LODIAMO LODIAMO IL SIGNORE! IL SIGNORE! · Parola di Dio. T. Rendiamo grazie a Dio. Canto OGNI MIA...

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LODIAMO LODIAMO LODIAMO LODIAMO

IL SIGNORE!IL SIGNORE!IL SIGNORE!IL SIGNORE!

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Progetto Policoro

28° Corso di formazione nazionale Assisi, 26 novembre - 1 dicembre 2013

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CANTICO DI ZACCARIA Lc 1, 68-79 Il Messia e il suo Precursore

Benedetto il Signore Dio d’Israele, *

perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *

nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso *

per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *

e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *

e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *

di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *

al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo *

perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *

nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *

per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *

e nell’ombra della morte

e dirigere i nostri passi *

sulla via della pace.

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Martedì 26 novembre 2013

PREGHIERA DI APERTURA

P. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

P. Dio, origine e fonte di ogni bene, sia con tutti voi.

T. E con il tuo spirito.

P. Carissimi,

Dio nostro Padre ci chiama ancora una volta a “stare dentro la

storia con amore” per annunciare al mondo, con le parole e con la

vita, il Vangelo della speranza. Per servire la Chiesa e il mondo del

lavoro con serietà e competenza, chiediamo al Signore di guidarci

con il suo Spirito di sapienza durante questo 28° Corso formativo

nazionale, perché possiamo ricevere con gratitudine ciò che ci verrà

donato e trasmetterlo agli altri efficacemente, collaborando con

umiltà all’edificazione della nuova civiltà dell’amore.

Canto

VIENI, VIENI, SPIRITO D’AMORE

Vieni, vieni, Spirito d’amore

ad insegnar le cose di Dio.

Vieni, vieni, Spirito di pace

a suggerir le cose che Lui ha detto a noi.

Noi t’invochiamo Spirito di Cristo,

vieni Tu dentro di noi; cambia i nostri occhi,

fa’ che noi vediamo la bontà di Dio per noi.

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LETTURA BIBLICA

Dal Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di

belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di

quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà

distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno

queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».

Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel

mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a

loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate,

perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi

diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e

vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno

anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo».

Parola di Dio.

T. Rendiamo grazie a Dio.

Canto

OGNI MIA PAROLA

Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo

e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra;

così ogni mia parola non ritornerà a me

senza operare quanto desidero,

senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.

Ogni mia parola, ogni mia parola.

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LETTURA DAL MAGISTERO

Dalla lettera enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco 18

Nella fede, Cristo non è soltanto Colui in cui crediamo, la manifestazione

massima dell’amore di Dio, ma anche Colui al quale ci uniamo per poter

credere. La fede, non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di

Gesù, con i suoi occhi: è una partecipazione al suo modo di vedere. In tanti

ambiti della vita ci affidiamo ad altre persone che conoscono le cose meglio

di noi. Abbiamo fiducia nell’architetto che costruisce la nostra casa, nel

farmacista che ci offre il medicamento per la guarigione, nell’avvocato che

ci difende in tribunale. Abbiamo anche bisogno di qualcuno che sia

affidabile ed esperto nelle cose di Dio. Gesù, suo Figlio, si presenta come

Colui che ci spiega Dio (cfr Gv 1,18). La vita di Cristo - il suo modo di

conoscere il Padre, di vivere totalmente nella relazione con Lui - apre uno

spazio nuovo all’esperienza umana e noi vi possiamo entrare.

P. E ora, figli nel Figlio, rivolgiamo al Padre la preghiera, che rende

fratelli i battezzati in Cristo:

T. Padre nostro.

ORAZIONE

P. O Padre,

che affidi ad ogni uomo l’impegno quotidiano del lavoro,

benedici l’opera che oggi iniziamo.

Tu, che chiami gli uomini a cooperare al disegno immenso

della tua creazione, fa’ che nello sforzo comune

di costruire un mondo più giusto e fraterno

ogni uomo viva la propria vocazione

e contribuisca al progresso di tutti.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

P. Benediciamo il Signore.

T. Rendiamo grazie a Dio.

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VESPRI

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria. Alleluia.

INNO

Accogli, o Padre buono,

il canto dei fedeli

nel giorno che declina.

Tu al sorger della luce

ci chiamasti al lavoro

nella mistica vigna;

or che il sole tramonta,

largisci agli operai

la mercede promessa.

Da’ ristoro alle membra

e diffondi nei cuori

la pace del tuo Spirito.

La tua grazia sia pegno

della gioia perfetta

nella gloria dei santi.

A te sia lode, o Padre,

al Figlio e al Santo Spirito

nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. Non potete servire Dio e il denaro,

dice il Signore.

SALMO 48, 1-13 (I) Vanità delle ricchezze Difficilmente un ricco entra nel regno dei cieli (Mt 19, 23).

Ascoltate, popoli tutti, *

porgete orecchio abitanti del mondo,

voi nobili e gente del popolo, *

ricchi e poveri insieme.

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La mia bocca esprime sapienza, *

il mio cuore medita saggezza;

porgerò l’orecchio a un proverbio, *

spiegherò il mio enigma sulla cetra.

Perché temere nei giorni tristi, *

quando mi circonda la malizia dei perversi?

Essi confidano nella loro forza, *

si vantano della loro grande ricchezza.

Nessuno può riscattare se stesso, *

o dare a Dio il suo prezzo.

Per quanto si paghi il riscatto di una vita, †

non potrà mai bastare *

per vivere senza fine, e non vedere la tomba.

Vedrà morire i sapienti; †

lo stolto e l’insensato periranno insieme *

e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

Il sepolcro sarà loro casa per sempre, †

loro dimora per tutte le generazioni, *

eppure hanno dato il loro nome alla terra.

Ma l’uomo nella prosperità non comprende, *

è come gli animali che periscono.

1 ant. Non potete servire Dio e il denaro,

dice il Signore.

