Living Planet Report 2010

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Biodiversità, biocapacità e sviluppo~ Living Planet Report 2010 QUESTO RAPPORTO È STATO PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON:

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Biodiversit, biocapacite sviluppo~Living PlanetReport 2010QUESTO RAPPORTO STATO PRODOTTOIN COLLABORAZIONE CON:|1!lJ1|J1!WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 3PREFAZIONELa protezione della biodiversit e degli ecosistemi deve rappresentare una priorit nei nostri tentativi di costr uire uneconomia mondiale pi for te, equa e pulita. La recente crisi nanziaria ed economica, invece di costit uire una scusa per rimandare ulteriori azioni, deve ser vire a ricordarci la necessit urgente di met tere a punto economie che rispet tino maggiormente lambiente. Il WWF e lOCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) operano per il raggiungimento di questo obiet tivo.Il Living Planet Repor t contribuisce alla formazionedi una coscienza pubblica in merito alle pressioni sulla biosfera, diffondendo il messaggio di come uno scenario BusinessAs Usual (BAU) non rappresenti una strada percorribile. Il rappor to promuove le azioni necessarie a gestire le sit uazioni rilevate.LOCSEsta met tendo a punto una Strategia di crescita pulita (Green Growth Strategy) che suppor ti i governi nel proget tare e implementare politiche in grado di trasformare le economie mondiali in percorsi di sviluppo pi puliti. Un r uolo centrale in t ut to ci svolto dallidenticazione di fonti di sviluppo che esercitino pressioni inferiori sulla biosfera. Il raggiungimento di questo obiet tivo richieder cambiamenti fondamentali nella str ut t ura delle economie, creando nuove industrie maggiormente rispet tose dellambiente, ripulendo i set tori fonte di inquinamento e trasformando i modelli di consumo. Un elemento impor tante sar costit uito dalleducazione e dalle motivazioni, fornite alle persone, afnch modichino il proprio stile di vita per lasciare un pianeta pi sano alle generazioni fut ure.I decisori politici e i cit tadini necessitano di informazioni afdabili sullo stato del pianeta, che coprano t ut ti i diversi aspet ti senza perdersi nei det tagli. Anche se gli indici del Living Planet Repor t condividono le stesse sde metodologiche di t ut ti gli indici ambientali aggregati, il loro merito consiste nellabilit di trasmet tere messaggi semplici in materia di argomenti complessi. Riescono a raggiungere le persone e, si spera, a inuire sui cambiamenti compor tamentali di un pubblico che, altrimenti, riceverebbe scarse informazioni sullambiente.Mi complimento con il WWF per il suo impegno. LOCSE continuer a operare per rinire ulteriormente gli indicatoridi uno sviluppo pulito e per migliorare le modalit di misurazionedel progresso.Angel Gur r aSegret ar io GeneraleOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico OECD PHOTO / SILVIA THOMPSONA cu r ad iCur ator e, Duncan PollardCur at or e scient ifico, Rosamunde AlmondTeam editor iale, Emma DuncanMonique Grooten, Lisa HadeedBarney Jeffries, Richard McLellanRe vi s o r iChr is Hails (WWF Int er nat ional)J or gen Rander s (Nor wegian School of Management)Camilla Toulmin (Int er nat ional Inst it ut e for Envir onment and Development)Gr u p p o d i r e t t i voDan Barlow; Sar ah Bladen; Car ina Bor gst r m Hansson; Geoffr oy Deschut t er; Cr ist ina Eghent er; Monique Gr oot en; Lisa Hadeed; Kar en Luz; Duncan Pollar d; Tar a Rao; e Robin St affor d. Unr i n gr a zi a m e n t o s p e ci a l eper lulter ior e r evisione e i cont r ibut i va a Robin Abell; Keit h Alcot t ;Victor Ander son; Gr egor y Asner, Neil Bur gess; Monika Ber t zky; Ashok Chapagain; Danielle Chidlow; J ason Clay; J ean-Philippe Denr uyt er; Bill Fox; Rut h Fuller;Holly Gibbs; May Guer r aoui; Ana Guinea;J ohan van de Gr onden; Ginet t e Hemley; Richar d Holland; Lifeng Li; Colby Loucks; Gr et chen Lyons;Emily McKenzie; St uar t Or r; Geor ge Powell;Mark Powell; Taylor Ricket t s; St ephan Singer;Rod Taylor; David Tickner; Michele Thieme; Melissa Tupper; Bar t Ullst ein; Gr egor y Ver ut es; Bar t Wickel;e Nat ascha Zwaal.UNEP-WCMC (World Conser vat ion Monitor ing Cent r e)Car negie Airbor ne Obser vator y, Car negie Inst it ut ion for Science.Or ga n i zza zi o n ip a r t n e r sZo o l o gi ca l So ci e t y o f Lo n d