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LLLUUUCCCEEE DDDEEELLL MMMOOONNNDDDOOO,,, SSSAAALLLEEE DDDEEELLLLLLAAA TTTEEERRRRRRAAA IIInnncccooonnntttrrrooo dddeeeiii gggiiiooovvvaaannniii cccooonnn iiilll SSSaaannntttooo PPPaaadddrrreee

iiinnn ppprrreeepppaaarrraaazzziiiooonnneee aaallllllaaa GGGMMMGGG 222000000222

EMBARGO TOTALE FINO ALLE ORE 17,30

DI GIOVEDI' 21 MARZO 2002

TESTO aggiornato al 20/3/2002

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17.30 4’ Immagini di piazza San Pietro gremita di giovani che agitano i foulards dei quattro colori: blu, giallo, rosso e bianco.

PPPAAAOOOLLLAAA CCCEEECCCCCCHHHIII ––– GGGIIIAAANNNNNNIII PPPRRROOOIIIEEETTTTTTIII --- OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA AAAcccccclllaaammmaaattteee aaalll SSSiiigggnnnooorrreee

La tierra està llena De la misericordia del Senòr Por Su palabra Fueron echos Los cielos Y las aguas del mar Acclamad al Senor Con los instrumentos Acclamad al Senor Con jubilo Acclamad al Senor Con los instrumentos CantadLe un cantico nuevo Acclamate al Signore Con canti di gioia Acclamate al Signore Alleluja Acclamate al Signore Con ogni strumento Cantate un cantico nuovo. Raccontano i cieli la luce e la gloria del Signor. E la sua parola più dolce del miele in tutta la terra giungerà. Acclamate al Signore Con canti di gioia Acclamate al Signore Alleluja Acclamate al Signore Con ogni strumento Cantate un cantico nuovo. Acclamate al Signore In sovrimpressione:

TITOLI DI TESTA

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Durante il brano, dai due corridoi laterali e da quello centrale della piazza partono tre gruppi di pattinatori. Sventolando foulards degli stessi colori della folla si dirigono verso il sagrato. I tre gruppi si riuniscono davanti alla conchiglia, la percorrono in velocità, salgono sul sagrato e salutano la folla. 17.34 4’ ETTORE Ciao a tutti e buon pomeriggio ai giovani presenti in questa Piazza e benvenuti a quelli che da tutta Italia seguono questo avvenimento. ADA Un benvenuto particolare ci è stato dato dagli atleti della Federazione italiana di pattinaggio a rotelle! Sono stati bravissimi a salire sul sagrato in questo modo così inconsueto. Credo che li abbiamo invidiati tutti… ETTORE E' davvero emozionante, essere nuovamente in questa Piazza dopo l’Incontro del 15 agosto del 2000 quando, davanti a ragazzi che venivano da tutto il mondo si apriva la Giornata Mondiale della Gioventù, il Giubileo dei Giovani. ADA Nessuno di noi ha dimenticato quei momenti. E le parole che il Papa ci ha rivolto. Ed è bello oggi ritrovarci qui, ancora insieme. Fra l’altro nel primo giorno di primavera… ETTORE Mi fate vedere il colore dei foulard che avete sventolato? I blu… I rossi… I gialli… I bianchi… ADA Sono i colori che compongono il simbolo di un altro grande raduno giovanile, la GMG, che si svolgerà a Toronto il prossimo luglio. E che avrà un titolo bellissimo: Voi siete il sale della terra, voi siete la Luce del mondo! ETTORE E anche il nostro incontro di oggi, organizzato dal Servizio Diocesano per la pastorale giovanile del Vicariato di Roma ha questo titolo: Luce del mondo e sale della terra! Cioè testimoni di amore e di pace nel mondo. Testimoni di Cristo!

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ADA Quindi questa è la festa di quelli che amano la Luce. Perché in un mondo dove è difficile fare scelte di vita coraggiose ed ispirate al Vangelo, in un mondo dove è difficile vivere secondo un progetto, qualcuno - e non sono pochi - ci riesce. ETTORE Siamo tornati a Piazza San Pietro, a trovare un nostro grande amico: il Santo Padre Giovanni Paolo II che a questo incontro non vuole mancare!… e fra poco, ancora una volta, il Papa scenderà in questa Piazza tra i suoi giovani, le sue sentinelle del mattino... ADA Lo aspetteremo insieme ad amici speciali. Infatti sono venuti a fare festa con noi alcuni artisti che amiamo molto: Tiziano Ferro, Alexia, Anna Tatangelo, Antonella Ruggiero, gli Agricantus, Raf! ETTORE Ascolteremo bella musica. Ma ascolteremo anche racconti di giovani come noi che hanno tentato o stanno tentando di vivere secondo un progetto di vita. Non sono eroi, ma persone che stanno andando fino in fondo, con decisione e con gioia, alla strada che Dio ha proposto loro nella vita. 17.38 37’ ETTORE E cominciamo dai primi due. Aiutiamoli, perché sono molto emozionati. Sono due fidanzati di Roma, MAURO DE MATTEIS e MONICA PUGNOTTI. Da quanti anni siete fidanzati? MAURO La nostra storia è iniziata iniziato in un momento particolare della vita quando tutti e due, separatamente stavamo cercando la risposta alla domanda: “Cosa vuole Dio da me?” Tanti dubbi e molti interrogativi dentro di noi, e l’idea che forse eravamo chiamati ad una vita religiosa. Un bel giorno invece ci siamo incontrati in parrocchia, durante una festa organizzata da alcuni amici ed abbiamo cominciato a parlare di noi e dei nostri dubbi. E’ stato quasi buffo scoprire che stavamo leggendo lo stesso libro: “Storia di un’anima” di Santa Teresa del Bambin Gesù.

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MONICA Così, abbiamo cominciato a raccontarci quello che avevamo nel cuore, finché, durante una delle tante passeggiate, abbiamo scoperto, dai nostri sguardi, di amarci e non abbiamo potuto fare a meno di dircelo. Allora la gioia è straripata come un fiume in piena, rivelandoci il nostro cammino insieme. E’ stato bello poi sentire che l’amore tra noi cresceva ogni giorno di più, nei momenti insieme, durante le gite, mentre ci tenevamo per mano sotto il portone di casa, nelle piccole e grandi difficoltà. MAURO Però innamorarci l’uno dell’altra per noi non ha significato chiuderci. Abbiamo sempre in mente le parole di S. Teresa di Gesù Bambino: “Amando Dio, il cuore si dilata e può dare molta più tenerezza ai propri cari che se restasse chiuso in un amore egoista”. Abbiamo capito che essere innamorati non è impossessarsi dell’altra persona, ma è vivere la propria vita come quotidiano dono per l’altro, desiderando, prima di tutto, la sua felicità. Ora sentiamo forte il desiderio di costruire una famiglia, avere dei figli. E insegnare loro, attraverso il nostro amore, che Dio è Padre, e solo Lui può colmarci di grazia e gioia. MONICA Un po’ di tempo fa, Mauro mi ha scritto in un biglietto: “Tu occupi un posto speciale nel mio cuore, anzi unico! Senza te non saprei proprio immaginare le mie giornate e prego Dio affinché ci conceda la grazia del matrimonio”. Questa grazia sta arrivando. Il prossimo 14 settembre ci sposeremo, iniziando così una nuova avventura insieme, ancora più impegnativa, ma altrettanto affascinante. ADA Vogliamo fare un grande augurio a Mauro e Monica che hanno annunciato il loro matrimonio in Piazza San Pietro? Ed ora, vorrei presentarvi un altro amico. Allora, carta d’identità: ha 25 anni, viene da Latina, è nato artisticamente in un gruppo gospel che cantava in parrocchia. E oggi è uno dei cantanti più ascoltati dai giovani. Secondo me avete già capito chi è: Tiziano Ferro! Tiziano ha scritto canzoni molto belle, ma ce n’è una che parla proprio di un ingrediente fondamentale che oggi nei rapporti di coppia, nei rapporti fra la gente, è sempre più raro ma tanto importante: il perdono! Accompagnato dall'Orchestra della Diocesi di Roma, diretta dal Maestro Monsignor Marco Frisina, TIZIANO FERRO!

