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"L’UOMO E GLI ALTRI ESSERI VIVENTI: EVOLUZIONE DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALE CON PRINCIPI DI ETOLOGIA DEL COMPORTAMENTO ANIMALE" Guardia Zoofila NORSAA Monica Orsini Pomezia (RM) 5 Novembre 2017 GUARDIE ZOOFILE AMBIENTALI, MEDICINA FORENSE NORSAA II° CORSO DI GUARDIE ZOOFILE REGIONALIpratio Reati Sugli Animali e l’Ambiente ROMA

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"L’UOMO E GLI ALTRI ESSERI VIVENTI:EVOLUZIONE DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALE

CON PRINCIPI DI ETOLOGIA DEL COMPORTAMENTO ANIMALE"

Guardia Zoofila NORSAAMonica Orsini

Pomezia (RM) 5 Novembre 2017

GUARDIE ZOOFILE AMBIENTALI, MEDICINA FORENSE NORSAAII° CORSO DI GUARDIE ZOOFILE REGIONALIpratio Reati Sugli Animali e l’Ambiente

ROMA

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OBIETTIVI del Corsoi

SOMMARIOROMA

• Conseguimento di una formazione adeguata su materie inerenti il rapporto uomo-animale-ambiente.

• Acquisizione delle conoscenze di base giuridico-amministrative sul ruolo e sui compiti della guardia zoofila.

• Acquisizione delle conoscenze delle normative comunitarie, nazionali, regionali, regolamenti locali e aspetti igienico-sanitari relative alla presenza di animali in città: randagismo canino e colonie feline.

• Acquisizione di conoscenze della fauna selvatica in ambiente urbano, extraurbano e rurale.

• Cenni di ecologia ed etologia riguardo specie domestiche e selvatiche.• Cenni sulla normativa vigente in materia di prevenzione dei rischi sul

lavoro (D.lgs. 626/1994 - prevenzione dei rischi da aggressioni e comportamenti lesivi nelle attività a contatto con gli animali).

• Tutela giuridica degli animali.

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• – EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALE

• – BIOLOGIA DEGLI ANIMALI IN AMBIENTE URBANO

• – ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

• – RANDAGISMO CANINO E COLONIE FELINE

ARGOMENTI LEZIONEi

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ORIGINI DELL’UOMO

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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INSEDIAMENTI UMANI

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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PRIMA RAPPRESENTAZIONE DEGLI ANIMALI: GRAFFITI

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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DOMESTICAZIONE

Processo a scopo utilitaristico messo in atto dall’uomo, mediante il quale una specie animale subisce una serie di modificazioni del comportamento che conducono all’abitudine e alla presenza dell’uomo.

Modificazioni del comportamento animale:

• Rapporti tra animali cospecifici

• Adattamenti fisiologici (risposta agli stress ambientali, orari, alimentazione, temperature, limitazione degli spazi agibili)

• Adattamenti di carattere genetico (pressione di selezione naturale o artificiale)

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DOMESTICAZIONE

Utilità di economia: uso strumentale-performativo dell’animale

A scopi diversi (pet o animali da compagnia): uso simbolico-transizionale

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FASI DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALE

FASE ARCAICA: rapporto magico-totemico

FASE STORICA: uomo «signore» degli animali

FASE ATTUALE: rapporto a carattere etico

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EFFETTI DELLA DOMESTICAZIONE

Gli animali domestici dipendono dall’uomo per tutti i loro bisogni e in definitiva per la sopravvivenza e la riproduzione;La selezione artificiale ha sostituito la selezione naturale, che agisce sugli animali selvatici.

Se consideriamo gli animali domestici nel loro insieme, scopriremo che hanno caratteristiche comuni che hanno favorito il loro processo di domesticazione rispetto agli animali selvatici, caratteristiche che includono l’abilità di riprodursi in cattività e un incremento nel comportamento sessuale ottenuto con la diminuita reattività agli stimoli ambientali.

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EFFETTI DELLA DOMESTICAZIONE

L’incremento della diversità delle sembianze degli animali domestici è dovuta a una diminuita selezione naturale e alla selezione artificiale volta a ottenere i tratti desiderati: taglia, proporzioni, colori, corna, tipo di mantello e di pelle.

Queste variazioni diventano decisamente evidenti quando si compara l’aspetto di un animale domestico con quello della controparte selvatica.

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GLOSSARIO

o Animali selvatici: tutte le specie non assoggettate dall’uomo attraverso la domesticazione

o Animali domestici: tutte le specie che condividono i nostri spazi e la cui compagnia migliora la qualità della nostra vita

o Animali da reddito: specie allevate dall’uomo per conseguire un utile

o Specie protette: tutte le specie minacciate di estinzione

o Animali esotici: animali che normalmente non dovrebbero vivere nel nostro habitat

o Animali sinantropici: tutte le specie che vivono nello stesso ambiente dell’uomo, senza dipendere da lui e spesso sfruttandolo (cane e gatto)

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GLOSSARIO

o Specie: individui biologicamente e funzionalmente uguali fra loro

o Razza: all’interno della stessa specie, insieme di individui uguali per caratteristiche esteriori che si trasmettono con regolarità alle generazioni successive

o Popolazione: insieme di individui della stessa specie, aventi caratteristiche comuni che non sempre e non integralmente sono trasmesse alle generazioni successive (es.)cane meticcio

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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ETOLOGIA

Per ETOLOGIA si intende lo studio scientifico del comportamento degli animali,osservati nel loro ambiente naturale.Konrad Lorenz, zoologo ed etologo, nonché uno dei padri fondatori dell'Etologia,ebbe un ruolo centrale nella trasformazione del rapporto uomo-animale che andòstrutturandosi a partire dagli anni ‘70.

Cercare di comprendere il comportamento del cane e del gatto significa sapereche cosa si intende per animale domestico.Uno dei principali equivoci che occorre chiarire in proposito è la differenza tradomesticazione e addomesticamento.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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ROMA

ETOLOGIA

Con il termine “domestico” si intendono animali che attraverso una selezioneartificiale hanno acquisito aspetto e comportamento tali da differire dai progenitoriselvatici.Animali domestici sono, ad esempio, il cane, il gatto, il bovino, il maiale, il pollo, ilconiglio.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL LUPO… AL CANE: un viaggio iniziato 15.000 anni fa

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DAL LUPO… AL CANE: un viaggio iniziato 15.000 anni fa

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato.

Arthur Schopenhauer

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DAL LUPO… AL CANE: un viaggio iniziato 15.000 anni faROMA

LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

Descrivere il comportamento del cane (Canis familiaris) significa ripercorrere uncammino evolutivo che uomini e cani intrapresero insieme migliaia e migliaia dianni fa.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

CHI È L’ANTENATO DEL CANE?Attualmente il lupo è considerato il solo progenitore selvatico del cane. Lo strettorapporto di parentela dei cani con i lupi è testimoniato dall’analisi del DNA e dalfatto che l’accoppiamento tra le due specie porta al concepimento di una prolefertile, cioè in grado a sua volta di procreare.

QUANDO INIZIÒ IL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL CANE?Recenti indagini condotte a livello del DNA mitocondriale di cani e lupi hannodimostrato che il processo di domesticazione ebbe inizio più di 100.000 anni fa.

COSA SIGNIFICA ESSERE ANIMALI SOCIALI?Significa vivere e cooperare con altri soggetti della stessa specie. Affinché questopossa realizzarsi è fondamentale che la specie sociale sviluppi efficacisistemi di comunicazione.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

La più antica testimonianza certa sul progenitore del cane domestico risale a circa14.000 anni fa, ed è stata rinvenuta nel sito archeologico Natufiano di Ein Mallaha,in Israele, con il ritrovamento della sepoltura di un uomo anziano con un cucciolodi lupo verosimilmente ammansito (o “cane”, per la morfologia ossea del cranio,con tratti neotenici) di circa 4-5 mesi di età (Serpell, 1995). L’uomo giaceranicchiato nella tomba, con una mano appoggiata sul torace del cucciolo: unapostura che lascerebbe intuire il valore affettivo che già a quel tempo gli ominidiattribuivano a questo animale.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

Il processo di domesticazione del cane fu un percorso estremamente lungo ecomplesso in cui le specie coinvolte (lupo, cane e uomo) esercitarono profondeinfluenze l’una sull’altra.Tale percorso fu sicuramente favorito da una delle principali caratteristichecomportamentali dei lupi e dei cani, ossia quella di possedere una straordinariasocialità.