o n :J onat han Loh;Ben Collen; Louise McRae; St efanie Deinet ;Adr iana De Palma; Robyn Manley; J onat han E.M. Baillie.Gl o b a l Fo o t p r i n tNe t wo r k :Ander s Reed; St even Goldfinger; Mat his Wacker nagel;David Moor e; Kat sunor i Iha; Br ad Ewing; J ean-Yves Cour tonne; J ennifer Mit chell; Pat i Poblet e.Ed i zi o n ei t a l i a n aacu r ad iEva Alessi; Gianfr anco BolognaTr a d u zi o n ed iPat r izia Zar at t iI m p a gi n a zi o n eLet r - RomaConcept and design by Ar t hur St eenHor neAdamsonISBN 978-2-940443-08-6WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 4 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 5CONCENTRARSI SUL FUTUROIl Living Planet Repor t mette in relazione lIndice del pianeta vivente una misura dello stato di salute della biodiversit mondiale con lImpronta ecologica e lImpronta idrica, misure della pressione antropica sulle risorse naturali della Terra.Tali indicator i dimost rano chiaramente che la spint a senza precedent i alla r icchezza e al benessere degli ult imi 40 anni st a esercit ando una pressione insostenibile sul nost ro pianet a. LImpront a ecologica indica che dagli anni 60 le pressioni ant ropiche sulla nat ura sono raddoppiate, ment re lIndice del pianet a vivente r ileva una diminuzione del 30% dello st ato di salute di quelle specie che sono alla base dei ser vizi ecosistemici da cui dipendiamo.La rapida crescit a economica ha causato una sempre maggiore domanda delle r isorse necessar ie per aliment azione, energia, t raspor t i, prodot t i elet t ronici, spazi in cui vivere e in cui smalt ire r iut i, soprat t ut to il biossido di carbonio der ivante dai combust ibili fossili. Mano a mano che queste r isorse non vengono pi t rovate allinter no dei conni nazionali, esse vengono r icercate in alt re par t i del mondo. Gli effet t i sono chiaramente visibili negli Indici del pianet a vivente del mondo t ropicale e dei Paesi pi pover i, ent rambi diminuit i del 60% dal 1970. Le implicazioni appaiono evident i. Le nazioni r icche devono t rovare un modo per vivere sulla Ter ra in maniera pi sostenibile, r iducendo drast icamente la propr ia impront a, soprat t ut to per quanto r iguarda lut ilizzo dei combust ibili fossili. Anche le economie in rapida ascesa devono individuare un nuovo modello di sviluppo, che consent a loro di cont inuare ad accrescere il livello di benessere dei loro abit ant i in maniera sostenibile per il pianet a.Ci pone domande in mer ito alle modalit di adat t amento dei nost r i st ili di vit a e a una nuova denizione di sviluppo che includa limperat ivo di t utelare le r isorse nat urali, vivere ent r i i conni delle loro capacit r igenerat ive e apprezzare il reale valore dei beni e ser vizi che esse ci for niscono. La cr isi economica degli ult imi due anni ha for nito unoppor t unit per r imet tere in discussione gli at teggiament i alla base dellut ilizzo delle r isorse nat urali globali. FOLKE WULF / WWF - CANONLiniziat iva TEEB (The Economics of Ecosystems and Biodiversit y) st a focalizzando lat tenzione sui beneci economici mondiali della biodiversit , evidenziando i sempre maggior i cost i connessi alla perdit a di biodiversit e al degrado degli ecosistemi. Il Programma delle Nazioni Unite per lAmbiente (UNEP) e lOCSE st anno promuovendo st renuamente leconomia eco-sostenibile. Un numero crescente di pescator i, di produt tor i di legname, soia e olio di palma e di mult inazionali st a operando per rendere sostenibili le propr ie at t ivit . Inolt re, 1 miliardo di persone, in 128 Paesi, ha sostenutola necessit di un cambiamento prendendo par te alliniziat iva Ear t h Hour 2010.Ci t roviamo davant i a numerose sde non ult ima, quella di soddisfare le r ichieste di una popolazione mondiale in cont inua crescit a. Queste sde non fanno che sot tolineare ulter ior mente limpor t anza di separare net t amente lo sviluppo dalle crescent i pressioni sulle r isorse nat urali. necessar io t rovare nuovi modi per r icavare sempre di pi da meno r isorse. Cont inuare a consumare le r isorse della Ter ra pi rapidamente di quanto essa r iesca a r igenerarle signica dist r uggere i sistemi dai quali dipendiamo. Dobbiamo imparare a gest ire le r isorse in maniera e quant it compat ibili con la nat ura.James P. LeapeDiret tore GeneraleWWF Inter nazionaleWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 6 