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TTTIIIZZZIIIAAANNNOOO FFFEEERRRRRROOO --- OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA

PPPeeerrrdddooonnnooo Perdono… sì quel che è fatto è fatto io però chiedo scusa… regalami un sorriso io ti porgo una rosa… su questa amicizia nuova pace si posa… perché so come sono infatti chiedo Perdono… sì quel che è fatto è fatto io però chiedo scusa… regalami un sorriso io ti porgo una rosa… su questa amicizia nuova pace si posa… Perdono… Con questa gioia che mi stringe il cuore A quattro cinque giorni da Natale Un misto tra incanto e dolore Ripenso a quando ho fatto io del male E di persone ce ne sono tante Buoni pretesti sempre troppo pochi Fra desideri labirinti e fuochi Comincio un nuovo anno io chiedendoti Perdono… Dire che sto bene con te è poco Dire che sto male con te è un gioco Un misto fra tregua e rivoluzione Credo sia una buona occasione Con questa magia di Natale Per ricordarti quanto sei speciale Tra le contraddizioni e i tuoi difetti Io cerco ancora di volerti. Perdono… Qui l’inverno non ha paura… Io senza di te un po’ ne ho Qui la rabbia è senza misura… Io senza di te non lo so E la notte balla da sola… Senza di te non ballerò Capitano abbatti le mura… Che da solo non ce la farò.

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ADA Grazie a Tiziano Ferro. Adesso ascoltiamo un altro ragazzo che ha fatto una scelta molto grande. Era uno studente universitario quando, nel 1997, ha partecipato insieme a tanti altri alla Giornata Mondiale della Gioventù di Parigi. Ma quell’esperienza lo ha cambiato e ha deciso di spendere la vita come missionario ed è partito per le Filippine. Si chiama Daniele Mazza. DANIELE MAZZA E' difficile per me poter racchiudere il mistero della mia vocazione missionaria in poche parole. Probabilmente è nata da tanti piccoli avvenimenti o incontri che, presi singolarmente, forse non hanno tanta importanza, ma che insieme diventano come un grande fiume che indica la via verso il mare. Vorrei pero' condividere con voi tre di questi avvenimenti. Anzitutto il mio primo incontro con dei non-cristiani. Erano dei ragazzi provenienti da Taiwan della mia stessa eta' con cui studiavo l'inglese e che avevano sentito appena parlare del Cristianesimo. Una sera mi hanno invitato a cena a casa loro e, nel parlare, uno di essi mi ha domandato: "Ma chi e' questo Gesu'?" Io non sapevo cosa rispondere. Infatti era la prima volta che qualcuno me lo chiedeva! Poi, pian piano, ho iniziato a parlargli della donna peccatrice che piange sui piedi di Gesu' e che Gesu' perdona. Gli ho parlato di Gesu' che, forse proprio ispirato dal gesto di questa donna, lava i piedi dei suoi discepoli, e gli ho detto che io negli occhi di Gesu' ci vedo lo stesso volto del Dio umile e Santo che si e' fatto uomo. Lui non era molto convinto... Eppure quella sera ho capito una cosa: il dono piu' grande e piu' prezioso, Gesu' stesso, passa proprio attraverso la poverta' delle nostre parole e attraverso le nostre paure. Un altro incontro l'ho avuto con una mamma musulmana. Con la sua famiglia mi ha ospitato alcuni giorni nella sua casa nel Sud delle Filippine assai nota per scontri tra Musulmani e Cristiani. Abbiamo condiviso la nostra fede, le nostre domande sulla sofferenza, e soprattutto la nostra speranza di pace. La sera prima che io partissi mi ha detto una cosa che mi ha assai commosso. Mi ha detto: "Sai Daniele, e' gia' da dieci anni che, cosi', quasi per scherzo, prego Allah per un figlio che pensavo di avere chissa' dove nel mondo. Ora so che questo figlio sei tu... e cosi' ho chiesto ad Allah di poter essere tua madre e di pregare per te ogni giorno". Io era senza parole! E quella sera stessa ho capito una cosa assai bella: il dono piu' grande e piu' prezioso, Gesu' stesso, ci viene fatto quando condividiamo in profondita' con gli altri cio' che ci sta' piu' a cuore e quando questa condivisione ci fa non solo compagni di viaggio, ma fratelli e sorelle. Infine vorrei condividere il mio incontro con P. Ben Inocentio ucciso nel Sud delle Filippine da

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fondamentalisti musulmani durante il Giubileo del 2000. Era la prima volta che vedevo un martire dal vero. E guardandolo nella bara ho avuto una strana impressione: era li' a parlarmi del Dio della Vita e della Pace... lui che era morto... e a causa della violenza. Quella sera, nella preghiera, avevo tanti pensieri per la testa... ma uno in particolare mi e' rimasto dentro. Il dono piu' grande e piu' prezioso, Gesu' stesso, ci parla soprattutto nel silenzio di una vita donata per gli altri. Ho capito che, come diceva un grande missionario - Padre Clemente Vismara -, "la vita e' fatta per esplodere, per andare lontano. Se essa rimane costretta entro i suoi limiti non puo' fiorire. Se la conserviamo solo per noi stessi la si soffoca. La vita e' radiosa nel momento in cui si comincia a donarla. ADA Ringraziamo Daniele, al quale auguriamo ogni bene, e di essere veramente luce del mondo e sale della terra, di avere tanto coraggio per la sua missione. Un augurio di cuore da tutti noi. Adesso un complesso che viene dalla Sicilia, ma raccoglie artisti di razze diverse: gli Agricantus. Una musica che raccoglie respiri e sogni di tutta la gente del mondo: Teleja!

AAAGGGRRRIIICCCAAANNNTTTUUUSSS ––– OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA TTTeeellleeejjjaaa Eccoci qua per farvi capire oggi ci siamo incontrati per liberarci di tutti i pensieri Eccoci qua per farvi capire Oggi è oggi Il vento è il vento Il bambino del cielo Vieni nella mia anima e falla vivere Io sogno il mio sogno Nella mia testa tic tichitichitoc Il sogno nel sogno di’un’altra vita È realizzabile, sì caro Il tuo amore deve essere forte La tua volontà deve essere forte Il vento, il vento Il bambino del cielo È come il tempo Il tempo, il tempo, non si muove di qua Nella mia testa tic tichitichitoc tic tichitichitoc