2 ant. Radunate i vostri tesori in cielo,

dice il Signore.

SALMO 48, 14-21 (II) L’umana ricchezza non salva Stolto,... quello che hai preparato di chi sarà? Beato chi arricchisce davanti a Dio

(cfr. Lc 12, 20. 21).

Questa è la sorte di chi confida in se stesso, *

l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole.

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Come pecore sono avviati agli inferi, *

sarà loro pastore la morte;

scenderanno a precipizio nel sepolcro, †

svanirà ogni loro parvenza: *

gli inferi saranno la loro dimora.

Ma Dio potrà riscattarmi, *

mi strapperà dalla mano della morte.

Se vedi un uomo arricchirsi, non temere, *

se aumenta la gloria della sua casa.

Quando muore, con sé non porta nulla, *

né scende con lui la sua gloria.

Nella sua vita si diceva fortunato: *

«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».

Andrà con la generazione dei suoi padri *

che non vedranno mai più la luce.

L’uomo nella prosperità non comprende, *

è come gli animali che periscono.

2 ant. Radunate i vostri tesori in cielo,

dice il Signore.

3 ant. Gloria a te, Agnello immolato:

a te potenza e onore nei secoli!

CANTICO Cfr. Ap 4, 11; 5, 9. 10. 12 Inno dei salvati

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,

di ricevere la gloria, *

l’onore e la potenza,

perché tu hai creato tutte le cose, †

per la tua volontà furono create, *

per il tuo volere sussistono.

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Tu sei degno, o Signore,

di prendere il libro *

e di aprirne i sigilli,

perché sei stato immolato †

e hai riscattato per Dio con il tuo sangue *

uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione

e li hai costituiti per il nostro Dio

un regno di sacerdoti *

e regneranno sopra la terra.

L’Agnello che fu immolato è degno di potenza, †

ricchezza, sapienza e forza, *

onore, gloria e benedizione.

3 ant. Gloria a te, Agnello immolato:

a te potenza e onore nei secoli!

LETTURA BREVE Rm 3, 23-25a

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati

gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da

Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di

espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la

sua giustizia.

RESPONSORIO BREVE

R. Mi colmerai di gioia, Signore, * alla tua presenza.

Mi colmerai di gioia, Signore, alla tua presenza.

V. Festa senza fine

alla tua presenza.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Mi colmerai di gioia, Signore, alla tua presenza.

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Ant. al Magn. Manifestaci la grandezza del tuo amore;

Onnipotente e Santo è il tuo nome.

CANTICO DELLA BEATA VERGINE

Si ripete l’Ant. al Magn.

INTERCESSIONI

Uniti nella liturgia di lode, supplichiamo il Cristo, pastore e guida delle

anime, che ama e protegge la sua Chiesa:

Salva il tuo popolo, Signore.

Custodisci, pastore eterno, il nostro vescovo Domenico,

– e tutti i pastori della tua Chiesa.

Guarda con amore i nostri fratelli perseguitati ed oppressi,

– affrettati a liberarli dalle loro pene.

Provvedi a tutti i poveri del mondo,

– fa’ che a nessuno manchi il pane, la casa e il lavoro.

Illumina con la tua sapienza le assemblee legislative,

– perché facciano leggi giuste e sagge.

Ricordati dei defunti che hai redento a prezzo del tuo sangue,

– ammettili al banchetto delle nozze eterne.

Padre nostro.

ORAZIONE

O Dio, a cui appartiene il giorno e la notte, fa’ che il sole della giustizia

non tramonti mai nel nostro spirito, perché possiamo giungere alla luce

gloriosa del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è

Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli

dei secoli.

R. Amen.

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Mercoledì 27 novembre

LODI

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria. Alleluia.

INNO

Notte, tenebre e nebbia,

fuggite: entra la luce,

viene Cristo Signore.

Il sole di giustizia

trasfigura ed accende

l’universo in attesa.

Con gioia pura ed umile,

fra i canti e le preghiere,

accogliamo il Signore.

Salvatore dei poveri,

la gloria del tuo volto

splenda su un mondo nuovo!

A te sia lode, o Cristo,

al Padre e al Santo Spirito,

oggi e sempre nei secoli. Amen.

1 ant. Santa è la tua via:

chi è grande come te, Signore?

SALMO 76 Dio rinnova i prodigi del suo amore Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati: colui che ha risuscitato Gesù

risusciterà anche noi (cfr. 2Cor 4, 8. 14).

La mia voce sale a Dio e grido aiuto; *

la mia voce sale a Dio, finché mi ascolti.

Nel giorno dell’angoscia io cerco il Signore, †

tutta la notte la mia mano è tesa

e non si stanca; *

io rifiuto ogni conforto.

12

Mi ricordo di Dio e gemo, *

medito e viene meno il mio spirito.

Tu trattieni dal sonno i miei occhi, *

sono turbato e senza parole.

Ripenso ai giorni passati, *

ricordo gli anni lontani.

Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: *

rifletto e il mio spirito si va interrogando.

Forse Dio ci respingerà per sempre, *

non sarà più benevolo con noi?

È forse cessato per sempre il suo amore, *

è finita la sua promessa per sempre?

Può Dio aver dimenticato la misericordia, *

aver chiuso nell’ira il suo cuore?

E ho detto: «Questo è il mio tormento: *

è mutata la destra dell’Altissimo».

Ricordo le gesta del Signore, *

ricordo le tue meraviglie di un tempo.

Mi vado ripetendo le tue opere, *

considero tutte le tue gesta.

O Dio, santa è la tua via; *

quale dio è grande come il nostro Dio?

Tu sei il Dio che opera meraviglie, *

manifesti la tua forza fra le genti.

È il tuo braccio che ha salvato il tuo popolo, *

i figli di Giacobbe e di Giuseppe.

Ti videro le acque, Dio, †

ti videro e ne furono sconvolte; *

sussultarono anche gli abissi.

