Lo spallino cartaceo

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lo Spallino ANNO 2 - NUMERO 7 - COPIA GRATUITA Tutto lo stadio Tutto lo stadio deve cantare... deve cantare... centri in ITALIA APERTURE NOVEMBRE DOMENICA 15-22-29

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La rivista del tifo spallino

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lo SpallinoANNO 2 - NUMERO 7 - COPIA GRATUITA

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APERTURE NOVEMBREDOMENICA 15-22-29

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2 L’EDITORIALE di Enrico Testa

...I ragazzihan bisognodi noi!Vabbé, è stata lunga, anche complicata, un po’ contorta e siamo soltanto all’inizio, o a un quarto, che cambia di poco. Percorrere, fi n qui, la strada biancazzurra non è stato fa-cile per la società, per lo staff tecnico, per la squadra, per i tifosi. Una sosta dopo l’altra, tre fermate ai box del Paolo Mazza e tanti, piccoli problemi al motore che hanno rallen-tato l’ascesa in classifi ca. Tutto, speriamo, è fi nito in quel di Avezzano davanti a quella cin-quantina di mitici tifosi che vanno ovunque al seguito dell’Ars et Labor. Da quella sonora vittoria, infatti, è cambiato qualcosa. Anzi di più. E’ cambiata, meglio: è nata, quell’impre-scindibile autostima ed è tornata la Spal che abbiamo conosciuto e applaudito lo scorso anno. Gli esperimenti sono fi niti, l’allenatore ha (ri)trovato il modulo adatto e i risultati si sono visti. Il successo con il Pescina, appun-to, e poi la prima, importante affermazione davanti al pubblico biancazzurro. Quella con il Portogruaro – avversario non qualsiasi per storia recente e potenzialità at-tuali – deve diventare la svolta della stagio-ne. Vincere così, in rimonta, dopo una vita, soffrendo in quel modo, mettendo in campo quella voglia e quel cuore, trovando la forza della panchina, pescando il primo gol dell’en-nesimo prodotto del vivaio… ecco tutto questo va conservato, ricordato, preservato, custodito e utilizzato. La forza della rinasci-ta passa di qui, da questa recente partita che

non soltanto dal punto di vista psicologico ha dato parecchio alla Spal. Ora, contro il Lan-ciano, una formazione che, tanto per inten-derci, in trasferta è l’unica imbattuta insieme con la stessa squadra di Dolcetti e la capolista Verona, serve soltanto, si fa per dire, quella continuità che celebrerebbe uffi cialmente la rinascita biancazzurra. Serve lo stesso cuore, l’identica pazienza, la medesima voglia di vin-cere. Siamo convinti che le recenti lezioni non permetteranno alcun calo di concentrazione o, peggio, nessun cedimento alla presunzio-ne. Per questo abbiamo deciso, nel nostro titolo di prima pagina, di coinvolgere il con-torno che reputiamo fondamentale. La Curva Ovest, che certo non ha bisogno di spinte, ma soprattutto il resto dello stadio troppo spesso impegnato a mugugnare o a suggerire (!) so-stituzioni improbabili a chi sta in campo e che faccia il giocatore, l’allenatore o il dirigente non importa. Perché, comunque sia, ne capi-sce di più di un signor Rossi qualsiasi bello appollaiato e intabarrato nel suo “paletò” in tribuna. Come coro curvaiolo recita, allora: “Tutto lo stadio deve cantare, i ragazzi han bisogno di noi”. E se manca la voce o la sala-ma è rimasta sul groppone non c’è problema. Come cantava il grande Giorgio Gaber “liber-tà è partecipazione”. Ecco, appunto. Basta un po’ di partecipazione e un pizzico di ottimi-smo in più. E basta anche un forte, convinto, sentito… Forza Spal.

Editore: Roberto Labardi - Direttore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

In redazione: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti, Beatrice Bergamini,Nicola “Delez” De Leonardis

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaFotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 L’editoriale DI ENRICO TESTA

3 Il progetto DI PIERO CAPOGROSSO

4 Fuoricampo Senza Brescia, che Spal sarebbe? DI DANIELA MODONESI

8 Le immagini Spal-Portogruaro

10 L’intervista Rosario Licata DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

12 Lo speciale Almanacco della Spal DI SERGIO RAVANI

15 Il vivaio A CURA DELLA REDAZIONE

16 L’intervista Emanuele Cancellato DI ALESSANDRO ORLANDIN

18 Il personaggio Roberto Pazzi DI NICOLA “DELEZ” DE LEONARDIS

20 L’avversario Il Lanciano DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

22 La trasferta Verona DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza Spal-Portogruaro

al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/200

lo Spallino

Sommario

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3IL PROGETTOPiero Capogrosso

Nella vita di ognuno di noi, spesso, le grandi passio-ni nascono casualmente. A me è successo questo. Tempo fa, per una strana combinazione, conobbi Carlo, il più piccolo e forse meno noto dei Fonta-nesi di Tresigallo, quindi incontrai Angelo Magnani, trentennale e passa Presidente del club “Amici del-la Spal” di Tresigallo.Queste inaspettate conoscenze aprirono alcuni re-moti cassetti della mia memoria adolescenziale: la

Spal, Paolo Mazza, Saul Malatrasi, Carlo Mattrel, Lorenzo Cappa, Oscar Massei ma, soprattutto, il famoso vivaio spallino che, per tanti sconosciuti ragazzi, signifi cò carriera, fama e agiatezza. I meno fortunati, e non mancarono, furono costretti ad abbandonare i sogni di gloria e a trasferirsi in giro per la penisola a guadagnarsi la pagnotta sui pol-verosi e turbolenti campi meridionali come le mie personali conoscenze, Attilio Croce e Ivo Dal Moro. Questa strana commistione di ricordi personali si intrecciava con la storia calcistica di una socie-tà che, per tanti anni, è stata parte integrante del calcio nazionale, e così, quasi inconsciamente, ho preso la decisione di scrivere qualcosa di spallino, di passione biancazzurra, mettendo in croce Car-lo Fontanesi, Angelo Magnani, Livio Zecchi, Ennio Guirrini che, con pazienza e cortesia, mi aiutano, suggeriscono e consigliano.Il progetto è ambizioso, perché non vuole essere il solito lavoro di cronistoria spallina, vuole diventare, soprattutto, un giusto riconoscimento storico per quelle centinaia, per non dire migliaia, di ragazzi ar-rivati a Ferrara, da ogni parte d’Italia, con la valigia zeppa di entusiasmo e di ambizioni calcistiche che, per tanti a noi sconosciuti motivi, furono costretti ad accontentarsi di ben altri prosceni. E come un tartufaro lavoro per scovare Bruno Guberti, Rober-to Padovani, Piero Merlo, Bruno Toschi, scoprendo paesi a me sconosciuti, viaggiando telefonicamente da Ossona a San Fior, da Spello a Lonigo, da Grot-taferrata a Monteprandone.Oggi, a distanza di mesi, mi accorgo di essere di-ventato anch’io un cuore biancazzurro, di soffrire o gioire per un risultato domenicale; una strana sen-sazione, in età non più giovanissima e per giunta per un salentino di nascita e domicilio. Deve esser vero che nella vita non si fi nisce mai di stupirsi, tifa-re per la Spal, chi l’avrebbe immaginato? Ho un pic-colo sogno nel cassetto: presentare il libro, insieme a Carlo, Angelo, Livio ed Ennio, della cui amicizia mi vanto e ne sono orgoglioso, con la Spal, con la mitica e gloriosa Spal, almeno in serie B!

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Alla riscoperta dei vecchi spalliniUn progetto che diventerà realtàdi Piero Capogrosso*

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La doppia promozione dalla C2alla B? C’è la sua fi rmaLa marcia trionfale della Berretti 2009? Tutti gli indizi portanoa lui. È Beppe Bresciaradici a Trani ma cuore a Ferraradomiciliato in casa Spaldove ha giocato per sette annie oggi si divide tra giovanili e prima squadra. Sognandouno stadio di nuovo pieno…

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E pensare che il calcio, per lui, doveva es-sere il piano B. Se le sliding doors non si fossero aperte al momento giusto, Beppe Brescia starebbe oggi dietro il bancone dello storico bar pasticceria di famiglia, nella natia Trani. Non sappiamo se sareb-be stato una specie di Antonio detto Onas-sis, come il padrone del “Bar Sport” di Stefano Benni. Ma probabilmente nel suo locale non sarebbero mancati la Gazza, il calcino, un buon tecnico da discussione del lunedì, una foto gigante autografata da Facchetti. E magari una bacheca su cui segnarsi per le trasferte, per fare le macchine e calcolare – lui che è uno pre-ciso – il numero esatto di panini, birre e thermos di caffé. Per fortuna, però, e con buona pace di mamma Isa e papà Biagio, la vita di Beppe ha preso tutt’altra piega. Facendo di lui un capitano biancazzurro tra mito e realtà. Uno di quei leader si-lenziosi che sanno trascinare una squa-dra dalla C2 alla B come niente fosse. E che fi niscono per innamorarsene.So che parto subito male, ma pensavo fossi di Andria…(Ride) “Che sta a Trani come Rovigo o Bologna stanno a Ferrara!”.Allora parliamo di Trani. Da dove tutto è iniziato.“La passione per il calcio è nata e cre-sciuta giocando per strada, con gli altri bambini del quartiere. Prima bisognava fare i compiti, ma subito dopo veniva il pallone. Che ci teneva impegnati fi nché c’era luce, senza orari. Come porte usa-vamo i sottani e tutto ciò che trovavamo in giro”.Eri già il compagno di squadra più con-teso?“Sì, ma non è che io mi riconoscessi par-ticolari qualità. Anche quando giocavo in serie D e in C2, il calcio lo prendevo un po’ così. Non immaginavo che sarebbe stata la mia vita, il mio lavoro”.Se non era il tuo sogno, era almeno quel-lo dei tuoi genitori?“No, avrebbero voluto che portassi avan-ti il loro bar pasticceria. E fi nché ho vis-suto a Trani, ogni momento libero l’ho passato ad aiutarli, anche quando milita-vo in D. Ma poi il pallone mi ha portato su una strada diversa. Mentre mio fratello, che era un buon pallavolista, alla fi ne ha ceduto alle pressioni e oggi il locale lo gestisce lui”.Il dopo-Trani è una faccenda assai complicata da riassumere: parliamo di qualcosa come ventitrè anni sui campi da gioco, giusto?“Giusto. Tre anni da dilettante e venti da professionista, dei quali sette alla Spal. Per un totale di 592 partite solo nel pro-fessionismo, contando esclusivamente quelle di campionato. A volte mi chiedo

