltra parte importante non sconfinarenella cultura materiale, per cui possedere vuol direessere felici, e fare shopping diventa un tick nervoso.Fare compere pu essere una forma terapeuticacontro il cattivo umore, vero, ma importante sapersicontrollare e non dare troppa importanza agli oggetti eal seguire ostinatamente la moda che a volta diventaun ossessione.Premesso ci non cattiva abitudine cercare di stardietro alle tendenze, soprattutto nel vestirsi, ambito in

    cui tutti i giorni si chiamati a rispondere cercando divalorizzare gli aspetti migliori della propria immagine. Ese quasi impossibile, almeno per le tasche di molti,riuscire a comprare tutto ci che viene esibito durantele sfilate di moda pi importanti, gi pi alla portatadi tutti seguire delle regole standard choosy, ovvero

    sempre valide che non passano mai di moda. Perciviene fornito a seguire un decalogo di istruzioni pratico.Infatti per dare un buona immagine non basta seguireChiara Ferragni su Instagram o Clio Make up su Realtime, ma bisogna essere follower/seguaci del Buongusto non dimenticando un pizzico di moda.Massime fondamentali per meno esperti:1. Abbinamenti: sono fondamentali, i colori simili nonvanno mai indossati insieme. Nero e blu insieme sonoun errore imperdonabile.

    2. Le fantasie diverse (soprattutto geometriche) nonvanno mai insieme o sembrerai un quadro di Kandiskij3. Le righe orizzontali ingrassano, le linee verticaliinvece snelliscono. Tutto ci vale solo dalla vita in su,per il resto gioca sui colori: il nero slancia e il biancoingrassa. Ma attenzione: per risultati visibili metti unatuta e vai in palestra!4. Gli accessori sono elementi additivi si ma sonoessenziali per valorizzare e abbinare, basta nonabusarne.5. Giacca e cravatta saranno poco originali ma sonoleleganza maschile per antonomasia, il vestito con

    la gonna quello femminile, n troppo mini n troppoMinnie.Regole meno ovvie:6. De gustibus: ognuno ha un gusto e uno stile unici epersonali, e il bello soprattutto cambiare.7. Scollature troppo succinte e minigonne troppo mininon sono attraenti ma volgari, lascia un po di spazioallimmaginazione.8. Cura sopracciglia, unghie, baffi, barba e quantaltroma ricorda che Audrey ha detto anche laccessoriomigliore che una donna possa indossare il sorrisose avesse vissuto al giorno doggi, ai maschi avrebbedetto che il loro la barba.9. I Leggins sono soltanto lulteriore prova che il Vintage fashion, ma con cautela, negli anni 80 si chiamavanofuseaux, e il concetto non era diverso da quello dioggi. Lo dice la tradizione: sopra la M non comprarli, oalmeno, compra la M e iscriviti in palestra per entrarci!10. Le tute sono come la pizza, tutti le amiamo mavanno bene al massimo una volta a settimana, o peroccasioni particolari, meglio non esagerare!E per concludere ricorda che: ci che sta comodonon veste bene

    Giulio DAndrea

    56%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    9/16

    come c musica e Musica.S, anche la musica portatrice di culturaattraverso non solo le parole, ma con i suoniche ad un primo momento possono non dircinulla.A volte un semplice rif pu parlare al nostro cuoremolto meglio di tante parole, a volte qualcheaccordo o qualche arpeggio ci emoziona dipi di una frase smelensa sentita e risentita.La Musica, quella vera, quella con la Mmaiuscola, quella di Cultura, non necessita digrande pubblicit e nemmeno di essere sparataa mille in macchina attraverso la radio.Non voglio demonizzare la musica commercialeche circola adesso, sono io la prima che siconcede di ascoltarla, ma piuttosto che ci sideve rendere conto che c musica e Musica,appunto.Ma cos la Musica?

    Musica quella colta, quella di ricca, quellastudiata.Subito si pu pensare alla musica classica,insegnata nei conservatori e assimilata alconcetto di colto.Anche chi non del settore riconosce a questogenere un valore importante, che lo distaccafortemente da tutta la musica.E qualcosa che ci tocca nel profondo,che suscita in noi emozioni semplicemente

    accostando suoni gli uni accanto agli altri, avolte in modo nemmeno troppo semplice.E nonostante non sia una cosa che non mettiamonei nostri telefoni da ascoltare, chiunque di noilha ascoltata almeno una volta. Non nascondo,quindi, che la musica classica non sia un genereadatto a tutti, perci una soluzione c per coloroche, come me, sono alla ricerca della Musica.Per quello come ho scritto prima, la definizionedi Musica di Cultura non descrive solo la musicaclassica, ma quella di ricerca.La definizione di Musica colta, quindi, si allargafino a comprendere molti altri generi quali Jazz,Blues, Rock e Metal.

