L’outdoor: una risposta per lo sviluppo delle competenze? · (Chomsky, Piaget, …) Modello...

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PROF. ANDREA PORCARELLI Docente di Pedagogia generale e sociale all’Università di Padova Membro della Commissione ministeriale su «Cittadinanza e Costituzione» Membro del Direttivo e Segretario nazionale del Centro Italiano di Ricerca Pedagogica (CIRPED) L’outdoor: una risposta per lo sviluppo delle competenze? Possagno (TV) 27 settembre 2013

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PROF. ANDREA PORCARELLI

D o c e n t e d i P e d a g o g i a g e n e r a l e e s o c i a l e a l l ’ U n i v e r s i t à d i P a d o v a

M e m b r o d e l l a C o m m i s s i o n e m i n i s t e r i a l e s u « C i t t a d i n a n z a e C o s t i t u z i o n e »

M e m b r o d e l D i r e t t i v o e S e g r e t a r i o n a z i o n a l e d e l C e n t r o I t a l i a n o d i

R i c e r c a P e d a g o g i c a ( C I R P E D )

L’outdoor: una risposta per lo

sviluppo delle competenze?

Possagno (TV) – 27 settembre 2013

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Le parole e le «cose»

Prof. Andrea Porcarelli

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Competenza: un termine «taumaturgico»?

Se ne parla nel dibattito culturale, entra in modo sempre più frequente

nei documenti internazionali e nella normativa scolastica ….

… siamo sicuri che «basta la parola»?

Un concetto dibattuto e complesso

Istanze di un

dibattito recente Questioni dalle

«radici lontane»

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I termini del problema

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La «mission»

della scuola Educare Istruire

Dibattito sulle

competenze

La normativa

italiana

Rapporto con il

mondo del

lavoro

Certificazione e

spendibilità

Indicazioni

internazionali

(OCSE – UE)

Una «verticalità»

problematica

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Modelli epistemici di competenza in prospettiva

psico-pedagogica

Prof. Andrea Porcarelli

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Modello

comportamentista

Focus sui comportamenti

Ricerca la «migliore prestazione» (o

prestazione eccellente) tra le molte

possibili (Taylor, Bobbit, Tyler,

Bloom …)

Modello

cognitivista

Distingue tra prestazione (performance)

e competenza

Capacità di assolvere un compito

complesso, mediante schemi operativi

frutto di conoscenza ed esperienza

(Chomsky, Piaget, …)

Modello

personalista

Focus sulla «persona competente»: dalla «esecuzione» alla «azione»

Ingloba totalmente il soggetto, considerandone l’aspetto cognitivo, ma anche volitivo,

motivazionale e – più in generale – tutta la sua storia e identità (Le Boterf, Pellerey, …)

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Il modello personalista

Prof. Andrea Porcarelli

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“Una competenza presuppone l’esistenza di risorse da mobilitare, ma non si

confonde con esse, poiché al contrario la competenza vi aggiunge qualcosa

rendendole sinergiche in vista di un’azione efficace in una situazione

complessa. Essa accresce il valore d’uso delle risorse mobilitate, allo stesso

modo che una ricetta di cucina valorizza i suoi ingredienti, perché le ordina,

le mette in relazione, le fonde in un insieme più ricco della loro semplice

unione per giustapposizione” [Perrenoud, 2003; cfr. anche Pellerey, 2004]

Capacità,

attitudini,

motivazioni

(personali)

Conoscenze

Abilità Acquisite negli ambienti

formali, non formali, informali

Competenze

Personali,

“idiografiche”,

non

standardizzabili

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Alcuni elementi ricorrenti in una pluralità di

prospettive

Dimensione meta-cognitiva della competenza, che

implica una consapevolezza esplicita e raffinata, pur

senza eliminare le importantissime componenti

tacite

Natura dinamica e processuale della competenza,

che include la capacità di «mobilizzare» (Le Boterf) le

proprie risorse in un contesto determinato

Centralità del rapporto tra il soggetto e il contesto:

ogni competenza si evidenzia in una «situazione

sfidante»

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Attivare e valutare competenze

Prof. Andrea Porcarelli

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Una

competenza

si attiva

Attraverso “apprendimenti significativi” di conoscenze e

abilità a cui ciascuno riesca ad attribuire un significato

personale (in rapporto a un Profilo)

