LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO II. 0-1 mese Suoni di natura vegetativa Pianto (di fame, dolore,...
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LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO II
0-1 mese Suoni di
natura vegetativa
• Pianto (di fame, dolore, irritazione)• Sbadigli, ruttini, gorgoglii
2-6 mesi VocalizzazioniLe vocalizzazioni del bambino si inseriscono tra i turni verbali del genitore (proto-conversazioni)
6-7 mesiLallazionecanonica
Il bambino produce sequenze CV, spesso ripetute due o più volte (ma, da); compare la prosodia; si riduce l’ampiezza fonetica
10-12 mesiLallazione
variata
Il bambino produce sequenze sillabiche complesse (bada, dadu); compaiono i primi suoni simili a parole
FASE PRELINGUISTICA
I primi suoni
Performativi Performativi o deitticio deittici
UtilizzatiUtilizzatiper:per:
Chiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto
Attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento
esterno
RICHIESTA
DICHIARAZIONE
Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può
individuare osservando il contesto (es.: stendere il braccio con la mano aperta e il
palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare)
Gesti comunicativiGesti comunicativi9-12 mesi9-12 mesi
(sguardo rivolto all’interlocutore)
COMUNICAZIONE SOCIALE INTENZIONALE
Sequenza mezzo-scopo Ipotesi 1 Ipotesi 2 Risultato atteso A BAMBINO usa ADULTO OGGETTO Intenzione Aspettativa Cambiamento (= mezzo) (=scopo) comunicativa nell’ambiente richiestiva Attribuzione esterno
di agentività B BAMBINO usa OGGETTO ADULTO Intenzione Intenzione Cambiamento (= mezzo) (=scopo) comunicativa comunicativa nello stato dichiarativa interno del Attribuzione destinatario
di stati interni
Referenziali o Referenziali o rappresentativirappresentativi
Relazione tra Relazione tra repertorio repertorio gestuale e gestuale e
vocale nello vocale nello svilupposviluppo
Periodo in cui il bambino usa gesti
referenziali
Comparsa delle prime parole
Periodo in cui il vocabolario raggiunge le
50 parole
Diminuzione dell’uso di gesti referenziali
Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto. Sono appresi per imitazione.(es.: agitare le mani per significare “uccello”;
aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la testa per “no”)
Gesti comunicativiGesti comunicativi11-12 mesi11-12 mesi
Si Si riferiscono riferiscono
aa
Persone familiari
Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi
Oggetti familiari
Azioni che il bambino compie abitualmente
Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti specifici e ritualizzati
Successivamente: USO REFERENZIALE = Usate in una varietà di situazioni e
contesti
Le prime paroleLe prime parole
Fase I12-16mesicirca
L’ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 50 parole
17-24mesicirca
Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole
Può assumere la forma di:ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIOESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO
Fase II
Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo il vocabolario si attesta
mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole. Il passaggio ha luogo in quanto il bambino capisce che tutte le cose hanno un nome e che c’è un nome per ogni cosa
(parole = simboli)
Fasi dello sviluppo lessicale
Il significato riflette la categorizzazione della realtà che il bambino padroneggia in un dato momento del suo
sviluppo.Tale categorizzazione è diversa da quella dell’adulto:
SIGNIFICATOSIGNIFICATO
Errore di sovraestensione
Errore disottoestensione
Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale a quattro
zampe
Il bambino chiama “bambola” esclusivamente la sua bambola
preferita
Errore disovrapposizione
Il bambino usa “aprire” per riferirsi non soltanto all’azione di
aprire una porta, ma anche all’azione di accendere la luce
Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale
Il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi (es. la palla ha forma sferica)
Clark1973
Nelson1974
Il bambino categorizza all’inizio le somiglianze funzionali, cioè l’uso degli oggetti e le loro proprietà dinamiche (es. la palla rotola).
Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE
Barrett1989
Il bambino segue strade diverse nell’acquisire il significato delle parole: alcune parole vengono
apprese in modo contestualizzato e altre in modo decontestualizzato
Diverse teorie sulla costruzione del significato delleprime parole (CATEGORIZZAZIONE)
SOVRAORDINATO
BASE
SUBORDINATO
LIVELLI DI CATEGORIZZAZIONE
Le prime combinazioni a 20 mesi
- correlano con l’ampiezza del vocabolario
- riflettono la conoscenza innata del linguaggio (es. ipercorrettismi: romputo)
S I N T A S S I . . .S I N T A S S I . . .