    Difatti molti autori appartenenti a questi generihanno sperimentato, studiato, ricercato oltre iconfini classici del loro campo per dare ai lorofan di pi.Risulta quindi difficile, spesso, inquadrarli inun genere unico, tanto che escono fuori tuttii sottogeneri che noi tutti sentiamo nominare:R&B, hard rock, prog metal...La Musica, quindi, ovunque, spesso informe diversissime fra loro, spesso difficile dainquadrare in canoni chiusi e ben definiti.Perci chiedo a voi, studenti, di non accontentarvidei prodotti gi confezionati.Certo, spesso sono belli e accattivanti e nondico di evitarli come la peste, ma semplicementedi non fermarsi a quelli.Non fermatevi a Lady Gaga, andate a sentirvii Tre allegri ragazzi morti; non esaurite lavostra curiosit su Katy Perry, esplorate i Dream

    Theater. Infiniti sono i gruppi, nascenti e non,e moltissimi sono tra di loro le perle portatricidi quella Cultura che sembra sparita ai giorninostri.La Cultura non si persa, si solo nascostadietro a una cultura che di minore importanza eche maschera tutto in un alone grigio. Cercatela,svelatela, l sotto i nostri occhi, o meglio, lenostre orecchie. Apriamo la mente e il cuoreal diverso, allo strano, al nuovo e troveremo la

    vera Musica.Non arrendetevi se ci mettete pi tempo delprevisto, non una cosa facile, soprattuttoa causa di quellinfrastruttura di musicacommerciale che si andata creando in questianni.Siate curiosi, la Musica l che attende solo noi.

    Giulia Matteuzzi

    C cultura e cultura...

    50%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    10/16

    Lintegrazione difficile, a volte fa paura. Lo sappiamobene in Italia, ieri come oggi terra di migranti, terra dichi parte e terra di chi arriva.Lo sanno i nostri nonni o bisnonni che con valigiedi cartone partirono per il Belgio, gli Stati Uniti,lArgentina, il Brasile lo sappiamo bene purenoi nel 2014, sentendo parlare di nuovi sbarchi aLampedusa, di rimpatri forzati o delle proteste dellebocche cucite di Ponte Galeria.Lintegrazione non avviene mai a senso unico,

    coinvolge lo straniero, quanto chi lo accoglie., appunto, una forma daccoglienza, ben lontanadallospitalit o dallassistenza passiva, ma daconsiderarsi piuttosto come unapertura e unacondivisione.Accoglienza che ci obbliga a uscire allo scopertoper esporci, ad accettare le nuove ombre che ilnostro corpo pu proiettare sotto la luce di unosguardo diverso, che ci costringe a tracciare edefinire il perimetro della nostra personalit, come inun puzzle, dove necessario conoscere la forma di

    ogni singolo pezzo perch unit diverse combacinofra loro.Forse questo uno degli scogli allintegrazione,si tratti di accogliere il profugo siriano o bosniaco,un vecchio amico o una novit sconcertante; tuttici obbligano a mettere a nudo pregi e qualit,quanto difetti e debolezze, a far emergere paureche rifiutiamo di riconoscere o che spesso nonconosciamo.Laccoglienza e lintegrazione avvengono quindi inprimis dentro noi stessi, ci costringono a portare allaluce le nostre contraddizioni, a toccare i meandriinesplorati della nostra personalit, generando unascissione, fra ci che sembriamo e la verit, spessoscomoda, di ci che in realt profondamente siamo.Riassumendo: lintegrazione pi difficile senon conosciamo noi stessi; dobbiamo iniziarea rapportarci con la nostra personalit, i nostriproblemi, imparare a conoscerli, prima di essere ingrado di affrontare quelli altrui.Personalmente quindi non mi fido molto di queifoglietti che le parrocchie mettono nelle cassettedella posta, dove uomini bianchi, neri, gialli, rossi e

    verdi si tengono per mano sorridendo e ballando sulmondo, tutto un po troppo semplice.Pi che nellefficacia dei bollettini parrocchialicredo nella forza della cultura, della conoscenza,soprattutto della curiosit; non chiedo a nessuno di

    rinunciare alla messa della domenica, alle omelie, aldigiuno della quaresima, ma magari, sotto i banchidella chiesa teniamo qualche buon libro.Gli uomini non si tengono per mano in un girotondo,non baster sorridere per superare lintolleranza ed ilrazzismo, ma forse servir a qualcosa aprire un libroe guardarci dentro.Prendi un libro per conoscere te stesso, lascia starelogaritmi e verbi latini, lascia stare tutto, siediti dasolo e leggi. Leggi di qualsiasi cosa: da Novella

