LO SAI CHE IL DOLORE MUSCOLARE PASSA SE RISPETTI IL …

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Anno V Numero 1143 Venerdì 23 Giugno 2017 S. Lanfranco AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti”; 2. Eventi Mese di Giugno 3. FAF in farmaDAY 4. Sussidio e consulenza legale gratuita Notizie in Rilievo Scienza e Salute 5. PREECLAMPSIA: Ipertensione, Sovrappeso e Familiarità tra i Fattori di Rischio 6. Molecola della felicità aiuta a preservare cervello 7. Per quali motivi si gonfiano le caviglie? Prevenzione e Salute 8. Lo sai che il dolore muscolare passa se rispetti il riposo dopo lo sport? 9. Occhio al sapone, può farci male Meteo Napoli Venerdì 23 Giugno Sereno Minima: 21° C Massima: 29 °C Umidità: Mattina = 49% Pomeriggio = 58% LO SAI CHE IL DOLORE MUSCOLARE PASSA SE RISPETTI IL RIPOSO DOPO LO SPORT? Capita a chi, dopo anni di sedentarietà, si è rimesso in pista per tornare in forma in vista dell’estate ormai alle porte, a chi pratica saltuariamente un po’ di attività fisica ma anche agli sportivi professionisti. Chiamato anche affaticamento o indolenzimento muscolare è più frequente nelle persone che non si allenano con regolarità spiega il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas. Se l’affaticamento colpisce alcuni gruppi muscolari, come per esempio le gambe, è importante evitare l’allenamento di questi muscoli che vanno tenuti a riposo nei 2-3 giorni seguenti. Questo non significa smettere di fare attività fisica, ma è possibile mantenersi allenati concentrandosi su altri gruppi muscolari, come per esempio il tronco. Se invece il dolore da indolenzimento muscolare non passa, e soprattutto se il dolore è localizzato in un’area più o meno estesa ma precisa di un gruppo muscolare, o insorge improvvisamente e in maniera acuta, allora è bene fermarsi e rivolgersi al medico per accertarne la causa grazie a un’ecografia che permette di valutare l’entità del danno muscolare e quindi determinare il periodo di riposo per permettere al muscolo di guarire. Per evitare che i muscoli si affatichino e ridurre il rischio di danni muscolari, fondamentali sono: la preparazione atletica, il riscaldamento lo stretching prima di qualsiasi prestazione sportiva, praticando attività fisica con gradualità senza “spingere” al massimo delle proprie possibilità con allenamenti ad intensità elevate soprattutto se non ci si allena con frequenza o dopo lunghi periodi di inattività. (Salute, Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. Chi troppo s’acala, ‘o culo mmòsta Chi troppo s’inchina, mostra il sedere

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Anno V – Numero 1143 Venerdì 23 Giugno 2017 – S. Lanfranco

AVVISO Ordine

1. ORDINE: Progetto “Un

Farmaco per tutti”;

2. Eventi Mese di Giugno

3. FAF in farmaDAY

4. Sussidio e consulenza

legale gratuita

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 5. PREECLAMPSIA:

Ipertensione, Sovrappeso

e Familiarità tra i Fattori

di Rischio

6. Molecola della felicità

aiuta a preservare cervello

7. Per quali motivi si

gonfiano le caviglie?

Prevenzione e Salute 8. Lo sai che il dolore

muscolare passa se rispetti

il riposo dopo lo sport?

9. Occhio al sapone, può

farci male

Meteo Napoli

Venerdì 23 Giugno

Sereno

Minima: 21° C Massima: 29 °C Umidità: Mattina = 49%

Pomeriggio = 58%

LO SAI CHE IL DOLORE MUSCOLARE PASSA SE RISPETTI IL RIPOSO DOPO LO SPORT?

Capita a chi, dopo anni di sedentarietà, si è rimesso in pista per tornare in forma in vista dell’estate ormai alle porte, a chi pratica saltuariamente un po’ di attività fisica ma anche agli sportivi professionisti.

