Lo stadio nella strip milanese - Politecnico di Milano · Scuola di Architettura Civile Corso di...

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Politecnico di Milano Scuola di Architettura Civile Corso di laurea magistrale in architettura delle costruzioni 2015/2016 Lo stadio nella strip milanese: l’area Expo reinserita nel disegno urbano Relatrice: Maria Grazia Folli Marco Maria Chiodaroli - 816500 Marco Maria di Forenza - 816308 Simone Marelli - 816458

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Politecnico di MilanoScuola di Architettura Civile

Corso di laurea magistrale in architettura delle costruzioni2015/2016

Lo stadio nella strip milanese:l’area Expo reinserita nel disegno urbano

Relatrice: Maria Grazia Folli

Marco Maria Chiodaroli - 816500 Marco Maria di Forenza - 816308

Simone Marelli - 816458

Introduzione

Masterplanpremessamutazioneresilienza

forma resilientestrip padanastrip a Expo

a city is not a treeexpo-spugna

Stadiolo spazio del calcio

lo stadiotifoso

luogo del tifoconcept

proprietàdati stadi: appendice tecnica

dimensione

Lo stadio dietro ai gradonipiano interrato -6.30

piano terra +0.00piano primo +4.75

piano skybox +12.00copertura +35.00

Lo stadio davanti ai gradonila cavea

materialiilluminazione

ConclusioniBibliografia

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sommario

introduzione

Abstract: La tesi affronta il tema della progettazione di uno stadio di calcio nell’area Expo a Milano. Il lavoro si compone di due parti principali:1. Masterplan per l’area Expo2. Progetto dello stadio.In entrambe le parti del lavoro la ricerca teorica è stata svolta contemporaneamente al progetto, con ricadute immediate sugli aspetti architettonici e tecnici .1. Il masterplan pone una visione territoriale a larga scala. Crea uno scenario di sviluppo della Pianura Padana che par-ta dalla realtà, ne sopravvaluti alcuni aspetti e li sfrutti pro-gettualmente. Prendendo atto della velocità di cambiamento delle pratiche di uso dello spazio a cui è sottoposta la città contempora-nea, la prima parte del lavoro consiste nella ricerca di una struttura che vi risponda. Lo scenario che pone negli assi ferroviari uscenti da Milano lo scheletro di uno sviluppo line-are del territorio risulta convincente. Si adatta molto bene al contesto locale e alla scala regionale. Il collocamento dello stadio al posto dell’attuale Future food district ne completa il disegno.2. Lo stadio affronta le questioni architettoniche che pon-gono gli edifici a grande scala, con alcune particolari ca-ratteristiche. Le torri, i centri commerciali, le fiere possono essere assimilati a contenitori con usi degli interni inaspettati dall’esterno. Lo stadio, per quanto in alcune parti ospiti fun-zioni commerciali e ricreative, rimane un edificio realizzato per guardare uno spettacolo sportivo. L’intero edificio è rea-lizzato per partecipare ad un evento.Il nostro stadio, partendo da questo ragionamento, è svi-luppato come simbolo della civitas, oggetto in cui si ricono-sca la comunità che ci si ritrova. La creazione dell’immagine esterna è parallela allo sviluppo della cavea interna. L’imma-gine è alleggerita e sintetizzabile in pochi tratti: basamento, anello, copertura.Il lavoro si conclude con una riflessione sulla multidisciplina-rietà architettonica e sul rapporto tra scrittura e disegno nel racconto del progetto.

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StadiumPlanivolumetrico

MasterplanConcept

Assonometria stadioPiano interrato

Piano terraPiano primo

Piano coperturaSezione 1Sezione 2Sezione 3

Assonometria skyboxTavola strutturale 1Tavola strutturale 2

Tavola impianti 1Tavola impianti 2

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sommario tavole

Teorico - pratico: La tesi è articolata su più capitoli. La loro sequenza crea uno scenario progettuale in cui collocare il progetto. Viene analizzata la «condizione urbana e teorica con una sistematica idealizzazione: un’automatica sopravva-lutazione dell’esistente che permette di riconoscerne le ca-ratteristiche essenziali»1. Le premesse teoriche che vengono create, sono la scenografia in cui si muove il progetto.Le tavole sono il “film” costruito dal testo. La sequenza delle tavole è volutamente cinematografica. Una zoomata sull’a-rea, due storie parallele (disegni e immagini) e una sintesi finale che le metta in relazione.

La scrittura: Lo stile di scrittura, ispirato da Generic City di Rem Koolhaas che richiama a sua volta La società dello spettacolo di Guy Deboard, è diretto e conciso. I problemi vengono analizzati per parti. Il testo si muove tra le premes-se teoriche e le caratteristiche del progetto, giustificando le une con le altre. Il progetto è vivo. Come in Delirious New York l’Hotel Sphinx viene descritto come realmente esistente parlando dei suoi clienti oltre che della sua architettura, così per lo stadio par-liamo dell’uso che ne fanno i tifosi e del loro punto di vista sull’architettura.

1 G. Mastrigli; Architettura, teoria

e narrazione, postfazione

a Junkspace Quodlibet;2006;

p.109

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masterplan

1.2 Quali sono le caratteristiche dell’uomo contemporaneo? «(…) di-amo un’occhiata al secolo scorso per vedere dove stiamo andando. Negli ul-timi 100 anni la durata della vita è più che raddoppiata, il reddito pro capite nel mondo, considerando il potere di acquisto, è triplicato. I costi per l’al-imentazione, l’elettricità, i trasporti, la comunicazione sono scesi da 10 a 1000 volte. Steve Pinter ci ha mostrato che, di fatto, stiamo vivendo il perio-do più pacifico di sempre nella storia dell’umanità. E Charles Kenny ci ha detto che l’alfabetizzazione è passata dal 25 ad oltre l’80% negli ultimi 130 anni»1.

1 Peter Diamandis; L’abbondanza è il nostro futuro; TED Talk

grafico 1:popolazione(mln)

grafico 2:gdp per capita (x1000 $)

grafico 3: alfabetizzazione

grafico 4:diffusione Internet

I grafici mostrano una netta crescita degli indicatori analizzati. L’umanità, anche grazie alla rivoluzione tecnologica, sta subendo una mutazione

1 premessa: 1.1 La città è costruita intorno alla vita dei suoi abitanti In ogni sua dimensione, il progetto architettonico (un inter-no, un edificio, un complesso, un piano urbanistico o territo-riale) cerca risposte ai problemi dell’uomo. L’uomo è il centro della progettazione e ne è unità di misura.

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2 mutazione 2.1 Se l’uomo è cambiato così velocemente - tanto da non far sembrare inadeguato il termine di Baricco «mutazione»2 - come può cambiare altrettanto velocemente l’ambiente in cui vive?2.2 La Generic City risponde all’aumento esponenziale di popolazione e di diversificazione dei bisogni con una plura-lità indefinita di scelta, «un’antologia di tutte le possibilità», che distrugge l’identità della città. La procedura è molto si-mile al mettere fuori fuoco un’immagine dettagliatissima: il singolo pixel non è più isolabile, ma quello che risulta è un colore “di media”. 2.3 La città europea al contrario è sem-pre stata in grado di ricostruirsi riutilizzando le proprie parti, rispondendo ad esigenze mutevoli nei secoli senza distrug-gere la propria identità. Comunque l’aumento esponenziale della popolazione nell’ultimo secolo ha messo in crisi il suo status e l’ha portata a circondarsi di brani di città che ne hanno smorzato l’identità. Si può parlare di «una program-mazione concentrica, insistere sul centro come fonte di va-lore e di senso, fonte di ogni significato»3. Ma «quando la sfera d’influenza si espande l’area caratterizzata dal centro aumenta, diluendo senza speranza la forza e l’autorità del nucleo ; inevitabilmente la distanza tra il centro e la circonfe-renza aumenta fino al punto di rottura»3.

