Lotta a tre dimensioni

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VFV LUGLIO/AGOSTO 2010 26 LOTTA A 3D Per poter lottare in modo efficace contro un incendio bisogna conoscere l’aria e il fuoco. È questo il principio applicato nella «lotta a tre dimensioni» contro il fuoco. 26/31 art 362 lotta 3d:Layout 1 9-07-2010 14:38 Pagina 26

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Articolo tratto dalla rivista "VFV Tecnica Antincendio e Protezione Civile"

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LOTTA A 3DPer poter lottare in modo efficace contro un incendiobisogna conoscere l’aria e il fuoco. È questo il principioapplicato nella «lotta a tre dimensioni» contro il fuoco.

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Con la collaborazione di: 118 swissfire.ch“Giornale dei pompieri svizzeri”

Attualmente lo scopo della lotta contro gli incendinon consiste più nello spegnere il fuoco il più in

fretta possibile, ma piuttosto nel prendere lebuone misure adottando la tattica adeguata,

che comprende lo sviluppo dellʼincendionei locali chiusi e lʼinterpretazione corret-

ta del fuoco e i suoi segni (fumo/calore).Nella lotta contro gli incendi la sicu-

rezza personale occupa in questocontesto un posto importante, poi-

ché unʼattitudine adeguata duran-te lʼattacco interno permette di

ridurre il numero di incidenti ele loro conseguenze.

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Nel passato è stata accordata unʼattenzione insuf-ficiente alla pericolosità dei gas di combustio-ne», dichiara il comandante Hans Fuhrer. È per

questo motivo che è stato organizzato questo corsodurante il quale intervengono quattro specialisti dellospegnimento 3D. Hans Fuhrer continua: «Lo spegni-mento chiamato 3D indica un concetto che, contraria-mente ai metodi classici, tiene conto in modo particola-re della problematica del fumo e dei gas di combustionein tutte le riflessioni tattiche e le misure di lotta contro gliincendi. Con questo concetto si aggiunge una «terzadimensione» alla lotta contro il fuoco, i gas di combu-stione appunto, con il loro sviluppo volumetrico e la loropericolosità. Visto i moderni materiali di costruzione chevengono utilizzati attualmente, è particolarmente impor-tante capire a fondo il comportamento degli incendi negliedifici e prendere in considerazione il pericolo costituitodal fumo.»

Procedura di apertura delle porte eraffreddamento dei gas di combustioneDaniel Zwahlen, che dà la lezione, spiega ai partecipan-ti che una squadra deve esaminare la porta e il fumo cheeventualmente ne fuoriesce prima di entrare in un edifi-cio. Se, quando si comincia ad aprire la porta, ne fuorie-sce del fumo (nero, beige) sotto pressione, è necessarioformare una coltre di nebbia d’acqua sopra la porta. In

questo modo si può evitare l’effetto di «flashback»(infiammazione dei fumi caldi che fuoriescono durantel’apertura della porta e che si mischiano all’ossigeno).In seguito bisogna aprire la porta quanto basta perpotervi passare la lancia e inviare così una serie di brevigetti o un’impulsione lunga nella parte superiore dellocale. In questo modo si evita un apporto di ossigenotroppo importante nel locale e il vapore acqueo può fareil suo effetto. La squadra può ripetere questa operazionefino a quando sarà sicura che i gas di combustione sianostati sufficientemente raffreddati per evitare un’infiam-mazione istantanea dei gas di fumo.

Possibile procedura di apertura della porta:• Restare sempre al riparo per aprire la porta• Esame dell’edificio e della porta• Inviare un breve getto sopra la porta• Aprire la porta della larghezza di una lancia• Inviare una serie di brevi getti nella parte

superiore del locale• Chiudere la porta affinché le goccioline d’acqua

possano fare il loro effetto e raffreddare i gas dicombustione

• Per terminare ripetere questa operazione primache la squadra apra completamente la porta epenetri nell’edificio

Come detto precedentemente la proiezione di acqua abrevi getti diretti nella parte superiore del locale serveinnanzitutto a neutralizzare gli strati di gas di combustio-ne e a impedirne in questo modo l’infiammazione chepotrebbe produrre un flashover o un backdraft.Oltre a un raffreddamento efficace dei gas di combustio-ne, il getto diffuso permette anche di farsi un’idea dellatemperatura all’interno del locale in fiamme. Il test ditemperatura aiuta la squadra a valutare il calore ambien-te in vista della progressione. Per questo si tiene verti-

EFFETTO DI «FLASHBACK» (INFIAMMAZIONE DEI FUMICALDI CHE FUORIESCONO DURANTE L’APERTURA DELLAPORTA E CHE SI MISCHIANO ALL’OSSIGENO).