Chiamato anche affaticamento o indolenzimento muscolare è più frequente nelle persone che non si allenano con regolarità – spiega il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas. Se l’affaticamento colpisce alcuni gruppi muscolari, come per esempio le gambe, è importante evitare l’allenamento di questi muscoli che vanno tenuti a riposo nei 2-3 giorni seguenti. Questo non significa smettere di fare attività fisica, ma è possibile mantenersi allenati concentrandosi su altri gruppi muscolari, come per esempio il tronco. Se invece il dolore da indolenzimento muscolare non passa, e soprattutto se il dolore è localizzato in un’area più o meno estesa ma precisa di un gruppo muscolare, o insorge improvvisamente e in maniera acuta, allora è bene fermarsi e rivolgersi al medico per accertarne la causa grazie a un’ecografia che permette di valutare l’entità del danno muscolare e quindi determinare il periodo di riposo per permettere al muscolo di guarire. Per evitare che i muscoli si affatichino e ridurre il rischio di danni muscolari, fondamentali sono: la preparazione atletica, il riscaldamento lo stretching prima di qualsiasi prestazione sportiva,

praticando attività fisica con gradualità senza “spingere” al massimo delle proprie possibilità con allenamenti ad intensità elevate soprattutto se non ci si allena con frequenza o dopo lunghi periodi di inattività. (Salute, Humanitas)

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Proverbio di oggi….…….. Chi troppo s’acala, ‘o culo mmòsta

Chi troppo s’inchina, mostra il sedere

e

Chi troppo s’inchina, mostra il sedere

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PREVENZIONE E SALUTE

OCCHIO AL SAPONE, PUÒ FARCI MALE

I prodotti che utilizziamo per l'igiene personale sono l'equivalente di un tir per schiacciare una mosca.

TROPPO VIOLENTI. Tanto che la Food and Drugs administration americana è arrivata a imporre uno stop alla vendita dei saponi contenenti una ventina di sostanze specifiche. Tra queste ci sono il triclosano, un antibatterico consentito solo a una concentrazione massima dello 0,3% (e ancor

meno se inserito nei colluttori), il triclocarbano, l'esaclorofene, il metilbenzetonio cloruro e diverse tinture a base di iodio.

Se utilizzate in eccesso, queste sostanze possono alterare l'equilibrio

microbiotico naturale della pelle, uccidendo i batteri buoni e consentendo

l'ingresso di quelli cattivi (funghi e virus).

E poi esagerare con i saponi aggressivi può distruggere quella patina naturale della pelle sia riducendo le

capacità idratanti sia quelle protettive.

Altrettanto pericolosi alcuni detersivi per la casa che celano alti livelli di tossicità sotto fragranze al

gelsomino o al pino silvestre:

la società statunitense Ewg ha stilato la classifica dei detersivi più dannosi che possono provocare asma,

intolleranze, cecità e perfino contribuire alla formazione di un tumore.

Di contro vengono consigliati prodotti naturali, ecologici, meno aggressivi ed altrettanto efficaci.

C'è una malattia legata ai prodotti chimici che utilizziamo in casa:

sindrome da sensibilità chimica multipla (Mcs).

La chiamano la «malattia fantasma» ma in realtà è un disturbo cronico di cui pare soffrano 300mila

persone in Italia.

Pazienti che hanno un livello di tolleranza a certi reagenti più basso rispetto alla maggior parte. Tuttavia

non è semplice formulare una diagnosi e il mondo della medicina è ancora molto diviso sull'origine e la

terapia per questa sindrome.

Anche perché i sintomi (tachicardia, nausea, vertigini, ansia) sembrano legati più a una condizione di

suscettibilità individuale piuttosto che alla tossicità delle sostanze.

Altre ipotesi ritengono che la sindrome sia esclusivamente di natura psicosomatica.

Alcuni autori avanzano dubbi sulla reale esistenza di questa malattia come entità patologica a se stante.

