Lo Psicodramma.

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Andrea Bassanini Lo Psicodramma 1

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[Autore: Andrea Bassanini].Lo psicodramma trae origine dalla concezionepsicologica e dal metodo psicoterapeutico eformativo elaborati da Moreno in quasisessant'anni di attività nel campo clinico, sociale,educativo, dapprima in Vienna e poi - a partiredal 1925 - negli USA.

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Andrea Bassanini

Lo Psicodramma

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J.L. MORENO (BUCAREST 1899 - BEACON, NEW YORK 1974)

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Lo psicodramma trae origine dalla concezione psicologica e dal metodo psicoterapeutico e formativo elaborati da Moreno in quasi sessant'anni di attività nel campo clinico, sociale, educativo, dapprima in Vienna e poi - a partire dal 1925 - negli USA.

Fin dal 1922 Moreno iniziò ad elaborare lo

psicodramma come modalità di intervento mirante ad intervenire sul sistema di relazioni interpersonali dei singoli o dei gruppi. Con lo psicodramma entrano nella psicologia contemporanea i cosiddetti 'metodi attivi', diversificatisi col tempo in numerose scuole a vario orientamento. 3

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¢  Definizione:

rappresentazione, mediante il gioco teatrale improvvisato, di scene avvenute e rivissute, o immaginarie e proiettive

drammatizzazione centrata sul gruppo o sull’individuo, con una conduzione attenta soprattutto all’hic et nunc

¢  Scopo:

facilitare lo scambio tra gli individui e fra i gruppi, attraverso lo sviluppo di nuove percezioni interpersonali o la riorganizzazione di vecchi patterns cognitivi e delle relative condotte comportamentali

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¢ La rappresentazione teatrale, oltre al divertimento estetico, dispone di grandi possibilità di mobilitazione emozionale e aiuta l’individuo ad accedere ad una conoscenza di sé (e del mondo circostante) che è più profonda e articolata

¢ La messa in scena di vissuti particolarmente significativi per l’individuo permette una riattualizzazione dei processi emotivi e una loro ulteriore elaborazione 5

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PRINCIPI TEORICI DELLO PSICODRAMMA

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¢ Spontaneità creativa

¢ Ruoli

¢ Gruppo

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I – SPONTANEITÀ CREATIVA

All’interno del processo di acculturamento e di

socializzazione, nel ciclo di vita dell’individuo, è presente una costante di apprendimento delle relazioni che è destinata a ripetersi più o meno stereotipicamente nelle esperienze successive.

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Conserve culturali Comportamenti che continuano a riprodursi

meccanicamente, nonostante siano lontane nel tempo le circostanze che li hanno provocati la prima volta

¢  Vs.

Spontaneità Capacità di agire comportamenti funzionali alle

esigenze reali dell’individuo e ai bisogni legati al momento presente 9

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¢  4 forme della spontaneità:

1.  Slancio spontaneo, “impulso primitivo” dell’individuo

2.  Acquisizione culturale (innovazioni a livello organizzativo o istituzionale, nel campo dell’arte o nell’ambiente)

3.  Creazione di un’espressione libera della personalità

4.  Risposta adeguata e originale a situazioni nuove 10

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“la spontaneità non è una virtù dell’infanzia che sarebbe sufficiente rispettare perché la si possa poi veder sbocciare completamente. Se anche si tratta di una disposizione presente nel bambino, tutto concorre a che essa disparisca, lasciando posto all’imitazione dell’adulto o a un più o meno rigido conformismo, rispetto a modalità comportamentali stereotipate. Per sviluppare la spontaneità bisogna farla passare dal suo stato naturale anarchico a una forma adatta ai compiti ai quali il bambino deve far fronte. Bisogna che il bambino scopra nella spontaneità sufficienti vantaggi per rinunciare, almeno parzialmente, al conformismo stereotipo. Bisogna che la spontaneità diventi creativa”.

(Moreno, 1947) 11

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II – IL RUOLO

¢ Modo di essere reale e percettibile che assume l’Io

¢ Diversi ruoli: ¢ Emergenti ¢ Latenti (che divengono operativi nel corso della vita) ¢ Superati ¢ Attuali

¢ Psicosomatici – stabiliti dalla nascita nell’interazione con la madre (ad es: mangiare, bere, dormire, gridare…)

¢ Sociali – padre, madre, figlio, insegnante… ¢ Psicodrammatici – i ruoli sociali “giocati” nel setting

psicodrammatico ¢  Individuali ¢ Collettivi

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III – IL GRUPPO

¢ Lo psicodramma è un’esperienza vissuta in gruppo:

¢  DI gruppo

¢  ATTRAVERSO il gruppo

¢  CON il gruppo

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¢ Consente all’individuo di rendersi conto di non essere da solo in una situazione unica, difficile e traumatizzante, bensì di trovarsi, sebbene nella specificità dei suoi vissuti individuali, in una condizione comune ad altri e ad altri partecipa