Le nubi rovesciarono acqua, †

scoppiò il tuono nel cielo; *

le tue saette guizzarono.

13

Il fragore dei tuoi tuoni nel turbine, †

i tuoi fulmini rischiararono il mondo, *

la terra tremò e fu scossa.

Sul mare passava la tua via, †

i tuoi sentieri sulle grandi acque *

e le tue orme rimasero invisibili.

Guidasti come gregge il tuo popolo *

per mano di Mosè e di Aronne.

1 ant. Santa è la tua via:

chi è grande come te, Signore?

2 ant. Il mio cuore esulta nel Signore:

è lui che umilia e innalza.

CANTICO 1 Sam 2, 1-10

La gioia e la speranza degli umili è in Dio «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli

affamati» (Lc 1, 52-53).

Il mio cuore esulta nel Signore, *

la mia fronte s’innalza, grazie al mio Dio.

Si apre la mia bocca contro i miei nemici, *

perché io godo del beneficio che mi hai concesso.

Non c’è santo come il Signore, *

non c’è rocca come il nostro Dio.

Non moltiplicate i discorsi superbi, †

dalla vostra bocca non esca arroganza; *

perché il Signore è il Dio che sa tutto

e le sue opere sono rette.

L’arco dei forti s’è spezzato, *

ma i deboli sono rivestiti di vigore.

I sazi sono andati a giornata per un pane, *

mentre gli affamati han cessato di faticare.

14

La sterile ha partorito sette volte *

e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere, *

scendere agli inferi e risalire.

Il Signore rende povero e arricchisce, *

abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il misero, *

innalza il povero dalle immondizie,

per farli sedere con i capi del popolo, *

e assegnar loro un seggio di gloria.

Perché al Signore appartengono i cardini della terra *

e su di essi fa poggiare il mondo.

Sui passi dei giusti egli veglia, †

ma gli empi svaniscono nelle tenebre. *

Certo non prevarrà l’uomo malgrado la sua forza.

Dal Signore saranno abbattuti i suoi avversari! *

L’Altissimo tuonerà dal cielo.

Il Signore giudicherà gli estremi confini della terra; †

al suo re darà la forza *

ed eleverà la potenza del suo Messia.

2 ant. Il mio cuore esulta nel Signore:

è lui che umilia e innalza.

3 ant. Il Signore regna, esulti la terra. †

SALMO 96 La gloria del Signore nel giudizio Questo salmo si riferisce alla salvezza e alla fede di tutte le genti in Cristo

(sant’Atanasio).

Il Signore regna, esulti la terra, *

† gioiscano le isole tutte.

Nubi e tenebre lo avvolgono, *

giustizia e diritto sono la base del suo trono.

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Davanti a lui cammina il fuoco *

e brucia tutt’intorno i suoi nemici.

Le sue folgori rischiarano il mondo: *

vede e sussulta la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore, *

davanti al Signore di tutta la terra.

I cieli annunziano la sua giustizia *

e tutti i popoli contemplano la sua gloria.

Siano confusi tutti gli adoratori di statue †

e chi si gloria dei propri idoli. *

Si prostrino a lui tutti gli dèi!

Ascolta Sion e ne gioisce, †

esultano le città di Giuda *

per i tuoi giudizi, Signore.

Perché tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, *

tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.

Odiate il male, voi che amate il Signore: †

lui che custodisce la vita dei suoi fedeli *

li strapperà dalle mani degli empi.

Una luce si è levata per il giusto, *

gioia per i retti di cuore.

Rallegratevi, giusti, nel Signore, *

rendete grazie al suo santo nome.

3 ant. Il Signore regna, esulti la terra.

LETTURA BREVE Rm 8, 35. 37

Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la

persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste

cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.

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RESPONSORIO BREVE

R. Benedirò il Signore * in ogni tempo.

Benedirò il Signore in ogni tempo.

V. Sulla mia bocca sempre la sua lode

in ogni tempo.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Benedirò il Signore in ogni tempo.

Ant. al Ben. In santità e giustizia tutti i nostri giorni

serviamo il Signore.

CANTICO DI ZACCARIA

Si ripete l’Ant. al Ben.

INVOCAZIONI

Lodiamo il Cristo, che ha promesso di rimanere con noi tutti i giorni sino

alla fine dei secoli, e rivolgiamogli la nostra preghiera:

Resta con noi, Signore.

Resta con noi, Signore, durante questo giorno,

– non tramonti mai nel nostro spirito il sole della tua grazia.

Ti offriamo, Signore, le azioni e le sofferenze di questa giornata,

– promettiamo di servirti sempre con cuore puro e leale.

Fa’ che viviamo il tempo che ci dai come un dono della tua bontà,

– per divenire il sale della terra e la luce del mondo.

Il tuo Spirito orienti i nostri pensieri e le nostre parole,

– perché rimaniamo sempre nel tuo amore e nella tua lode.

Padre nostro.

ORAZIONE

Risplenda su di noi, Signore, la luce della tua sapienza, perché, liberi da

ogni compromesso col peccato, camminiamo sempre nella via dei tuoi

comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e

vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei

secoli.

R. Amen.

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Giovedì 28 novembre

LODI

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria. Alleluia.

INNO

Al sorger della luce,

ascolta, o Padre Santo,

la preghiera degli umili.

Dona un linguaggio mite,

che non conosca i frèmiti

dell’orgoglio e dell’ira.

Donaci occhi limpidi,

che vincano le torbide

suggestioni del male.

Donaci un cuore puro,

fedele nel servizio,

ardente nella lode.

A te sia gloria, o Padre,

al Figlio e al Santo Spirito

nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. Risveglia, o Dio, la tua potenza,

fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

SALMO 79 Visita, o Signore, la tua vigna Vieni, Signore Gesù (Ap 22, 20).

Tu, pastore d’Israele, ascolta, *

tu che guidi Giuseppe come un gregge.