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 7SOMMARIO ESECUTIVO20 10 La n n o i n t e r n a zion a led e l lab io d i ve r s it Lanno in cui si cont inuano a scopr ire nuove specie, ma vivono pi t igr i in cat t ivit che in liber t . Lanno in cui il 34% degli amminist rator i delegat i delle societ dellAsia-Pacico e il 53% di quelli dellAmer ica Lat ina ha manifest ato preoccupazioni relat ivamente allimpat to della perdit a di biodiversit sulle prospet t ive di crescit a della propr ia at t ivit economica, a paragone del 18% degli amminist rator i delegat i dellEuropa occident ale (PwC, 2010). Lanno in cui 1,8 miliardi di persone ut ilizza Inter net, ma 1 miliardo di per sone non ha ancora accesso a una for nit ura adeguat a di acqua pot abile. Quest anno, come mai pr ima, la biodiversit st at a al cent ro dellat tenzione mondiale, analogamente a quanto avvenuto per lo sviluppo dellumanit , con una prossima revisione degli Obiet t ivi del Millennio. Ci rende par t icolar mente oppor t una quest a ot t ava edizione del Living Planet Repor t del WWF. Grazie a un ampio set di indicator i complement ar i, il rappor to document a i cambiament i avvenut i nella biodiversit , negli ecosistemi e nel consumo delle r isorse nat urali da par te dellumanit ed esplora le r ipercussioni di t ali cambiament i sul fut uro della salute, della r icchezza e del benessere umano. At t ualmente, viene impiegat a una vast a gamma di indicator i per delineare lo st ato della biodiversit , le pressioni esercit ate su di essa e le r isposte adot t ate per fare fronte a quest i trend (Butchar tet al., 2010, CBD, 2010). Una delle misure a pi lungo ter mine sullandamento della biodiversit mondiale, lIndice del pianet a vivente (LPI), most ra un trend che r imasto inalterato dal pr imo Living Planet Repor t del 1998: una diminuzione globale di circa il 30% fra il 1970 e il 2007 (g. 1). I trend delle popolazioni di specie t ropicali e temperate divergono for temente: lindice LPI t ropicale diminuito di circa il 60%, ment re quello temperato aument ato di circa il 30%. La causa di quest i trend cont rast ant i r iet te le differenze fra le velocit e i tempi di cambiamento nellut ilizzo del suolo e, di conseguenza, di perdit a di habit at, nelle zone temperate e in quelle t ropicali. Laumento dellindice LPI delle zone temperate a par t ire dal 1970 pu essere dovuto a una base di par tenza infer iore 1 ANNO E MEZZO NECESSARIOPER GENERARELE RISORSE RINNOVABILI UTILIZZATE NEL 2007e al fat to che le popolazioni di specie siano in r ipresa grazie a un maggiore cont rollo dellinquinamento, a una migliore gest ione dei prodot t i di scar to, a miglior i qualit di acqua e ar ia, a un aumento della coper t ura forest ale e/ o al maggior impegno nel campo della conser vazione, per lo meno in alcune regioni temperate. Di cont ro, lindice LPI t ropicale par te da una base pi alt a e r iet te i cambiament i su larga scala degli ecosistemi che, in queste regioni, sono progredit i ininter rot t amente dal 1970, con un peso complessivo negat ivo maggiore di quello posit ivo dovuto agli sfor zi di conser vazione. Fi g .1: I n d i ced e lp i a n e t av i v e n t e .Lindice globale mostra che fra il 1970 e il 2007le popolazioni di speciedi vertebrati sono diminuite di quasi il 30%. (ZSL/ WWF, 2010)Fi g .2: I m p r o n t ae co l o g i c ag l o b a l e . Fra il 1961 e il 2007,la pressione antropica sulla biosfera pi che raddoppiata(Global Foot pr int Net work, 2010)0,00,20,40,60,81,21,41,61,01970 1980 1990 2000 20070,00,20,40,60,81,21,41,61,01961 1971 1981 1991 2001 2007Indice del pianet a vivent e globaleImpr ont a ecologica globaleIndice del pianeta vivente (1970=1)Numero di pianetiAnnoAnnoBiocapacit mondialeWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 8 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 9LImpront a ecologica misura la super cie di ter ra e di acqua, produt t ive dal punto di vist a biologico, necessar ie alla produzione delle r isorse r innovabili che le persone ut ilizzano e comprende lo spazio necessar io per le infrast r ut t ure e la veget azione per assorbire il biossido di carbonio immesso (CO2). Anche essa most ra un t rend di crescit a cost ante (g. 2). Nel 2007, lult imo anno per cui sono disponibili dat i, lImpront a ha superato la biocapacit della Ter ra la super cie realmente disponibile per la produzione di