Fatto sta che la sindrome, classificata tra le malattie rare, sia difficile da riconoscere.

E quando un paziente in preda ai sintomi si rivolge a una struttura pubblica per ottenere una diagnosi è

facile si veda indirizzare a uno studio psichiatrico.

(Salute, Il Giornale)

Il Motivo del VETO?

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SCIENZA E SALUTE

PREECLAMPSIA: Ipertensione, Sovrappeso e Familiarità tra i Fattori di Rischio

Tra le patologie della gravidanza che possono portare a un parto pretermine c’è anche la preeclampsia.

Si tratta di un disturbo caratterizzato da elevati valori della pressione arteriosa e da altri sintomi, o segni, che segnalano disfunzioni a carico di diversi organi. «Si tratta della patologia ostetrica potenzialmente più grave, a volte si manifesta drammaticamente e può avere esiti assai pericolosi, sia per la mamma che per il nascituro». «Fondamentale è quindi l’identificazione delle gravide a rischio, sia attraverso l’anamnesi della paziente e della sua famiglia, sia attraverso la “prevenzione ecografica” nel primo trimestre di gravidanza. Anche gli esami di laboratorio possono aiutare il medico nella diagnosi (esami del sangue e delle urine)».

La preeclampsia si manifesta principalmente dopo la 20a settimana di gravidanza e in particolare nel corso del terzo trimestre. Oltre all’ipertensione la donna può

presentare altri sintomi: «Edemi a caviglie e mani e proteinuria, ovvero un aumento dei livelli di proteine nelle urine, che segnala una disfunzione renale, sono i segni principali di uno stato preeclamptico». «La forma eclamptica davvero grave – non è però così frequente. Nella maggioranza dei casi si configura come uno stato di equilibrio instabile che però può scivolare, anche rapidamente, nel giro di 12/24 ore, verso esiti drammatici. Bisogna essere quindi tempestivi nella diagnosi e nell’impostare i provvedimenti terapeutici adeguati senza indugio».

Importante è il monitoraggio già alla fine del primo trimestre di gravidanza «Con un’ecografia “esperta” si possono identificare le gravidanze più a rischio. Anche la flussimetria delle arterie uterine rappresenta un indice prognostico dello sviluppo del disordine preeclamptico. In altre parole, l’ecografia oggi ci permette di capire chi è più a rischio. Oltre a questo esame è importante anche l’anamnesi ostetrica: se la donna è già ipertesa, o presenta familiarità per preeclampsia o è stata già colpita da questa patologia in una precedente gravidanza, diventa necessario un controllo più intensivo della paziente. Anche un aumento di peso in tempi rapidi è un campanello d’allarme». L’ipertensione pregravidica e la familiarità sono solo alcuni dei fattori di rischio della preeclampsia: «Oltre a queste lo sono l’età avanzata, l’essersi sottoposte a procreazione medicalmente assistita, la gravidanza gemellare, essere affetti da diabete o presentare condizioni metaboliche sfavorevoli. Controllare questi fattori di rischio – avverte l’esperto – significa contenere le probabilità di sviluppare preeclampsia».

La conseguenza più comune dello stato preeclamptico è il parto pretermine

«Si può avere preeclampsia con o senza il coinvolgimento della crescita e/o del benessere fetale, almeno nelle fasi di esordio della patologia; in questo caso sono le condizioni materne a determinare il timing del parto. Alla luce dello stato di benessere del feto, della sua crescita, dei livelli di liquido amniotico, dei monitoraggi cardiografici e dell’insieme del pattern flussimetrico (ombelicale, cerebrale, dotto venoso, arterie uterine…) si decide quando è indicato terminare la gravidanza, se le condizioni materne lo permettono.

