Lucania confronti maggio

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confronti Gli altri valori ...segue a pagina 2 ...segue a pagina 2 Potenza di problemi Il Conte Ugolino: Arbea un caso irrisolto Appunti del Direttore: Bilancio Regionale, solita solfa ...segue a pagina 4 e 5 ...segue a pagina 3 ...segue a pagina 3 a a a C i incuriosisce la cama- leontica capacità di molti politici di met- tere su la pelle per piacere alla gente ri- manendo, in sostanza, sempre gli stessi. Il cambiamento propinato da Pe- trone ci lascia allibiti, di quale cambiamento parla se ci sono candidati la maggior parte dei consiglieri e della giunta uscente con buone probabilità di essere nuovamente eletti? Vogliamo par- lare della pseudo rivoluzione di Falotico? Un uomo dalle grandi capacità, non c’è che dire, ma che è riuscito a mascherare i suoi mille viaggi in giro tra la destra, il centro e la sinistra. A destra ritro- viamo la fermezza di Cannizzaro, riconoscibile senz’altro, lo ricor- diamo molto efficiente al San Carlo ma anche lui ha dei tra- scorsi “particolari”, tavoli molto amicali con il potere di allora, De Filippo e compagnia. di Giovanni Salvia Elezioni alle porte, P etrone sicuro, la partita rimane tra gli altri tre con Falotico favorito per il ballottaggio Nel mare magnum di que- ste elezioni comunali nel capo- luogo lucano regna l’incertezza. Il centrosinistra è diviso. Il centro- destra pure. Se da parte della sinistra è chiara- mente una questione di leader- ship di potere tra il Pd targato Folino-Speranza e il Pd della fa- miglia Pittella, a destra è la solita confusione di ruoli. Da giorni tutti si chiedono il perché e tutti inneggiano all’unità persa. Ovvia- mente per ogni persona che cerca di sciogliere questi nodi ci sa- ranno altrettante risposte, in re- altà di sicuro vi è l’errore da matita rossa di non aver approfit- tato per l’ennesima volta delle pseudo debolezze degli avversari. PERIODO DI CULTURA, POLITICA, ATTUALITÀ, I NFORMAZIONE DELLA LUCANIA L ucania I l carrozzone dei candidati al consi- glio comunale di Potenza è ancora una volta ricco di sorprese, di cui molte ne- gative. Scopriamo con stupore che qualcuno prova a candidarsi alle europee con il Movi- mento 5 Stelle, pur avendo dato una mano ad un partito e all’ele- zione di un consigliere re- gionale che nulla ha a che fare con i grillini, poi lo stesso soggetto, piuttosto noto nel capoluogo (più per demeriti e frequenta- zioni nel tribunale che per altro), lo ritroviamo ancora una volta nello stesso partito candidato questa volta alle comunali di Potenza. Il guaio è che le candidature del Movi- mento 5 Stelle potevano essere conosciute soltanto dagli iscritti. Siamo sicuri che il partito non ne sapeva nulla, perché probabil- mente non lo avrebbe candidato ma tant’è. Il brutto esempio è servito. Candidati Arlecchini Azione civica non c’è più, peccato. L’ antipatica esclusione della lista civica ca- peggiata da Dino De Angelis ci ha lasciato perplessi. Estromessa anche dal Tar. Senza tornare sulla questione di di- ritto per cui la lista è stata ricusata e che ci vede profondamente dissen- zienti viste le modalità e le sentenze scritte quantomeno fantasiose e contraddittorie. ...segue a pagina 2 ...segue a pagina 2 Sommario

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Mensile di informazione politica e culturale

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confrontiGli altri valori

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Potenza di problemi

Il Conte Ugolino:Arbea un caso irrisolto

Appunti del Direttore:Bilancio Regionale,solita solfa

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Ci incuriosisce la cama-leontica capacità dimolti politici di met-tere su la pelle perpiacere alla gente ri-

manendo, in sostanza, sempre glistessi. Il cambiamento propinato da Pe-trone ci lascia allibiti, di qualecambiamento parla se ci sonocandidati la maggior parte deiconsiglieri e della giunta uscentecon buone probabilità di esserenuovamente eletti? Vogliamo par-lare della pseudo rivoluzione diFalotico? Un uomo dalle grandicapacità, non c’è che dire, ma cheè riuscito a mascherare i suoimille viaggi in giro tra la destra, ilcentro e la sinistra. A destra ritro-viamo la fermezza di Cannizzaro,riconoscibile senz’altro, lo ricor-diamo molto efficiente al SanCarlo ma anche lui ha dei tra-scorsi “particolari”, tavoli moltoamicali con il potere di allora, DeFilippo e compagnia.