Assiso sui cherubini rifulgi *

davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse.

Risveglia la tua potenza *

e vieni in nostro soccorso.

18

Rialzaci, Signore, nostro Dio, *

fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Signore, Dio degli eserciti, †

fino a quando fremerai di sdegno *

contro le preghiere del tuo popolo?

Tu ci nutri con pane di lacrime, *

ci fai bere lacrime in abbondanza.

Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, *

e i nostri nemici ridono di noi.

Rialzaci, Dio degli eserciti, *

fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Hai divelto una vite dall’Egitto, *

per trapiantarla hai espulso i popoli.

Le hai preparato il terreno, *

hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.

La sua ombra copriva le montagne *

e i suoi rami i più alti cedri.

Ha esteso i suoi tralci fino al mare *

e arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai abbattuto la sua cinta *

e ogni viandante ne fa vendemmia?

La devasta il cinghiale del bosco *

e se ne pasce l’animale selvatico.

Dio degli eserciti, volgiti, *

guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,

proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, *

il germoglio che ti sei coltivato.

Quelli che l’arsero col fuoco e la recisero, *

periranno alla minaccia del tuo volto.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, *

sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

19

Da te più non ci allontaneremo, *

ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.

Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, *

fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

1 ant. Risveglia, o Dio, la tua potenza,

fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

2 ant. Grandi cose ha compiuto il Signore,

sappiano i popoli le sue imprese.

CANTICO Is 12, 1-6 Esultanza del popolo redento Chi ha sete venga a me e beva (Gv 7, 37).

Ti ringrazio, Signore; †

tu eri con me adirato, *

ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato.

Ecco, Dio è la mia salvezza; *

io confiderò, non avrò mai timore,

perché mia forza e mio canto è il Signore; *

egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia *

alle sorgenti della salvezza.

In quel giorno direte: *

«Lodate il Signore, invocate il suo nome;

manifestate tra i popoli le sue meraviglie, *

proclamate che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore,

perché ha fatto opere grandi, *

ciò sia noto in tutta la terra.

Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, *

perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».

2 ant. Grandi cose ha compiuto il Signore,

sappiano i popoli le sue imprese.

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3 ant. Esultate in Dio, nostra forza. †

SALMO 80 Solenne rinnovazione dell’Alleanza Guardate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede

(Eb 3, 12).

Esultate in Dio, nostra forza, *

† acclamate al Dio di Giacobbe.

Intonate il canto e suonate il timpano, *

la cetra melodiosa con l’arpa.

Suonate la tromba nel plenilunio, *

nostro giorno di festa.

Questa è una legge per Israele, *

un decreto del Dio di Giacobbe.

Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe, *

quando usciva dal paese d’Egitto.

Un linguaggio mai inteso io sento: †

«Ho liberato dal peso la sua spalla, *

le sue mani hanno deposto la cesta.

Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato, †

avvolto nella nube ti ho dato risposta, *

ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; *

Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un altro dio *

e non prostrarti a un dio straniero.

Sono io il Signore tuo Dio, †

che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto; *

apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, *

Israele non mi ha obbedito.

L’ho abbandonato alla durezza del suo cuore, *

che seguisse il proprio consiglio.

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Se il mio popolo mi ascoltasse, *

se Israele camminasse per le mie vie!

Subito piegherei i suoi nemici *

e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi *

e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;

li nutrirei con fiore di frumento, *

li sazierei con miele di roccia».

3 ant. Esultate in Dio, nostra forza.

LETTURA BREVE Rm 14, 17-19

Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace

e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene

accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della

pace e alla edificazione vicendevole.

RESPONSORIO BREVE

R. Al sorgere del giorno * mi ricordo di te, Signore.

Al sorgere del giorno mi ricordo di te, Signore.

V. Tu sei il mio aiuto:

mi ricordo di te, Signore.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Al sorgere del giorno mi ricordo di te, Signore.

Ant. al Ben. Da’ al tuo popolo, Signore,

la conoscenza della salvezza e il perdono dei peccati.

CANTICO DI ZACCARIA

Si ripete l’Ant. al Ben.

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INVOCAZIONI

Con la libertà dei figli invochiamo Dio Padre che ci ama e ascolta le

nostre preghiere:

Illumina i nostri occhi, Signore.

Ti ringraziamo di averci illuminati con lo Spirito che procede da te e dal

Figlio tuo,

– fa’ che ci saziamo della sua luce per tutta la lunghezza di questa

giornata.

La tua sapienza ci prenda per mano,

– perché camminiamo nella via della vita.

Insegnaci ad affrontare coraggiosamente ogni avversità,

– per servirti sempre con animo generoso.

Sii tu l’ispiratore dei nostri pensieri e delle nostre azioni,

– perché collaboriamo docilmente con la tua Provvidenza.

Padre nostro.

ORAZIONE

O Dio, vera luce e sorgente della luce, ascolta la nostra preghiera del

mattino e fa’ che, meditando con perseveranza la tua legge, viviamo

sempre illuminati dallo splendore della tua verità. Per il nostro Signore

Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello

Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.

23

Sabato 30 novembre

S. Andrea, apostolo

LODI

O Dio, vieni a salvarmi. Gloria. Alleluia.

INNO

O apostoli di Cristo,

colonna e fondamento

della città di Dio!

Dall’umile villaggio

di Galilea salite

alla gloria immortale.

Vi accoglie nella santa

Gerusalemme nuova

la luce dell’Agnello.

La Chiesa che adunaste

col sangue e la parola

vi saluta festante;

ed implora: fruttifichi

il germe da voi sparso

per i granai del cielo.

Sia gloria e lode a Cristo

al Padre ed allo Spirito,

nei secoli dei secoli. Amen.

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1 ant. Andrea, fratello di Simon Pietro,

fu tra i primi che seguirono il Signore.