3 resilienza 3.1 Ma quale caratteristica della città le può permettere di mantenere identità, se la sua crescita - inevi-tabile - la distrugge?3.2 Guardando al passato le entità più durature nel tempo sono state quelle che hanno assorbito le mutazioni dell’am-biente circostante. Prendendo in prestito un termine pretta-mente meccanico, il loro comportamento si può definire “re-silienza”, ovvero “resistenza agli urti”. Al posto che cercare di adattarsi in ogni istante al turbine vorticoso degli eventi, questi oggetti ne colgono il senso generale e la direzione. 3.3 Un comportamento di questo tipo è estremamente van-taggioso per due principali ragioni:2.4 Sul piano energetico - economico - è assai meno di-spendioso rispetto ad un adattamento continuo e radicale. 2.5 Per l’individuo rimangono punti saldi di riferimento, che conferiscono «leggibilità al paesaggio urbano».

4 forma resiliente 4.1 Come ricercare la struttura resiliente di una città? Per la definizione data, le parti resilienti sono le forme che caratterizzano l’identità di un certo territorio.4.2 Gli edifici, le infrastrutture o gli spazi aperti che trapas-sano i momenti storici di un territorio sono elementi che ne hanno strutturato l’identità. In una città, per definizione composta da parti diverse, quelle di lunga durata sono state le più resilienti. 4.3 Gli edifici, le infrastrutture o gli spazi aper-ti di larga scala4 sono tendenzialmente parte della struttura resiliente. Gli oggetti che hanno un’influenza su un contesto ampio - che hanno una leggibilità immediata a larga scala - sono salvaguardate e riutilizzate. 4.4 Quindi, riassumendo, le strutture resilienti sono riconoscibili per una permanenza nel tempo e per una scala di influenza ampia, generando un’identità. Prendiamo tre città con una chiara identità e proviamo a riassumere la loro forma urbana in un concetto.

4.5 Manhattan: la forma urbana è riassumibile nel-la forma dei suoi isolati. I 2028 isolati assorbono qualsiasi mutazione ri-manendo strutturati dalla griglia che ne è REGOLA GENERATRICE.

4.6 Las Vegas: la STRIP struttura l’immagine della città. Le sue insegne e i suoi casinò possono mo-dificarsi - e l’hanno fatto - ma l’identità rimane chia-ra.

4 Per scala - scale - non si intende la taglia - size - dell’edificio.La taglia - S,M,L,XL - non include problemi di scala. Un piccolo progetto può avere un’influenza a una scala molto più ampia. Lo scarto culturale ricercato dal progetto non è influenzato dalla taglia. Dal cucchiaio alla città come un unico vestito in qualsiasi taglia il mercato lo richieda.

2 A. Baricco; I barbari; Feltrinelli

“La trasformazione che è

accaduta con un’accelerazione violenta in questi

ultimi anni è percepita come una sorte di Apocalisse.

Sono arrivati i barbari”

3 R. Koolhaas; Generic city;

in JUnkspace, Quodlibet;2006;

p.29-30

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4.8 Semplificando: se una persona al bar chiedesse di dise-gnare su un fazzoletto la piantina Manhattan? O di Roma? La maggior parte di noi disegnerebbe una griglia di quadrati per semplificare la prima, e un insieme di oggetti tenuti in-sieme da un colore omogeneo di sfondo per la seconda. E in cosa riconosceremmo Las Vegas se non nella sua strip?4.9 La griglia è uno strumento di pianificazione urbanistica. La regola della griglia è infrangibile, rigidissima ma allo stes-so tempo assai elastica perché non crea problemi inattesi a chi è al suo interno. Non si può scappare dalla griglia non visti o tentare di scavalcarla, essa esiste dappertutto ed è facilmente prevedibile. In termini pratici, l’incredibile oggetti-vità della griglia permette a Central Park di essere rispettato senza un recinto, di cui invece il parco di Monza non può fare a meno . 4.10 La strip in un ambiente urbano è meno totalizzante della griglia, ma pone l’importante questione della gerarchia, ine-sistente nell’esempio precedente. Quale delle decine di stra-de che formano la scacchiera è la più importante? O dov’è il centro? A Las Vegas la strip di servizi è “il centro” della città, ed è la radice della sua espansione. Ma la strip può essere utilizzata anche in ambiente non-urbano, in conte-sti di pianificazione territoriale. Non viene più riferita ad una sola città ma struttura un paesaggio molto più ampio e già pre-urbanizzato5. Quando la città concentrica - tipica di gran parte del territorio europeo - raggiunge la sua dimensione di rottura, la strip può unire i diversi centri urbanizzati senza sconvolgere l’ambiente circostante. Questo sta generalmen-te avvenendo lungo corridoi di sviluppo infrastrutturali che già corrono sul territorio. Si tratta di riconoscere il fenomeno

e sfruttarlo.4.11 II simboli di Roma sono le vestigia di altri tempi somma-te ad oggetti più recenti disseminati in un reticolo di sfondo con poche caratterizzazioni. È più centrale il Vaticano o il Pantheon? Poche persone saprebbero indicare il centro di Roma ma questi simboli sono riconosciuti da tutti i fruitori della città: sia gli abitanti sia i turisti li usano come riferimenti . I simboli - o segni per chi non ne riconosce il valore sim-bolico - spesso sono modificati e riutilizzati, non perdendo efficacia ma acquistandone in virtù della loro riacquistata vi-talità. La resilienza di questi oggetti è legata al loro significa-to, e non tanto all’aspetto estetico.

4.12 La regola generatrice, la strip e il simbolo sono 3 sistemi per creare re-silienza nel territorio. Analizzandoli si possono trovare altri esempi per ognu-no di loro. La regola generatrice data alla pianura padana più di 2000 anni fa con la centuriazione romana è ancora la base di gran parte della divisione dei campi. La strip è concettualizza-ta da Rem Koolhaas nel suo progetto di ricerca Exodus e applicata dal suo studio OMA per la strutturazione del-la città di Melun Senart. Il riuso o la ricostruzione di alcuni edifici simbolici è stata alla base delle ricostruzioni po-stbelliche degli anni ‘40. In particolare ricordiamo la Kaiser Wilhelm Memorial Church a Berlino.

4.13 Su sistemi minori si può osservare come i vuoti urbani - Parc de la Villette - e il riutilizzo di spazi - Highline - pos-sano garantire resilienza a una porzio-ne di città, ma non si trovano sistemi di vuoti e di riciclo abbastanza forti da garantire identità a un sistema ampio nel tempo.

4.7 Roma: la città è sinte-tizzata chiaramente dalla cartine turistiche che ne evidenziano i monumenti. Il carattere della città è in alcuni edifici SIMBOLO.

sotto dall’alto:

melun senart

highline

Kaiser Wilhelm Memorial Church

5 Riferimento:New Constant,

Babylon

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5.4 regola generatrice: La regola generatrice di Expo già presente e proiettabile nel futuro è data dalla piastra dei sot-toservizi. Pregi: la regola corrisponde alla struttura impianti-stica già presente. Tutto quello che è presente sull’area è già disciplinato da questa regola. Difetti: la griglia è Manhattan. Expo rimane un’isola, non crea relazioni con il contesto.

5.5 strip: La strip riconosce nella ferrovia lungo il lato sud di Expo un corridoio infrastrutturale caratterizzato da gran-di oggetti. Padiglione zero, le poste, la passerella e il teatro all’aperto sono una successione di oggetti tenuti insieme dall’infrastruttura ferroviaria Milano-Torino. Pregi: il sistema crea una visione urbana a grande scala. Difetti: l’area a nord del Decumano rimane irrisolta.