Si ritiene che l'inizio della domesticazione del cane sia da attribuire a fenomeni di“commensalismo” e a relazioni tolleranti con l'uomo; è probabile cioè che branchidi lupi stazionassero attorno agli accampamenti dell'età della pietra, attratti dagliodori e dai residui dei pasti. Si pensa che gli uomini potessero apprezzare lafunzione di “spazzini” svolta dai lupi, e anche la loro capacità di fare efficacementela guardia avvisando dell'arrivo di pericoli.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

Nel corso di millenni si è consolidata quindi una sorta di simbiosi, di convivenzacon vantaggi reciproci, tra lupi e uomini. Sembra così possibile che i nostri antenatiabbiano cominciato ad offrire attivamente cibo ai lupi, mostrando loro in questomodo una fondamentale prerogativa del lupo capobranco, la capacità di procurarecibo, e iniziando così a costruire una “relazione”.

Uomo e lupo sono due specie molto diverse, ma presentano alcuni comportamentisorprendentemente simili: sono infatti specie molto sociali, fortementecollaborative e relazionali. Hanno sofisticati moduli di comportamento checonsentono loro di creare interazioni positive e utili coi compagni. In entrambe gliindividui sanno riferirsi ad un capo intelligente e protettivo, in grado di assicurarecibo e sicurezza, e di controllare le tensioni nel gruppo senza dover usare violenza.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

I lupi hanno poi cominciato a seguire gli uomini a caccia. Più dotati per annusaretracce e più veloci a seguirle, è possibile che abbiano iniziato a precedere icacciatori, a stanare le prede e a circondarle, iniziando una collaborazione vera epropria.In questa prima fase, durata millenni, i lupi vivevano attorno agli insediamenti ingrandi branchi, con un rapporto relativamente poco stretto con l’uomo , ma èprobabile che soggetti particolarmente socievoli e mansueti, o eventualmentecuccioli orfani, venissero accolti negli accampamenti umani. Sappiamo che ilpossesso di lupi-cani poteva essere segno di prestigio per i cacciatori preistorici.

Qui inizia una primitiva, più o meno consapevole selezione da parte dell'uomodelle caratteristiche fisiche e comportamentali della domesticità: docilità, tolleranza,spirito di collaborazione e giocosità, in pratica gli aspetti caratteriali più tipicidell'infanzia-adolescenza del lupo, che nel cane infatti si mantengono anche nellavita adulta.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

Nel Neolitico (a partire da circa 8.000 anni fa) l'evoluzione umana accelerarapidamente: lo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento trasformano i piccoligruppi di cacciatori nomadi in clan più numerosi e stanziali. Il cane era giàdomestico allora, e probabilmente nel neolitico si perfeziona la suadomesticazione.Gli uomini del neolitico vivono in villaggi di palafitte e allevano altri animali:certamente ora la presenza dei lupi selvaggi non è più tollerata attorno ai villaggimentre i cani, i lupi già cani, vivono insieme agli uomini.

Questa separazione dal grande gruppo dei lupi selvatici o semi-selvatici ha datoinizio alla vera diversificazione tra lupo e cane, e ha diviso i loro percorsi evolutivi

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

In questa fase si assiste ad un decisivo progresso nella relazione uomo-cane; si puòanzi dire che il cane sia stato fondamentale per la rivoluzione neolitica, da cui èpartito il rapido e inarrestabile sviluppo della nostra specie.

I cani sono diventati via via più abili a rendersi utili nelle varie attività umane, acondividere emozioni con l'uomo e a interpretarne i segnali di comunicazione.

La selezione attiva, da parte dell'uomo, dei caratteri fisici e attitudinali richiesti daivari impieghi, ha dato origine alle diverse razze di cane domestico.

E' interessante osservare come le grandi variazioni morfologiche che hannopermesso al lupo di “ trasformarsi” in alano o bassotto si sono presentate nel corsodi millenni in forma casuale, vere mutazioni spontanee che l'uomo ha saputosfruttare e valorizzare.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO

Possiamo con ragione pensare che senza il cane, senza la sua amicizia e senza lasua grande versatilità sarebbe andata diversamente per noi.Certamente il contributo del cane rese più sicuri gli insediamenti umani e piùproduttiva la caccia, e senza il cane sarebbe stato più arduo svilupparel'allevamento di altri animali domestici come ovini e bovini.

Il cane è stato ed è tuttora utilizzato per il traino di slitte, come animale da soma.

Già dalle origini della domesticazione gli uomini hanno riconosciuto al cane il suovalore di fedele collaboratore: il cane è spesso presente tra le antiche divinità , emolto anticamente ha iniziato a svilupparsi quel legame affettivo tra uomini e caniche tuttora ha tanta importanza per molti di noi.

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LE ORIGINI DEL CANE DOMESTICO: CO-EVOLUZIONE

Non è un salto esagerato per un biologo immaginare che nelle prime fasi delladomesticazione i gruppi umani che accettarono i lupi in mezzo a loro ottennerovantaggi competitivi rispetto agli altri.Homo sapiens sapiens ha potuto sbarazzarsi dei Neanderthaliani, e altrove diHomo erectus, grazie all’addomesticamento del lupo.La capacità di addomesticare il lupo e di utilizzarlo come compagno di cacciaavrebbe reso gli uomini moderni in grado di sfruttare le risorse ambientali comenessun’altra specie aveva mai potuto.

Per concludere si può dire che comuni caratteristiche di comunicazione e relazionehanno permesso una coevoluzione tra le due specie: le attitudini umani aesplorare, guidare e accudire si sono combinate con il bisogno del cane di vivere inun gruppo ben strutturato, di collaborare e di condividere le esperienze conl'uomo, diventato il suo centro referenziale.

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LA COMUNICAZIONE

I cani possono comunicare tra loro attraverso:

• segnali chimici (odori e feromoni),

• segnali acustici (guaiti, mugolii, abbai, ringhi, ululati...),

• segnali tattili (leccamento reciproco o grooming),

• segnali visivi (mimica facciale e posture corporee).

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LA COMUNICAZIONE

Nell’ambito della comunicazione visiva lupi e cani utilizzano un repertorio diposture corporee e di mimiche facciali che ha la funzione di stabilire le gerarchie,evitare gli scontri, far comprendere agli altri elementi del branco la propriapredisposizione al gioco, alla lotta, all’accoppiamento ed il proprio “status” sociale.L’esistenza di comportamenti ritualizzati, come il mettersi a pancia all’aria, consentedi evitare scontri tra i componenti del gruppo, che indebolirebbero la forzacollettiva.

La mancata conoscenza delle modalità comunicative del cane può portare adincomprensioni.Un abbraccio, che rappresenta per l’uomo un gesto d’affetto, per il cane può avereun significato di sfida.

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LA COMUNICAZIONE: MIMICA FACCIALE

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LA COMUNICAZIONE: POSTURE CORPOREE

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LA COMUNICAZIONE

I cani possiedono non solo un sofisticato sistema di comunicazione intra-specificoereditato dal lupo, ma sono anche in grado di interpretare buona parte dei segnalicomunicativi umani.

La comunicazione tra uomo e cane è uno scambio di informazioni tra due speciedifferenti, con possibilità di incomprensioni.

L’uomo infatti predilige la comunicazione verbale (le parole), mentre il cane è unosservatore permanente che predilige la comunicazione non verbale (la nostrapostura, la mimica facciale, il tono della voce).

Chiedere ad esempio ad un cane di accorrere al nostro richiamo utilizzando unavoce minacciosa, può determinare in lui un’esitazione nell’avvicinarsi, in quantopercepisce il tono della voce più che il senso delle parole usate.

