Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale

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marzo 2017 Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini

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Lo storytelling al serviziodella comunicazione istituzionaleSlide, video, tormentoni:diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini

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chi sono

Mi chiamo Dino [email protected]@proformaweb.it

Sono socio, comunicatore politico e pianificatore strategico di Proforma

Insegno comunicazione politica ed elettorale all’Università di Bari

Collaboro con La Repubblica - Bari e Valigia Blu.Faccio parte dello staff del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia

Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente(sia consultazione sia download) agli indirizzi www.slideshare.net/doonie (personale)e www.slideshare.net/proformaweb (aziendale)

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sommario

Di cosa parleremo oggi:

• dell’ingresso delle slide a Palazzo Chigi

• del ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo

• del ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale

• del ruolo dei video nella comunicazione istituzionale

• dell’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale• dell’effetto-Trump sulle regole classiche

della comunicazione politica

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Clamorosi innovatorio emuli di Giorgio Mastrota? Nessuno dei dueMatteo Renzi, Proforma e le slide

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

Matteo Renzi introduce una novità per la comunicazione istituzionale del Governo nella sua prima conferenza stampa da presidente del consiglio, il 12 marzo 2014: presenta i contenuti politici della conferenza con l’ausilio di slide, in modalità split screen.

Qui trovate il contenuto integrale della presentazione.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

Perché questa scelta?

• Per favorire la comprensione da parte di media e cittadini. Modalità sinestetica: si comunica con la voce, con le immagini, con le metafore: è il cittadino e non l’attore politico a scegliere il canale preferito (rovesciamento dell’approccio classico alla comunicazione istituzionale).

• Per dare sostanza al racconto di “Matteo Renzi come innovatore”, che era già iniziato con le Primarie 2013, in particolare col format Matteo Risponde.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

Ma fu vera innovazione? Non troppo

• L’idea dello split screen fu copiata dal discorso sullo Stato dell’Unione di Barack Obama nel 2012. Obama innovò portando il bilancio di fine mandato verso una nuova dimensione istituzionale: non solo parole ma immagini, non solo dati elencati ma anche rappresentati.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

• L’innovazione (obbligata) riguardò lo stile narrativo, legato ai contenuti da comunicare. Se nel caso di Obama il lavoro arriva alla fine di quattro anni di mandato, nel caso di Renzi si parla del primo atto ufficiale di comunicazione istituzionale da Premier. Obama ha a disposizione dati che Renzi non aveva; Renzi deve comunicare promesse, Obama fatti.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

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Alcune reazioni

Maurizio Crozza imita Papa Bergoglio il quale, abituato a essere costantemente sulle prime pagine dei giornali italiani, soffre la concorrenza di un nuovo leader, con un nuovo stile comunicativo.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

Alcune reazioni

Giorgio Mastrota, forse il più longevo televenditore dell’era moderna, commenta così le voci su una possibile similitudine tra la performance di Renzi e le sue tecniche di persuasione televisiva.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

In sintesi

• Le “slide di Renzi” sono l’unico modo, o il miglior modo, di comunicare le istituzioni in modo sinestetico? No. Il modello-Obama rappresenta a nostro avviso l’ideale. Allo stesso tempo il modello-Obama richiede un grande lavoro redazionale ma soprattutto dati macro-economici così solidi da essere capaci di diventare “voce narrante”, anche in sostituzione del politico.

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Matteo Renzi, Proforma e le slide

• Il parallelo tra un progetto di comunicazione istituzionale e una televendita o un volantino di un supermercato è da considerarsi una sconfitta? Non per noi: se la comunicazione istituzionale si fa capire è più probabile che risulti utile ai cittadini.

• Le slide possono esaurire tutta la comunicazione di un’istituzione? No, vanno usate con parsimonia e sono utili soprattutto se sono a sostegno di una coerente strategia di storytelling (Obama comunica il buon governo, Renzi la “velocità pop”). Se manca il contesto, le slide possono apparire superficiali (com’è effettivamente accaduto nel corso del tempo).

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Come comunicare le istituzioni nel progredire quotidiano

Dalla velocità alla maratona: il tentativo di Passo dopo Passo

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Passata la sbornia dei primi mesi di governo e superate brillantemente le elezioni europee (40.8% nel maggio 2014), la complessità dell’azione di governo comincia ad emergere e dunque la promessa riformatrice di Renzi va ricalibrata: non più “una riforma al mese” come annunciato nella prima conferenza stampa, ma l’inizio di una fase in cui è fondamentale mostrare i risultati conseguiti durante la quotidiana azione di governo.

Dalla velocità alla maratona: Passo dopo Passo

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Da questa analisi emerge l’idea di Passo dopo Passo, di cui Proforma cura naming, logo e prototipazione per conto del Governo (mentre non abbiamo partecipato alla gara per la gestione del sito né dal punto di vista tecnico né redazionale).

Dalla velocità alla maratona: Passo dopo Passo

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Dalla velocità alla maratona: Passo dopo Passo

Alcune curiosità

• L’origine del nome: Passo dopo Passo è il titolo di una canzone scout, e dunque è perfettamente in linea con il profilo personale del presidente del Presidente del Consiglio (la “folgorazione”: una puntata di Blob). Passo dopo Passo è anche un riferimento potenzialmente legato alla maratona, altra passione di Matteo Renzi.

• Il payoff: “Mille giorni per cambiare l’Italia” rappresenta la volontà di portare la legislatura sino a fine mandato (poi le cose, com’è noto, sono andate diversamente).

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Dalla velocità alla maratona: Passo dopo Passo

• L’organizzazione dei contenuti: erano previste due strategie di navigazione. L’utente avrebbe dovuto cercare informazioni o per sequenza cronologica o per approfondimento tematico. In questo modo sarebbe stato possibile intercettare sia cittadini interessati a singole informazioni sia cittadini che volevano misurare l’azione di Governo nel suo complesso.