5.6 segno-simbolo: Alcuni oggetti di Expo sono diventa-ti segni del paesaggio riconoscibili e riutilizzabili. Il teatro, la cascina - già segno del passato - Palazzo Italia, l’Albero della vita possono essere nuovi segni della scena urbana che si svolgerà intorno. Pregi: sfruttamento dell’immagine di Expo. Difetti: la forte chiusura dell’area e lo scarso valo-re simbolico - abbiamo parlato più di segni che di simboli - potrebbero non generare la vitalità necessaria e risultare contenitori vuoti a memoria di un fallimento.

5.7 riciclo-stratificazione: Il riciclo-stratificazione potrebbe essere realizzato con una rinaturalizzazione dell’area sovrap-posta alle preesistenze. Pregi: viene creato rapidamente e a basso costo un parco con ottimo livello di accessibilità. Difetti: un masterplan che parte da questi presupposti dif-ficilmente creerebbe il ritorno economico richiesto dall’am-ministrazione.

5 strip padana 5.1 Come applicare questi concetti allo svilup-po di un masterplan per Expo? 5.2 Il dibattito attuale riguar-do l’area non sembra interessarsi a questi temi. Se si parla di resilienza è per ridurla a un discorso di permanenze tra Expo e Post-Expo. Non si progetta il passaggio successivo. Dopo il post-expo cosa rimane? 5.3 L’attitudine funzionalista che sembra prevalere cerca attività da insediare nell’area e non tiene conto della rapidità con cui queste attività possono mo-dificarsi, chiudere o ampliarsi. Prima della stesura del master-plan si deve ricercare la forma resiliente che si adatta meglio alle caratteristiche dell’area. Senza pregiudizi abbiamo creato cinque visioni differenti dell’area secondo le cinque forme re-silienti analizzate per individuarne i pregi e i difetti.

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5.8 vuoto: Realizzando le volumetrie su una parte dell’area si creerebbe un vuoto sfruttabile in un secondo momento per rispondere a esigenze mutate. Pregi: creazione di un in-sediamento compatto nel punto di maggiore accessibilità. Difetti: l’area risulterebbe una specie di New Town da cui l’ambiente circostante non trarrebbe alcun vantaggio.

5.9 La forma resiliente che funziona meglio nell’area di progetto a una scala ampia è la strip. Milano a Cascina Mer-lata ha raggiunto il suo punto di rottura. Continuare a insistere su un modello di città riferito al centro in un territorio caratterizzato più dalle infrastrutture che dal costruito, ne diluirebbe la for-za fino a rendere illeggibile la struttura. 5.10 A una scala più ampia Milano pre-senta già caratteristiche tipiche di una struttura a Strip. L’asse ferroviario To-rino - Venezia attraversa Milano lungo il passante ferroviario. 33.000 persone all’ora per direzione possono sfruttare questa infrastruttura per attraversare la città. Su questa direttrice si trovano i due cluster di edifici alti milanesi - Por-ta Nuova e via Stephenson - la nuova e la vecchia sede della Regione, un ae-roporto, due cimiteri e tre aree da riedi-ficare con un valore immobiliare eleva-tissimo - Farini, Porta Vittoria, Bovisa. Tutte le metropolitane - anche quelle solo sulla carta - attraversano, almeno in un punto, la strip.

5.11 A uno sguardo ancora più ampio lungo l’intera pianura Padana gli assi Torino-Venezia e Milano-Rimini sono caratterizzati da una continuità del costruito. In particolare tra la statale principale e la ferrovia sono insediate le funzioni a grande scala. Industrie, impianti sportivi, centri commerciali e centri storici sono alternati senza so-luzione di continuità. 5.12 La «disposi-zione schizoide»6 di queste attività «fa scattare l’autonomia delle sue parti, il che è diverso dalla frammentazione: le parti restano legate al tutto»6. La ferrovia diventa l’equivalente, per la strip, dell’ascensore per il grattacielo newyorkese. Collegamento meccanico tra stanze la cui diversità è una strate-gia essenziale: essa accetta l’instabilità di una composizione definitiva al di là della singola stanza.

6 strip a Expo 6.1 Le stanze di Expo sono facilmente indi-viduabili. La Fiera di Rho (già costruita per ulteriori sotto-stanze) , la stazione di Rho Fiera e le sue piazze, padiglione Zero, le Poste, il Future Food District, la passerella di Casci-na Merlata, il Teatro, la Collina, gli ingressi di Roserio, l’area Stephenson. 6.2 Lo stadio, oggetto della tesi, deve, per le sue caratteristiche di scala e dimensione, trovarsi su questo

PARCHI OVEST MILANO

STRIP

schema 1:strip milanese

schema 2:strip padana

The humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with the

instability of programmatic and iconographic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stability of an object-

6 Rem koolhaas; Delirious New York; Mondadori; 1978;

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? ?

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Commercial

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Manchester City2002/2003 - 2003/2004

Shalke 042000/2001 - 2001/2002

Inter2013/2014 - 2019/2020

Bayern Monaco2004/2005 - 2005/2006

Juventus2005/2006 - 2011/2012

Arsenal2005/2006 - 2006/2007

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Matchday

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Commercial

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Posti premium: Aument fidelizzazzi-one, aumento prezzi biglietti blab-labla

Stadium

San Siro

Forum Assago

Allianz @ Arena

Veltins Arena

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interi-or and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and iconographic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stability of an object-

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and icono-graphic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stabil-ity of an object-

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7 Christopher Alexander, A city is not a tree, 1965

8 Branzi, modernità debole e diffusa, p.62

7 a city is not a tree - weak citiesLa struttura resiliente è costruita. Ma oltre alla struttura cosa forma una città? New York prende la sua identità dalla griglia, ma sono le condizioni sociali e economiche che hanno portato al grattacielo. Le condizioni sociali e economiche attuali sono in rapida mutazione. La «rigidità funzionalista»7 tipica dei piani modernisti non interpreta la città attuale, più simile a una rete che ad un albero . Le relazioni che si sviluppano all’interno della città sono sempre più deboli e temporanee. Le metropolitane collegano luoghi imprevedibili come tubi Warp di Mario Bros™. Skype™ permette di teletrasportarsi in ogni angolo del pianeta, già comunque visitato con Street View ™. Manager trentenni vivono in capannoni con tetti a shed e aziende internazionali aprono in villette a schiera. «Si lavora in casa e si abita in ufficio»8. L’elenco è per forza di cose provvisorio, lo slittamento delle città dalle normative funzionali con cui sono state progettate è solo all’inizio. Ma il laissez-faire di questa «modernità liquefatta» sta saturando la città, costruita su regole che non le appartengono. Alcune città americane stanno pensando di riformulare i loro regolamenti edilizi sulle fasce energetiche a cui un edificio deve adeguarsi. Questo libera le amministrazioni dall’onere - inutile e burocratico - di sapere se un edificio sia fabbrica, abitazione o galleria d’arte, e permette un vero riutilizzo dei contenitori dell’architettura. Questa duttilità permette di usare edifici di mille anni fa in modo del tutto inaspettato e con una rapidità che riduce al massimo il tempo di risposta tra azione e reazione. Se si applicassero sistemi simili nella pianificazione di nuovi pezzi di città, l’attenzione massima dovrà essere sulle reti di servizio e i sottosistemi impiantistici. L’attenzione dell’urbanista non si arresta alla parte compositiva ma richiama tutte le competenze architettoniche di conoscenza impiantistica e tecnologica. A un brevissimo regolamento edilizio per controllare la qualità delle nuove costruzioni e della città che si viene a formare, si unisce una classificazione per regimi energetici. Sarà permessa qualsiasi attività entro questi limiti. La strategia apparentemente anarchica è in realtà più controllabile della non-strategia attuale. La città oltre alla struttura resiliente è reti, servizi, infrastrutture, regole. Una struttura che assorbe la mutazione.