    2000, Chi, Il manuale dei calzini selvaggi, tuttoquello che bisogna sapere per difendersi da questapiaga, Is your dog gay? (libri realmente esistenti!http://www.abebooks.it/libri/stanza-libri-strani/),fino allopera completa dei pensieri di Aristotele inlingua originale. Confrontati con i calzini selvaggio con gli scritti di Aristotele, indipendentementeda quale dei due preferirai, entrambi porterannofuori qualcosa, sia unimprecazione, una lacrimao una risata, entrambi susciteranno una reazione;una reazione, gi di per s comporta una presa di

    posizione e quindi un pensiero, unidea..Certo, magari leggiamo anche qualcosaltro oltre acalzini sporchi & co, ma unidea, una sullaltra, deipensieri, delle riflessioni, alla lunga porteranno a deirisultati.La nostra personalit, il nostro carattere, ci checi portiamo appresso, assumeranno pian pianodei contorni ben precisi, sapremo da cosa siamocomposti e cosa abbiamo dentro, in quei meandriinesplorati che prima ignoravamo.Ricollegandomi allimmagine del puzzle: conosci testesso diceva la scritta sul tempio Apollo a Delfi,conosci te stesso prima di conoscere qualcunaltro aggiungerei io.Capisci chi sei, prendine coscienza, capisci cheforma hai, e allora il tuo pezzo di puzzle andr aposto e presto capirai dove e come sincastra congli altri.

    Anna Bozza

    Conosci te stesso

    (prima di conoscere qualcun altro)

    43%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    11/16

    Vorrei esordire ringraziando la nostrapreside e tutti i professori, tra organizzatorie accompagnatori, che hanno resopossibile, per 37 di noi ragazzi,frequentanti le classi terze e quarte delliceo prive dello studio della secondalingua straniera, questa esperienzafantastica: lo scambio con Filderstadt,

    Germania.Grazie ad esso in una settimana abbiamoconosciuto, frequentato e condivisoistanti di gioia e pazza allegria con personedi cui prima ignoravamo lesistenza. Inuna settimana abbiamo scoperto realt,modi di vivere e di agire diversi dai nostri,abbiamo appreso quanto possa variare,a distanza di nove ore di viaggio, lintero

    sistema.L, in questo paese nella periferia diStoccarda, siamo venuti a conoscenza,con molto stupore, di un modo di fare econcepire la scuola totalmente differente.Siamo stati colpiti da tutte quelle diversit,e per noi stranezze, che caratterizzanola scuola tedesca, come per esempio lascelta individuale di ogni studente dellematerie da studiare, oppure la diversasuddivisione e organizzazione delle oredi lezione.La scuola uno dei tanti esempi chepotremmo fare sulle differenze tra ilnostro paese e la Germania che in questasettimana abbiamo colto.Penso che questa esperienza sia stata

    molto pi istruttiva di tutte le lezioni a cuiabbiamo assistito in questi tre o quattroanni al Nievo, proprio per averci messiin contatto con una realt culturale e

    sociale diversa e spinti al confronto conessa; per averci permesso di uscire dallanostra ristretta quotidianit, allargando inostri orizzonti facendoci conoscere altristili di vita.

    Altro elemento, non meno importante, diquesto viaggio il legame che si formato,in tempi rapidissimi, tra noi italiani; siamo

    stati capaci, infatti, di fare gruppo sindai primi giorni, permettendoci cosdi trascorrere una settimana davverostrepitosa.Innumerevoli sarebbero gli aneddoti daraccontare, le curiosit, le stranezze, lesituazioni imbarazzanti ed esilaranti checi sono capitate in questi pochi giorni,ma il troppo poco spazio -e soprattutto

    le circostanze- me lo impediscono.Secondo il mio parere dunque, stataunesperienza positiva sotto tutti i puntidi vista e che auguro a tutti di poter viveredi persona.