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Il ruolo dei leader nei videodi comunicazione istituzionale

Le Olimpiadi di Salerno

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Le Olimpiadi di Salerno

Un rischio e un’opportunità

Rischio I leader politici sono i mittenti della comunicazione meno credibili in assoluto secondo il Veracity Index curato ogni anno da Ipsos. Paradosso: il leader politico è in questo momento storico la persona meno convincente nel chiedere un’attivazione diretta da parte dei cittadini a suo vantaggio (per esempio nella mobilitazione elettorale).

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Le Olimpiadi di Salerno

Opportunità I leader politici con ruoli di governo sono comunque attori in alcuni casi indispensabili nelle azioni di storytelling in quanto portavoci di una comunità (e dunque potenziali vettori di frame, sistemi di valori, metafore, percorsi narrativi individuali o collettivi).

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Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale / Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini2Veracity Index 2016 | December 2016 | Version 1 |

Veracity Index 2016 – all professions overview

93%91%

88%81%

80%71%

69%68%

67%65%

56%52%

49%48%48%

46%43%43%

37%33%

30%24%

20%15%

NursesDoctors

TeachersJudges

ScientistsThe Police

Clergy/priestsHairdressers

Television news readersThe ordinary man/woman in the street

Civil ServantsLawyers

PollstersManagers in the NHS

EconomistsCharity chief executives

Trade union officialsLocal councillors

BankersBusiness leaders

Estate agentsJournalists

Government MinistersPoliticians generally

“Now I will read you a list of different types of people. For each would you tell me if you generally trust them to tell the truth, or not?”

% trust to tell the truth

Base: 1,019 British adults aged 15+, fieldwork 14th October – 1st November 2016

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Le domande a cui rispondere prima di decidere se coinvolgere un capo di un’istituzione in una strategia video:

• Quanta coerenza c’è tra messaggio istituzionale e biografia individuale?

• Quanto il messaggio promosso è davvero rappresentativo dell’istituzione rappresentata?

• Quante e quali sono le capacità performative del leader davanti a una telecamera? (Obama è Obama anche perché è Obama)

• Quanta soggettività politica è davvero nelle mani del leader? (Quanto il suo pensiero è percepito come autonomo e personale?)

Le Olimpiadi di Salerno

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Le Olimpiadi di Salerno

Quattro buone pratiche / #1

Il Giappone, nazione che ospiterà le prossime Olimpiadi estive (Tokyo 2020) coinvolge il premier Shinzo Abe nel primo video istituzionale lanciato in Rete durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Rio.

Attenzione: di “istituzionale” (nel senso classico del termine) troverete molto poco.

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Le Olimpiadi di Salerno

Quattro buone pratiche / #2

Barack Obama, in collaborazione con Buzzfeed, realizza un video di lancio del portale per registrarsi ai servizi di assicurazione sanitaria facendo ampio ricorso all’autoironia.

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Le Olimpiadi di Salerno

Quattro buone pratiche / #3

Dopo il risultato del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Europa (Brexit), il sindaco di Londra Sadiq Khan lancia la campagna #Londonisopen per mostrare l’apertura della sua città a cittadini e investimenti stranieri (a Londra i sostenitori della permanenza in Europa furono maggioranza durante il referendum).

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Le Olimpiadi di Salerno

Quattro buone pratiche / #4

Vincenzo De Luca, già sindaco di Salerno e attuale presidente della Regione Campania, cura da anni un format televisivo settimanale su un’emittente locale nella quale, in una modalità sostanzialmente paragonabile a un “microfono aperto”, detta l’agenda sui principali argomenti di attualità legati al suo territorio. In alcuni casi gli estratti provenienti da Lira Tv (la rete locale che ospita questo format) sono diventati vere e proprie perle cult della comunicazione istituzionale italiana (Crozza ringrazia).

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Le Olimpiadi di Salerno

Perché questi video funzionano?

• Perché il punto di contatto ideale tra la volontà di promuovere simbolismi legati alla propria cultura nazionale e lo storytelling istituzionale può essere proprio il capo di quell’istituzione, a condizione che sia credibile e che abbia un buon livello di consenso (caso Abe - Olimpiadi di Tokyo).

• Perché il leader sa stare davanti a una telecamera e dispone di un innato senso dell’umorismo, anche applicato a se stesso (caso Obama).

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Le Olimpiadi di Salerno

• Perché il leader ha una biografia personale che serve a dimostrare praticamente ciò che si sostiene attraverso lo storytelling istituzionale: l’idea di Londra città accogliente e multiculturale è promossa in modo più credibile, se a farlo c’è il primo sindaco musulmano della storia della città.

• Perché il leader incontra le condizioni ideali dal punto di vista del contesto (format iperaccomodante dal punto di vista giornalistico, sostanziale assenza di competitor all’altezza, talento retorico) e le sfrutta tutte, contemporaneamente, a suo vantaggio (caso De Luca).

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Le Olimpiadi di Salerno

Quando si presentano queste caratteristiche ha senso coinvolgere direttamente un esponente istituzionale all’interno di un’azione di storytelling.

In caso contrario è meglio far parlare direttamente i “cittadini qualunque”.

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Istituzionalepuò essere elettorale(e viceversa)Come gestire al meglio una campagna elettorale per un sindaco uscente

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Caso di studio Campagna elettorale di Michele Emiliano, amministrative di Bari, 2009.

Scenario

• A un anno dalle elezioni, i sondaggi attribuiscono a Emiliano un ritardo di otto punti percentuali rispetto al suo principale avversario, Simeone Di Cagno Abbrescia (centrodestra).