come sia stato possibile! Comunque, il dopo-Trani per me è iniziato a diciasset-te anni, quando sono passato alla Prima-vera del Perugia. Quella è stata anche la mia prima esperienza lontano da casa”.Traumatica?“Un po’, specie all’inizio. Stavo con altri tre ragazzi presso una famiglia molto pre-murosa. Ma nonostante il loro calore, vo-levo tornare a casa. I miei soffrivano più di me, specie mamma Isa. Poi, col tempo, io mi sono ambientato e loro hanno capi-to che era una bella opportunità”.Che tipo di ragazzino eri?“Diverso da quelli di adesso, ai quali ba-sta scendere in campo una volta per sen-tirsi già arrivati. Io ero molto critico ver-so me stesso, non avevo grande fi ducia nei miei mezzi”.Eppure, di lì a poco, saresti entrato nell’albo d’oro della Spal. Dell’atmosfe-ra che si respirava negli anni di Gibì Fabbri credi sia rimasto qualcosa?“Non molto. La gradinata era piena già un’ora e mezza prima della partita e an-che alle gare contro le ultime in classifi ca non c’erano meno di quindicimila perso-ne. Giocare era un vero piacere. Sentiva-

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6 FUORICAMPO non solo calcio

mo l’affetto dei tifosi e psicologicamente era come partire con un gol di vantaggio. Anche le azioni più diffi cili ci riuscivano bene. È vero che, alla fi ne, l’entusiasmo lo alimentano risultati e prestazioni, ma bisognerebbe ritro-vare l’ottimismo di allora. Anche perché que-sta è una società che ha voglia di imporsi”.C’era ottimismo, ma l’anno della B qual-cosa andò storto.“A campionato in corso, l’allenatore fu cam-biato due volte, arrivarono nuovi giocatori, altri furono ceduti. Essendo capitano, ero quello più a stretto contatto con il presiden-te Donigaglia e i rapporti tra noi erano buo-ni. Ma la foga di andare in serie A e il clima di esaltazione che si era creato spinsero la società a fare scelte sbagliate, affi dandosi a persone che a tutto pensavano meno che al calcio. Secondo me, salvo pochi ritocchi, la squadra che aveva vinto la C1 avrebbe potu-to giocare bene anche in B, senza bisogno di spendere tutto quel denaro”.Dopo la retrocessione della Spal, cosa ne è stato di te?“Sono andato in comproprietà a Perugia, vin-cendo il campionato. Ma per amore della Spal,

non ci sono rimasto. E pensa che il Perugia, quell’anno, ottenne la promozione in A. For-se, restando, avrei avuto una carriera diversa, chissà… Quasi ogni anno che ho passato alla Spal, altre società si sono fatte avanti. Però ho sempre rifi utato”.Insomma, completamente perso per la Spal. Ma perché? Te lo sei mai spiegato?“Ovunque abbia giocato, ho mantenuto buo-ni rapporti sia con la dirigenza sia con i tifo-si. Eppure a Ferrara è sempre stato diverso. Sentivo e sento la Spal come una parte di me. Non so dirti cosa sia, ma è qualcosa che alle altre squadre manca”.Dietro l’etichetta di centrocampista-regi-sta, che giocatore si nascondeva?“Uno che non si risparmiava. Dispensavo consigli ai compagni e cercavo di essere il più diplomatico possibile con gli arbitri. Ma ero anche piuttosto cattivo. Qualche gomitata l’ho data, stando sempre attento a non farmi vedere! Del resto, in campo non c’è amicizia che tenga: mors tua vita mea. In Spal-Ravenna della stagione ’95-’96, ricordo che l’attaccan-te Tacchi, approfi ttando della giovane età del nostro Biliotti, aveva fatto un brutto fallo su

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di lui. Allora io, a Tacchi, sono entrato sul petto. Non mi vide nessuno e non fui nemmeno ammonito. Ma mi sono pentito di quel gesto e a fi ne gara gli ho chiesto scusa”.Tanta cattiveria anche come allenatore della Berretti?(Ride) “Coi ragazzi mi piace essere chia-ro sin dall’inizio, far capire loro che il settore giovanile è a ridosso della prima squadra. Anzi, che è proprio in funzione della prima squadra che impostiamo il no-stro lavoro. Mi interessa che comprenda-no l’importanza del loro ruolo, che lo in-terpretino come un punto di partenza, un privilegio. Il loro futuro potrebbe essere alla Spal, come è successo a Marongiu, Laurenti e Pallara, oppure altrove, com’è stato per Costantino, ora in prestito alla Sampdoria. A me piace programmare, es-sere preciso, trasmettere il rispetto dei ruoli, dell’ambiente. Se, poi, qualcuno mantiene atteggiamenti sbagliati o non accetta l’idea di affrontare dei sacrifi ci, allora deve cambiare strada”.Sacrifi ci anche alimentari, da quel che so…“In effetti, il menù del pre-partita preve-de pasta in bianco e crostata, con appena un’idea di marmellata. Voglio curare ogni particolare e per questo, quando giochia-mo in trasferta e andiamo al ristorante, vado di persona in cucina a controllare. Comunque, non è una dieta così malva-gia. A pranzo, io mangio ancora come quando giocavo. Anche se poi, a cena, re-cupero…”.Quando avevi l’età dei tuoi Berretti, eri fan di qualcuno in particolare?“Sì, di Oriali. Sarà che mi piace chi lavora bene dietro le quinte, senza darsi arie da fenomeno”.Credi che il calcio dell’epoca di Oriali abbia qualche parentela con quello at-tuale?“C’erano meno interessi e più passione, da parte sia delle proprietà sia dei gioca-tori. Oggi i club danno subito il benservi-to a chi non rientra più nei loro progetti e la riconoscenza è diventata una merce rara. Un po’ come i calciatori-bandiera. E un tempo, sui campi, vedevi una maggiore qualità tecnica, mentre adesso la ricerca del risultato si è fatta frenetica. Con un aumento esponenziale degli infortuni”.Quando ti sei ritirato, dopo quasi un quarto di secolo sull’erba, hai avvertito un senso di vuoto?“Ero al Bitonto, in serie D, e avrei conti-nuato volentieri a giocare. Ma mi propo-sero di fare il tecnico-calciatore, che per me sono ruoli inconciliabili. Diciamo che, se un vuoto si è creato, l’ho colmato in fretta, perché ho subito iniziato ad alle-nare”.

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Con lo zampino di Pozzi…“C’era sul piatto l’offerta dell’Andria come primo allenatore, ma ho preferito la proposta di Gianbortolo”.Meglio giocare o allenare?“Giocare! Al tecnico spetta un compito più diffi cile. Deve gestire più di venti atleti, pen-sare a come allenarli e valorizzarli, decidere chi far giocare e chi no. E se le cose si metto-no male, la prima testa a cadere è la sua”.Ora che sei impegnato sui due fronti della Berretti e della prima squadra, ti capita mai di confondere i nomi dei giocatori?(Ride) “Quello no, ma dimentico gli onoma-stici di mia moglie Rosalba e delle mie fi glie! E noi terroni siamo molto legati a queste cose…”.A proposito di legami: dopo sette anni, sei diventato un po’ ferrarese?“La zucca non riesco a mangiarla, ma la bici-cletta comprata qui nel 1990 me la sono por-tata dietro ovunque sia andato”.A parte andare in bici, il tempo libero – sempre che te ne rimanga – come lo im-pieghi?“Il calcio è stato ed è tuttora la mia vita, anche nei momenti di pausa. Per riuscire a seguir-lo pure in tivù, affronto estenuanti contrat-tazioni con Federica e Alessia, le mie fi glie. Oppure navigo in Internet alla ricerca di noti-zie sugli avversari della Berretti e della prima squadra”.Non lo ammetterai mai, ma le tue quota-zioni come tecnico sono in ascesa. Il tuo futuro quale sarà?“Fino a giugno 2010 è la Spal, poi si vedrà…”.

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8 LE IMMAGINI Spal-Portogruaro

Da sinistra in alto,Milan Bortelsempre più protagonista e titolaredella Spal.

Aldo Dolcettinon si scomponenonostanteil provvisorioed ennesimovantaggiodegli ospiti.

Sotto, Giacomo Cipriani in uno dei tanti contrasti che lo hanno penalizzatodurante il match col Portogruaro.

Sempre sotto,una vedutadella Curva Ovestfi nalmente in festadopo la primavittoria casalinga.

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9LE IMMAGINISpal-Portogruaro

Dall’alto a sinistra,Fabio Bazzani si apprestaa siglare il gol vittoria.

Sotto, la lunga esultanza del bomber che porta la magliasotto la tribuna per la moglieAlessia Merz.

Qui sopra,Alessandro Marongiu,ubriaco di gioiaper il primo gol tra i professionisti.

Sotto,il giovane fantasistafesteggiatoda tutta la squadra biancazzurra.

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10 L’INTERVISTA Rosario Licata

Panchinaro per casoROSARIO LICATA

di Diego Stocchi Carnevali

A Sciacca, nell’agrigentino, inizia la tua storia di calciatore.“Ho iniziato un po’ come iniziano tutti i bam-bini delle mie zone: andavo a vedere le parti-te con mio padre e appena potevo davo i calci al pallone che è sempre stato il mio giocat-tolo preferito. Non pensavo di diventare un calciatore, pensavo a divertirmi e basta. Non so se riuscirò a fare carriera ma di sicuro non vorrei perdere mai di vista proprio la spen-sieratezza: mi piace entrare in campo legge-ro, libero dalle pressioni anche se so che è praticamente impossibile, soprattutto ad alti livelli, ma mi piacerebbe viverla non come se fosse il mio lavoro ma il mio divertimento principale. Sarebbe il massimo, penso”.A quattordici anni la svolta: arrivederci Si-cilia destinazione Udine.“Giocavo nella rappresentativa regionale si-ciliana e un osservatore dell’Udinese mi notò e si mise in contatto con la mia famiglia. Da solo, a quattordici anni, ho lasciato tutto per il calcio, ancora oggi mi rendo conto di aver fatto una scelta molto più grande della mia età: purtroppo però è così, al sud non ci sono squadre giovanili di livello come quelle che ci sono al nord e se vuoi diventare un gioca-tore, o provarci almeno, devi accettare anche questi sacrifi ci che fanno parte del gioco”.