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

Tra i problemi che un cane può presentare vi sono i comportamenti aggressivi,causa frequente di rottura del rapporto con il padrone. Quando si parla diaggressività si pensa soprattutto al morso, ma occorre includere in questadefinizione altri comportamenti minacciosi, come ringhiare, mostrare i denti,pizzicare senza affondare. Le motivazioni che possono spingere un cane a morderesono tante e diverse e non bisogna mai sottovalutare un segnale di tipo aggressivoda parte del nostro cane.L’aggressione competitiva, un tempo nota come aggressione da “dominanza”, simanifesta soprattutto al raggiungimento della maturità sociale (1-3 anni) del cane.Per questa forma di aggressione è fondamentale la prevenzione, stabilendo findall’ingresso del cane nel nucleo familiare regole precise e chiare, gestendocorrettamente le risorse, cioè gli spazi, il cibo e l’attenzione ed insegnando al canea fare qualcosa, ad esempio a mettersi seduto, prima di ottenere ciò che desidera.Alcuni cani sono estremamente protettivi nei confronti di oggetti, quali giochi ocoperte. Si parla in questo caso di aggressione possessiva.

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

Nell’aggressione sul cibo il cane ringhia, solleva il labbro e morde le persone che siavvicinano mentre sta mangiando, oppure quando gli viene sottratto un osso o gliviene data la ciotola del cibo. Tale comportamento può comparire dalla 4-5°settimana di vita. Anche in questo caso è fondamentale la prevenzione, abituandoil cane fin da cucciolo a non difendere aggressivamente la propria ciotola o i proprioggetti. Nel caso un cane adulto manifestasse questo problema, come primaregola è fondamentale non mettere a rischio la propria incolumità ed evitare disottrargli un oggetto o di avvicinarlo mentre mangia.

Il cane può manifestare aggressione per competizione quando il padrone tenta disottrargli le risorse importanti (cibo o gioco), quando gli si avvicina mentre riposanella cuccia o sul divano, quando lo incontra vicino ad un punto di passaggiocome una porta, quando tenta di toccarlo sulla testa o di abbracciarlo.

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

Molti cani difendono il proprio territorio, come retaggio del comportamento deilupi di difesa del proprio gruppo. Esiste una notevole variabilità individuale e dirazza nella tendenza a manifestare aggressione territoriale, anche a causa dellaselezione operata dall’uomo al fi ne di ottenere cani da guardia. I cani chemanifestano aggressione territoriale proteggono il proprio spazio ed il grupposociale da persone sconosciute ed animali, sia in presenza che in assenza delpadrone. Anche questa forma di aggressione si manifesta soprattutto alla maturitàsociale, in cani di entrambi i sessi, con maggior frequenza nei maschi. Il fatto che lapersona che passa davanti al territorio del cane si allontani (cosa che farebbecomunque…ma il cane non lo sa) rinforza questo comportamento.

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

Il cane può reagire aggressivamente per difesa verso stimoli minacciosi, come unindividuo sconosciuto o un altro cane che invadono il suo spazio personale,soprattutto quando non esistono vie di fuga. Si parla in questo caso di aggressioneda timore, che può essere presente in cani di ogni età e di entrambi i sessi.All’origine di questa forma di aggressione possono esserci punizioni severe, traumi,deficit di esperienza, nei primi 3-4 mesi di vita, con gli esseri umani o condeterminate tipologie di persone, ad esempio bambini, persone con barba ocappello.È importante non coccolare o cercare di tranquillizzare il cane quando manifestapaura nei confronti di un estraneo, ad esempio durante la passeggiata, in quantocosì facendo si rischia di rinforzare il comportamento indesiderato. È preferibileindividuare gli stimoli che inducono la reazione di paura ed inizialmente cercare dievitarli (ricordare che il cane apprende attraverso la ripetizione e l’esperienza!), perpoi esporlo gradualmente ai medesimi stimoli associandoli ad eventi positivi comegioco o premi in cibo.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

All’origine di un comportamento aggressivo improvviso nel cane che non avevamai manifestato segnali simili, può esserci il dolore indotto da patologie, comeotite o artrosi. I cani possono manifestare talvolta comportamento predatorio neiconfronti delle persone, soprattutto bambini. Si tratta di un comportamento chepuò essere indotto da stimoli in movimento, come ciclisti o bambini che corrono ostimoli acustici, come le grida acute dei neonati.Alcune cagne possono abbaiare, ringhiare o tentare di mordere chi si avvicina aipropri cuccioli o agli oggetti adottati durante la pseudogravidanza. Si parla inquesto caso di aggressione materna, che ha carattere difensivo nei confronti dellacucciolata e che decresce all’aumentare dell’età dei cuccioli.

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PERCHÉ IL CANE MORDE?

Intervenire fisicamente nel tentativo di separare due cani che lottano implica unrischio molto elevato di morso, come conseguenza dell’aggressione ridiretta.È preferibile in questo caso cercare di distrarre i cani con un rumore fortissimo ogettare una secchiata d’acqua o una coperta su ciascuno. Ancora una volta siribadisce l’importanza della gestione corretta degli animali con l’uso di guinzaglioe/o museruola.I cani possono essere aggressivi con gli altri cani per numerosi motivi, tra cui lascarsa socializzazione nei primi mesi e la competizione sociale, spesso aggravatadalla presenza di una cagna in calore nei paraggi. Tra cani che vivono nella stessacasa da tempo le situazioni in cui le lotte sono più probabili sono di naturacompetitiva: per cibo, giochi, area di riposo, attenzioni di un familiare. Unagerarchia da sempre stabile può modificarsi e causare problemi quando arriva unnuovo cane in casa o un altro raggiunge la maturità sociale. Spesso i problemi digerarchia riguardano i cani maschi, ma possono coinvolgere anche le femmine, conun peggioramento durante il calore e la pseudogravidanza.

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LE BUONE REGOLE PER EVITARE INCIDENTI CON I CANI

Non fissate un cane sconosciuto negli occhi. Questo atteggiamento èconsiderato minaccioso in quasi tutte le specie sociali ed il cane potrebbeinterpretarlo come una sfida e reagire con comportamenti aggressivi.

Non avvicinatevi ad un cane mentre sta mangiando o ha in bocca qualchecosa per lui molto caro. Il cane potrebbe cercare di proteggere il cibo ol’oggetto, pensando che volete sottrarglielo.

Anche se si conosce il cane, non entrate mai in una proprietà e non infilate ilbraccio in un cancello. Il cane possiede infatti un innato senso di protezionedel territorio. Aspettate sempre o richiedete di essere accompagnati e“presentati” dal proprietario del cane.

Non giocate in maniera troppo violenta con un cane di proprietà altrui enon tirategli la coda.

Non disturbate una femmina in compagnia dei suoi cuccioli. L’innato senso diprotezione della madre potrebbe indurre una reazione di difesa da parte sua.

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LE BUONE REGOLE PER EVITARE INCIDENTI CON I CANI

Imparate a riconoscere le posture e le mimiche del cane, in modo da poterprevedere eventuali comportamenti aggressivi.

Prestate particolare attenzione ai cani impauriti: un cane a cui non vienelasciata alcuna possibilità di fuga, anche se spaventato, può divenire pericoloso.

Non fuggite di fronte ad un cane che mostra un comportamento aggressivo.La cosa migliore è rimanere immobili e non fissarlo negli occhi.

Non cercate di separare con le mani due cani che si stanno azzuffando.Persino il vostro cane in una situazione come questa potrebbe non riconoscervie reagire mordendovi.

Non disturbate un cane mentre sta dormendo. Se svegliato bruscamente ilcane potrebbe infatti spaventarsi e reagire.

Manipolate sempre con estrema prudenza un animale dolorante o che hasubito un trauma. Manovre non corrette, oltre che peggiorare la situazione incui si trova il cane, possono evocare reazioni aggressive.

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LE BUONE REGOLE SU COME AVVICINARSI AD UN CANE

Quando desiderate accarezzare un cane, per prima cosa chiedete sempre alproprietario se lo potete fare.