In un contesto laboratoriale e attivante, in cui lo

studente è coinvolto (personalmente e in gruppo)

nell’affrontare situazioni e risolvere creativamente

problemi

Una

competenza

si valuta

Valutando conoscenze e abilità, in modo trasparente e

con precisi “indicatori” di ciò che è richiesto a tutti

Attraverso “compiti in situazione” che consentano di

osservare l’apporto personale di ciascuno ed alcuni

“sintomi” di come le competenze siano state

“personalizzate”

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Indicatori per osservare

competenze esperte

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Mettere in atto capacità di ricostruire lo spazio problematico

(problem posing)

Disporre di repertori ricchi di strategie di soluzione

Utilizzare in modo funzionale e pertinente le variabili

contestuali (sensibilità al contesto)

Utilizzare in modo flessibile le proprie conoscenze e abilità

Servirsi in modo consapevole dei principi chiave e quadri

interpretativi sui domini conoscitivi e operativi coinvolti

Mettere in atto abilità di auto-regolazione, congruenti con

l’evolversi delle situazioni

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Conferisce senso alla

vita

Comprende la complessità

culturale (conoscenze significative)

Risolve problemi concreti e complessi

Interagisce positivamente con l’ambiente e con gli altri

Esprime posizioni personali,

criticamente vagliate

Matura il senso del

bello

Riflette su se stesso e

sulla propria crescita

Possiamo dire che un bambino/ragazzo è competente quando,

mobilitando le proprie energie interiori, a livello affettivo,

motivazionale, di conoscenze e di abilità …

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Un profilo a tre dimensioni

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Identità: Consapevolezza di sé (prendere coscienza delle

dinamiche che portano alla costruzione della propria identità);

Orientamento (pensare al proprio futuro, sul piano umano, sociale

e professionale)

Strumenti

culturali: Per leggere e

interpretare

l’esperienza con un

proprio sguardo

critico e «farla

propria»

Convivenza civile:

Relazioni

interpersonali

(interagire

positivamente),

Responsabilità sociali

(titolari di diritti, ma

anche soggetti a

doveri, in vista del

bene comune)

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Apprendere dall’esperienza: orizzonti e scenari

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Una consapevolezza

radicata nella storia

dell’insegnamento

Dalle riflessioni di Aristotele, alla

prassi delle botteghe artigiane del

medioevo

Un’espressione con

un significato

tecnico

Di Experiential learning parlano

diversi autori americani, a partire

dagli anni ‘30, per identificare un

giusto equilibrio tra teoria e prassi

L’ubriacatura dei modelli comportamentisti rappresenta una

«cesura» ed anche una riduzione dell’esperienza ad

esecuzione per acquisire padronanza

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Prof. Andrea Porcarelli 12

La ripresa del

concetto in età

contemporanea

Dal modello di Kolb (anni ‘80) a

modelli più sofisticati e aperti

alla complessità, che in USA

trovano sistematicità in

associazioni come la AEE

(Association of Experiential

Education, la OBU (Outward

Bound USA, la PA (Project

Adventure

Per approfondire cfr. R. Di Nubila – M. Fedeli (a cura di),

L’esperienza: quando diventa fattore di formazione e di

sviluppo, Pensa MultiMedia, Lecce 2010

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La natura dell’esperienza si intende soltanto se si osserva

che essa include un elemento attivo e uno passivo

particolarmente combinati. In senso attivo l’esperienza è

un tentare, significato espresso dal termine connesso,

«esperimento». In senso passivo è un sottostare. Quando

sperimentiamo qualcosa noi agiamo su di esso, facciamo

qualcosa con esso; poi ne soffriamo le conseguenze o

sottostiamo ad esse. Facciamo qualcosa all’oggetto e in

compenso esso fa qualcosa a noi; questa è la

combinazione particolare. (…) L’esperienza come tentativo

implica un cambiamento, ma il cambiamento non è che

una transizione senza significato, a meno che non sia

coscientemente connesso con l’ondata di ritorno delle

conseguenze che ne defluiscono

[J. Dewey, Democrazia ed educazione (1916)]

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Esperienza di apprendimento

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conoscenze

PERSONA

CULTURA

capacità competenze

abilità

SCUOLA

Motivazione (impegno,

riconoscimento di

senso)

Attribuzione (concetto di sé,

autostima)

Cognizione (Conosc. Dichiarative,

procedurali, strategiche)

Metacognizione (Consapevolezza

critica, regolazione

…)

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Formazione esperienziale «oltre l’aula»

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Lo Stage Come momento di

«immersione» in un contesto

professionale o di servizi

L’Outdoor Come momento di

«immersione» in un contesto

naturale, storico, vitale

Mira a sviluppare competenze

professionali e tecniche, ma

anche relazionali e personali

(prendere decisioni, ecc.)