r isorse r innovabili e lassorbimento della CO2 del 50%. In generale, dal 1966 lImpront a ecologica dellumanit raddoppiat a. Questo incremento del sovrasfr ut t amento ecologico ampiamente at t r ibuibile allImpront a di carbonio aument at a 11 volte dal 1961 e di poco pi di un ter zo dalla pubblicazione del pr imo Living Planet Repor t nel 1998. Tut t avia, le impronte r isult ano t ut te diverse luna dallalt ra e sussistono enor mi differenze fra i var i paesi, in par t icolare fra quelli a diversi livelli economici e di sviluppo. Quindi, per la pr ima volt a, quest a edizione del Living Planet Repor t prende in esame come lImpront a ecologica cambiat a nel tempo nelle diverse regioni polit iche, per quanto r iguarda sia le dimensioni sia il cont r ibuto di ciascuna componente dellImpront a stessa.LImpront a idr ica della produzione for nisce una seconda misurazione della pressione ant ropica sulle r isorse r innovabili e most ra come at t ualmente 71 paesi st iano sper iment ando uno stress sulle r isorse di acque blu, ovvero le r isorse idr iche ut ilizzate e non rest it uite e come, in circa due ter zi di quest i paesi, t ale st ress sia quant icato fra il moderato e il grave. Ci compor t a profonde implicazioni per la salute degli ecosistemi, la produzione aliment are e il benessere umano, che pot rebbero venire esacerbate dai cambiament i climat ici.Lindice LPI, lImpront a ecologica e lImpront a idr ica della produzione tengono sot to cont rollo i cambiament i nella salute degli ecosistemi e la pressione umana sugli ecosistemi, ma non for niscono infor mazioni sullo st ato dei ser vizi ecosistemici, i beneci che lumanit ot t iene dagli ecosistemi e dai quali dipendono le at t ivit umane. Per la pr ima volt a, quest a edizione del Living Planet Repor t comprende due dei miglior i indicator i per i ser vizi ecosistemici a livello globale: lo stoccaggio ter rest re del carbonio e la for nit ura di acqua pot abile. Sebbene t ali indicator i necessit ino di ulter ior i sviluppi e r init ure, nondimeno cont r ibuiscono a chiar ire come la nat ura debba essere preser vat a nellinteresse dellumanit stessa, per non parlare di quello della biodiversit .Come nei rappor t i precedent i, viene presa in esame la relazione fra sviluppo e Impront a ecologica e vengono denit i i cr iter i minimi di sostenibilit , sulla base della biocapacit disponibile e dellIndice di sviluppo umano. Quest a analisi indica che possibile, per i paesi, soddisfare quest i cr iter i, anche se rappresent a una grande sda.Inolt re, per la pr ima volt a, questo rappor to prende in esame i trend della biodiversit sulla base del reddito nazionale, evidenziando come, nei paesi a basso reddito, il t asso di perdit a della biodiversit r isult i allar mante. Ci compor t a gravi implicazioni per gli abit ant i di t ali nazioni: bench lumanit intera dipenda dai ser vizi ecosistemici per il propr io benessere, gli impat t i del degrado ambient ale r icadono pi diret t amente sulle popolazioni pi povere e vulnerabili. Pr ivate dellaccesso ad acqua pot abile, a suolo e aliment i in quant it adeguate, a combust ibili e mater ie pr ime, le popolazioni pi vulnerabili non r iescono a uscire dallo st ato di pover t e raggiungere il benessere.Por re ne al sovrasfr ut t amento ecologico r isult a dunque essenziale per garant ire una for nit ura di ser vizi ecosistemici e, di conseguenza, per la salute, la prosper it e il benessere fut ur i dellumanit . Grazie al nuovo Calcolatore degli scenar i dellimpront a, messo a punto dal Global Foot pr int Net work (GFN), questo rappor to present a diversi scenar i fut ur i, basat i sulle different i var iabili relat ive al consumo delle r isor se, allut ilizzo del suolo e alla produt t ivit . In uno scenar io Business As Usual (BAU) le prospet t ive sono negat ive: anche in base alle pi modeste proiezioni ONU in fat to di crescit a di popolazione, consumi e cambiament i climat ici, ent ro il 2030 lumanit necessiter della capacit di due pianet i Ter ra per assorbire il biossido di carbonio immesso e fare fronte al consumo delle r isorse nat urali. Gli scenar i alter nat ivi, basat i su diversi schemi di consumo e mix energet ici, most rano le azioni immediate in grado di colmare il divar io fra lImpront a ecologica e la biocapacit e anche alcuni dilemmi e decisioni che esse compor t ano. Le infor mazioni r ipor t ate in questo rappor to rappresent ano solo linizio. Per garant ire un fut uro, con t ut t a la sua complessit , alle generazioni che ver ranno, necessar io che gover ni, imprese e singole persone t rasfor mino immediat amente t ali fat t i e cifre in azioni e polit iche, prevedendo fut ure oppor t unit e ost acoli nel percorso verso la sostenibilit . Solo r iconoscendo il r uolo cent rale della nat ura nella salute e nel benessere dellumanit saremo in grado di proteggere gli ecosistemi e le specie da cui t ut t i noi dipendiamo. 