Lorenzetti

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Fabio BuccinoIII°E2005/2006

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Page 2: Lorenzetti

1 – Biografia

2 – Opera di Ambrogio

3 – Palazzo Comunale di Siena

4 – La Sala dei Nove

5 – Allegoria del Buon e Cattivo Governo

6 – Bibliografia

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Ambrogio Lorenzetti nasce a Siena, probabilmente poco prima del 1300. Con lui e con suo fratello Pietro si conclude la grande stagione artistica senese del XIV secolo. Sembra certo che egli fosse il minore dei due e che entrambi appartenessero alla bottega di Duccio di Buoninsegna. Sebbene influenzato dalla pittura senese, Ambrogio, però, si accosta agli stilemi giotteschi. Oggi, l'identità artistica dei due fratelli è molto chiara e la critica tratta con distinzione due personalità che, dal punto di vista pittorico, hanno pochi tratti in comune. Altrettanta chiarezza non si può riscontrare nelle nozioni che i contemporanei e gli storici rinascimentali ebbero sui due fratelli, se è vero che Vasari ignora la loro parentela e sembra preferirgli il fratello Pietro, il Ghiberti loda le capacità, l’umanità e saggezza di Ambrogio, definendolo e ponendolo al di sopra di Simone Martini.

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•La prima opera accreditata di Ambrogio risale al 1319. Si tratta di una "Madonna con bambino" dipinta per la chiesa di Vico l'Abate, piccola località nei pressi di Firenze.

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Da questa data in poi si può supporre che Ambrogio, pur provenendo da Siena, lavori in Firenze.Nel 1327 viene immatricolato nell'Arte dei Medici e degli Speziali, che da quella data include i pittori e della quale fa parte lo stesso Giotto. Ambrogio, dunque, lavora assiduamente a Firenze e nella sua città natale, spesso in collaborazione col fratello.La sua reputazione di pittore risulta essere ottima e la critica accredita una forte influenza della pittura di entrambi i Lorenzetti sia in patria che fuori. Nel 1347, l'anno prima della morte avvenuta nella terribile peste del '48, Ambrogio viene eletto membro del Consiglio dei Pacieri di Siena, carica che probabilmente gli viene conferita per la sua fama di grande pittore.

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Madonna con Bambino chiesa di Vico dell’Abate

Madonna del latte Pinacoteca di Brera

Le Storie di San Nicola

Particolare delle Storie di San Nicolaavantiindietro

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L’Annunciazione

Una città sul mare

La Sala dei Nove e Allegoria del Buon e Cattivo Governo

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Ambrogio Lorenzetti esprime sin dalla sua prima opera una straordinaria capacità inventiva ed una forte originalità. La sua linea pittorica è chiara e sintetica e subordina, seguendo i dettami della scuola senese, i valori plastici a quelli strutturali. La sua opera è caratterizzata da una spiccata vena narrativa, che sembra voler indagare l'umanità dei personaggi più d'ogni altro elemento.Già nella "Madonna" del 1319, la stretta delle mani della madre nei confronti del bimbo evidenzia l'aspetto umano.

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•La caratteristica risulta ancora più palese nella "Madonna" della Pinacoteca di Brera e nella "Madonna del latte", risalenti al '27, periodo in cui l'artista si alterna tra Siena e Firenze. In quest'ultima tavola, Ambrogio rielabora un tipico soggetto bizantino del periodo trecentesco, accentuando il rapporto di familiarità tra i due soggetti.

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Tra il '26 e il '31, Ambrogio attende, insieme a Pietro, alla decorazione del Chiostro e del Capitolo del Convento di San Francesco a Siena. Gran parte degli affreschi è perduta, ma in ciò che resta ("Martirio dei Francescani a Ceuta", "Tolosa che pronuncia i voti") è già evidente la maturità del pittore.

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Negli stessi anni dipinge le quattro "Storie di San Nicola di Bari", forse parte di una pala d'altare poi perduta. La capacità narrativa del maestro è qui molto evidente: i personaggi ed i loro movimenti, inseriti in originali inquadramenti prospettici, si compenetrano armoniosamente con l'ambiente circostante. Nell’episodio con San Nicola che resuscita il bambino riesce ad evitare la convenzione secondo cui le scene d’interno sono rese visibili tramite l’abolizione delle pareti frontali, disponendo le sue figure in una sala aperta da un’arcata o entro una loggia al primo piano abolendo il fondo d’oro.

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L'opera più impegnativa e riuscita di Ambrogio appartiene agli anni '37-'39, come risulta dai pagamenti del Comune di Siena. Si tratta della decorazione di tre delle pareti della Sala dei Nove, nel Palazzo Pubblico di Siena. I dipinti hanno soggetto allegorico didascalico, con il titolo "Effetti del Buono e del Cattivo Governo". Ambrogio traspone i caratteri politici del tema nella sua poetica personale..

