Luci per la Cittadinanza Globale. Progetto di educazione allo...

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Luci per la Cittadinanza Globale. Progetto di educazione allo sviluppo.

1.º Edizione

Stampato in Italia.

ISBN: 978-84-86025-58-8

Deposito legale:

Coordinazione: Fondazione Iberoamericana

Disponibile in: www.fundiber.org/lucesparalaciudadaniaglobal

Gruppo di lavoro internazionale: Daniel García Goncet, Gloria Arredondo, Martín

Lorenzo Demilio, Vanesa Seguro Gómez, Sofía Borri, Marina Medi, Juan Ernesto Yagüe,

Nelson Costa, Vanessa Queirós, Patrícia Moreira, Eduarda Felício, Anna Heller, Ute

Rössle, Csilla Vincze, Eva Koska, Pal Csonka.

Si autorizza la copia totale o parziale, la distribuzione attraverso qualunque supporto e la traduzione ad altre lingue, purché la fonte venga sempre citata. Ugualmente è possibile scaricare, utilizzare, cambiare e adattare le proposte didattiche che vengono qui presentate, sempre che venga citata il testo di provenienza.

Questo documento è stato realizzato grazie al sostegno economico della Comunità Europea. Il con-tenuto di questo documento è responsabilità esclusiva della Fondazione Iberoamericana e in nessun nodo si deve pensare che rifl etta la posizione dell’Unione Europea

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ASSE TEMATICO 1: MIGRAZIONI.

UNITÀ DIDATTICA 1.1: IL VALORE DELL’INTERCULTURA NELLA COSTRUZIONE DELLE CULTURE.

Attività 1: Discendiamo da migranti.

Attività 2: Percezioni culturali e personali.

Attività 3: Indaga e balla.

UNITÀ DIDATTICA 1.2: SIAMO TUTTI MIGRANTI.

Attività 1: Quanti sono gli immigrati nel tuo paese?

Attività 2: Arrivi e partenze.

Attività 3: Anche gli Europei sono stati migranti?

Attività 4. Storie di migrazione.

Attività 5: Una poesia.

ASSE TEMATICO 2: DISCRIMINAZIONI.

UNITÀ DIDATTICA 2.1: DISCRIMINAZIONE ED ETICHETTAMENTO.

Attività 1: Bersaglio della Discriminazione.

Attività 2: Chi è chi?

Attività 3: Stereotipi per paesi.

INDICE

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UNITÀ DIDATTICA 2.2: POVERTÀ E DISCRIMINAZIONE: UNA SPIRALE DIFFICILE DA SPEZZARE.

Attività 1: Due storie a confronto.

Attività 2: Vivere con due dollari al giorno.

Attività 3: La povertà esiste ed è in crescita anche nei paesi ricchi.

ASSE TEMATICO 3: AMBIENTE E GIUSTIZIA CLIMATICA.

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’AMBIENTE SEI TU.

Attività 1: Chi è chi?

Attività 2: La gestione di un ecosistema.

Attività 3: Guarda nella tua dispensa.

UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’ENERGIA E IL MONDO.

Attività 1: Il gioco del mondo.

Attività 2: Tipi di energia.

Attività 3: Mappa ecologica della mia scuola.

ASSE TEMATICO 4: DIRITTI DEI MINORI.

UNITÀ DIDATTICA 4.1: CONOSCENZE GENERALI DEI DIRITTI DEI MINORI.

Attività 1: È un diritto/bisogno o un desiderio?

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Attività 2: Diritti dei minori nel mondo.

Attività 3: Fotoreporter per i diritti.

Attività 4: Infanzia senza diritti.

UNITÀ DIDATTICA 4.2: DIRITTI SPECIFICI.

Attività 1: Diritto all’istruzione nel mondo.

Attività 2: Svago e tempo libero.

Attività 3: Lavoro minorile nel mondo.

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UNITÀ DIDATTICA 1.1: Il valore dell’intercultura nella costruzione delle culture.

Le origini delle nostre famiglie e i suoi movimenti migratori in diverse regioni o paesi.

Verifi ca nella tua famiglia e completa i dati della tabella seguente:

Da dove viene la mia famiglia?

• Che cosa ha spinto queste persone della tua famiglia a trasferirsi in un altro posto? Quali storie ci sono dietro gli spostamenti migratori?

• All’inizio hanno avuto diffi coltà o hanno trovato ap-poggi per integrarsi, trovare una casa, trovare un lavo-ro, trovare nuovi amici? Quali?

• Quali elementi comuni hai notato tra le diverse sto-rie che sono emerse in classe?

• Pensi di aver “ereditato” qualcosa della cultura di ori-gine della tua famiglia? Che cosa?

ATTIVITÀ 1: DISCENDIAMO DA MIGRANTI.

Nonna materna

Nonno materno

Nonna paterna

Nonno paterno

Madre

Padre

Io

Altro parente

Luogo di nascita Luogo di residenza Anno di arrivo

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?RIFLETTI

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 1.1: Il valore dell’intercultura nella costruzione delle culture.

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ATTIVITÀ 2: PERCEZIONI CULTURALI E PERSONALI.

Sappiamo che il tempo è relativo, ma sappiamo realmente ciò che questo significa? Tutti noi spe-rimenteremo lo scorrere di un minuto e poi con-fronteremo le diverse percezioni.

• Guarda il tuo orologio.

• Siediti in silenzio, con gli occhi chiusi.

• L’insegnante darà l’avvio e comincerà a contare un minuto. Quando annuncerà “Cominciate!” ti alzerai e comincerai a contare in silenzio un mi-nuto.

• Quando avrai contato fino a 60, siediti in silenzio e apri gli occhi.

• Il silenzio deve essere completo!

• Che cosa è successo? Che cosa avete potuto os-servare?

• Pensi che la percezione di altri aspetti della realtà possa essere differente a seconda delle diverse per-sone? O delle diverse culture? Quali potrebbero essere? Cerca qualche esempio. Quali conseguenze pensi che questo possa avere per la convivenza?

«Percepiamo le cose in modi diversi in base alla no-stra personalità, allo stato d’animo, alla cultura ecc. In realtà le cose non sono diverse, ma noi le percepiamo in modo diverso. Per esempio questo succede con il tempo!».

Fonte: T-KIT Aprendizaje Inercultural. Commission Européenne. Direction Générale Education et Culture. Direction D5: Jeunesse –

Politiques et programme, 2001.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 1.1: Il valore dell’intercultura nella costruzione delle culture.

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 1.1: Il valore dell’intercultura nella costruzione delle culture.

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Le manifestazioni culturali sono il modo di espri-mersi di una regione o di un paese, che lo fa per esempio attraverso danze, canzoni, musiche, espressioni artistiche, abiti, feste, cibi, modelli ar-chitettonici ecc.

Nella convivenza quotidiana e nella relazione, gli immigrati incorporano aspetti nuovi nella pro-pria cultura, aggiungendo nella propria vita al-cune delle abitudini quotidiane della società di accoglienza, però anche apportano elementi ed espressioni culturali proprie alla società che li ac-coglie.

Che cosa sai delle danze di altre culture ?

Indaga sulle origini della danza nell’umanità e come si sono andati trasformando questi diversi balli: Salsa, Tango, Flamenco, Valzer Tarantella, Mazurca, Bolero, Hip Hop, Samba, Conga, etc.

• Da dove hanno avuto origine?

• Si sono verificati cambiamenti dovuti all’incon-tro con altre culture? Quali?

• In quali paesi si ballano attualmente?

• Trova fotografie, mappe o disegni.

• Come si sente una persona che balla? Che cosa c’entra questo con la cultura?

Formate gruppi di 3-4 persone che abbiano scelto lo stesso ballo. Ciascun gruppo prepari un piccolo saggio di danza con l’aiuto del vostro insegnante. Prima o dopo potete fare una breve relazione delle cose più importanti che avete appreso rispondendo alle domande scritte sopra.

• Che cosa avete scoperto sull’origine e sulla formazione dei diversi balli?

• Che cosa hanno in comune tutti questi balli? Che cosa di diverso?

• Che cosa pensi che riflettano ed esprimano i diversi balli?

• Perché la gente di tutte le culture balla, anche se queste sono molto diverse?

ATTIVITÀ 3: INDAGA E BALLA.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

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UNITÀ DIDATTICA 1.1: Il valore dell’intercultura nella costruzione delle culture.

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UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

ATTIVITÀ 1: QUANTI SONO GLI IMMIGRATI NEL TUO PAESE?

Cercheremo di conoscere quanti sono gli im-migrati nel nostro paese e da dove vengono.

Prova a rispondere a queste domande:

• Quanti sono gli immigrati nel nostro paese?

• Qual è la loro percentuale rispetto agli autoctoni?

• Da quali paesi pensi che arrivino in maggioranza?

• Per quali ragioni vengono?

Confronta le tue risposte con quelle dei compagni e poi con i dati che ti darà l’insegnante.

• Avete risposto in modo corretto?

• Se no, ragionate insieme sul perché di questa mancanza di informazioni veritiere.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

Che cosa hai imparato?

Rifletti

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UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

ATTIVITÀ 2: ARRIVI E PARTENZE.

Rifletteremo sulle storie di migrazioni nelle no-stre famiglie.

Prova a rispondere a queste domande:

• La tua famiglia è sempre vissuta dove abiti ora?

• In caso negativo, quando è arrivata? Veniva da una città o da un villaggio vicini? Arrivava da un’altra regione del paese? Oppure da un altro stato?

Completa il grafico che trovi nell’allegato segnando con una freccia chi sono stati le persone migranti nella tua famiglia e da dove sono venuti. Colloca al lato della freccia il nome della persona e la parentela con te.

Se nella tua famiglia c’è qualcuno che oggi si è invece trasferito da un’altra parte rispetto a dove vivi ora, segnalo con una freccia di un altro colore che arrivi fino a dove è andato a stare. Colloca al lato della freccia il nome della persona e la parentela con te.

Confronta il tuo grafico con quello dei tuoi compagni e rifletti:

• Nelle famiglie ci sono più o meno persone mi-granti di quello che pensavi?