71I PAESI LE CUI RISORSE IDRICHE BLU SONO SOTTOPOSTE A STRESS2I PIANETI TERRA NECESSARI ENTRO IL 2030WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 10 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 11INTRODUZIONELimmensa var iet di specie vivent i sulla Terra cost it uisce una reale meraviglia. Inoltre, tale biodiversit consente allumanit non solodi sopravvivere, ma anche di vivere bene.Le piante, gli animali e i microrganismi for mano complesse ret i interconnesse di ecosistemi e habit at che, a loro volt a, for niscono una mir iade di ser vizi ecosistemici dai quali dipende la vit a (vedere Box: ser vizi ecosistemici). Anche se la tecnologia in grado di sost it uire alcuni di quest i ser vizi e fare fronte al loro degrado, alt r i r isult ano insost it uibili.Se r vi zi e co s i s t e m iciI ser vizi ecosistemici sono i benefici che lumanit r icavadagli ecosistemi (Millennium Ecosystem Assessment, 2005). Essi comprendono: s e r vi zi d i a p p r ovvigion a m e n t o:beni ot tenut i diret t amente dagli ecosistemi (es. aliment i, medicine, legname, fibre, biocombust ibili); s e r vi zi d i r e gola zion e:i benefici ot tenut i dalla regolazione dei processi nat urali (es. filt raggio dellacqua, decomposizione dei prodot t i di scar to, regolazione del clima, impollinazione dei raccolt i, cont rollo di alcune patologie umane); s e r vi zi d i s u p p or t o:la regolazione delle funzioni e dei processi ecologici basilar i necessar i alla for nit ura di t ut t i gli alt r i ser vizi ecosistemici (es. ciclo dei nut r ient i, fotosintesi, for mazione del suolo); s e r vi zi cu lt u r a l i:i benefici psicologici ed emozionali der ivant i dalla relazione fra il genere umano e gli ecosistemi (es. at t ivit r icreat ive cult urali, estet iche e spir it uali).Fi g .3: Interconnessioni fra persone, biodiversit, salute degli ecosistemi e fornitura dei servizi ecosistemici.Compr endere le inter azioni r affigur ate in fig. 3 r isult a fondament ale per conser vare la biodiver sit e la salutedegli ecosistemi e, di conseguenza, salvaguardare sicurezza, salute e benessere fut ur i delle societ umane.Perdita di habitatSovra-sfruttamentoCambiamenticlimaticiSpecie invasiveInquinamentoMarinoServizi diregolazioneServiziculturaliAcqua dolceServizi diapprovvigionamentoTerrestreServizidi supportoAgricoltura,silvicolturaCacciae pescaEnergia,trasportiEfficienzadelle risorse (tecnologia)Consumi PopolazioneCauseCauseindir et t e/Set tor i dellimpr ont aPr essioni sulla biodiver sit St ato della biodiver sit globaleImpat to sui ser vizi ecosistemiciLegenda:Urbanizzazione,industriee attivitminerarieRisorseidricheWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 12 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 13Tut te le at t ivit umane ut ilizzano i ser vizi ecosistemici, ma possono anche esercit are for t i pressioni sulla biodiversit che suppor t a t ali ser vizi. Le cinque maggior i pressioni diret te sono:per d it a , a lt er a zion e e fr a m men t a zion e degli h abit at : principalmente tramite conversione del suolo a scopo agricolo, industriale, urbano o per pratiche di acquacoltura; attivit minerarie e altri cambiamenti apportati ai sistemi fluviali per irrigazione, energia idroelettrica o regolazione del flusso; attivit di pesca dannose;sovr a sfr ut t a men t o delle popola zion i d i specie selvat iche:cattura di animali e raccolta di piante, per ricavarne alimenti, materiali o medicine, a un tasso superiore alla capacit riproduttiva della popolazione;in qu in a men t o: derivante soprattutto dallimpiego eccessivo di pesticidi in agricoltura e acquacoltura, dagli effluenti urbani e industriali e dagli scarti delle attivit minerarie;ca mbia men t i climat ici: causati dallinnalzamento nellatmosfera dei livellidei gas a effetto serra legati principalmente alla