SettembreMusicaLuciano Berio, per esempio, ha lavorato ... scriverne quattro. La viola solista...

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SettembreMusica Torino Milano Festival Internazionale della Musica 01 _ 25.IX.08 Seconda edizione Milano Teatro degli Arcimboldi Mercoledì 03.IX.08 ore 21 The Cleveland Orchestra Franz Welser-Möst direttore Kim Kashkashian viola Schubert Bartók Dvoˇ rák 7 °

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SettembreMusica

Torino MilanoFestival Internazionaledella Musica

01_25.IX.08Seconda edizione

MilanoTeatro degli Arcimboldi

Mercoledì 03.IX.08ore 21

The Cleveland OrchestraFranz Welser-Möst direttoreKim Kashkashian viola

SchubertBartókDvorák

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Franz Schubert (1797-1828)Andante in si minore dai frammenti sinfonici D 936a ca. 30 min.(arrangiamento di Brian Newbould)

Béla Bartók (1881-1945)Concerto per viola e orchestra Sz 120 ca. 20 min. Moderato Lento parlando Adagio religioso Allegretto Allegro vivace

Antonín Dvorák (1841-1904)Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo” ca. 40 min. Adagio – Allegro molto Largo Scherzo: Molto vivace Allegro con fuoco

The Cleveland OrchestraFranz Welser-Möst, direttoreKim Kashkashian, viola

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Nel catalogo di circa un migliaio di lavori scritti da Franz Schubert, quasi due-cento sono riconducibili a schizzi, frammenti e abbozzi di varia natura. Era inevitabile forse che una sinfonia definita appunto “Incompiuta” diventasse la musica strumentale più celebre di Schubert, benché ancora non sia chiaro se questo torso sinfonico sia stato lasciato in tale forma in maniera deliberata o gli altri movimenti siano stati perduti. L’ingente quantità di frammenti musicali dovrebbe indurre a riflettere sulla ragione di un atteggiamento appa-rentemente insicuro verso la forma, subito lasciata cadere al primo segno di resistenza da parte del materiale. Non tutti gli abbozzi di Schubert manife-stano in modo indiscutibile la decisione di abbandonare una strada ritenuta impraticabile o poco interessante. In occasione del 150° anniversario della morte, nel 1978, il musicologo Ernst Hilmar riesaminò gli autografi conservati nelle biblioteche di Vienna, accor-gendosi che un plico di abbozzi attribuiti in precedenza a una sinfonia degli anni 1817-1818 conteneva in realtà abbozzi di tre diverse sinfonie in re mag-giore. Un ulteriore approfondimento d’indagine portò a concludere che le musiche dovevano risalire all’ultimo anno di vita del musicista, il 1828. La scoperta di questo materiale ha messo in subbuglio il mondo degli studiosi di Schubert, provocando una ridda di ipotesi su come queste musiche avrebbero potuto svilupparsi in una nuova sinfonia. L’aspetto più notevole però consiste nell’eccezionale vitalità di questi frammenti, che hanno generato nel nostro tempo una serie di musiche nuove. Luciano Berio, per esempio, ha lavorato su questo materiale in maniera magistrale con Rendering, un “restauro” asso-lutamente non convenzionale della ipotetica sinfonia di Schubert, lasciando ben visibile la distanza che separa il presente dal passato. Il primo tentativo di far rivivere questi abbozzi sinfonici, però, è stato com-piuto nel 1980 da Brian Newbould, vice-presidente dello Schubert-Institute inglese e autore di importanti studi sulla musica sinfonica di Schubert. Il desiderio di Newbould consisteva nel completare la sinfonia «come avrebbe potuto fare lo stesso Schubert». I frammenti hanno la forma di semplici appunti musicali, disposti quasi sem-pre su due pentagrammi, con qualche rara indicazione di strumentazione. Con un materiale di questo genere risulta fin troppo evidente come il lavoro dell’editore/restauratore vada ben oltre i confini del rispetto per il pensiero musicale dell’autore. Gli interventi riguardano infatti non solo l’involucro sonoro della sinfonia, ma anche la composizione vera e propria. Newbould non poteva limitarsi a strumentare i frammenti pianistici, bensì doveva costruire da capo una forma musicale sviluppata e immaginare quali svilup-pi Schubert avrebbe impresso all’intero lavoro. I margini a discrezione del revisore sono troppo ampi per condividere la convinzione di Newbould che il risultato costituisca un’autentica sinfonia dell’autore. Di Schubert rimane senz’altro il profumo delle melodie, che presentano specialmente nell’Andante centrale dell’ipotetica sinfonia l’inflessione caratteristica della sua musica, sospesa in un altrove senza tempo, fatto di memorie, di sensualità e di attese imprecise. Il resto va preso per quello che è: un sincero atto d’amore per la musica di Schubert.

