Lucio Biggiero 2005 [email protected] ORGANIZZAZIONE E TRASFORMAZIONI DIMPRESA LUCIO BIGGIERO...
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Lucio Biggiero 2005 [email protected]
ORGANIZZAZIONE E TRASFORMAZIONI
D’IMPRESA
LUCIO BIGGIERO
Università dell’Aquila [email protected]
Università LUISS [email protected]
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
I compiti della progettazione organizzativaovvero
I requisiti per eseguire lavori collettivi (organizzati)
• 1. Identificazione
• 2. Divisione (connessione)
• 3. Raggruppamento
• 4. Coordinamento
• 5. Controllo
Delle
attività
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
DEFINIZIONE DI SISTEMA/RETE• SISTEMA: insieme di parti (elementi)
connessi, per il quale è possibile distinguere (almeno approssimativamente) input, output e processi di trasformazione, e un criterio di inclusione/esclusione delle parti, in modo da poter tracciare un confine tra il sistema e il non-sistema
• RETE: Un insieme di nodi (elementi) connessi mediante relazioni di uno o più tipi diversi
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
IL DUALISMO SISTEMA/RETE
*****
*****
*****
Auto-organizzazione
Auto-referenza (auto-osservazione)
Interazione con l’ambiente (altre organizzazioni)
Inputs (risorse umane, naturali, finanziarie, informazioni)
Outputs (artefatti, informazioni,
conoscenze, modificazioniambientali)
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DAL PUNTO DI VISTA SISTEMICO LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI SONO
• SISTEMI COGNITIVI
• SISTEMI COMPLESSI (NON-BANALI)
• SISTEMI (PARZIALMENTE) AUTO-REFERENTI, AUTO-ORGANIZZATIVI, AUTO-OSSERVATIVI, ADATTATIVI
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
IL MODELLO GENERALE
SST T COORD
ICT
E
K
RP
INT TR
interdipendenzepersonali
capitale sociale
grado di apertura (reticolarizzazione esterna) della struttura
incentivieffetto scala
capacità diadozione
sistemi dicompetenza
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CRITERI DIRAGGRUPPAMENTO
SIMILARITA’EFFICIENZA TECNICAVANTAGGI DI COSTO
COMPLEMENTARIETA’EFFICACIAVANTAGGI DI FITNESS
bassa
alta
bassa alta
Raggruppamentoa legame debole
Raggruppamentoa legame forte
Raggruppamentoper complementarità
Raggruppamentoper similarità
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PROCESSO DELLA PROGETTAZIONE AZIENDALE
BI = business idea; Ratt = risultati attesi (output); TEC = tecnologieLop = lista delle operazioni elementari; Lcu = lista dei compiti-uomoLuo = lista delle unità organizzative; Lfd = lista delle funzioni-divisioni
Tipi di coordinamento
BI
Ratt TEC Lop Lcu Luo
Tipi diinter-
dipendenza
Applicazione dei criteri diprogettazione per
similarità-complementarietà
Lfd
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COORDINAMENTO E LIVELLI DIRAGGRUPPAMENTO
INDIVIDUI (COMPITI-UOMO)
UNITA’ ORGANIZZATIVE
FUNZIONI-DIVISIONI
ORGANIZZAZIONE (AZIENDA)
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
CRITERI DICOORDI-NAMENTO
OPERAZIONI ELEMENTARI
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TIPI DI INTERDIPENDENZA(in ordine crescente di complessità)
A B
A B
A A
B B
Nessuna interdipendenza
Interdipendenza sequenziale
Interdipendenza parallela
Adattamentoreciproco
(1)
(2)
(3)
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Forme di interdipendenza parallela
A
B
simultanea
(b)
A
B
(a)non simultaneaLa forma non simultanea può essere di due tipi:a1) senza vincolo temporale: questo è il caso più semplice, cioè più libero da vincoli. A può essere eseguito prima, durante o dopo B. In questo caso il capo rappresenta il tipo di coordinamento più adatto;a2) con vincolo temporale: il sistema B non può essere eseguito (non deve ricevere l’input, ovvero non deve
iniziare la propria attività) se non è uscito l’output dal sistema A. La differenza con l’interdipendenza sequenziale consiste nel fatto che B non riceve l’output di A, bensì prende l’input direttamente dal fondo risorse del gruppo. In questo senso i due sistemi rimangono indipendenti. Per es. A può rilasciare output sbagliati (o anche in ritardo) senza compromettere l’esecuzione di B. Il piano è il tipo di coordinamento più adatto, perché tutto può essere previsto in anticipo e programmato attraverso un Gannt (o uno spartito…)
La forma simultanea è ovviamente la più vincolata di tutte e tre, e chiaramente richiede un’attenta program- mazione (piano), e quindi priva quasi completamente di efficacia il coordinamento effettuato dal capo.