�  Il problema del singolo individuo viene vissuto come problema del gruppo

�  Integrazione dinamica tra in funzionamento individuale e quello collettivo

�  Partecipazione di ogni membro ai problemi degli altri membri 14

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CENNI DI TECNICA PSICODRAMMATICA

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Secondo Moreno, affinché sia possibile la sessione psicodrammatica (2 - 2 ½ ore ciascuna), devono essere presenti 5 elementi:

¢ La scena ¢  Il protagonista ¢ Lo psicodrammatista (o conduttore) ¢ Gli ego-ausiliari ¢  Il pubblico 16

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LA SCENA

¢ È lo spazio vitale multidimensionale dove si gioca (e si agisce) la situazione o il problema di qualcuno o del gruppo

¢ Di recente, si cerca di semplificare il più possibile lo spazio �  Spazio convenzionale, senza decorazioni, senza

costumi e senza arredi particolari �  Un tavolo e sedie necessarie, a seconda del numero

dei partecipanti

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IL PROTAGONISTA

¢ È l’eroe principale dell’azione. Attraverso varie tecniche viene messo nella condizione di liberare completamente la propria spontaneità e ciò gli permette di rendere concreto e di riattualizzare il proprio vissuto

¢  In questo modo, al protagonista, risulta possibile “dare corpo”:

¢  A elementi dell’Io ¢  A tutte le altre persone connesse con il proprio conflitto

psichico

¢ A lui/lei è legato il problema della scelta del tema da drammatizzare

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IL CONDUTTORE

¢ Svolge il ruolo di “direttore di scena”

¢ Funzioni: ¢  Apre e chiude la seduta; ¢  Introduce nell’azione drammatica gli spunti offerti dai

soggetti ¢  Considera costantemente i membri come “gruppo” ¢  Interagisce con i soggetti in maniera diretta/indiretta ¢  Si confronta con le interpretazioni e le valutazioni degli ego-

ausiliari

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GLI EGO-AUSILIARI

¢  Terapeuti ausiliari che contribuiscono a far scoprire ai soggetti i propri ruoli, inducendoli ad una presa di coscienza attraverso il ruolo drammatico

¢  Interpretano i ruoli collaterali alla scena drammatizzata (padre, madre, nonno…)

¢  Svolgono anche la funzione di doppi – aiutano il protagonista a esprimere, parlando in sua vece, ciò che in lui è ancora a livello inconsapevole ma particolarmente rilevante

¢  Solitamente, variano da uno a tre 21

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IL PUBBLICO

Svolge due funzioni fondamentali: 1.  Aiuta il protagonista, funzionando da “cassa di

risonanza”, attraverso reazioni e osservazioni spontanee durante la drammatizzazione

2.  Si identifica con il protagonista e con la situazione da lui giocata – vede rappresentata sulla scena una “sindrome collettiva”

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PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA SEDUTA

3 fasi: 1.  Preparazione e riscaldamento del gruppo e dei

protagonisti – warm up

2.  Azione – il gioco drammatico o psicodramma vero e proprio

3.  Partecipazione terapeutica del pubblico e del gruppo

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PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA SEDUTA: 1. IL WARM UP Preparazione del gruppo ¢ Stabilire una relazione emotiva tra gruppo, tema

giocato e protagonisti ¢ Promuovere (anche indirettamente) l’idea che sia

necessario che l’azione venga vissuta dall’intero gruppo

¢ Portare il gruppo a scegliere l’area “da esplorare” in quel momento

¢ Portare il gruppo a scegliere di incarnare la situazione scelta in un individuo, che diventa il protagonista

¢ Non avere fretta di passare all’azione e quindi di “giocare tanto per giocare” (Weiner, Sacks, 1969)

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PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA SEDUTA: 1. IL WARM UP Preparazione del protagonista ¢ Far concentrare il protagonista nell’azione

drammatica e proiettarlo nelle circostanze che verranno esplorate

¢ Nello stesso momento, vengono scelti gli altri personaggi della scena: �  Co-protagonisti scelti all’interno del gruppo �  Ego-ausiliari – membri del gruppo e/o terapeuti

ausiliari

¢ Far descrivere al protagonista le caratteristiche fisiche dell’ambiente immaginato, le caratteristiche personali dei personaggi e tutti gli aspetti utili a ricreare “il reale nell’immaginario”

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PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA SEDUTA: 2. L’AZIONE

¢  Entrate in azione vera e propria e svolgimento dell’azione drammatica

¢  Alcune tecniche: �  Role reversal – inversione dei ruoli.

es: il figlio gioca il ruolo della madre e la madre quello del figlio;

�  Double – il doppio. Un membro del gruppo esprime i sentimenti che un altro membro non sa (o non vuole esprimere);

�  Soliloquio. Il protagonista esprime emozioni che vengono suscitate in lui dallo svolgimento dell’azione drammatica;