Non avvicinatevi ad un cane che non conoscete correndo o urlando. Non avvicinatevi al cane con la mano tesa sopra la sua testa, ma abbassatevi

senza fissarlo negli occhi. La cosa migliore è distogliere lo sguardo e indirizzarloa terra. Il cane interpreterà questo comportamento come Un atteggiamento dipacificazione e di consenso ad essere “esplorati” olfattivamente da lui.

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IN PRESENZA DI BAMBINI

La presenza di un cane in famiglia ha una forte valenza educativa nell’introdurre ibambini alla conoscenza del mondo animale e nell’insegnare loro a rispettare edamare le diverse forme di vita.

Non lasciate mai bambini e neonati da soli con un cane, indipendentementedalla sua taglia ed affidabilità. I bambini potrebbero infatti compiere movimentio manipolare il cane in modo da evocare reazioni aggressive. Senza creareallarmismi è sempre meglio supervisionare le interazioni e lasciare sviluppareserenamente, ma sotto la vostra vigilanza, il rapporto tra il cane ed il bambino.

Non punite il cane in presenza dei bambini. Al contrario, associate alla presenzadei bambini stimoli positivi e piacevoli per il cane, come coccole o gioco.

Educate i bambini alla presenza del cane, insegnando a trattare il cane comeloro vorrebbero essere trattati. Non consentite di tirare la coda, di giocare inmaniera violenta, di abbracciarlo, di trasportarlo o considerarlo come ungiocattolo.

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

Comprendere il comportamento del cane significa “calarsi nei suoi panni”: saperecome il nostro amico percepisce il mondo esterno pone le basi per una miglioreconvivenza anche in ambito domestico.

TATTO:Quando si accarezza un cane nella zona del muso, si stimola una delle zone piùsensibili del suo corpo. Sulla testa del cane sono presenti ciuffi di peli rigidi, dettivibrisse, particolarmente ricchi di recettori nervosi, che forniscono informazionisugli oggetti annusati e sulla posizione della testa in rapporto a ciò che si trovaintorno.I baffi forniscono informazioni sugli oggetti che il cane sta annusando.I ciuffi posti al di sopra delle ciglia hanno la funzione di far scattare il riflessoprotettivo di chiusura delle palpebre.I ciuffi sotto il mento hanno probabilmente lo scopo di evitare lo sfregamento delmento al suolo quando il cane insegue una traccia o sotterra il cibo.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

VISTA:Il cane possiede una capacità visiva differente da quella umana e che bentestimonia le sue origini di predatore.

La migliore capacità di visione notturna del cane, rispetto all’uomo, è dovuta allapresenza nella retina di un elevato numero di recettori (i bastoncelli) in grado dipercepire la luce debole.

Sempre a questo scopo è presente, dietro la retina, uno strato di cellule dettotappeto lucido, il quale ha il compito di “catturare” e riflettere ulteriormente la luceed è responsabile della luminosità giallo-verdastra osservabile quando gli occhi delcane vengono illuminati da un fascio di luce diretta.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

VISTA:L’ampiezza del campo visivo del cane ha un’estensione maggiore rispetto a quelladell’uomo, con differenze a seconda della razza.

La capacità di messa a fuoco degli oggetti sembra scarsa a distanze inferiori ai 25cm. A tali distanze un predatore si affida maggiormente alle informazioni fornitedal tatto e dall’olfatto, che non a quelle fornite dalla vista.

La capacità di percepire il movimento è superiore rispetto a quella umana, comeprobabile ulteriore adattamento alla necessità di cogliere gli spostamentidella preda.

Si ritiene che i cani, al pari dei gatti, siano dicromatici, in grado cioè di percepiredue colori (blu e verde) e le loro combinazioni.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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ROMA

IL MONDO SENSORIALE DEL CANE: VISTA

L’ampiezza del campo visivo nel cane è circa 240°-290° (nell’uomo circa 180°).

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

UDITO:I cani possiedono una capacità percettiva acustica superiore alla nostra.Un rumore che un essere umano percepisce ad una distanza di circa 5 metri, saràavvertito dal suo cane ad una distanza di circa 20 metri.

In ambito domestico e cittadino l’intensità di alcuni suoni può venir percepita dalcane come un frastuono insopportabile.

La soglia uditiva del cane, sulle frequenze alte, giunge sino ai 60.000 hertz,ultrasuoni compresi, rispetto ai 16.000-20.000 hertz percepiti dall’uomo.La capacità percettiva sulle frequenze basse è simile in entrambe le specie.

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

OLFATTO:L’olfatto del cane è difficile da immaginare per l’uomo: i cani possiedono infatti lacapacità olfattiva maggiore tra tutti gli animali domestici! Chiunque abbia un canesa perfettamente quanto gli odori costituiscano una delle maggiori attrattive perlui durante le passeggiate. Attraverso l’olfatto il cane dialoga con il mondo esterno,prende possesso o identifica il territorio di un altro cane, segue una traccia,percepisce la presenza di una femmina, riconosce la propria casa o la propriacuccia e le persone. La straordinaria capacità del un cane di percepire la traccia diun animale, sembra legata alla possibilità di rilevare gli acidi grassi contenuti nelsudore. Il cane pare inoltre saper riconoscere le caratteristiche individuali di unapersona, dagli odori di singole parti del suo corpo, come mani, gambe, faccia,ascelle. Come conseguenza di questa elevata capacità sensoriale quello che noi, inambito domestico, consideriamo profumo, come detergenti o deodoranti, potrebberappresentare per il cane una vera aggressione alla sua sensibilità olfattiva.L’abilità olfattiva del cane è da sempre sfruttata dall’uomo, nella caccia, nella ricercadi persone, di sostanze stupefacenti, di esplosivi.

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IL MONDO SENSORIALE DEL CANE

FEROMONI:Un affascinante sistema di scambio di informazioni utilizzato nel mondo animale èrappresentato dai feromoni. Si tratta di sostanze chimiche con un ruolodeterminante nella regolazione dell’attività ormonale, soprattutto sessuale, in gradodi evocare una risposta comportamentale, come fuga, aggressione, sottomissione,in chi li percepisce. Nonostante siano spesso paragonati agli odori, rappresentanoin realtà qualche cosa di estremamente differente, come dimostrato dal fatto che laloro percezione avviene tramite un organo specifico, chiamato vomero-nasale, eviaggia attraverso vie nervose differenti da quelle olfattive. Nel cane i feromonisono prodotti da diverse ghiandole localizzate a livello di muso, orecchie, ano,coda, cuscinetti podali, regione interdigitale.

In situazioni di stress numerosi animali sono in grado di liberare feromoni diallarme. Con la MARCATURA URINARIA vengono emesse sostanze odorose eferomoni che danno indicazioni su identità, stato gerarchico e riproduttivo delsoggetto.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

La durata media della vita di un cane dipende da diversi fattori quali: le condizionidi vita, lo stato di salute, la razza e la taglia.

In linea generale, è possibile affermare che cani di taglia piccola hannoun’aspettativa di vita leggermente più lunga rispetto a cani di taglia grande ogigante.

E’ opinione comune ritenere che ad un anno di vita del cane corrispondano circasette anni di vita di un essere umano. Ciò può essere vero paragonando l’interadurata della vita media delle due specie, ma per quanto riguarda i primi mesi divita vi sono grandissime differenze.

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ROMA

SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

Nonostante esista una variabilità legata alle caratteristiche di ciascuna razza, èpossibile schematizzare lo sviluppo comportamentale del cane nel modo seguente:

PERIODO NEONATALE (0-14° GIORNO)

PERIODO DI TRANSIZIONE (15-21° GIORNO)

PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE (3°/4°- 12°/14° SETTIMANA)

PERIODO GIOVANILE (12° SETTIMANA MATURITÀ SESSUALE)

ETA’ ADULTA

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

PERIODO NEONATALE (0-14° GIORNO)Il cucciolo nasce sordo e cieco e raggiunge il capezzolo grazie a stimoli di naturatattile e termica. La minzione e la defecazione non sono volontarie, ma stimolatedalla madre che solo raramente si allontana dalla prole.