riciclo

segni

regola generatrice

strip

sistema. Il ripensamento della passe-rella di cascina merlata con il posizio-namento di una stazione nella sua metà garantirebbe la giusta accessibilità. La stazione pensata al momento 500 me-tri più a est non serve l’area Expo né Cascina Merlata. Si può pensare di so-stituirla - la zona Stephenson, sarebbe comunque servita da una linea di forza (tramvia in sede riservata o metropoli-tana leggera) come indicato dal PUMS 2015 di Milano - o di realizzarle en-trambi - il passo delle stazioni sarebbe ravvicinato ma comunque superiore a quello tra Garibaldi-Repubblica-Porta Venezia-Dateo. 6.3 La posizione mi-gliore per lo stadio - date queste pre-messe - sarebbe la zona ora occupa-ta dal Future Food District, nei pressi della nuova stazione, di fronte all’am-pia piazza e facilmente raggiungibile dalla metropolitana e dall’alta velocità di Rho Fiera. Lo stadio sarà costruito occupando una delle stanze della strip. Il progetto dei suoi spazi aperti, sarà direttamente legato all’edificio. L’inte-ra stanza sarà considerata parte del progetto. 6.4 Il Teatro all’aperto sarà mantenuto. A Milano manca un’area concerti estiva funzionale. Sarà mes-so a reddito economicamente con una discoteca e un Luna Park (o qualsiasi altro uso la mutazione preveda). 6.5 La Strip è la messa a sistema dell’esisten-te - riconoscere un processo inevitabi-le. Come Adamo con gli animali, darle un nome per averne il dominio.

18 19

7 EXPO-SPUGNA Cos’è Expo oltre alla strip? Le linee guida per la predisposizione della proposta progettuale post-Expo indicano - a pagina 66 - la Piastra come: «eredità fondamentale dell’Esposizione Universale è un imprescindibile sistema infrastrutturale e di sottoservizi». Expo si è basato su una regola generatrice che ancora prima che nei suoi percorsi ha preso vita sotto di essi. Il Decumano, e le sue ramificazioni perpendicolari sono lo scheletro, l’apparato sanguigno e il sistema linfatico di Expo. Leggere modifiche a questo sistema già esistente, che ha permesso la costruzione e lo smontaggio di 53 padiglioni, saranno sufficienti a controllare gli insediamenti possibili nell’area.

L’accessibilità con i mezzi pubblici sarà garantita dalla nuova stazione del passante di Cascina Merlata, dalla stazione dell’alta velocità, del passante e della metropolitana di Rho Fiera, e dal prolungamento lungo il lato sud dell’area del tram ora attestato all’ospedale Sacco. Il PUMS prevede la trasformazione dell’asse del Sempione fino alla stazione Certosa e al Sacco in una linea di forza; il prolungamento tramviario sarà realizzato con una predisposizione alla trasformazione in metropolitana sul modello della premetro di Porto.

I parcheggi perimetrali ad area Expo realizzati per l’esposizione garantiranno accessibilità con mezzi privati. Alcune strade nella parte est dell’area saranno aperte al traffico sul modello dei woonerf olandesi.Il percorso tra la piazza inclinata e la Fiera passante per la stazione sarà un asse commerciale. La stazione di Rho è - e sarà sempre di più - un punto di interscambio tra mezzo privato e pubblico. L’accessibilità con diversi mezzi di trasporto e la centralità ne fanno un punto ideale per la costruzione di un centro commerciale all’aperto (sul modello del Portello a Milano).

Tra padiglione Zero, e Cascina Triulza si troverà un parco agroalimentare. Il Parco potrà essere utilizzato a fini di ricerca o - in mancanza di investimenti sufficienti - suddiviso tra privati cittadini. Le reti garantiranno un’urbanizzazione leggera. Per l’irrigazione sarà utilizzata la rete dell’acqua di condensazione formata dall’anello superficiale. L’acqua è prelevata dal canale Villoresi, già sfruttato per fini agricoli. Padiglione Zero sarà usato per esposizione e vendita delle merci. Con modifiche più rilevanti - valutazioni economiche saranno fatte dagli operatori privati - è possibile utilizzarlo come Supermercato relativo al centro commerciale. La Cascina ospiterà i luoghi di ricerca agroalimentare e gli spazi necessari all’attività agricola.

schema 3:trasporti pubblici

schema 4:parcheggi

La struttura della spugna è studiata e realizzata con lo scopo di assorbire

qualsiasi liquido

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In corrispondenza delle poste ci sarà un parco. Con un’operazione di riciclo-stratificazione sarà sovrapposto un nuovo disegno alla griglia di Expo. Il lato nord sarà oggetto di investimenti immobiliari per un ritorno economico immediato. La realizzazione del parco pubblico non sarà considerata una spesa ma un investimento, mirando ad alzare il valore immobiliare dell’area.

La zona est dell’area sarà la più urbanizzata. Se il modello di sviluppo libero permette di ipotizzare usi per le aree, lo fa comunque con un approccio più qualitativo che quantitativo. Sono più interessanti le caratteristiche dei contenitori che si andranno a realizzare rispetto al loro contenuto.

Nella fase di ricerca abbiamo fatto sempre riferimento agli studi di Kevin Lynch e Jane Jacobs sulle grandi città. Nonostante siano riferiti alle conurbazioni americane, si possono traferire anche in altri ambienti con una certa facilità.Lynch ha mostrato con grande chiarezza l’importanza per una città di essere “figurabile” per l’individuo, cioè variegata al suo interno, ma strutturata comunque secondo una chiara organizzazione. Questo aiuta il fruitore della città, che sia abitante, turista o lavoratore, ad orientarsi nel reticolo delle strade, e come conseguenza, a vivere l’ambiente con familiarità. La forma dello spazio ha forti ricadute psicologiche sull’individuo.Jane Jacobs ha invece concentrato i suoi studi su altri aspetti dello spazio, analizzando quali caratteristiche del costruito (e del vuoto) sono necessarie per ispirare nei fruitori sicurezza e dinamismo. La sicurezza di una città, o solo l’impressione che essa sia tale, dipende principalmente dalla gestione e dalla forma dello spazio pubblico, il luogo in cui si intrecciano le vicende e le idee. Caratteristiche di flessibilità e di controllo pubblico sono utili a questo fine. La vivacità di un brano di città deriva invece dalla diversità delle attività che vi si svolgono: classi sociali e attività variegate mantengono in vita lo spazio pubblico durante l’intera giornata, fattore che ha ricadute immediate anche sulla percezione della sicurezza. I quartieri mono-tematici hanno alcune finestre temporali in cui non c’è nessuno per strada. Un quartiere attivo è vissuto in ogni ora da fruitori differenti.Abbiamo tenuto presente questi fattori nel progetto della parte più “debole” del masterplan per expo.