Franz SchubertAndante in si minore dagli abbozzi sinfonici D 936a(arrangiamento di Brian Newbould)

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L’evento cruciale della vita di Dvorák consiste nel breve soggiorno negli Stati Uniti, tra il 1892 e il 1895. Jeannette Thurber, moglie di un facoltoso uomo d’affari, aveva chiesto al musicista di dirigere il Conservatorio Nazionale di New York. La scelta sembrava a prima vista sorprendente. Mrs. Thurber aveva studiato a Parigi e vi manteneva strette relazioni con gli ambienti musicali. Inoltre la musica di Dvorák, grazie alle influenti relazioni del suo editore inglese Henry Littleton, cominciava solo da poco a essere conosciuta negli Stati Uniti. Le ragioni che indussero Mrs. Thurber a insistere sul nome di Dvorák vanno cercate forse nel disegno culturale coltivato dai sostenitori del Conservatorio Nazionale. Mrs. Thurber propugnava l’idea, condivisa da cir-coli influenti di New York, che una musica nazionale avrebbe potuto nascere quando i musicisti del paese fossero riusciti a esprimere uno stile nutrito di elementi autenticamente “americani”. Il Consiglio d’amministrazione del Conservatorio, per esempio, non riponeva alcuna fiducia nei musicisti locali,

Antonín DvorákSinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”

Il Concerto per viola e orchestra, ultimo e incompiuto lavoro di Béla Bartók, ha preso forma grazie all’umile fatica di un allievo devoto, Tibor Serly. Nel gennaio del 1945 il famoso violista William Primrose, impressionato dal Sonata per violino scritto per Yehudi Menuhin, chiese a Bartók di comporre un concerto anche per lui. Bartók accettò, ma per diversi mesi non riuscì a scrivere una riga di musica. Le condizioni di vita a New York prostravano sempre più l’animo del musicista, costretto ad abitare in uno squallido e rumoroso appartamento nei pressi di Carnagie Hall. In luglio il progetto del Concerto per viola stava per essere abbandonato, ma alla fine alcune idee cominciarono a prendere forma. A settembre l’autore era in grado di scri-vere a Primrose: «Sono molto lieto di comunicarvi che il disegno del vostro Concerto per viola è pronto, sicché rimane da scrivere soltanto la partitura, il che significa un lavoro puramente meccanico, per così dire». Bartók non fu in grado tuttavia di portarlo a termine. Morì infatti il 26 set-tembre, lasciando completa solo la parte della viola solista. Come spiega Tibor Serly nella prefazione alla partitura, il “lavoro puramente meccanico” richiese a Bartók una fatica improba. Malgrado le lacune dell’autografo, tut-tavia, le intenzioni generali dell’autore risultavano abbastanza chiare. Bartók, nella lettera a Primrose, aveva lasciato indicazioni precise sul Concerto: «L’orchestrazione sarà piuttosto trasparente, più trasparente che nel Concerto per violino. Anche il carattere ombroso, più mascolino del vostro strumento ha esercitato una certa influenza sul carattere generale del lavoro». Sulla base di questi elementi, Serly portò a compimento la partitura, che Primrose eseguì la prima volta il 2 dicembre 1949 con la Minneapolis Symphony Orchestra diretta da Antal Dorati. Nella versione Serly il Concerto è articolato in tre movimenti, malgrado Bartók avesse intenzione all’inizio di scriverne quattro. La viola solista avrebbe dovuto introdurre ciascun movi-mento con una sorta di ritornello, di cui rimane traccia sia nel Lento parlando che collega l’Allegro moderato iniziale e l’Adagio religioso, sia nell’Allegret-to che precede l’Allegro vivace finale. Serly ha completato le voci mancanti dell’orchestra aggiungendo lo stretto indispensabile, ma il suo minimalismo, forse troppo rispettoso, lascia l’impressione a volte di un dialogo squilibrato tra un protagonista verboso e un’orchestra laconica. Tutte le idee musicali del Concerto nascono dalla voce del solista, tranne la parte centrale dell’ultimo movimento, dove l’orchestra sviluppa in maniera autonoma un nuovo episodio di tono popolare.