PERIODO DI TRANSIZIONE (15-21° GIORNO)Nella fase di transizione i cuccioli aprono gli occhi e cominciano a reagire aglistimoli sonori. La minzione e la defecazione diventano volontarie, con l’utilizzodella stessa zona scelta dalla madre. Si ha l’eruzione dei denti e l’emissione deiprimi ringhi.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE (3°/4°- 12°/14° SETTIMANA)Il periodo di socializzazione rappresenta probabilmente il momento più importanteai fini di un corretto sviluppo del comportamento del cane.A partire dalla terza settimana di vita, i cuccioli iniziano ad interagire piùintensamente con la madre, i fratelli, le persone, l’ambiente circostante ed i nuovistimoli con cui vengono in contatto.Durante queste settimane aumenta aumenta la frequenza del gioco, si sviluppanole gerarchie, compaiono le reazioni di paura. Interagendo con la madre ed i fratellii cuccioli apprendono a controllare la forza del loro morso.Per un corretto sviluppo comportamentale è fondamentale che i cucciolirimangano con i fratelli e la madre per le prime 8 settimane di vita: allontanare ilcucciolo prima dei due mesi di vita significa esporlo al rischio di sviluppareproblemi comportamentali non sempre correggibili.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

PERIODO GIOVANILE (12° SETTIMANA MATURITÀ SESSUALE)Durante il periodo giovanile si assiste ad un progressivo perfezionamento dellecapacità motorie e di apprendimento dei cuccioli.Il periodo giovanile termina con l’inizio della pubertà o maturità sessuale, mamentre nel maschio si assiste ad una transizione graduale, nella femmina lacomparsa del primo calore segna generalmente il netto passaggio dal periodogiovanile all’età adulta.Il cane maschio raggiunge la maturità sessuale a 6-8 mesi, in genere piùprecocemente nelle razze piccole. In concomitanza con la maturità sessualecompaiono comportamenti quali la monta e il sollevamento della zampa perurinare. Il maschio può accoppiarsi in qualsiasi momento dell’anno.Il testosterone influenza l’aggressione tra maschi, soprattutto se interi, così come ilvagabondaggio alla ricerca di una compagna.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

PERIODO GIOVANILE (12° SETTIMANA MATURITÀ SESSUALE)La femmina raggiunge la maturità sessuale intorno ai 6-10 mesi, con differenze aseconda di fattori quali taglia e razza del cane. Da questo momento la cagna puòandare in calore ogni 6-8 mesi, per tutta la durata della vita. L’estro si manifestatipicamente con aumento di volume della vulva, perdite ematiche e modificazionicomportamentali di tipo ed intensità variabile, che vanno da una maggioreirritabilità alla tendenza all’isolamento. Durante il calore la femmina esercita unforte richiamo sui cani maschi, con possibili lotte tra i pretendenti. L’eventualegravidanza dura circa 60 giorni.A distanza di circa 6-8 settimane dalla fine del calore, la cagna può andareincontro alla cosiddetta “pseudogravidanza”, manifestando una serie di sintomi ecomportamenti tipici della gravidanza, come aumento di volume delle ghiandolemammarie, produzione di latte, costruzione del nido, adozione di un oggettodifeso come un cucciolo.

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ROMA

SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE

ETA’ ADULTATradizionalmente si considera adulto un cane che abbia raggiunto la maturitàsessuale, anche se ciò non significa che sia terminata la sua crescita. Alcune razzedi grossa mole continuano infatti a crescere fisicamente sino ai due anni di vita eraggiungono la piena maturità sociale tra i 18 ed i 36 mesi.Da un punto di vista comportamentale, il cane in realtà non smetterà mai dicrescere, modificando ed adattando il proprio comportamento all’ambientecircostante, in base alle informazioni apprese ed ai nuovi stimoli con cui viene incontatto.)

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

“POCHI ANIMALI RIESCONO A DIMOSTRARE IL PROPRIO UMORE ATTRAVERSO LE ESPRESSIONI

IN MODO TANTO CARATTERISTICO QUANTO I GATTI”KONRAD LORENZ

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LE ORIGINI DEL GATTO DOMESTICO

Il gatto (Felis silvestris catus) appartiene alla famiglia dei felidi, di cui fannoparte animali ben noti come il leone, la tigre, il ghepardo.

L’antenato più probabile del gatto domestico sembra essere il gattoselvatico africano (Felis silvestris libyca), anche se non viene esclusa lapartecipazione di altre sottospecie di Felis, come il gatto selvatico asiatico(Felis silvestris ornata).

La storia della sua domesticazione è più recente rispetto a quella del cane.

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INIZIO DEL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL GATTO

Quando sia avvenuta la domesticazione del gatto è tuttora oggetto didubbi.I resti più antichi di gatto sicuramente domestico sono stati ritrovati inEgitto e risalgono al 4000 a.C.

E’ possibile ipotizzare che i primi gatti si siano avvicinati agli insediamentiumani alla ricerca di prede, come piccoli roditori, o cibo e che gli uomini,constatata la loro innegabile abilità di predazione, ne abbiano tollerato edincoraggiato la presenza nelle vicinanze di case e granai.

Il fatto che la domesticazione del gatto sia avvenuta in Egitto potrebbedipendere anche dall’inusuale passione che questo popolo aveva per glianimali in generale, al di là di qualsiasi tipo di vantaggio pratico oeconomico.

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INIZIO DEL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL GATTO

Nella civiltà egizia si giunse persino a vietare lo spostamento di gatti versoaltri paesi e ad inviare agenti speciali per rimpatriare i soggetti esportaticlandestinamente.

Nonostante queste precauzioni, il destino dei gatti fu di diffondersilentamente in altre aree geografiche, spesso portati di nascosto sulle navi.

I Romani furono probabilmente i responsabili dell’introduzione del gatto inEuropa, dove, durante il Medio Evo, da simbolo benevolo di fertilitàfemminile, cominciò ad essere visto come demone e compagno di streghee negromanti e divenne vittima innocente di crudeli persecuzioni,soprattutto se di colore nero.

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INIZIO DEL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL GATTO

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INIZIO DEL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL GATTO

È solo nel Rinascimento che questo trend negativo viene lentamentesuperato ed è nella Parigi del XIX secolo che i gatti furono associati,probabilmente in virtù del loro spirito libero ed ineffabile, agli artisti edagli intellettuali.

A partire dal XIX secolo, molto più tardi rispetto al cane, alcuni allevatoriinglesi iniziarono a differenziare le prime razze feline.

Durante il periodo vittoriano, in Gran Bretagna, le esposizioni felinedivennero un evento mondano di forte richiamo per la nobiltà inglese.

Attualmente sono riconosciute più di 100 razze di gatti.

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LA SOCIALITA’ DEL GATTO

È opinione comune che il gatto sia un animale asociale e solitario, cosìcome il suo progenitore selvatico.Certamente il gatto non è un piccolo cane e non forma branchi congerarchie e posture ritualizzate di dominanza o sottomissione, ma sulla suapresunta asocialità c’è molto da discutere.Il gatto presenta, infatti, un’estrema flessibilità nell’organizzazione sociale epuò vivere da solo, ma anche in piccoli o grandi gruppi.

Il gatto viene considerato legato ad un territorio che difendedall’intrusione di soggetti estranei ed all’interno del quale sono collocate lerisorse fondamentali per la sua sopravvivenza, come cibo e rifugi.L’area più vasta in cui l’animale si muove abitualmente, ma di cui possonousufruire anche altri individui appartenenti alla stessa specie prende ilnome di home-range o area familiare.

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LA SOCIALITA’ DEL GATTO

In condizioni di cibo scarso, non fornito dall’uomo, il gatto domestico si comportaeffettivamente da cacciatore solitario e difende attivamente il proprio territoriodagli intrusi.

La dimensione dell’home-range del maschio dipende dalla distribuzione dellefemmine, mentre quello delle femmine dipende dalla presenza di cibo.In genere l’home-range maschile è più vasto rispetto a quello femminile.