    Matteo Caldon

    Scambio culturale Padova-Filderstadt

    37%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    12/16

    La bellezza dellinutile

    Chi almeno una volta non si chiesto a checosa serve studiare il latino, la storia dellarte,la filosofia, a cosa serve imparare a memoria ledeclinazioni, gli autori e le opere dei nostri libri?Senzaltro non da tutti avere una spiccatapassione per le materie Umanistiche, ma sequeste non ci fossero, e venissero ipoteticamenteeliminate dallinsegnamento, non ci priveremo,forse, di una parte di noi stessi?The Child is the father of the man scrivevaWordsworth in una sua nota poesiaE noi di chi siamo figli?Non si fondano forse le nostre leggi, la nostracultura, la nostra stessa libert su quelle brillantimenti che secoli addietro dedicarono parte dellaloro vita alle Lettere, allArte, agli studi? vero: lArte non ci d da mangiare, non ciinsegner a leggere gli Indici di Borsa e neanchea calcolare un algoritmo, con un pennello o

    una penna in mano, non diventeremo i nuoviZuckermann, ma ci d la possibilit di stupircied emozionarci davanti ad un quadro, come lamusica coltiva la nostra fantasia, i libri, i nostrisogni e la filosofia ci aiutano a pensare che nonsempre a diverso da bTutto questo si chiama Cultura, si chiama Poesiaed Arte, parole che ormai, da troppo tempo,associamo solo a: Leopardi, Brunelleschi,Manzoni, Botticelli a figure lontane dai nostri

    giorni.Sempre pi spesso oggi la Cultura si fondasullutilit, se una cosa porta guadagno, sequalcosa migliora le nostre condizioni, alloravale la pena investire su di essa, altrimenti no.Charles Dickens qualche tempo prima delnostro numero, si era scagliato in Hard Timescontro linsegnamento nelle scuole dellafilosofia utilitaristica, secondo la quale se laproduzione di una certa cosa utile alla societ,non importa cosa questa comporti, sia essa losfruttamento delle grandi masse di operai, sia illavoro infantile, sia la povert.Pico della Mirandola, nel 400, scriveva:

    La dignit delluomo non sta n nei soldi,n nel potere, ma nel sapere, la Cultura fondamentale proprio per questo, perch nonci fa guadagnare nulla, non ci procurer grandisvaghi, ma ci regala molto, anzi tutto!Oggi ci son molti tagli alle fondamenta su cuipoggiamo, lo stesso giornalino di Istituto fafatica a mantenere un numero fisso di pagine, lastoria dellArte rischia di scomparire dai banchi,e i tagli alla scuola parlano chiaroSembra che alcune persone abbiano preso allalettera ci che diceva Oscard Wilde: tutta lArte inutile.Da parte mia, lunica cosa che non potrmai dimenticare a riguardo quello che unprofessore un giorno disse alla mia classe: Sestudierete per arrivare al diploma, e lavorereteper guadagnare lo stipendio a fine mese, tuttoci che farete non avr mai un vero senso

    perch lo scopo non devessere il fine

    Veronica Turetta

    31%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    13/16

    Provate a raccontare a qualcuno che volete fare una tesina sullArte.Ecco puntuale una serie di facce sconvolte pronte a sparlare alle spalle.Provate a spiegare a vostra madre che il vostro sogno vivere dArte.Un ma sei impazzita\o?! non ve lo toglie nessuno.Perch scommettere sullArte, sulla capacit pi fine delluomo considerata pazzia.Perch va bene distinguersi dalla massa, ma non troppo, meglio restar ancorati allabanalit, alla sicurezza.

    Meglio diventar verdi di invidia di fronte a chi rischia, meglio dare del pazzo a chi hail coraggio di credere nellUomo, nellArte, pur sapendo che non verr capito dallamaggioranza.Ma cos lArte?Quel pugno nello stomaco che riceviamo nel riconoscere in un dipinto, in un libro,in una poesia, in una melodia, il sentimento che anche noi abbiamo provato,quellemozione che non sapevamo come chiamare, che non sapevamo descrivere...quello stato danimo di cui lartista aveva impregnato la tela.LArte lUomo e lUomo Arte.

    Immaginate loceano. Unenorme e distruttiva esplosione di cielo. Blu.Immaginate i fili derba di un prato. Ciuffi di terra ribelli e tinti. Verde.Immaginate una cascata. Vomito di una caverna ubriaca di meraviglia. Acqua.Immaginate una mongolfiera. Sogno colorato dun bambino non ancora nato.

    Arcobaleno.Immaginate una spiaggia. Pezzettini di specchio di una principessa maldestra. Giallo.Immaginate una margherita. Raggi bianchi del sole. Bianco.Immaginate una scarpa slacciata. La corsa senza fiato del Tempo. Grigio.Immaginate un telefono. Voci damanti sintrecciano divise da un filo. Rosso.