SALMO 62, 2-9 L’anima assetata del Signore La Chiesa ha sete del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte dell’acqua

viva che zampilla per la vita eterna (cfr. Cassiodoro).

O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, *

di te ha sete l’anima mia,

a te anela la mia carne, *

come terra deserta, arida, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho cercato, *

per contemplare la tua potenza e la tua gloria.

Poiché la tua grazia vale più della vita, *

le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva, *

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Mi sazierò come a lauto convito, *

e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

Nel mio giaciglio di te mi ricordo, *

penso a te nelle veglie notturne,

tu sei stato il mio aiuto; *

esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe *

l’anima mia.

La forza della tua destra *

mi sostiene.

1 ant. Andrea, fratello di Simon Pietro,

fu tra i primi che seguirono il Signore.

2 ant. Cristo ebbe caro Andrea,

che offrì la vita per il regno dei cieli.

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CANTICO Dn 3, 57-88. 56 Ogni creatura lodi il Signore Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi (Ap 19, 5).

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, *

lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, angeli del Signore, il Signore, *

benedite, cieli, il Signore.

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore, *

benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.

Benedite, sole e luna, il Signore, *

benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore, *

benedite, o venti tutti, il Signore.

Benedite, fuoco e calore, il Signore, *

benedite, freddo e caldo, il Signore.

Benedite, rugiada e brina, il Signore, *

benedite, gelo e freddo, il Signore.

Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, *

benedite, notti e giorni, il Signore.

Benedite, luce e tenebre, il Signore, *

benedite, folgori e nubi, il Signore.

Benedica la terra il Signore, *

lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, monti e colline, il Signore, *

benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore.

Benedite, sorgenti, il Signore, *

benedite, mari e fiumi, il Signore.

Benedite, mostri marini e quanto si muove nell’acqua, il Signore, *

benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore.

Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, *

benedite, figli dell’uomo, il Signore.

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Benedica Israele il Signore, *

lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, *

benedite, o servi del Signore, il Signore.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, *

benedite, pii e umili di cuore, il Signore.

Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, *

lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo, *

lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo, *

degno di lode e di gloria nei secoli.

Alla fine di questo cantico non si dice il Gloria.

2 ant. Cristo ebbe caro Andrea,

che offrì la vita per il regno dei cieli.

3 ant. Andrea disse a Simone suo fratello:

Abbiamo trovato il Messia!

E lo condusse da Gesù.

SALMO 149 Festa degli amici di Dio I figli della Chiesa, i figli del nuovo popolo esultino nel loro re, Cristo (Esichio).

Cantate al Signore un canto nuovo; *

la sua lode nell’assemblea dei fedeli.

Gioisca Israele nel suo Creatore, *

esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze, *

con timpani e cetre gli cantino inni.

Il Signore ama il suo popolo, *

incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria, *

sorgano lieti dai loro giacigli.

Le lodi di Dio sulla loro bocca *

e la spada a due tagli nelle loro mani,

27

per compiere la vendetta tra i popoli *

e punire le genti;

per stringere in catene i loro capi, *

i loro nobili in ceppi di ferro;

per eseguire su di essi *

il giudizio già scritto:

questa è la gloria *

per tutti i suoi fedeli.

3 ant. Andrea disse a Simone suo fratello:

Abbiamo trovato il Messia!

E lo condusse da Gesù.

LETTURA BREVE Ef 2, 19-22

Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e

familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti,

e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni

costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore, in

lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di

Dio per mezzo dello Spirito.

RESPONSORIO BREVE

R. Li hai posti come capi * in mezzo al tuo popolo.

Li hai posti come capi in mezzo al tuo popolo.

V. Faranno ricordare il tuo nome, Signore,

in mezzo al tuo popolo.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Li hai posti come capi in mezzo al tuo popolo.

Ant. al Ben. Salve, croce preziosa,

ricevi il discepolo di colui che in te fu sospeso,

Cristo, mio maestro.

CANTICO DI ZACCARIA

Si ripete l’Ant. al Ben.

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INVOCAZIONI

Dio nostro Padre, per mezzo degli apostoli, ci ha fatti eredi del regno dei

cieli. Riconosciamo tutti i suoi benefici acclamando:

Ti loda, Signore, il coro degli apostoli.

Gloria a te, Signore, per la mensa del Corpo e del Sangue di Cristo,

trasmessa a noi dagli apostoli,

– è il banchetto imbandito dal tuo Figlio, che ci nutre e ci dà vita.

Gloria a te, Signore,

per la mensa della tua parola preparata a noi dagli apostoli,

– è il vangelo del tuo Figlio che ci illumina e ci conforta.

Gloria a te, Signore, per la tua Chiesa santa,

costruita sul fondamento degli apostoli,

– è il tuo tempio santo, che ci unisce in un solo corpo e in un solo Spirito.

Gloria a te, Signore, per la grazia del battesimo e della penitenza

affidata al ministero degli apostoli,

– è il lavacro istituito dal tuo Figlio, che ci purifica da tutte le nostre

colpe.

Padre nostro.

ORAZIONE

Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell’apostolo

sant’Andrea; egli che fu annunziatore del vangelo e pastore della tua

Chiesa, sia sempre nostro intercessore nel cielo. Per il nostro Signore

Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello

Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.