In caso di una fonte di cibo sufficiente, il gatto perde parzialmente la suaproverbiale asocialità e può formare gruppi costituiti da 1 a più di 50 soggetti.Spesso si tratta di gruppi di tipo matriarcale, formati da femmine adulteimparentate, dai loro piccoli e dai maschi non ancora maturi sessualmente.

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA SOCIALITA’ DEL GATTO

Anche il gatto di casa possiede un suo home-range, con aree visitate ad intervalliregolari percorrendo sentieri abituali.Per le femmine l’home-range in genere è rappresentato da casa e giardino. Imaschi, sia interi che castrati, hanno invece home-range più grandi e possonospaziare anche nei giardini dei vicini.

Quando più gatti sono costretti dall’uomo a vivere insieme, spesso si delineanosoggetti “dominanti”, simpatie ed antipatie reciproche, emarginati o “paria”.In genere un gatto nuovo è inizialmente rifiutato ed attaccato, con eccezionetalvolta per i gattini e gli anziani che possono essere accettati rapidamente.Gatti parenti o cresciuti insieme possono convivere pacificamente, dormire insieme,leccarsi e strofinarsi a vicenda. Queste interazioni portano a supporre la formazionedi un odore tipico del gruppo, cui è probabilmente connessa la “sindrome delnuovo”, che si manifesta con reazioni aggressive e di paura da parte di gattiabituati a vivere insieme, verso un loro compagno reintrodotto nel gruppo dopouna permanenza in un altro ambiente.

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LA COMUNICAZIONE

I gatti possono comunicare tra loro attraverso:

• segnali chimici (odori e feromoni),

• segnali acustici (miagolii, soffi , ringhi, grida...),

• segnali tattili (leccamento reciproco o grooming, strofinamento o rubbing),

• segnali visivi (mimica facciale e posture corporee).

Un mistero ancora insoluto riguarda il significato delle fusa, manifestate dal gattosia in situazioni di benessere e di soddisfazione, che di tensione o grande dolore.

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA COMUNICAZIONE: MIMICA FACCIALE

I segnali facciali cambiano velocemente esprimendo lo stato d’animo del gatto.

Elementi da osservare: occhi, orecchie, collo, testa, bocca, narici.

Occhi:• La dimensione delle pupille aumenta in situazioni di paura.• Un gatto sicuro di sé non abbassa lo sguardo e fissa in modo diretto e

prolungato.• Un gatto insicuro guarda altrove, evitando di fissare negli occhi.

Orecchie:• Nel gatto attento e concentrato, le orecchie sono tenute sollevate e vigili.• In caso di disagio le orecchie vengono appiattite lateralmente verso il basso,

fino a farle scomparire del tutto dietro la testa in situazioni di estrema paura.• Nei duelli tra gatti le orecchie vengono ruotate lateralmente.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA COMUNICAZIONE: MIMICA FACCIALE

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA COMUNICAZIONE: POSTURE CORPOREE

Elementi da osservare: posizione di testa, collo, schiena, zampe, movimenti eposizione della coda, sollevamento del pelo.

Coda:• Quando il gatto desidera interagire amichevolmente tiene la coda verticale, con

la punta leggermente ricurva.• Nei duelli tra gatti sicuri di sé la coda viene agitata e tenuta rigida e

perpendicolare al suolo.• Il gatto impaurito, pronto a combattere se messo alle strette, gonfi a la coda,

inarca la schiena, soffia, appiattisce le orecchie.

Posture:• Posture del corpo alte indicano sicurezza di sé.• Posture del corpo abbassate indicano insicurezza e paura.• Posture del corpo intermedie o ambivalenti indicano che il gatto non è sicuro di

sé, ma che è pronto a difendersi se messo alle strette.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA COMUNICAZIONE: POSTURE CORPOREE

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

LA COMUNICAZIONE: POSTURE CORPOREE

Veri e propri duelli tra gatti sicuri di sé sono rari.

Quando si verificano, i due contendenti si muovono al rallentatore, brontolano egridano, girano la testa latero-lateralmente tenendo le orecchie ruotate versol’esterno, si avvicinano l’uno all’altro con le zampe rigide, la parte posteriore delcorpo sollevata rispetto a quella anteriore e la coda perpendicolare a terra.

Solo poche volte si arriva allo scontro fisico, in quanto uno dei due gatti ad uncerto punto rinuncia al combattimento mostrando finta indifferenza, distogliendolo sguardo, abbassando la coda, ruotando la testa o mantenendo una posizioneaccucciata ed inoffensiva..

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

QUANDO IL GATTO MORDE E GRAFFIA

Il gatto, come il cane, può manifestare comportamento aggressivo nei confrontidell’uomo o di altri gatti ed animali.Alla base di questo comportamento possono esistere diverse motivazioni.A volte il gatto rivolge alle persone comportamenti di tipo predatorio o di giocomolto rude, afferrando gambe, caviglie, mani, facendo agguati da sotto i divani,dalle scale, da altre aree di passaggio, con morsi e graffi più o meno controllati.Spesso si tratta di gatti che vivono in appartamento, senza accesso al giardino,lasciati soli in casa per molte ore al giorno e che mancano di sufficiente esercizio ostimolazione.Altre volte si tratta di gatti che hanno appreso a giocare in modo scorretto, inquanto abituati fin da cuccioli a graffiare le mani o i piedi dei proprietari, senzacorrezioni di nessun tipo.A volte il gatto può reagire aggressivamente per difendersi da ciò che percepiscecome pericoloso per la sua incolumità.All’origine di atteggiamenti di questo tipo nei confronti delle persone, spesso vi èla mancata socializzazione con l’uomo tra la 2° e la 7° settimana di vita.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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DAL GATTO… AL GATTO: dal 3.000 A.C.ROMA

QUANDO IL GATTO MORDE E GRAFFIA

Alcuni gatti non tollerano le carezze se non per un breve periodo e possonointerrompere l’interazione con graffi o morsi.In genere comunicano chiaramente con altri segnali il loro fastidio: agitando lacoda, appiattendo le orecchie, piegando la testa.Questo è il loro modo di dire “basta”, per cui è consigliabile non forzareulteriormente l’interazione.I gatti possono litigare e lottare tra loro. Lotte vere e proprie sono rare e piùprobabili se i due gatti si considerano alla pari o se non si conoscono.Più spesso i gatti optano per forme di “aggressione di tipo passivo”, come fissare ilgatto “vittima” o impedirgli l’accesso a determinate stanze semplicemente con lapropria presenza, apparentemente sorniona, ma in realtà attenta e vigile.

ELEMENTI DI ETOLOGIA DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

Il gatto è un felino cacciatore modello ed i suoi sensi sono estremamente acuti,diversi dai nostri ed adattati dalla notte dei tempi alla cattura di piccole prede.

TATTO:Nel gatto è molto sviluppato il senso del tatto, soprattutto intorno al muso e neicuscinetti plantari. Numerosi recettori sensoriali sono concentrati alla base dellevibrisse (peli sensori rigidi localizzati sulla testa) ed a livello dei peli carpali (ciuffi dipeli presenti nella parte posteriore delle zampe anteriori).Vibrisse e peli carpali sono particolarmente utili al buio o in spazi ristretti, inquanto forniscono informazioni su posizione e movimento della testa e dellezampe del gatto rispetto a ciò che sta intorno.I ciuffi sopra le ciglia hanno la funzione di far scattare il riflesso protettivo dichiusura delle palpebre.I baffi possono essere piegati in avanti ed all’indietro per esplorare gli oggetti.I ciuffi guanciali sembrano avere una funzione tattile e di amplificazione degliodori.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO: TATTO

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

VISTA:La vista del gatto è adattata alle condizioni di scarsa luminosità.Questa migliore efficienza visiva dipende dalla presenza, nella retina, di numerosirecettori specializzati nella percezione della luce debole (i bastoncelli) e di unostrato di cellule o tappeto lucido, responsabile della luminosità notturna degli occhifelini se colpiti da un fascio di luce diretta.Le pupille del gatto hanno disposizione verticale e possono dilatarsi molto di piùrispetto a quelle dell’uomo. In condizioni di estrema luminosità, la pupilla puòrestringersi ad una fessura inferiore ad 1 mm.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO: VISTA

Il campo visivo del gatto è circa 200° (nell’uomo è circa 180°),

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

VISTA:A protezione dell’occhio esiste anche una terza palpebra, chiamata “nittitante”.