• Di Cagno Abbrescia è stato sindaco di Bari per nove anni prima dell’affermazione di Emiliano nel 2004.

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

• I primi cinque anni di governo della città da parte di Emiliano sono stati caratterizzati da oggettivi miglioramenti (su tutti: riapertura del Teatro Petruzzelli, abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti, attivazione della linea metropolitana di superficie tra il centro e il periferico quartiere San Paolo).

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Obiettivi della campagna elettorale

• Far sapere in modo capillare cos’è stato fatto di buono nei cinque anni di mandato.

• Trasformarsi da esponente dello status quo (sindaco uscente) in outsider, modificando il posizionamento nei confronti dell’avversario e incalzandolo sulle cose non fatte nei suoi nove anni da sindaco.

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Dopo tre mesi di lavoro redazionale caratterizzato da interviste agli assessori, consultazione del bilancio di fine mandato, verifica dello stato di avanzamento dei progetti già finanziati, raccolta di foto, numeri e testimonianze, il comitato elettorale di Michele Emilano pubblica e fa distribuire (in 100mila copie) un volume da 84 pagine, il “Ce ha ffàtte Emiliàne?” (“Cos’ha fatto Emiliano”, in dialetto barese), un documento impaginato in stile tabloid realizzato con l’obiettivo di far conoscere le azioni di governo di Emiliano tra il 2004 e il 2009 nel modo più capillare e comprensibile possibile.

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Ce ha ffàtteEmiliàne?(Che ha fatto Emiliano?)

la raccolta delle cose fattedall’amministrazione emiliano.cinQUe anni di immagini,storie e testimonianzedella Bari cHe È camBiata

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

A differenza di un classico bilancio di fine mandato, il documento presenta:

• Prevalenza dell’immagine sul testo: le realizzazioni compiute “visibili” parlano più di mille parole.

• Integrazione tra fatti e numeri: non solo attestazioni ma anche dimostrazioni della qualità del lavoro svolto.

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

• Integrazione tra la voce del candidato e quelle dei cittadini: il documento raccoglie testimonianze di baresi (con nome e cognome) che raccontano pubblicamente gli effetti positivi delle realizzazioni dell’Amministrazione Emiliano sulla propria vita quotidiana.

• Specifici approfondimenti quartiere per quartiere, in modo da legare il racconto all’esperienza individuale dei cittadini in modo ancora più forte.

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L’Amministrazione Emiliano ha potenziato i servizi di trasporto pubblico cittadino dopo 20 anni di assoluto immobilismo. Prima di tutto sostituendo i vecchi autobus con mez-zi nuovi ed ecologici, più efficienti, sicuri e confortevoli. E poi aumentando le corse nei tragitti più utilizzati e installando cartelli elettronici informativi (paline e monitor) che segnalano l’ora di arrivo dei mezzi insieme a notizie su variazioni di corse, scioperi e ini-ziative speciali. Da dicembre 2007 inoltre i cittadini possono spostarsi gratuitamente in centro viaggiando su due circolari elettriche

(minibus non inquinanti) che coprono l’area compresa tra piazza Moro, via Melo, corso Vittorio Emanuele e via Manzoni. Un servizio rapido ed efficiente, che sta diventando un vero punto di riferimento, specialmente per i più anziani.

il trasPorto PUBBlicoin cifre

+1,5 milionidi chilometri di percorrenzadegli autobus pubblici

79 nuovi autobus ecologici, di cui 34 a metano (ne sono in arrivo altri 24)

600 paline e monitor elettronici in città

i testimoniconsaPeVoli

“la circolare elettrica,che gran comodità”Nonostante sia politicamente molto distante dalle opinioni poli-tiche del sindaco e del suo schie-ramento, utilizzo regolarmente il servizio della circolare urbana, più comodo rispetto all’autobus tradizionale.

Giuseppe Panza

Sono soddisfatta di questo servizio: prendo quotidianamente la circo-lare che mi permette di muovermi in città con più libertà e soprattutto gratuitamente!

Carmela Amoruso

finalmente il trasPorto PUBBlico

ztl: Bari VeccHiaUn’isola felice

Da quando Bari Vecchia è Zona a Traffico Limitato è diventata più bella e vivibile. La sosta e il transito sono riservati solo ai veicoli dei residenti, e le operazioni di carico e scarico per i mezzi commerciali sono possibili solo in determinate fasce orarie. Al posto delle auto, l’Amministrazione Emiliano ha sistemato tantis-simi alberi in vaso e panchine, con grande soddisfazione da parte degli abitanti di Bari Vecchia.oggi il centro storico è molto più suggestivo anche per i turisti di tutto il mondo, che finalmente possono passeggiare con tranquillità tra gli splendidi vicoli ricchi di arte e storia.

scelte condiVise con i cittadini: l’Unione fa la forzaLa ZSR e la ZTL sono iniziative nate con la piena condivisione dei cittadini, sempre coinvolti nelle decisioni dell’Amministrazione attra-verso assemblee pubbliche e forum.

ce ha ffàtte emiliàne? - Bari si mUoVe

taxi BUs e taxi nigHtSono state avviate, in fase sperimenta-le, due importanti iniziative denominate “taxi bus” e “taxi night” a sostegno del trasporto pubblico locale. La prima ha consentito di trasportare gratuitamente oltre 5000 cittadini durante le festività natalizie del 2008 verso le vie del centro cittadino; la seconda permette di utilizza-re il taxi e farsi rimborsare il prezzo della corsa (che è comunque inferiore a 10 euro) dagli esercenti, qualora si decida di passare la serata presso un pubblico esercizio (bar, pub o ristoranti).

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METROPOLITANA!

Bari ha dovuto aspettare più di trent’anni perché il progetto della metropolitana divenisse realtà.Quando emiliano è diventato sindaco il cantiere era totalmente bloccato.