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LUCI NELLA STORIA

Testimoni della fede, compagni nel cammino

Madeleine Delbrêl (1904 – 1964)

Una vita di impegno

Nata nel 1904 a Mussidan (Francia), educata in un ambiente borghese e scristianizzato, a 15 anni Madeleine si dichiara atea e pessimista. "Il mondo è un assurdo, la vita è un non senso”. Verso i 20 anni l’incontro con alcuni giovani cristiani “ai quali Dio pareva essere indispensabile come l’aria” la costringono a pensare. La ragazza che fino a poco tempo prima guardava il mondo convinta che tutto dimostrasse la non esistenza di Dio, accetta l’ipotesi della sua possibile esistenza e si trova a compiere un cammino inaspettato: sceglie di pregare. Madeleine affonda nella preghiera, non perché già convertita ma perché convinta che sia l’unico atteggiamento possibile e onesto per verificare l’esistenza di Dio. Attraverso la preghiera rimane, come dirà lei stessa, “abbagliata" da Dio. La giovane decide di entrare in Carmelo, poi a seguito di problemi famigliari e grazie all’aiuto del suo padre spirituale, decide che la sua strada sarà un’altra: il mondo diventerà il suo monastero. In un’epoca in cui l’unica scelta per Dio era all’interno di un’istituzione religiosa, la scelta di Madeleine appare coraggiosa e non facile da comprendere. Nel 1933, assieme ad un gruppo di ragazze, parte per Ivry, sobborgo parigino operaio e marxista, con l’intento di vivere assieme mettendo tutto in comune, nella povertà, nella testimonianza del Vangelo, in mezzo ai poveri. All’epoca Ivry è la capitale del partito comunista francese, una città tappezzata da manifesti di propaganda sovietica, in cui ci saluta con il pugno alzato e dove i bambini del quartiere prendono a sassate i preti che incrociano. È una città divisa in due: da una parte un pugno di cattolici, soprattutto anziani e benestanti, e dall’altra una moltitudine di militanti comunisti, poveri e lontani dalla Chiesa. Tra queste due parti l’ostilità è fortissima, in ambito cattolico si discute molto su quale dovesse essere il rapporto fra cristiani e marxisti. Madeleine risolve la questione in base ad un principio molto semplice: “Dio non ha mai detto : Amerai il prossimo tuo come te stesso eccetto i comunisti”. Lei e le sue compagne, spinte dal Vangelo, vanno in mezzo alla gente, parlano con tutti, rispettano, amano. Questo piccolo gruppo di donne si conquista ben presto i cuori di tanti comunisti.

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La loro è una comunità di donne totalmente laiche, senza abito religioso o difese istituzionali, che fa della strada la sua terra di missione. La loro casa è un porto di mare, la loro porta è sempre aperta ad ogni incontro, ad ogni dialogo, ad ogni sostegno. La scelta di Madeleine è quella di vivere come tutti - ognuna di loro ha un proprio lavoro civile- ”gomito a gomito” con la gente del mondo ma è allo stesso tempo quella di tuffarsi in Dio con la stessa forza con cui ci si immerge nel mondo. Madeleine Delbrêl muore nel 1964 sul suo tavolo di lavoro, lasciando una gran quantità di scritti, poesie e testi. Tali scritti stampati in migliaia di copie, hanno accompagnato la ricerca spirituale di intere generazioni. Parole per il nostro tempo

Dagli scritti di Madeleine Delbrêl

(Da Noi delle strade)

1. C’è gente che Dio prende e mette da parte.

Ma ce n’è altra che egli lascia nella moltitudine, che non «ritira dal

mondo».

È gente che fa un lavoro ordinario, che ha una famiglia ordinaria o che

vive un’ordinaria vita da celibe. Gente che ha malattie ordinarie, e lutti

ordinari. Gente che ha una casa ordinaria, e vestiti ordinari.

È la gente della vita ordinaria. Gente che si incontra in una qualsiasi

strada.

Costoro amano il loro uscio che si apre sulla via, come i loro fratelli

invisibili al mondo amano la porta che si è richiusa definitivamente sopra

di essi.

Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa

strada, che questo mondo dove Dio ci ha messo è per noi il luogo della

nostra santità.

Noi crediamo che niente di necessario ci manca. Perché se questo

necessario ci mancasse, Dio ce lo avrebbe già dato.

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2. La parola di Dio non la si porta in capo al mondo in una valigetta: la si

porta in sé, la si porta su di sé.

Non la si ripone in un angolo di se stessi, nella propria memoria, come

ben sistemata sul ripiano di un armadio. La si lascia andare sino al fondo

di sé, sino a quel cardine su cui fa perno tutto il nostro essere.

Non si può essere missionari senza aver fatto in sé questa accoglienza

franca, larga, cordiale alla parola di Dio, al Vangelo.

Questa Parola, la sua tendenza vivente, è di farsi carne, di farsi carne in

noi.

E quando siamo così abitati da lei diventiamo atti ad essere missionari.

Ma non inganniamoci. Sappiamo che è gravosissimo ricevere in sé il

messaggio intatto. È per questo che tanti fra noi lo ritoccano, lo

mutilano, lo attenuano. Si prova il bisogno di metterlo alla pari con la

moda del giorno, come se Dio non fosse alla moda di tutti i giorni, come

se si potesse ritoccare Dio.

Se il prete-missionario è il portavoce della voce di Dio, noi, missionari

senza sacerdozio, della parola di Dio siamo una sorta di sacramento.

Una volta che abbiamo conosciuto la parola di Dio non abbiamo il diritto

di non riceverla; una volta che l’abbiamo ricevuta non abbiamo il diritto

di non lasciarla incarnare in noi; una volta che si è incarnata in noi non

abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel

momento, a coloro che l’attendono.

Il tempo dei martiri va e viene, ma il tempo dei testimoni dura

incessantemente, e «testimoni» vuol dire «martiri».

Questa incarnazione della parola di Dio in noi, questa docilità a lasciarci

modellare da essa, è quel che chiamiamo la testimonianza.

Se la nostra testimonianza è spesso così mediocre, è perché non

comprendiamo che per essere testimonio occorre lo stesso eroismo che

per essere martire.

Per prendere la parola di Dio sul serio bisogna che ci sia in noi tutta la

forza dello Spirito Santo.

«Vivere oggi come se dovessi morire martire stasera», scriveva Padre de

Focauld.

E questo implica un fervore di tutti noi stessi di fronte alla grazia di

32

ciascun istante, una perduta aspettazione di quella forza d’amore senza la

quale saremmo dei rinnegati.