Probabilmente il gatto, come il cane, non vede bene i contorni degli oggetti adistanze inferiori ai 25 cm.

L’ampiezza del campo visivo è maggiore rispetto a quella dell’uomo, con minimedifferenze tra le razze.

Con la luce del giorno i gatti possono distinguere il verde, il blu e le lorocombinazioni, mentre non è stata dimostrata la possibilità di vedere il rosso.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

UDITO:Il gatto possiede, tra i carnivori, una tra le più elevate capacità di percepire i suoni,sia di basse che alte frequenze, compresi gli ultrasuoni emessi dai piccoli roditori.

Il grande padiglione auricolare è in grado di amplificare da 2 a 3 volte la potenzaoriginaria dei rumori percepiti.

Questa spiccata sensibilità acustica potrebbe spiegare perché i gatti non amino irumori forti.

La soglia uditiva del gatto giunge sulle alte frequenze sino ai 70.000 hertz(ultrasuoni compresi), rispetto ai 16.000-20.000 hertz percepiti dall’uomo.

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

OLFATTO:L’olfatto è un senso importantissimo per il gatto, utilizzato per esplorare gli oggettie per comunicare con i conspecifici.Patologie che danneggino questo senso hanno gravi ripercussioni sulla sferacomportamentale del gatto, che potrebbe perfino smettere di mangiare.

Tutti coloro che vivono insieme ad un gatto sanno quanto spesso strofini la suafaccia, i fianchi e la coda sugli altri gatti, sulle persone e sugli oggetti,probabilmente per lasciare una propria marca olfattiva e feromonale, in modo dapotersi sentire a proprio agio in un ambiente dall’odore noto e rassicurante.

Sostanze odorose e feromoni vengono emessi anche con l’urina e le feci e ciòsembra avere un significato sociale, sessuale e feromonale.Questi segnali permettono, ad esempio, di riconoscere una femmina in calore eforse forniscono indicazioni su quale gatto è passato da un determinato luogo eda quanto tempo, consentendo così di evitare incontri spiacevoli.

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

OLFATTO:Per marcare con urina, il gatto in genere utilizza una specifica postura: volta lespalle a ciò che desidera marcare e spruzza urina tenendo la coda sollevata.Per evitare che il gatto maschio spruzzi in casa è spesso sufficiente la castrazione.In alcuni casi all’origine della marcatura può esserci la presenza di ansia nel gatto(sia maschio che femmina) causata, ad esempio, da modifiche della routine odell’ambiente (traslochi, nuovi mobili, arrivo di una nuova persona o di un animalein casa).

FEROMONI: I gatti comunicano tra loro per mezzo di sostanze odorose eferomoni. I feromoni sono sostanze chimiche, prodotte da specifiche ghiandole,situate tra le dita, agli angoli della bocca, a livello di tempie, nella regione anale,sopra e sotto la coda, capaci di indurre una risposta comportamentale o fisiologicain chi li percepisce.

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

EQUILIBRIO:Il gatto è dotato di notevole equilibrio, fondamentale per il successo nellapredazione.

In caso di caduta, nell’arco di pochi millesimi di secondi, si verifica il riflesso diraddrizzamento, con estensione delle zampe e rotazione del capo, del corpo edella coda verso il basso, in modo da permettere l’atterraggio.

Questo riflesso compare verso la 4° settimana di vita del gattino.

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IL MONDO SENSORIALE DEL GATTO

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL GATTO

Lo sviluppo comportamentale del gatto può essere schematizzato come segue:

PERIODO NEONATALE (0-14° GIORNO)

PERIODO DI TRANSIZIONE (15°-21° GIORNO)

PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE (3°-9° SETTIMANA)

PERIODO GIOVANILE (10° SETTIMANA MATURITÀ SESSUALE)

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL GATTO

PERIODO NEONATALE (0-14° GIORNO)Appena nato il gattino è cieco, quasi sordo, incapace di camminare e di regolare lapropria temperatura. Il suo mondo sensoriale è costituito essenzialmente da odorie stimoli tattili. La madre lo nutre, lo pulisce e stimola il riflesso di defecazione eminzione, leccandola sua regione ano-genitale. Se i gattini si allontanano, la madreè pronta ad accorrere ai loro richiami ed a riportarli nel nido afferrandoli per lacollottola.

PERIODO DI TRANSIZIONE (15°-21° GIORNO)Durante la 3° settimana di vita i piccoli cominciano ad acquisire una certaautonomia, migliorano le capacità visive ed uditive, divengono più abili da unpunto di vista motorio.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL GATTO

PERIODO DI SOCIALIZZAZIONE (3°-9° SETTIMANA)Durante questo periodo il gattino deve imparare il più possibile dall’ambiente incui vive, dalla madre e dai fratelli. In particolare è fondamentale che venga acontatto con l’uomo tra la 2° e la 7° settimana di vita, altrimenti potrebbe rimanerediffidente e timoroso verso le persone.L’età migliore per l’adozione di un gattino che può rimanere con madre, fratelli epersone è attorno alle 8 settimane di vita.

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SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL GATTO

PERIODO GIOVANILE (10° SETTIMANA MATURITÀ SESSUALE)Durante il periodo giovanile il gatto affina le sue abilità motorie e diviene piùindipendente. Il gatto maschio raggiunge la maturità sessuale a circa 6-8 mesi.A quest’età comincia a spruzzare urina per marcare il proprio territorio, si assentaalla ricerca di femmine e combatte con altri maschi per la loro conquista.La gatta raggiunge la maturità sessuale a 5-9 mesi, con notevole variabilità traindividui. Se non si accoppia può andare in calore anche 3-4 volte di seguito, adintervalli di circa 2 settimane.Durante il calore la femmina è maggiormente estroversa, si rotola, si strofina,miagola ed urina più spesso, inarca la schiena e devia la coda di lato seaccarezzata nella regione lombare e perineale.L’eventuale gravidanza dura circa 60 giorni e la gatta può tornare in calore dopo 8settimane dall’inizio della lattazione.

BIOLOGIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI

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IL GIOCO

Il gioco svolge un ruolo importante per lo sviluppo comportamentale del gattino.

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TIPOLOGIE DI RAPPORTO UOMO/ANIMALE

Sono state "ufficializzate" alcune tipologie di rapporto uomo/animale. In quale vi riconoscete?

• Zoopatia: Totale indifferenza verso il prossimo animale e verso tutto ciò cheruota intorno al concetto di animalità. Non prende in considerazione la diversitàanimale. Deriva dalla mancanza di consuetudine con l'animale.

• Zoointolleranza: Forte rifiuto della realtà animale verso la quale si prova unaforma di ribrezzo. Deriva da mancanza di consuetudine con l'animale o da rapportisbagliati con lo stesso. Ne deriva una "battaglia" contro la presenza dell'animalepercepito come causa di contaminazione e pericolo per la salute.

• Zoofobia: Classica paura dell'animale, spesso deriva da traumi. Il soggettozoofobico spesso desidera ardentemente di superare la sua fobia. Si esprime conuna gamma di atteggiamenti che va dal timore all'attacco di panico. Può nascerein qualsiasi momento.

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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TIPOLOGIE DI RAPPORTO UOMO/ANIMALE

• Zooempatia: Genetica pulsione verso l'alterità animale, alimentatadall'accettazione della diversità animale e di tolleranza di tale presenza. Lozooempatico considera l'esperienza con l'animale un valore aggiunto al suobagaglio di stimoli raccolti dall'uomo. Si instaura in giovane età.

• Zoopoiesi: L'animale viene considerato un surrogato di altri referenti umani.L’animale sostituisce, riempie un vuoto per sopperire ad una carenza. Deriva dalladifficoltà di accettare l'alterità animale. Limite sottile con antropomorfizzazione(UMANIZZARE IL CANE) e rendere oggetto dell'animale. Comunque una semplicenegazione della diversità animale.