Diagnosi e Trattamento Tempestivi

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Più frequentemente però “i due benesseri” procedono insieme, quindi la valutazione deve essere sempre duplice, “materno-fetale”». «Per la prevenzione delle problematiche respiratorie fetali, nella previsione di una prematurità significativa, si procede all’induzione della maturazione polmonare fetale con una doppia iniezione di cortisone alla mamma». La salute della donna è a rischio «in base al momento in cui si sviluppa la preeclampsia e al suo grado di severità, ed anche il puerperio è assai delicato, ovvero i giorni immediatamente successivi al parto: «In questa fase si prosegue con la terapia per il controllo della pressione e della diuresi, a volte anche con l’aiuto dell’internista, del nefrologo, mentre il neonatologo si occupa del neonato, che a volte è davvero piccolo, sia perché nasce “soltanto” prematuro, sia perché a volte nasce prematuro ma anche “iposviluppato”, cioè più piccolo di un suo coetaneo di uguale epoca gestazionale, ma con gravidanza non complicata», conclude il dottor Acerboni. (Salute, Humanitas) SCIENZA E SALUTE

MOLECOLA della FELICITÀ aiuta a preservare cervello

La serotonina è essenziale per preservare i circuiti neuronali sia durante lo sviluppo, sia da adulti

La serotonina, un neurotrasmettitore conosciuto anche con il

nome di "molecola della felicità", è essenziale per "preservare"

i circuiti neuronali, sia durante lo sviluppo, periodo in cui il

cervello possiede una spiccata plasticità, sia da adulti.

Lo rivela uno studio dell'Università di Pisa pubblicato sulla

rivista Eneuro.

I ricercatori responsabili di questa scoperta fanno parte del

gruppo di ricerca di Massimo Pasqualetti, docente del

dipartimento di Biologia, e sono gli stessi che hanno "fotografato" in passato per primi come il cervello si

sviluppa in assenza di serotonina.

Il team pisano ha utilizzato raffinate tecniche di genetica molecolare, che hanno consentito di generare

topi di laboratorio in cui è stato possibile "spegnere" la produzione della serotonina nel cervello e

visualizzare selettivamente i neuroni serotoninergici e le loro fibre nervose.

"Questa scoperta - conclude Massimo Pasqualetti - dimostra per la prima volta che i neuroni

serotoninergici possiedono, durante l'intero corso della vita, una straordinaria plasticità che li rende

capaci di riadattare la propria struttura in risposta a cambiamenti del livello della serotonina cerebrale.

Durante l'arco della nostra vita, fattori genetici, specifici trattamenti farmacologici, oppure molteplici

fattori ambientali come lo stress o una dieta povera di triptofano, possono portare a uno sbilanciamento

dei livelli di serotonina nel cervello.

Alla luce di queste nuove scoperte, emerge la possibilità che questi fattori possano modificare la

struttura anatomica dei neuroni serotoninergici interferendo con il loro normale funzionamento.

Questi risultati inoltre contribuiscono a svelare come uno sbilanciamento dei livelli di questo importante

neurotrasmettitore possa contribuire all'insorgenza di patologie neuropsichiatriche come i disturbi

dell'umore".

(ANSA)

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SCIENZA E SALUTE

PER QUALI MOTIVI SI GONFIANO LE CAVIGLIE?

In genere, l'«edema» deriva in prima battuta dalla difficoltà dei vasi capillari a far rifluire il sangue verso l'alto

Con il caldo non è difficile trovarsi alla sera con PIEDI E CAVIGLIE LEGGERMENTE GONFI, soprattutto se si è stati a lungo in posizione eretta. Ma se questo inconveniente non si risolve con semplici accorgimenti (per es. sdraiandosi con in piedi in alto o con qualche esercizio) allora è meglio sottoporlo all’attenzione del medico. «Il gonfiore (o edema) è dovuto all'accumulo di liquido nello spazio interstiziale tra le cellule - spiega Raffaele Landolfi, prof. di Medicina interna all'Università Cattolica di Roma -. In genere, il problema deriva in prima battuta da una difficoltà dei vasi capillari a far rifluire il sangue verso l'alto, il che provoca, per forza di gravità, un accumulo di liquidi a livello delle caviglie e, spesso, anche dei piedi.

