M. Fortis: LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO: EFFETTO STATISTICO O REALTÀ...

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LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO: EFFETTO STATISTICO O REALTÀ ECONOMICA? Alcuni profili introduttivi di Marco Fortis (Università Cattolica; Fondazione Edison) X CONFERENZA NAZIONALE DI STATISTICA Roma, 15 dicembre 2010 © Fondazione Edison

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LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO:

EFFETTO STATISTICO O REALTÀ ECONOMICA?

Alcuni profili introduttivi

di Marco Fortis

(Università Cattolica;Fondazione Edison)

X CONFERENZA NAZIONALE DI STATISTICA

Roma, 15 dicembre 2010

© Fondazione Edison

LA COMPETITIVITÀ: ASPETTI CONCETTUALI E PROBLEMI DI MISURAZIONE (1)

Non c’è bisogno di essere degli economisti o degli specialisti per capire che non è facile inquadrare il problema della competitività. Anche sul web persino i siti generici vanno subito dritti al cuore del problema, citando gli stessi economisti:

• Michael Porter osserva che “la competitività rimane un concetto non ben compreso, nonostante la diffusa accettazione della sua importanza”.

• Mentre Krugman rileva che “la maggior parte delle persone che usa il termine competitività lo fa senza rifletterci”.

LA COMPETITIVITÀ: ASPETTI CONCETTUALI E PROBLEMI DI MISURAZIONE (2)

• C’è la competitività delle imprese, che normalmente si misura attraverso il benchmark con i principali concorrenti su aspetti come la produttività, le quote di mercato o anche su aspetti specifici di gestione (ad es. come viene gestito il capitale circolante).

• C’è la competitività delle economie nazionali che è la risultante di tanti aspetti, dalla capacità del sistema produttivo di esportare e competere sui mercati internazionali (competitività esterna) all’efficienza delle infrastrutture e della burocrazia, ai costi dell’energia e alla capacità di attrarre investimenti (competitività interna).

• All’Italia viene normalmente attribuita una scarsa competitività interna ed una maggiore competitività esterna; talora nemmeno questa.

COMPETITIVITA’ ESTERNA E CRESCITA

• Che cosa significa essere competitivi sui mercati esteri? Nell’esperienza dell’Italia vi sono evidenti divergenze tra precondizioni (produttività, tassi di cambio reali, ecc.) e risultati (surplus manifatturiero, quote di mercato, ecc.).

• C’è un nesso tra competitività e crescita? Perché i Paesi avanzati con il più alto surplus commerciale manifatturiero con l’estero sono quelli i cui PIL sono cresciuti di meno negli ultimi 10 anni?

• Che cos’è la crescita? Quella del PIL? O vi sono altri indicatori non meno importanti per misurare lo stato di salute di una economia e la sostenibilità del suo sviluppo?

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L’ITALIA È TRA I GRANDI PAESI ESPORTATORI NETTI DI MANUFATTI

In azzurro i Paesi con un surplus commerciale con l’estero; in arancione quelli in deficit.

Esportazioni di manufatti non alimentari (SITC 5+6+7+8): anni 2008 e 2009(miliardi di dollari)

2008 2009 Var. %Import Export Saldo Import Export Saldo saldo

Cina 766 1.351 585 713 1.137 424 -27,6%Germania 811 1.233 422 648 937 290 -31,3%Giappone 365 706 341 296 518 222 -34,9%Corea del Sud 245 373 128 195 329 134 4,3%Italia 365 458 93 273 340 67 -28,3%Francia 505 469 -36 407 370 -37Canada 308 235 -73 247 170 -77Gran Bretagna 445 334 -111 342 259 -83Stati Uniti 1.463 995 -468 1.150 741 -409

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati UN Comtrade

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IL MADE IN ITALY MANIFATTURIERO HA UN PESO SIGNIFICATIVO A LIVELLO MONDIALE

Il rilievo assoluto delle specializzazioni italiane in raffronto all'export di prodotti per

le telecomunicazioni di Cina, USA e Giappone: anno 2008 (miliardi di dollari)

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati WTO e UN Comtrade

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ITALIA Export dimeccanica non

elettronica e mezzi ditrasporto diversi dagli

autoveicoli

CINA Export diprodotti per

telecomunicazioni

ITALIA Export di beniper la persona e la

casa diversi daltessile-abbigliamento

STATI UNITI Export diprodotti per

telecomunicazioni

ITALIA Export diprodotti del tessile-

abbigliamento

GIAPPONE Export diprodotti per

telecomunicazioni

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GERMANIA E ITALIA HANNO I SALDI NORMALIZZATI MANIFATTURIERI PIÙ STABILI NEL G-7