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11L’INTERVISTA

soldi pochi, strutture inesistenti, solo un gran-de gruppo e un allenatore come Bucaro (ex centrale della Spal) preparatissimo. Eravamo scarsi bisogna dirlo, il nostro campionato si concentrava solo sulla salvezza. Ce la giocam-mo fi no all’ultimo e il massimo che riuscimmo a ottenere furono i playout contro il Giarre. Il ritorno si giocava a casa loro in un clima che ti raccomando: loro dovevano solo vincere e in-vece noi strappammo il pari che ci permise di mantenere la categoria. Uscimmo dallo stadio a mezzanotte scortati: fu la prima volta che mi scontrai con la parte più brutta del calcio e ancora oggi non sono riuscito a dimenticarla. Dopo quella stagione, in cui feci una ventina di presenze, tornai a Udine”.Nell’Udinese hai avuto modo di allenarti con la prima squadra?“Certo, è capitato più di una volta e ho avuto la possibilità di stringere amicizia con Felipe. Non è solo un difensore tanto forte quanto sfortunato ma una bellissima persona. Aveva sempre una parola per i più giovani, sempre pronto a darti consigli, un fratello maggiore come posso considerare Zamboni qui a Ferra-ra. Lui è l’esempio per noi ragazzi, il giocatore che ha sempre le parole giuste al momento giusto”.E con Ferrara e la Spal com’è stato l’im-patto?“Positivo, qui si sta bene, mi sono ambientato in fretta, vivo con la mia ragazza e mi godo la città quando posso. Ho una gran voglia di gio-care e sinceramente penso solo a quello, non ci voleva l’infortunio in Coppa anche se mi è andata bene”.Cabeccia e Quintavalla sono avvisati.“Speriamo (ride)! Sono due giocatori bravi che hanno più esperienza di me ed è giusto che giochino loro alla domenica. Io mi alleno tutta la settimana come se sapessi di giocare titolare e sono convinto che prima o poi avrò la mia occasione. Quando arriverà dovrò far-mi trovare pronto non posso permettermi pas-si falsi”.La maglia biancoazzurra è solo di passag-gio o c’è qualcosa in più?“Sono in prestito con diritto di riscatto a favore della Spal e contro riscatto a favore dell’Udi-nese. A fi ne stagione ci siederemo tutti quanti attorno a un tavolo e valuteremo quella che sarà la soluzione migliore per tutti. Adesso è presto, mancano ancora sei mesi e prima di al-lora l’unico pensiero è dare il meglio a Ferrara e al suo bellissimo pubblico”.

Com’è stato l’impatto con il nord?“Bruttissimo! (ride). Un altro mondo, una vita completamente diversa per un ragazzino, poi appena adolescente credo sia ancora più diffi -cile. All’inizio volevo mollare e mandare tutto al diavolo, non me la sentivo di andare avanti. Per me tutto era un problema: il clima fred-dissimo, rigido, con inverni che veramente mi sembrava di abitare al polo abituato come ero a temperature miti anche a gennaio! Poi non so cosa sia successo o cosa sia scattato dentro di me però mi sono detto che se volevo vera-mente dimostrare che da una passione poteva nascere qualcosa di buono dovevo stringere i denti. E da bravo meridionale ho tirato dritto, non ho mollato e mi sono ambientato a Udi-ne”.Un settore giovanile di grande livello.“Non è una scuola calcio e basta è una scuola di vita. Chi ti segue a Udine ti prende per mano, ti fa sentire dal primo giorno, sin da piccolo, una potenziale e fondamentale risorsa per il futuro della società. Sei coccolato, educato e sgridato come avviene in ogni famiglia, a Udine fai un percorso di crescita ideale secondo me”.Terzino sinistro o centrocampista di sini-stra?“Nasco centrocampista di sinistra poi, come succede a quasi tutti i ragazzini, quando diven-ti grande cambi. Sono stato cinque anni a Udi-ne e mister Vanoli, quando arrivai in Primave-ra, decise di provarmi in quello che è stato per anni il suo ruolo: un numero tre. Inizio diffi ci-le perché la fase difensiva mi riusciva poco e male, poi ho capito certi meccanismi e via via che trascorreva il tempo mi sono abituato. La strada da percorrere è ancora tanta ma oggi ti posso dire che mi trovo a mio agio, tanto che il mio idolo è Fabio Grosso”.Dalla Primavera dell’Udinese sono tanti i calciatori, per non dire tutti, fi niti tra i professionisti.“Esatto. Oltre a me e Andrea (Migliorini), ci sono il centrocampista Diogo Felipe a Porto-gruaro, un giocatore incredibile, peccato si sia rotto i legamenti perché lui è un talento nato, l’esterno Formigoni e il trequartista Brada-schia oggi a Lumezzane che stanno faticando a trovare spazio come me ma è normale vista l’età, altrettanto bravi. Poi l’attaccante Ighalo che è andato in Spagna, il difensore Calà alla Pro Patria e altri ancora. Eravamo veramente una bella squadra, peccato aver perso per ben due volte la semifi nale scudetto: l’ultima l’ab-biamo persa con il Siena ai rigori dopo aver giocato in dieci uomini quasi tutta la partita. Non volevo crederci, una delusione che an-cora mi porto dentro perché arrivati ai rigori credevamo che ce l’avremmo fatta”.Prima dei due anni nella Primavera l’Udi-nese ti manda in prestito nella tua Sici-lia.“A Campobello di Licata precisamente. La mia prima esperienza in una società “vera” che poi tanto “vera” non era: non c’era nulla,

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12 LO SPECIALE Almanacco della Spal

On line il Grande Almanacco Illustrato della S.P.A.L. FerraraBasta cliccare sul sito www.almanaccospal.it o su www.lospallino.come presto anche sul sito uffi ciale della società www.spal1907.net per sapere tutto ma proprio tutto dell’incredibile raccolta ideatae curata da Augusto Bolognesi. Fotografi e, fi gurine introvabiliautografi , dati, curiosità, una piccola enciclopedia e non soloEcco la vera e propria salvezza dei malati di Spale un quiz de Lo Spallino per scoprire quanto sei biancazzurro

La storiaSIAMO NOI

di Sergio Ravani

Da pochi mesi è stata colmata una grande lacu-na per tutti i malati di Spal. Se cliccate sul sito www.almanaccospal.it una gradevole musica di sottofondo vi condurrà per mano in una sorta di paese delle meraviglie spalline. Si tratta del Grande Almanacco Illustrato della S.P.A.L. Fer-rara, sorto per opera di Augusto Bolognesi, col contributo di vari donatori che hanno messo a disposizione autentiche e rarissime memorabi-lia spalline. Il sito è di facile consultazione, e presenta solo un problema: una volta entrati, è diffi cile trovare la forza di volontà per uscir-ne, senza prima averne visitato accuratamente tutte le sezioni. La raccolta comincia dal 1950, e va avanti fi no ai giorni nostri, rigorosamente suddivisa per annata, per un arco temporale di sessanta anni. Ogni visitatore può compie-re il proprio personale viaggio a ritroso con la macchina del tempo fi no alla propria infanzia o giovinezza, oppure scoprire mondi che gli sono stati raccontati da un genitore, un parente o un amico con qualche primavera spallina in più sulle spalle. Augusto, cosa ti ha spinto a creare l’alma-nacco? “Era un’idea che mi frullava nella testa da tem-po. Il contatto con gli Spallinati poi è stato un grosso stimolo che mi ha fatto capire che c’era un modo per comunicare col mondo degli spal-

lini anche per chi come me è sempre stato di-stante fi sicamente. La scintilla è stato però l’in-contro con del direttore di questo giornale che mi ha scaraventato dentro il magico mondo de Lo Spallino e mi ha reso consapevole che quel progetto in quel preciso momento andava rea-lizzato davvero. Inizialmente pensavo di farne un almanacco cartaceo. Poi ho optato per la versione web, un po’ per i costi, un po’ perchè avrei realizzato l’opera molto più velocemente e l’avrei aggiornata con facilità. Non ultimo per-ché il web mi lasciava aperto il capitolo multi-mediale (video, animazioni), che ritenevo dav-vero una risorsa importante. Mi preme sottoli-neare che il sito non è mio, ma della comunità spallina tutta”.Quali sensazioni hai provato mentre l’al-manacco prendeva forma? “Di liberazione. Mi resi conto che avevo trat-tenuto tutto quel materiale non solo nei miei computer e nelle mie cartelle fi siche, non solo nell’immensa raccolta di fi gurine originali con-servate dal mio babbo, ma soprattutto nel mio cuore. E, bada, con una certa responsabilità. In-fatti, trasloco dopo trasloco (ne ho fatti venti tra Tripoli, Milano e Verona!), la paura di perdere o vedere deteriorare il materiale mi assaliva sem-pre di più, e quando sono riuscito a chiudere la pubblicazione ho davvero provato un grosso

sollievo. Nulla sarebbe andato perso. Mai più”. Qual è il ricordo più vivido della tua infan-zia legato ai documenti in tuo possesso? “Vuoi proprio farmi commuovere... Le prime fi -gurine erano state raccolte in quel di Tripoli dal mio babbo Nando nel 1960 ma, non so perché, la collezione delle fi gurine 1965-66 è quella che mi affascina ancora oggi più di tutte. Un po’ per-ché è stata la prima, un po’ perché... era magi-ca... il cielo dietro le sagome dei giocatori sem-brava vero... Quando l’anno scorso andammo a trovare la vedova Bruschini a Bellagio, in quel pomeriggio di sole, ti confesso che mi è sembra-to di vedere lo stesso cielo e, chissà perché, di quella serie proprio quella del portierone era la mia foto preferita”.Le raccolte di fi gurine delle squadre e dei gioca-tori che hanno fatto la storia biancazzurra degli ultimi 60 anni sono uno dei pezzi forti dell’al-manacco. Le immagini in bianco e nero degli anni ’50 hanno l’aura del mito. I più fortunati, quelli che hanno visto la grande Spal della serie A, possono esercitarsi a riconoscere i volti dei propri beniamini, che hanno portato il nome di Ferrara in giro per il mondo. Ne è la prova una sorprendente immagine a colori tratta da una rara raccolta edita in Svezia, dove i giocatori sfoggiano un’elegantissima divisa bianca con banda orizzontale azzurra. Negli anni ’60 debut-