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ETTORE Grazie agli Agricantus che con la loro musica ci hanno portato idealmente in qualche angolo di mondo lontano dove i giovani sono chiamati anche oggi ad essere testimoni di Cristo. Torniamo a Roma con un'altra testimonianza. Una ragazza di 24 anni che ha voluto di essere luce del mondo e sale della terra scegliendo la vita religiosa. Benvenuta, Suor Miriam. SUOR MIRIAM Sono Sr. Miriam Di Grande, vivo a Roma da 4 anni e appartengo alla Famiglia Religiosa delle Suore di Sant'Anna. Ho professato i Primi Voti il 25 Agosto del 2001. Studio all’università LUMSA, dove sto frequentando il 3° anno del corso di Laurea in Scienze dell’Educazione. Io avevo 17 anni quando, in mezzo al frastuono e alla routine d’ogni giorno, ho sentito che qualcosa stava cambiando dentro e fuori di me. Studiavo al Liceo Scientifico, appartenevo al gruppo dell’Azione Cattolica e al coro parrocchiale e partecipavo assiduamente a tutte le attività a livello giovanile. Avevo un ragazzo, che vedevo tutti i giorni in classe, in parrocchia e, ovviamente, quando uscivamo con gli amici. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di chiedermi: “Cosa fare della mia vita?”. Ho iniziato a riflettere e a guardarmi intorno!… Quando andavo in Parrocchia, osservavo spesso le Suore di S. Anna, impegnate ad educare cristianamente i bambini e i giovani, e sono rimasta affascinata dal loro “dare la vita a tempo pieno per gli altri”, con semplicità e gioiosa accoglienza. In loro ho colto un segno che mi ha aiutato a capire che Dio mi chiamava a realizzare un Progetto preparato con amore per me, che mi ha sconvolto, ma che mi dà un’immensa felicità… Così ho lasciato tutto!… La mia famiglia, gli amici, il mio ragazzo per consacrare la mia vita a Dio, vivendo nella Povertà, Castità e Obbedienza. Povertà: non possedere nulla, perché niente fosse più mio, ma tutto di tutti, in modo da essere “povera tra i poveri”. Castità: amare gratuitamente tutti, amici e nemici, donando tutta me stessa senza ricevere nulla in cambio. Obbedienza: servire con umiltà i miei fratelli, leggendo nel loro volto, negli occhi, nel sorriso, non ciò che io voglio, ma quello che Dio vuole per loro. Oggi sono molto felice di aver capito quale sia la mia vocazione, alla quale cerco di rispondere con gioia e libertà, anche nei momenti più difficili del cammino. Sono tanti i miei errori, le mie fragilità, ma con l'aiuto della grazia di Dio vado avanti con coraggio e tanta speranza! Auguro a ciascuno di noi di ricercare, scoprire e vivere la “vocazione santa” a lla quale siamo chiamati, perché tutti possiamo realizzare quanto Gesù continua a ripeterci senza mai stancarsi: “Siate sale della terra e luce del mondo”! Carissimi amici, Siamo tutti chiamati alla vita!… A vivere alla grande!… A realizzare un Progetto, che non è “per caso”, ma che Dio ha disegnato per ciascuno

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di noi… Nessuno escluso!… E se Lui lo ha fatto è perché si fida di noi, conta su di noi, sa che possiamo farcela! GRAZIE a tutti voi…CIAO! ETTORE Grazie a Suor Miriam. Ed ascoltiamo ora un altro amico che non viene da Marte, ma dalla Parrocchia di San Frumenzio nel quartiere dei Prati Fiscali qui a Roma. Ha 25 anni, è appassionato di calcio come tanti di noi, e tra circa un anno diventerà sacerdote. Accogliamo ed ascoltiamo Stefano Piccini! STEFANO PICCINI Sono uno dei tanti ragazzi che fatta la cresima aveva abbandonato la Chiesa. Progressivamente non avevo più frequentato la parrocchia e il mio rapporto con Dio si era ridotto a qualche scampolo di Messa o a sporadiche suppliche prima di un’interrogazione o di un compito in classe. La Domenica è sempre stata un giorno importante per me, ma perché c’era la partita ed io frequentavo assiduamente lo stadio. La lontananza cresceva e, insieme, aumentava anche un vuoto interiore che non sapevo colmare: la passione per una squadra di calcio era bella, ma non poteva bastare! Finalmente al liceo ho incontrato degli amici, persone semplici con tanta voglia di vivere, e frequentandoli mi sono ritrovato in parrocchia quasi senza accorgermene. Tra queste una è diventata la mia ragazza: è lei che ha riacceso il mio rapporto con Dio e mi ha fatto scoprire cosa vuol dire amare; è con lei che ho imparato a pregare! Mi sentivo tanto amato e fu naturale interessarmi agli altri: era la stessa energia dell’amore che mi spingeva a donarmi. Ho iniziato a fare il catechista, a servire presso una mensa per i poveri, a occuparmi di alcune persone malate di aids, a rendermi disponibile per diversi servizi. Poi, un’estate, io e la mia ragazza decidemmo di passare sei giorni di ritiro ad Assisi e qui è nato un rapporto molto intimo con Gesù, un sentimento forte che però non riuscivo a decifrare. Tornando a Roma lei mi disse: “Stefano, dovresti pensare meglio alla tua vocazione”. Che sacrificio! Stava dilatando il suo cuore al massimo, ma io pensai che non era vero, che si stava sbagliando… aveva ragione! Giorno dopo giorno ho scoperto cosa Dio mi stava dicendo, ho afferrato la mia vita, liberamente, tra le mani, e gli ho risposto. Ho lasciato la mia ragazza, l’università e qualche timore. Volevo entrare in seminario, volevo donare quello stesso amore che mi coinvolgeva e annunciare quella Parola che illuminava e colorava la mia vita. I miei genitori, tutt’altro che entusiasti, erano decisamente preoccupati. Devo riconoscere che, comunque, mi hanno sempre sostenuto su questa strada. Sono al V anno di seminario, diventerò diacono a ottobre e in questo cammino, tra passi a volte spediti e a volte più incerti ho

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maturato la mia scelta. Desidero diventare sacerdote per la Chiesa di Roma e del mondo, con il mio bagaglio di difficoltà, di doni e di gioia intensa, perché “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. ETTORE Stefano, e tutti i giovani che a Roma così come nel mondo intero stanno preparandosi al Sacerdozio. Si prepara a compiere un grande servizio: annunciare il Vangelo, dare l'Eucaristia, dare il perdono di Dio, ascoltare tutti e dare a tutti parole di consolazione e di speranza. A loro e alle religiose vogliamo dedicare una canzone molto bella che dice: "Quando sei sfinito e ti senti giù, quando hai negli occhi le lacrime, io te le asciugherò. Sono dalla tua parte quando intorno a te ci sono solo tenebre. Sarò per te come un ponte su acque tempestose.” Con tutta la sua forza, la sua grinta e la sua intensità: Alexia!

AAALLLEEEXXXIIIAAA ––– OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA BBBrrriiidddgggeee ooovvveeerrr tttrrrooouuubbbllleeeddd wwwaaattteeerrr When you're weary, feeling small, When tears are in your eyes, I will dry them all; I'm on your side. When times get rough And friends just can't be found, Like a bridge over troubled water I will lay me down. Like a bridge over troubled water I will lay me down. When you're down and out, When you're on the street, When evening falls so hard I will comfort you. I'll take your part. When darkness comes And pains is all around, Like a bridge over troubled water I will lay me down. Like a bridge over troubled water I will lay me down. Sail on silvergirl, Sail on by. Your time has come to shine.

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All your dreams are on their way. See how they shine. If you need a friend I'm sailing right behind. Like a bridge over troubled water I will ease your mind. Like a bridge over troubled water I will ease your mind. Quando sei sfinito e ti senti giù Quando hai negli occhi le lacrime io te le asciugherò Sono dalla tua parte quando Quando passi un brutto momento E non hai un amico accanto Come un ponte su acque tempestose io sarò per te Quando sei triste e assente, Quando sei in mezzo a una strada, Quando la sera scende tristemente Io ti consolerò. Sarò dalla tua parte, Quando viene l'oscurità E il dolore è tutt'attorno, Come un ponte su acque tempestose io sarò per te. Molla le ancore ragazza d'argento, Naviga al largo. Il tuo tempo comincia a risplendere. Tutti i tuoi sogni sono in viaggio. Guarda come risplendono. Se hai bisogno di un amico Navigherò accanto a te. Come un ponte sopra acque tempestose Cullerò la tua mente. ADA Alexia ci ha regalato questa magica interpretazione di Bridge over troubled water, un capolavoro di Simon e Garfunkel. Ad accompagnarla, l'Orchestra della Diocesi di Roma, diretta da Marco Frisina. Alexia rimane con noi, insieme agli altri cantanti, per accogliere il Papa che sarà con noi tra pochi minuti. Ma adesso salutiamo alcuni ospiti speciali: qui con noi in piazza c’è una delegazione di giovani Canadesi che stanno organizzando a Toronto la Giornata Mondiale della Gioventù 2002 che avrà luogo dal 23 al 28 luglio prossimo e alla quale saremo certamente presenti in massa. Li salutiamo con un forte applauso e sventolando i nostri foulard dei colori stessi che appaiono sul logo della GMG.