Manufatti: saldo commerciale normalizzato dei Paesi del G7 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati WTO

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CANADA FRANCIA GERMANIAITALIA GIAPPONE GRAN BRETAGNASTATI UNITI

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DOPO LA GERMANIA L’ITALIA E’ IL PAESE CHE HA MEGLIO RESISTITO ALLA “VALANGA CINESE”

Quote nell'export mondiale di manufatti

2000 2009variazione in

punti %

CINA 4,7% 13,5% 8,8%GERMANIA 10,3% 11,6% 1,3%STATI UNITI 13,8% 9,6% -4,2%GIAPPONE 9,6% 6,1% -3,5%FRANCIA 5,8% 4,6% -1,2%ITALIA 4,5% 4,1% -0,5%GRAN BRETAGNA 5,0% 3,1% -1,9%

Fonte: WTO

DAL 2004 LA QUOTA DELL’ITALIA NELL’EXPORT DI MANUFATTI DEL G-7 È SEMPRE STATA SOPRA LA

MEDIA TRENTENNALE

Quota % dell'Italia nell'export di manufatti del G-7: 1980-2009 Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati WTO

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quote annue % media 30 anni

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GERMANIA E ITALIA SONO I DUE PAESI PIU’ FORTI PER COMPETITIVITÀ NELL’EXPORT

UNCTAD/WTO Trade Performance Index: i 10 Paesi più competitivi del G-20, anno 2008(numero di posizionamenti nei primi 10 posti delle classifiche mondiali di competitività del commercio estero di 14 settori*)

Primi posti

Secondi posti

Terzi posti

Quarti posti

Quinti posti

Sesti posti

Settimi posti

Ottavi posti

Noni posti

Decimi posti

1 Germania 8 12 ITALIA 3 4 13 Cina 1 2 1 1 14 Australia 1 15 Francia 1 1 2 26 Russia 16 Stati Uniti 18 Turchia 1 19 Canada 1 1

10 Giappone 2 2 1 1* I settori sono: alimenti freschi; alimenti trasformati; legno e carta; tessili; chimica e farmaceutica; cuoio e calzature; manufatti di base; meccanica non elettronica; IT ed elettronica di consumo; componenti ed apparecchi elettrici ed elettronici; mezzi di trasporto; abbigliamento; altri manufatti diversi; mineraliFonte: elaborazione Fondazione Edison su dati International Trade Centre UNCTAD/WTO

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L’ITALIA RESISTE NEL RANKING DEI PRIMATI DELL’EXPORT MANIFATTURIERO (1)

INDICE FORTIS-CORRADINI DELLE ECCELLENZE COMPETITIVE:

I PRIMATINumero di primi e secondi posti detenuti dai principali Paesi nell'export mondiale di 5.500 prodotti

Anno 1999 Anno 2008

1 Stati Uniti 1.792 1 CINA 1.7132 Germania 1.501 2 Germania 1.4733 CINA 887 3 Stati Uniti 1.1934 Italia 712 4 Italia 6305 Giappone 693 5 Giappone 4466 Francia 552 6 Francia 3477 Regno Unito 371 7 Regno Unito 1878 Corea del Sud 173 8 Corea del Sud 141

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati UN Comtrade

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L’ITALIA RESISTE NEL RANKING DEI PRIMATI DELL’EXPORT MANIFATTURIERO (2)

INDICE FORTIS-CORRADINI DELLE ECCELLENZE COMPETITIVE:

I VALORINumero di primi e secondi posti detenuti dai principali Paesi nell'export mondiale di 5.500 prodotti

Anno 1999 Anno 2008

1 Stati Uniti 498 1 Cina 1.1202 Germania 320 2 Germania 9693 Giappone 284 3 Stati Uniti 6844 Cina 103 4 Giappone 3935 Italia 93 5 Italia 1836 Francia 93 6 Francia 1557 Regno Unito 74 7 Corea del Sud 1518 Corea del Sud 55 8 Regno Unito 70