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13LO SPECIALEAlmanacco della Spal

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ta la casacca a righe verticali biancazzurre, e le foto di squadra originali sono impreziosite dagli autografi dei giocatori. Negli anni ’70, i ritratti singoli si rimpiccioliscono, per via della militan-za in serie B, ma anche nelle foto di gruppo del-la serie C si vede una gradinata piena di tifosi, e i cartelloni che campeggiano alle loro spalle evocano alla memoria gli annunci pubblicitari diffusi dall’altoparlante dello speaker. Negli anni ’80 la storia è scandita anche da immagini ed articoli tratti dai quotidiani e dai giornalini distribuiti allo stadio. Gli anni ’90 sono da ri-cordare attraverso le immagini della Spal della grande cavalcata di G.B. Fabbri, e in un lampo si arriva al nuovo secolo ed alla Spal di Butelli, con vari fi lmati.

L’ENCICLOPEDIAUn’altra sezione imperdibile è la Piccola Enci-clopedia della S.P.A.L., da annoverare tra i testi sacri della fede spallina. Questa storica pub-blicazione del 1964, in vendita al prezzo di 100 Lire, narra la storia della società dagli albori, condita da gustosi aneddoti dei tempi pionieri-stici, fi no all’apice dei gloriosi anni della serie A. Il prezioso volume, insieme ad altro materiale, è stato messo a disposizione da Roberto Stabili, ferrarese trapiantato in Lombardia.Come hai saputo dell’almanacco?L’ho saputo dal Forum degli Spallinati, a cui devo grande riconoscenza per avermi riportato un interesse per la Spal che le vicende societa-rie del fallimento, e vicende personali, avevano di molto attenuato”. Quali sensazioni e ricordi ti riportano alla mente i documenti a cui sei più affeziona-to?“I numeri della Piccola Enciclopedia mi erano stati regalati da mia madre (grandissima tifosa della Spal), che vedeva di buonissimo occhio quella mia crescente passione. La gioia più grande era possedere ogni anno l’almanacco Le Forze della Spal, distribuito gratuitamente a ogni inizio campionato. Era una raccolta di foto e informazioni sulla Coppa Italia e il Campiona-to dell’anno in corso, sulla quale era possibile riportare i risultati e la classifi ca per ogni gior-nata, cosa che facevo ovviamente con gran cura alla fi ne delle partite. Non ricordo dove mio pa-dre se lo procurava, ma ricordo la grande delu-sione quando la missione paterna non andava a buon fi ne. Tuttavia, riguardare questi docu-menti non mi riporta a un particolare episodio, bensì a un periodo spensierato e felice della mia vita, nonostante le poche soddisfazioni che an-che allora mi venivano regalate dalla mia squa-dra. Certo, una sconfi tta contro Inter o Milan

o Juventus erano tutt’altra cosa rispetto a una sconfi tta contro il Portogruaro, ma allora non ero in grado di comprendere che stavo vivendo una favola, probabilmente non più ripetibile. E’ per i giovani spallini, per il loro entusiasmo nonostante tutto, che mi auguro che la nostra Spal possa ritornare al più presto a posizioni più consone alla sua grande storia”.

LA SOCIETA’

Una chicca imperdibile per gli amanti delle statistiche è la sezione Timeline Tecnico Socie-taria, curata da Leonardo Bertelli, nella quale sono racchiuse le statistiche di tutti i campio-nati spallini e gli organigrammi societari. Se la sete di statistiche non si è ancora spenta, basta andare nella sezione Report DBScalcio, per ve-dere le valutazioni dei calciatori della Spal dalla metà degli anni ‘70 ad oggi, ordinati per rendi-mento.

RINGRAZIAMENTI

Il ringraziamento per aver reso l’Almanacco così unico e prezioso va esteso a tanti altri spal-lini, che hanno fornito il materiale in loro pos-sesso, o hanno collaborato ad altro titolo, spinti dalla propria passione, a volte presentandosi solo per nickname: citiamo Marcello Maranini, Surnacion, Tuzzo, Ippo9febbraio, Rod67.Il sito, che verrà aggiornato con foto e video di anno in anno, è aperto a qualsiasi contributo, e l’invito è di mandare un’e-mail all’indirizzo [email protected] per donare immagini e materiale riproducibile.Il sito dell’Almanacco è accessibile anche da quello dello Spallino (www.lospallino.com), e presto lo sarà anche da quello della Spal (www.spal1907.net), nell’ambito di un accordo teso a salvaguardarne la conservazione ai posteri.

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1. A quale ordine religioso apparteneva Don Pastorino, grazie al quale nel 1909 nacque il Circolo Ars et Labor, nel Ricreatorio dove due anni prima era iniziata l’attività calcistica minore?

A: Gesuiti; B: Carmelitani; C: Salesiani

2. Nel 1919/20 la Spal perse la partita di qualifi cazione al campionato di Prima Divisione (allora equivalente alla serie A) su un campo dalle dimensioni non regolamentari. La squadra di casa fece spa-rire nottetempo i paletti di recinzione del campo per sottrarsi ai controlli della Federazione, e così non fu possibile accogliere il re-clamo della Spal. Di che squadra stiamo parlando?

A: Mantova; B: Bologna; C: Sampierdarenese

3. Perché l’allenatore ungherese Almos nel 1923 venne licenziato? A: perché venne riconosciuto colpevole di illecito sportivo; B: per-

ché venne trovato ubriaco durante un allenamento; C: perché ave-va l’abitudine di vendersi i palloni della Spal

4. Quale denominazione assunse la squadra nel 1939/40? A: Estense; B: Ferrara; C: Ferrarese

5. All’esordio in serie A nella stagione 1951/52 la Spal incontra la Ju-ventus. Con quale esito termina l’incontro?

A: Vittoria; B: Pareggio; C: Sconfi tta

6. Nel 1959/60 la Spal ottiene il miglior piazzamento della sua storia in serie A. Quale?

A: quinto; B: quarto; C: settimo

7. Nel 1967/68, ultimo anno di serie A, chi è il portiere titolare della Spal?

A: Mattrel; B: Marconcini; C: Bruschini

8. Quale allenatore subentra a Fantini all’8ª giornata e guida la Spal al ritorno in serie B nella stagione 1972/73?

A: Meucci; B: Petagna; C: Caciagli

9. Nato a Caderzone (TN) il 10.02.1948, m. 1,75, kg. 68, ala destra, cre-sciuto nel Manchester United, Bologna 73-74, Spal 74-75. A quale giocatore corrisponde questo profi lo sulla fi gurina Panini?

A: Rampanti; B: Sartori; C: Giani

10. “A Paolo Mazza, che in 30 anni di ininterrotta presidenza ha portato la Spal ai massimi livelli del calcio nazionale, valorizzando i giovani e proponendo lo sport come scuola di vita, l’Amministrazione Co-munale intitola questo stadio”. In quale anno venne affi ssa questa targa?

A: 1980; B: 1984; C: 1982

11. “Il presidente della Spal, Mazzanti, premia (omissis) che dopo vent’anni ha deciso di lasciare il calcio. Commosso, il giocatore (37 anni) ha risposto agli applausi del pubblico con un bacio”. Questa didascalia appare sotto una foto del 1984 che ritrae il presidente con:

A: Franco Pezzato; B: Lucio Mongardi; C: Giulio Boldrini

12. Nella stagione 1984/85 la Spal di Galeone si salva all’ultima gior-nata. Quale squadra termina il campionato di serie C a pari punti e retrocede per la peggior differenza reti?

A: Massese; B: Giulianova; C: Jesi

13. “Un’utilitaria non può mai viaggiare come una Ferrari”. Chi pronun-cia questa frase all’indomani della storica retrocessione in C2 del 1989?

A: Cella; B: Veneri; C: Specchia

14. Lunedì 25 maggio 1992 Stadio titola così: “Bentornata vecchia Spal. Festa a Ferrara per la promozione attesa da 10 anni”. Giocando in quale città la Spal aveva conseguito il giorno prima la matematica promozione di cui stiamo parlando?

A: Siena; B: Verona; C: Olbia

15. “Volontà divina contro di noi. Chiederò i danni”. Chi pronuncia que-sta frase, riportata sulla Nuova Ferrara nel 2005 sotto il titolo “Spal cancellata dal calcio italiano”?

A: Donigaglia; B: Pagliuso; C: Tomasi

RISULTATIDa 0 a 5 risposte esatte: Forse vi siete avvicinati solo di recente

alla squadra, oppure i contorni dei ricordi cominciano a farsi

nebbiosi, ma in ogni caso una consultazione dei documenti che

parlano della storia biancazzurra non potrà che giovarvi.

Da 6 a 10 risposte esatte: La vostra spallinità è indubbia, ed è

proprio per questo motivo che va incentivata tramite una cono-

scenza più approfondita della materia.

Da 11 a 15 risposte esatte: Complimenti, nelle vostre vene scorre

sangue biancazzurro! La vostra missione è prendere per mano le

nuove generazioni spalline e fare in modo che il patrimonio di

conoscenza e passione non vada disperso.