combustione di combustibili fossili, alla deforestazione e ai processi industriali;specie in va sive: specie introdotte, deliberatamente o accidentalmente, in una regione del globo diversa da quella di provenienza, che diventano competitrici, predatrici o parassite di quelle native. In gran par te, queste minacce der ivano dalla domanda ant ropica di aliment i, bevande, energia e mater ie pr ime olt re che dallesigenza di spazi per cit t , paesi e infrast r ut t ure. Quest a domanda viene soddisfat t a ampiamente da pochi set tor i chiave: agr icolo, forest ale, pesca, minerar io, indust r iale, idr ico ed energet ico. Insieme, quest i set tor i for mano le cause indiret te della perdit a di biodiversit . Le dimensioni del loro impat to sulla biodiversit dipendono da t re fat tor i: numero tot ale di consumator i, o popolazione; quant it consumat a da ogni persona; efcienza con la quale le r isorse nat urali vengono conver t ite in beni e ser vizi.La perdit a di biodiversit pu causare lo st ress o il degrado degli ecosistemi, no anche al collasso. Ci met te a r ischio la for nit ura cont inuat a di ser vizi ecosistemici che, di cont ro, minaccia ulter ior mente la biodiversit e la salute degli ecosistemi stessi. La dipendenza della societ umana dai ser vizi ecosistemici rende la perdit a di t ali ser vizi una grave minaccia per il benessere e lo sviluppo fut uro di t ut t a lumanit nel mondo.5LE PRINCIPALI MINACCE ALLA BIODIVERSITAr ee pr ot et t e e ser vizi ecosist em ici Le aree protette possiedono un ruolo cruciale nel garantire il funzionamento degli ecosistemi e la fornitura dei servizi ecosistemici, dei quali beneciano le comunit situate allinterno di tali zone, negli ecosistemi circostanti e in tutto il mondo. Per esempio, le aree marine protette possono salvaguardare la fornitura di cibo per le comunit locali, garantendo la sostenibilit dellattivit di pesca. Le aree terrestri protette possono garantire una fornitura regolare di acqua potabile. Per preservare totalmente la biodiversit che supporta i servizi ecosistemici necessario creare, in tutto il mondo, una rete di aree protette e a utilizzo sostenibile coerente dal punto di vista ecologico. Una delle principali caratteristiche di una rete ecologica consiste nel creare e mantenere le condizioni ambientali necessarie per la conservazione a lungo termine della biodiversit per mezzo di quattro azioni: salvaguardare un insieme di habitat abbastanza grandi e di qualit sufciente a sostenere le popolazioni di specie allinterno di aree chiave; consentire la mobilit da unarea allaltra per mezzo di corridoi ecologici;proteggere le reti ecologiche dalle attivit potenzialmente dannose e dagli effetti dei cambiamenti climatici per mezzo delle cosiddette zone cuscinetto;promuovere forme sostenibili di utilizzo del suolo allinterno delle aree a utilizzo sostenibile.Lintegrazione fra conservazione della biodiversit e utilizzo sostenibile costituisce un punto fondamentale del creare e conservare reti ecologiche. Queste possono contribuire alla riduzione della povert, migliorando gli stili di vita. Un esempio costituito dal Vilcabamba-Amboro Conservation Corridor in Per ed Ecuador, dove si deciso di sostenere imprese economiche a basso impatto, attivit di caccia sostenibili e sviluppo dellecoturismo. Ugualmente, nel Terai Arc Landscape nellHimalaya orientale, ai pastori sono stati offerti corsi didattici e sussidi per la costruzione di recinti per il bestiame, unitamente a cucine efcienti dal punto di vista del combustibile e impianti a biogas.Le reti ecologiche possono anche contribuire alladattamento ai cambiamenti climatici, riducendo la frammentazione ecologica e migliorando la qualit ecologica delle aree a utilizzo multiplo. Fra gli esempi, il Gondwana Link in Australia sudoccidentale e lecoregione da Yellowstone allo Yukon.133.000LE AREE PROTETTE NEL 2009WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 14 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 17Co s t aRicaNelle colt ivazioni di caff del Cost a Rica, sit uate 1 km allinter no della forest a, le specie impollinat r ici forest ali aument ano del 20%il raccolto di caff e ne migliorano del 27%la qualit . I ser vizi dimpollinazione di due aree forest ali hanno fr ut t ato a una azienda Agr icola del Cost a Rica un reddito di 60.000 dollar i lanno una cifra paragonabile ai r icavi previst