• Quali sono le ragioni per le quali pensi che siano emigrate?

• Pensi che siamo tutti un po’ emigranti?

• Prova a pensare se nel tuo quartiere ci sono tracce di altre culture; centri culturali, negozi, ri-storanti, monumenti ecc.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

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ALLEGATO

IO VIVO A ...

PROVINCIA

REGIONE

STATO

ALTRO STATO

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ATTIVITÀ 3: ANCHE GLI EUROPEI SONO STATI MIGRANTI?

Rifletteremo su alcuni dati relativi alle migrazioni dei popoli europei in diversi momenti della storia

Lavoreremo divisi in tre gruppi, ciscuno con un suo materiale di studio.

Gruppo 1

I tre grafici che si trovano nell’allegato si riferiscono all’immigrazione in Usa dal 1820 al 2010.

• L’arrivo degli immigrati è stato costante in questi 180 anni? Che cosa è successo nel 1929? Cercalo su internet.• Da quale continente sono arrivati la maggior parte degli immigrati negli USA?

• Oggi ci sono Europei che emigrano in USA?

Gruppo 2

Osserva i dati che trovi nell’allegato. La tabella si riferisce a un periodo tra il 1920 e il 1957 segnato da rivoluzioni, guerre e dittature; il grafico invece a un periodo di forte crescita economica specialmente in Germania, Francia, Belgio e Svizzera.

• In base a questi dati, pensi che la popolazione europea in quegli anni non abbia dovuto affrontare processi mi-gratori?

• La maggior parte degli spostamenti erano scelti o obbligati?• Da quali paesi europei pensi che provenissero gli immigrati che andarono in Germania, Francia, Belgio e Svizzera

negli anni Cinquanta e Sessanta? Per quale ragione ci andavano?

Gruppo 3

Osserva i quattro grafici nell’allegato e rispondi:

• In tutti i paesi europei ci sono processi migratori?

• I migranti provengono solo da paesi non europei?

• Ci sono Europei tra gli emigranti?

• Sono di più o di meno di quelli che vengono da altri continenti?

• Gli immigrati extraeuropei vengono dai paesi più poveri del mondo? Perché, secondo te?

• Indica tre paesi con una forte migrazione interna.

Ogni gruppo riferisca agli altri che cosa ha imparato dai dati e dalle domande.

Poi insieme rispondete a queste domande:

• Oggi l’Europa è un punto di arrivo di moltissimi migranti. Ma anche gli Europei sono stati migranti in altri momenti della storia?

• Anche oggi ci sono Europei che sono emigrati?

• Quali pensate che siano le cause della partenza di tante persone in passato e oggi? Provate e farne un elenco.

COME LO FAREMO ?CHE COSA IMPAREREMO?

Che cosa hai imparato?RIFLETTI

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2.081.261

3.694.294

5.248.568

8.202.388

4.295.510

699.375 856.608

2.499.2683.213.749

4.248.203

6.244.379

9.775.398

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6.347.380

1.427.337

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’s18

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1870

’s19

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1910

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1880

’s19

50’s

1920

’s19

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00’s

IMMIGRATI TOTALI PER DECENNIO.

Questo grafi co mostra, suddivisi per decennio, numero di immigrati legali arrivati in America tra il 1820 e il 2009.

GRUPPO 1:

Immigration stories of yesterday and today, 2014. http://teacher.scholastic.com/activities/immigration/immigration_data/

UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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ALLEGATO

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EUROPA

ASIA

ASIA

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ICA

N & S AMERICA

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AFRICA

OCEANIA

OCEANIA

NON SPEC

IFICATO

NON SPECIFICATO

IMMIGRATI PER RE-GIONE PER PERIODI DI 50 ANNI.

Questo grafico mostra, suddivisi per periodi di 50 anni, numero di immigrati legali arrivati in America tra il 1820 e il 2009.

IMMIGRATI TOTALI PER REGIONE.

Questo grafico e questa cartina mostrano il numero di immigrati legali arrivati da ogni regione del mondo in America tra il 1820 e il 2009.

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1.820 - 1.869 1.870 - 1.919

1.920 - 1.969 1.970 - 2.010

Imigration stories of yesterday and today, 2014. http://teacher.scholastic.com/activities/immigration/immigration_data/

UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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GRUPPO 2:

SPOSTAMENTI

1920-1939

In seguito alla rivoluzione bolscevica.Dopo la I Guerra mondiale.Per le dittature in Italia, Germania, Spagna.

1939-1946

Espulsioni, trasferimenti e deportazioni nel cor-so della II Guerra Mondiale.

1945-1957

Espulsioni, deportazioni, trasferimenti, richieste di rifugio in seguito alla guerra fredda.

TOTALE:

PERSONE

7.000.0006.500.0001.500.000

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Spostamenti di persone in Europa nel periodo 1920-1957 Emigrazione da paesi europei verso altri paesi europei o extraeuropei:

Paesi europei (Germania, Francia, Belgio, Svizzera)Paesi extra - europei (America, Australia)

ALLEGATO

Pers

one

(Mig

liaia

)

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GRUPPO 3:

Percentuale di immigrati sul totale della popolazione europea nel 2010 (1):

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(1) Dati sul numero di abitanti riferiti al 1 gennaio 2011; Bulgaria, Polonia e Romania non disponibili.

(2) Dati sul numero di abitanti riferiti al 1 gennaio 2010; dati sugli immigrati al 2009.

Source: Eurostat (online data codes: migr_imm1ctz and migr_pop1 ctz)

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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Provenienza degli immigrati presenti in Europa nel 2010: Cittadini di paesi non membri dell’Europa residenti nell’EU-27 per continente di origine nel 2011:

(1) Paesi candidati al 1 gennaio 2010: Croazia, Macedonia e Turchia.

Source: Eurostat (online data code: migr_imm1ctz)

(1) Polonia e Romania non disponibili.

(2) 2009

(3) Presunto

Source: Eurostat (online data code: migr_imm1ctz)

Percentuale di persone nazionali e non nazionali tra gli immigrati (1):

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Hun

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Nazionali Altri UE EFTA Paesi candidati per entrare nella UE (1)

Paesi con ISU alto

Paesi con ISU medio

Paesi con ISU Basso

Sconosciuti

Non nazionali

Nazionali

AFRICA 29%

OCEANIA 0,8%

EUROPA esclusaEU-2737,2%ASIA

21,3%

AMERICA15,8%

ALLEGATO UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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Nel corso della storia gli uomini hanno sempre avuto qualche ragione per abbandonare il posto dove sono nati e trasferirsi a vivere da qualche altra parte. Proveremo ad analizzarle.

Leggi il testo nell’allegato e poi con i compagni:

• Riconoscete nel testo le diverse cause di migrazio-ne. Rispetto a quelle di cui avete fatto un elenco nell’attività precedente, ce ne sono alcune che non avevate preso in considerazione?

• Trovate un titolo per il testo.

Inventa ora una breve storia di vita di un immigrato da un paese europeo o in un paese europeo che abbia come ragione della migrazione una di quelle di cui par-la il testo. Ambientala oggi o in un periodo a tua scelta nel corso del Novecento.

Leggete le diverse storie che avete inventato e discute-tene. L’insieme delle storie può essere raccolta e pub-blicata in forma cartacea o sul web.

Nel testo in allegato si dice che:

“Ogni processo migratorio porta con sé fatica e spe-ranza, nostalgia e desiderio, rifiuto e accoglienza, delu-sioni e successi”.

Nelle storie di migrazione che avete inventato appa-iono alcuni di questi aspetti?

ATTIVITÀ 4: STORIE DI MIGRAZIONE.

COME LO FAREMO ?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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« L’umanità è sempre stata in movimento. Fin dal processo di ominazione che ha portato l’homo sapiens sapiens a popolare tutto il pianeta, sempre ci sono stati gruppi di persone o intere popolazioni che hanno lasciato il posto dove erano nate e si sono trasferite a vivere in altri luoghi. Possiamo vedere il risultato di questi viaggi nel nostro patrimonio genetico, nella composizione demografica, nella caratteristiche delle culture, nelle strutture delle lingue.

Le ragioni che ieri e anche oggi portano alla partenza sono varie: in molti casi si scappa dalla miseria o dalle persecuzioni politiche o religiose, ma in altri c’è solo la voglia di avventura, la speranza di trovare occasioni di successo e di rea-lizzazione personale. Moltissimi poi sono quelli che non scelgono di partire ma vi sono costretti nel corso di guerre, rivoluzioni, pulizie etniche o che devono subire la violenza delle deportazioni.

Il XX secolo è stato testimone di tutti questi diversi tipi di trasferimenti di popolazione e di tutto quello che ogni processo migratorio porta con sé: fa-tica e speranza, nostalgia e desiderio, rifiuto e accoglienza, delusioni e successi. Lo spostamento a volte è stato solo di pochi chilometri, tanto da non essere neppure vissuto come una “migrazione”, come nel caso di chi si è trasferito dalla campagna o da centri minori nelle città e nelle metropoli. A volte il tra-sferimento è stato dalle aree più povere di un paese o di un continente verso quelle più ricche e sviluppate: uno spostamento dall’“osso” alla “polpa” che ha comportato l’abbandono di molte aree e il sovrappopolamento di altre. In altri casi, invece, lo spostamento è stato radicale: verso altri continenti, altri ambienti naturali, altri climi ».

ALLEGATO

STORIE DI MIGRAZIONE

UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

RIFLETTI

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ATTIVITÀ 5: UNA POESIA.

Conosceremo le riflessioni di un poeta del Ca-merun sull’importanza di mettersi in relazione con gli altri, di conoscere e vivere esperienze di culture e persone diverse.

Vivere una sola vitain una sola città,in un solo paese,in un solo universo,vivere in un solo mondoè prigione

Amare un solo amico,un solo padre,una sola madre,una sola famigliaamare una sola personaè prigione

Conoscere una sola lingua,un solo lavoro,un solo costume,una sola civiltàconoscere una sola logicaè prigione

Avere un solo corpo,un solo pensiero,una sola conoscenza,una sola essenza,avere un solo essereè prigione.

