L'Unità del 07.08.2015

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Non abbiamo più alibi Eguaglianza e libertà V enerdì 7 agosto, non è proprio la data più entusiasmante per avviare una discussione sullo stato del Mezzogiorno e tuttavia, malgrado il solleone, c’è da augurarsi che si voglia fare sul serio. Del resto, era ora che il Pd discutesse di come stanno le cose in una parte del territorio nazionale in cui esso ha le principali responsabilità amministrative e di governo. L ’allarme per la gravità della situazione economica e civile del Sud è fondato. La crisi ha indebolito ulteriormente il Mezzogiorno. Tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso il 13% del Pil, il doppio del Centro Nord. Un quadro drammatico riassunto dalla formula cui ricorre Svimez: sottosviluppo permanente. Questo il tremendo destino del Sud? Sarebbe un imperdonabile errore se la descrizione dei problemi in cui si dibatte il Sud oscurasse le componenti dinamiche presenti nella economia e nella società meridionali. Mi auguro che anche Roberto Saviano voglia riflettere su questo punto. Il Mezzogiorno non è una realtà indifferenziata, tutta stagnante o tutta in mano alla criminalità.È emersa in questi anni difficili in un settore di antica tradizione come l’agro industria una imprenditoria più giovane e più colta; operano nel Sud realtà manifatturiere moderne dall’industria automobilistica, alla farmaceutica, all’aerospaziale. Grandi investimenti sono stati realizzati dalla Fiat a Pomigliano e Melfi, dall’Alenia in Puglia e Campania. Che senso ha paragonare alla gracile economia ellenica quella meridionale? Una economia, ha ricordato efficacemente Federico Pirro, che fornisce all’intero paese dall’acciaio agli autoveicoli, dall’energia al 40% dell’agroalimentare, dalle navi ai prodotti farmaceutici. Altro che Grecia! E tuttavia i problemi restano e la loro mancata soluzione compromette l’avvenire delle regioni meridionali. Ciò che va sottolineato non è tanto il persistere del divario con il Centro-Nord, quanto la debolezza dei segnali di uno sviluppo autonomo del Sud. Uno sviluppo che possa ridurre la dipendenza da trasferimenti esterni e innescare una crescita capace di autosostenersi. Perché le regioni meridionali non hanno fatto progressi adeguati su questa strada? Ecco l’interrogativo da cui partire. Segue a pag 2 I due valori della libertà e dell’eguaglianza si richiamano l’uno con l’altro nel pensiero politico e nella storia. Sono radicati entrambi nella considerazione dell’uomo come «persona». Appartengono entrambi alla determinazione del concetto di persona umana, come essere che si distingue o pretende di distinguersi da tutti gli altri esseri viventi. «Libertà» indica uno stato, «eguaglianza» un rapporto. L’uomo come «persona», o, per essere considerato come persona, deve essere, in quanto individuo nella sua singolarità, libero, in quanto essere sociale, deve essere con gli altri individui in un rapporto di eguaglianza. «Liberté et Egalité». La «Fraternité» appartiene a un altro linguaggio, piú religioso che politico. «Eguaglianza» viene spesso sostituito con «Giustizia» nel binomio «Giustizia e Libertà». Ma in questo binomio «Giustizia» precede «Libertà». Solo per ragioni di migliore assonanza? La precedenza dell’una o dell’altra parola dipende anche dal contesto storico. Le vittime di un potere oppressivo chiedono prima di tutto di essere liberi. Rispetto a un potere arbitrario invocano giustizia. Di fronte a un potere dispotico, che sia insieme oppressivo e arbitrario, la richiesta di libertà non può andar disgiunta da quella di giustizia. Segue a pag 18 Locarno: cinquemila rose per Meryl Streep, rockstar mancata P. 21 Staino Sanità, la lista degli esami «inappropriati» P. 12-13 A Casal di Principe quadri degli Uffizi e di altri musei sono in mostra in una villetta confiscata a un boss della camorra — Un’esposizione di opere d’alto livello affidate a giovani volontari come segnale di ripresa in un territorio difficile P. 20 Oggi il vertice Pd. Renzi: «Basta piangersi addosso, noi cambiamo con i fatti» Banda ultralarga via libera del governo al piano. 12 miliardi di investimenti P. 2-3 e 14 unita.tv Anno 92 n. 39 Venerdì, 7 Agosto 2015 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 €1,40 Riforme, è sfida aperta anche contro Napolitano Dalla minoranza Pd emendamenti per il Senato elettivo Neanche un intervento di Napolitano («sulle riforme non si torni indietro») riesce a convincerli. I parlamentari della minoranza Pd hanno presenta- to una serie di emendamenti per l’e- lettività del nuovo Senato. «Non cam- bia niente, si vota e vediamo chi ha i numeri», dice Renzi. Il quale sotto- linea anche che diverse importanti misure sono state approvate in questi mesi «senza una parte del Pd». Nel partito ormai è alta la tensione e non viene risparmiato neanche Napolitano. Il suo appello a evitare modifiche che potrebbero vanificare il lavoro fin qui svoltoviene criticato da diversi esponenti della minoran- za. E Grasso sottolinea: «È mia l’ulti- ma parola» P. 9 La Rai di Dall’Orto: più magra e con meno talk Oltre 1 miliardo contro il dissesto idrogeologico Victoria Cabello: «Svecchierà quel pachiderma» P. 8 Sì dei sindacati: cantieri aperti 24 ore su 24 per finire prima le opere P. 10-11 Il Presidente emerito. Giorgio Napolitano. Foto: Ansa Umberto Ranieri Norberto Bobbio Direzione Sud

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Geocart, la buona politica italiana e le eccellenze imprenditoriali del Sud. L'Articolo di Losacco e Boccadutri.