Béla BartókConcerto per viola e orchestra Sz 120

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formati per lo più in Europa e imbevuti degli ideali del vecchio continente. Boston rappresentava nella maniera più tipica le tendenze accademiche e non a caso dimostrò di essere la città meno benevola verso la Sinfonia “Dal nuovo mondo”. Dvorák aveva dimostrato invece di essere libero dall’egemonia della musica tedesca, senza rinunciare però alle forme classiche. Il suo approccio nazionalista, unito a un linguaggio conservatore, costituiva per l’appunto il tipo di strada desiderato da Mrs. Thurber anche per la musica americana. Le prime dichiarazioni pubbliche di Dvorák lasciavano intuire la piega che sta-vano per prendere gli eventi. Tra maggio e giugno del 1893, James Creelman scrisse una serie di articoli sul New York Herald per propagandare la visione della musica di Dvorák. Nel primo, intitolato Real Value of Negro Melodies, Creelman metteva in bocca al musicista queste parole, a proposito della musica gospel: «Queste sono le canzoni popolari dell’America e voi compositori dove-te ispirarvene. In queste melodie negre, vi scorgo tutto ciò che è necessario per una grande e nobile scuola musicale». Le opinioni di Dvorák suscitarono vivaci polemiche, benché rispecchiassero semplicemente le idee dei musicisti appartenenti alle varie minoranze etniche dell’Impero asburgico. La Thurber annunciò lo stesso anno l’apertura del Conservatorio agli studenti di colore meritevoli, esentati dal pagamento della retta. La voce autorevole di Dvorák costituiva l’elemento indispensabile della sua battaglia, che aveva necessità di trovare efficaci sostegni sul piano artistico. Dvorák infatti, impressionato dal mondo musicale conosciuto in America, aveva iniziato in gennaio una nuova sinfonia, portata a termine il 24 maggio a New York. Gli spirituals conosciuti tramite l’affezionato allievo di colore Harry Thacker Burleigh e il mondo dei nativi americani evocato dalla poesia di Henry W. Longfellow ispirarono in maniera significativa la musica dell’ultimo lavoro sinfonico di Dvorák, specie nell’incantevole lirismo del Largo. Preparata abilmente dalla stampa amica, la prima esecuzione della Sinfonia in mi minore il 16 dicembre 1893, alla Carnegie Hall con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Anton Seidl, suscitò un trionfo à la Mascagni, come raccontò divertito Dvorák in una lettera all’editore Simrock. Mentre a New York la Sinfonia era salutata come un “evento storico”, a Boston il critico musicale del Boston Journal, Peter Hale, osservava con ironia che «i negri incontrati da Mr. Dvorák ave-vano la singolare abitudine di fischiettare motivi scozzesi e boemi». Il breve soggiorno di Dvorák in America, dal quale scaturirono alcuni dei suoi lavori più noti, ebbe in ogni caso il merito di far affiorare un dibattito destinato a connotare in maniera decisiva la musica della giovane nazione.

Oreste Bossini*

* Si occupa di giornalismo musicaleda vari anni ed è conduttore radiofonicodi trasmissioni di Rai Radio 3.