Federazione dei PompieriDistretto di Frutigen-Niedersimmental

Il 24 ottobre scorso, 32 responsabili della prote-zione della respirazione e i loro sostituti, si sonorecati a Spiez per un allenamento tattico concer-nente il comportamento durante lʼattacco interno.Questo corso era diretto da Hans Fuhrer (espertoin protezione della respirazione) che poteva conta-re sulla collaborazione di Jürgen Ernst e JohnMcDonough, due formatori di fama internazionalein questo campo. Questi ultimi erano assistiti daDaniel Zwahlen (Corpo pompieri di Saanen), Jean-Pierre Buchs (Corpo pompieri dʼAeschi) e BeatFischer (esperto PR Spiez).

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calmente la lancia a getto cavo, in modo che il gettoparta in questa direzione. Inviare in seguito un brevegetto. Se l’acqua ricade in forma liquida, questo significache il calore è debole e che si può continuare la pro-gressione. Se invece l’acqua si vaporizza immediata-mente, questo significa che bisogna ancora raffreddareprima di continuare ad avanzare.Si chiama «attacco 3D con acqua polverizzata» questoutilizzo della nebbia d’acqua ottenuta con una serie digetti brevi e controllati. Il diametro delle gocciolineprodotte in questo modo è molto importante.Abbiamo potuto leggere nell’articolo «Cavo, ma effica-ce» (VFV n° 3/2010), che il loro diametro ideale è dicirca 0,3 mm. Il getto d’acqua arriva su una corona den-tata al fuoriuscire dalla lancia a getto cavo generando inquesto modo delle finissime goccioline. Lo scopo è chequeste goccioline restino in sospensione negli strati digas di combustione in modo da raffreddarli, da renderliinerti e di diluirli. Questa operazione deve permettere diseparare i gas di combustione dalla zona contigua infiamme per impedire l’infiammazione istantanea o quan-to meno di limitarne le conseguenze.L’attacco con l’acqua polverizzata richiede una certaprecisione. La durata dei getti e l’angolo del getto dipen-dono sempre dalle dimensioni del locale in questione edalle condizioni all’interno. Come indicato nell’articolol’angolo ottimale del getto diffuso per raffreddare dei gasdi fumo si situa tra i 45 e i 75 gradi. Ma il getto deveanche agire in fondo al locale, dove la parete e il soffittosi toccano. Più il locale è alto, più l’angolo del getto dovràessere debole in modo che il getto diffuso possa essereveramente efficace. Il locale viene progressivamente raf-freddato grazie a dei brevi getti, facendo attenzione araffreddare bene tutte le zone. Dopo ogni getto la squa-dra deve osservare i gas di combustione e, se necessa-rio, adattare la tattica. Solo un allenamento all’utilizzodella lancia permette di regolarla e padroneggiarla bene;bisogna arrivare a poterla maneggiare alla cieca, inmodo che il lanciere possa guardare davanti a sé e nonin direzione della lancia per regolarla.

Padroneggiare lʼincendio durantelʼattacco internoNell’edificio di esercitazione, Hans Fuhrer, JohnMcDonough e un gruppo di partecipanti osservano dap-prima la formazione e lo sviluppo del fuoco. L’apporto diossigeno all’incendio è controllato grazie a uno schermoparafumo che ostruisce la porta. In questo modo la tem-peratura aumenta nel locale, mentre il fuoco diminuisceper mancanza di ossigeno. L’utilizzo mirato del getto dif-fuso e delle diverse regolazioni della lancia permettonodi raffreddare il locale e di bagnare i muri e gli oggetti infiamme con le gocce di grande diametro, il focolaio del-l’incendio viene controllato con dei brevi getti. Si ottiene

BACKDRAFT, I GAS DI COMBUSTIONE ESPODONO

L’ATTACCO 3D CON ACQUA POLVERIZZATA

CONSISTE NELL’AVVICINAMENTOMEDIANTE NEBULIZZAZIONE

IL FLASHOVER È

L'ACCENSIONE DELLO

STRATO DI GAS

SOTTO IL SOFFITTO

CHE PORTA AL

COINVOLGIMENTO

TOTALE DEL

COMPARTO.

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combustione tossici. Mischiandosi agli altri prodotti dellacombustione, questi ultimi formano uno strato di fumoche si accumula progressivamente all’interno della sca-tola, come accade durante l’incendio di un locale.L’irradiamento termico proveniente dal fuoco, ma anchedallo strato di fumo caldo, provoca una decomposizionetermica che sprigiona dei gas di pirolisi combustibili.Sufficientemente caldi, possono infiammarsi e il fuocoattacca allora gli oggetti del locale che non erano anco-

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in questo modo un raffreddamento efficace generandocontemporaneamente del vapore acqueo. Il motto è:«Controllare l’aria significa controllare il fuoco, e control-lare la lancia a getto cavo significa controllare lo spa-zio!»