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Non abbiamopiù alibi

Eguaglianza e libertà

Venerdì 7 agosto, non è proprio la data più entusiasmante per avviare una discussione sullo stato del Mezzogiorno

e tuttavia, malgrado il solleone, c’è da augurarsi che si voglia fare sul serio. Del resto, era ora che il Pd discutesse di come stanno le cose in una parte del territorio nazionale in cui esso ha le principali responsabilità amministrative e di governo. L’allarme per la gravità della situazione economica e civile del Sud è fondato. La crisi ha indebolito ulteriormente il Mezzogiorno. Tra il 2008 e il 2014 il Sud ha perso il 13% del Pil, il doppio del Centro Nord. Un quadro drammatico riassunto dalla formula cui ricorre Svimez: sottosviluppo permanente. Questo il tremendo destino del Sud?Sarebbe un imperdonabile errore se la descrizione dei problemi in cui si dibatte il Sud oscurasse le componenti dinamiche presenti nella economia e nella società meridionali. Mi auguro che anche Roberto Saviano voglia riflettere su questo punto. Il Mezzogiorno non è una realtà indifferenziata, tutta stagnante o tutta in mano alla criminalità.È emersa in questi anni difficili in un settore di antica tradizione come l’agro industria una imprenditoria più giovane e più colta; operano nel Sud realtà manifatturiere moderne dall’industria automobilistica, alla farmaceutica, all’aerospaziale. Grandi investimenti sono stati realizzati dalla Fiat a Pomigliano e Melfi, dall’Alenia in Puglia e Campania. Che senso ha paragonare alla gracile economia ellenica quella meridionale? Una economia, ha ricordato efficacemente Federico Pirro, che fornisce all’intero paese dall’acciaio agli autoveicoli, dall’energia al 40% dell’agroalimentare, dalle navi ai prodotti farmaceutici. Altro che Grecia! E tuttavia i problemi restano e la loro mancata soluzione compromette l’avvenire delle regioni meridionali.Ciò che va sottolineato non è tanto il persistere del divario con il Centro-Nord, quanto la debolezza dei segnali di uno sviluppo autonomo del Sud. Uno sviluppo che possa ridurre la dipendenza da trasferimenti esterni e innescare una crescita capace di autosostenersi. Perché le regioni meridionali non hanno fatto progressi adeguati su questa strada? Ecco l’interrogativo da cui partire.

Segue a pag 2

I due valori della libertà e dell’eguaglianza si richiamano l’uno con l’altro nel pensiero politico e nella storia. Sono radicati

entrambi nella considerazione dell’uomo come «persona». Appartengono entrambi alla determinazione del concetto di persona umana, come essere che si distingue o pretende di distinguersi da tutti gli altri esseri viventi. «Libertà» indica uno stato, «eguaglianza» un rapporto. L’uomo come «persona», o, per essere considerato come persona, deve essere, in quanto individuo nella sua singolarità, libero, in quanto essere sociale, deve essere con gli altri individui in un rapporto di eguaglianza.

«Liberté et Egalité». La «Fraternité» appartiene a un altro linguaggio, piú religioso che politico. «Eguaglianza» viene spesso sostituito con «Giustizia» nel binomio «Giustizia e Libertà». Ma in questo binomio «Giustizia» precede «Libertà». Solo per ragioni di migliore assonanza? La precedenza dell’una o dell’altra parola dipende anche dal contesto storico. Le vittime di un potere oppressivo chiedono prima di tutto di essere liberi. Rispetto a un potere arbitrario invocano giustizia. Di fronte a un potere dispotico, che sia insieme oppressivo e arbitrario, la richiesta di libertà non può andar disgiunta da quella di giustizia.

Segue a pag 18

Locarno: cinquemila rose per Meryl Streep, rockstar mancata P. 21

Staino

Sanità, la lista degli esami «inappropriati» P. 12-13

A Casal di Principe quadri degli Uffizi e di altri musei sono in mostra in una villetta confiscata a un boss della camorra

— Un’esposizione di opere d’alto livello affidate a giovani volontari come segnale di ripresa in un territorio difficile P. 20

Oggi il vertice Pd. Renzi: «Basta piangersi addosso, noi cambiamo con i fatti»Banda ultralarga via libera del governo al piano. 12 miliardi di investimenti P. 2-3 e 14

unita.tv

Anno 92 n. 39Venerdì, 7 Agosto 2015

Fondata da Antonio Gramsci nel 1924

€1,40

Riforme, è sfida apertaanche contro Napolitano

Dalla minoranza Pd emendamenti per il Senato elettivo

Neanche un intervento di Napolitano («sulle riforme non si torni indietro») riesce a convincerli. I parlamentari della minoranza Pd hanno presenta-to una serie di emendamenti per l’e-lettività del nuovo Senato. «Non cam-bia niente, si vota e vediamo chi ha i numeri», dice Renzi. Il quale sotto-linea anche che diverse importanti misure sono state approvate in questi mesi «senza una parte del Pd».Nel partito ormai è alta la tensione e non viene risparmiato neanche Napolitano. Il suo appello a evitare modifiche che potrebbero vanificare il lavoro fin qui svoltoviene criticato da diversi esponenti della minoran-za. E Grasso sottolinea: «È mia l’ulti-ma parola» P. 9

La Rai di Dall’Orto: più magra e con meno talk

Oltre 1 miliardo contro il dissesto idrogeologico

Victoria Cabello: «Svecchierà quel pachiderma» P. 8

Sì dei sindacati: cantieri aperti 24 ore su 24 per finire prima le opere P. 10-11Il Presidente emerito. Giorgio

Napolitano. Foto: Ansa

Umberto Ranieri Norberto Bobbio

Direzione Sud

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