Ma con grande determinazione e collaborazione interistituzionale si è giunti al taglio del nastro il 22 dicembre 2008. La più grande opera infrastrutturale inaugurata dall’Amministrazione Emiliano collega in soli 15 minuti il centro cittadino con il quartiere San Paolo. La linea ha 9 fermate: Centrale, Quintino Sella, Brigata Bari, Crispi, Fesca - San Girolamo, Tesoro, Cittadella, San Gabriele, ospedale San Paolo. Quattromila passeggeri scelgono ogni giorno la metropolitana per spostarsi, pagando volentieri un euro per il biglietto. Quest’opera non solo consente a migliaia di persone di risparmiare per arrivare in centro, ma ricuce un’antica ferita che aveva tenuto separato il quar-tiere San Paolo dal resto di Bari.

la metro in cifre

Il servizio è attivo dal lunedì al sabato, dalle 5 alle 23:50

La metropolitana viene utilizzata ogni giorno da almeno 4000 persone

55 milioni di euro sono stati spesi per realizzare l’opera

il testimoneconsaPeVole

“dal san Paolo al centro, ma anche viceversa”Il quartiere San Paolo visto da un vagone della me-tropolitana assume un’altra prospettiva, altri colori. Finalmente noi, abitanti del quartiere San Paolo, abbiamo un’alternativa veloce e confortevole all’affol-latissimo 3 e alle lunghissime corse del 53. Finalmente posso raggiungere il centro della città in meno di un quarto d’ora, e questo non solo mi permette di recupe-rare molto tempo, ma anche di viaggiare col sorriso, con tranquillità. Ma i vantaggi non viaggiano solo in direzione San Paolo - Bari stazione centrale, viaggia-no anche in senso opposto: grazie alla metropolitana anche i cittadini del centro hanno più facilità a raggiun-gere il quartiere, non dovendo prendere i nostri autobus che, sappiamo, sono carichi di pregiudizi, oltre che di persone. Felice congiuntura è poi quella con l’ospeda-le e il nuovo centro direzionale con tutti i suoi servizi. Finalmente, per una volta, non è solo il quartiere che viaggia verso il centro, ma è il centro che può raggiun-gere con facilità la periferia! Questa osmosi può ravvi-vare ancor di più questo quartiere che viaggia veloce, proprio come la nostra nuova metropolitana!

Alessandra Costanzostudentessa universitaria

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Caro Michele,

è una riflessione che abbiamo fatto tante volte, quella su “sicurezza” e “legalità”.

Parlandone in privato e in pubblico, in occasione di convegni e, con una certa continuità, nel periodo di preparazione della “Giornata della memoria e dell’impegno” di Libera, che lo scorso anno la Pu-glia e la tua bella Bari hanno saputo ospitare con tanta generosità e partecipazione.

È una riflessione in cui metti la tua passione di sindaco, la tua esperienza di magistrato, ma anche la tua sensibilità di padre di famiglia, di persona consapevole che su sicurezza e legalità, sul modo in cui sapremo saldare queste due dimensioni del vivere sociale, si gioca buona parte del futuro delle nostre città.

È importante però sapere che non partiamo da zero. Non solo la riflessione condivisa e allargata, ma una serie di esperienze positive ci hanno consegnato infatti alcuni punti fermi. Proverò a delinearli.

Primo. La sicurezza è un diritto, ma un diritto di tutti.

Sicure sono le città accoglienti, rese vive da politiche sociali incisive, capaci di garantire a tutti la pos-sibilità di partecipare alla vita comune, di sentirsi riconosciuti come cittadini.

Secondo. Le leggi sono strumento di sicurezza solo se tutelano il bene comune, se sono capaci del giusto equilibrio tra rigore della norma e attenzione alla persona, tra “penale” e “sociale”. Leggi calate dall’alto, che invece di riconoscere discriminano, o fatte solo nell’interesse di pochi, alimentano l’insicurezza anziché contrastarla.

Terzo. La vita delle persone viene prima di tutto. Prima che sulle leggi, la società si fonda sull’atten-zione per chi è più vulnerabile, per chi fa fatica, per chi è stato lasciato indietro dalle ingiustizie e dall’assenza di opportunità. Città sicura è quella capace di aprirsi a chi cerca accoglienza e lavoro. Leggi giuste sono quelle che partono dalla giustizia sociale o cercano di realizzarla, mettendo ciascuno in condizione di vivere i suoi diritti e doveri di cittadino.

Quarto e ultimo punto. Le leggi, da sole, non possono garantire la sicurezza. Lo fanno solo se radicate nella responsabilità o meglio nella corresponsabilità, solo se vivono nella coscienza inquieta di chi si sforza di saldare l’io al “noi”, e vive la “legalità” non come rispetto passivo delle norme ma come anello di congiunzione tra responsabilità individuale e giustizia sociale.

È l’esperienza ad averci consegnato questi punti e ad averne attestato il valore.

Mettendoci insieme – amministratori, cittadini, realtà del pubblico e del privato sociale – abbiamo realizzato progetti che hanno dimostrato come ci sia un modo di saldare sicurezza e legalità, attenzione alla persona e rispetto della norma. Lo abbiamo verificato lavorando insieme alle persone immigrate e operando nelle realtà del popolo rom, offrendo opportunità per le ragazze vittime della prostituzione e trasformando i beni confiscati al crimine organizzato in realtà di lavoro e dignità per tanti giovani. Cercando di costruire ponti laddove altri avrebbero voluto alzare muri, e credendo sempre nelle poten-zialità delle persone, in una giustizia che si declina a partire dalla prossimità.