di Giovanni Salvia

Elezioni alle porte, Petrone sicuro, la partita

rimane tra gli altri trecon Falotico favoritoper il ballottaggio Nelmare magnum di que-

ste elezioni comunali nel capo-luogo lucano regna l’incertezza. Ilcentrosinistra è diviso. Il centro-destra pure. Se da parte della sinistra è chiara-mente una questione di leader-ship di potere tra il Pd targato

Folino-Speranza e il Pd della fa-miglia Pittella, a destra è la solitaconfusione di ruoli. Da giornitutti si chiedono il perché e tuttiinneggiano all’unità persa. Ovvia-mente per ogni persona che cercadi sciogliere questi nodi ci sa-ranno altrettante risposte, in re-altà di sicuro vi è l’errore damatita rossa di non aver approfit-tato per l’ennesima volta dellepseudo debolezze degli avversari.

PERIODO DI CULTURA, POLITICA, ATTUALITÀ, INFORMAZIONE DELLA LUCANIA

LucaniaIl carrozzone dei

candidati al consi-glio comunale diPotenza è ancorauna volta ricco di

sorprese, di cui molte ne-gative. Scopriamo constupore che qualcunoprova a candidarsi alleeuropee con il Movi-mento 5 Stelle, puravendo dato una manoad un partito e all’ele-zione di un consigliere re-gionale che nulla ha a chefare con i grillini, poi lostesso soggetto, piuttostonoto nel capoluogo (piùper demeriti e frequenta-zioni nel tribunale cheper altro), lo ritroviamoancora una volta nellostesso partito candidatoquesta volta alle comunalidi Potenza. Il guaio è chele candidature del Movi-mento 5 Stelle potevano essereconosciute soltanto dagli iscritti.Siamo sicuri che il partito non ne

sapeva nulla, perché probabil-mente non lo avrebbe candidatoma tant’è. Il brutto esempio èservito.

Candidati Arlecchini Azione civica non c’è più,

peccato.

L’antipatica esclusionedella lista civica ca-peggiata da Dino DeAngelis ci ha lasciatoperplessi.

Estromessa anche dal Tar. Senza tornare sulla questione di di-ritto per cui la lista è stata ricusata eche ci vede profondamente dissen-zienti viste le modalità e le sentenzescritte quantomeno fanta siose econtraddittorie.

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Sommario

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Libera Tribuna

Gli altri valori

Le divisioni rimangono. Non vo-gliamo dare un giudizio su come siè arrivati a queste scissioni, ma nonsi può parlare di valori non nego-ziabili da una parte e di priorità discelta dall’altra. Quando cresconopo li ticamente questi signori delladestra lu ca na? Sono davvero pic-coli. Ci riferiamo di chi la que-stione avrebbe potuto dirimerlacon un po’ di buon senso: ForzaItalia e Fratelli d’Italia si sareb-bero dovuti parlare da mesi enon aspettare marzo giocando ascacchi con i dirimpettai. Ci si divide ai primi di aprile cosìda rendere impossibili o pocopraticabili anche le primarie eognuno fa la prova di forza deibimbi, quella che non contanulla, perché probabilmente si èsemplicemente spianata la stradaal Falotico di turno, vecchiavolpe della politica che aveva an-nusato e auspicato queste divi-sioni che gli porgono lapossibilità di arrivare lui al bal-lottaggio. Altrimenti, con uncentrodestra coeso, se ne sareb-bero viste delle belle. Guardando poi al centrosinistra ladivisione e ancora più evidente. Parole quali libertà, onestà, solida-rietà, rettitudine, coe renza scivo-lano sui candidati e sui poteri fortiche ci sono dietro con una tale fa-cilità da far quasi credere che sia lanormalità essere truffaldini, volta-gabbana e opportunisti. Ecco cosa ha prodotto di nega-tivo la politica nell’ultimo decen-