Mira a sviluppare competenze

personali a 360°, a rimettere in

gioco le conoscenze apprese a

scuola, maturare competenze

sociali e civiche

Dotarsi di strumenti di analisi riflessiva: la realtà ci «dice» (anche

su noi stessi) sempre qualcosa di più di quanto potessimo prevedere

La cultura scolastica come strumento per progettare e analizzare

l’esperienza e non come «fine» a cui l’esperienza mira

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Un approccio «sapiente»

alla progettazione per competenze

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Obiettivo Formativo

(la «posta in gioco» tra cultura e vita)

Trame di

senso

nell’oggetto

culturale

Appello alla

dimensione

esistenziale

personale Promuovere

competenze

Con un approccio

«aperto» Valutare conoscenze

e abilità

Approccio riflessivo

alle competenze

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Outdoor (e non solo):

Un’azione sagace con un dinamismo a spirale

Prof. Andrea Porcarelli

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Pre-esperienza

Preparazione teorica

Aspettative personali

Sensate

esperienze Vissute per immersione

Situazioni sfidanti

Compiti reali

Azioni e decisioni

Analisi riflessiva

Feed-back a caldo, diari

narrativi,

videoregistrazioni

Valorizzare

consapevolezze ed

emozioni positive

Meta-riflessione

Modelli mentali e rappresentazioni,

metafore, validazione del processo,

autonomia personale (e

professionale), riflessi esistenziali

(orientamento, appropriazione),

riflessi sociali e civici …

Nuovi

progetti

Bisogni emersi, nuove

prospettive, cambiamenti

personali ..

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… come una guida alpina …

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L’insegnante aiuta ogni persona a percorrere un

cammino, ma sarà la persona a farlo con le proprie

gambe … in quel cammino sarà importante esserle

accanto nei momenti di difficoltà, fare «sicura» in quelli di

incertezza, dare l’esempio scandendo bene i propri passi

Ma sarà importante anche mostrare di lontano le

vette più belle, verso le quali dirigere il cammino e

rappresentare un profilo di alpinista, a cui il ragazzo

stesso dovrebbe tendere, per «saper essere»

adeguato alla bellezza di quell’ambiente meraviglioso

Finché lo si potrà lasciare andare da solo, nella serena

consapevolezza di averlo attrezzato per compiere quel

cammino … «ora la guida, non ti serve più!»

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Testi del relatore a cui si rimanda

per approfondire

Prof. Andrea Porcarelli

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- Porcarelli A., Educazione e politica. Paradigmi pedagogici a

confronto, FrancoAngeli, Milano 2012 Misurandosi con l’emergenza educativa del nostro tempo, il testo cerca di andare alle radici di

una possibile «risposta pedagogica», confrontandosi con otto testimoni significativi, di cui

presenta l’intreccio tra visione dell’uomo, visione della società, educazione e politica.

- Porcarelli A., Cammini del conoscere, Giunti, Firenze 2008 Il testo svolge, con approccio discorsivo, la metafora del cammino come immagine della

relazione didattica e del cammino dell’apprendimento: ad ogni tipologia di “terreno” e di

approccio escursionistico, corrisponde una tipologia di conoscenza ed un approccio didattico.

- Corradini L., Porcarelli A., Nella nostra società. Cittadinanza e

costituzione, SEI, Torino 2012 I temi dell’educazione alla cittadinanza (Cittadinanza e costituzione), vengono presentati in modo

agile, adatto agli studenti della secondaria di secondo grado, ma utile anche per gli insegnanti.

Fondato su una prospettiva personalista il testo offre moltissimi agganci con una visione

sapienziale della vita.

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