Tu come sindaco, e prima come magistrato, non hai mai mancato di fare la tua parte. E sono certo che continuerai a farla procedendo determinato su questa strada difficile ma feconda. Sapendo di poter contare su amici e concittadini che vedono in te, prima che la figura istituzionale, una persona impe-gnata a dare un vero e onesto contributo per il bene comune.

don Luigi Ciotti

ce ha ffàtte emiliàne? - Bari PiÙ sicUra, Parola di onU

don luigi ciottiscrive a michele emiliano

BARI NON TORNA INDIETROBARI NON TORNA INDIETRO14

Il Petruzzelli rinasce, ma “qualcuno” rovina la festa alla cittàciò che sembrava impossibile, oggi è realtà.in soli venti mesi il teatro Pe-truzzelli è risorto dalle macerie e adesso vive di nuova luce e splendore.

L’opera, realizzata da quattrocento infaticabili professionisti pugliesi, tra restauratori, maestranze, architetti e in-gegneri, è un gioiello artistico e tecno-logico, senza dubbio uno dei teatri più sicuri al mondo.

Da quella lontana notte del 29 novem-bre 1991, quando un rogo di origini dolose distrusse il simbolo della città di Bari, in tanti avevano provato a por-tare a termine questa impresa, senza riuscirci. Fino a che, nel 2004, Michele Emiliano viene eletto sindaco. Al primo sopralluogo è un enorme contenitore di pietra, vuoto e abbandonato. L’unica parte restaurata è il foyer. Il programma dei lavori è arenato nei meandri della burocrazia, anche perchè non ci sono i soldi per portarlo a termine.Emiliano, che in quanto sindaco ricopre

anche il ruolo di presidente della Fon-dazione lirico-sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, si dà subito da fare per promuovere la ricostruzione. ottiene lo stanziamento dei milioni man-canti da parte dello Stato e soprattutto la nomina di un Commissario straordi-nario (lo stesso che curò la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia).In tempi record Michele Emiliano man-tiene il suo impegno con i baresi. Il Tea-tro Petruzzelli viene ricostruito, e dal 6 dicembre 2008 è pronto a riaprire.

MIRACOLORICOSTRUZIONEM

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EX fIBRONIT, EX PERICOLO

il testimoneconsaPeVole

“finalmente un sindacoche ci ha dato ascolto”Come presidente dell’Associazione Familiari Vittime Amianto posso dire che l’Amministrazione Emi-liano ha messo per la prima volta in primo piano la sicurezza e la salute dei cittadini con l’attuazione delle attività di bonifica di tutti i siti inquinati da amianto (area del-l’ex Fibronit), come forma princi-pale di prevenzione per il mesote-lioma. Il contatto e il confronto con le istituzioni sugli obiettivi della nostra associazione non è mai mancato. Il sentirci ascoltati e la sensazione che qualcosa finalmen-te “si muove” ci rende propositivi e ci restituisce speranza: il nostro prossimo obiettivo infatti è la creazione di un centro d’ascolto con più figure professionali al suo interno. Riponiamo quindi nuova-mente fiducia nelle istituzioni che, speriamo, ci sosterranno anche in questa iniziativa.

Lillo MendolaPresidente Ass. Familiari Vittime Amianto

Per troppo tempo, sin dal primo allarme del 1995, la Fibronit è stata un’emergenza sot-tovalutata, che negli anni ha causato morte e malattia. A partire dall’ottobre del 2006, grazie all’Amministrazione guidata da Mi-chele Emiliano, sono state rimosse 1600 tonnellate di amianto abbandonato su tetti, pavimenti e muri dei capannoni e portate in una discarica specializzata in Germania. Da giugno 2007 l’intera area compresa tra

via Caldarola e via Amendola è stata mes-sa in sicurezza e non c’è più alcun pericolo di respirare le fibre di amianto. In occasio-ne della chiusura dei lavori un grande con-certo è stato organizzato proprio all’interno della ex fabbrica della morte.Ma qual è il futuro dei dodici ettari boni-ficati? Un parco, anzi, il più grande parco urbano della città di Bari. Già finanziato

con 10 milioni di euro dalla Regione Puglia guidata da Nichi Vendola, sarà il simbolo di salute e di rinascita. Un parco dedica-to a tutte le persone che hanno sofferto e soffrono ancora a causa dei danni che quella fabbrica ha provocato negli ultimi trent’anni.

la fiBronit in cifre

Superficie: 100.000 metri quadri, di cui 39.000 coperti da edifici industriali e magazzini.5 milioni 100mila euro il costo dei lavori di bonifica.10 milioni di euro i fondi stanziati dalla Regione Puglia per il parco.oltre 350 persone hanno perso la vita a causa dell’amianto.

l’ex sindacosottoValUtòil Pericolo

Sin dal 1995, anno in cui gli allarmi per la sicu-rezza degli abitanti del quartiere Japigia hanno trovato conferma nelle morti dovute a mesote-lioma pleurico, e nei dieci anni successivi, l’al-lora sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia ha sottostimato lo stato di pericolo rappresentato dalla Fibronit: la richiesta di effettuare inter-venti urgenti di sicurezza da parte della magi-stratura, cui si deve la prima perizia sull’entità dei rischi per la salute pubblica, è rimasta di fatto inascoltata. Idem la nuova perizia del 2002 della Procura, contenente le indicazioni sui lavori più idonei da effettuare: sempre in quell’anno, le stesse opere ideate dalla passa-ta Amministrazione sono state giudicate dalla Procura, in almeno due punti, come “poten-zialmente pericolose per la salute”.