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ETTORE L'ultima testimonianza è quella di una famiglia. Con la loro coerenza di vita sono stati strumento inconsapevole di un progetto più grande di loro, un progetto che non sospettavano, ma che hanno accettato con amore. Ascoltiamo Giampaolo e Rita Manganozzi sono qui con i loro figli: Don Mauro e Lucia, il loro genero Alessandro e le loro nipotine: Benedetta e Michela. GIAMPAOLO Non abbiamo niente di speciale da raccontarvi; nella nostra casa non c’è uno scoop che possa catturare l’attenzione, soprattutto di questi tempi. Non voglio dire che il nostro encefalogramma sia piatto: anzi, i ritmi di vita sono alti; voglio dire semplicemente che la nostra è stata ed è una vita molto normale. Anche se i nostri sussulti li abbiamo avuti: le corsie di ospedale, le quadrature dei conti, gli impegni in parrocchia, nel quartiere, nei consigli di classe dei nostri figli, i campi estivi con gli scout, i gruppi di volontariato ai quali apparteniamo… tutte cose da mettere d’accordo con gli orari e i pesi di famiglia, primo fra tutti il lavoro. A proposito di sussulti, poi, non escluderei la pronuncia di due “si” impegnativi che, seppure coerenti con la convinzione di non voler ostacolare in nessun modo le scelte dei figli, sono stati sofferti. Il “si” di Lucia che, complice Alessandro, faceva la sua scelta di donna e di mamma impegnata in famiglia; il “si” di Mauro che a 28 anni ci ha salutato per entrare in seminario… rinunciando a una professione per la quale si era preparato con gli anni di liceo, dell’università, del conservatorio. A me quel si totale ha molto pesato e per molto tempo l’ho letto come uno scacco, una sconfitta alla mia capacità di portare avanti un progetto anche se crediamo in Dio e siamo impegnati in parrocchia… Il suo ingresso in seminario, all'epoca, non l’ho capito, anche se oggi lo considero un dono. RITA Comunque, direi che c’è un terzo “si” importante, anzi preliminare per la nostra famiglia: quello del matrimonio ancorato a una scelta di fedeltà e di fede, una scelta di “casa-nostra” non secondo un concetto di proprietà, ma come luogo di persone, di affetti, di legami personali sensibili e profondi, di eventi, di ricordi. Se guardo indietro nella nostra vita famigliare, vedo che abbiamo insegnato ai nostri figli ad essere coerenti con i principi di onestà, di costanza, al dovere, di testimonianza del credo in Cristo Maestro e di attenzione verso gli altri. Vorremmo ricordare anche Letebrahan che abbiamo adottato a distanza e con la quale da 15 anni abbiamo un rapporto che non è solo di corrispondenza. Nella normalità della nostra famiglia il Signore ci ha

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donato Mauro sacerdote, Lucia e Alessandro sposi e questa figlia lontana Letebrahan, suora da cinque anni nella Congregazione delle Suore Cappuccine Missionarie di Madre Rubatto. GIAMPAOLO Ecco, questo è un po’ di noi. Auguriamo a tutti coloro che sono chiamati alla vita matrimoniale e di genitori di viverla bene, secondo un progetto che è nostro e di Dio, sicuri che da questo progetto ne nascono altri altrettanto belli ed utili per il mondo. ADA Grazie alla famiglia Manganozzi. Sono tante le famiglie che vivendo quotidianamente l'amore e l'unità, diventano “sale della terra e luce del mondo”, la prova concreta dell'amore di Dio. E adesso una canzone che un papà ha dedicato a suo figlio, al suo futuro. La canzone si chiama Iperbole, e il papà è uno dei cantautori più amati da tutti noi: è RAF!

RRRAAAFFF IIIpppeeerrrbbbooollleee Un iperbole di stelle scia giù dal cielo Degno di una straordinaria notte Di un giorno qualunque. Mentre dormi accanto a me Io sto così bene al punto Che non ho più pensieri E i desideri li ho già regalati a te. Ma il cielo induce a fare sogni e profezie Porsi le domande a cui rispondere non sai E nessun sogno mai potrà Svelare suoi misteri e incognite. Dormi piccolo tesoro Dormi che una stella veglierà E chissà domani come sarai Chissà se ancora ci crederai In un futuro da difendere Se anche tu non avrai certezze guardando il cielo iperbole di stelle la notte di un giorno qualunque qualunque non fermarti alle apparenze guarda sempre nel profondo una stella a volte è solamente luce ormai ed il mondo siamo noi dovremmo noi decidere di noi

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ma ognuno perso in un frenetico presente cerca una sua meta Oh, baby Se anche tu non avrai certezze guardando il cielo iperbole di stelle la notte di un giorno qualunque qualunque ETTORE Ringraziamo davvero Raf per la sua presenza qui fra noi. Ci sentiamo spesso anche noi persi in un frenetico presente a cercare la nostra meta, come dice la sua canzone. Ma siamo quasi arrivati al momento più atteso: tra poco il Santo Padre sarà qui tra noi per annunciare a tutto il mondo che il più potente strumento di pace è il Vangelo. In questo momento in molti luoghi della terra la pace è una speranza molto lontana. Vogliamo ricordarli tutti, ma in particolare la terra di Gesù, la Palestina. E vorrei che la piazza mandasse un saluto ad alcuni dei giovani che sono presenti qui con noi oggi, eccoli, sono loro: domani partiranno per celebrare la Domenica delle Palme in Terra Santa. E’ un modo di portare ai fratelli che vivono sotto l’incubo quotidiano della guerra la nostra vicinanza cristiana e la nostra solidarietà. 18.15 10’ ADA Il Papa sta arrivando. Facciamogli sentire l’abbraccio di tutta la piazza!

Durante il passaggio tra la folla, canti di accoglienza.

CCCOOORRROOO eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA JJJeeesssuuusss CCChhhrrriiisssttt yyyooouuu aaarrreee mmmyyy lll iiifffeee Jesus Christ you are my life, alleluja, alleluja, Jesus Christ you are my life, you are my life, alleluja, Tu sei via, sei verità, Tu sei la nostra vita, camminando insieme a te vivere in te per sempre ……………………..

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Ci raccogli nell’unità, riuniti nell’amore, nella gioia dinanzi a te cantando la tua gloria …………………….. Nella gioia cammineremo, portando il tuo Vangelo testimoni di carità figli di Dio nel mondo. ETTORE E’ arrivato alla festa il nostro amico, colui che ci ha invitati qui. Il Santo Padre, sta per raggiungere il sagrato, e tra i canti di gioia con cui Lo accogliamo, adesso vogliamo fargli ascoltare una primizia: l’Inno della Giornata Mondiale della Gioventù che s i svolgerà a Toronto in luglio. Si intitola Light of the world, Luce del mondo e ce lo cantano due amici canadesi: Janelle Raynard e Stefan Aubin.

SSSTTTEEEFFFAAANNN AAAUUUBBBIIINNN --- JJJAAANNNEEELLLLLLEEE IIInnnnnnooo GGGMMM GGG TTTooorrrooonnntttooo The One that we have seen with our own eyes, The One that we have touched and feit with our own hands, The One that we have heard with our own ears, The One that in the depths of our hearts we have met; He is the One who we proclaim to you... His splendour is on all, For he shines upon the world. So many in our world drift into sleep, While others oniy know a darkness without end. Let brothers rise to call them from the deep! Let sisters take their hands to heal and be their friends. Together, let us stand against the storm And in the heart of night be the watchers of the morn. The light of the world, The salt of the earth, We scatter the darkness When love becomes our way. The light of the world, Christ is our light. We shine with bis brìghtness, The reflection of bis light

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From day to day! So many feel that they have yet to find The meaning of their lives, their value and their worth; If we just walked along with hearts made kind... And listened to their tales and sought to ease their hurt; Perhaps they'd hearken to the news we bear, And in the broken bread, Come to know true love and care! No worth has salt if it should lose its taste. No usefulness has light if it's hidden away! So may our souis, our hearts, our minds be graced, And for the Spirit's gifts and power let us pray! May truth abide in everything we do; May love and justice reign! And may God our world renew! Celui que de nos yeux nous avons vu, Celui que de nos mains nous avons pu toucher, Celui que nos oreilles ont entendu, Celui que dans nos cœurs nous avons rencontré Voilà Celui que nous vous annonçons Et qui a resplendi Sur la terre ou nous vivons! So many in our world drift into sleep, while others only know a darkness without end. Let brothers rise to call them from the deep! Let sisters take their hands to heal and be their friends. Together, let us stand against the storm and in the heart of night be the watchers of the morn. Colui che abbiamo visto con i nostri occhi… Colui che abbiamo potuto toccare con le nostre mani… Colui che le nostre orecchie hanno ascoltato… Colui che abbiamo incontrato nei nostri cuori… …ecco colui che vi annunciamo e che ha brillato nella nostra terra!