1 lo spazio del calcio 1.1 Quale spazio serve per ospitare una partita di calcio? 1.2 «Le gare possono essere giocate su un terreno naturale o artificiale. Il terreno di gioco deve essere rettangolare e segnato con linee che fanno parte delle superfici che delimitano. Le linee che delimitano i lati più lun-ghi del terreno sono denominate “linee laterali”; quelle che delimitano i lati più corti “linee di porta”. Il terreno di gioco è diviso in due metà dalla “linea mediana”, che congiunge il punto medio delle due linee laterali. A metà della linea me-diana è segnato il punto centrale del terreno di gioco. Attor-no a questo punto è tracciata una circonferenza di m. 9,15 di raggio. È possibile tracciare un segmento di linea al di fuori del terreno di gioco a m. 9,15 dall’arco d’angolo, sia perpendicolarmente alla linea di porta sia alla linea laterale,al fine di rendere esplicita la distanza che gli avversari devono rispettare durante l’esecuzione di un calcio d’angolo.Dimensioni: Lunghezza: minimo m. 100 massimo m. 110 Lar-ghezza: minimo m. 64 massimo m. 75» 1

1.3 In 190 pagine il Regolamento del Giuoco del Calcio cita 4 volte la parola STADIO e solo una volta con questa parola si intende - indirettamente - la struttura che ospita l’evento sportivo. Lo stadio non è citato dal regolamento del gioco: non serve per giocare a calcio.

stadio di proprietà

2 lo stadio 2.1 Per cosa si costruisco-no gli stadi? 2.2 Lo stadio non serve per giocare a calcio, ma per guardare la partita che si gioca sul campo. L’e-vento sportivo è un evento di spetta-colo da guardare. Gli spettatori sono i protagonisti dello spazio da progettare, come il pubblico di un cinema. 2.3 A differenza dello spettatore teatrale o di un film, lo spettatore di un evento sportivo assiste a uno spettacolo le cui sorti si stanno decidendo in diretta. Il suo ruolo è attivo, generalmente di par-te, alimentando un “tifo” per una delle squadre.

1 FIGC; Regolamento giuoco del calcio; 2011

9 K. Lynch; L’immagine della città; 1964; Marsilio

9 J. Jacobs; Vita e morte delle grandi città; 1961; Einaudi

schema 5:il campo di gioco

22 23

3 tifoso 3.1 Chi sono gli spettatori di una partita di calcio?Lo spettatore per 90 minuti è immerso nelle emozioni che danno i giocatori eseguendo gesti tecnici di cui lui non è capace; paragone quasi irriverente tra calcio e opera d’arte.3.2 Il tifoso, invece, non apprezza semplicemente lo spetta-colo. Spera - attivamente - che 11 dei 22 giocatori vincano la partita che lui sta guardando. Questa speranza collettiva si esprime attraverso canti, riti, icone, simboli. Tifoso: «En-tusiasta, appassionato per un genere di sport, acceso soste-nitore di una squadra sportiva o di un atleta»2.

3.3 I senesi esprimono durante il palio la loro appartenenza ad una contrada attraverso il tifo. L’evento sportivo è l’occa-sione più evidente e pacifica per mostrare la superiorità della propria contrada sulle altre. I riti, le icone, i simboli e i canti non hanno solo il valore di una memoria storica da preserva-re. Sono il segno dell’appartenenza a un gruppo.

4 luogo del tifo 4.1 «Credo che lo stadio sia oggi un simbo-lo della civitas. In passato lo sono stati il municipio, la sala dei congressi, la biblioteca, il museo; adesso il simbolo della città è lo stadio. Esprime una grande carica di energia»3. 4.2 Lo stadio non è il posto dove guardare uno spettacolo spor-tivo - come affermato prima - ma un edificio in cui un gruppo riconosce la propria identità. 4.3 Entriamo nei due principali stadi di Milano. Lo stadio Meazza per il calcio e il Forum di Assago per il basket .

4.4 Tempio del calcio: Sabato sera, autunno, nebbia. Notte del derby. Con un panino caldo in mano - non si combatte a stomaco vuoto - si attraversano i tornelli per il controllo dei biglietti. Si inizia la salita delle torri per arrivare al terzo anello e prendere la propria posizione. Se alla prima rampa di scale l'imponenza quasi ci spaventa all'ultima non può che spaventare gli avversari. Chi ci può sconfiggere in questa for-tezza?

4.5 Olimpo del basket: Primavera, tramonto. Sole in faccia lungo la passerella. Arriviamo alla base delle scale. Saliamo, è un percorso obbligato, camminiamo stretti fianco a fianco. Entriamo, stendiamo gli striscioni, prepariamo i megafoni. Svolgiamo il nostro rito.

4.6 Il tempio del calcio e l'olimpo del basket. L'edificio spor-tivo non è una tribuna da cui guardare una partita. È l'ultimo erede dell'Acropoli di Atene.

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Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interi-or and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and iconographic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stability of an object-

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and icono-graphic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stabil-ity of an object-

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contrade senesi

squadre eredivisie

3 P. Eisenman

2 Dizionario Treccani

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4 I. Calvino; Lezioni americane: la

leggerezza

5 concept 5.1 Quali riti si svolgono per una partita di calcio?5.2 Il tifoso entra in una piazza e aspetta il proprio gruppo. Si siede, parla, mangia, beve. Poi lentamente entra. Cambia l’atmosfera, quasi in silenzio sale gli ultimi gradini e entra nel-la cavea (o nella cella?). Si apre una vista improvvisa su uno spazio enorme e accogliente. Una moderna piazza San Pie-tro. Lo spazio esterno non è meno importante di quello inter-no. Lo stadio inizia dalle sue piazze. Una grande sala ipostila è lo spazio di raccoglimento coperto che unisce l’esterno all’interno. 5.3 Il tifoso ha bisogno di una macchina al suo servizio. Un retroscena per lo spettacolo. Sotto il basamen-to i servizi principali. Parcheggi, spogliatoi, cucine; affacciati all’esterno: negozi, sale vip, club. La macchina dello stadio funziona sotto il terreno. 5.4 La forma delle tribune rimane visibile dall’esterno. Viene esaltata da un telo illuminato. Un disco luminoso sospeso tra la copertura e il basamento. Sul-lo stilobate si dividono i flussi. Chi sale nell’anello sospeso e chi scende verso il campo di gioco. 5.5 La copertura viene sfruttata. Attraverso ascensori sospesi o scale mobili na-scoste nella struttura dell’anello sospeso si arriva all’interno dell’enorme struttura a sbalzo sul campo. La parte opaca che impedisce l’abbagliamento e la parte trasparente per l’apporto di luce solare al terreno erboso vengono sepa-rate. Tra di loro la struttura e un’enor-me piazza sospesa. Da un lato la vista su Milano e sulle montagne, dall’altro sulla cavea. Un nuovo suolo - inaspet-tato - di servizi in posizione privilegiata.5.6 Tre parti. Un basamento, un anel-lo, una copertura. L’immagine classica dello stadio è riconoscibile nell’anello; il basamento e la copertura forniscono i servizi necessari e creano le relazioni con il contesto. Uno schema sempli-ce. La congestione interna non si riflet-te nella complessità dell’immagine. «la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattut-to ho cercato di togliere peso alla strut-tura del racconto e al linguaggio»4.

schema 6:le tre parti dello

stadio

6 proprietà 6.1 Lo spettatore del nuovo millennio è messo in crisi. 6.2 Lo stadio non è comodo. Solo un tifoso compie i suoi riti allo stadio, si unisce alla massa. Lo spettatore non va a casa della propria squadra se può guardare la partita a casa propria. Con la poltrona reclinabile, il replay e il frigo-bar a portata di mano - con i comandi touch addirittura di dito. Gli stadi degli ultimi 20 anni lo hanno capito. Poltrone al posto di duri gradoni di cemento, schermi e informazioni interattive sul cellulare, bar, negozi, ristoranti. Si va allo sta-dio come in centro città - o al centro commerciale - con la famiglia a pranzare, con gli amici per comprare una sciarpa, con la ragazza per un aperitivo. 6.3 I ricavi da matchday nei nuovi stadi sono in media 2 volte superiori. I servizi migliorati oltre a generare profitto, permettono di alzare il prezzo dei biglietti.