Ci può essere un difetto della circolazione venosa a livello delle gambe, o varici vere e proprie. Il gonfiore può essere anche spia di una trombosi venosa profonda, tipica complicanza delle vene

varicose. Talvolta, il gonfiore è causato da un trauma, una distorsione, oppure è il segnale di una malattia

reumatica, in genere un'artrite, di rado un'artrosi. Cause più serie di edema alle caviglie sono scompenso cardiaco, malattie renali o del fegato. Infine, non mancano i casi in cui il gonfiore è l'effetto collaterale di alcuni farmaci antipertensivi, per

esempio i calcio-antagonisti».

Come si capisce qual è la causa? «Se il gonfiore è modesto e si verifica a fine giornata, magari dopo

essere stati a lungo in piedi, è probabile che la causa sia da attribuire a difetti della circolazione venosa. Se l'edema compare in una persona anziana ed è accompagnato da affanno potrebbe trattarsi di scompenso cardiaco. In questi casi il paziente può notare un aumento di peso repentino, anche di tre o quattro chili in pochi giorni, che non va mai sottovalutato. Il gonfiore alle caviglie associato a edema delle palpebre può invece essere spia di un problema renale, come la sindrome nefrosica. Se è, invece, in atto una trombosi venosa profonda, l'edema, tipicamente a una sola caviglia, è in genere accompagnato da dolore, cambiamento di colore delle cute e senso di peso. Per confermare eventuali sospetti sono utili ecocolordoppler venoso, ecocardiogramma, test di funzionalità renale o epatica».

Quali sono i rimedi? «Se l'edema è lieve e passeggero, in genere non c'è da preoccuparsi. Un controllo

medico è invece sempre opportuno se il gonfiore alle caviglie perdura nel tempo. Il trattamento dipende dalla causa. Se all'origine del disturbo c'è un problema di circolazione venosa si può vedere se le cose migliorano con esercizio fisico, calze elastiche e tenendo i piedi un po' sollevati a fine giornata. La trombosi venosa si contrasta con una terapia con anticoagulanti. In caso di scompenso cardiaco bisogna calibrare bene la terapia e in caso di problemi renali o epatici bisogna affrontare la patologia di base». (Salute, Corriere)

Le CAUSE possono essere diverse

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PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1143

ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione

Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2017. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; le modalità di partecipazione.

L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)

ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA

Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti

Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15 del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30. A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti modalità: Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961

ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA

Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite, Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchio”

SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF Modulo TITOLO Data N. Modulo TITOLO Data N.

6/C Tosse 3 23-Giu 40 7/A Sinusite 1 4-Lug 47

6/D Tosse 4 26-Giu 41 7/B Sinusite 2 5-Lug 48

6/E Tosse 5 27-Giu 42 7/C Sinusite 3 6-Lug 49

6/F Tosse 6 28-Giu 43 QUESTIONARIO n. 7

6/G Tosse 7 29-Giu 44 8/A Patologie dell’Orecchio 1 7-Lug 50

6/H Tosse 8 30-Giu 45 8/B Patologie dell’Orecchio 2 10-Lug 51

6/I Tosse 9 3-Lug 46 8/C Patologie dell’Orecchio 3 11-Lug 52

QUESTIONARIO n. 6 QUESTIONARIO n.8

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

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Modulo 6/C:

SINTOMI IN FARMACIA: Ruolo del Farmacista

TOSSE (III)

Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (I)