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(se serve) ADA Luce del mondo, sale della terra. Il sale che dà sapore. Il sale che conserva. Sappiamo che è un compito impegnativo, nel mondo di oggi. Ma noi giovani non ci accontentiamo di una vita insipida, vogliamo “condirla” con l’insegnamento di Cristo. Vogliamo conservare la fede donataci da Dio e ci impegniamo a trasmetterla a chi verrà dopo di noi. (se serve) ETTORE La luce, simbolo del desiderio di verità, della sete di conoscenza. Noi siamo alla ricerca di certezze. Spesso il buio ci spaventa e ci rende insicuri. Ma l’incontro con Cristo illumina di luce nuova la vita, ci porta sulla buona strada. La luce di cui Cristo ha parlato nel Vangelo è la fede che illumina il cuore e la mente.

CCCOOORRROOO eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA JJJuuubbbiii lllaaattteee DDDeeeooo Iubilate omnis terra, jubilate Domino nostro, alleluja, alleluja, iubilate Deo, exsultate in lætitia, iubilate Deo. Laudate eum in excelsis, laudate Dominum nostrum omnes angeli et virtutes, laudate eum quoniam magnum Rex est Dominus super omnem terram. Laudate pueri Dominum, laudate nomen Domini benedictus nomen eius, benedictus in sæcula, super cælos gloria eius, laudate omnes gentes. Laudate eum omnes angeli, laudate omnes virtutes, in æternum laudate eum omnes gentes et populi, quia ipse mandavit et omnia creata sunt.

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18.25 15’ Il Santo Padre prende posto nella sua Sede SANTO PADRE Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo TUTTI Amen SANTO PADRE La pace sia con voi TUTTI E con il tuo spirito ETTORE Santità, grazie per essere con noi e per averci accolti qui, vicino alla tomba dell'Apostolo Pietro. Come Pietro, Lei ci annuncia il Vangelo, che ora vogliamo accogliere nella nostra Assemblea. Dieci giovani accompagnano l’entrata solenne dell’Evangeliario – sempre portato da un giovane – che viene intronizzato su un leggio accanto al Santo Padre. Durante questa cerimonia:

PPPAAAOOOLLLAAA CCCEEECCCCCCHHHIII --- CCCOOORRROOO eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA TTTuuu sssaaarrraaaiii ppprrrooofffeeetttaaa Una luce che rischiara, una lampada che arde, una voce che proclama la Parola di salvezza. Precursore nella gioia, precursore nel dolore, tu che sveli nel perdono l’annunzio di misericordia. Tu sarai profeta di salvezza fino ai confini della terra, porterai la mia Parola, risplenderai della mia luce.

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Forte amico dello Sposo che gioisci alla sua voce, tu cammini per il mondo per precedere il Signore. Stenderò la mia mano e porrò sulla tua bocca la potente mia Parola che convertirà il mondo. Tu sarai profeta di salvezza fino ai confini della terra, porterai la mia Parola, risplenderai della mia luce. CARDINALE VICARIO CAMILLO RUINI Saluto al Santo Padre. Valentina Conte sale sul palco papale, e dallo stesso microfono del cardinal Ruini porge un saluto al Papa a nome di tutti i giovani della piazza. VALENTINA CONTE Santità, sei qui con noi e sei giovane come noi. Grazie! Sei esigente, ci metti in crisi come pochi sanno fare, ma continui a scommettere su di noi. A Tor Vergata eravamo in tanti e facevamo il tifo per te. Sono già passati due anni e all'orizzonte si intravede Toronto, un'altra GMG, un'altra tappa del nostro percorso di crescita cristiana. Tu ci chiami “le sentinelle del mattino”. Non sempre siamo riusciti a guardare lontano, a puntare in alto. Troppo presi da noi stessi, o smarriti alla ricerca di un'identità, di un progetto, di un'appartenenza. Ci muoviamo a tentoni, a volte siamo scomposti e irrequieti, ma abbiamo voglia di metterci in gioco e rischiare tutto. Ad Assisi ci hai condotto con te, missionario del dialogo nella verità, invitandoci a tenere alta la fiaccola della pace. Desideriamo lavorare per la pace, costruire un mondo più giusto per tutti. Diciamo fieri il nostro no al terrorismo, alla violenza, alle discriminazioni, alle armi! I poveri della terra gridano davanti alla nostra abbondanza, alla nostra autosufficienza. Allora, siamo pronti a ripartire, pronti a cogliere le tue parole severe e incoraggianti. Parole che raccontano di un giovane uomo, un nazareno, il Figlio stesso di Dio: Un giorno ha fatto un discorso difficile. Ragionava sul sale e sulla luce, ma le sue domande inquietavano. Come si fa ad essere sale della terra e luce del mondo? Scomparire per dare sapore, filtrare per illuminare. Abbiamo paura di rimanere insipidi e cupi: per questo, forse, agli slanci facciamo seguire i ripiegamenti. Ci appassioniamo facilmente ma non mettiamo radici. Ora siamo qui, Padre Santo, certi di afferrare un lampo di quella passione che ti muove come apostolo intrepido in ogni angolo

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della terra. Ti ascoltiamo e ti abbracciamo con il nostro entusiasmo. Grazie per il tuo amore! ETTORE Santità, ora vogliamo accogliere una immagine della Croce di San Damiano che sta peregrinando per tutte le Diocesi d'Italia in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto. Infatti, nel prossimo luglio, la Croce sarà donata dai giovani italiani ai giovani del Canada. ADA Circa 900 anni fa davanti a questa croce un ragazzo pieno di inquietudine, alla ricerca di una luce interiore per capire quale scelta di vita compiere, capì la sua vocazione, il progetto di vita che Dio aveva pensato per lui. Siamo qui, noi che vogliamo essere figli della Luce. E vogliamo ascoltare le parole di uno come noi, che lasciò tutto per seguire la Luce. Quel ragazzo era Francesco d'Assisi. Accogliamo tra noi la croce pregando Dio perché dia a tutti luce interiore, per imparare a scegliere, per capire cosa fare della nostra vita, e per essere luce del mondo e sale della terra.

iiinnntttrrroooddduuuzzziiiooonnneee ssstttrrruuummmeeennntttaaallleee dddiii AAAllltttooo eee GGGlllooorrriiiooosssooo DDDiiiooo ZINGARETTI C’era in basso verso Rivo Torto un luogo a me particolarmente caro perché possedeva in una bella radura di prati una chiesetta stupenda, piccola, povera, fatta di pietre nude ed in un silenzio assoluto. Si chiamava San Damiano. Pregando nella chiesetta seduto o inginocchiato sul pavimento mi accorsi che c’erano delle crepe considerevoli sui muri e sul tetto. La chiesa era cadente. Io passavo delle ore a guardare, a pregare ed a piangere. Piangevo talmente da vergognarmi e dicevo a me stesso: “Francesco, sei una bambina.” Ma piangevo e le lacrime mi facevano bene. Un giorno fissando il crocifisso ebbi l’impressione netta che muovesse le labbra e nello stesso tempo sentii una voce che mi diceva: “Francesco ripara la mia casa che come vedi e’ tutta in rovina.”. Era come un messaggio che mi giungeva dal mondo invisibile e che suggellava un lungo periodo di tentennamenti, di slanci e di ricerca. Mi sentii invaso da una infinita dolcezza e mi avvicinai per baciare il crocifisso. Ero solo e non ebbi paura a saltare sull’altare per abbracciare con tutto me stesso Gesu’. Debbo dire che da quel momento fui come folgorato dal mistero dell’incarnazione del Cristo. La croce di Gesu’ era la felicita’ dell’uomo, la risposta d’amore a tutti i perche’, la composizione di ogni dissidio, il superamento di tutte le tensioni, la vittoria di Dio sulla morte. Se il figlio di Dio era morto in croce io ero salvo. Ogni tristezza doveva essere bandita. Ognuno di noi era padrone del mondo. Ogni povero era ricco. Ogni cuore era saziato. Ogni progetto era possibile. Scesi dall’altare e cominciai a danzare coi piedi nudi sul pavimento di San Damiano. Mi sentii un giullare pazzo di gioia e di vita.