«Dollʼs house»Jürgen Ernst presenta la «doll’s house» ai partecipanti,curiosi. Questa scatola con quattro compartimenti, chia-mata appunto «doll’s house» in inglese per via della suasomiglianza con una casa di bambole, serve a simularea scala ridotta l’evoluzione di un incendio in un locale.Permette inoltre di creare e di visualizzare dei fenomenicome il flashover e il backdraft.Questo supporto di formazione agli incendi nei localichiusi ha quattro finestre che possono essere chiusecon dei pannelli di legno.Non appena Jürgen Ernst ha dato fuoco al pianterreno,a destra, le fiamme hanno già invaso la tromba dellescale della casa in miniatura e sprigionano dei gas dipirolisi, segno che la combustione provoca la decompo-sizione termica delle materie solide e genera dei gas di

HHAANNSS FFUUHHRREERR EE LLAA DDOOLLLL’’SS HHOOUUSSEE LA «DOLL’S HOUSE» SERVE A SIMULARE, A SCALA

RIDOTTA, L’EVOLUZIONE DI UN INCENDIO IN UN LOCALE.

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ra in contatto diretto con le fiamme. Si produce allora ilfenomeno del flashover. Tutto il locale è ormai in fiammea causa dell’infiammazione istantanea. Nella «doll’s house» si può anche creare un backdraft. Ilbackdraft è un’esplosione dovuta all’apporto improvvisodi ossigeno in un locale chiuso, saturo di prodotti spri-gionati da una combustione incompleta (fuliggine nelfumo e gas di pirolisi), fino a quel momento privati diossigeno.Si può creare un backdraft nella «doll’s house» nelseguente modo: una volta che il flashover si è prodotto,si chiude per qualche secondo una delle aperture dellascatola in modo che l’ossigeno all’interno si consumi. Lefiamme apparenti spariscono mentre il fumo aumenta.Se a questo punto si ritira il coperchio dall’apertura, nellascatola entra una quantità di aria sufficiente che simischia al fumo e tutto si infiamma a causa della tem-

peratura ancora elevata che regnanel locale: è l’esplosione.Un vaporizzatore riempito d’acquapermette di simulare l’azione diestinzione con diverse forme getto(pieno/diffuso), e i diversi modi diutilizzo, come per esempio il raffred-damento a mezzo di getti, e dimostrarne l’efficacia.

La camera a immagine termicaquale mezzo di primo intervento Jürgen Ernst istruisce i partecipantianche all’utilizzo della camera aimmagine termica e spiega che, finoa oggi, i pompieri la utilizzavanosoprattutto per localizzare eventualifocolai di brace dopo lo spegnimen-to dell’incendio. Ormai si proponel’utilizzazione di questo strumentoinnanzitutto per la valutazione dell’e-dificio da parte del capointervento e

in seguito per la prima squadra PR di primo intervento,che possono in questo modo immediatamente localizza-re la zona di calore massimo, il flusso dei gas di combu-stione e procedere quindi all’attacco mirato. Inoltre lasquadra PR di primo intervento può localizzare le per-sone che si trovano eventualmente all’interno. �

Clara Rüsi, redattrice Foto: Clara Rüsi e Jean-Pierre Buchs

I PARTECIPANTI HANNO PRIMA OSSERVATO

LA FORMAZIONE E LO SVILUPPO DEL FUOCO.

PPEERRCCHHÉÉ SSPPEEGGNNEERREE IINN 33DD??

1.) Raffreddamento dei gas: lʼacqua polverizzataviene utilizzata per raffreddare sufficientemen-te i gas nella parte superiore del locale inmodo da evitare lʼapparizione di un rollover odi un flashover.

2.) Inertizzazione (trasformazione in sostanzeinerti): lʼacqua polve rizzata è utilizzata percreare unʼatmosfera inerte nella parte superio-re del locale, questa atmosfera viene controlla-ta o dal vapore acqueo prodotto o dalle goc-cioline dʼacqua in sospensione nellʼaria.Questo impedisce lʼinfiammazione dei gas cheproduce il backdraft o lʼesplosione di fumo o,quanto meno, ne limita le conseguenze.

3.) Spegnimento: le superfici calde sono bagnatedalle grosse gocce, vengono in questo modoraffreddate e non sprigionano più gas.

LLAA CCAAMMEERRAA AA IIMMMMAAGGIINNEE TTEERRMMIICCAA

QQUUAALLEE MMEEZZZZOO DDII PPRRIIMMOO IINNTTEERRVVEENNTTOO

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