Ndjock Ngana Yogo, Nhindô Nero, Anterem edizioni, Roma 1994

• Che cosa vuole dire questa poesia? Quale par-te ti ha colpito di più e perché?

• Discuti con i tuoi compagni quello che pensate e che vi suggerisce la poesia.

Leggi questa poesia del poeta camerunese Ndjock Ngana Yogo:

PRIGIONE

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO ?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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RIFLETTI

ALLEGATO UNITÀ DIDATTICA 1.2: Siamo tutti migranti.

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UNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

Rifletteremo su che cosa sia la discriminazione, le “etichette” e sul perché etichettiamo le persone. Vogliamo cioè riflettere su come la nostra cultu-ra influisce sul modo in cui etichettiamo e sui giu-dizi stereotipi che diamo sui diversi gruppi sociali.

Per questo, partiremo dalla percezione che cia-scuno di noi ne ha, per poi analizzarli e confron-tarli con il resto dei compagni della classe.

Inoltre rifletteremo su quali potrebbero essere gli stereotipi in altri paesi vicini a noi e sui giu-dizi preconcetti che esprimiamo sui vari gruppi sociali.

Lavoreremo sui concetti di stereotipo, pregiudi-zio e etichettamento.

Nell’Allegato 1a troverete un bersaglio e nell’Al-legato 1b alcune frecce con scritti alcuni aggettivi. Ognuno di voi dovrà ritagliare le frecce con gli aggettivi e attaccarle nel bersaglio, mettendo al centro quelle con gli aggettivi che indicano per-sone più accettate nella nostra società e all’ester-no quelle di chi è più respinto.

Poi, in un “Bersaglio” collettivo, metterete in co-mune i risultati dei bersagli individuali e provere-te a fare qualche riflessione.

• Su che cosa le vostre opinioni hanno coin-ciso e su che cosa si sono differenziate? Per-ché credete che sia successo?

• Credete che questo esercizio avrebbe gli stessi risultati in altri paesi? Perché la società discrimina certe persone? Quali sono gli at-tributi/aggettivi che colleghiamo a ogni grup-po sociale? Quali di questi giudizi precostitu-iti pensi che siano veri e perché?

ATTIVITÀ 1: BERSAGLIO DELLA DISCRIMINAZIONE.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMO IMPARATO?

RIFLETTI

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UNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

RIFLETTI

ALLEGATO

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ALLEGATO 1aUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

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CARACTERISTICHE FISICHE STATUS SOCIOECONOMICO

ALLEGATO 1bUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

forte

SECCH IONE /A

c i eco /a

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bamb i no /a

b iondo /a

castano /a

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sordo /a

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ALLEGATO 1b

ORIENTAMENTO SESSUALE

RELIGIONE GRUPPO ETNICO

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UNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

eterosessuale

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transessuale

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CATTOL ICO /A

protestante

ebreo /a

angl icano /a

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nero /a z i ngaro /a

b i anco /a

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ATTIVITÀ 2: CHI È CHI?

Proveremo a sperimentare i pregiudizi e gli stereotipi che molto spesso utilizziamo con la gente.

Tre persone volontarie usciranno dalla classe e ascolteranno attentamente le indicazio-ni che l’insegnante darà loro perché realizzino una scenetta.

Le persone che sono rimaste nella classe formeranno due gruppi. Ogni gruppo ascol-terà attentamente le indicazioni che l’insegnante gli darà per identificare chi sono le persone rappresentate nella scenetta dai tre volontari. Bisogna assistere alla rappresen-tazione in silenzio.

Dopo la scenetta, i gruppi potranno discutere a turno su chi pensano che siano le per-sone rappresentate. Gli attori rimarranno in silenzio.

Alla fine, si guarderà un filmato e si farà una riflessione sul perché noi siamo sempre “quelli normali” e gli altri sono “quelli strani”… o anche “quelli cattivi”!

https://www.youtube.com/watch?v=dBe2ml6mHfo

• Come hai fatto a capire chi erano le persone rappresentate? Ti sei sbagliato? Perché?

• Su quali aspetti vi siete basati per decidere chi fossero? Perché avete pensato che fossero una certa persona? In base a che cosa?

• Che cosa vi ha colpito maggiormente?

COME LO FAREMO?

CHE COSA IMPAREREMO?CHE COSA ABBIAMO

IMPARATO?RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

42

UNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

Vedremo come spesso collochiamo i milioni di cittadini di altri paesi sotto una stessa e unica eti-chetta.

Inizialmente vi dividerete a coppie. L’insegnante assegnerà ad ogni coppia un paese la cui bandiere troverete nell’allegato 3a. Intorno a ogni bandiera, dovrete scrivere aggettivi che pensate siano adatti per definire quel paese e i suoi cittadini.

Ogni coppia leggerà al resto della classe gli aggetti-vi che ha scritto accanto alla sua bandiera. Insieme discuterete su quanta verità ci sia in questi aggettivi che etichettano il paese.

A questo punto, ogni coppia cercherà un paese “af-fine” a quello che gli è toccato e gli si siederà vicino. Questa parte deve essere fatta senza parlare! Infine, dopo che i paesi si siano seduti intorno a un tavolo, realizzerete uun dibattito, come se foste alle Nazioni Unite, seguendo attentamente le indicazioni dell’in-segnante.

• Con quali criteri si sono formati questi ultimi gruppi? Su base geografica (per continen-te)? Secondo ricchezza/povertà? Per criteri culturali (cristiani, mussulmani, occidentali, orientali)? Chi ha respinto e chi si è sentito respinto?

• Che cosa è successo durante il dibattito? Qualche gruppo di paesi ha cercato di im-porre i propri criteri? È prevalsa l’opinione di qualcuno su quella degli altri? Come sono state le relazioni tra paesi ricchi e poveri?

ATTIVITÀ 3: STEREOTIPI PER PAESI.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMO IMPARATO?

RIFLETTI

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

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ALLEGATO 3aUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

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ALLEGATO 3aUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

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49

1. Bombole di ossigeno.

2. Speciali tende da campo.

3. Una Bibbia.

4. Un Corano.

5. Una bussola.

6. Una coppia di maiali per allevamento.

7. Apparecchio per potabilizzare l’acqua.

8. Armi da fuoco (le posseggono solo i paesi più ricchi).

9. Combustibile per l’astronave.

10. Bevande alcooliche.

11. Cibi in scatola (sufficienti per un mese).

12. Semi di diversi vegetali.

13. Creme solari (solo per chi ha la pelle bianca)

14. Cassetta di pronto soccorso.

15. Talee di alberi tropicali (non si sa se potranno crescere nel nuovo ambiente)

16. Latte in polvere.

17. Sistemi di riscaldamento (per una temperatura simile a quella del Nord Europa).

18. Pannelli solari.

19. Medicine, antibiotici.

20. Palloni.

ALLEGATO 3bUNITÀ DIDATTICA 2.1: Discriminazione ed etichettamento.

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UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale diffi cile da spezzare.

La relazione tra povertà e discriminazione.

Leggi attentamente le storie di Francesco e Francisco nell’Allegato 1a. In che cosa si assomigliano? In che cosa si differenziano? Poi leggi gli articoli della Dichiarazione dei Diritti Umani che troverai nell’Allegato 1b.

Secondo te, Francesco e la sua famiglia godono di questi diritti? E Francisco e la sua famiglia? Analizza la situazione completando la tabella:

La Dichiarazione dei diritti umani afferma che que-sti diritti devono essere universali. È così nel caso dei due ragazzi? A che cosa credi che sia dovuta la disuguaglianza?

Spiega con le tue parole questo schema:

Art. 22

Art. 23

Art. 24

Art. 25

Art. 26

Art. 27

Francesco Francisco

ATTIVITÀ 1: DUE STORIE A CONFRONTO.

Discriminazione Povertà

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

52

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

ALLEGATO

53

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale diffi cile da spezzare.

ALLEGATO 1a

Francesco ha 13 anni, vive a Milano dove frequenta il terzo anno di scuola se-condaria. Vuole continuare a studiare e andare all’università perché da quando era bambino sognava di diventare astronomo e già i genitori gli hanno regala-to un piccolo telescopio con cui guardare il cielo. Gli piace suonare la chitarra e chattare in inglese con ragazzi di diverse parti d’Europa. Gioca nella squadra di football della scuola e, anche se è abbastanza miope, è un bravo portiere perché usa normalmente le lenti a contatto.

Francisco ha 13 anni, vive in un piccolo villaggio del Guatemala insieme alla madre e a sei fratelli più piccoli in una piccola casa di legno senza luce elettrica né acqua corrente. Ha frequentato la scuola per tre anni, ma poi a dovuto

smettere per andare a lavorare nella piantagione di caffè. Infatti la madre, pur facendo il lavoro di un uomo, ha una paga inferiore e non guadagna abba-stanza per mantenere tutta la famiglia. Gli piacerebbe suonare la marimba, ma non la possiede, anche se ne ha costruita una artigianale con pezzi di legno e di canna.

È molto fi ero delle conoscenze dei suoi antenati Maya sui movimenti del sole e delle stelle; gli piacerebbe guardare i loro movimenti, ma da qualche anno ci vede sempre meno da lontano. Nei giorni di festa gli piace molto giocare a calcio, specie nel ruolo di portiere, e con gli amici ha costruito un pallone di stracci.

LE STORIE DI FRANCISCO E FRANCESCO

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Articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’Assem-blea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948:

• Articolo 22: Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

• Articolo 23: Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’im-piego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Ha diritto ad una remunerazione equa e soddi-sfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un’esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.

• Articolo 24: Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, com-prendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

• Articolo 25: Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia con par-ticolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche.

• Articolo 26: Ogni individuo ha diritto all’istruzione.

• Articolo 27: Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

ALLEGATO 1bUNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

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Oggi sui 7 miliardi di abitanti della Terra, 1,2 miliar-di vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre la metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari (più o meno 1 euro e mezzo) al giorno. Come sarà la loro vita?

Proviamo a calcolare con quanti soldi al giorno viviamo.

Ciascuno di noi può calcolarlo per conto suo dividendo le entrate annuali della propria famiglia per il numero dei suoi membri e per i giorni dell’anno.