(da “Io Francesco” di Carlo Carretto)

Al termine della lettura comincia il canto

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GGGIIIAAANNNNNNIII PPPRRROOOIIIEEETTTTTTIII –––CCCOOORRROOO eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA AAAllltttooo eee GGGlllooorrriiiooosssooo DDDiiiooo Alto e glorioso Dio illumina il cuore mio, dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta. Dammi umiltà profonda, dammi senno e cognoscimento, che io possa sempre servire con gioia i tuoi comandamenti. Rapisca ti prego Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose, perché io muoia per amore tuo, come tu moristi per amor dell’amor mio.

Durante il brano:

Un gruppo di 10 giovani parte dall’obelisco della piazza portando la Croce di San Damiano. Sul sagrato la innalza a dx palco papale. 18.40 12’ ETTORE Santità, la Croce è tra noi, ma un'altra Croce, quella che Lei nell’Anno Santo della Redenzione 1984, affidò ai giovani. Ha peregrinato per tutto il mondo per arrivare a Toronto in occasione della GMG 2002. Nel febbraio scorso, la Croce è stata issata a Ground Zero, dove fino a quel tremendo 11 settembre 2001, sorgevano le Torri gemelle, in un luogo simbolo di questo inizio millennio, che più di tanti altri ha bisogno di speranza. Rvm – immagini della Croce dell’Anno Santo sul luogo dove sorgevano

le Torri Gemelle a New York

Sul filmato:

ZINGARETTI Gesù non ci illude. Con la verità delle sue parole che suonano dure ma riempiono il cuore di pace, ci svela il segreto della vita autentica. Egli, accettando la condizione ed il destino dell'uomo, ha vinto il peccato e la morte e risorgendo ha trasformato la Croce da albero di morte in albero di vita. E’ il Dio con noi, Cristo è il Dio con noi, l'Emmanuele, venuto a condividere tutta la nostra esistenza. Non ci lascia soli sulla croce. Gesù è l'Amore fedele che non abbandona e che sa trasformare le notti in albe di speranza. Se la Croce viene accolta, essa genera salvezza e procura serenità, come provano tante belle testimonianze di giovani credenti. Senza Dio, la Croce ci schiaccia; con Dio, essa ci redime e ci salva.

(dal discorso di Giovanni Paolo II con i giovani della diocesi di Roma in preparazione alla XIII GMG - aprile'98)

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cccooonnntttiiinnnuuuaaa iiinnn sssooottttttooofffooonnndddooo AAAllltttooo eee ggglllooorrriiiooosssooo DDDiiiooo Al termine del filmato, nel silenzio, comincia la testimonianza. TESTIMONIANZA DI BRENNAN BASNICKI September 11 has become a day etched into history and forever into our hearts. Life was good. Our family had recently completed building our "dream-home"; a beautiful house temporarily serving as our weekend chalet, and later as a retirement home for my parents. This dream-home was the result of my fatherís many successful years as a computer salesman and a recent promotion. His first assignment as a financial marketing director for Canada was too fly to New York in-order to meet and greet new business colleagues. He was very excited. On Monday evening he called home to tell us of the spectacular view he had up on the top floor of The Marriott World Trade Center. He was in complete awe, wishing that he could share this experience with us. I didnít think much of this at the time, I knew there would be plenty of times in the future where we would share experiences. That was the last time I spoke to my dad. When I received word of the terrorist attack I was in complete denial. I thought as a very physically fit dad he would have escaped or possibly been scheduled somewhere else at the time. I did not know what to think. As time passed by the realization that maybe in fact, he would never come home started to hit me. I was in complete shock. What were the chances that my father, a Canadian, on his first assignment at a new job in the US would have been a victim of the biggest act of terrorism known to mankind? I started to feel anger and rage at those who had so cowardly taken the life of my father. I wanted revenge. However, in the next few days I attended numerous mass services and spent countless hours praying. I thought about how Jesus had been persecuted and died for us on the cross. I thought about how the disciples strayed, and lost hope. However, Jesus replenished this hope with his resurrection from the dead. God did not hide in times of trouble. He proved that on a cross 2002 years ago. This event is the basis for all hope for Christians across the world. This just shows us that out of every evil act a greater good can be accomplished. In times like this we must continue to have hope. My father was a light in the world and in my life: his goodness and kindness, his decency and honesty shone in the darkness and shadows of this world. I can only hope to be like him- such a great Christian. In the days following September 11 friends and families gathered throughout the world in search of hope. Our family was overwhelmed with support from friends, from family; from complete strangers. We pulled together and tragedy has brought my family closer to each other than ever before. We have learned to live life by the moment, and to never give up any opportunity. Our world doesnít always make sense. In a moment we can experience tragedy and pain. Sometimes great pain. But through faith, God has provided a way to live in a world wounded by terrorism with

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peace and hope. And this is why I stand here talking to you today. To pass on the message that as long as you have hope, life will always work out in the end. "Gazing upward, our hearts were broken. Yet gazing upward, we can find our hope."

(trad. simult. dall’inglese in onda e in diffusione sulla Piazza) L'11 settembre è divenuto un giorno indimenticabile nella storia e lo sarà per sempre anche nei nostri cuori. In quel momento la vita era bella. La nostra famiglia aveva recentemente finito di costruire la "casa dei sogni", una bellissima casa che provvisoriamente serviva come chalet per i nostri fine settimana e, più tardi, sarebbe stata la casa dei miei genitori in pensione. Questa "casa-sogno" era il frutto di molti anni di lavoro di mio padre, venditore di computer, e di una sua recente promozione. Il suo primo incarico come direttore finanziario di marketing per il Canada era volare a New York per incontrare e salutare i nuovi colleghi d'affari. Era molto emozionato. Il lunedì sera ha chiamato a casa per raccontarci della spettacolare vista che aveva dalla cima della Marriot World Trade Center. Era felice e timoroso insieme e desiderava condividere questa esperienza con noi. Non pensavo molto a questo, quella sera. Pensavo che ci sarebbe stata una gran quantità di tempo, in futuro, per condividere esperienze. Quella fu l'ultima volta che io parlai con mio padre. Quando mi annunciarono dell'attacco terroristico rifiutai completamente l'idea che mio padre ne sarebbe rimasto vittima. Pensavo che sarebbe scappato, poiché era in buona salute, o forse sarebbe stato - in quel momento - in qualche altro luogo di New York. Non sapevo cosa pensare. Man mano che il tempo passava, iniziai a comprendere che papà non sarebbe più tornato a casa e la cosa cominciava a colpirmi profondamente. Ero in totale shock. Perchè mio padre, un Canadese, al suo primo incarico del nuovo lavoro negli Stati Uniti, avrebbe dovuto essere una delle vittime del più grande atto terroristico conosciuto dall'umanità? Cominciai a provare rabbia e collera verso coloro che avevano così vigliaccamente ucciso la vita di mio padre. Volevo vendetta. Poi, però, nei giorni seguenti ha partecipato a numerose Messe e trascorso interminabili ore a pregare. Pensavo a come Gesù era stato perseguitato ed era morto per noi sulla croce. Pensavo a come i discepoli si sentivano smarriti e avevano perso la speranza... a come Gesù, comunque, ha riempito questa speranza con la sua risurrezione dalla morte. Dio non si è nascosto durante le difficoltà. Lo ha dimostrato e provato sulla croce 2002 anni fa. Questo evento è la base della speranza per i cristiani di tutto il mondo. Questo evento ci mostra che al di là di ogni male agisce un bene più grande. In tempi come questi, noi dobbiamo continuare ad avere speranza! Mio padre era una luce del mondo e nella mia vita: la sua bontà e gentilezza, il suo decoro e onestà, hanno brillato nell'oscurità e nelle ombre di questo mondo. Posso soltanto sperare, per il mio futuro, di essere come lui: un grande cristiano! nei giorni seguenti l'11 settembre amici e famiglie si sono riunite in tutto il mondo in cerca di speranza. La nostra famiglia è stata "sommersa" dall'aiuto e dalla solidarietà degli amici, delle altre famiglie, da gente che non conoscevamo. Abbiamo camminato insieme e la tragedia ha portato nella mia famiglia l'uno vicino all'altro più ancora di quanto fosse prima. Abbiamo imparato a vivere appieno ogni momento della vita e a non trascurare alcuna opportunità. Il nostro mondo non sempre crea buon senso. All'improvviso possiamo sperimentare tragedie e dolore. Qualche volta anche un grande dolore! Ma attraverso la fede, Dio ci aiuta a vivere la pace e la speranza anche in un mondo ferito dal terrorismo. E' per questo che io oggi sono qui a parlarvi... per dirvi di avere speranza e di guardare in alto, nella vita. "Guardando in alto, i nostri cuori possono essere spezzati. Eppure, guardando in alto, possiamo trovare la nostra speranza"!