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Considerata una delle più grandi orchestre d’America, la Cleveland Orchestra è oggi uno dei più apprezzati ensemble sinfonici a livello mondiale, con i suoi numerosi concerti nella sede invernale, la Severance Hall, in quella estiva, il Blossom Music Center, e con i vari tour in giro per il mondo. La Severance Hall, dal 1931 sede permanente della Cleveland, è stata recentemente oggetto di un accurato restauro, costato 36 milioni di dollari, che ha permesso di costruire un nuovo palco e di potenziare le strutture tecnico-acustiche della sala. La Cleveland, fondata nel 1918, fu inizialmente diretta da Nikolai Sokoloff (fino al 1933), poi da Artur Rodzinski (1933-1943), Erich Leinsdorf (1943-1946), George Szell (1946-1970), Lorin Maazel (1972-1982), Christoph von Dohnányi (1984-2002), e attualmente da Franz Welser-Möst, nominato nel 2002 settimo direttore. Negli ultimi anni l’orchestra ha tenuto concerti senza precedenti sia negli Stati Uniti che in Europa, instaurando una collaborazione biennale con il Musikverein di Vienna, del tutto eccezionale per un’orchestra americana, e partecipando a importanti festival come quelli di Salisburgo e di Lucerna. Attualmente sta svolgendo il suo settimo tour internazionale con Welser-Möst e nel gennaio del 2007 ha iniziato il suo decimo anno come orchestra resi-dente a Miami, in Florida, dove si esibisce nel nuovo Adrienne Arsht Center for the Performing Arts of Miami–Dade County. La Cleveland ha inoltre una lunga e importante storia nell’ambito della regi-strazione e della trasmissione radiofonica. Nel febbraio del 2007 la EuroArts ha distribuito il primo DVD dalla Cleveland, sotto la direzione di Welser-Möst, con l’incisione della Quinta sinfonia di Bruckner e prima dell’estate ha pub-blicato, sempre di Bruckner, una loro videoregistrazione della Nona sinfonia, registrata al Musikverein di Vienna. La Deutsche Grammophon ha invece pro-dotto nell’ottobre del 2007 il primo CD dell’Orchestra con l’esecuzione della Nona sinfonia di Beethoven. I concerti della Cleveland sono inoltre trasmessi da tutte le stazioni radio nordamericane ed europee.

The Cleveland Orchestraè supportata da Frances Elizabeth WilkinsonInternational Touring Fund

The Cleveland Orchestra

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The Cleveland OrchestraFranz Welser-Möst Direttore musicale Kelvin Smith Family Chair

Violini primiWilliam Preucil ConcertmasterBlossom-Lee ChairYoko Moore Assistant Concertmaster Clara G. and George P. Bickford ChairPeter Otto First Associate ConcertmasterJung-Min Amy Lee associate concertmasterGretchen D. and Ward Smith ChairLev Polyakin Assistant Concertmaster Dr. Jeanette Grasselli Brown and Dr. Glenn R. Brown ChairTakako MasameDrs. Paul M. and Renate H. Duchesneau ChairMiho HashizumeElizabeth and Leslie Kondorossy ChairWei-Fang GuTheodore Rautenberg ChairGary TishkoffDr. Larry J.B. and Barbara S. Robinson ChairKim GomezOswald and Phyllis Lerner Gilroy ChairChul-In ParkPatty and John Collinson ChairEli MatthewsGladys B. Goetz ChairJeanne Preucil RoseTrevor and Jennie Jones ChairYu YuanBoris ChusidIsabel TrautweinAlicia Koelz

Violini secondiStephen Rose*Alfred M. and Clara T. Rankin ChairEmilio Llinas2

James and Donna Reid ChairMark Dumm1

Patricia M. Kozerefskiand Richard J. Bogomolny ChairVaclav BenkovicIoana MissitsCarolyn Gadiel WarnerStephen WarnerVladimir DeninzonSae ShiragamiScott WeberKathleen CollinsBeth WoodsideLeon LazarevSonja BraatenEmma Shook

VioleRobert Vernon*Chaillé H. and Richard B. Tullis ChairLynne Ramsey1

Charles M. and Janet G. Kimball ChairStanley Konopka2

Mark JackobsJean Wall Bennett ChairArthur KlimaRichard WaughLisa BoykoLembi VeskimetsEliesha NelsonPatrick ConnollyJoanna Patterson

Violoncelli Desmond Hoebig*Louis D. Beaumont ChairRichard Weiss1

The GAR Foundation ChairCharles Bernard2

Helen Weil Ross ChairBryan DummTanya EllRalph CurryBrian ThorntonDavid Alan HarrellPaul KushiousMartha BaldwinThomas Mansbacher