nio: un capovolgimento di valoridove regna l’arrivismo e la difesadei propri interessi a discapitodella comunità. Favori invece che diritti, cliente-lismo invece di trasparenza, in-ciuci in luogo della democrazia.Tutti i potentini sanno chi è sal-tato da uno schieramento all’al-tro dimostrando un deficit dicoerenza, chi ha solo sfruttato lacosa pubblica per proprio torna-conto e chi ha fatto promessenegli ultimi cinque anni senzamantenerne alcuna. Il problema rimane che dall’altraparte si è mostrato l’incapacità divincere, e anche questa è unabrutta cosa. Vedremo se per il ballottaggio laspunterà De Luca o Cannizzaro,che se la giocheranno sul filo delsingolo voto, o se ci andrà ilterzo incomodo Falotico (proba-bile visti i sotterfugi pittelliani).Ciò al netto di Petrone che oltre-passerà il 30% ma non andràoltre il 40. Se dovesse farcela un candidatodi destra sarebbe sorprendentee per il Pd una partita difficileal ballottaggio, se invece do-vesse essere Falotico il compe-titor di Petrone vedremo comePittella, dopo le Europee (dovedeve fare eleggere il fratello) sischiererà, appoggerà alla lucedel sole il Roberto per comple-tare la sua rivoluzione di poterein casa Pd?

La lista è stata esclusa per unanon corretta documentazione inmerito alla legge Severino che se-condo la commissione elettoralenon poteva essere risolta poste-riormente alla data di consegnamentre il Tar, invece, ha senten-ziato che poteva essere risolta mache si sarebbe dovuti “costrin-gere” l’ufficio elettorale a farloprima. Costringere? Ma come? IlTar dichiara inoltre l’impossibilitàdi farlo esso stesso. Ma che giocoè? A cosa serve un ricorso al Tarse è solo per dirci che abbiamoragione ma è troppo tardi per ri-solvere la questione? Temiamoche questa brutta sentenza siastata scritta per proteggere qual-cuno. Quel qualcuno che ha sba-gliato grossolanamente e che

dirige quel ufficio elettorale, cipare evidente. La questione DeAngelis comunque non è di pococonto oggi. Un suo spostamentoa sinistra, tentato dalle muse diPetrone e Falotico con promesseguarda un po’ di potere (senz’al-tro più convincenti quelle di Pe-trone) potrebbe cambiarequalcosa nel panorama elettoralema non molto. Ci sarebbe infattiuna profonda spaccatura in senoal Comitato 13 ottobre e alla listastessa che, del resto, per anni hacombattuto il potere politico cheimprigiona la città e non per ri-trovarsi a farne parte. Sarebbeuna contraddizione grave per ivalori, la coerenza e la lealtàespressa sino ad oggi verso ilproprio elettorato.

Azione civica non c’è più, peccato.

Elezioni alle porte,Candidati Arlecchini

confrontiLucania

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Infine De Luca, bravissima per-sona, ottimo professionista chemai è entrato nei giochi politici(salvo una candidatura alle regio-nali di 5 anni fa con MagdiAllam) ma che si è messo ingioco con una squadra un pocorabberciata dove lo si vede af-fiancato ad un uomo dalla cama-leontica capacità di essere in ognidove nella politica nostrana: Bel-monte. Per il resto Di Belloconta poco e Giannizzeri si ri-trova chiuso in una morsa di po-tere dove 5 Stelle non è riuscitoa mettere insieme neanche 32candidati. Rifletteteci, a Potenzail movimento di protesta diGrillo non riesce a riempire com-pletamente la lista e si ferma a 21candidati, un segnale chiaro e tri-ste di come la città sia imprigio-nata dalle lobby del potere e dicome la gente abbia paura adesporsi. Al netto di queste consi-derazioni ci ritroviamo insommaa che fare con la solita politica,con i soliti meccanismi. Quindi cischieriamo, è necessario farlo,con il nuovo che certamente nonè Petrone e neanche Falotico mapotrebbe esserlo sicuramente DeLuca e in fondo anche Canniz-zaro perché chi c’è dietro, fino adoggi, non ha mai avuto la possi-bilità di governare la città. Dareloro una opportunità significhe-rebbe moltissimo per la nostracomunità. Significherebbe usciredagli schemi di potere, significhe-rebbe acquistare un po’ di dignitàe soprattutto di libertà.