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TESTIMONIANZA DI ERICA BASNICKI Dear friends, It is an honour for my brother and I to have been asked to stand here today and deliver a message of hope to the world. Six months ago, we lost our father in the attacks of the World Trade Centre. You may ask yourself, how is it that we can have hope? Our father died as a result of the most horrible act of violence we have ever witnessed. But that monstrous act of September 11th did not kill our dadís spirit, or the memories we have of him. Whenever I was upset about something, my dad would always say "Itís not the end of the world." We would sit down together and try and figure out what needed to be done to make the best out of a bad situation. And in the end, I came out stronger for working hard at something that was important to me. On September 11th, a dark cloud fell over the world. It had hoped to fill us with fear. But he did not succeed. Where the Twin Towers once stood are now two giant columns of light that penetrate the darkness and reach towards the skies. And although I canít sit down and ask my dad for advice anymore, I know what he would say to me if I could. Heíd tell me to keep moving forward, not to be afraid and to keep on shining. And thatís exactly what I plan on doing.

(trad. simult. dall’inglese in onda e in diffusione sulla Piazza) Cari amici, è un onore per mio fratello e per me che ci abbiate chiesto di essere qui oggi per consegnare un messaggio di speranza al mondo. Sei mesi fa, abbiamo perso nostro padre negli attacchi del World Trade Centre. Vi potete chiedere: come è possibile avere speranza? Nostro padre è morto vittima del più orribile attacco di violenza che noi abbiamo mai visto. Ma quel mostruoso attacco, l'11 settembre, non ha ucciso lo spirito di nostro padre o i ricordi che abbiamo di lui e gli insegnamenti che ci ha dato. Ogni volta che io era agitata per qualcosa, mio padre diceva sempre: "non è la fine del mondo". Ci sedevamo insieme e cercavamo di capire ciò che era necessario fare per cambiare la situazione. Alla fine, io diventavo più forte per aver lavorato intensamente su qualcosa che era importante per me. L'11 settembre una nube oscura è calata sul mondo. Sperava di spegnere la luce nel cuore di tutti noi e di riempirci di paura. Ma non ha avuto successo. Dove una volta c'erano le Torri gemelle, ora ci sono due colonne di luce giganti che penetrano l'oscurità e raggiungono i cieli. E benchè io non possa più sedermi accanto a mio padre per chiedergli consigli, so cosa mi direbbe se potesse. Mi direbbe di continuare ad andare avanti, di non aver paura e di continuare a risplendere. E' quanto, esattamente, ho intenzione di fare.

Al termine della testimonianza, senza presentazione:

AAANNNTTTOOONNNEEELLLLLLAAA RRRUUUGGGGGGIIIEEERRROOO AAAvvveee MMM aaarrriiiaaa Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Jesu.

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Sancta Maria, Sancta Maria, Maria! Ora pro nobis nobis peccatoribus, nunc et in hora in hora mortis nostrae. Amen. Amen.

18.52 8’ ADA Antonella Ruggiero ha interpretato l’Ave Maria di Bach-Gounod. Ed ora, Padre Santo, due ragazzi vogliono raccontarle le speranze, i problemi, i dubbi della nostra generazione. ETTORE Sono Viviana Cocco e Gianpaolo Fraticelli. Le parleranno a nome di tutti quelli che sono qui in piazza e di quelli che ci stanno seguendo da casa, in attesa di ricevere da Lei una parola illuminante e di orientamento sicuro. VIVIANA COCCO Santo Padre, sono Viviana ed ho 24 anni. Sono iscritta alla facoltà di Scienza Umanistiche e mi mancano pochi esami per concludere gli studi e discutere la tesi. Questa sera, ho il privilegio di esprimerLe insieme alla felicità di trovarmi davanti a Lei anche i dubbi e le paure di tanti giovani come me. Dall'insegnamento del Vangelo e dalla preghiera ho sempre potuto trarre un messaggio di speranza e di coraggio. Tuttavia, la vita non ci esenta da delusioni. Ci ritroviamo, spesso, traditi dalle amicizie e soli; illusi da amori fugaci e da passioni travolgenti che lasciano un grande vuoto. E' difficile distinguere fra i desideri che Dio Padre ispira al nostro cuore e quelli che provengono dai condizionamenti esterni. Le false luci del mondo ci propongono un'esistenza senza un progetto autentico di salvezza, vivendo la cultura del "qui ed ora" e del "tutto e subito". La soddisfazione egoistica dei propri bisogni e l'apparire vincenti sono mete da raggiungere. Ecco, così, che di fronte alla chiara proposta di Gesù spesso siamo confusi. Siamo confusi davanti alla scelta di unirci in matrimonio o convivere; di superare insieme i contrasti o divorziare; di scegliere la vita, piuttosto che l'aborto o l'eutanasia. Santo Padre, il timore di un futuro incerto è unito alla difficoltà di essere noi stessi aderendo al disegno di Dio che ci invita ad andare contro corrente. Come possiamo ascoltare e rispondere alla voce del Signore? Come possiamo divenire "luce del mondo e sale della terra", testimoniando con coerenza la nostra fede?"

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GIANPAOLO FRATICELLI Santità, sono un ragazzo romano di 22 anni studente di economia presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza. Noi giovani, oggi, viviamo in un mondo efficiente, veloce, in continua trasformazione e, per così dire, senza tempi morti, tempi che sarebbero a noi utilissimi per riflettere, per comprendere meglio ciò che pensiamo, per pregare, per ascoltare la chiamata che il Signore rivolge ad ognuno di noi e orientarci verso una risposta che ci faccia crescere nella capacità di testimonianza cristiana. Anche a nome dei presenti, Le chiedo aiuto nell’illuminare con la sua parola il nostro cammino desiderosi di riaffermare valori e principi fondamentali, quali l’amicizia, la sincerità e il servizio che sembrano essere stati accantonati da altri nuovi ed effimeri, come la ricerca del successo, l’egoismo, la ricchezza, che, giorno dopo giorno, ci vengono propinati dai modelli culturali dominanti. In molte situazioni della nostra vita avvertiamo la fatica di rendere concreti gli insegnamenti del Vangelo. Siamo in difficoltà quando, vivendo nel mondo universitario, osserviamo elevati livelli di rivalità tra compagni e, talvolta, tra i docenti; siamo preoccupati quando, nelle attività sociali, come la politica, sono presenti comportamenti che non promuovono il bene comune e la vera dignità della persona umana. Ma è soprattutto la cieca ricerca di affermazione sociale e di successo, che rendono difficili i rapporti interpersonali e che, lentamente, svuotano di significato la nostra vita. Noi giovani che abbiamo vissuto l’esperienza della GMG del Giubileo siamo cresciuti nella consapevolezza che soltanto in Cristo possiamo trovare vero appagamento a quel desiderio di bene, di amore, di verità che può riempire di gioia piena la nostra vita. Nella Chiesa abbiamo scoperto il senso profondo della comunione e della condivisione della storia. Padre Santo, siamo in cammino con lei per essere protagonisti della storia contemporanea; il tema che ci ha affidato è particolarmente impegnativo: non si può essere luce del mondo e sale della terra senza il coinvolgimento pieno della nostra vita. Santità, nonostante molti oggi non abbiano fiducia nei giovani, Le confidiamo che noi abbiamo ancora energia e voglia di combattere per l'affermazione dell'amore e di una civiltà dell'amore. Siamo qui per imparare da Lei come essere fedeli alla chiamata del Signore nelle vicende quotidiane della storia, così complesse, ma anche così affascinanti. 19.00 30’ SANTO PADRE Discorso