ContrabbassiMaximilian Dimoff*Clarence T. Reinberger ChairKevin Switalski2

Scott Haigh1

Mary E. and F. Joseph Callahan ChairMark AthertonThomas SperlHenry PeyrebruneCharles Barr Memorial ChairCharles CarletonScott DixonMartin Flowerman

ArpaTrina Struble*Alice Chalifoux Chair

FlautiJoshua Smith*Elizabeth M. and William C. Treuhaft ChairSaeran St. ChristopherMarisela Sager2

Austin B. and Ellen W. Chinn ChairMary Kay Fink

OttavinoMary Kay FinkAnne M. and M. Roger Clapp Chair

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OboiFrank Rosenwein*Edith S. Taplin ChairElizabeth CamusJeffrey Rathbun2

Everett D. and Eugenia S. McCurdy ChairRobert Walters

Corno ingleseRobert WaltersSamuel C. and Bernette K. Jaffe Chair

ClarinettiFranklin Cohen*Robert Marcellus ChairDaniel McKelway2

Robert R. and Vilma L. Kohn ChairLinnea Nereim

Clarinetto in mi bemolleDaniel McKelwayStanley L. and Eloise M. Morgan Chair

Clarinetto bassoLinnea Nereim

FagottiJohn Clouser*Louise Harkness Ingalls ChairPhillip AustinBarrick Stees2

Sandra L. Haslinger ChairJonathan Sherwin

ControfagottoJonathan Sherwin

CorniRichard King*George Szell Memorial ChairMichael Mayhew§

Knight Foundation ChairJesse McCormickHans ClebschRichard SolisAlan DeMattia

TrombeMichael Sachs*Robert and Eunice Podis Weiskopf ChairJack SutteRobert Sullivan2

James P. and Dolores D. Storer ChairMichael Miller

CornetteMichael Sachs*Mary Elizabeth and G. Robert Klein ChairMichael Miller

TromboniMassimo La Rosa*Gilbert W. and Louise I. Humphrey ChairRichard StoutAlexander and Marianna C. McAfee Chair

Trombone bassoThomas Klaber

Euphonium e tromba bassaRichard Stout

TubaYasuhito Sugiyama*Nathalie C. Spenceand Nathalie S. Boswell Chair

TimpaniPaul Yancich*Otto G. and Corinne T. Voss ChairTom Freer2

PercussioniRichard Weiner*Margaret Allen Ireland ChairDonald MillerTom FreerMarc Damoulakis

Strumenti a tastieraJoela Jones*Rudolf Serkin ChairCarolyn Gadiel WarnerMarjory and Marc L. Swartzbaugh Chair

ArchivistiRobert O’BrienDonald Miller

PersonaleCarol Lee Iott ManagerRebecca Vineyard Assistant Manager

* Principal§ Associate Principal1 First Assistant Principal2 Assistant Principal

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La stagione 2008-2009 è la settima di Franz Welser-Möst come direttore della Cleveland Orchestra: il suo impegno si estenderà fino al 2017-2018 e dal 2010 sarà a capo della Stadtsoper di Vienna. Grazie alla sua direzione, l’orchestra ha ampliato il suo repertorio, che attualmente abbraccia quattro secoli di storia della musica (con nove prime mondiali e dodici prime negli Stati Uniti) e ha viaggiato molto, sia negli Stati Uniti che in Europa, divenendo una delle formazioni musicali più raffinate al mondo. A Cleveland, Welser-Möst, si è impegnato nella realizzazione di concerti per le comunità locali, organizzando programmi educativi con il coinvolgimento dell’Orchestra giovanile e attivando collaborazioni con le università. Oltre a ciò, dirige regolarmente le più importanti orchestre e compagnie operisti-che europee, come quelle di Berlino e di Vienna. Dopo esser stato direttore musicale della London Philharmonic (1990-1996), ha ricoperto il medesimo ruolo all’Opernhaus di Zurigo (1995-2002), divenendo poi direttore princi-pale (2002-2005) e dal 2005 direttore musicale generale. Con la Staatsoper di Vienna ha sviluppato una nuova produzione del Ring wagneriano nelle stagioni 2007-2008 e 2008-2009.Numerosi sono i premi ricevuti da Welser-Möst per registrazioni audio e video. Di recente la EMI ha distribuito un DVD del Rosenkavalier di Strauss, registra-to a Zurigo, che ha vinto il premio Diapason D’Or nel 2005, e ha registrato la Bohème di Puccini, la Fierrabras di Schubert, il Don Giovanni di Mozart e il Peter Grimes di Britten. Va poi menzionato il riconoscimento del Western Law Center for Disability Rights, l’elezione a ‘direttore dell’anno’ dalla Musical America e a membro onorario del Singverein di Vienna. Ha inoltre ricevuto la Grossa medaglia d’argento dell’Austria settentrionale ed è stato nomina-to accademico della Yutse European Academy Foundation. Welser-Möst, si segnala infine la sua partecipazione come coautore di Cadences: Observations and Conversations, pubblicato in edizione tedesca nel 2007.