SOLUZIONI

il QuizChe conoscenza avete della materia“Storia della Spal”? Mettetevi alla prova rispondendo a queste domandeLe informazioni sono trattedal Grande Almanacco Illustratodella S.P.A.L. Ferrara, consultabile al sito www.almanaccospal.it

1 C; 2 B; 3 C; 4 B; 5 B; 6 A; 7 A; 8 C; 9 B; 10 C; 11 A; 12 C; 13 C; 14 A; 15 B

Page 15: Lo spallino cartaceo

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Solo una sconfi ttaTutto il resto è oktranne a La SpeziaTonozzi: un esempio

a cura della Redazione

Positivo fi ne settimanaper le giovani formazionibiancazzurre. Perdono sologli Allievi Nazionali maquello che è successoin Liguria è una vergognaper colpa del tecnico spezzinoScognamiglio. Un applausoai ragazzi di Arbustiper la reazione composta e per la lezione di stiledel portierino spallino

BERRETTIVerona 19; Bassano Virtus 17; Rimini 16; Itala San Marco 12; Reggiana, San Marino 11; Crociati Noceto, SPAL 9; Portogruaro, Bellaria IgeaM. 8; Raven-na 5; Sambonifacese, Sacilese 4; Giaco-mense 3.

ALLIEVI NAZIONALIParma 19; Prato 15; Mantova 12; Pia-cenza, SPAL, Reggiana 11; Viareggio, Modena, Sassuolo 9; Carrarese, Bolo-gna 7; Spezia 6; Lucchese 5; Giacomen-se 0.

ALLIEVI REGIONALIPROFESSIONISTICesena 23; Parma 19; Reggiana 16; Cro-ciati N., Modena 15; Ravenna 13; Bolo-gna 12; Sassuolo*, SPAL 11; Fed. Sam-marinese*, Bellaria 6; Giacomense 2.(*una partita in meno)

GIOVANISSIMI NAZIONALIFiorentina, Empoli 24; Bologna 22; SPAL 16; Parma 15; Livorno* 13; Prato 11; Grosseto 9; Reggiana 8; Modena*, Viareggio*, Lucchese 7; Spezia 6; Car-rarese, Sassuolo 3; Giacomense* 0.(*una partita in meno)

GIOVANISSIMI REGIONALIPROFESSIONISTIParma 23; Crociati N., Reggiana 21; Ce-sena 20; Piacenza* 16; Modena 13; Bel-laria*, Sassuolo, Bologna 10; Fed. Sam-marinese, Ravenna 9; Rimini* 7; SPAL 4; Giacomense* 3.(*una partita in meno)

GIOVANISSIMI PROF.FASCIA B (1997)

Reggiana 16; Parma* 12; Piacenza* 10; Sassuolo 9; Ravenna*, Rimini 8; Mode-na 6; SPAL* 4; Cesena 3; Crociati N. 0.(*una partita in meno)

LE CLASSIFICHEFine settimana positivo per le squadre del settore giovanile biancazzurro. Infatti, a par-te gli Allievi Nazionali sconfi tti a La Spezia per 3-2 (reti spalline di Izzillo e Gessoni), tutte le altre formazioni sono andate a punti. Terzo pareggio consecutivo per la Berretti, 2-2 contro il Ravenna grazie ai gol di Barca e Pascarella. Pareggiano, in rimonta, anche i Giovanissimi Regionali. Sotto di 2-0 nel-la prima frazione della gara di San Marino, i ragazzi di Roberto Labardi raggiungono gli avversari negli ultimi minuti (Rizzato e Veronesi gli autori dei gol). Vittoria di mi-sura per gli Allievi Regionali di Massimo Albiero. Una rete di Iazzetta stende il Mo-dena, dopo una bellissima partita. Ottima prova dei Giovanissimi Nazionali guidati da Binotto che, sul campo del Centro di via Copparo, battono 1-0 il Grosseto con rete de-cisiva di Luciani. Da sottolineare il fatto che la squadra si è presentata decimata dall’in-fl uenza (il mister aveva a disposizione solo 12 giocatori!) ma questo non ha infl uito sulla prestazione dei giovani biancazzurri. Da se-gnalare anche il positivo esordio di Lorenzo Dolcetti, fi glio dell’allenatore della prima squadra spallina. Sempre l’infl uenza non ha permesso ai Giovanissimi Fascia B di Fran-co Fabbri di giocare la partita di Piacenza.Per chiudere segnaliamo un episodio sgrade-vole capitato durante la partita degli Allievi Nazionali a La Spezia dove l’allenatore dei bianconeri liguri, Scognamiglio, è stato pri-ma espulso dal campo per reiterate minacce al collega Fabio Arbusti, poi, trasferitosi in tribuna per assistere al seguito della parti-ta, si è scontrato verbalmente e fi sicamente con alcuni genitori dei ragazzi spallini che, come unica colpa, avevano quella di essere presenti. Anche se al termine dell’incontro il mister dello Spezia ha chiesto scusa per l’ac-caduto, ci sentiamo in dovere di censurare il comportamento dell’allenatore avversario. Ricordiamoci che in fondo si tratta di una partita di calcio, e soprattutto di calcio gio-vanile. Il nostro parere, che crediamo possa essere condiviso da tutti, è che gli allenato-ri, dirigenti e gli stessi genitori presenti alle gare, devono essere i primi a dare l’esempio ai più giovani. Proprio per questo motivo, molto signifi cativo è stato il gesto che ha compiuto il portiere degli Allievi Nazionali biancazzurri Enrico Tonozzi, seguito da tut-ti i suoi compagni, al termine della gara di La Spezia, correndo sotto la tribuna e cercando di riportare la calma tra i protagonisti dell’al-terco. Possiamo dire che questa volta a dare il buon esempio sono stati i più giovani.

Alcuniprotagonistidelle ultime gare.

Dall’alto:i BerrettiGennaro Pascarellae Pierluigi Barca.

Al centro:gli AllieviNazionaliGiorgio Gessonied Enrico Tonozzi.

Sotto:Luca Luciani, GiovanissimiNazionali.

Page 16: Lo spallino cartaceo

16 L’INTERVISTA Emanuele Cancellato

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Mister “Cance”Quanti sono i calciatori che dopo qua-si una decade riescono ancora a essere “usati” come paragone per giudicare i giocatori del presente? Non molti, Ema-nuele Cancellato è indubbiamente uno di questi. L’attaccante pugliese ha lasciato la Spal nell’ormai lontano 2001, eppure ancora oggi, quando si parla di punte, il tifoso ferrarese non dice “ci vorrebbe quel tipo d’attaccante”, dice “ci vorreb-be un Cancellato là davanti”. Effetto di 59 gol messi a segno in 122 apparizioni in biancazzurro, effetto della penuria di bomber passati a Ferrara dopo l’era del Cance, ed effetto di una personalità de-cisamente fuori dal comune. Dallo scor-so agosto si può dire che Cancellato sia tornato a casa, stavolta per far crescere gli spallini di domani, lavorando con la selezione Pulcini 2000. Dopo un anno speso ad allenare in se-

conda categoria sei passato a un settore giovanile professionistico, era una scel-ta che meditavi di fare?“A dire il vero è nato un po’ tutto per caso, durante un incontro, anche quello casuale, con il direttore Bortolo Pozzi. Ci conoscevamo solo di nome e sapendo dei miei trascorsi alla Spal mi fece la propo-sta di allenare una delle due nuove sele-zioni pulcini. Non gli è servito molto per convincermi, quando si parla di Spal mi si apre letteralmente il cuore e accettare questo incarico è stato automatico”.Vieni da un’esperienza molto positiva da allenatore tra i dilettanti, con la Pgv Argenta.“Sì, è stata un’annata molto bella, d’al-tronde siamo anche stati promossi”.Sulla tua esperienza ad Argenta l’anno scorso giravano voci ai limiti del mito-logico...

“Oddio – sorride – spero fossero voci po-sitive!”.Indubbiamente, si parlava di un Cancel-lato allenatore-giocatore che entrava a risolvere le partite, ancora con lo smalto dei tempi d’oro.“Effettivamente facevo la mia parte. Spesso mi concedevo gli ultimi venti mi-nuti, talvolta mezz’ora, di partita e qual-che volta riuscivo anche a segnare. Al di là di questo, è stata un’esperienza che mi ha insegnato tantissimo”.Un nome come il tuo ti ha aiutato nel farti rispettare dai tuoi calciatori?“È sicuramente un vantaggio, ma non così grande come si potrebbe pensare. Dicia-mo che funzionava soprattutto quando si trattava di dare consigli, perché mi si ri-conosceva una certa esperienza”.E con i bambini della tua attuale squa-dra come ti trovi?

E’ ritornato a vestire il biancazzurro, chiamato dal Direttore Pozzi, ma in tuta e in panchinaper allenare i pulcini di via CopparoCon la maglia della Spal è diventato un mitoa suon di gol (“ma Cipriani e Bazzani non sonoda meno”), ora tenta un’altra carriera da allenatore “I bambini mi danno soddisfazioni enormiLa squadra di Dolcetti è ottima e può arrivaretra le prime, la società ha progetti ambiziosi”

di Alessandro Orlandin

Page 17: Lo spallino cartaceo

“Splendidamente, mi piace tantissimo seguir-li e tentare di farli crescere sia tecnicamente sia umanamente. Insegnare loro a ragionare come una squadra e socializzare. Certo, ci vuole un po’ più di pazienza rispetto a quanta ce ne vorrebbe con dei giocatori adulti, ma è veramente un difetto trascurabile”.Alcuni tuoi attuali colleghi che hanno fatto il tuo stesso percorso, da allena-tore di prima squadra a istruttore del settore giovanile, si dicono felici della propria scelta e di non voler tornare in-dietro perché allenare dei giovani regala più soddisfazioni. Tu come la pensi?“Sono mondi totalmente diversi, questo è chiaro. I giocatori già adulti molto spesso pen-sano di non aver più nulla da imparare e se la prendono quando vengono criticati o sostitu-iti, mentre i ragazzini vivono questa esperien-za con entusiasmo. Lo stesso entusiasmo che provo io nell’allenare loro, davvero. Quando li vedo applicare gli insegnamenti che cerco di trasmettergli per me è una soddisfazione incredibile”.Il tuo futuro da allenatore è tra i giovani,