di Giovanni Salvia

Oltre seicento candidati (consi-derando i 32 in meno di AzioneCivica) di cui molti non sannoneanche chi è il proprio candi-dato sindaco, tra cui tanti sonostati tirati per la giacchetta daquesto o da quel politico che ha“pregato” la famiglia per l’impe-gno elettorale. Una sproporzione assurda frutto distrategie da parte dei partiti basatesulla moltiplicazione dei numeri enon sulla qualità delle persone e so-prattutto della propensione e vo-lontà reale di queste di fare politicaper la comunità. Negativo chi propone e selezionain questo modo i candidati,brutto anche da parte di questiaccettare candidature senza alcunproposito o interesse per la co-munità. In più guardando le liste sco-priamo tanti voltagabbana cheprima erano a destra e ora li ri-troviamo a sinistra. Tanti arlec-chini multicolore che viaggianonei partiti come autobus per rag-giungere sempre lo stesso tra-guardo: l’interesse personale.

Ultim’oragli appuntidel direttore...

Ci speravamo. La de-libera della giuntaregionale che preve-deva la riorganizza-zione delle funzioni

regionali in materia di erogazionicomunitarie in agricoltura con lasoppressione dell’Arbea e la con-seguente trasformazione da Agen-zia ad Ufficio regionale potevasignificare maggiori controlli e fi-nalmente risparmi sulla spesa conuna gestione un poco più adeguata.Sono anni che si denuncia la malagestione e l’inutilità dell’Agenziacome quando le fu revocato ilmandato di ente pagatore oquando le fu comminata dal-l’Unione Europea una multa di86 milioni di euro. Errori ed ir-regolarità commesse in pochi annidi attività che pesano sul mondoagricolo. L’Assessore Ottati avevaavuto il coraggio di certificare, incommissione, il fallimento dell’Ar-bea. Poi, un emendamento allalegge di bilancio da parte dellagiunta ci ha riportato indietro. Il‘ritocchino’ riguarda una legge ap-provata appena 15 giorni fa.Quale? La legge con la qualel’Agenzia Regionale per le Ero-gazioni in Agricoltura (Arbea)cessava la sua operatività e la Re-gione assumeva le sue funzioni.

Ci si chiederà come sia mai possi-bile che una legge così recente ne-cessiti già di qualche ‘limatura’.Ebbene, la giunta aveva dimenti-cato di fare i soliti favori. “Conl’emendamento approvato si sta-bilisce che fino all’effettiva defini-zione e organizzazione dell’ufficioregionale …, il personale trasferitomantiene il trattamento economicoaccessorio in godimento in conti-nuità con il proseguimento delle at-tività in corso”. Non basta l’avereincassato premi di produttività daparte di dirigenti mentre l’Arbeafalliva miseramente e che, tra l’al-tro, sono sotto processo. Devonoanche essere riconosciute posizioniorganizzative complesse ed il me-desimo trattamento economico ac-cessorio senza che, peraltro, sisappia ancora se quelle stesse po-sizioni organizzative esisterannonel nuovo ufficio regionale e chi leandrà a ricoprire. Come al solitosi è parlato bene ma si è già ini-ziato a razzolare malissimo.

La necessità di un profondoprocesso di riforma cultu-rale e politico. Di questoavrebbe bisogno la nostraBasilicata. Una riforma

anche organizzativa della macchina re-gionale per restituirle efficienza, capa-cità di utilizzo oculato delle risorsepubbliche. Ma siamo delusi, ancora una volta ilsistema-potere del centrosinistra ha im-balsamato parole, slogan e tutto il restoche era stato buttato come fumo negliocchi degli elettori. A leggere la legge di bilancio tutto restauguale, nulla cambia rispetto ai prede-cessori. Si mantiene lo status quo.Siamo di fronte a micro interventi con-traddittori con spese assistenziali eclientelari. Non vi è nes suna attenzionealla produzione di ricchezza e al la-voro. Ri m ane solo il quadro maldestroe di anacronistica sinistra entro il qualecollocare ammortizzatori e clientele,mantenendo un sistema povero e impro-duttivo. Non vediamo tagli di poltrone,anzi le poltrone aumentano. Non sono previsti accorpamenti di entine diminuzione della spesa pubblicaimproduttiva. Quindi, quali sono lenovità rivoluzionarie? I 37 milioni perla forestazione, i 12,3 milioni per levie blue, i 19 milioni per acquedotto lu-cano, i 9 milioni per i consorzi di bo-nifica o ancora i 4,5 milioni perl’associazione allevatori. Queste sonovecchie misure fallimentari, tanto perusare un eufemismo. Si tratta di de-naro che, da sempre, è speso senzaalcun ritorno in termini di utilità per