Al termine del discorso:

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SANTO PADRE Carissimi giovani, vi consegno il Vangelo di Cristo! Ascoltate ciò che leggete! Annunciate ciò che ascoltate! Vivete ciò che annunciate! I tre giovani vanno a prendere a fianco della sede papale il Vangelo e due lampade e vanno verso il leggio posto a sx del palco del Papa

CCCOOORRROOO eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA LLLooodddeee aaa TTTeee ooo CCCrrriiissstttooo Lode a te o Cristo Re d'eterna gloria, lode e gloria a Te. Lode a te o Cristo Re d'eterna gloria, lode e gloria a Te. VIVIANA Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù, disse ai suoi discepoli: voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. Acclamiamo alla Parola del Signore!

PPPAAAOOOLLLAAA CCCEEECCCCCCHHHIII eee OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA LLLooodddeee aaa TTTeee ooo CCCrrriiissstttooo Lode a te o Cristo Re d'eterna gloria, lode e gloria a Te. Lode a te o Cristo Re d'eterna gloria, lode e gloria a Te.

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19.30 10’ Viviana, sorreggendo il Vangelo, e i giovani a fianco con le lampade, si portano al centro del Sagrato. I pattinatori sono schierati sul sagrato con delle torce accese. ZINGARETTI Meravigliosa grazia! Che lieta novella Che ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perduto, ma ora sono ritrovato. Ero cieco, ma ora ci vedo.

(dal canto gospel Amazing Grace)

Comincia prima in maniera soffusa, poi sempre più potente, il brano:

AAANNNNNNAAA TTTAAATTTAAANNNGGGEEELLLOOO ---TTTUUUTTTTTTIII GGGLLLIII AAARRRTTTIIISSSTTTIII --- OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA AAAmmmaaazzziiinnnggg GGGrrraaaccceee Amazing grace! how sweet the sound. That saved a wretch like me! I once was lost, but now I am found. Was blind but now I see. 'Twas grace that taught my heart to fear. And grace my fears relieved: How precious did that grace appear The hour I first believed! Amazing grace! how sweet the sound. That saved a wretch like me! I once was lost, but now I am found. Was blind but now I see. Through many dangers, toils and snares I have already come; 'Tis grace has brought me safe thus far, And grace will lead me home. The Lord has promised good to me. His word my hope secures; He will my shield and portion be As long as life endures. Amazing grace! how sweet the sound. That saved a wretch like me I once was lost, but now I am found. Was blind but now I see.

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Meravigliosa grazia! Che lieta novella Che ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perduto, ma ora sono ritrovato. Ero cieco, ma ora ci vedo. È stata la grazia ad insegnare al mio cuore il timor di Dio Ed è la grazia che mi solleva dalla paura; Quanto preziosa mi apparve quella grazia Nell'ora in cui ho cominciato a credere! Attraverso molti pericoli, travagli e insidie Sono già passato; La grazia mi ha condotto in salvo fin qui, E la grazia mi condurrà a casa. Il Signore mi ha promesso il bene, La sua parola sostiene la mia speranza; Egli sarà la mia difesa e la mia eredità, Per tutta la durata della vita. Sì, quando questa carne e questo cuore verranno meno, E la vita mortale cesserà, Io entrerò in possesso, oltre il velo, Di una vita di gioia e di pace. Durante il brano i pattinatori scendono verso la piazza, idealmente portando la luce a tutta l’assemblea. E’ il segnale per l’accensione dei lumini in tutta la piazza. Dopo i pattinatori scendono anche i giovani con il Vangelo e le lampade. Giunti in mezzo all'Assemblea si voltano verso il Papa.

Al termine del brano: SANTO PADRE Cari giovani, siamo giunti al momento centrale di questo nostro Incontro. Memori del comando di Gesù a Pietro: "Conferma nella fede i tuoi fratelli", vi invito a rinnovare la fede della Chiesa che vi è stata consegnata nei sacramenti del Battesimo e della Cresima. Per questa fede hanno vissuto i Santi, sono morti i Martiri e tanti uomini e donne sono stati e sono tutt'oggi con la loro vita luce del mondo e sale della terra. SANTO PADRE Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

CCCOOORRROOO EEE OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA CCCrrreeedddooo CCCrrreeedddooo SSSiiigggnnnooorrreee

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SANTO PADRE Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

CCCOOORRROOO EEE OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA CCCrrreeedddooo CCCrrreeedddooo SSSiiigggnnnooorrreee

SANTO PADRE Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?

CCCOOORRROOO EEE OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA CCCrrreeedddooo CCCrrreeedddooo SSSiiigggnnnooorrreee

SANTO PADRE Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

CCCOOORRROOO EEE OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA AAAmmmeeennn,,, AAAmmmeeennn,,, AAAmmmeeennn

SANTO PADRE Ed ora, guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, rivolgiamoci al Padre con la preghiera che Gesù ci ha insegnato ed affidiamo a Lui con fiducia le nostre esistenze TUTTI Padre nostro, che sei nei cieli... SANTO PADRE Il Signore sia con voi. TUTTI E con il tuo spirito. SANTO PADRE Sia benedetto il nome del Signore. TUTTI Ora e sempre. SANTO PADRE Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

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TUTTI Egli ha fatto il cielo e la terra. SANTO PADRE E vi benedica Dio Onnipotente Padre, + Figlio + e Spirito + Santo. TUTTI Amen. SANTO PADRE Andate nella pace del Signore e siate luce del mondo e sale della terra! TUTTI Rendiamo grazie a Dio! ETTORE Grazie Santità per le sue parole e per il meraviglioso pomeriggio che ci ha fatto trascorrere insieme a lei. E nel quale abbiamo rinnovato il nostro impegno. Il nostro desiderio di essere luce del mondo e sale della terra. ADA Continueremo a vivere lo spirito di Tor Vergata e di questo giorno indimenticabile nei nostri ambienti di vita, di lavoro, di studio, nelle nostre famiglie e nelle nostre città. Sarà lo spirito del Vangelo per il quale e con il quale vogliamo spendere tutta la nostra vita. ETTORE Ci lasciamo, con un canto che vuol dire il nostro assenso a tutto ciò che ci è stato proposto oggi: Amen. Ringraziamo ancora una volta tutti gli amici che ci hanno fatto compagnia in questa serata, Luca Zingaretti, Anna Tatangelo, Alexia, Antonella Ruggiero, Raf, Tiziano Ferro, gli Agricantus, i ragazzi che sono venuti a portare la loro testimonianza. Ci diamo appuntamento con Lei, Santità, a Toronto nel luglio prossimo. Mentre alcuni rappresentanti vanno a salutare il Papa

GGGIIIAAANNNNNNIII PPPRRROOOIIIEEETTTTTTIII ––– CCCOOORRROOO EEE OOORRRCCCHHHEEESSSTTTRRRAAA FFFRRRIIISSSIIINNNAAA AAAmmmeeennn

In sovrimpressione: Titoli di coda