1. Età del cittadino-paziente, Bambino o Adulto: Stabilire chi è il paziente, se è bambino o adulto. Questo influenzerà la scelta del trattamento e riferirsi a ciò potrebbe essere necessario. 2. Sintomi: Molti casi di tosse sono limitati a se stessi e migliorano entro pochi giorni con o senza trattamento. In generale, una tosse che dura da più di due settimane senza miglioramento dovrebbe essere segnalata al proprio Medico per ulteriori indagini. Natura della tosse. Non produttiva (secca, abbaiante, solleticante o forzata). In una tosse secca non è prodotto nessun muco. Questa tosse è causata di solito da infezione virale e si risolve automaticamente. Grassa (toracica o sciolta). Si verifica un’ipersecrezione di muco che dà origine alla tosse. L' ipersecrezione si può verificare in seguito a un'irritazione delle vie respiratorie causata da un'infezione, allergia, ecc., o quando le ciglia non sono perfettamente funzionanti (per esempio nei fumatori). Se il muco non è colorato, ma chiaro o biancastro non c'è infezione ed è conosciuto come "mucoid". I muchi colorati possono indicare un'infezione del tratto respiratorio come la bronchite o polmonite che richiede una visita medica. In questi casi il muco è di colore verde, giallo, o rossastro. A volte il sangue potrebbe essere presente nel muco, che impartisce una colorazione che va dal rosa al rosso profondo (emottisi, muco striato di sangue). Il sangue può essere un'indicazione di un problema relativamente minore come la rottura di un capillare provocata da un violento attacco di tosse durante un’infezione acuta, ma può essere anche un segnale di un problema più serio. La presenza di sangue è un'indicazione che potrebbe risultare necessaria. In un’insufficienza cardiaca e stenosi mitralica il muco è talvolta descritto di colore "rossastro e schiumoso" o rosso acceso. I sintomi in questi casi possono essere l' affanno (specialmente a letto durante la notte) e le caviglie gonfie. Sintomi associati alla tosse. Tubercolosi: il numero di casi è aumentato negli ultimi anni nel mondo occidentale e questo aumento è relativo ai fenotipi resistenti. La tosse cronica con emottisi associata a febbre cronica e sudorazione notturna sono i sintomi classici. La TB è una malattia delle persone povere ed è presente per lo più nelle comunità disagiate. Nel Regno Unito diversi casi di TB respiratoria sono associati a gruppi etnici minori, specialmente agli indiani e africani di colore. L' infezione da HIV è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo della TB respiratoria. Laringo-tracheite: di solito questa colpisce i bambini. La tosse è severa ed il suono è simile a quello della tosse secca. Si sviluppa dopo più o meno un giorno dall'inizio dei sintomi di raffreddamento. È spesso associata a difficoltà respiratoria con un sibilo nell'ispirazione. Risulta necessario un consulto medico. Pertosse: questa inizia con i sintomi del raffreddore. Il caratteristico sibilo durante l’inspirazione non è presente nel primo stadio di infezione, ma viene prodotto quando si respira nello stadio più acuto della tosse. Gli attacchi di tosse impediscono la respirazione normale e il sibilo rappresenta il tentativo disperato di prendere fiato. Consulto medico. Raffreddore, gola infiammata e catarro possono essere associati alla tosse. Spesso potrebbe essere presente uno stato febbrile con dolori muscolari. Questo si verifica in seguito ad un'infezione virale. Dolore al torace, fiato corto, respiro affannoso sono tutte indicazioni per un consulto medico. Asma: una tosse ricorrente di notte può indicare un’asma, specialmente nei bambini, anche in questo caso è necessario un consulto medico. L'asma si può presentare a volte come una tosse cronica senza ansimare. Vale la pena informarsi sulla presenza di episodi familiari di eczema, raffreddore da fieno e asma. Disturbi cardiovascolari: tossire può essere anche un sintomo di infarto. Se c'è un passato di malattia cardiovascolare, specialmente con una tosse che persiste è consigliabile consultare il medico. Disturbi gastro-esofagei: il reflusso gastro-esofageo può causare la tosse. A volte può essere asintomatico e prescindere dalla tosse.

Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider

https://fad.ocmcomunicazioni.com

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ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.

I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected]

FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-un-farmaco-per-tutti

Consegna dei Farmaci all’Elemosiniere del Santo

Padre,

Arcivescovo

Konrad KRAJEWSKI,

“L’uomo che Aiuta i Poveri

per conto del

Papa FRANCESCO”.

FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire

RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:

La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,

Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,

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