la collettività. Si passa dall'assistenzia-lismo improduttivo della forestazione evie blue, per andare a tappare i buchidi una politica arruffona e mangiona,che, partendo da acquedotto lucanopassando per i consorzi, giungendo al-l'associazione allevatori, vede in essi lasua peggiore manifestazione. Queste sono risorse tolte ai lucani, alleimprese lucane che hanno voglia e ca-pacità di produrre ricchezza, sono de-nari pubblici che da anni alimentanosolo il filone della clientela. Non siparla in alcun modo di sanità. Sanitàche i lucani, nel 2014, pagherannooltre 1 miliardo e 31 milioni di euro.Una cosa, però, è certa. In bilancio, oltre al miliardo citato,sono stanziati altri 17 milioni di europer coprire i disavanzi e altri 19 mi-lioni di euro, che ritroviamo in una vocetroppo generica “ulteriori spese in ma-teria di sanità”. E in tema di lavoro?Non basta un bonus a convincere unimprenditore ad assumere. Soprattuttoa tempo indeterminato. Un imprendi-tore assume se ha bisogno di manod’opera. E ha bisogno di mano d’operase c’è domanda. Se parlassimo dei be-neficiari della misura Copes, ex citta-dinanza solidale, ad esempio? Personecui è stato dato denaro pubblico, senzachiedere neanche di restituirlo sottoforma di lavoro. E in questo ci sen-tiamo di appoggiare quanto sostenutodal ministro Poletti: cioè che in cambiodi qualunque reddito, anche sociale, bi-sogna lavorare, offrire prestazioni pro-duttive. Perché altrimenti intuiamotutti che non si tratta di misure di coe-

Bilancio Regionale,

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Conte Ugolino

sione e solidarietà ma di interventi dipuro stampo assistenziale. Allora ci chiediamo, serviva davveroaumentare l'addizionale regionaleIRPEF quando ci sono, tra l’altro,44 milioni di euro di leva fiscale inu-tilizzata? Il silenzio. Il dramma di essere governati dall’egoi-smo di un bieco potere personale che fagli interessi dei soliti noti.

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TerritorioconfrontiLucania

otenza

soluzioni

di G

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Il vero problema per la no-stra città è che oltre ad unapolitica più che disattenta,clientelare e affarista (nonè poco), c'è una distanza

siderale con un mondo che viag-gia a velocità supersonica. Po-tenza rimane sempre più spessoisolata da un sistema di infra-strutturazione viaria assoluta-mente inadeguato. Le strade nonci aiutano, tanto meno il tra-sporto su rotaie e intanto chi stanelle stanze dei bottoni neancheprova a connetterci con le grandireti. Vi siete mai chiesti per qualemotivo non è stato mai organiz-zato un raccordo sistematico conun aeroporto che possa diventaredi riferimento per la città capo-luogo e la sua provincia? Si èfatto un gran parlare di costruireun nostro aeroporto.. un'assur-dità in tempi in cui anche i trenidiminuiscono per mancanza di

profitto e dove la tendenza è diraggruppare gli aeroporti e nondi costruirne di nuovi (con soliduecentomila utenti). Perchè laRegione, spinta dal comune ca-poluogo, non ha mai organizzatouna connessione via bus con piùcorse con l'aeroporto di Bari o diNapoli o di Roma? Forse perchèdeve rimanere il monopolio diqualcuno? Qualcuno che ci co-stringe, se dovessimo partire lamattina alle 8 da Fiumicino, apartire il giorno prima? Ora si"allungano" all'aeroporto di Na-poli, li dobbiamo ringraziare? Visiete mai chiesti perchè nessunaltro imprenditore abbia maiprovato a "rompere" il monopo-lio di Liscio? O se ci ha provato,ed è accaduto, gli sono successecose molto spiacevoli? Ci piace-rebbe un piano di trasporti pub-blico integrato che comprenditutte le linee di trasporto dallescale mobili agli autobus fino altreno delle Fal. Un bigliettounico che permetta, con un si-stema a staffetta, di raggiungeretutte le aree della città. Un si-stema piramidale con alla basearee di parcheggi adeguate e acosti bassissimi, lo stesso bi-glietto unico non dovrebbe es-sere troppo oneroso. Poiservirebbe incoraggiare gli utentia cambiare abitudini e a lasciare