Associazione di VolontariatoDIAMO LORO UN FUTURODIAMO LORO UN FUTURO

17L’INTERVISTAEmanuele Cancellato

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oppure ti vedi di nuovo su una panchina di una prima squadra, magari un po’ più in alto rispetto alla tua precedente espe-rienza?“Di sicuro so che voglio fare l’allenatore, per il resto non mi pongo il problema. Il mio at-tuale lavoro mi piace molto e quindi non vedo perché dovrei pensare al futuro. Per quello lascio aperta ogni possibilità”.Cosa si prova a essere uno degli idoli più recenti della tifoseria biancazzurra?“È una gran bella sensazione. Ho passato qui gli anni più belli della mia carriera e ho vissu-to sensazioni indimenticabili. La Spal ha tutto per essere un ambiente fantastico: tradizione, uno stadio magico, un pubblico caldissimo. Di squadre ne ho girate tante, ma una curva bella come la Ovest non l’ho mai vista”.Come ben saprai i tifosi spallini atten-dono ancora un centravanti con le tue caratteristiche, il bomber da venti reti a stagione, e ti rimpiangono. C’è secondo te un motivo che spieghi questa lacuna che si protrae da tempo?“È una domanda parecchio complicata, a cui

sinceramente faccio fatica a rispondere. An-che se è mancato il cannoniere ciò non toglie che di qui siano passati ottimi calciatori e che ce ne siano tutt’ora: si tratta solo di avere un po’ di fortuna. Credo che l’attuale centravan-ti, Fabio Bazzani, abbia comunque le qualità e l’esperienza per andare in doppia cifra. Senza considerare che Cipriani si sta ambientando e può essere decisivo”.Intanto il settore giovanile ha ricomin-ciato a dare frutti, basta vedere cosa ha fatto Marongiu domenica scorsa…“Esatto, il nostro scopo è proprio quello di fornire giocatori alla causa della prima squa-dra. E quando questo accade, per tutti noi allenatori del settore giovanile è una grande soddisfazione”.La Spal si sta rialzando dopo una parten-za a rilento. Come ti sembra il gruppo a disposizione di Dolcetti?“Mi sembra un’ottima squadra, sicuramente attrezzata per arrivare tra le prime in classi-fi ca. Le ultime partite hanno dimostrato che i risultati un po’ alla volta arrivano, e non per nulla durante l’estate sono arrivati giocatori che testimoniano la volontà dei dirigenti di provare a salire di categoria”.

PULCINI 2000 - In piedi da sinistra: Luca Bolognesi (accompagnatore), Emanuele Gessi, Ludovico Manfredini, Artiom Ferrari, Nicola Ferrari, Josef Gallio, Biagio De Angelis, Emanuele Cancellato (allenatore). Accosciati, da sinistra: Oleg Mantovani, Carlo Sisti, Alberto Brigati, Pietro Zampieri, Luca Corli.

Page 18: Lo spallino cartaceo

18 IL PERSONAGGIO Roberto Pazzi

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Al centro dei romanzi o delle poesie, comunque al centro dell’attenzione quasi sempre Ferrarae la dimensione provinciale. I luoghi dell’infanziae il posto dove ritornare anche se nessuno è profetain patria. Poi il rapporto con il calcio di un fi gliodi un ex calciatore biancazzurro che proprio perl’Ars et Labor passava delle domeniche lontano

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di Nicola “Delez” De Leonardis

Page 19: Lo spallino cartaceo

19IL PERSONAGGIORoberto Pazzi

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Professore, lei è nato ad Ameglia ma è ferrarese a tutti gli effetti. Giusto?“Sì, sono ferrarese a tutti gli effetti. Mi fa sen-tire tale non solo la famiglia paterna, ferrare-se da secoli, anche se di origine fi orentina – discende dalla famosa famiglia della congiura antimedicea del 1478 – ma la mia formazione umana, scolastica, e di lavoro, tutta compiuta, a parte gli studi universitari bolognesi, fra le mura Estensi. Il sentimento di appartenenza alla mia Ferrara mi coglie sempre al ritorno dai miei frequenti viaggi, in Italia e all’estero, dove mi chiamano i miei libri. Ogni volta che il treno frena, in vista del profi lo delle torri e del grattacielo - anche il brutto viene omolo-gato da quell’emozione - mi prende un’onda di gioia, quella di rientrare nel nido tiepido, dove tutti si conoscono, dove nessuno è solo. E’ la grande forza della provincia, la sua dimensio-ne umana … Così, quando cammino per le vie di Ferrara, ho spesso l’impressione non di vagare in una città, ma nelle stanze del mio appartamento, un poco più esterne. Ferrara è la prosecuzione di casa mia, non c’è soluzione di continuità fra le mie stanze e le sue piazze. Viverci è assaggiare il privilegio della storici-tà della mia vita, con tutti gli strati in ordine, uno sull’altro, l’infanzia, l’adolescenza, la ma-turità, presto la vecchiaia. Posso persino pen-sare con una certa serenità che vi chiuderò gli occhi, fedele a lei fi no all’ultimo giorno”.Una sua poesia, “Alla mia città”, recita: “Non cresci mai, ma il mondo/cammina e s’incarica/della tua immobilità...”. Ferra-ra è ancora così? Ed è poi così male?“No, non è così male che Ferrara resti immo-bile, come quella bolla di sapone metafi sica che devono aver colto nella sua atmosfera De Chirico e Savinio nel 1917… Il fascino di questa città, che aveva già colto quel genio di D’Annunzio, è il suo silenzio, il suo restare ferma. E’ come quell’unico orologio che alme-no una volta al giorno segna l’ora giusta, quel-lo fermo… Ma ci si può fermare solo perché incantati da qualcosa che non c’è né a Rovigo né a Bologna. La Bellezza, con la B maiuscola. Il complesso architettonico e urbanistico ros-settiano è un luogo del mondo, non dell’Emi-lia soltanto. Per questo tesoro Ferrara è patri-monio dell’umanità, secondo l’Unesco”.L’indolenza ferrarese è forse scritta nel dna dei cittadini. E’ vero che a Ferrara calza bene la locuzione “nessuno è pro-feta in patria”?“Sì, è naturale che accada sentirsi non profeta

in patria. Chi ti ha visto sempre camminare nelle varie stagioni della vita per gli stessi luoghi, non sa quel che sei per gli altri, per il mondo. Non vale esser stati tradotti in 26 lin-gue, aver avuto 54 premi nazionali e interna-zionali, aver fatto lezione in varie università della terra, da New York a Montreal, da Bue-nos Aires a Harvard, da Varsavia a Lisbona, da Parigi a Helsinki. Ho pagato alcuni prezzi costosi per essere rimasto qui. Tutto si riassu-me in una sindrome che è il male più grave del provincialismo. Credere realizzato come arti-sta solo chi se ne è andato e ritenere che solo quel che viene da fuori valga. Un tempo me ne crucciavo, ora mi fa solo tenerezza questa mentalità”. Ferrara e la Spal: un cordone ombelicale imprescindibile, nel bene e nel male. Lei è, o è stato, tifoso? Ha qualche aneddoto a riguardo?“Non sono mai stato molto sportivo, anche se ho remato per anni, l’estate, sul fi ume della mia nascita in Liguria, il Magra di Bocca di Magra, e molto nuotato. E d’inverno ho sciato sulle Dolomiti. Della Spal sono stato geloso, se posso dirlo. Perché mio padre, che era sta-to suo giocatore e adorava il calcio, mi dava l’impressione di amare la Spal, la domenica, più di me. Nelle poche ore libere dal lavoro, l’avrei voluto tutto per me. Invece lui, chi-no sulla radio non perdeva un minuto delle

radiocronache. Oppure andava allo stadio a vedere la Spal. Ma sono come ferrarese or-goglioso dei fasti della serie A negli anni cin-quanta, meritati dalla squadra cittadina. Tutto quel che le dà identità mi appartiene con or-goglio di fi glio”.

LA CARRIERA

Roberto Pazzi nasce ad Ameglia (La Spe-

zia) il 18 agosto del 1946 ma è ferrarese a

tutti gli effetti. Qui vive, ha insegnato ed

è balzato agli onori delle cronache come

poeta e narratore. I suoi scritti sono sta-

ti tradotti in ventisei lingue. Diversi i suoi

successi. Ricordiamo “Cercando l’Impe-

ratore”, “La principessa e il drago”, “La

malattia del tempo”, “Vangelo di Giuda”,

“La stanza sull’acqua”. Con “Le città del

dottor Malaguti” la narrativa di Pazzi, pur

rimanendo di ispirazione visionaria, appro-

da al presente, alla cronaca italiana di que-

sti anni, alla città dove il narratore vive,

Ferrara. Ecco allora i romanzi successivi:

“Incerti di viaggio”, “Domani sarò re”, “La

città volante”, “Conclave”, “L’erede”, “Il

signore degli occhi”, “L’ombra del padre”,

“Qualcuno mi insegue”, “Le forbici di So-

lingen” e il recente “Dopo primavera”.