i da ut ilizzi concor rent i di suolo (Ricket t s et al., 2004). Circa il 75%delle 100 pr incipali colt ure a livello mondiale fa afdamento sugli impollinator i nat urali. Esistono sempre maggior i evidenze di come le diverse comunit di impollinator i offrano ser vizi di impollinazione miglior i e pi st abili; t ut t avia, lintensicarsi delle prat iche agr icole e la perdit a di foreste possono met tere a r ischio queste specie (Klein et al., 2007). Ecu a d orOlt re l80%delle r isorse idr iche di Quito, la capit ale dellEcuador, proviene da t re zone protet te (Goldman 2009). Alcune di queste aree protet te, incluse quelle nei pressi di Quito (Goldman et al., 2010), sono minacciate dalle at t ivit umane, fra cui la cost r uzione di infrast r ut t ure per la for nit ura idr ica, la conversione dei ter reni ad opera di cont adini e allevator i e il t aglio di alber i. In generale, circa un ter zo delle 105 maggior icit t del mondo r icava una par te signicat iva della propr ia for nit ura di acqua pot abile diret t amente da zone protet te (Dudley e Stolton, 2003).Ca m e r u nAlcuni boschi e alber i che si t rovano nelle foreste del Camer un sudor ient ale possiedono un impor t ante valore spir it uale per la popolazione Baka (pigmei). I Baka seguono un complesso sistema religioso che comprende ladozione di un dio personale, nelladolescenza, e la venerazione di alcuni luoghi par t icolar i boschi e alber i allinter no della forest a. Consent ire a un profano di ent rare in unarea sacra in cont rasto con le loro credenze e ci cont r ibuisce a proteggere la fauna e la ora selvat iche in t ali zone (Dudley et al., 2005, Stolton, Barlow, Dudley e Laurent, 2002).Nor ve gi aUna sost anza prodot t a dai microrganismi del suolo, isolat a in Nor vegia, viene impiegat a nella prevenzione delle cr isi di r iget to degli organi t rapiant at i (Laird et al., 2003). Tale composto viene ut ilizzato per produr re il Sandimmun, uno dei medicinali pi vendut i al mondo nel 2000.Olt re met degli at t uali compost i medici di sintesi provengono da precursor i nat urali, fra cui medicine note come laspir ina, la digit ale e il chinino. I compost i nat urali est rat t i da animali, piante e microrganismi cont inuano a possedere un r uolo impor t ante nella creazione di nuovi medicinali per il t rat t amento delle patologie umane (MEA/ WHO 2005, Newman et al., 2003).Sr i La n k aLarea paludosa di Mut hurajawela Marsh (Sr i Lanka) for nisce una ser ie di ser vizi relat ivi alle acque dolci, fra cui il t rat t amento delle acque di scar ico indust r iali e domest iche. Alt r i ser vizi for nit i dallarea paludosa comprendono lat tenuazione delle inondazioni, la for nit ura di legna da ardere, le at t ivit r icreat ive e la for nit ura di acqua pot abile, valut at i complessivamente in una cifra par i a circa 7,5 milioni di dollar i lanno (WWF, 2004). Alt re zone umide for niscono ser vizi simili ma, dal 1900, olt re la met delle zone umide del pianet a scomparsa (Barbier, 1993).I n d on e s i aSi calcola che nelle torbiere della provincia di Riau (Sumatra) vengano stoccate 14,6 miliardi di tonnellate di carbonio il pi grande quantitativo di carbonio in Indonesia. Le torbiere sono in grado di immagazzinare 30 volte pi carbonio delle foreste tropicali che vi crescono sopra, ma questa capacit di stoccaggio dipende dalla salute di tali foreste. Negli ultimi 25 anni, Riau ha perso 4 milioni di et tari delle sue foreste, pari al 65%. La maggior par te di questa perdita stata causata dalla creazione di piantagioni industriali di palma da olio e legname per car tiere. Fra il 1990 e il 2007, a Riau le emissioni totali dovute al cambiamento duso del suolo hanno raggiunto 3,66 miliardi di tonnellate di CO2. Questa cifra supera le emissioni totali annue di CO2 dellintera Unione europea nel 2005. I n d on e s i aLe comunit che vivono vicino alla forest a vergine di Flores present ano una r iduzione signicat iva dei casi di malar ia e di dissenter ia r ispet to alle comunit pr ive di foreste vergini nelle vicinanze (Pat t anayak, 2003) La deforest azione st at a collegat a a un aumento della quant it o della var iet delle popolazioni o specie di moscer ini e/ o a cambiament i nel loro ciclo vit ale che aument ano la loro capacit di fungere da vet tor i della malar ia; ci non solo in Asia, ma anche in Afr ica (Afrane, et al., 2005, 2006 e 