Trasporti e Viabilità

più spesso a casa la propria auto.Ma per far ciò servirebbero effi-cienza, puntualità e strategie ade-guate. La giunta Santarsiero lo hapensato e detto ma mai realiz-zato. Anzi ha fatto peggio: hacreato un centro-snodo per gliautobus su una direttrice impor-

tante creando incredibili disagiagli utenti, non ha creato par-cheggi e quelli che ci sono nonsono a basso costo, l'integrazioneè una chimera tanto che ogni si-stema di trasporto viaggia a sésenza alcuna connessione.

Miglioriamo

Ridiamo un ruolo cen-trale alla popolazioneche vive la città, aisingoli quartieri. Re-sponsabi l izz iamo

tutti per il bene comune. Ab-biamo un progetto: coinvolgerela gente. La nostra città sarà di-visa a zone e raccoglieremo leproblematiche che coloro chevorranno partecipare ci farannopervenire. Zona per zona, quar-tiere per quartiere. Assolveremocosì ad un compito che la poli-tica spesso dimentica: essereportatore degli interessi dei pro-pri elettori. L'attenzione deve es-sere focalizzata sui quartieri,sull'ambiente da tutelare all'in-terno della città e sugli spazi dadedicare ai giovani vero centro diinteresse per il nostro futuro.Perchè non pensare a spazi ampidove i nostri ragazzi avrebberola libertà di creare e sognare illoro futuro con il controllo degliadulti. Pian piano si responsabi-lizzerebbero. Per far ciò innanzi-tutto bisogna ridare voce aicomitati di quartiere e magari ri-vedere anche il regolamento,stessa cosa per la consulta deglistranieri. I comitati di quartieredevono avere compiti oltre ad

essere portavoce dei cittadini.Ad esempio gestire gli spazi co-muni, fare un report ogni tremesi sui cantieri, discutere sulleproblematiche evidenziate daicittadini e convocare un'assem-blea a cui invitare non solo l'as-sessore comunale competentema tutti gli amministratori in unasorta di consiglio comunale al-ternativo. Inoltre si potrebbepensare ad un consiglio comu-nale straordinario, magari seme-strale, con l'audizione deipresidenti di quartiere. Ovvia-mente tutto ciò evitando che siala politica ad entrare in merito,dovrà essere la gente a rendersiprotagonista. Le occasioni perrendere una città più vivibile eanche più bella ci sono state esono state sprecate. Dobbiamotutti ricordarlo. I soldi europeihanno finanziato dei progettiobbrobriosi: la nave del serpen-tone, il vespasiano di via Lazio,la piazza prefettura.. progetti chehanno rimpinguato le tasche diimprese amiche, hanno forag-giato un sistema di favori, hannolasciato quattrini a qualcuno masoprattutto hanno deturpato lanostra città, la nostra storia, lanostra cultura.

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Territorio

Andrebbe risolta l’an-nosa questione deicapannoni abban-donati nell'area in-dustriale. E’ ora che

si capisca cosa farne. O si but-tano a terra parlando con l'Asi echi altro di competenza o si ri-convertono magari in centri disvago, con un parco polifunzio-nale e un’area adibita allo sporte alla socializzazione. Bisogne-rebbe spingere l’Asi e la Regionea cedere questi spazi al Comunegratuitamente, senza poi caderenell’errore/tentazione di ven-dere questi spazi a privati perfarli speculare. Lo sport andrebbe rilanciatocon strutture adeguate e soprat-tutto con costi più equi. Le palestre hanno costi sovradi-mensionati per i servizi che of-frono, vittime di una gara e unappalto per la sorveglianza e la