Page 20: Lo spallino cartaceo

20

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L’AVVERSARIO il Lanciano

Storia di Oshadogandifensore giramondo

di Diego Stocchi Carnevali

Settanta gare in serie A, duecento in B, una ventina in C, quasi un centinaio all’estero tra Francia e Polo-nia, tre presenze in Nazionale Under 21 e vicecampio-ne d’Europa con il Monaco di Deschamps. Mica male eh?“Ho iniziato presto. A diciotto anni arrivai in prima squadra con la maglia del Pisa ma proprio quell’anno la società fallì e d’un tratto mi si è aperto davanti un mondo che prima non conoscevo: ho passato due set-timane al telefono in piena estate con procuratori, al-lenatori e dirigenti prima di approdare al Foggia in A, l’esperienza in assoluto più formativa della mia carrie-ra; il primo anno sono stato a guardare, ero giovane e ci stava ma ci sono rimasto per cinque stagioni alla fi ne e ho esordito in B con Delio Rossi. Era una bella squa-dra con grandi giocatori come Kolyvanov, peccato che poi subentrarono problemi societari e tutto l’ambien-te dopo l’arresto del presidente ne risentì. Mi piaceva quel calcio innovativo, erano gli anni del gioco a zona inventato da Sacchi e poi di Zeman e del suo calcio spettaco-lare. Come gioca-tore devo tutto al Foggia che mi fece notare anche da

Dovrebbe rientrare proprio contro la Spal dopo un infortunio. Ha giocato in A e B ma anche in Francia in Polonia e con l’Under 21Con il Monaco di Deshamps è diventato Vicecampione d’Europa perdendo la fi nalecontro il Porto di Mourinho. Tantissimii compagni famosi con i quali ha condivisole sue avventure nel mondo del calcio

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Page 21: Lo spallino cartaceo

21L’AVVERSARIOil Lanciano

PORTIERIAridità, Chiodini

DIFENSORIAntonioli, Bolic, Colombaretti, Coppini,

Mammarella, Oshadogan, Vastola

CENTROCAMPISTIAmenta, Di Cecco, Perfetti, Sacilotto,

Sansone, Turchi, Zeytulaev

ATTACCANTIColussi, Improta, Mainella, Masini,

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Cesare Maldini e arrivai alla maglia az-zurra”.Da Foggia la tua carriera spicca il volo. O quasi.“Mi comprò la Roma in A che poi mi diede in comproprietà alla Reggina e con Co-lomba coronai il sogno di esordire nella massima serie, a Lecce: Stovini, Baro-nio, Pirlo, Cozza, Mesto sono stati miei compagni di quell’avventura. Qui subii il primo infortunio serio della mia carriera, mi ruppi la cartilagine del ginocchio. Per fortuna mi operò il dottor Castellacci, oggi medico della Nazionale, e tutto si risolse per il meglio. Ripartii da Cosen-za dove rimasi altri due anni in B e dove c’era anche Bedin prima di andare al Mo-naco in Francia”.Com’è nata la proposta dei francesi?“Avevano bisogno di un centrale e non potevano fare mercato in Francia perché avevano problemi fi nanziari. Mi chiama-rono e mi misi a disposizione di Descham-ps. Ho giocato con Adebayor, Saviola, Maicon, Chevanton, Morientes, Nonda e tanti altri campioni. Qui in una partitel-la subii l’infortunio più grave: mi si girò il ginocchio di quaranta gradi uscendomi dalla parte opposta e sembrava che la mia carriera fosse fi nita. Riuscii a recuperare in tempo per la semifi nale di Champions League contro il Chelsea e andai in pan-china insieme a Nonda che veniva anche lui da un serio infortunio e ricordo che gli predissi il gol se fosse entrato: andò proprio così, dopo quindici secondi che entrò in campo segnò il gol che ci valse la qualifi cazione alla fi nale di Champions e vincemmo per 3-1. Fu l’apoteosi. In fi na-le giocammo contro il Porto di Mourinho, perdemmo ma io non avrei mai pensato che sarei riuscito un giorno a ritirare una medaglia dopo tutto quello che avevo passato negli otto mesi precedenti”.Il ritorno in Italia la stagione dopo ti vede alla Ternana in B.“Dopo una stagione buona in B mi ritro-vai fuori rosa con Jimenez, Kharja, Troise e Fattori: tutta gente di categoria. Vinsi la causa che imponeva il mio reintegro in rosa ma l’allenatore di allora pensò bene di fare un’infelice battuta a domanda specifi ca sul mio conto dicendo che pen-sava che mi fossi dedicato al golf, che tra l’altro è una mia passione. Così il giorno dopo mi presentai all’allenamento vesti-to da golfi sta e con le mazze in macchina. E chiusi con Terni”.Ma non è fi nita, questa volta parti per la Polonia.“Esperienza bellissima. Due anni nel Wi-dzew Lodz speciali, ho conosciuto la mia attuale compagna che mi ha reso padre di una bimba bellissima da appena un mese (ho anche un’altra fi glia di otto anni avu-

IL CAMMINO DEL LANCIANO

1A GIORNATAREGGIANA-LANCIANO 0-1

Oshadogan

2A GIORNATALANCIANO-H.VERONA 0-3

3A GIORNATALANCIANO-PESCARA 2-2

Sacilotto e Vastola

4A GIORNATAFOGGIA-LANCIANO 0-0

5A GIORNATALANCIANO-PORTOGRUARO 0-2

6A GIORNATACOSENZA-LANCIANO 0-0

7A GIORNATAGIULIANOVA-LANCIANO 2-2

Turchi e Colussi

8A GIORNATALANCIANO-POTENZA 1-0

Improta su rig.

9A GIORNATAPESCINA-LANCIANO 1-1

Sansone

10A GIORNATALANCIANO-ANDRIA 2-2

Morante e Improta su rig.

11A GIORNATAMARCIANISE-LANCIANO 2-2

Turchi e Sansone

12A GIORNATALANCIANO-TERNANA 0-2

ta con la mia ex moglie, l’altra mia gioia più grande della vita): sto pure imparando il po-lacco dopo aver imparato l’inglese e il france-se, fare il calciatore ha di bello che ti da tan-to tempo libero e oltre al golf se impari pure qualcosa non ti fa male”.E infi ne Lanciano. Seconda stagione tra le fi la dei frentani.“Sì e spero di essere disponibile per la tra-sferta di Ferrara, dopo la lesione muscolare comunque in via di riassorbimento. Qui la so-cietà sta facendo le cose in grande, ci sono giocatori importanti e tanta voglia di fare bene. Ancora non abbiamo tirato fuori il me-glio ma è solo questione di tempo e poi sono convinto che potremo dire la nostra. A parte Pescara e Verona è un torneo livellato e se le cose andranno per il meglio potremo inserirci anche noi ai piani alti”.

ACQUISTISansone (c, Siena, Pr)

Colombaretti (c, Foggia)Vastola (d, Gallipoli)

Di Cecco (c, Sv)Sacilotto (c, Cesena)Coppini (d, Bellaria)

Antonioli (d, Gallipoli)Masini (a, Ascoli)

Zeytulayev (c, Pescara)Mainella (a, Val di Sangro)

Chiodini (p, Frosinone)U.Improta (a, Giulianova)Morante (a, Verona, Rs)Amenta (c, Padova, Rs)El Kamch (c, Olbia, Rs)

Volpe (c, Olbia, Rs)

CESSIONIMargarita (a, Grosseto)

Alfageme (a, Brescia, Fp)Cossu (c, Sv)

El Kamch (c, Melfi )Sabbatini (c, Chieti)

Vincenti (d, Monopoli)Tarquini (a, Avellino, Pr)

IL MERCATO

Page 22: Lo spallino cartaceo

22 LA TRASFERTA Verona

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A Verona c’è voglia di serie B: lo dimostrano i diecimila abbonati dopo una campagna acqui-sti estiva faraonica mirata a durare nel tem-po e non solo per una stagione che potrebbe davvero rivelarsi trionfale. E’ cosa nota però che durante un campionato le variabili che entrano in gioco sono molteplici e che i nomi spesso non bastano per districarsi in manie-ra vincente dalla palude della terza serie: qui è facile arrivare ma ben più proibitivo lo è andarsene e per il terzo anno consecutivo i “butei” di Remondina tenteranno l’assalto al calcio che conta con una rosa davvero degna della serie cadetta. Per il momento gli scalige-ri hanno il miglior attacco e la miglior difesa del girone oltre a non perdere da venti setti-mane consecutive (compresa l’ultima parte della stagione scorsa): anche i numeri eleggo-no la squadra veneta capolista incontrastata del girone. Per quanto riguarda la rosa il neo diesse Ne-reo Bonato, veronese doc, dopo la parentesi a Sassuolo è tornato a casa portando con sé alcuni dei neroverdi della passata stagione: il giovanissimo centrale difensivo Massoni, l’esterno di centrocampo Pensalfi ni (già due reti all’attivo) e l’attaccante Selva (ex nazio-nale sanmarinese e attaccante della Spal dal 2003 al 2005 con cui ha segnato ventidue reti in cinquantadue partite e attuale capocanno-niere del torneo). A questi si sono aggiunti la consacrazione dell’esterno sinistro Pugliese, a Verona dallo scorso febbraio che, dopo una vita passata sui campi pugliesi tra Noicattaro e Monopoli, si è defi nitivamente guadagnato il posto da titolare inamovibile e il ritorno di Comazzi, alla sua settima stagione a Verona dopo la parentesi ad Ancona della scorsa stagione: assieme a Ceccarelli (tre gol fi nora da difensore) e a Cangi (dal Gallipoli, anche lui ex Spal) compongono un reparto blinda-to. Centrocampo di grande spessore: Russo

di Diego Stocchi Carnevali

VERONAE’ la favorita indiscussaDiecimila abbonamenti sonodavvero di un’altra categoriaIn più una società riccauna rosa forte e assortitae un allenatore in gamba Basta citare il nome degli attaccanti: da Rantier agli ex spallini Selvae Berettoni senza dimenticare Ciotola e l’ultimo arrivatol’esperto bomber Colombo

Pubblico da serie Asquadra da serie B

ed Esposito hanno contribuito in maniera determinante alla promozione del Gallipoli abbinando quantità a qualità da vendere. At-tacco che vanta diverse soluzioni: dall’estro di Rantier (ex Piacenza, oltre centocinquanta gettoni in B) alla verve di Ciotola (cinque gol ad Avellino l’anno scorso) senza dimenticare la velocità di Berrettoni (quaranta gol a Bas-sano nelle ultime tre stagioni, l’ennesimo ex) e la grande esperienza di Colombo (duecento gare in B e sessanta in A a trent’anni appena compiuti). Età media: ventisei anni. E’ il Vero-na, insomma, la squadra più forte e completa del girone B di Prima Divisione.