3. Prendere coscienza che per il nostro tempo terrestre la fede depone in

noi un fermento di lotta, un permanente dibattito, una scelta incessante

fra Gesù Cristo e ciò che nel mondo rimane ostile a Dio, significa

realizzare in noi la vocazione stessa della Chiesa.

Sulla terra la Chiesa è fatta per battersi; per vocazione è in lotta contro il

male; per missione guida incessantemente contro il male; per sua

funzione libera dal male.

Il combattimento della Chiesa non cessa mai d’essere sanguinoso. Un

amore realista della Chiesa comporta necessariamente il ricevere

percosse e portarne le piaghe. Ora, quel che dà un senso al

combattimento della Chiesa, quel che traccia la direzione della sua storia,

è la speranza.

Per camminare, per propagarsi, per liberare, la Chiesa lotta, gli occhi e il

cuore legati indissolubilmente alle promesse di Dio. La speranza

cristiana ci assegna per posto quella stretta linea di crinale, quella

frontiera dove la nostra vocazione esige che noi scegliamo, ogni giorno ed

ogni ora, d’essere fedeli alla fedeltà di Dio per noi. Sulla terra, questa

scelta non può essere che dilacerante, ma la speranza ci vieta di farne mai

motivo di dolorismo. È la sofferenza della donna che mette un bambino

al mondo. Ogni volta che noi siamo così dilacerati, diventiamo come

brecce aperte nella resistenza del mondo. Diamo passaggio alla vita di

Dio. Niente può introdurci meglio nella realtà intima della Chiesa.

4. Le immersioni missionarie nel cuore del nostro tempo ci scoprono il

mondo come lo vedono i non credenti. Noi, cristiani, non sempre ci

rendiamo conto fino a qual punto la loro visione è diversa dalla nostra.

Se, in enorme proporzione, il mondo si è trovato chiuso al cristianesimo,

il mondo si trova tuttavia aperto, in proporzione ugualmente larga, al

senso del divino più o meno puro o degradato.

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Al contrario, negli ambienti scristianizzati in cui viviamo, è il senso del

divino che la gente perde spesso per primo; è dopo che perdono il

«cristianesimo».

Quali sono le caratteristiche del campo visuale di questo prossimo che ci

cammina a fianco?

Nei confronti della nostra visione del mondo, la prima caratteristica è

quella di essere illuminati, oggi, dalla sola luce dello spirito umano; la

seconda, di non essere illuminati su tutto quello che oltrepassa l’uomo.

Da queste due caratteristiche discende una nuova scala di valori: sulla

realtà delle cose, sulla loro necessità.

In questo campo visuale, una certa utilità, una certa realtà di ciascuna

cosa si mostrano. Questa realtà, questa utilità sono vere; ma ciò che è

irrimediabilmente falsato è la scala dei valori, perché sono state accecate

tutte le linee di prospettiva.

Si può dire che tutto quel che, così, è accecato dalla parte di Dio, è in

qualche modo conquistato dalla morte, è inghiottito dalle «tenebre della

morte». Ciascuna cosa si trova esaltata, così, nel suo presente e colpita a

morte nel suo divenire. La disperazione ne viene accresciuta. Ogni cosa

strappata a Dio è condannata a morte.

C’è un sostegno nell’essere che affonda nell’intimo di tutto quel che è

vivente, di tutto quel che è amato. È l’invasione del nulla e dell’assurdo in

ogni cosa.

A contatto di questo disastro la vita della fede reagisce. Il cristiano rivede

la sua vita cristiana. Si interroga su Dio, sull’importanza di Dio, sul posto

di Dio, sul suo ricorso a Dio.

Può allora costatare quanto sia facile lasciar dileguare Dio dalla vita

cristiana, e lasciarlo dileguare da Cristo; quanto sia facile poi che Cristo

si dilegui dal cristianesimo; e quanto sia facile che un cristianesimo

giunga a sussistere dapprima senza Dio, e in seguito senza Cristo.

Comprende fino alla vertigine come questi crolli possono verificarsi.

34

5. Non annunciamo la Buona Novella, perché il Vangelo non è più una

novella per noi: ci siamo abituati, è una notizia vecchia. Il Dio vivente

non è una felicità prodigiosa e sconvolgente: è un dovuto, telone di fondo

della nostra vita. La felicità è costituita da eccedenze variabili in margine

a Dio che è permanente. Non ci rendiamo conto di quel che sarebbe

l’assenza di Dio per noi; dunque, non ci rendiamo conto di quel che è per

gli altri. Noi discutiamo di un’idea quando parliamo di lui; non

testimoniamo di un amore ricevuto e dato. Non possiamo annunciare ai

non credenti la fede come una liberazione dall’assurdità di un mondo

senza Dio, perché, questa assurdità, non la percepiamo più.

Noi difendiamo Dio come nostra proprietà, non l’annunciamo come vita

di ogni vita, il prossimo immediato di tutto ciò che vive. Non siamo gli

informatori della novità eterna di Dio, ma i polemisti che difendono una

visione della vita da «conservare». E così, sarebbe inutile essere

abbastanza vicini per essere ascoltati, parlare la lingua dei nostri simili,

esser loro presenti ed esistenti, se, adempiute tutte queste condizioni,

non avessimo noi stessi ritrovato il messaggio totale che abbiamo

ricevuto e che dobbiamo trasmettere.

6. La parrocchia missionaria, cellula della Chiesa, deve vivere la

doppia vocazione di essere sempre più «stabilita» e sempre più

«inviata».

Stabilita. Il popolo di Dio che essa raduna deve sviluppare

vigorosamente la propria vita e farla crescere assieme alla vita umana,

nei figli che diventano figli di Dio.

La sua propria vita è soprannaturale; la sua autorità, il suo

insegnamento, la sua missione, i suoi mezzi hanno una dimensione

divina - vengono da Dio e sono per Dio. È una vita perché Dio è vivente.