a fronte:l’anello sospeso

26 27

7 dati stadi: Appendice tecnica

7.1 «I raffronti europei sul fronte dei cosiddetti “ricavi da sta-dio” (vendita dei biglietti, abbonamenti e altre attività com-merciali relative alle partite giocate in casa) segnalano una distanza notevole tra i club italiani e quelli spagnoli, inglesi e tedeschi»5

(Squadra; % ricavi da matchday; ricavi da matchday in milioni di €)6

1. Arsenal (38%; 108,3)2. Amburgo (32%, 43,2)3. Manchester United (30%; 127,3)4. Tottenham (27%; 46,9)5. Chelsea (27%, 82,5)6. Barcellona (24%; 117,6)7. Real Madrid (23%; 119)8. Borussia Dortmund (23%; 59,6)9. Galatasaray (23%; 35,4)10. Atletico Madrid (23%, 27,5)11. Liverpool (22%, 52,1)12. Fenerbahce (22%, 27,7)13. Schalke 04 (21%; 42,5)14. Bayern Monaco (20%; 87,1)15. Roma (16%; 20,1)16. Manchester City (15%, 46,2)17. Juventus (14%; 38)18. PSG (13%; 53,2)19. Inter (12%; 19,4)20. Milan (10%; 26,4)

La Juventus, che tra le squadre italiane vanta i ricavi più alti generati il giorno della partita, ha avuto aumento di fattura-to da matchday nell'anno di passaggio tra vecchio e nuovo stadio del 274%: da 11,6 a 31,8 milioni di €.

7.2 Il dato fotografa una situazione chiara. Le squadre ita-liane non sono in grado di far fruttare la presenza di tifo-si con un ritorno economico. Una parte del problema è la mancanza di stadi di proprietà, un’altra una percentuale di riempimento degli stadi estremamente bassa nel campiona-to italiano: 56,6% (Bundesliga 96% - Premier League 95%). Un riempimento percentuale basso porta ad alti costi di ge-stione ingiustificati.

(squadra; media spettatori; riempimento stadio)7

1. Borussia Dortmund (80.297; 100%)2. Manchester United (75.207; 99%)3. Barcellona (72.116; 73%)4. Real Madrid (71.558; 84%)5. Bayern Monaco (71.000; 100%)6. Schalke 04 (61.569; 100%)7. Arsenal (60.013; 99%)8. Borussia Mönchen (52.239; 97%)9. Herta Berlino (51.889; 70%)10. Amburgo (51.825; 98%19. Inter (47.075; 58%)33. Napoli (40.632; 67%)34. Roma (40.436; 55%)37. Milan (39.874; 49%)40. Juventus (38.238; 93%)59. Fiorentina (32.057; 68%)60. Lazio (31.905; 44%)

La creazione di stadi più attraenti e meglio dimensionati può portare ad una posizione migliore in questa classifica. Solo tre squadre italiane però hanno realizzato la volontà di avere uno stadio di proprietà. La Juventus ha costruito ex-novo uno stadio su un terreno ottenuto in concessione dal co-mune per 99 anni. L’Udinese, anch’essa su un terreno del comune in concessione per 99 anni sta completando la ri-strutturazione del Friuli portandolo agli standard di sicurezza e comfort necessari. La Mapei ha acquistato ad un’asta fal-limentare lo stadio Giglio di Reggio Emilia, per farci giocare la squadra di cui detiene il 95% della proprietà: il Sassuolo.

5 48° Rapporto Censis, 2014

6 Rapporto Deloitte, 2014 7 Rapporto Deloitte,

2014

Fonte:ultimouomo.com

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7.3 Lo stadio di proprietà porta a un aumento degli spetta-tori. Frase che si sente spesso ripetere ma senza fondamen-to se non giustificata da un’analisi dei dati. Abbiamo preso 5 squadre che hanno cambiato stadio negli ultimi 15 anni nei principali campionati europei: Arsenal, Manchester City, Bayern Monaco, Shalke 04, Juventus.

7.4 Il F.C. Internazionale e l’A.C. Milan da alcuni anni stanno interessandosi per realizzare uno stadio di proprietà. L’attua-le condizione dello Stadio Meazza di proprietà del Comune di Milano e in affitto ad entrambe le squadre non favorisce la realizzazione degli interventi necessari a trasformarlo in uno stadio che sposi gli standard richiesti. Negli ultimi 10 anni da entrambe le squadre è stata espressa la volontà di costruire un nuovo stadio per ovviare al problema. L’ultimo tentativo del Milan di acquisire l’area della Fiera al Portello per realizzare lo stadio non è andato a buon fine. Il presiden-te dell’Inter, Erick Thohir, ha espresso il proprio disappunto per la prolungata convivenza a San Siro. La costruzione di un nuovo stadio in area Expo potrebbe essere la soluzione al problema.

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69.250

93,2%

38.646

41.475

+26,2 %

44,2 %

30.604

69.295

98,3%

60.440

74,9%

46.599 +29,7 %

Manchester City2002/2003 - 2003/2004

Shalke 042000/2001 - 2001/2002

Inter2013/2014 - 2019/2020

Bayern Monaco2004/2005 - 2005/2006

Juventus2005/2006 - 2011/2012

Arsenal2005/2006 - 2006/2007

99,5%

60.045

264 Mln

60.338

99,4%

38.184 +57,3 %

+37,5 %

33 %51 %

192 Mln

38.419

99,5%

46.834

55.097

98,5%

34.565 +35,5 %

35.100

Matchday

Broadcasting

272 Mln+18,7 %

10 % 12 %

46 %

229 Mln

Commercial

Matchday

Broadcasting

Commercial

61.481 80.018 51.20062.208

99,9%

50.900+10,3%

57,8 %

46.246

Posti premium: Aument fidelizzazzi-one, aumento prezzi biglietti blab-labla

Stadium

San Siro

Forum Assago

Allianz @ Arena

Veltins Arena

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interi-or and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and iconographic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stability of an object-

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and icono-graphic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stabil-ity of an object-

90,1%

Matchday + Broadcasting

Commercial

67.588

205 Mln

75.024

+26,8 %

+7,8 %

76,9 %

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53.294

190 Mln

69.250

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30.604

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98,3%

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74,9%

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Manchester City2002/2003 - 2003/2004

Shalke 042000/2001 - 2001/2002

Inter2013/2014 - 2019/2020

Bayern Monaco2004/2005 - 2005/2006

Juventus2005/2006 - 2011/2012

Arsenal2005/2006 - 2006/2007

99,5%

60.045

264 Mln

60.338

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38.184 +57,3 %

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192 Mln

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55.097

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34.565 +35,5 %

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Matchday

Broadcasting

272 Mln+18,7 %

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229 Mln

Commercial

Matchday

Broadcasting

Commercial

61.481 80.018 51.20062.208

99,9%

50.900+10,3%

57,8 %

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Posti premium: Aument fidelizzazzi-one, aumento prezzi biglietti blab-labla

Stadium

San Siro

Forum Assago

Allianz @ Arena

Veltins Arena

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interi-or and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and iconographic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stability of an object-

Grande oggettoThe humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with the instability of programmatic and icono-graphic needs, the other - agent of disinformation - offering the city the apparent stabil-ity of an object-

30

8 dimensione 8.1 Per quanti tifosi costruire un nuovo stadio? 8.2 Uno stadio troppo grande ha costi di gestione elevati, se non viene riempito è uno spreco di risorse. Uno stadio trop-po piccolo è un investimento sbagliato, si taglia una fetta di profitto tanto più elevata quanto maggiore è la sottostima; e abbiamo visto come i ricavi da matchday stiano diventando fondamentali nei bilanci delle squadre europee.

