Luigi Boscolo e l'arte narrativa in terapia

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“Il pensiero di Luigi Boscolo, 1967-2015” “Frontiere del Milan Approach”, Milano 28 marzo 2015 “L'arte narrativa in terapia” Massimo Giuliani

Transcript of Luigi Boscolo e l'arte narrativa in terapia

“Il pensiero di Luigi Boscolo, 1967-2015”“Frontiere del Milan Approach”, Milano 28 marzo 2015

“L'arte narrativa in terapia”Massimo Giuliani

La narrativa prima della narrativa

Le domande triadiche come arte dei punti di vista

Le storie familiari

L’ipotizzazione

La narrativa senza la narrativa

La terapia ha bisogno di “un terapeuta, una stanza e una o più persone con qualche problema” e non si identifica con “uno

specifico set di procedure” (Efran e Clarfield, 1992)

Eppure…

La narrativa senza la narrativa

La terapia ha bisogno di “un terapeuta, una stanza e una o più persone con qualche problema” e non si identifica con “uno

specifico set di procedure” (Efran e Clarfield, 1992)

“Di solito, quando cominciamo a immaginare una storia, siamo molto preoccupati della sua materia: che cosa succede, a chi, dove, perché, eccetera. Ma a un certo punto — possibilmente prima di metterci a scrivere — dovremo cominciare a immaginare anche la forma della

storia, il modo in cui organizzeremo l’intreccio, lo stile che adopereremo, il tipo di testo che produrremo” (G. Mozzi)

La narrativa e la narrativa

“…cambiare le premesse è l'obiettivo ultimo, però (...) la strada per arrivare a quest’obiettivo [è] quella di riuscire a cambiare le emozioni

piuttosto che i comportamenti”

“I “pezzi” di storia, si può dire, fluttuano nello spazio in cui avviene l'intervista e, nel tempo, avviene la ricostruzione. Ogni tre/quattro turni di

parola, avvengono delle micro-ricostruzioni, effettuate di solito dal terapeuta (ma possono contribuire anche i clienti), per poi arrivare alla macro-

ricostruzione della storia. Quest’ultima segue i criteri della narrativa…”

Boscolo e Bertrando, 2002:

Il set(ting) terapeutico

pre-seduta

(verbale di seduta)

discussione

intervento finale

seduta

Romanzo, narrativa seriale e de-patologizzazione nella terapia di Luigi Boscolo

Elementi “nucleo” ed elementi “satellite”

(Seymour Chatman, “Storia e discorso. La struttura narrativa nel

romanzo e nel film”, 1978)

La “pistola di Čechov” e la circolarità

Se all’inizio della storia

appare una pistola,

prima della fine quella

pistola deve aver

sparato (e viceversa)!

Costruire storie implica un “patto”

✤ Il “patto narrativo”: sospensione dell’incredulità

✤ Il “patto terapeutico”: sospensione dell’oggettività

È quel tacito accordo per cui il lettore compie una parziale e momentanea sospensione delle facoltà critiche e accetta come se fosse vera una storia che sia, in larga e diversa misura, una storia fittizia.  (H. Grosser, Narrativa, 1985)

È quel tacito accordo per cui il paziente accetta (per un certo tempo) una parziale sospensione del pensiero paradigmatico e accetta di entrare in un contesto di comunicazione in cui metafore e storie hanno uguale dignità che le spiegazioni esperte, e accetta che il terapeuta abbia una competenza non sui fatti delle vite altrui, ma su strutture narrative atte a ordinare quei fatti in una storia di senso. Il terapeuta non chiede al paziente di credere a storie nelle quali egli stesso non creda.

Luigi Boscolo e la narrativa multilineare