• Zoomania: Forte pulsione verso l'alterità animale, a volte così esclusiva daindirizzare tutte le energie affettive verso il partner non umano dimenticando onon trovando soddisfazione in nessun altro rapporto. Quasi sempre di originezoopoietica. L'animale torna ad avere una valore ancestrale magico-totemico.All'animale ne possono derivare turbe comportamentali.

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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ZOOANTROPOLOGIA

A partire dagli anni ‘80 è andata evolvendo una nuova scienza, lazooantropologia, che, avvalendosi dell’apporto di numerose discipline di ambitosia umanistico che scientifico – psicologia, pedagogia, etologia, bioetica, medicinaveterinaria - , si propone di studiare i diversi aspetti dell’interazione uomo-animale,riconoscendo l’intersoggettività del rapporto con l’animale, il quale non è più solooggetto di conoscenza, come per la zoologia, ma un partner di conoscenza, delquale va accettata l’alterità.

L’animale, secondo questa visione, partecipa, come referente attivo, alla pienarealizzazione dell’identità umana.

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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ZOOANTROPOLOGIA

Analizza il rapporto uomo-animale in tutte le sue componenti:

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ZOOANTROPOLOGIA

La vastità del campo di studio della zooantropologia e della sua interdisciplinaritàhanno portato a una suddivisione e specializzazione in due principali ambiti diversi:La Zooantropologia teorica, che studia il rapporto uomo-animale nei suoi effetti enella sua evoluzione o nei diversi contesti e la Zooantropologia applicata, che sipropone di utilizzare in situazioni concrete le conoscenze teoriche acquisite.

Una professione che trova nelle nozioni della zooantropologia un valido supporto èper es. quella dell’istruttore cinofilo, che, attraverso un’analisi dei componenti dellacoppia uomo-cane, è in grado prima di suggerire la migliore scelta perl’acquisto/adozione e di fornire poi utili suggerimenti per l’educazione del canestesso per evitare disagi e disturbi comportamentali, sempre avendo presente leesigenze di entrambi i partner.

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ZOOANTROPOLOGIA L’approccio zooantropologico-cognitivo, attraverso il concetto di alterità animale,riconosce al cane, e agli animali in genere, due caratteristiche: la diversità e lasoggettività.

Diversità: il cane ha motivazioni specie-specifiche, vive in un mondo sensorialediverso dal nostro, ha aspettative ed emozioni spesso non riconducibili a quelleumane. Riconoscerne e conoscerne la diversità significa evitare il rischio diantropomorfizzazione, di oggettivazione, di standardizzazione e disconoscimentodei bisogni di specie. È grazie alle sue peculiarità peraltro che il cane è in grado diarricchire e assistere l’uomo, a volte sostituendosi a lui.

Soggettività: il cane, e l’animale in genere, è un soggetto, cioè un partnerrelazionale che dà vita a processi dialogici (scambio) e dotato di caratteristicheindividuali, di una mente pensante in grado di acquisire conoscenze, schemi e riccadi aspettative, emozioni, opinioni, ricordi. Il nostro fedele amico rimarrà tale permolto tempo, ma spetta ad entrambi fare gli sforzi necessari alla convivenzaequilibrata richiesta. Consci dei diversi bisogni ed esigenze.

EVOLUZIONE STORICA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALEti

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ZOOANTROPOLOGIA

L’applicazione più nota della zooantropologia è rappresentata dall’utilizzazione delrapporto uomo-animale da compagnia per finalità assistenziali o co-terapeutiche.Per quanto questi ruoli siano sempre stati presenti presso le culture primitive, laloro riscoperta da parte della medicina moderna è piuttosto recente.

Lo psichiatra Boris LEVINSON aveva notato, occasionalmente, i benefici indotti dallapresenza di un cane presente nel suo studio su di un bambino affetto da disturbipsichici.Nei suoi scritti (1961, 1969), in riferimento a questa e ad altre successive analogheosservazioni coniò il termine Pet Therapy, entrato nell’uso internazionale.

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ZOOANTROPOLOGIA

Dopo i lavori di Levinson, la pet therapy, nata in ambito medico nel settoreristretto della psichiatria infantile, è diventata oggetto di interesse anche da partedi studiosi di discipline diverse quali psicologi, pedagogisti, sociologi e veterinaricon conseguente dilatazione dei campi di applicazione:

Situazioni di disagio psichico, difficoltà di socializzazione, ansia, stress, solitudine,depressione, perdita di autostima, con i relativi sintomi psicosomatici, quali mal ditesta, mancanza di appetito, insonnia, disturbi cardio-vascolari;

Quindi non solo casi individuali, ma anche ospedali psichiatrici, case per anziani,centri di recupero per tossicodipendenti, prigioni e riformatori.

La pet therapy di dimostra un valido ausilio anche nei trattamenti di riabilitazioneper deficit motori.

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ZOOANTROPOLOGIA

Il cane per la predisposizione a relazionarsi con il suo partner umano e per ilpeculiare sviluppo dei suoi sensi, che gli consentono di interpretare ancheimpercettibili variazioni del comportamento del suo padrone e di segnalareun’eventuale prossima insorgenza di certi attacchi patologici (narcolessia, diabete,epilessia, cardiopatie), è l’animale di elezione per la pet therapy.

Più recentemente, sono state proposte terapie riabilitative basate sull’attivitàequestre, ippoterapia, o sul nuoto in compagnia di delfini, delfinoterapia.

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ZOOANTROPOLOGIA

Il contatto con un animale domestico accresce nel bambino lo spirito diosservazione, l’autocontrollo, la socializzazione, il senso di responsabilità;nell’anziano, il partner animale, in particolare il cane, contribuisce attraverso lepasseggiate quotidiane, fonti frequenti di contatti umani, a combattere lasolitudine e la tendenza alla vita sedentaria, con i connessi disagi psichici e fisici.

Questi indubbi benefici non rientrano tuttavia nella pet therapy, che si configuracome una vera disciplina scientifica, pertinenza di specialisti, possibilmenteun’equipe di esperti di patologie umane e di etologia animale, che caso per casostabiliscono il più adatto partner-non umano e le modalità di interazione con ilpaziente, non in alternativa ma in associazione con le opportune terapie mediche.

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ZOOANTROPOLOGIA

Dal punto di vista della bioetica, ci si può porre la domanda se l’utilizzazione deglianimali nella pet therapy comporti una lesione della loro dignità.

≪La risposta a questo interrogativo è in linea massima negativa, anzi ci si accorgeche l’efficacia della pet therapy deriva in buona parte dall’emozione comunicativache ogni animale esprime, proprio in quanto è e rimane quello che è.Quindi quanto più è salvaguardata la dignità di una specie animale, tanto piùefficace è probabilmente la sua azione terapeutica≫, secondo BALLARINI (2000).

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CONCLUSIONI

Il dibattito sul posto dell’uomo nella natura, e in particolare su i suoi diritti e doverinei confronti del mondo animale, sempre vivo fin dai secoli più lontani fra i filosofie i teologi, in questi ultimi anni è uscito dagli ambiti strettamente specialistici perdiventare un problema di interesse più generale.

Gli animali, almeno certe categorie, sempre più si prospettano come amici e alleatidell’uomo, sano e ammalato. Anche se perdurano situazioni di sfruttamento, in unafrazione crescente dell’opinione pubblica tende a diminuire l’indifferenza per lasciarposto a sentimenti di disapprovazione. Al di fuori dell’utopia, l’uomo continuerà aservirsi degli animali, ma con la consapevolezza che l’utilità attesa deve essereraggiunta, a seconda degli obiettivi, con il minimo di sofferenze inflitte e senzalederne la dignità.

Si dovrà tendere a ricostruire quello che Desmond MORRIS (1992) ha chiamato il≪Contratto Animale≫, un rapporto cioè ragionevolmente bilanciato fra l’uomo egli animali, partner nella condivisione del pianeta.

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