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EX fIBRONIT, EX PERICOLO

mesotelioma PleUrico Il mesotelioma pleurico è un tumore che nella quasi totalità dei casi attualmente rilevati è legato all’esposizione alle fibre aerodisperse dell’amianto, con una la-tenza temporale che va dai 10 ai 30 anni, un decorso di 1-2 anni e una mortalità

elevatissima. Il caso di Bari è emblema-tico del pericolo che l’esposizione alle fibre di amianto rappresenta per una co-munità cittadina: un numero di amma-lati di mesotelioma pleurico superiore cento volte alla media nazionale.

ammalati a Baricento voltepiù della media

Aprile 2004. Due operatori della ditta Serve-co, per conto del Comune guidato dal sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, stanno provve-dendo a togliere residui d’amianto da Torre Quetta. Però la spiaggia è regolarmente aperta al pubblico. Qualche ora dopo, uomini, donne e bambini baresi ci passeggeranno, prenderan-no il sole e giocheranno: spensieratamente e SENZA TUTA ANTI-AMIANTO.

TORRE QUETTAUn mare d’amiantoda bonificareQuando l’ex sindaco tagliò il nastro e ruppe la bottiglia di spumante su-gli scogli, l’entusiasmo era alle stelle, perché i baresi avevano un nuo-vo posto dove fare il bagno, prendere il sole, passeggiare. La spiaggia comunale di Torre Quetta venne inaugurata in pompa magna, il 29 giugno del 2002, tra musica, cabaret e tanta leggerezza. Da quella sera migliaia di cittadini l’hanno frequentata senza sapere di mettere a repentaglio la propria salute.Due anni dopo la Magistratura ha sequestrato l’area mettendole i si-gilli, a causa dell’elevata presenza di amianto. Per la precisione 14 tonnellate sul fondale marino e ben 964 tonnellate sulla sabbia.Da cinque anni è chiusa, per consentire due interventi massicci di bo-nifica realizzati dall’Amministrazione guidata da Michele Emiliano. Il prossimo anno la spiaggia di Torre Quetta potrà riaprire al pubblico in totale sicurezza.

l’allarme è rientrato,ora parte il secondo interventoGrazie alla messa in sicurezza provvisoria di Torre Quetta, realizzata con il primo lotto di bonifica (conclusosi a luglio 2007), oggi i valori della concentrazione di fibre di amianto disperse nell’aria (ff/l tra 0,4 e 2,1) risultano tutti al di sotto della soglia di allarme (50ff/l). E’ quanto rileva il monito-raggio ambientale, effettuato con tecnica MoCF da labora-torio accreditato SINAL. Il cantiere per il secondo e ultimo lotto dei lavori aprirà a breve e consentirà di restituire la spiaggia di Torre Quetta alla fruizione dei cittadini in totale sicurezza entro l’estate del 2010. Una bonifica da 6 milioni di euro.

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) dal 2001 aveva già accertato in vari punti di Torre Quetta, una situazione di inquinamento da amianto che oltrepassava i limiti di sicurezza previsti. Ma l’Amministrazione comunale, guidata allora da Si-meone Di Cagno Abbrescia, non avviò alcuna bonifica prima di costruire la spiaggia.È così che nel 2004 la Procura della Repubblica ne ha disposto il sequestro preventivo e i relativi interventi di messa in sicurezza, che sono costati alla città circa sei milioni di euro.

l’arPa inascoltata

ce ha ffàtte emiliàne? - Pensiamo alla salUtece ha ffàtte emiliàne? - Pensiamo alla salUte

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Ricucire la città, ridare dignità a tutti i quartieri. La sfida continua

LE ChIAMAVANOPERIfERIEQualcuno cinque anni fa disse che Bari aveva bisogno di un sindaco sarto.

Un sindaco capace di ricucire la distan-za che separava il centro dalle periferie e la diparità che esisteva tra un quar-

tiere e l’altro. Diseguaglianze che se-gnavano i destini non solo dei luoghi, ma delle persone. Attraverso una lunga serie di interventi piccoli e grandi, Bari ha cominciato ad essere una città più omogenea e unita di prima, nella quale tutti hanno eguale diritto di cittadinanza.

Cambiare il volto di zone degradate è un processo che richiede anni, ma il se-gnale che questa Amministrazione ha dato è forte e inequivocabile. In questo capitolo troverete alcune, significative azioni che hanno già contribuito a mi-gliorare la vita dei baresi.

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Palese , santo sPirito (san Pio, catino)

prima circoscrizione

Estesa su una superficie di quasi 20 chilometri quadrati, la prima Circoscrizione è storicamente at-traversata dai binari della ferrovia che separano l’entroterra dalla co-sta. Frattura che ha determinato

nel tempo seri disagi alla popola-zione. Grazie all’accordo sul rias-setto del nodo ferroviario, stipulato dall’Amministrazione Emiliano, Palese e Santo Spirito saranno li-berati dai binari.

Di grande impatto sono stati gli interventi per dare dignità a quar-tieri dimenticati come Enziteto e Catino, nei quali sino a cinque anni fa mancavano persino i servizi es-senziali.

Un giorno,cinQUe anni fa...

Nel febbraio del 2004 Michele Emiliano co-minciò da Enziteto la sua campagna eletto-rale, un quartiere quasi sconosciuto al resto della città. Da quel momento si accesero i riflettori su quelle strade senza nome, sugli edifici pericolanti, sui locali in totale stato di abbandono e sulla situazione di degrado di 3500 famiglie. Non un bar, un negozio, una guardia medica. Nulla. Ma dopo cinque anni di lavoro il quartiere simbolo dell’emarginazione ha cambiato non solo il nome, ma l’essenza. oggi si chiama San Pio e tra i suoi vicoli cresce finalmente una comunità. Le difficoltà sono ancora tante e molto ancora resta da fare, ma per la prima volta tutto si affronta con speranza e soprat-tutto con le istituzioni al fianco dei cittadini.

alloggi PoPolari: tUtti ristrUttUrati!Dal momento della loro costruzione, nelle case di proprietà comunale di San Pio e Ca-tino non era mai stato effettuato alcun inter-vento di ristrutturazione. Gli sforzi delle sin-gole famiglie non potevano certo sopperire ad una complessiva situazione di degrado.Per questa ragione l’Amministrazione Emilia-no ha investito tempo e danaro per la ma-nutenzione degli edifici, delle abitazioni e di tutte le aree di edilizia residenziale pubblica.