Franz Welser-Möst, direttore

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Acclamata in tutto il mondo, Kim Kashkashian è stata definita dal San Francisco Chronicle «un’artista che combina un intelletto musicale instancabile a un’enorme bellezza di toni», mentre il New York Times le ha riconosciuto«un timbro ricco e un grande talento». Nata a Detroit (Michigan) da una famiglia di origini armene e diplomatasi al Peabody Conservatory of Music, studiando con Walter Trampler e Karen Tuttle, si è esibita con varie formazioni came-ristiche (il Quartetto di Tokyo, il Quartetto Guarneri, il Quartetto Galimir e un quartetto d’assoluta eccezione, con i violinisti Gidon Kremer e Daniel Phillips e il violoncellista Yo-Yo Ma) e come solista con le più importanti orchestre, a New York, Berlino, Vienna, Londra, Milano, Monaco e Tokyo, dirette, fra gli altri, da Riccardo Chailly, Christoph Eschenbach e Riccardo Muti. Ha inoltre tenuto recital al Metropolitan Museum e al 92nd Street “Y” di New York, a Boston, a Washington DC, a Filadelfia, a Pittsburgh, a San Francisco, a Cleveland, a Los Angeles e in grandi città europee (Parigi, Londra, Amsterdam, Berlino e Milano). Il suo impegno nella musica cameristica, avviato dalle partecipazio-ni al Festival di Marlboro, continua ai festival di Salisburgo, Lockenhaus e Stavanger. Attualmente si esibisce spesso in duo con il pianista Robert Levin, la percussionista Robyn Schulkowsky e il clavicembalista Robert Hill. La sua attività musicale è caratterizzata da una continua ricerca di nuove direzioni, collaborando intensamente con compositori come Gubaidulina, Penderecki, Kancheli, Kurtág, Mansurian, Pärt ed Eötvös, che le hanno per-messo di ampliare il suo repertorio per viola. Ha inoltre insegnato all’Univer-sità dell’Indiana (a Bloomington), nei conservatori di Friburgo e Berlino, e dal settembre 2000 al New England Conservatory di Boston.Le sue registrazioni indicano una grande varietà esecutiva. Dopo le prime registrazioni della Sinfonia concertante e del Divertimento KV 563 di Mozart per DGG e Sony, la sua estesa discografia, pubblicata in esclusiva da ECM, comprende opere come l’integrale delle sonate per viola di Hindemith, la Sonata op. 147 di Shostakovich (con Levin), i concerti per viola di Britten, Penderecki, Kancheli e Schnittke, lavori di Linda Bouchard e Paul Chihara per viola e percussioni (con Schulkowsky), le sonate di Bach per viola da gam-ba e clavicembalo (con Keith Jarrett), musiche di Eleni Karaindrou dal film Ulysses’ Gaze di Theo Angelopoulos e un CD con musica da camera di Kurtág e Schumann (con Levin e il clarinettista Eduard Brunner). La registrazione con Levin delle sonate di Brahms ha vinto il Premio Edison nel 1999, mentre l’incisione dei concerti di Bartók, Eötvös e Kurtág ha vinto nel 2001 il Cannes Classical Award. Nel gennaio 2002 ECM New Series ha pubblicato Voci, con musiche di Luciano Berio per viola e orchestra. Gli album Hayren e Monodia, usciti nel 2003 e 2004, offrono, al contrario, i risultati della collaborazione di Kashkashian con il compositore armeno Tigran Mansurian. Fra il 2005 e il 2006 si è esibita nella Sinfonia concertante di Mozart con la Camerata Salzburg e Leonidas Kavakos al Festival di Salisburgo e di Rheingau, ha partecipato con Schulkowsky alla grande cerimonia di aperture della “Musikfest Bremen” ed è tornata in Europa con Levin, realizzando con-certi in Germania, Austria, Italia e Svizzera.