    Immaginate un libro. Origami di vite. Arancione.Immaginate una tv. Eco di urla vuote. Nero.Immaginate una scuola. Trampolino di lancio e spinta nel baratro. Viola.Ora dimenticate tutto quello che avete immaginato e avrete accantonato lArte.

    Alessandra Cannella

    La violenza sullarte

    25%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    14/16

    SorioTenete conto che lAmerica una sorta di grande dependance dEuropa, visto

    che ci vanno ad abitare tutti gli europei

    SorioMi raccomando, seguite la lezione, non preparate altre materie... L nei

    bassifondi, negli slums, non vedo cosa state facendo come qui nei quartieri alti

    PignatelliCos che viene attirato dalle calamite?

    AlunnoI frigoriferi!

    AlunnaCosa succede ai pianeti pi vicini al Sole?

    CeraSi brustolano!

    SorioChi era Spartaco?

    AlunniUno schiavo su cui hanno fatto anche una serie tv...

    SorioDissennati e massificati, lasciate perdere le serie tv

    PignatelliLa luce rallenta nel vetro

    AlunnaCome nei mattoni

    PignatelliNon credo la luce passi nei mattoni, sai?

    Perle

    18%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    15/16

    AlunniCos lOmnio?

    Pignatelli

    Non ne ho ideaAlunno

    La capitale di Stoccolma!

    PignatelliQuella semmai Oslo, e poi: STOCCOLMA?

    Pignatelli, imbattutosi in una definizione chimicaChimici,per me ignoranza grassa, per ha senso

    BorgatoE impossibile trovare un brano di Leopardi dove esalti la vita: da

    tagliarsi le vene per dritto e per rovescio

    CeraQuando con un piccione prendi pi fave, ti tieni il piccione

    BagnoDai, per favore, non aumentare lentropia e girati

    Bertola, rivolta al nostro grafico, che in quintaAbbiamo un problema ereditario, non che vorresti rimanere qui anche lanno pros-

    simo?

    6%

  • 5/25/2018 Magna Charta 2 2013/14

    16/16

    Non si tratta di speculazioni di qualche tecnofilo sognatore: questi progetti sono gi statimessi in pratica e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

    Al KDD LAB del CNR e dellUniversit di Pisa, un gruppo di scienziati si lasciato guidaredai big data forniti dai nostri telefoni, dai nostri navigatori e da altre fonti ancora per diseg-nare il territorio e i confini reali della Toscana.I dati raccolti durante 5 settimane hanno mostrato una rete di spostamenti molto intensa,pi intesa in corrispondenza di alcuni fulcri attorno ai quali la mobilit maggiore. Attornoa questi centri si sviluppa una serie di direttrici di grande percorrenza che conducono al

    fulcro.Le diverse comunit sono territori che si sviluppano attorno a un centro e che sono in in-tensa comunicazione tra loro. Allinterno di una comunit la mobilit interna molto mag-giore di quella esterna con le altre comunit.Ritornando a considerare la geografia, i confini di queste comunit vanno a coincidere conaggregazioni di comuni che, da quanto ci raccontano i dati, godono di una grande comu-nicazione al loro interno.Gli studiosi responsabili di questa ricerca avanzano la proposta di adottare questo sistemaper la nuova suddivisione della province che da tempo viene giudicata necessaria dai di-versi governi che si succedono al potere.Un altro risultato importante della ricerca sui Big Data il servizio Google Flu (google.org/flutrends).

    Attraverso unanalisi dei termini delle ricerche online questo sistema in grado di preve-dere con un anticipo di due settimane un aumento di casi di influenza in una determinatazona geografica. innegabile che questi Big Data siano in grado di aprirci una finestra privilegiata sui com-portamenti umani. Il compito di estrarre conoscenza dai dati e raccontarla a tutti spetta aduna nuova figura di scienziato, il data-scientist.Nel campo dellanalisi dei dati la sfida dei prossimi anni sar quella di attrarre sempre pi

    le nuove generazioni allo studio dei Big Data per poter fornire un affresco il pi perfettopossibile della nostra societ. Infine un consiglio: la Harvard Business Review ha definito laprofessione di data-scientist come il mestiere pi sexy del XXI secolo quindi se voletefare colpo non vi resta che dedicarvi ai Big Data.

    Tommaso Lazzarini

    Viaggio al centro del dato