Dopo oltre vent’anni di abbandono, sono sta-ti rimessi a nuovo 611 appartamenti a San Pio e 250 a Catino, l’esterno e l’interno dei condomini, la galleria commerciale e i locali artigianali, restituendo un ambiente più de-coroso e vivibile agli abitanti.

finalmente i negoziPer incentivare l’apertura di nuovi esercizi commerciali, sono stati abbassati dell’80% i canoni di affitto dei locali, concedendo ai privati forti agevolazioni. È partito così un processo di rigenerazione della zona anche sotto il profilo dei servizi. oggi il quartiere dispone finalmente di una serie di negozi, dal bar al fruttivendolo, dalla macelleria al supermercato.

la scUola media “aldo moro” e il nUoVo asilo nido

L’Amministrazione Emiliano ha completa-mente ristrutturato la scuola media Aldo Moro, che era chiusa e distrutta dai vandali e che oggi è a servizio del quartiere, mentre sono in via di ultimazione i lavori per la ri-strutturazione dell’asilo nido. Questo per ga-rantire ai bambini e alle loro famiglie due luo-ghi di formazione accoglienti, sicuri e pieni di giochi. Proprio intorno agli edifici scolastici si nutre e cresce la comunità del quartiere.

lUdoteca e ParcoIl Comune ha realizzato una ludoteca pres-so la casa che fu della piccola Eleonora, che oggi ospita diversi laboratori per bambini e

genitori. Nel frattempo sono in corso i lavori di riqualificazione del parco e di tutte le aree comuni del quartiere, nelle quali saranno collocati nuovi arredi in sostituzione di quelli esistenti. Un altro importante passo per il mi-glioramento della qualità della vita a San Pio.

nUoVi amBUlatori e consUltorio familiareLe famiglie possono finalmente contare su un ambulatorio pediatrico, aperto grazie all’ope-ra di sensibilizzazione condotta dall’Ammi-nistrazione comunale. Sono stati inaugurati anche altri due ambulatori per la prevenzione dei tumori e delle malattie dentarie, con visite gratuite per i residenti dei quartieri di Catino e San Pio. Una parte della scuola media di San Pio è stata ristrutturata per far posto ad una guardia medica, aperta tutti i giorni, e ad un consultorio familiare. Quest’ultimo si rivolge alle donne, alle coppie e alle famiglie e offre consulenza e assistenza.

il camPo sPortiVoCon la ristrutturazione e l’ampliamento del campo i ragazzi del quartiere non hanno più bisogno di spostarsi per fare sport. Un’opera che consente loro di praticare attività fisica in una struttura adeguata, con campo di cal-cio in erba sintetica, piste di pattinaggio e di atletica e spogliatoi rimessi a nuovo. In via di realizzazione anche il nuovo impianto di illuminazione che consentirà di utilizzare la struttura anche nelle ore serali.

Via torricellaGrazie alla realizzazione di questa strada i re-sidenti potranno usufruire di un collegamen-to diretto tra Catino e San Pio, sia stradale sia ciclopedonale. I lavori sono in corso e si concluderanno entro l’estate.

ce ha ffàtte emiliàne? - le cHiamaVano Periferie

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Il documento non serviva solamente per una consultazione di tipo verticale (dal comitato elettorale al cittadino) ma anche, e soprattutto, per porre le basi per una discussione collettiva sulle realizzazioni dell’Amministrazione Emiliano. L’idea, poi ampiamente validata dalle ricerche scientifiche degli anni successivi, è che il modo più efficace per provare a vincere le elezioni sia mettere i propri sostenitori nelle condizioni di poter parlare bene del candidato (al posto del candidato).

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Non a caso, il “Ce ha ffàtte Emiliàne?” è stato distribuito massicciamente nei barbieri e parrucchieri della città, ed è stato lanciato proprio con un video ambientato in un salone da barba.

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Nel corso della campagna elettorale fu realizzato un format video di giornalismo d’inchiesta, chiamato “La Gemma” (dal nome della redattrice che se n’è occupata) che aveva l’obiettivo di mettere in evidenza le incompiute o i fallimenti amministrativi dell’ex-sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia, avversario di Emiliano alle elezioni 2009.

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Istituzionale può essere elettorale (e viceversa)

Con questa operazione Emiliano riuscì ad apparire contemporaneamente risolutore dei problemi lasciati dal suo avversario e outsider dal punto di vista della comunicazione.I video de “La Gemma” hanno orientato fortemente il dibattito pubblico, in particolare quello sulla Fibronit.

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Ci sarà un effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?L’aggiornamento dello “Scandal playbook” della comunicazione politica arriverà sino alla Casa Bianca?

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Secondo Ronald Klain, analista di Politico, Donald Trump ha aggiornato in modo radicale il cosiddetto “Scandal Playbook”, ossia l’insieme di regole e buone pratiche da adottare in occasione di una potenziale crisi di comunicazione.

Questo è stato certamente vero durante la campagna elettorale, ma lo stile di gestione di Trump (soprattutto sui social media) non sembra essere affatto cambiato dopo la sua elezione a presidente degli Stati Uniti.

Effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?