Invece, per avere un’idea della situazione italiana in generale, procedi in questi due modi:

• Calcola il reddito medio pro capite annuale, cioè la quantità di Prodotto Interno Lordo (PIL) di un anno ipoteticamente posseduta da ciascun cittadino italiano. Tieni conto che si parla di una media, che quindi non riesce a mettere in luce le differenze, anche molto grandi, tra i diversi redditi, e che il calcolo si fa sul PIL, che non necessariamente è un indicatore di ricchezza e di benessere. I dati relativi all’Italia nel 2012 li trovi nell’Allegato 2.

• Calcola il reddito medio relativo alla tua regione e confrontalo con quello delle altre. I dati li trovi nell’Al-legato 2. Questo valore si ricava dalla dichiarazioni dei redditi dell’anno e quindi non è un dato pro capite, ma delle famiglie del dichiarante, e quindi non tiene conto del numero di persone che fanno parte di ogni famiglia. Non comprende, inoltre, quella parte di economia che sfugge alla dichiarazione dei redditi. In ogni caso, per arrivare a un dato relativo alle singole persone, fa il calcolo ipotizzando che la famiglia del dichia-rante sia in media costituita da tre persone.

Prova ora a immaginare come sarebbe la tua vita se avessi a disposizione solo due dollari al giorno. Come cam-bierebbe la tua vita? A che cosa dovresti rinunciare? Che cosa saresti costretto a fare?

Leggi ora il testo che segue e, insieme ai compagni, prova ad aggiungere altri modi in cui si può esprimere la povertà

• La povertà è fame. La povertà è vivere senza un tetto. La povertà è essere ammalati e non riuscire a farsi visitare da un medico.

• La povertà è non potere andare a scuola e non sapere leggere. La povertà è non avere un lavoro, è timore del futuro, è vivere giorno per giorno.

• La povertà è perdere un figlio per una malattia causata dall’inquinamento dell’acqua.

• La povertà è non avere potere e non essere rappresentati adeguatamente; la povertà è mancanza di libertà.

• La povertà è anche...

• Che cosa significa essere poveri?

• La povertà è solo mancanza di denaro?

• Hai fatto fatica a immaginarti tanto povero?

• Quali emozioni hai provato?

ATTIVITÀ 2: VIVERE CON DUE DOLLARI AL GIORNO

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

57

Dati Istat 2013(relativ al 2011)

LOMBARDIA 23.210€LAZIO 22.160€VALLE D’AOSTA 21.260€P.A. BOLZANO 21.200€EMILIA ROMAGNA 21.180€LIGURIA 21.000€PIEMONTE 20.870€P.A. TRENTO 20.300€VENETO 20.270€FRIULI V.G 20.270€TOSCANA 20.100€ LIMBRIA 18.630€MARCHE 18.310€SARDEGNA 16.840€ABRUZZO 16.670€CAMPANIA 16.360€SICILIA 15.600€PUGLIA 15.390€MOLISE 15.200€BASILICATA 14.980€CALABRIA 14.230€

MEDIA 19.660€

22.000€ - 23.999€

20.000€ - 21.999€

18.000€ - 1.999€

16.000€ - 17.999€

14.000€ - 15.999€

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

ALLEGATO 2

PIL

POPOLAZIONE

2.029.813 Milioni di dollari USA (dato del

Fondo Monetario Internazionale)

59.685.227

REDDITO ITALIANO MEDIO. REGIONE PER REGIONE.

DATI RELATIVI ALL’ANNO 2012 PER CALCOLARE IL REDDITO MEDIO PRO CAPITE IN ITALIA.

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ATTIVITÀ 3: LA POVERTÀ ESISTE ED È IN CRESCITA ANCHE NEI PAESI RICCHI.

Questa signora sta recuperando, alla fi ne dell’orario del mercato, un po’ di frutta o verdura tra quella che i com-mercianti hanno buttato via perché schiacciata, appassita o mezza marcia. Come lei oggi sono molte le persone, specialmente anziane, che si arrangiano in questo modo, dato che la loro pensione non basta per vivere.

Rifl etteremo sulla crescita della povertà delle persone nei paesi ricchi, delle sue cause e conseguenze.

http://www.laperfettaletizia.com/2010/04/rapporto-banca-mon-diale-fmi-tra-5-anni.html

Rispondi alle domande e discuti con i compagni:

• Hai visto qualche segno che indica il crescere della povertà anche nel posto dove tu vivi? Se sì, descrivili.

• Perché credi che la povertà sia cresciuta anche nei paesi ricchi? Puoi saperne di più leggendo l’allegato.

• Sai se esiste qualcuno che, nel posto dove vivi, lavo-ra per venire incontro alle diffi coltà di questi nuovi poveri?

• Sapevi che la povertà estrema è una realtà anche nel nostro paese?

• Credi che nel nostro paese tutti possano godere degli stessi diritti e delle stesse pos-sibilità?

• Credi che sia giusto e possibile migliorare in qualche modo le condizioni dei poveri?

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale diffi cile da spezzare.

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

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« Alla fine dell’orario dei mercati, molte persone vanno a raccogliere un poco di frutta e di verdura tra quella che i commercianti hanno buttato via. Tra queste persone è alto il numero di anziani, perché le loro pensioni non sono sufficienti per vivere.

Secondo un’analisi, nel 2013 in Italia, uno dei dieci paesi più ricchi del mon-do, sono ben 4,1 milioni le persone indigenti che per mangiare dovranno ricorrere all’aiuto delle istituzioni, delle organizzazioni o dei singoli cittadini. Rispetto al 2012 la cifra è aumentata del 10 per cento. Ma negli ultimi tre anni l’incremento è addirittura del 47 per cento.

Sono i nuovi poveri prodotti dalla crisi economica di questi anni, che ha portato al fallimento di molte imprese e alla perdita di migliaia di posti di lavoro, mentre un numero sempre maggiore di giovani non riesce a trovare un’occupazione e in questo modo non può aiutare la famiglia o formarse-ne una propria.

Nel 2011 in Italia il Sistema Nazionale di Statistica (Istat) aveva rilevato che l’11,1% delle famiglie italiane si trovava in “povertà relativa”, termine che indica chi dispone di un reddito inferiore alla metà di quello medio del paese, e che 3,5 milioni di persone, pari a più del 6% vivevano in “povertà assoluta”, cioè non disponevano dei mezzi per sopravvivere. Oggi la situa-zione è ancora peggiorata.

Le istituzioni pubbliche e le associazioni private che si occupano di assisten-za ai bisognosi rilevano che cresce continuamente il numero di persone che chiedono aiuto sia per mangiare che per poter pagare l’affitto della casa. Non sono solo le categorie che da sempre sono più a rischio di po-vertà, come i disabili, gli anziani, gli immigrati, ma anche persone che hanno perso il lavoro e non ne trovano un altro e sono costrette a chiedere aiuto.

La crescita della povertà non è un fatto solo italiano. Nell’area europea i dati relativi al 2013 hanno rilevato che ci sono 18 milioni di persone che ricevono aiuti alimentari finanziati dalla Unione Europea e 43 milioni di

individui che ogni giorno non riescono a nutrirsi a sufficienza. Tra questi ultimi molti sono bambini. Una ricerca della Federazione internazionale della Croce rossa realizzata in 22 Paesi europei ha mostrato che 3,5 milioni di persone nel 2012 hanno chiesto assistenza alla Croce rossa: la più grave crisi umanitaria in Europa negli ultimi sessant’anni. La crisi economica, spie-ga la Croce Rossa, ha creato un fenomeno nuovo, quello dei «lavoratori poveri», persone che hanno un impiego ma che non arrivano comunque alla fine del mese.

Un quarto della popolazione europea è a rischio povertà, ma ancora più grave è il fatto che la forbice fra ricchi e poveri continua a crescere: la ricchezza si concentra nelle mani del 10% di europei già più abbienti e la disuguaglianza aumenta sia tra i diversi Stati europei sia all’interno di ciascuno Stato. Se, per esempio, prima della crisi il 20% degli spagnoli più ricchi guadagnava 5,3 volte più del 20% più povero, nel 2011 il rapporto era aumentato a 7,5 volte in più.

In questi anni quindi la crisi economica mondiale ha portato non solo a una diminuzione della ricchezza, ma specialmente a una perdita di equità e a una crescita dell’emarginazione sociale di ampi strati della popolazione. Infatti, mentre i pochi ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, diminuiscono le risorse destinate a sanità, istruzione, cultura, protezione dell’ambiente, che, più ancora del denaro a disposizione di ogni famiglia, sono indicatori di un autentico benessere collettivo.

Infatti, secondo la Caritas, che è l’organismo della Chiesa cattolica per la promozione della carità, la povertà è “un fenomeno complesso e a più dimensioni, basato non soltanto sui redditi, ma anche sul non soddisfaci-mento delle necessità di base, sulla violazione dei diritti umani fondamentali e di per sé inviolabili, così come la vulnerabilità, l’insicurezza, la disuguaglian-za, la marginalità, la discriminazione, l’esclusione, il senso di impotenza, la mancanza o limitatezza di opportunità e scelte ».

UNITÀ DIDATTICA 2.2: Povertà e discriminazione: una spirale difficile da spezzare.

ALLEGATO 3

61

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ATTIVITÀ 1: CHI È CHI?

In questa attività conosceremo l’attuale sistema agroalimentare e le sue conseguenze per l’am-biente e per le persone.

Guarda con attenzione il filmato che si intitola: “Progetto miti sull’alimentazione”. Ci parlerà di tre “miti”::

• Tenere per mano gli agricoltori.

• La tecnologia per crescere di più.

• Dar da mangiare al mondo.

Sta’ attento al significato di ciascuno.

Poi, in gruppi di 3-5 persone cercate di mettere in relazio-ne le frasi che sono proposte nell’Allegato1 con i tre miti di cui parla il filmato. Quale frase corrisponde a ciascun mito?

• Quali sono i miti sull’alimentazione di cui si è parlato?Perché diciamo che sono “miti”?

• Avete notato differenze tra le due prese di posizione che vengono mostrati nel filmato?