Brown e Frasen (1964) Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono nei medesimi contesti:parole che compaiono nei medesimi contesti:
Classeperno
Classeaperta
Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente e sempre in posizione iniziale della frase
Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più numerose ma ricorrono meno frequentemente e non
hanno una posizione fissa
Critiche:• Scarse conferme della presenza delle classi perno e aperta
al di fuori dell’inglese• E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la
dimensione semantica
no sapone sporco Rifiutando una vecchia saponetta
no tasca Maneggiando un vestito senza tasche
no camion Riferendosi ad un’automobile
il NO presenta significati diversi
1. serve ad esprimere rifiuto
2. descrive qualcosa che non esiste
3. esprime una negazione
Antonucci e Parisi (1973) Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi hanno applicato un’analisi semantica alla produzione linguistica dei bambini che semantica alla produzione linguistica dei bambini che imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo:imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo:
I
II
I bambini producono espressioni di 2 o più parole che contengono la struttura nucleare della frase, cioè un
predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con cui si pronuncia la frase (2 anni)
La struttura nucleare minima si amplia e include strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite
(3-4 anni)
Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini italiani
Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti
del predicato (chi dà, chi riceve e l’oggetto che viene scambiato).
a) tata dà Claudia dà una bambola a Francesco
b) dà mamma Claudia vuole una palla dalla mamma
c) mamma iacca Claudia chiede dell’acqua alla madre
d) dà a nonna bototto La nonna dà un biscotto a Claudia
e) Acesco a dai a palla Francesco dà la palla a Claudia
Esempi del primo stadio nello sviluppo sintatticodei bambini italiani
Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi “venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il verbo all’infinito. Verso i 3 anni le frasi inserite diventano
esplicite (es. hai visto che ha detto).
a) Paola occi ene Paola oggi viene
b) Io pulisco co tetto Io pulisco con questo
c) Devo pendee libbi Devo prendere i libri
Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico(analisi semantica)
LMEBrown1973
Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica nelle produzioni verbali infantili nei primi tre anni di vita
Presupposto: la complessità della frase può essere valutata in base al numero degli elementi che la
compongono
Lingua inglese
Si calcola il numero di morfemi per ogni enunciato
Lingua italiana
Si calcola il numero di parole per ogni enunciato (LMEp)
La lunghezza media dell’enunciato (LME)
MorfologiaMorfologiaverbaleverbale
MorfologiaMorfologianominalenominale
3 anni in produzione
7 anniin comprensione
3 anni
Lo sviluppo Lo sviluppo morfosintatticomorfosintattico
si completa verso i 10 annisi completa verso i 10 anni
Accordo tra soggetto e verboes.: il cane inseguono i gattiPrima compaiono le forme
singolari dei verbi, poi quelle plurali
Forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale)
relative ai nomi
MorfologiaMorfologiapronominalepronominale 3-4 anni
Pronomi personali Prima compaiono i pronomi
soggetto e oggetto I e II persona sing. (io/tu, me/te)
MediaMedia
Età di comparsa delle primeparole
13mesi
8mesi
Ampiezza del vocabolarioa 20 mesi
Differenze individuali nel ritmo di Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggiosviluppo del linguaggio
18mesi
MinimoMinimo MassimoMassimo
50parole
22parole
628parole
Comprensione di parole a8 -10 mesiComprensione di parole a 17 - 18 mesi
Età di comparsa delle prime frasi
30parole
215
20mesi
nessuna
22
14mesi
200
398
24mesi
ReferenzialeVocabolario composto in
maggioranza da nomi
Sviluppo lessicale più rapidoKatherine Katherine NelsonNelsonStile di Stile di
acquisizione del acquisizione del linguaggiolinguaggio
Espressivo
Vocabolario composto in maggioranza da pronomi, nomi propri e formule per
regolare l’interazione sociale
Sviluppo sintattico più rapido
Differenze individuali nello stile di Differenze individuali nello stile di sviluppo del linguaggiosviluppo del linguaggio
Riflettono stili cognitivi differenti:
Differenze individuali nello sviluppo della semantica
• Alta proporzione di nomi nelle prime 50 parole
• Utilizzo di parole singole nel primo linguaggio
• Imita nomi di oggetti• Maggiore varietà lessicale• Utilizzo di elementi dotati di
significato• Elevato uso di aggettivi• Uso decontestualizzato di
nomi• Rapida crescita del
vocabolario
• Bassa proporzione di nomi nelle prime 50 parole
• Utilizzo di formule nel primo linguaggio
• Imita in modo non selettivo• Minore varietà lessicale• Utilizzo di suoni senza
significato• Scarso uso di aggettivi• Uso contestualizzato di nomi• Lenta crescita del vocabolario
STILE referenzialeSTILE referenziale STILE espressivoSTILE espressivo
Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica
• Orientamento verso gli oggetti
• Uso prevalente di intenzione dichiarativa
• Scarsa varietà di atti linguistici
• Approccio riflessivo alla soluzione di problemi
• Orientamento verso le persone
• Uso prevalente di intenzione richiestiva
• Alta varietà di atti linguistici
• Approccio impulsivo alla soluzione di problemi
STILE referenzialeSTILE referenziale STILE espressivoSTILE espressivo
Altre differenze individuali nello sviluppo linguistico
• Buona articolazione e intelligibilità
• Orientamento verso la parola• Pronuncia costante nell’uso
della stessa parola
• Scarsa articolazione e intelligibilità
• Orientamento verso l’intonazione
• Pronuncia variabile nell’uso della stessa parola
STILE referenzialeSTILE referenziale STILE espressivoSTILE espressivo
• Genere femminile• Primogenito• Livello socio-economico alto
• Genere maschile• Secondogenito• Livello socio-economico basso
FONOLOGIAFONOLOGIA
VARIABILI DEMOGRAFICHEVARIABILI DEMOGRAFICHE
Competenza pragmaticaCompetenza pragmatica
Le prime conversazioni si basano sull’intonazione della voce e sul ricorso ad alcune formule fatte (es. conversazione telefonica: Pronto? Chi è? Ciao!)
A 4 anni il bambino sa già adattare il proprio stile conversazionale in funzione dell’interlocutore (es. età).
Mentre al nido, prevalgono tra le prime espressioni le forme imperative (Dammi il pongo!) e le indicazioni di possesso (E’ mio!), durante la scuola materna si registrano forme più cortesi (Me lo dai ancora un po’?). Con l’aumentare dell’età si ampliano i temi di conversazione ed includono anche eventi passati e futuri.
Egocentrismo piagetianoEgocentrismo piagetiano
Dagli anni ’70 è emerso che i bambini sono più consapevoli delle caratteristiche e dei bisogni dell’interlocutore di quanto pensava Piaget. Es. il bambino aumenta i particolari di una descrizione se l’interlocutore ha gli occhi coperti rispetto al caso in cui egli può guardare.
Per parlare e comprendere in modo efficace sono richieste abilità percettive, cognitive e linguistiche complesse. A volte i compiti superano le capacità del bambino; a volte egli si rende conto dell’ambiguità (in produzione o comprensione) ma non della fonte dell’ambiguità o del modo per superarla.
Verbi che si riferiscono a Verbi che si riferiscono a stati mentalistati mentali
Credere, pensare, immaginare, dubitare
Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto dianalisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo
di intenzioni e significati
Pregare, maledire, promettere, ordinare
Parole, frasi, sillabe, lettere
La consapevolezza La consapevolezza metalinguisticametalinguistica
Verbi che si riferiscono Verbi che si riferiscono ad atti linguisticiad atti linguistici
Termini con cui ci si Termini con cui ci si riferisce a parti o unità riferisce a parti o unità del codice linguisticodel codice linguistico
Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella
propria stanza prima di addormentarsi
ESEMPIOESEMPIO
1) Quale colore2) Quale colore la coperta3) Quale colore la scopa4) Quale colore il vetro
Giocare con i suoni e le parole nei primi anni di vita
Studio di Studio di Ruth WeirRuth Weir
(1962)(1962)
Il bambino utilizza il linguaggio anche in assenza di stimoli comunicativi
• Gioca con i suoni e con le parole • Si esercita con le forme linguistiche che sta imparando (trascurando i contenuti)
L’alfabetizzazione facilita la padronanza di un metalinguaggio più elaborato in quanto a scuola il bambino impara a trattare il linguaggio come oggetto di analisi.
La consapevolezza metalinguistica inoltre facilita l’apprendimento della lettura.