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati UN Comtrade

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L’EXPORT ITALIANO STA SOSTANZIALMENTE AL PASSO DI QUELLO TEDESCO

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ITALIA E GERMANIA dinamica trimestrale comparata delle esportazioni in dollari correnti

variazioni % rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati WTO

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Q3

Italia Germania

IL PIL DELL’ITALIA E DELLA GERMANIA CRESCE(-VA) POCO NON PER MANCANZA DI COMPETITIVITA’ MA PER LA DEBOLEZZA DELLA DOMANDA INTERNA

Dinamica in volume della domanda interna in Germania e Italia:

(dati destagionalizzati, indici base 2000=100)Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Istat

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Q2

GERMANIA ITALIA© Fondazione Edison

NEL 2002-07 LA DOMANDA INTERNA NEI PAESI AVANZATI ERA STATA TRAINATA DAI

DEBITI DELLE FAMIGLIE

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Domanda interna e debito delle famiglie: 2002-2007Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e Banque de France

0%

4

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35%

-20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50%

punti di variazione del rapporto % debiti famiglie/PIL

var

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e %

do

ma

nd

a i

nte

rna

IRLANDA

SPAGNA

STATI UNITI

ITALIA

UK

FRANCIA

GIAPPONE

GERMANIA

PAESI DELLA BOLLA

PAESI CON BASSOINDEBITAMENTOPRIVATO

MA ORA CHE IL DEBITO AGGREGATO NON PUÒ PIÙ CRESCERE, ANCHE LA DOMANDA INTERNA DEGLI

ALTRI PAESI POTREBBE RALLENTARE MOLTO

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Numero di anni tra il 2000 e il 2010 in cui il "debito aggregato" dei vari Paesi è cresciuto più di 5 punti % di PIL rispetto all'anno

precedenteFonte: elaborazione Fondazione Edison su dati della Banque de France

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DEU JAP ITA FRA USA UK SPA

prima del 2008 dopo il 2008

UNA NUOVA CONTABILITÀ PER CAPIRE LA CRISI: IL DEBITO NAZIONALE LORDO (DNL)

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Debito lordo degli operatori non finanziari* (in % del PIL)

Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Banque de France e Commissione Europea

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GERMANIA FRANCIA ITALIA STATI UNITI SPAGNA GRANBRETAGNA

2000 2007 2012 proiezioni

* Famiglie, imprese non finanziarie e pubbliche amministrazioni

STATI UNITI: UNO SVILUPPO TRAINATO NON DALLA COMPETITIVITÀ MA DALLE “BOLLE”

Relazione tra ricchezza delle famiglie e PIL negli Stati Uniti: 1945-2010

(valori in miliardi di dollari correnti)

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0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000

PIL

ric

ch

ezz

a d

elle f

am

iglie

BOLLA DI INTERNET

BOLLA DEI MUTUI SUB-PRIME

NEGLI ULTIMI 3 ANNI GLI USA SONO STATI FERMI QUI E QUI RISCHIANO DI RIMANERE PER LUNGO TEMPO

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NEL 2008-2010 LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE AMERICANE E’ CROLLATA COME NON ERA MAI

ACCADUTO PRIMA NEL DOPOGUERRA

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Ricchezza delle famiglie e PIL negli Stati Uniti: 1945-2010

(valori in miliardi di dollari a prezzi correnti)Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Fed e Bureau of Economic Analysis

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Ricchezza netta delle famiglie (scala a sinistra) PIL (scala a destra)

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IL RAPPORTO TRA RICCHEZZA E REDDITO DISPONIBILE DELLE FAMIGLIE NEGLI STATI UNITI E’

TORNATO AI VALORI DEL 1994

Ricchezza e reddito delle famiglie negli Stati Uniti: 1946-2010

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2009

Ricchezza netta delle famiglie in % del reddito disponibile Media 1946-1996

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SOLO NEL 1929-1939 LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE AMERICANE ERA CADUTA COME ADESSO

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La ricchezza delle famiglie americane dal 1900 al 1939 e dal 1978 al 2010

(miliardi di dollari correnti) Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati di R. Goldsmith e Fed

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Goldsmith dal 1900 al 1939 (scala a sinistra) Fed dal 1971 al 2010 (scala a destra)

CONCLUDIAMO CON UNA PROVOCAZIONE:CHE COSA INTENDIAMO PER CRESCITA?

QUELLA DEL REDDITO?