8.3 Analizziamo l'andamento degli spettatori medi in cam-pionato dell'Inter dal 1998 in poi. Dopo un calo tra gli anni 2000 e il 2006 per l'avvento delle tv a pagamento gli ottimi risultati sportivi tra il 2006 e il 2011 hanno portato un aumen-to del pubblico. Teniamo anche conto che un buon risultato sportivo generalmente porta ad un aumento nell'anno suc-cessivo. I valori dal 2011 in poi sono riferiti a una squadra in condizione sportiva non eccellente, ma sostanzialmente buona. Prendiamo la media degli spettatori medi dell'Inter degli ultimi 5 anni e dell'inizio di questa stagione8:

(59.484 + 45.664 + 46.654 + 46.246 + 37.372 + 52.752) / 6 = 48.029

Il numero di spettatori medio con uno stadio da 82.000 posti a disposizione è alzata da 2 partite di cartello all'anno, se l'obiettivo delle squadre attuali è avere uno stadio sempre pieno - e lo è - diventa necessario ridurre il numero di posti a disposizione. Escludiamo le 2 partite con il maggior numero di spettatori dalla formula e otteniamo:

(48.029 * 19 - 82.000 * 2 ) / 17 = 43.973

44.000 è il numero di spettatori garantiti che l'Inter ha a San Siro.

8.4 Come analizzato (7.3) un nuovo stadio porta ad un au-mento di pubblico. Per le 5 squadre europee analizzate tra l'anno precedente e l'anno successivo all'apertura c'è un aumento degli spettatori tra il 15% e il 25%. Possiamo dire che un numero adeguato di posti per il nuovo stadio sia:

44.000 * 1,15 = 50.600.

lo stadio dietro i gradonilo stadio sotto le gradinate è un’enorme macchina scenica

9 piano interrato -6.30 9.1 Il piano interrato contiene gli impianti e gli spazi necessari al funzionamento. La sua collo-cazione al livello della strada carrabile permette un accesso carrabile diretto. Le vie di fuga sono garantite attraverso i livelli superiori.

9.2 Parcheggio: la normativa UEFA per uno stadio di cate-goria 4, la massima, prevede all’interno della struttura dello stadio:- 200 posti auto Vip- 50 posti auto delegati Uefa- 50 posti auto delegati LOC- 10 posti auto per le squadre- 2 posti bus per le squadreI parcheggi sono compartimentati con sistemi tagliafuoco. Un anello stradale percorribile in entrambe le direzioni serve tutto il piano interrato. Due accessi al campo sono posti sul lato est negli angoli. A sud, sotto la tribuna dei tifosi ospiti trovano spazio 20 Pullman in un parcheggio riservato e iso-labile per un accesso separato delle due tifoserie.Non ci sono ulteriori posti auto interni alla struttura dello stadio. Lo stadio è servito da una linea metropolitana, una metrotramvia, la linea del passante ferroviario e una stazio-ne alta velocità. È favorito l’accesso pedonale. I parcheggi richiesti dalla normativa sono entro 1500 metri dallo stadio. Sono mantenuti i parcheggi dei Pullman a Roserio e i par-cheggi delle auto a Rho, Cascina Merlata e al carcere.

9.3 Spogliatoi - mixed zone: la tribuna Ovest è la tribuna centrale. Sotto di essa si trovano gli spogliatoi. Verso sud la squadra di casa, con spazi più ampi e un comfort mag-giore. A nord la squadra ospite, gli arbitri e l’infermeria per i giocatori. La mixed zone affaccia da un lato sul parcheggio delle squadre dall’altro sul tunnel di ingresso al campo. Un sistema di copertura scorrevole protegge i giocatori durante l’ingresso e l’uscita dal terreno di gioco. La Mixed zone è

8 Calcio.com

32 33

raggiungibile dalle sale stampa ai livelli superiori attraverso due scale e un ascensore. Accanto agli spogliatoi degli arbi-tri si trovano gli uffici per i delegati UEFA o FIGC.

9.4 Altri spazi di servizio: sul lato est c’è una zona cari-co-scarico per camion. I negozi e le cucine poste ai piani superiori sono riforniti grazie a questo spazio. A nord un ma-gazzino accessibile anche dal campo contiene i materiali e gli strumenti necessari alla manutenzione del terreno di gio-co e degli spazi impiantistici. I locali per le UTA sono posti ai quattro angoli del perimetro del campo, per sfruttare lo spa-zio retrostante alle gradinate per i montanti delle condotte e essere facilmente raggiungibili dall’anello di strada. Verso la strada a sud sono posti i locali tecnici più grandi: le centrali termiche sono raggiungibili senza dover entrare nello stadio. Al piano interrato sono presenti anche i locali per la polizia e gli steward.

a fronte:pianta -6.30

sotto:la strada di accesso

35

10 piano terra +0.00 10.1 Il piano terra è il piano dei servizi accessibili dall'esterno dello stadio. Il basamento è la pros-ecuzione del suolo delle piazze attraverso due scalinate fino allo stilobate rotto dalla cavea del primo anello. Lungo i lati corti il sollevamento permette l'ingresso nel basamento attraverso due facciate vetrate.10.2 Biglietteria negozi e fast food: la biglietteria e i nego-zi si trovano sul lato nord. La facciata vetrata affaccia diret-tamente sullo spazio pubblico. Dai due negozi due ascen-sori permettono di raggiungere la copertura. Sul lato sud in posizione speculare un unico grande spazio di ristorazione. Diversi fast food si affacciano su un'unica sala da pranzo a doppia altezza.10.3 Sale Vip:Dai parcheggi attraverso ascensori e scale si raggiungono due club. In questi open space diversi gradi di privacy permettono di mangiare rilassarsi guardare la tv. Quattro patii per ognuno dei due club forniscono aria e luce all'interno. L'alzata dei gradoni esterni in vetro lascia entrare una luce soffusa. Un grande spazio di distribuzione freddo a doppia altezza all'interno può essere allestito dagli sponsor. Il piano superiore dei bar a servizio del primo anel-lo gode di una vista privilegiata su questi spazi. 10.4 Sala stampa: al centro della tribuna principale si trova una sala stampa da 130 posti con una sezione a gradoni. La posizione permette un accesso alla mixed zone al piano inferiore, alle sale per i giornalisti al piano superiore e alla tribuna stampa all'esterno. I giornalisti hanno accesso a una parte della sala vip adiacente.

a fronte:pianta +0.00

sotto:la piazza Ovest

37

11 piano primo +4.75 11.1 Il primo piano è accessibile attraverso dieci vomitori dal primo anello. La divisione in 5 settori permette la separazione tra diverse tifoserie.

11.2 Bar, bagni e infermerie: sono presenti 16 bagni, 16 bar e 4 infermerie. Ogni bagno è dimensionato secondo normativa per servire 1000 uomini e 500 donne, per un totale 24.000 spettatori. Due settori a nord contengono 4 bagni, 4 bar e 1 infermeria ciascuno. Due settori a sud 3 bagni 3 bar e 1 infermeria. L’ultimo settore a sud è destina-to ai tifosi ospiti, con 2 bagni e 2 bar. L’infermeria per i tifosi ospiti si trova al piano interrato. Un corridoio per settore permette l’accesso ai servizi affacciandosi sullo spazio a doppia altezza del piano inferiore. Lo spazio di distribuzi-one non è riscaldato essendo utilizzato dai tifosi durante la partita, con abbigliamento adeguato alle condizioni clima-tiche esterne.

12 piano skybox +12.00 12.1 La parte inferiore del secon-do anello è utilizzata per servizi aggiuntivi alla tifoseria.