È una vita religiosa dalla quale non possono essere assenti né gli uomini,

né Dio. Il suo culto è il culto che Dio vuole da noi per la sua gloria. La sua

legge è la legge con la quale Dio ci dice come egli vuole che noi viviamo. I

suoi sacramenti sono i mezzi per vivere, per essere forti, per crescere, che

Dio ha scelto per noi. La sua parola è la rivelazione che Dio ci ha fatto di

se stesso.

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È una vita indissolubilmente filiale e fraterna, perché questo Dio vivente

è nostro Padre, perché essere suoi figli ci rende fratelli tra noi.

L’aspirazione di questa vita è «impossibile agli uomini».

Inviata. Quel che la vita missionaria deve proporre agli indifferenti e ai

non credenti è ciò che la rende la più estranea al mondo che essi

costituiscono: la sua fede.

Ma perché la fede sia intesa, il suo messaggio capito, è necessario che

coloro i quali l’annunciano accettino di essere separati da quel mondo

solo per la fede; che vogliano essere uniti agli uomini di quel mondo

come fratelli di uno stesso sangue e di uno stesso destino; che siano

estranei a causa della loro fede, ma per nulla a causa di se stessi.

Quel che la fede è in se stessa la rende straniera; la mancanza di rispetto

che noi abbiamo per essa fa sì che la snaturiamo, che presentiamo altra

cosa da essa. La lucidità delle parrocchie missionarie è stata e dev’essere

grande per impedire che noi facciamo di essa non una straniera ma la

partigiana di un clan sociale, non la maestra di eternità ma la specialista

del passato, non la procuratrice di vita eterna ma di uno stile di vita

temporale, non la traduttrice del mistero per tutti ma una sapiente

senza lingua volgare.

Del pari, se il mondo rifiuta Dio, il cuore di ciascun uomo è «fatto per

Dio». Ma se un uomo deve riconoscere Dio, non sarà un «piccolo Dio»

che avremo ridotto alla nostra statura. Se il Dio «che nessuno ha mai

visto» può essere conosciuto attraverso il Cristo ed il suo Vangelo, non

può essere conosciuto nel Vangelo che avremo adattato alle nostre

concezioni personali, alle nostre forze personali.

Se Dio ha dato una legge agli uomini, essa non è un segno di Dio se non

l’osserviamo solennemente e non come di sfuggita. Se siamo degli

ingrati pratici e consideriamo la grazia come qualcosa che ci è dovuto,

anche in questo caso ci sarà impossibile concepire quel che è una

mentalità senza fede, senza riferimento a Dio in un mondo che si trova

ad essere diventato enorme, arbitrario, cieco. Parleremo

«naturalmente» del solo fatto che realmente trasforma la vita, e quando

si fa della fede qualcosa di naturale, essa diventa assurda per il non

credente.

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Infine, se decidiamo di essere al margine della vita degli uomini, di

essere dei dilettanti in quel che fa la loro vita, se troviamo normale

restare muti fra sordi perché non siamo «dello stesso mondo», «delle

stesse idee», «dello stesso partito», «della stessa educazione», «che

cosa ne avremo fatto dei nostri fratelli» quando lasceremo la nostra

stessa via per comparire dinanzi al Signore?

Quel che la parrocchia deve vivere per essere sempre più «stabilita»,

per essere sempre più se stessa è proprio quel che deve essere per

essere «inviata». Che poi è esattamente ciò che essa deve recare nel

mondo per annunciarlo.

(Da Umorismo nell’amore. Meditazioni e poesie)

7. Ci son tanti innamorati

Che non san cos’è l’amore

Che ne fanno solo un gioco

Per divertirsi un poco.

Vince ognuno e ognuno perde

Quando tocca a lui la scena

E la vita perde ognuno

Per un ambo o una cinquina.

Non è l’amore

L’amore che resta un gioco

Un gioco d’azzardo a coppie

Non è l’amore

Dire t’amo per un poco

Per dieci minuti o dieci anni

Non è l’amore

Dire t’amo perché chissà

Dire che dopo non si sa

Non è l’amore

Dire «Bella tu mi piaci»

Come la musica o come i suoni

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Non è l’amore

Poiché l’amore

Non è un gioco

L’amore è forte

Come la morte, come la vita, come l’amore.

Ma è l’amore

Che, più grande del mondo intero

Può amare fino in capo al mondo

Ma è l’amore

Che non si prende, che non si vende

L’amore che non si imprigiona

Ma è l’amore

Che dice sempre il primo giorno

Che dice il vero dicendo «sempre»

Ma è l’amore

Che mi ha detto che tu eri tu

Al cuore umano che batte in me

Questo è l’amore

Che fa di un uomo

L’umanità

Questo è l’amore

Proprio sul serio

E per davvero.

Ti amo, ecco tutto

Ti amo, e basta

O non per un giorno

Ti amo e basta

O proprio per niente

Ecco l’amore.

Ti amo, e vuole dire sempre

Ti amo e intendo più di tutto.

Tu non vedi noi due che ci diciamo

Ti amo adesso

Mi piaci tanto

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Ti amo per qualche giorno

L’amore non dice

Mi piaci, mi piaci tanto

Ti amo per ora

L’amore non dice

Ti amo.

Bibliografia

- M. DELBRÊL, Noi delle strade, Gribaudi, Milano 1995.

- M. DELBRÊL, La gioia di credere, Gribaudi, Milano 1997.

- M. DELBRÊL, Umorismo nell’amore. Meditazioni e poesie, Gribaudi,

Milano 2011.

- M. DELBRÊL, Insieme a Cristo per le strade del mondo.

Corrispondenza— 1942-1952, Gribaudi, Milano 2008.

- E. NATALI, Madeleine Delbrêl: una Chiesa di frontiera, EDB, Bologna

2010.

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CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1, 46-55 Esultanza dell'anima nel Signore

L'anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *

D'ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

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