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Modi di connessione
parallela reciprocaModello sequenziale
Modello libero (senza vincoli temporali)
Modello simultaneo
sequenziale
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MECCANISMI DI COORDINAMENTO
A B
AA
BB
Standardizzazione del flusso di lavoro
Supervisione diretta
Adattamento reciproco
A
Standardizzazione degli inputs(istituzionalizzazione)
A
Standardizzazione degli outputs(negoziazione)
( 2)
( 3)
( 1)
( 4)
( 5)
STD
capoAB
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SISTEMA CIBERNETICO
INPUTS(immissioni)(risorse)(costi)
RETE
Connessioni (relazioni)Processi (funzioni)Interazioni (memoria)
Reff RattConfronto
ß
OUTPUTS(emissioni)(risultati)(ricavi)
FeedbackPositivo (rinforzo) oppure Negativo (omeostasi)
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LIVELLI DI RAGGRUPPAMENTOE TIPI DI COORDINAMENTO
LIVELLI DIRAGGRUPPAMENTO
TIPI DI 1° LIV. (Lop) 2° LIV. (Lcu) 3° LIV. (Luo) 4° LIV. (Lfd) 5° LIV. (Lint)
COORDINAMENTO
STD PROCESSI SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMIOPERATIVI
SISTEMI OPERATIVI
STDOUTPUT
SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMIOPERATIVI
SISTEMI OPERATIVI
STD INPUT SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMI OPERATIVI SISTEMIOPERATIVI
SISTEMI OPERATIVI
SUP. DIRETTA CAPO DIRETT. DIFUNZIONE
DIRETT.GENERALE
LEAD FIRM
MANAG. INTEGRAT. CAPO DIVISIONE HEADQUARTERS
ADATT. RECIPR. INDIVIDUO-GRUPPO
COMITATI COMITATO DIDIREZIONE
COMITATO DIGESTIONE
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STRUTTURA SEMPLICE
VERTICE(Imprenditore)
Operaio 1 Operaio 2 Operaio 3 Operaio n
Segretaria
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STRUTTURA FUNZIONALE
VERTICE
Amministrazione
Controllo di gestione
Pianificazionestrategica
Programmazionedel lavoro
Sviluppo eorganizzazione
Relazioni esterne
Ufficio legale
Relazioni industriali
Ricerca e sviluppo
Servizi generali (mensa, ecc.)
ACQUISTI PRODUZIONE VENDITA
Materieprime
Prodottifiniti
Semi-lavorati
Stabilimento 1 Stabilimento 2 Area1
Area2
Area3
Reparto 1 Reparto 2 Reparto 3
Verniciatura
TornituraFresatura Assemblaggio Imballaggio
Collaudo
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Le patologie interne della struttura funzionale
• Demotivazione del personale a causa della ripetitività dei compiti
• mancanza di capacità innovativa a causa dell’enfasi sulla replicazione
• enfasi sul controllo, che diventa ipertrofico ma inefficiente ed inefficace
• inversione mezzi-fini sul ruolo giocato dalle procedure
• alta conflittualità nelle relazioni industriali
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Le patologie esterne della struttura funzionale
• Ritardo (inefficienza) e inadeguatezza (inefficacia) delle decisioni, a causa della lunghezza e rigidità delle catene decisionali
• difficoltà di apprendimento organizzativo, a causa del numero e della rigidità delle procedure
• uniformizzazione delle competenze e soprattutto delle mappe cognitive, a causa del numero e della rigidità delle procedure
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
STRUTTURA FUNZIONALE MODIFICATA
VERTICE
Amministrazione
Controllo di gestione
Pianificazionestrategica
Programmazionedel lavoro
Sviluppo eorganizzazione
Relazioni esterne
Ufficio legale
Relazioni industriali
Ricerca e sviluppo
Servizi generali (mensa, ecc.)
ACQUISTI PRODUZIONE VENDITA
PM1
PM2
PM n
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
STRUTTURA DIVISIONALE
VERTICE
Amministrazione
Controllo di gestione
Pianificazionestrategica
Programmazionedel lavoro
Sviluppo eorganizzazione
Relazioni esterne
Ufficio legale
Relazioni industriali
Ricerca e sviluppo
Servizi generali (mensa, ecc.)
D1 D2 D3 Dn
ACQUISTI PRODUZIONE VENDITA
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
STRUTTURA DIVISIONALE MODIFICATA
VERTICE
Amministrazione
Controllo di gestione
Pianificazionestrategica
Programmazionedel lavoro
Sviluppo eorganizzazione
Relazioni esterne
Ufficio legale
Relazioni industriali
Ricerca e sviluppo
Servizi generali (manutenzione, )
D1 D 2 D n
AM1
AM2
AM n
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
STRUTTURA DIVISIONALE “A CASCATA”
VERTICE
Amministrazione
Controllo di gestione
Pianificazionestrategica
Programmazionedel lavoro
Sviluppo eorganizzazione
Relazioni esterne
Ufficio legale
Relazioni industriali
Ricerca e sviluppo
Servizi generali (infermeria, ecc.)
D1 D 2 D n
ACQUISTI PRODUZIONE VENDITA
D x D y D z
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
PROCESSI DI CREAZIONE DELLE
RETI INTER- ORGANIZZATIVE
H M
PROCESSI DICENTRIFUGHIDECOMPOSIZIONE
PROCESSI DICENTRIPETIAGGREGAZIONE
Lucio Biggiero 2005 [email protected]
Ostacoli alla “grande trasformazione” dal fordismo al post-fordismo
• La mancanza di adeguati modelli di corporate governance
• La permanenza di forti vantaggi di efficienza: di scala, di specializzazione, di rete
• La resistenza del management a dare luogo alle forme di realizzazione del post-fordismo: decomporre, de-verticalizzare, de-gerarchizzare, de-burocratizzare la struttura