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Esistono testimonianze di pittura paesaggistica di Ambrogio, considerato precursore di tanta pittura paesaggistica successiva: "Una città vicino al mare", "Un castello in riva al lago". Fra le ultime opere del pittore figurano due tavole dalle singolari caratteristiche prospettiche: "Presentazione al tempio" e "Annunciazione".

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Quest'ultima, risalente al 1344, propone un'originale scelta della scena rappresentata: non l'apparizione dell'Angelo a Maria, ma il momento di calma pacifica dell'accettazione della Vergine.

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Una città sul mare

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Il castello sul lago

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Nel 1284 si ha notizia di un primo nucleo di quello che sarà il Palazzo Comunale (detto anche Palazzo Pubblico). Alla salita al potere del Governo dei Nove, nel 1287, la costruzione del palazzo ha la spinta definitiva. Mentre il palazzo del Bolgano era rivolto verso l'attuale piazza del Mercato, il nuovo palazzo guarda verso piazza del Campo. Ma le due costruzioni coesistonoDopo quasi un ventennio di incertezze, nel 1310 tutto il palazzo doveva essere terminato perché il governo dei Nove si sarebbe trasferito in quell'anno. Sulla tempistica della costruzione vi sono alcune notizie interessanti:•non è sicuro se l'ultimo piano del corpo centrale del palazzo (quello con le bifore a tutto sesto) sia coevo alla sua prima costruzione o sia stato invece costruito nel 1326, come alcuni storici affermano; •il secondo piano delle due ali fu costruito solo nel 1680 ma mantiene lo stile originale e bilancia la mole dei palazzi circostanti; si pensi, comunque, che questa modifica in stile gotico senese sia stata realizzata in pieno periodo barocco.

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Mappa topografica del Palazzo Pubblico

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E’ forse la sala più nota tra quelle del Palazzo Pubblico. Ha avuto nel tempo molti nomi:• delle Balestre, perché destinata anche ad armeria,• del Buon Governo, perché ospitava l’Allegoria,• della Pace, da una delle figure rappresentate nell’allegoria.Ma la sala incarna appieno la mentalità dei Nove, la forma di governo che più a lungo e meglio resse a Siena, dal 1287 al 1355.I Nove incaricarono nel 1337 Ambrogio Lorenzetti, di decorare l’ambiente.

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Sala dei Nove

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L’«Allegoria del Buono e del Cattivo Governo» di Ambrogio Lorenzetti è un grandioso ciclo di affreschi che l’artista realizzò, tra il 1337 e il 1339, nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena. Il ciclo è una delle prime opere di carattere totalmente laico che troviamo nell’arte del tempo.

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Sala della Pace o del Buom Governoavantiindietro

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In pratica il partito allora al potere volle che l’artista rappresentasse da un lato l’Allegoria del Cattivo Governo con gli effetti che esso produceva (carestia, assassini, saccheggi, violenza, povertà, ecc.) dall’altro l’Allegoria del Buon Governo con i suoi effetti (città prospere, campagne coltivate, benessere, ricchezza, gioia, e così via). L’intento è ben chiaro: solo se l’amministrazione della cosa pubblica avviene su principi di giustizia sociale, il popolo trae beneficio dal governo pubblico.

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Il piano iconografico dell’opera si struttura quindi in quattro momenti fondamentali: nel primo troviamo l’Allegoria del Cattivo Governo è rappresentata come un uomo vestito di nero e con le corna in testa (personificazione quindi del diavolo), che si attornia di figure allegoriche quali la Crudeltà, la Discordia, la Guerra, la Perfidia, la Frode, l’Ira, la Tirannide, l’Avarizia e la Vanagloria.

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Parete del Malgoverno

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Tirannide

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Il secondo momento è quello degli Effetti del Cattivo Governo in Città e in Campagna: in questo affresco viene rappresentata appunto una città e il contado circostante, dove dominano campi incolti, rovine e scene di violenza e rapina.

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Malgoverno in città

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Malgoverno in campagna

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Il terzo momento del ciclo è quello dell’Allegoria del Buon Governo: qui campeggia la figura di un vecchio e saggio monarca che siede sul trono, circondato dalle figure allegoriche della Giustizia, della Temperanza, della Magnanimità, della Prudenza, della Fortezza e della Pace. Sul suo capo vi sono inoltre le personificazioni delle virtù teologali: Fede, Speranza e Carità.

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Effetti del Buon Governo

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La giustizia assisa in trono è ispirata dalla divina Sapientia, la figura alata che la sovrasta e che regge la bilancia, su cui sono le personificazioni della nota distinzione aristotelica tra:• iustitia distributiva• iustitia commutativa.

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Il quarto ed ultimo momento del ciclo, nonché il più bel affresco di tutta la composizione, è l’Effetto del Buon Governo in Città e in Campagna: in questo caso abbiamo una veduta in prospettiva della città di Siena e del contado immediatamente vicino, in cui aleggia un clima di serena fattività: ci sono persone intente a costruire a case, a svolgere mestieri e commerci, a coltivare i campi, e così via.

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Effetti del Buon Governo in città

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Effetti del Buon Governo in Campagna

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