IL CAMMINO DEL VERONA

1A GIORNATAVERONA-FOGGIA 0-0

2A GIORNATALANCIANO-VERONA 0-3

Pensalfi ni, Ciotola e Berrettoni

3A GIORNATAVERONA-CAVESE 1-1

Ceccarelli

4A GIORNATACOSENZA-VERONA 0-0

5A GIORNATAVERONA-TERNANA 2-0

Selva e Farias

6A GIORNATARAVENNA-VERONA 0-1

Ceccarelli

7A GIORNATAPOTENZA-VERONA 0-2

Berrettoni e Selva

8A GIORNATAVERONA-ANDRIA 3-1

Selva (3)

9A GIORNATAREGGIANA-VERONA 0-0

10A GIORNATAVERONA-PESCINA 5-1

Berrettoni, Ceccarelli, Rantier, Pensalfi ni, Colombo

11A GIORNATAGIULIANOVA-VERONA 0-0

12A GIORNATAVERONA-MARCIANISE 2-0

Ceccarelli e Russo

Page 23: Lo spallino cartaceo

23LA TRASFERTAVerona

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IN VIAGGIOCON LA SPAL

La prossima trasferta

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Ex-spallini “contro” in serie A nell’ultimo tur-no in Cagliari-Sampdoria con Allegri che batte 2-0 Del Neri. Inizia da qui la nostra carrellata abituale tra le prestazioni degli ex biancazzurri che si basa sui voti degli inviati sui campi de La Gazzetta dello Sport. Continua il momento d’oro e la serie di vittorie degli isolani: ad Al-legri voto 7 “novembre è il suo mese migliore e si vede”; a Del Neri voto 5.5 “si arrabbia con gli arbitri ma la Samp sta perdendo colpi”. Pas-sando dalla panchina al campo di gioco Sergio Pellissier nel Chievo fatica a Parma assieme alla sua squadra sconfi tta 2-0: voto 5.5 “lotta come al solito ma non tira, oscurato”. Assente Manfredini (Atalanta) nella sconfi tta interna dei bergamaschi 2-5 contro la Juventus. 0-0 a Catania per Contini (Napoli) che si prende 5: “non sempre impeccabile, soffre il duo d’attac-co etneo”. Scendendo nel campionato di serie B: ancora panchina per Pierobon (Cittadella) nel pareg-gio della sua formazione 1-1 ad Ascoli. Sempre in campo invece Cortellini nel Modena che pareggia 0-0 il derby con il Sassuolo: voto 6 per l’esterno in campo per tutti e 90 i minuti. Tut-to l’incontro in panchina per Arma (Torino) nella partitissima Torino-Lecce fi nita 2-2. Nel Grosseto che pareggia 0-0 a Vicenza (settimo pareggio in sette partite interne per i veneti) Consonni in campo quasi tutto l’incontro e voto 6.5. Ginestra nel Gallipoli è sostituito a un quarto d’ora dalla fi ne nella vittoria interna 2-1 della formazione pugliese contro il Frosino-ne: voto 6.Scendiamo ora in Prima Divisione iniziando dal girone A. Momento non positivo per il Viareggio di Leo Rossi in piena zona playout: la forma-zione toscana perde 1-0 a Busto Arsizio contro la Pro Patria: 6 è il voto per l’allenatore. Pochi spiccioli di gara nella formazione toscana, per Martucci entrato a poco meno di dieci minuti dal termine: naturalmente senza voto. Novanta minuti e voto 5.5 per Artico (Alessandria) nel pareggio interno 1-1 contro il Foligno. Trasfe-rendoci al girone B due ex si sono potuti ve-dere al Paolo Mazza: voto 5.5 sia per Cunico sia per Specchia del Portogruaro sconfi tto dalla Spal. Continua invece la disastrosa marcia esterna del Rimini di Melotti (sei partite, una vittoria - a Ferrara! - e 5 sconfi tte): l’allenato-re, squalifi cato, non ha potuto assistere dalla panchina alla sconfi tta per 3-0 a Foggia. A tutta velocità prosegue invece il cammino del Verona degli ex Selva e Berrettoni: se il centravanti

di San Marino continua ad essere indisponibi-le, Berrettoni è in campo per tutti i 90 minuti (voto 6.5) nella vittoria per 2-0 contro il Real Marcianise. Fonjock (Ravenna) titolare nella vittoria interna del team romagnolo per 3-1 contro il Pescina Valle del Giovenco (eppure il voto è 5.5). Nella Reggiana che, a fatica batte il Potenza, segnando nei minuti di recupero il 2-1, Temelin entra a pochi minuti dal termine: voto 6.5. Concludiamo con la nutrita pattuglia di ex-biancazzurri presenti nel torneo di Seconda Divisione. Nel girone A non presente in campo Bisso (Legnano) ma la sua formazione si im-pone per 1-0 nella trasferta di Vercelli. Moro (Spezia) parte titolare nella vittoria interna per 2-0 contro la Pro Belvedere: sostituzione al quarto d’ora del secondo tempo e voto 5.5. Nel girone B, voto 6.5 per Chadi nella capoli-sta Lucchese che pareggia 1-1 a Sacile. Ancora positiva la prova di Rivaldo (Gubbio): voto 7 e la sua formazione si impone per 1-2 sul campo di Carrara. Nel Bassano, che staziona a metà classifi ca, La Grotteria (voto 6) è sostituito poco dopo la mezzora del primo tempo: la for-mazione veneta non riesce a battere in casa il Bellaria, punteggio fi nale 1-1. Nella sconfi tta per 2-1 a Vasto, Giorgi (Giacomense) in cam-po per 90 minuti: voto 6. Nel girone C il grande protagonista è sempre Franchini. La sua Cisco Roma fa l’impresa della domenica: espugna il campo di Gela fi rmando la prima sconfi tta dei siciliani. Per Franchini voto 6.5 e rete del par-ziale 0-1 (fi nale 1-2). Nonostante la sconfi tta comunque il Gela di Nordi mantiene ancora la vetta della classifi ca: voto 6 nel match all’ex portiere spallino. Igea Virtus di Agostinelli sconfi tta 0-2 in casa dalla Juve Stabia: 5.5 il voto per l’attaccante. Infi ne l’altro ex-spallino Gianni Careri nel Melfi è stato protagonista di un episodio certamente curioso: nella sconfi t-ta interna del suo Melfi (0-1 in casa contro la Vibonese e voto 6 per l’estremo difensore) ha colpito la traversa direttamente dal rinvio dalla propria area di rigore! Un evento certamente non frequente ma anche una grande sfortuna per l’ex vice-Capecchi.

CLASSIFICA MARCATORI EXFranchini (Cisco Roma, 2ª Div.) 5 golAgostinelli (Igea Virtus, 2ª Div.) 5 golBisso (Legnano, 2ª Div.) 5 golMoro (Spezia, 2ª Div.) 5 golPellissier (Chievo Verona, Serie A) 4 gol

Careri incredibile ma vero: sfi ora il golPer Franchini l’ennesima super provadi Andrea Tebaldi

C’ERA UNA VOLTA L’EX

PORTIERIIngrassia, Rafael

DIFENSORIAnselmi, Bertolucci, Campagna, Cangi, Ceccarelli, Comazzi, Massoni, Pugliese

CENTROCAMPISTIBurato, Campisi, Ciotola, Esposito,

Garzon, Pensalfi ni, Russo

ATTACCANTIBerrettoni, Colombo, Farias,

Gomez, Selva

LA ROSA

Page 24: Lo spallino cartaceo

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INTA

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A

9CI

PRIA

NI 1CHIODINI

2VASTOLA

7TURCHI

4ANTONIOLI

6AM

ENTA

11IM

PROTA

3M

AMM

ARELLA

10SANSONE

5OSHADOGAN

(Moi)

8SACILOTTO

9M

ORANTE

Allenatore: DOLCETTI. A disp.: Ioime, Cabeccia (Lo-renzi), Licata, Cazzamalli (Schiavon), Bedin (Laurenti), Valtulina, Bazzani.

Allenatore: PAGLIARI. A disp.: Aridità, Coppini, Co-lombaretti, Perfetti, De Fabritiis, Marfi si, Masini.

DIFFIDATI: Bazzani (Spal), Lorenzi (Spal), Migliorini (Spal), Sacilotto (Lanciano)SQUALIFICATI: Zamboni (Spal), Colussi (Lanciano), Di Cecco (Lanciano)

CLASSIFICA MARCATORI5 reti. Stefani (3 rig. Reggiana); Altinier (Portogrua-ro), Salgado (2 rig. Foggia), Selva (Verona). 4 reti. Ceccarelli (Verona); Olivi (Pescara); Concas (Terna-na); P. Rossi (1 rig. Reggiana); Biancolino (1 rig. Co-senza); Marchi (Portogruaro). 3 reti. Frara (Rimini), Packer (Ravenna), Correa (Taranto), Schiavon (Spal); Bazzani (Spal), Berrettoni (Verona), Bocalon (Porto-gruaro), Corona (1 rig. Taranto), Ganci (1 rig. Pesca-ra), Noviello (Ternana), Piovaccari (Ravenna), Polani (Potenza), Scotto (Cosenza), Tedesco (Marcianise), Temelin (Reggiana) e Tozzi Borsoi (2 rig. Ternana). 2 reti. Tra gli altri: Arma (Spal ora al Torino), Sansone, Improta (2 rig.) e Turchi (Lanciano). 1 rete. Tra gli altri: Bracaletti, Centi, Marongiu, Migliorini, Cipriani e Meloni (Spal), Colussi, Oshadogan, Vastola, Sacilotto, Morante (Lanciano).

HELLAS VERONA 26TERNANA 24PESCARA 23PORTOGRUARO 20COSENZA 18RAVENNA 18TARANTO 18REGGIANA 16RIMINI 16

SPAL 15CAVESE 13GIULIANOVA 13VIRTUS LANCIANO 13FOGGIA 12PESCINA 12ANDRIA 10MARCIANISE 9POTENZA 9

CLASSIFICA

PROSSIMO TURNO22 NOVEMBRE 2009

ANDRIA - CAVESE COSENZA - TERNANA FOGGIA - PORTOGRUARO GIULIANOVA - PESCINA VDG LANCIANO - TARANTO MARCIANISE - RAVENNA POTENZA - RIMINI REGGIANA - PESCARA VERONA - SPAL

FERRARA

OGGI15 NOVEMBRE 2009

CAVESE - POTENZA GIULIANOVA - REGGIANA MARCIANISE - ANDRIA PESCARA - VERONA PESCINA VDG - FOGGIA PORTOGRUARO - TARANTO RIMINI - COSENZA SPAL - LANCIANO TERNANA - RAVENNA