Dinamica del reddito disponibile delle famiglie in termini reali (indici 2000=100)

Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e delle banche centrali

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GERMANIA ITALIA STATI UNITI

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O QUELLA DELLA RICCHEZZA? E CHI È PIÙ COMPETITIVO? CHI HA IL PIL CHE

CRESCE DI PIÙ O CHI DIVENTA PIÙ RICCO?Dinamica della ricchezza delle famiglie in termini reali

(indici 2000=100) Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Eurostat e delle banche centrali

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GERMANIA ITALIA STATI UNITI

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COME È VARIATA LA RICCHEZZA DURANTE LA CRISI

Variazioni della ricchezza delle famiglie dall'anno di picco pre-crisi al 2010

(var. % della ricchezza media per adulto a tassi di cambio costanti) Fonte: elaborazione Fondazione Edison su dati Credit Suisse Research Institute

-29,4%

-29,0%

-19,6%

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-13,4%

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SPAGNA

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GRECIA

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GRAN BRETAGNA

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Variazioni % rispetto al 2007 per tutti iPaesi ad eccezione di Stati Uniti eIrlanda le cui variazioni sono statecalcolate rispetto al 2006.

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E CAMBIA ANCHE LA LETTURA DEL DEBITO PUBBLICO SE LO RAPPORTIAMO ALLA RICCHEZZA

DELLE FAMIGLIE INVECE CHE AL PIL (1)

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Debito pubblico lordo in % della ricchezza delle famiglie (*): l'Italia e i big Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Commissione Europea e Credit Suisse

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

FRANCIA GERMANIA ITALIA GRAN BRETAGNA STATI UNITI

(*) Ricchezza finanziaria netta più attività non finanziarie

E CAMBIA ANCHE LA LETTURA DEL DEBITO PUBBLICO SE LO RAPPORTIAMO ALLA RICCHEZZA

DELLE FAMIGLIE INVECE CHE AL PIL (2)

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Debito pubblico lordo in % della ricchezza delle famiglie (*): l'Italia e i pigs

Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Commissione Europea e Credit Suisse

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GRECIA IRLANDA ITALIA PORTOGALLO SPAGNA

(*) Ricchezza finanziaria netta più attività non finanziarie

LA RICCHEZZA NETTA DELLE FAMIGLIE COSTITUISCE L’OSSATURA DEL PATRIMONIO NETTO NAZIONALE

Patrimonio nazionale e PIL di alcuni Paesi europei: 2007-2009(miliardi di valute nazionali a prezzi correnti)

2007 2008 2009Var. % 2009

su 2007GERMANIAPatrimonio netto nazionale 10.227 10.675 10.821 5,8%di cui: patrimonio netto delle famiglie 8.477 8.555 n.d. n.d.patrimonio delle famiglie in % di quello nazionale 83% 80% n.d. -PIL 2.432 2.481 2.397 -1,5%FRANCIAPatrimonio netto nazionale 12.740 12.337 12.115 -4,9%di cui: patrimonio netto delle famiglie 9.547 9.184 9.195 -3,7%patrimonio delle famiglie in % di quello nazionale 75% 74% 76% -PIL 1.895 1.949 1.907 0,6%GRAN BRETAGNAPatrimonio netto nazionale 7.066 6.763 6.669 -5,6%di cui: patrimonio netto delle famiglie 7.473 6.583 7.244 -3,1%patrimonio delle famiglie in % di quello nazionale 106% 97% 109% -PIL 1.405 1.446 1.393 -0,9%

Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Deutsche Bundesbank, Insee e UK Office for National Statistics

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LA DINAMICA E LA COMPETITIVITÀ DI UN PAESE SI MISURANO CON IL PIL O CON IL PATRIMONIO

NETTO? O OCCORRE GUARDARE AD ENTRAMBI?

Variazioni % del PIL e del patrimonio netto nazionale di alcuni Paesi UE: 2007-2009

(calcolate su dati a valori correnti) Fonti: elaborazione Fondazione Edison su dati Deutsche Bundesbank,

Insee e UK Office for National Statistics

-1,5%-0,9%

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5,8%

-5,6%-4,9%

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GERMANIA GRAN BRETAGNA FRANCIA

PIL Patrimonio netto nazionale

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CONCLUSIONI

• La competitività esterna talvolta non è sufficiente per assicurare una forte crescita (vedi Germania e Italia).

• Ma senza competitività una crescita troppo fondata sull’indebitamento e sulle “bolle” quasi certamente può distruggere ricchezza.

• Forse è tempo che gli economisti, oltre ad analizzare il PIL e la sua dinamica, tornino a studiare il Patrimonio nazionale netto e la sua sostenibilità.

• Letture suggerite: l’opera di Raymond Goldsmith.

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