• Perchè si dice che la storia dell’agricoltura porta al progresso ed è anche ricca di spe-ranze?

• Che cosa c’entra questo con la fame nel mondo?

• Ci sono esempi di questo problema nel vo-stro ambiente?

• Pensate che ci siano alternative al modello agroalimentare industriale?

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

COME LO FAREMO?Che cosaimpareremo?

CHE COSA ABBIAMO IMPARATO?

RIFLETTI

65

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

RIFLETTI

ALLEGATO

66

ALLEGATO 1

FRASI PER INDIVIDUARE LE TESI DI OGNI MITO:

1. È necessario raddoppiare la produzione di alimenti entro il 2050.

2. Sistema artificiale con prodotti cari venduti dalle multinazionali.

3. 1/3 del cibo che si produce non è utilizzato per l’alimentazione umana ma per il bestiame o per i biocombustibili.

4. Monocoltivazione e allevamenti industriali di bestiame.

5. Si crea una “dipendenza” veloce: a) i parassiti diventano resistenti agli insetticidi e il bestiame si ammala di più, per cui bisogna usare più medi-cine; b) il suolo perde la sua fertilità naturale, per cui bisogna usare più fertilizzante.

6. Il contadino vende alle poche imprese multinazionali che distribuiscono i prodotti e che gli danno prezzi bassi.

7. 50 anni di miti.

8. I contadini devono “saltare a bordo” o rimanere tagliati fuori.

9. Evitare di esaurire le riserve d’acqua e la fertilità dei terreni.

10. Le famiglie contadine guadagnano sempre meno e per questo abban-donano l’attività.

11. Non vuoi dar da mangiare al mondo?

12. L’agricoltura sostenibile funziona meglio in condizioni di avversità (sic-cità, cambiamenti climatici).

13. L’agricoltura industriale è completamente dipendente dal petrolio, che è un combustibile fossile che si esaurirà nelle prossime decadi e che sta già diventando più caro.

14. I piccoli agricoltori già oggi producono il 70% del cibo del mondo.

15. Con il cibo che si produce attualmente, possiamo già disporre di 2800 calorie al giorno per persona, sufficienti ad alimentare tutti gli esseri umani della terra.

16. Rompere il ciclo della “dipendenza” chimica.

17. Migliorare le coltivazioni approfittando dei cicli naturali: a) controllo biologico dei parassiti con altri insetti che li combattano, in modo da mantenere l’ecosistema in equilibrio; b) mantenere i terreni sani con fertilizzanti naturali e concimi organici, diversità di piante e rotazione delle coltivazioni.

18. Sono necessari semi transgenici, pesticidi più forti e fertilizzanti.

19. Non usiamo necessariamente prodotti ogni volta più cari.

20. Inquinamento di esseri umani, animali, terreni e acqua con i prodotti chimici.

21. 1/3 del cibo che si produce finisce nella spazzatura.

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

67

In questa attività vedremo che spesso nella gestione di un ecosistema esistono interessi contrapposti e inconciliabili sull’uso che si fa dell’ambiente.

Vedremo come le decisioni che vengono prese riguardo all’ambiente a volte hanno conseguen-ze negative irreversibili per chi ci abita.

Proviamo a gestire un ecosistema! Per prima cosa formiamo gruppi di 3-4 persone. Ogni gruppo assumerà uno di questi ruoli:

• Compagnie turistiche.

• Cooperativa agicola di allevamento.

• Impresa forestale.

• Ufficio ecologico provinciale.

• Impresa edile.

• Commissione tecnico-scientifica.

Per 30 minuti ogni gruppo, meno quello che impersona la com-missione tecnico-scientifica, discuterà sui diversi modi di gestire e utilizzare lo spazio naturale che viene mostrato nella foto (Allega-to 2) e prepareranno un progetto concreto, descrivendo l’ambien-te, l’area del progetto, il piano di azione da realizzare ecc.

La Commissione tecnico-scientifica, da parte sua, è incaricata di pensare quali interventi si possono fare e quali no in ognuno degli ecosistemi e scriverà la “legislazione” e “la normativa” che regola la destinazione d’uso dei territori.

In seguito si farà una discussione che sarà presieduta dalla Com-missioni tecnico-scientifica. Ogni gruppo avrà a disposizione 3 mi-nuti per esporre le sue proposte senza essere interrotto. Dopo che tutti avranno esposto la loro posizione, per 10 minuti e in modo ordinato ogni gruppo potrà criticare le proposte degli altri.

Alla fine, la Commissione tecnico-scientifica avrà l’ultima parola sulle proposte che si possono o non si possono realizzare.

• Quali dei protagonisti del gioco non sono riu-sciti a mettersi d’accordo? Perché?

• È stato facile decidere quali attività si possono fare e quali no?

• È stato facile decidere quello che va bene e quello che va male?

• Alla fine che decisioni avete preso? Perché?

ATTIVITÀ 2: LA GESTIONE DI UN ECOSISTEMA.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMO IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

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RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

69

ALLEGATO 2UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

70

Da dove viene il nostro cibo e le conseguenze che il modello di alimentazione attuale ha sia sul-la nostra salute che sul pianeta.

Cerca nella dispensa di casa tua i cibi che consumi abi-tualmente e riempi la scheda nell’allegato 3a.

In seguito vi riunirete in gruppi di 3-4 persone e rispon-derete alle seguenti domande:

• Il prodotto è principalmente di origine animale o vegetale?

• Gli additivi che contiene quali problemi o benefici comportano per la nostra salute? Controllalo utiliz-zando l’Allegato 3b.

• Quale impatto hanno sull’ambiente (rifiuti, imballag-gi, inquinamento dell’acqua, dell’aria o del terreno)?

• Dove e come si produce? Quali problemi o benefi-ci comporta per le persone e l’ambiente della zona in cui è prodotto?

• Ci sono dei prodotti alimentari che creano più problemi di altri? Perché?

• Quali aspetti positivi o negativi credi che ab-biano i cibi che consumiamo normalmente? Perché?

• Come si potrebbero evitare i problemi cre-ati dalla nostra alimentazione basata su un sistema di produzione industriale?

• Insieme a tutta la classe scrivete proposte su un cartellone e appendetelo in classe.

ATTIVITÀ 3: GUARDA NELLA TUA DISPENSA.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMOIMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

71

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

72

ALLEGATO 3a

PRODOTTO ADDITIVI ORIGINE

GEOGRAFICA

TIPO DI

CONFEZIONE

INGREDIENTI PRINCIPALI

ORIGINE DEL PRODOTTO (AGRI-COLTURA, ALLEVAMENTO, PESCA)

1

2

3

4

5

6

7

8

9

UNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

73

http://it.wikipedia.org/wiki/Additivi_alimentari

ALLEGATO 3bUNITÀ DIDATTICA 3.1: L’ambiente sei tu.

74

CodiceUE

E-322

E-430 a E-436

E-470 a E-472f

E-473 e E-474

E-475

E-476

E-477

E-479b

E-480 a E-483

E-491 a E-495

Caseinatos

E-1200 a E-1450

CodiceUE

E-300 a E-304

E-306

E-307 a E-309

E-310 a E-312

E-315 e E-316

E-320

E-321

E-325 a E-327

E-330 a E-380

E-334 a E-337,

353 e 354

E-338

E-339 a E-343

Nome

Lecitina

Sorbitolo

Mono e digliceridi di acidi grassi

Esteri saccarici degli acidi grassi

Esteri poliglicerici degli acidi grassi

Poliricinoleato di poliglicerile

Esteri propilenglicolici degli aci-di grassi

Olio di semi di soia ossidato termicamente

Tartrato di stearile e derivati

Sorbitoli

Caseinati

Amidi modificati

Nome

Acido ascorbico e suoi sali

Tocoferolo naturale

Tocoferoli sintetici

Gallato

Acido eritorbico e eritorbato di sodio

Idrossianisolo butilato

Idrossitoluene butilato

Lattati

Acido citrico e suoi sali

Acido tartarico e suoi sali

Acido fosforico

Ortofosfati

D

D, F

D

D

D

D

D

D, F

D

D

D

D

A

A

A

F

A

F

F

A

A

A

B, G

B, G

QuealificazioneQuealificazione

EMULSIONANTi: E-4...ANTIOSSIDANTI: E-3...

75

CodiceUE

E-420i

E-420ii

E-421

E-950

E-951

E-952

E-953

E-954

E-959

E-965i

E-965ii

E-966

E-967

Nome

Sorbitolo

Sciroppo di sorbitolo

Mannitolo

Acesulfame K

Aspartame

Acido ciclamico

Isomalt

Saccarina e i suoi sali

Neoesperidina DC

Maltitolo

Sciroppo di maltitolo

Lattitolo

Xilitolo

A, C

A, C

C, C

A

A

F

A, E

C

E

A, C

A, C

A, C

A, C

Quealificazione

EDULCORANTi: E-4... e E-9...

CodiceUE

E-400 a E-405

E-406

E-407

E-410

E-412

E-413

E-414

E-415

E-416

E-417

E-418

E-422

E-440

E-450 a E-450c

y de 543 a 546

Nome

Acido alginico e alginati

Agar-agar

Carragenina

Farina di semi di carrube

Gomma di guar

Gomma adragante

Gomma d’acacia

Gomma di xantano

Gomma di karaya

Gomma di tara

Gomma di gellano

Sorbitolo

Pectina

Fosfati e polifosfati di sodio, po-tassio e calcio

A

D

D, F

D

D

D, F

D

D

D, F

D

D

D

D

B, G

Quealificazione

STABILIZZANTI: E-4...