pulizia assolutamente da rive-dere. Ci sono strutture da ren-dere nuovamente efficienticome il Coni ed altre da renderemoderne come la Piscina diMontereale. Bisognerebbe an-dare incontro alle società perchélo sport è fondamentale per unacrescita adeguata del nostro tes-suto sociale, e allora ci vorreb-bero tariffe abbassate secondol’attività e i numeri di ogni so-cietà e iniziative percoinvolgere anche iltessuto economico adinvestire nello sport.Oltre allo sport la cul-tura, tanto dimenti-cata e messa da parte.La cultura oltre che es-sere, come lo sport, untraino di crescita dellementi delle nuove ge-nerazioni può esserevolano di sviluppo. Si

dovrebbe rendere fruibile Po-tenza come città dei musei, dicui siamo realmente ricchi, farlaentrare nei circuiti turistici, ren-derla visibile con eventi culturaliimportanti e smettere di finan-ziare a pioggia miriadi di inizia-tive; scegliere piuttosto la qualitàe non la quantità fatta troppospesso di favoritismi clientelari.Più spazio alla meritocrazia.

Rifiuti

C’èUN PRO-GETTO:la RegioneBasilicataed il Go-

verno hanno messo insieme sva-riati milioni di euro per far partirein dieci comuni del potentino tracui Potenza la raccolta differen-ziata a livello comprensoriale conun unico gestore che dovrebbeessere l'Acta.

Ma il progetto non parte per oraperché alcuni Comuni hanno an-cora in essere contratti con altrigestori (Tito, Pietragalla, Pi-cerno). È necessario un controllo piùnetto su questa questione delica-tissima perché troppo spesso èqui che si annidano affari “strani”tra politica e malagestione. E allora ci faremo portavoce diqueste domande: l'Acta che dovràattuare questo progetto ed il co-mune di Potenza che ne è capo-fila a che punto sono con l'iterburocratico necessario per rag-giungere l'obiettivo? E la discaricadi Pallareta? Quando finirà la ca-ratterizzazione e quando saràpossibile sapere se si potrà am-pliarla? Io credo che la battagliasia duplice: prima di tutto bisognafar capire alla gente che la rac-colta differenziata può essere unvantaggio che ci potrebbe portaread un abbassamento delle tasseche versiamo annualmente, e poipuntare le istituzioni che do-vranno mettere a regime un si-stema virtuoso di raccolta esmaltimento senza più procrasti-nare un problema che potrebbediventare gravissimo.

Giovani e Università

Una cosa fondamen-tale su cui riflettereè che l'università diBasilicata se conti-nuasse a non avere il

contesto giusto potrebbe esseredestinata presto a chiudere. Nonbastano i contributi “regalati”dalla Regione ogni anno per fo-raggiare un sistema di professoriassociati, consulenze, etc. etc.Dovrebbero invece esistereazioni mirate per incentivare i ra-gazzi a scegliere l'ateneo lucano.Vere e proprie azioni di marke-ting che andrebbero incoraggiateanche dal Comune. E’ inutilespiegare, come e quali vantaggipotrebbe avere Potenza ad averein loco una università funzio-nante con tanti giovani che met-terebbero in moto unamicroeconomia importante. Adoggi tutto ciò è stato sottovalu-tato e infatti non siamo certo ri-

conoscibili come una città studio.Non c'è una politica abitativa cheabbia previsto una programma-zione ad hoc per gli studenti. Ser-virebbero servizi scontati ditrasporto, la creazione di unpunto di aggregazione per tuttigli studenti, manifestazioni, co-struzione di progetti. Il comunedi Potenza dovrebbe lavoraretanto sull'immagine che offre aglistudenti e organizzare "viaggi" dipromozione negli istituti supe-riori non solo lucani ma anchedelle regioni limitrofe. Incorag-giare in ogni modo l’attrattività disistema dell’ateneo.