Kim Kashkashian, viola

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Teatro degli Arcimboldi

Il Teatro degli Arcimboldi è situato nel quartiere della Bicocca, a nord di Milano. Con i suoi 700.000 metri quadrati di estensione, la Bicocca ha rap-presentato – e continua a farlo – uno tra i principali esempi di trasformazione di area dismessa a Milano e in Italia in generale, strategicamente collocata tra il centro urbano e l’area metropolitana milanese, che da Monza si estende fino a Lecco, Varese e Como. Dai primi del Novecento la zona fu sede degli stabilimenti della Pirelli, che vi costruì un vero e proprio quartiere dotato di fabbriche, laboratori di ricerche ma anche case per gli impiegati e un asi-lo (quest’ultimo ospitato nella quattrocentesca Bicocca degli Arcimboldi). A seguito di radicali ristrutturazioni industriali, che hanno tra l’altro segnato il trasferimento della produzione dagli anni Settanta, il quartiere è stato ogget-to di uno straordinario intervento di riqualificazione progettato dallo Studio Gregotti Associati, vincitore del concorso internazionale di architettura. Il Teatro degli Arcimboldi è uno degli elementi cardine della nuova Bicocca, situato nella zona meglio servita dalle infrastrutture. Inaugurato il 19 gennaio 2002 con La Traviata, ha ospitato per tre stagioni le manifestazioni, i came-rini e gli uffici del Teatro alla Scala, sostituendosi a quest’ultimo durante il periodo di chiusura imposto dagli importanti lavori di restauro e ristruttura-zione. Esternamente il teatro è dominato dall’imponente torre scenica, alta 40 metri. La facciata principale è leggermente ricurva e si caratterizza per l’ampio lucernario inclinato, composto da 486 lastre di vetro che lasciano inondare di luce solare il foyer. Quest’ultimo è scandito su un lato da pilastri bianchi alti 25 metri che sostengono il lucernario; sull’altro dal triplo ordine di balconate sovrapposte. La sala, capace di contenere quasi 2400 spettatori, misura 49 metri di larghezza massima, 35 di profondità e 22 di altezza. La sua pianta, a ferro di cavallo, ripete quella della Scala, con quattro ordini di posti: i due livelli di platea e le due gallerie. L’identico boccascena (16 metri per 12) permette di trasferire le scene indifferentemente dall’uno all’altro teatro.

Si ringrazia

Il FAI presenta i luoghidi MITO SettembreMusica

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MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero®

Aderendo al progetto di Lifegate, le emissioni di CO2 prodotte dal Festival MITO sono state compensate con la creazione di oltre 220.000 mq di nuove foreste, pari a circa 7400 alberi, nel Parco del Ticino e in Costa Rica.

Tutti in (una) macchina! Non venire da solo in auto. Organizzati: cerca di riempi-re tutti i posti a sedere, carica a bordo un gruppo di amici. Per fare 10 km un’auto emette in media un kg e mezzo di CO2: se viaggi in gruppo, riduci la quota pro-capite. (Lifegate) Ascolta la musica al buio Scegli l’atmosfera giusta, abbassa le luci. L’illuminazione domestica incideper il 15% sui costi delle bollet-te di casa. Se hai ancora le vecchie lampadine al tungsteno, cambia-le: il 97% dell’elettricità la sprecanoin calore. Con loro emetti 300 kg all’an-no inutili di CO2. Fai atmosfera. In tutti i sensi. Meno emissioni di CO2, più inti-mità. (Lifegate) Il primato ecologico del treno Treno, auto, aereo: stesso percorso, ma con effetti completamente diversi. Per ogni passeggero trasportato, ad ogni chi-lometro percorso, vengono emessi 140 grammi di anidride carbonica con l'aereo, 118 con l'auto e solo 44 con il treno. (Ferrovie dello Stato)