76

CodiceUE

Acidificanti

E-507

E-513

E-570

E-269 a E-352

E-297

E-355

E-363

Alcali e basi

E-524 a E-530

Altri Addi-

tiviE-500 a

E-504

E-508 a E-512

Antiagglomeranti

E-535 a E-538

E-550 a E-559

Esaltatori di sapidita’

E-620 a E-625

CódigoCEE

E-626 a E-635

Cere

E-901 a E-904

Nome

Acido cloridrico

Acido solforico

Acidi grassi

Acido malico e i suoi Sali

Acido fumarico

Acido adipico

Acido succinico

Idrossido e ossido di sodio, po-tassio, magnesio e calcio

Carbonati

Cloruri

Ferrocianuro di sodio, potassio e calcio

Silicati

AcidoL glutammico e glutammati

Nombre

Nucleotidi

Cera d’api, candelilla, carnauba e gommalacca

D

D

A

A

A

A

A

A

A

A

A

A, C

D, G

C, G

A, D

Quealificazione Cualificación

ALTRI ADDITIVI: E-2…, E-3…, E-5…, E-6… e E-9…

77

In base alla normativa europea si può stilare un elenco rigoroso degli additivi autorizzati, perché, nonostante tutti i controlli, la non pericolosità di alcuni di loro è messa in discussione e non è sufficientemente provata. Questa tabella mostra la pericolosità della maggior parte degli additivi in circolazione.

• A Accettabili. Sono inoffensivi. Molti di questi si trovano naturalmente negli alimenti.

• B Accettabili in qualche caso. Nonostante i loro eventuali effetti tossici, sono autoriz-zati perché la loro utilità nel migliorare la sicurezza dei cibi è maggiore dei rischi. Però, non sempre vengono usati a fine preventivo (per esempio, i solfiti sono giustificati nel vino, ma non nella carne, dove sono impiegati per migliorarne artificialmente il colore e l’aspetto generale).

• C Problemi in dosi alte. Problematici se usati in dosi alte. In quantità moderata sono inoffensivi.

• D Reazioni allergiche. Gli individui sensibili (asmatici, allergici all’aspirina, malati con orticarie croniche...) possono soffrire crisi con sintomi simili a quelli dell’allergia se ingeriscono alcuni additivi.

• E Mancanza di informazioni. Non è certa la loro sicurezza e non dovrebbero essere autorizzati finché non se ne conosceranno meglio gli effetti.

• F Dubbi sulla sua tossicità. Hanno dato luogo a risultati scientifici contradditori. Alcuni studi attribuiscono loro effetti negativi (danni al fegato o al cuore, cancro ecc.).

• G Ingannevoli. Mascherano la presenza di un ingrediente, la sua limitata presenza o la sua bassa quantità, migliorando la consistenza e l’aspetto dell’alimento.

• H potenzialmente pericolosi. I suoi effetti nocivi sono riconosciuti e possono essere usati solo come aggiunte tecnologiche nel processo di fabbricazione; non devono appa-rire nella composizione del prodotto finale.

79

In questa attività vedremo come è distribuita la popola-zione del mondo in base ai continenti. Poi conosceremo come si distribuisce il consumo di energia e il prodotto interno lordo nelle diverse regioni del mondo.

Per prima cosa metteremo il nome dei cinque continenti su cinque fogli e li appen-deremo in cinque parti della classe.

In seguito rappresenteremo la popolazione mondiale. Dovrete distribuirvi nei con-tinenti che abbiamo rappresentato a seconda di come pensate che sia distribuita la popolazione mondiale.

Per questo dovete chiedervi: se gli studenti della nostra classe fossero tutti gli abi-tanti del mondo, quanti starebbero in Africa, quanti in Asia, in America del Sud, in America del Nord, in Europa, in Australia, in Oceania? Una volta che tutti si saranno distribuiti nei diversi continenti, l’insegnante vi farà sapere i risultati reali. Quando saprete la cifra giusta per continente, metterete in ogni continente il numero di seggiole corrispondente.

Ora rappresenteremo la ricchezza per continente utilizzando delle penne. Se abbia-mo tante penne quanti sono i partecipanti e le penne rappresentano la ricchezza mondiale, dovrete distribuirle in base a come pensate che sia ripartita la ricchezza nei continenti. Quando avrete finito, l’insegnante vi farà sapere i risultati reali.

Infine rappresenteremo il consumo mondiale di energia. Avremo tanti palloncini quanti sono i partecipanti. Di nuovo distribuite i palloncini a seconda di come pen-sate che sia il consumo energetico per continente. Quando avrete finito, l’insegnante vi farà sapere i risultati reali e gonfierete i palloncini.

Osservate l’Allegato e ragionate sul consumo energetico nel mondo.

• Vi ha sorpreso la distribuzione della popolazione mon-diale? Era quello che vi aspettavate?

• Esiste una coincidenza tra i paesi più popolati e quelli che consumano più energia? A che cosa pensi che si debba questo fatto?

• C’è relazione tra i paesi più ricchi e quelli che consuma-no più energia?

• A che cosa pensi che sia dovuto? Perciò quello che suc-cede in una parte del mondo ha conseguenze negative sul resto? Come?

• Che cosa centra questo con il rispetto dei diritti umani nei diversi paesi?

ATTIVITÀ 1: IL GIOCO DEL MONDO.UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

COME LO FAREMO?CHE COSA

IMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMOIMPARATO? RIFLETTI

80

UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

RIFLETTI

ALLEGATO

81

UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

Planisfero notturno della NASA: Mostra l’illuminazione notturna (e quindi parte del consumo energetico) nelle diverse parti del mondo.

Planisfero in base al PIL.

PLANISFERI DIVERSI: Quali relazioni esistono tra i diversi planisferi che sono presentati qui di seguito?

ALLEGATO

Planisfero in base al consumo energetico. Planisfero in base ai gas a effetto serra.

82

ATTIVITÀ 2: TIPI DI ENERGIA.

Con questa attività studieremo i diversi tipi di energia e vedremo come incidono sul cambia-mento climatico.

Dividiamo la classe in gruppi di 4-5 persone. A ogni gruppo verrà assegnata una fonte di energia. Per pri-ma cosa ogni gruppo dovrà fare una ricerca sul tipo di energia che gli è stato assegnato:

• Come funziona.

• Se è rinnovabile o no.

• Quali sono i suoi vantaggi e i suoi inconvenienti.

• Da dove si ottiene e in quali luoghi del mondo si può trovare.

Poi ogni gruppo realizzerà un cartellone o un collage, utilizzando materiale preso da riviste o giornali vecchi, dove verranno descritti o rappresentati i risultati della ricerca; i gruppi poi esporranno i cartelloni in classe.

• Quali sono le fonti di energia più comuni nella nostra vita quotidiana?

• Quali sono gli inconvenienti più importan-ti delle fonti di energia che utilizziamo ogni giorno? Perché?

• Come possiamo ridurre il consumo di que-ste fonti di energia?

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA ABBIAMOIMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

83

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

84

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

85

Controlleremo se la nostra scuola sia ecologica o no e faremo proposte per migliorare la sua sostenibilità e per ridurre il consumo energetico.

Vi dividerete in gruppi di 4 o 5 alunni. Ogni gruppo dovrà realizzare una mappa schematica dei degli spazi che gli sono stati assegnati (bagni, aula dei prodessori, palestra, aule ecc.). Basandovi su queste mappe, esaminerete i di-versi spazi e valuterete il consumo di energia che vi viene fatto, la perdita di energia, l’illuminazione non necessaria. Incollerete sulla mappa adesivi colorati che indicano i punti dove vi sembra che ci siano problemi:

• Gli adesivi rossi indicheranno il consumo di elettricità.

• Gli adesivi azzurri le perdite di energia.

• Gli adesivi gialli l’illuminazione non necessaria.

Al ritorno in classe, ogni gruppo racconterà la sua espe-rienza e farà proposte di miglioramento che verranno scritte su un foglio. Le mappe e le proposte saranno ap-puntate con degli spilli su un tabellone o appese su una corda da bucato.

• Si fa un grande consumo di energia nella scuola? Come si può ridurre? Che cosa può fare ciascuno di noi?

Attività 3: Mappa ecologica della mia scuola.

COME LO FAREMO?CHE COSA IMPAREREMO?

Che cosa abbiamo imparato? Rifletti

UNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

86

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 3.2: L’energia e il mondo.

87

90

UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

Rifletteremo sulla differenza tra desideri e bisogni e sul fatto che ci sono bisogni che sono comuni a tutti.

Per prima cosa formeremo gruppi di 4-5 persone. Poi leggeremo il testo se-guente:

« Ciascuno di voi fa parte dell’equipaggio di un’astronave che doveva riu-nirsi all’astronave madre sulla superficie illuminata della luna. In seguito ad alcuni problemi meccanici, la vostra astronave ha dovuto allunare a circa 250 chilometri dal posto dove doveva incontrarsi con l’altra. Durante l’al-lunaggio, gran parte del bagaglio della nave su cui stavate viaggiando si è danneggiato gravemente; dato che la sopravvivenza dell’equipaggio, cioè di tutti voi, dipende dal fatto che possiate arrivare all’astronave madre, do-vrete scegliere il materiale più necessario da portar via e lasciare il meno importante ».

Prima parte (5 minuti): Ciascuno di voi in modo individuale riordina a seconda dell’importanza gli oggetti che sono rimasti intatti dopo l’allunaggio e che sono scritti nell’Allegato 1. Nella colonna INDIV ciascuno segnerà con 1 il più impor-tante, con 2 quello che segue per importanza e continuerà così fino al n. 16, che sarà quello meno importante.

Seconda parte: Confrontate i vostri elenchi con quelli degli altri del vostro grup-po, mettetevi d’accordo e scrivete i risultati nella colonna GRUPPO.

Terza parte: quando avrete trovato un accordo, ritornate in plenaria e cercate di accordarvi tra i gruppi per completare la colonna NASA. Non si potranno portare tutti gli oggetti, ma solo i 10 primi della lista.

• È stato semplice mettersi d’accordo? Perché? Quali sono le ragioni per cui avete eliminato certi oggetti?

• Dopo aver fatto questo gioco, sapreste spiegare la differenza tra ne-cessità e desideri? Qual è? Che cos’è per te un diritto?

• Hai tutto quello che ti serve per vivere? Pensi che tutti ce l’abbiano? Pensi che tutti al mondo dovrebbero averlo?

• Hai tutto quello che desideri? Pensi che tutti al mondo dovrebbero averlo?

ATTIVITÀ 1: È UN DIRITTO/BISOGNO O UN DESIDERIO?

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?RIFLETTI

91

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

MATERIALE INTATTONASA GRUPPO INDIV.