Il Centro Storico

Il centro storico andrebbemesso al centro di ogniprogetto espositivo. Do-vrebbe essere in qualchemodo la vetrina di Potenza

ma non solo, dell’intera regione.Siamo la città capoluogo e alloraogni importante mostra o inizia-tiva, anche regionale, dovrebbevivere nel nostro centro storico.Non esiste, a parte la festa di SanGerardo (di cui ci sarebbe moltoda discutere visto che l’hanno la-sciata alla mercè di un gruppochiuso e l’hanno fatta diventare lafesta delle ubriacature senza alcuncontrollo), nessun altro appunta-mento che caratterizzi Potenzacome città di cultura o di diverti-mento, eppure basterebbe coin-volgere, istituendo un forumdelle associazioni, tutti i volontaridella città... così magari si indivi-duerebbero anche quelli che nonfanno nulla e che non meritanoné finanziamenti né altri appoggi.Rivalutiamo intanto la festa diSan Gerardo, dando si gestionealle associazioni ma secondo delleindicazioni precise, diamo l’op-portunità che sia la festa di tutti enon una semplice caciara. Organizziamo il centro con unpiano commerciale adeguato edevitiamo la Ztl, piuttosto fac-ciamo in modo che le vie di tra-sporto alternative funzionino.

Recupero spazi, Sport e Cultura

Pz

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La possibilità di rivol-tare il sistema politicopotentino esiste mac’è una unica strada:crederci e mettere im-

pegno ed entusiasmo in questasfida. Una sfida da cogliere tuttiassieme. Il primo step è prestaregrandissima attenzione alle fami-glie. Soltanto ripartendo dal nu-

cleo centrale della nostra societàsi potrebbe avere una nuovaprospettiva. Quindi uno sguardoimportante deve essere rivolto aiservizi da dedicare e all’atten-zione di cui la famiglia ha biso-gno nel suo complesso. Lastrada per cercare una via di svi-luppo che non faccia rimanereindietro la nostra comunità ècreare delle reti in cui ognunopossa dare il suo contributo. In-sistiamo sulle reti di solidarietàper le famiglie ma anche suquelle per i soggetti più debolima non solo. In rete andrebberomessi i servizi e resi davverofruibili per tutti, gli stessi uffici

Urp (relazioni con il pubblico)che dovrebbero "ascoltare" leesigenze della gente e misurare ilgrado di soddisfazione per dareall'amministrazione uno stru-mento importante con cui valu-tare il proprio operato o nonlavorano come dovrebbero onon sono messi in condizione difarlo. Conoscere le esigenze e i

bisogni della comunità aiute-rebbe invece a semplificare erendere migliori tali servizi. Ilproblema, però, è che tutto il pa-trimonio di conoscenza che puòessere raccolto dai punti di con-tatto con l'utente non viene poiriutilizzato dai decisori e dai ver-tici (politici e tecnici). Questoavviene perché gli URP sononati, spesso, piuttosto nell'otticadell'adempimento che in quelladel servizio. Abbiamo parlato direti per la solidarietà e i servizi,come connessione-condivisioneproduttiva tra persone, enti, as-sociazioni. Uno scambio di informazioni e

di idee che è prezioso. La rete èessenziale anche per lo sviluppoeconomico della città. Cono-scere le risorse che ci sono, lemodalità e i servizi, aiuterebbedavvero chi vuole intraprendereiniziative e chi le gestisce, po-tendo, tra l'altro, disegnare adhoc dei piani commerciali e disviluppo concretamente legati

alle potenzialità ealla domanda delterritorio. Non piùviaggi nel vuoto oslanci pirotecnicisenza alcun legamevero con il nostrotessuto sociale. Una delle possibilichiavi per affrontarele sfide della globa-lizzazione e dell’in-novazione è quindiquella di favorire laformazione di filiereindustriali, anchepiccole o piccolis-sime, che mettanoinsieme le professio-nalità e il know-howdi imprese di tipodiverso. Le reti diimprese sono per-ciò funzionali allePMI che voglionoincrementare la ca-pacità competitiva

mantenendo, al contempo,un’autonomia gestionale. Così sioffre un ventaglio completo diservizi alla comunità ed ognunooltre a dare il suo contributo hail giusto spazio naturale per cre-scere. Stop ai monopoli dei “so-liti” amici. Servirebbe inoltre unpiano commerciale della cittàche non è stato mai realizzato.Un piano che zona per zona in-coraggi lo sviluppo in manieracorretta ed equilibrata evitandodisomogeneità dannose comeoggi accade ed anzi incentivi leattività produttive e commercialicon un abbassamento deglioneri fiscali.

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