12.2 Bar e skybox: L’accesso al secondo anello avviene dal basso attraverso due rampe di scale. La prima porta a un piano intermedio. Sotto le tribune principali trovano pos-to 63 skybox e 2 sale televisive direttamente raggiungibili dalle sale vip del piano terra attraverso 22 ascensori. Nelle curve è posta una zona per bagni e bar.

a fronte:pianta +4.75

sotto:la piazza Est

39

13 copertura +35.00 13.1 La struttura di copertura è uti-lizzata. La parte opaca e la parte trasparente del tampona-mento di copertura, presenti in ogni stadio, vengono sepa-rate. All’interno una piazza coperta con affaccio privilegiato sulla partita e sulla città. Uno spazio dominante e commer-ciabile. 13.2 Museo: A Nord, sopra la curva più amata dalla tifo-seria, una raccolta dei trofei vinti. Attraverso il negozio a Ovest due ascensori in vetro portano alla copertura. Un percorso tra coppe, magliette e vista sulle Alpi porta a due ascensori che scendono nel negozio Est. Compra almeno una sciarpa!

13.3 Ristoranti: A est e Ovest lo spazio per i ristoranti, i pub e i bar. Se a casa si guarda la partita dal divano, al caldo e con una birra in mano, allo stadio potrà essere vista dalla poltrona riscaldata con un cameriere che chieda «Guinness o Budweiser? ». Nuovo pubblico per lo stadio, che lo occupi per più tempo. Un hamburger prima della partita e uno champagne dopo: «Quando vinco: me lo meri-to. Quando perdo: mi consola»9.

9 W. Churchill

a fronte:pianta +33.00pianta +35.00

sotto:la copertura

41

lo stadio davanti ai gradonilo spazio della massa

14 la cavea 14.1 La massa. «Essa è l’unica situazione in cui il timore d’essere toccati si capovolga nel suo opposto. È ne-cessaria per questo la massa densa, in cui corpo si addossa a corpo, massa densa anche nella sua costituzione psichica, proprio perché non si bada a chi ci viene addosso»10. La ti-foseria più calda in Europa - che garantisce una percentuale di riempimento dello stadio del 100% - è quella del Borussia Dortmund. «Il Muro Giallo è potenza ed energia». La tifoseria è compatta, un corpo unico dal bordo del campo alla cima dello stadio. Dall’interno la cavea deve presentare meno in-terruzioni possibili: poco spazio tra primo e secondo anello, nessun vomitorio di accesso per il primo.

10 E. Canetti, Masse und macht, Cla-assen, Hamburg 1960; trad. it. Mas-sa e Potere, Rizzoli, Milano 1972, p.12

11 T. Tuchell, 2015, Intervista

14.2 Primo anello: Il primo anello deve essere il più vicino possibile al cam-po. Chi compra un biglietto per il pri-mo anello vuole vedere i giocatori da vicino. Quasi toccarli se battono una rimessa laterale. Quindi l’anello è un rettangolo con gli angoli arrotondati. Dietro alle porte 10 metri di distanza, sulle linee laterali 7,50 metri. In questo spazio trovano posto i cartelloni pub-blicitari e i fotografi. Le barriere sono di tipo orizzontale, in Inghilterra sopran-nominate cat’s cradle. Le panchine delle squadre poste direttamente sugli spalti.schema 7:

minima distanza campo-tribune

43

14.3 Secondo anello: Il secondo anel-lo deve garantire la migliore visibilità possibile. Il tifoso del secondo anello vuole vedere i movimenti tattici, coprire con uno sguardo tutto il campo. Girare a destra e sinistra la testa il meno pos-sibile. La forma si complica.Analizziamo il problema: il tifoso in tri-buna (A) ha come vertici meno visibili del campo le due bandierine d’angolo dal proprio lato, così il tifoso in curva (B) - ma cambiano le bandierine. Il tifo-so tra curva e tribuna (C) ha poca visi-bilità sulle due bandierine opposte alla propria destra e alla propria sinistra. schema 7Serve una curva definita a tratti la cui tangente sia perpendicolare in ogni punto alla bisettrice dell’angolo visivo sul campo - definito sopra. La curva la cui tangente in un punto è perpendico-lare all’angolo formato tra i due fuochi e il dato punto della curva è l’ellisse. La curva visuale migliore è una funzio-ne a tratti fatta da archi di ellisse con continuità in derivata prima. La forma trovata permette un’ottima visuale ma aumenta significativamente la distanza dal campo. schema 8Cercando di mediare tra minima di-stanza dal campo e migliore visibilità otteniamo una funzione definita per parti composta da archi di circonfe-renza. La funzione rimane continua in derivata prima ma non in derivata se-conda. schema 9

schema 8:ampiezza visiva

schema 9:curva ideale

schema 10:mediazione tra

visuale e distanza

A

B

C

44 45

materiali Lo stadio è una struttura complessa. Le struttu-re utilizzano diverse tecnologie. Il primo e il secondo anello sono realizzati in cemento armato prefabbricato. La copertu-ra è in acciaio. I solai interni al basamento sono realizzati con piastre prefabbricate in cemento armato alveolare. Il solaio di copertura ha una tecnologia a secco in acciaio e lamiera.Il cemento, lasciato a vista nel basamento è trattato con una finitura in magnesite. La magnesite è molto resistente alle sollecitazioni meccaniche e quindi particolarmente adatta ad ambienti dove è richiesta una elevata resistenza al traffi-co pedonale.Il secondo anello è rivestito con un telo Barrisol. La scelta permette di retroilluminare l’anello con sistemi LED. Il telo è impermeabile e non perde le proprie caratteristiche tecniche per almeno 25 anni.Il solaio di copertura è rivestito inferiormente in lamiera chiara. Superiormente un pavimento flottante ne permette l’utilizzo. I pilastri sono in acciaio verniciato a polvere. La copertura è in policarbonato su struttura in alluminio. Il poli-carbonato è il materiale più utilizzato attualmente per le parti trasparenti delle coperture degli stadi. Economico, duraturo e di facile manutenzione. I locali presenti in copertura hanno un soffitto vetrato aggiuntivo e un sistema di tende scorrevo-li per ridurre l’apporto di luce solare. In copertura un sistema di passerelle in griglia metallica elettrosaldata permette la manutenzione.

I gradoni interni sono prefabbricati in cemento. Le curvature costanti, ad archi di cerchio, permettono una facile prefab-bricazione. I sedili sono ribaltabili agganciati direttamente all’alzata del gradone retrostante. I tipi di seduta cambiano nei diversi settori dello stadio.

46

illuminazione conclusioni

sintesi tra stadio e strip Lo stadio è parte della strip. Il pro-getto rappresenta la continuità tra spazio aperto ed edifi-cio. Lo scisma tra progetto dell’interno e città è risolto dalla strip che struttura il rapporto tra edificio e territorio. Gli spazi aperti di ogni stanza sono progettati insieme all’edificio.

il progetto Il progetto è la sintesi tra ricerca teorica e pro-blemi tecnici. Il testo della tesi non racconta direttamente il progetto, ne crea le premesse. La realtà non è artisticizzata ma intensificata, accettata in modo intransigente. I problemi sono isolati e collegati. I dettagli raccontati, a primo occhio banali (l’hamburger mangiato dal tifoso o gli striscioni che espone), sintetizzano alcuni aspetti della realtà che collega-ti tra loro generano un’immagine - quasi cinematografica - sfruttata dal progetto.

il disegno Lo stile delle rappresentazioni racconta le scelte teoriche. La sacralità che evoca lo stadio, si traduce in dise-gni semplici che trasmettano un’atmosfera classica. «La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio»

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