Scatola di fi ammiferi.

Cibo concentrato.

Un vasetto di nutella.

Scaldavivande.

Un gioco di scacchi.

Tre bottiglie di Coca-cola.

Due bombole di ossigeno.

Una mappa della luna.

Beauty con trucchi.

Una bussola.

25 litri d’acqua.

Razzi.

Cassetta di pronto soccorso.

Una radio, non solo ricevente ma anche tra-smittente, a modulazione di frequenza e che funziona a energia solare.

Due pistole calibro 45.

Una scialuppa di salvataggio.

ELENCO DI OGGETTI INTATTI DOPO L’ALLUNAGGIO:

RIFLETTI

92

Rifletteremo sulla situazione dell’infanzia a livello globale. Conosceremo i problemi dei minori ri-spetto alla sopravvivenza, all’identità e allo sfrut-tamento.

Nell’attività precedente, abbiamo visto come i diritti sono col-legati alle necessità che ognuno ha per potersi realizzare nel modo migliore.

Ora vedremo i diritti dei minori in base al fatto che siano in funzione:

• Della sopravvivenza.

• Dello sviluppo.

• Della protezione.

• Della partecipazione.

Ogni studente leggerà un articolo della Convenzione dei Di-ritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e lo collocherà in una delle quattro categorie sopra citate.

• Pensi che ci siano diritti più importanti di al-tri? Perché?

• Quali diritti credi che in genere siano quelli più violati? Dove, perché e da chi?

• Nel tuo caso, pensi di non godere di qualche diritto?

ATTIVITÀ 2: DIRITTI DEI MINORI NEL MONDO.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAIIMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

93

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

94

www.humanium.org

Situazione buona.

Situazione soddisfacente.

Problemi evindenti.

Situazione difficile.

Situazione molto grave.

ALLEGATO 2UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

95

Vedremo come i diritti dei minori siano violati in molte parti del mondo.

Cominciamo a dividerci in quattro gruppi. Ogni gruppo dovrà realizzare un collage o scrivere un articolo sulla violazione o sul-la mancata attuazione di qualche diritto dell’infanzia, utilizzando le informazioni fornite nell’Allegato 3.

Quando ogni gruppo avrà letto il materiale che gli è stato as-segnato, preparerà un articolo o un collage sull’argomento, che:

• Riporti dati sull’argomento

• Metta in relazione la notizia con la realtà del nostro paese (pensi che questo succeda anche da noi? Come si potreb-be migliorare?)

• Inserisca immagini (foto o disegni) sugli aspetti centrali della notizia.

• Faccia una riflessione a partire dalle domande che sono nell’allegato 3 dopo le informazioni che sono state date a ogni gruppo.

I gruppi di lavoro dovranno redigere una notizia che riguarda il mancato rispetto dei diritti dell’infanzia nel mondo e la do-vranno esporre nell’attività seguente. Invece che un collage, si può preparare un articolo di giornale, magari usando come modello esempi presi da internet.

• Quale notizia ti ha colpito di più e perché?

• Avendo visto le diverse notizie, chi credi che abbia la responsabilità di proteggere i diritti dell’infanzia?

• Conosci situazioni simili nel tuo paese? Quali?

• A tuo parere c’è qualcosa che gli adolescenti possono fare per difendere i diritti dell’infanzia?

ATTIVITÀ 3: FOTOREPORTER PER I DIRITTI.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

96

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

97

ALLEGATO 3UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

GRUPPO 1:

DIRITTO ALL’ALIMENTAZIONE E ALLA SALUTE

3 milioni di bambini ogni anno muoiono prima di compiere un mese.

La vita di un bimbo appena nato è delicata. I pericoli per la sua salute possono essere ridotti con:

• Un’assistenza di qualità durante la gravidanza;

• Un parto sicuro, seguito da ostetriche qualificate;

• Buone cure neonatali: attenzione alla respirazione e al calore, manipolazione igieni-ca del cordone ombelicale e della pelle, allattamento esclusivamente al seno.

Nel 2012, circa 17 milioni di bambini soffrivano di malnutrizione grave.

Quasi la metà delle morti di minori sotto i cinque anni sono dovute alla malnutrizione. La malnutrizione acuta rende i bambini più vulnerabili alle malattie gravi e quindi la pro-babilità che muoiano è più alta. La maggior parte dei bambini denutriti possono essere curati a casa in modo soddisfacente utilizzando speciali alimenti terapeutici già pronti per il consumo. A livello mondiale, si stima che nel 2012 c’erano 162 milioni di bambini sotto i cinque anni che avevano un ritardo nella crescita e 99 milioni con un peso troppo basso per l’età.

Perché credi che ci siano bambini e bambine che non hanno accesso alle cure mediche? Secondo te, perché ci sono bambini e bambine che non mangiano bene? Pensi che ci sia sufficiente cibo nel mondo? Tu mangi bene?

GRUPPO 2:

LAVORO MINORILE

Nel mondo, quasi uno ogni sei bambini tra i 5 e i 14 anni è coinvolto nel lavoro minorile. Secondo i dati dell’UNICEF, la percentuale per regione dei bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano è la seguente:

Fonte: Base mundial de datos de UNICEF, 2012.

Hai mai lavorato? Perché i bambini e le bambine lavorano? Pensi che il fatto che un bam-bino lavori sia sempre un male? Quali condizioni ci devono essere perché lavori senza che i suoi diritti vengano violati?

98

ALLEGATO 3UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

GRUPPO 3:

BAMBINI E BAMBINE SENZA UN’IDENTITÀ UFFICIALE O SENZA CURE FAMILIARI

Milioni di bambini e bambine vivono senza nessuna protezione contro le violenze che possono essere loro rivolte. Questi bambini sono maltrattati e sfruttati in modo non palese, quindi risultano invisibili e le statistiche non ne tengono conto. Anche bambini che vediamo tutti i giorni possono diventare “invisibili” per noi quando li abbandoniamo o non prestiamo loro la dovuta attenzione.

Inscrizione alla nascita

I bambini e le bambine che, quando nascono, non vengono iscritte all’anagrafe non appa-iono nelle statistiche e non vengono riconosciuti come membri della società. Senza un’i-dentità ufficiale, molte volte non possono accedere a servizi essenziali come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e la sicurezza sociale, e non sono protetti in situazioni di pericolo, cioè quando non sono trattati come bambini, mentre invece lo sono.

Tutti gli anni, un 55% di tutte le nascite in Asia, Africa e America Latina, ad eccezione della Cina, non vengono registrate. Pertanto, più di 50 milioni di bambini e bambine iniziano la loro vita senza avere un’identità.

Solo nel sud dell’Asia, la regione con il maggior numero di nascite non registrate, 24 mi-lioni di bambini e bambine non dispongono di un certificato di nascita.

Nell’Africa subsahariana non sono registrate 18 milioni di nascite.

BAMBINI E BAMBINE SENZA LE CURE DEI GENITORI

Orfani

I bambini e le bambine ai quali sono morti i genitori mancano della prima linea di difesa. Sopraffatti da improvvise responsabilità o obbligati a mantenersi da soli, molti spariscono dalla loro comunità, abbandonano la scuola o cadono vittime dello sfruttamento:

• 143 milioni di bambini nei paesi in via di sviluppo -1 ogni 13- sono orfani.

• Solo nel 2003 rimasero orfani 16 milioni di bambini.

• 15 milioni di bambini sono rimasti orfani a causa dell’AIDS.

Bambini di strada

Decine di milioni di bambini e bambine vivono per strada sotto gli occhi di tutti, ma pa-radossalmente sono tra i più invisibili, dato che la società di solito ignora la loro terribile condizione e non si preoccupa delle loro necessità. I bambini di strada sono soggetti a tutte le forme di sfruttamento e di abuso.

Ti immagini come sarebbe la tua vita se non avessi una casa o dei genitori che si occupa-no di te? Che cosa pensi che faresti per sopravvivere?

Perché pensi che ci siano dei genitori che abbandonano i figli? Pensi che questi bambini si comporteranno bene e si costruiranno una vita buona per sé e per chi sta loro intorno? Come pensi che alleveranno i loro figli?

99

GRUPPO 4:

TRAFFICO DI BAMBINI

Puerto Principe

Leggi questa notizia:

« La Polizia haitiana ha arrestato ieri nove cittadini statunitensi con l’accusa di traffico di bambini, dopo che essi avevano cercato di uscire dal paese con 33 minori haitiani senza nessun documento legale.

La ministra della Cultura e Comunicazione di Haití, Marie-Laurence Jocelyn Lassegue, ha detto che i cittadini statunitensi sono stati arrestati mentre venerdì scorso di notte cer-cavano di passare in Repubblica Dominicana con i bambini, che hanno dai due mesi ai 14 anni. Questa informazione è stata confermata dall’ambasciata USA in Haiti, che ha detto comunque che come ambasciata farà tutti i passi necessari per garantire il benessere dei cittadini americani detenuti all’estero.

La ministra ha assicurato che i minori si trovano ora in un centro di assistenza all’infanzia, non ha dato altri dettagli e non ha neppure voluto anticipare nulla su una possibile com-parizione in tribunale dei cittadini statunitensi.

Una delle arrestate del gruppo dell’Idaho (stato al nord-est degli Stati Uniti) ha assicurato i cronisti statunitensi che loro volevano lottare contro il traffico di bambini e che la loro intenzione era solo di aiutarli ».

Credi che avere una nazionalità o un’altra ti dia diritti diversi? Pensi che ci siano persone che hanno più valore di altre? Chi deve proteggere i bambini e le bambine che non hanno nessun adulto che li difende?

100

Realizzeremo un gioco di ruolo con l’obiettivo di sperimentare i sentimenti che si provano quando i propri diritti non sono rispettati.

Dividetevi in gruppi di 6 e andate a fare una visita in mensa e a scuola, come vi dirà il vostro insegnante.

Come ti sei sentito?

Quando non avevo diritto...

Quando avevo diritto...

Quando i miei compagni non avevano diritto...

• Pensi che tutti i bambini e gli adolescenti ab-biano il diritto di andare a scuola e di man-giare come fai tu?