�  Numerose tecniche in letteratura (Moreno Z.T., 1965; Leveton E., 1983; Boria G., 1983; Moreno J.L., Moreno Z.T., 1987)

�  Importanza fondamentale della creatività dello psicodrammatista nell’hic et nunc

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PRINCIPI DI SVOLGIMENTO DI UNA SEDUTA: 3. PARTECIPAZIONE TERAPEUTICA DEL GRUPPO

¢ Sharing o closure: �  Il pubblico e gli altri membri del gruppo partecipano

attivamente e discutono la scena drammatizzata appena conclusa

�  Ciascuno esprime i propri sentimenti e le proprie riflessioni sulla scena

¢ Self disclosure e dialogo: �  gli attori integrano le proprie riflessioni e i propri

vissuti emotivi con quelli degli spettatori

¢ Summary: �  Lo psicodrammatista riassume criticamente ciò che è

avvenuto durante la sessione 27

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MODELLI TEORICI SUCCESSIVI A MORENO

1.  Psicodramma analitico:

�  Lemoine, 1972 – rilettura dei principi di tecnica psicodrammatica secondo gli approcci di Freud e Lacan;

�  Boria, 1983 – psicodramma classico in Italia; �  Gasca, Gasseau, 1991 – lo psicodramma junghiano; �  Lo Verso, Raia, 1998 – integrazione tra

gruppoanalisi e psicodramma analitico.

2.  Psicodramma analitico con i bambini: �  Anzieu, 1956; �  Lebovici, Diatkine e Kestemberg, 1958. 28

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APPLICAZIONI CLINICHE ¢ Diverse popolazioni psichiatriche; ¢ Alcolisti; ¢ Tossicodipendenti; ¢ Non-vedenti; ¢ Non-udenti; ¢ Pazienti terminali; ¢ All’interno di programmi di prevenzione; ¢ Strumento di training per acquisire le social

skills adeguate; ¢ Programmi comportamentali di

desensibilizzazione dei sintomi

¢ Bambini e adolescenti

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INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI CLINICHE

Indicazioni: ¢ Le terapie verbali si rivelano difficili o

insufficienti; ¢ Affiancamento ad una psicoterapia individuale;

¢ Bambini e adolescenti (Lebovici et al., 1958);

¢ Pazienti che presentano una struttura di personalità di tipo nevrotico

¢ Applicazioni non-cliniche, come i gruppi di sensibilizzazione (studenti di psicologia, insegnanti, operatori psicosociali), formazione e attività di supervisione 30

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INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI CLINICHE

Controindicazioni: ¢ Non-capacità da parte del paziente di partecipare

a una esperienza di gruppo; ¢  Il paziente non riuscirebbe, presumibilmente, a

trarre beneficio dalla condivisione e dal confronto dei propri problemi e delle proprie difficoltà con la altre persone e dall’aumento di capacità comunicative e relazionali che possono derivarne (Corbella, 2003);

¢ Generalmente, soggetti cerebropatici, gravemente paranoidi, con tendenze suicidarie in atto, psicotici acuti o sociopatici (Corbella, 2003);

¢ Pazienti che assumono in modo accentuato la difesa della negazione (Corbella, 2003).

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BIBLIOGRAFIA Boria G. (1983), Tele. Manuale di psicodramma classico. Franco Angeli. Corbella S. (2003), Storie e luoghi del gruppo. Raffaello Cortina Editore. Del Corno F., Lang M. (a cura di) (2004), Trattamenti in setting di gruppo. Franco

Angeli. Di Maria F., Falgares G. (2005), Elementi di psicologia dei gruppi. Modelli teorici e

ambiti applicativi. McGraw-Hill. Gasseu M, Gasca G. (1991), Lo psicodramma junghiano. Bollati Boringhieri. Kaes R. (1994), Il gruppo e il soggetto del gruppo. Borla. Lebovici S. (1980), Teoria psicoanalitica di gruppo. Feltrinelli. Lemoine P., Lemoine G. (1973), Lo psicodramma. Feltrinelli. Leveton E. (1983), Psicodramma. Armando. Miglietta D, (2002), Lo psicodramma analitico, in Di Maria F., Lo Verso G. (a cura di),

Gruppi. Raffaello Cortina Editore. Moreno J.L. (1947), The theatre of spontaneity. Beacon House. Moreno J.L. (1965), Psychotérapie de group et psychodrame. PUF Moreno J.L. (1985), Manuale di psicodramma. Il teatro come terapia. Astrolabio. Moreno Z.T. (1987), Manuale di psicodramma. Tecniche di regia psicodrammatica.

Astrolabio. Quaglino G.P., Casagrande S., Castellano A. (1992), Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo.

Raffaello Cortina Editore. Rouchy J.C. (2000), Il gruppo, spazio analitico, Borla. Scategni W. (1996), Psicodramma e terapia di gruppo, Red Edizioni. Weiner H.B., Sacks J.M. (1969), Warm-up and sum-up. Group Psychoterapy, 22, pp.

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