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Se la durata del ciclo di una notizia passa da 24 ore a 24 minuti, come descritto da Christian Salmon nel suo “La Politica nell’Era dello Storytelling” e se i punti di ingresso e di uscita di una notizia dal dibattito pubblico sono più di uno (attraverso i media tradizionali, attraverso i siti Internet, attraverso i social media; attraverso i propri account personali, attraverso quelli dei propri sostenitori o dei propri oppositori) è evidente che la velocità di risposta diventa LA variabile principale da tenere sotto controllo, e la scelta di non offrire una qualche reazione a un attacco diventa un’opzione sostanzialmente non percorribile.

(testo mio in un articolo di analisi su Valigia Blu)

Effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?

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Alcuni possibili cambiamenti / #1

Come funzionava prima: Le scelte controverse non si spiegano

Come potrebbe funzionare ora: Si dà sempre una spiegazione

Nell’era pre-social la negoziazione di senso in comunicazione politica era legata solo al rapporto tra politica e media: per questo motivo appariva sensato “stare zitti e aspettare la polemica successiva”.

Effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?

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La negoziazione di senso che definisce “di cosa si parla oggi” vede i cittadini co-protagonisti grazie alle tecnologie digitali.Trump ha capito molto bene questo e ha capito che offrire una qualsiasi risposta, anche la più surreale o apparentemente insostenibile, ottiene due immediati risultati: toglie pressione da parte dei propri sostenitori (che si aspettano una risposta anche solo per poter difendere il candidato) e li ‘arma’ alla battaglia con gli avversari.

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Alcuni possibili cambiamenti / #2

Come funzionava prima: Quando si sbaglia si chiede scusa

Come potrebbe funzionare ora: Quando si sbaglia non si chiede scusa ma si rilancia

La difesa della ‘faccia’ (o più tecnicamente l’accountability) nei confronti dell’opinione pubblica richiederebbe, in teoria, l’ammissione dei propri errori in tutte le circostanze in cui è necessario scusarsi.

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Effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?

Trump ha però messo in discussione questa tesi: a suo avviso l’offerta di scuse da parte del mondo dell’economia e della politica in questo momento storico non è quasi mai un atto emotivamente sentito dallo scusante ma è piuttosto una modalità automatica e spesso tardiva per provare ad aggirare un problema senza provare a risolverlo.

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Trump non ha mai chiesto scusa neanche dopo la pubblicazione di video reso noto a un mese dalle elezioni, considerato da molti analisti letale per la sua candidatura, in cui si esprime con linguaggio chiaramente sessista.

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Alcuni possibili cambiamenti / #3

Come funzionava prima: Si mettono in ordine tutte le informazioni che si hanno a disposizione, e solo allora si interviene

Come potrebbe funzionare ora: Si reagisce nel più breve tempo possibile

Donald Trump ha deciso di arrivare per primo sulla notizia quasi sempre, sfruttando perlopiù il suo account Twitter, anche in assenza di informazioni certe su ciò di cui stava parlando e mantenendo la sua posizione iniziale anche in assenza di informazioni concrete a sostegno della propria tesi.

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Secondo Ronald Klein, Trump sapeva di dover mettere in conto una serie significativa di errori legati alla fretta e alla mancanza di informazioni, ma ha “barattato un po’ di attendibilità in meno con un po’ di impatto in più”.

Per il repubblicano è più importante offrire una propria visione del mondo, a qualsiasi costo, che dire la verità.

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Alcuni possibili cambiamenti / #4

Come funzionava prima: I media non si attaccano perché non conviene averli contro che si hanno a disposizione, e solo allora si interviene

Come potrebbe funzionare ora: I media si attaccano perché conviene averli contro

La regola non scritta delle relazioni istituzionali dice che ingaggiare una sfida con i giornali non conviene, perché i media hanno più occasioni di mettere in difficoltà la controparte (soprattutto se politica) di quanto sia vero il contrario.

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Donald Trump, così come la stragrande maggioranza dei movimenti anti-sistema in tutto il mondo (a partire dal MoVimento5Stelle in Italia), ha invece perfettamente realizzato la portata del declino della fiducia nei media e ha dunque puntato su una costante delegittimazione di chi parlava male di lui non entrando quasi mai nel merito ma intervenendo alla radice della questione.

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Trump dunque non si preoccupava tanto di spiegare il contenuto del messaggio ma puntava sull’attacco alla fonte per portare a casa il risultato: per questo ha dedicato molti comizi a criticare giornali e televisioni con un’intensità persino superiore rispetto a quella riservata ai suoi avversari interni ed esterni.

Questa strategia sembra perdurare anche ora che Trump è alla Casa Bianca.

Effetto-Trump sulla comunicazione istituzionale?

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ConclusioniDiritti e doveri dello storyteller istituzionale

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I diritti di chi comunica le istituzioni

• Sfruttare tutte le potenzialità delle tecnologie multimediali (essere istituzionali non vuol dire necessariamente comunicare su carta o in bianco e nero).

• Coinvolgere i cittadini come protagonisti della co-costruzione dei processi di senso.

• Personalizzare la comunicazione sul leader quando necessario (e spersonalizzarla quando il leader non serve o è dannoso).

• Fare ricorso a registri di tono non istituzionali (ad esempio l’ironia).

• Innovare, ibridando stili e toni da altre forme di comunicazione (elettorale, commerciale).

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I doveri di chi comunica le istituzioni

• Farsi capire: è l’unica cosa che conta davvero.

• Offrire le informazioni al destinatario usando il suo canale di accesso preferito.• Rendere le informazioni massimamente accessibili,

in qualsiasi modo e da qualsiasi dispositivo.

• Sfruttare cornici di senso già esistenti (elementi simbolici, metaforici, culturali) per potenziare gli effetti del proprio messaggio e renderlo più comprensibile.

• (in un mondo ideale a cui però bisogna sempre provare a guardare) Dire la verità.

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Grazie.

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