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Promosso daCittà di Milano Letizia Moratti Sindaco e Assessore alla Cultura

Comitato di coordinamentoFrancesco Micheli PresidentePresidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura

Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo

Francesca Colombo Segretario generale

Realizzato daAssociazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano

Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro ParenzoRenzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman

Comitato di PatronageLouis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi

Consiglio DirettivoFrancesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Patrizia Garrasi / Leo Nahon

via Rovello, 2 – 20123 Milano telefono 02 884.64725c.mitoinformazioni@comune.milano.itwww.mitosettembremusica.it

OrganizzazioneCarmen Ohlmes Responsabile comunicazione / Luisella Molina Responsabile organizzazione Carlotta Colombo Coordinatore di produzione / Federica Michelini Segreteria organizzativa Katia Amoroso Responsabile biglietteria / Letizia Monti Responsabile promozione

MITO SettembreMusica

Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco

Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia

Angelo Chianale VicepresidentePresidente Fondazioneper le Attività Musicali

Renato Cigliuti Vice Direttore Generale Gabinetto del Sindaco e Servizi Culturali

Paola Grassi Reverdini Dirigente Settore Arti Musicali

Claudio Merlo Direttore organizzativo

Enzo RestagnoDirettore artistico

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I concerti di domani e dopodomani

Giovedì 04.IX ore 13 jazzPiazza MercantiBreak in Jazz Dal Dixieland allo SwingSwing Band dei Civici Corsi di Jazzdiretta da Paolo TomelleriCon la partecipazione di Lino PatrunoIntroduce Maurizio Francoingresso gratuito

ore 15 incontroCircolo Filologico Milanese, Sala LibertyHarrison BirtwistleIncontro con il compositorePartecipano Richard CaustonFrancesco CilluffoCoordina Enzo Restagnoingresso gratuito

ore 21 classicaPiccolo Teatro StudioHarrison BirtwistleThe Last SupperTesti di Robin BlaserLondon SinfoniettaElgar Howarth, direttoreIntroduce Vittorio SgarbiIn collaborazione con Piccolo Teatrodi Milano - Teatro d’Europaingresso gratuito

dalle ore 23.30 artemusicaPalazzo RealeSala delle CariatidiVisita all’Ultima Cenadi Leonardo da Vincinell’interpretazionedi Peter GreenawayIn collaborazione con Palazzo Realeingresso gratuito riservato agli spettatori di The Last Supper

Venerdì 05.IX ore 17 classicaSede Corriere della Sera, Sala BuzzatiPatrizia Salvini, pianoforteMusiche di Chopin, Liszt, Prokof’evIntroduce Piergaetano MarchettiIn collaborazione con RCS Corriere della SeraSocietà Umanitariaingresso gratuito a esaurimento posti

ore 21 classicaConservatorio di Milano, Sala VerdiOrchestra Sinfonica Nazionale della RaiPeter Rundel, direttoreJames Sommerville, cornoHåkan Hardenberger, trombaCon la partecipazione dei Piccoli Cantori di TorinoMusiche di Carter, Francesconi, Dutilleuxingresso gratuito

ore 21 classicaTeatro degli ArcimboldiOrchestra del Maggio MusicaleFiorentinoZubin Mehta, direttoreMusiche di Wagner, Beethovenposti numerati € 15, € 30 e € 40

ore 21 jazzLecco, Teatro della SocietàOrchestra CantelliMattia Rondelli, direttoreMichele Di Toro, pianoforteYuri Goloubev, contrabbassoMarco Zanoli, percussioniMusiche di GershwinCon il sostegno di Regione LombardiaIn collaborazione con Comune di LeccoAssociazione Orchestra Cantelliingresso gratuito

www.mitosettembremusica.itProgetto graficoStudio Cerri & Associati con Elisabetta PresottoFrancesca Ceccoli, Nicola MateraStampato su carta ecologica Magno Satin da gr. 150

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Si ringrazia • Atahotels • Ristorante Cracco, ICAM cioccolato per l’accoglienza degli artisti• J Brand jeans – Brama Sportswear, Modena e Showroom Instyle, Milano per l’abbigliamento dello staff

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Milano Torinounite per l’Expo 2015

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