• Hai avuto qualche volta nella tua vita un “cartellino arancione”? Chi ha “cartellini arancioni” nella vita?

• Quali normative o situazioni impediscono che i loro diritti siano rispettati?

• Pensi che sia importante che tutti i bambini e tutte le bambine abbiano questi diritti? Che cosa puoi fare tu?

ATTIVITÀ 4: INFANZIA SENZA DIRITTI.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO? RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

101

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 4.1: Conoscenze generali dei diritti dei minori.

103

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

Dividetevi in quattro gruppi. Poi analizzate le carte tematiche sullo stato dell’istruzione nel mondo (Allegato 1) e rispondete alle domande che vi sono poste. Se non conoscete il nome di un paese, lo potete trovare sulla carta del mondo (Allegato 2) che trovate alla fine.

Quando avrete finito, una persona per gruppo dirà agli altri le conclusioni a cui siete arrivati.

• Quali paesi hanno un peggior accesso all’istruzione? Perché?

• Quale continente presenta i dati peggiori su questo tema?

• Che cosa vi ha più colpito in queste carte tematiche?

• Pensi che l’istruzione sia una spesa o un investimento?

• Come pensi che sarebbe la tua vita se non ci fosse l’istruzione? Quan-to denaro pensi che sia stato già investito nella tua istruzione? Dovrai restituirlo a qualcuno?

ATTIVITÀ 1: DIRITTO ALL’ISTRUZIONE NEL MONDO.

In questa attività vedremo qual è la si-tuazione dell’istruzione nel mondo.

COME LO FAREMO?

CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?RIFLETTI

104

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifi ci.

ALLEGATO 1

TASSO DI ALFABETIZZAZIONE PER NAZIONE:

Colore bianco: sotto il 45%

In grigio = dati non disponibili (Fonte: 2012 Human Development Report).

• Quale continente ha tassi di alfabetizzazione più bassi? Quali più alti?

• Quali paesi hanno un tasso di alfabetizzazione simile al tuo? Sapresti spiegare perché?

• Fa’ l’elenco dei paesi che hanno meno della metà della popolazione alfabetizzata.

Nei planisferi tematici presenti sul sito http://www.worldmapper.org il territorio è stato deformato in proporzione al problema di cui si sta trattando.

Questi tre planisferi presentano come nel mondo sia realizzata l’istruzione femminile e quella terziaria (cioè quella che segue la conclusione dell’obbligo scolastico) e quanta sia la spesa pubblica dedicata all’istruzione. Andando sul sito citato si possono ricavare molte altre informazioni su problemi legati all’istruzione a livello mondiale.

105

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifi ci.

ALLEGATO 1

Bambine non iscritte alla scuola primaria

http://www.worldmapper.org/display.php?selected=201

Istruzione terziaria (non obbligatoria)

http://www.worldmapper.org/display.php?selected=203

Spesa pubblica per la scuola primaria

http://www.worldmapper.org/display.php?selected=207

• Quali sono gli stati nei quali l’istruzione femminile è più trascurata? In quali continenti invece bambine e bambini hanno parità di accesso all’is-truzione?

• Quali informazioni ricavi dal planisfero sull’istruzione terziaria?

• Metti a confronto le informazioni che ricavi dal planisfero relativo alla spesa pubblica per la scuola primaria con il taso di alfabetizzazione per nazione. C’è una relazione tra i due dati?

• Si può affermare che esista una relazione tra diffusione dell’istruzione e sviluppo di un paese? È lo sviluppo che porta all’istruzione? È l’istruzione che favorisce lo sviluppo?

106

 

ALLEGATO 2UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

107

RIFLETTI

ALLEGATOUNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

108

Lo svago e il tempo libero è un diritto ricono-sciuto dalla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dato che è un elemento im-portante per lo sviluppo psico-sociale di ogni in-dividuo e lo è ancora di più nel caso dell’infanzia. Per questo è un valore da proteggere.

Molto spesso non siamo consapevoli dell’impor-tanza che ha questo tempo per la nostra vita e di quello che perdiamo quando non abbiamo salutari momenti di svago; per questo, la prima parte di questa sessione ha come obiettivo quel-lo di farvi scoprire l’importanza dello svago e del tempo libero.

Cominceremo segnando sulla lavagna le attività che realiz-ziamo nel nostro tempo libero. Poi, su un’altra parte della lavagna segneremo quali altre cose ci piacerebbe fare se avessimo più tempo libero.

Poi, in modo individuale, ciascuno completerà la scheda dell’Allegato 3. Bisognerà colorarla, utilizzando il codice di colori che vi è indicato, in modo da vedere come distribuite il vostro tempo libero nel corso della giornata.

• Perché sono così importanti lo svago e il tem-po libero?

• Che cosa vorresti fare e non puoi per man-canza di tempo?

• Ti sembra eccessivo il tempo che hai occupato?

• Pensi che potresti usare meglio il tuo tempo libero? Fai attività di svago? Quali?

ATTIVITÀ 2: SVAGO E TEMPO LIBERO.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

109

ALLEGATO 3

DISTRIBUZIONE DEL TEMPO NEL CORSO DELLA GIORNATA

CODICE:

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

Tempo del riposo

Alimentazione e igiene personale

Lavoro o studio

Attività di vago

Tempo libero

110

RIFLETTI

ALLEGATO UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

111

In questa attività confronteremo l’orologio della giornata che abbiamo realizzato nella sessione precedente con quello di bambini lavoratori nel mondo e proveremo a confrontare la realtà dei diversi paesi. Inoltre prenderemo in esame i dati sul lavoro minorile nel mondo e li metteremo a confronto con quello che succede nel nostro paese.

In base alle indicazioni dell’insegnante, ciascuno di voi leg-gerà la storia di un bambino lavoratore e il suo “orologio”, simile a quello che avete realizzato voi nell’attività prece-dente (Allegato 4).

Dovete mettere a confronto il vostro orologio con quello che vi è stato dato e cercare di capire, almeno in parte, com’è la vita di un bambino sfruttato: quanto tempo dedica alla scuola? quanto al trasferimento verso il posto dove stu-dia o lavora? fa attività di svago? ecc.

Poi rifletterete insieme su alcuni dati relativi al lavoro mino-rile nel mondo.

• Sai dire la differenza tra svago e tempo libero?

• Potresti riconoscere casi di lavoro minorile nel tuo ambiente?

• Quali lavori conosci che nel tuo paese sono svolti da minori?

• Come pensi che potresti utilizzare meglio il tuo tempo libero e cos’è che ti impedisce di farlo?

ATTIVITÀ 3: LAVORO MINORILE NEL MONDO.

COME LO FAREMO?CHE COSAIMPAREREMO?

CHE COSA HAI IMPARATO?

RIFLETTI

UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

112

Esempio 1: Orario di Farras

Farras Khan Sinwari è uno di quei bambini che non gode di uno dei diritti più fondamentali dell’infanzia: l’istruzione. Farras lavora con i suoi due fratelli, che hanno solo 2 e 3 anni, nella fabbrica di mattoni di Karkla, a 15 chilometri a est di Peshawar in Pakistan.

Farras, nonostante non sia ancora adolescente, lavora per 12 ore di seguito fabbricando e trasportando sulla testa pile di pesanti mattoni.

I suoi fratelli, che sono ancora piccolissimi, dato il loro scarso peso sono usati per girare i mattoni senza deformarli, in modo che prendano aria.

ALLEGATO 4UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

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Esempio 2: Orario di Mende

Mende Nazer, il cui nome nella sua lingua natale significa “gaz-zella”, oggi è un’adulta completamente dedicata alla lotta con-tro il lavoro minorile. È nata sulle montagne di Nuba, al sud del Sudan. Aveva 13 anni quando una notte del 1994, mentre tutti dormivano, molti uomini armati di coltelli e pistole irruppero nel villaggio.

Uccisero i padri che cercavano di proteggere le loro famiglie, sequestrarono le donne e i bambini e devastarono il villaggio. Tra quei bambini c’era anche Mende, che fu stuprata selvag-giamente.

Pochi giorni dopo, Mende fu venduta a una famiglia ricca della capitale del Sudan, Kartum, e divenne la loro schiava per sette anni. Dormiva in una baracca fredda e sporca, chiusa a chiave e vestita di stracci. Usciva solo per lavorare 18 ore al giorno, mangiando qualche avanzo. Era chiamata “yebit”, un crudele insulto arabo che letteralmente significa “ragazza che non me-rita di avere un nome”, e spesso veniva maltrattata.

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ALLEGATO 5 UNITÀ DIDATTICA 4.2: Diritti specifici.

Milioni di bambini e bambine lavorano per aiutare le famiglie in modi che non implicano danno o sfruttamento. Però molti minori lavorano in forme che spesso interferiscono con la loro istruzione, rubano alla loro infanzia l’allegria e distrug-gono il loro diritto a uno sviluppo fisico e mentale normale. Questo tipo di lavoro è considerato nocivo per il minore e pertanto deve essere eliminato. Alcuni dati che mostrano questa realtà sono i seguenti:

Tavola 1: Percentuale di bambini di 5-14 anni impiegati in lavoro minorile per regione

Nota: Le stime si basano su un sottoinsieme di 91 paesi che copre il 71% della popolazione infantile dai 5 ai 14 anni nel mondo (escludendo la Cina per la quale non sono disponibili dati confrontabili con quelli dell’UNICEF). Le stime regionali si riferiscono a paesi che coprono almeno il 50% della popolazione della regione.

Fonte: Dati UNICEF, 2012.

Tavola 2: Percentuale di bambini di 5-14 anni impiegati in lavoro minorile per regione

Nota: Le stime si basano su un sottoinsieme di 89 paesi che copre il 70% della popolazione infantile dai 5 ai 14 anni nel mondo (escludendo la Cina per la quale non sono disponibili dati confrontabili con quelli dell’UNICEF). Le stime regionali si riferiscono a paesi che coprono almeno il 50% della popolazione della regione.

Fonte: Dati UNICEF, 2011.

I bambini e le bambine hanno la possibilità di cadere vittime del lavoro minorile in tutte le regioni.

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RIFLETTI

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