2007).Si calcola che ogni anno nel mondo si verichino 247 milioni di casi di malaria (dati del 2006), che causano circa 880.000 mor ti, soprat t ut to fra i bambini africani (OMS, 2008). Dato che allo stato at t uale non esistono cure realmente afdabili, il miglior modo per evitare la patologia consiste nellevitare di essere punti da inset ti infet ti.2165374COLLEGARE LA BIODIVERSIT ALLE PERSONEIMPOLLINAZIONEDELLE COLTURE:Nelle colt ivazioni di caffdel Cost a Rica, sit uate 1 km dent r o la for est a, gli impollinator i for est ali aument ano del 20%il r accolto di caff e ne miglior ano del 27%la qualit . VALORI SPIRITUALI:Alcuni boschi e alber i par t icolar i che si t r ovano nelle for est e del Camer un sudor ient ale possiedonoun impor t ant e valor e spir it uale per la popolazioneBaka (pigmei).FORNITURA IDRICA:Olt r e l80%delle r isor se idr iche di Quito, la capit ale dellEcuador, pr ovieneda t r e zone pr ot et t e.2Ma p p a1: Rappresentazione della dipendenza dellumanit dalla biodiversit13REGOLAZIONEDELLE PATOLOGIE:Le comunit che vivono vicino alla for est a ver gine di Flor es Island (Indonesia) pr esent ano una r iduzione significat ivadei casi di malar iae di dissent er ia r ispet toalle comunit vicino a for est e violat e.TRATTAMENTODELLE ACQUE DI SCARICO:Lar ea paludosa di Mut hur ajawela Mar sh (Sr i Lanka) for nisceuna ser ie di ser vizi r elat ivialle acque dolci,fr a cui il t r at t amentodelle acque di scar ico indust r ialie domest iche. FORNITURA DI MEDICINALI:Una sost anza pr odot t ada micr or ganismo del suolo, isolato in Nor vegia, viene impiegat a nella pr evenzionedel r iget to degli or ganiin seguito a t r apiant i.RIDUZIONE DEGLI IMPATTIDEI CAMBIAMENTI CLIMATICI:Si calcola che nelle torbier edella pr ovincia di Riau (Sumat r a) vengano stoccat e 14,6 miliar di di tonnellat e di carbonio il pi gr ande quant it at ivodi carbonio in Indonesia.6574Il Living Planet Repor t ut ilizza un insieme di indicator i permonitorare la biodiver sit , la domanda dellumanit sulle r isor se r innovabili e i ser vizi ecosistemici. LIndice del pianet a vivente (Living Planet Index, LPI) r iet te i cambiament i nella salute degli ecosistemi del pianet a, t r acciando i trend delle popolazioni di mammifer i, uccelli, pesci, r et t ili e anbi. LImpr ont a ecologica r ileva la pr essione umana sugli ecosistemi misur ando la super cie di ter r a e di acqua, pr odut t ive dal punto di vist a biologico, necessar ie a pr odur r e le r isor se r innovabili che le per sone ut ilizzano e ad assorbir e il biossido di carbonio (CO2) gener ato dalle at t ivit umane. LImpr ont a idr ica di pr oduzione misur a lut ilizzo delle r isor se idr iche nei diver si paesi. Le mappe dei ser vizi ecosistemici for niscono infor mazionisulla lor o localizzazione e ut ilizzo e consentono unanalisi volt a a individuar e le ar ee in cui essi possiedono maggior valor e o in cui il lor o degr ado causer ebbe danni maggior i alle popolazioni.Foto: alla ne di marzo, nel Monarch Buttery Reserve (Messico centrale), la farfalla monarca (Danaus plexippus) inizia la sua migrazione verso Stati Uniti e Canada. Il WWF, in collaborazione con il Mexican Fund for the Conservation of Nature, opera per proteggere e ripristinare gli habitat invernali di questo insetto, aiutando le comunit locali a costruire vivai forestali e fornendo fonti di reddito.CAPITOLO 1: LO STATODEL PIANETA~ EDWARD PARKER / WWF-CANONWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 20 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 21MONITORARE LA BIODIVERSIT: LINDICE DEL PIANETA VIVENTELIndice del pianet a vivente (LPI) r iet te i cambiament i nello st ato di salute degli ecosistemi del pianet a, valut ando landamento (o trend) di circa 8.000 popolazioni di specie di ver tebrat i. In maniera analoga a un indice del mercato azionar io, che t raccia il valore nel tempo di alcune azioni sot to for ma dellinsieme delle loro ut t uazioni gior naliere, lIndice del pianet a vivente calcola il t asso annuale di cambiamento di ciascuna popolazione di specie t ra quelle considerate (esempi di popolazioni sono most rat i in g. 5). Lindice calcola poi i cambiament i medi annuali di t ut te le popolazioni dal 1970, anno in cui ha avuto inizio la raccolt a dei dat i, no al 2007, lult imo anno per cui i dat i sono disponibili (Collen et al., 2009; fare r ifer imento allAppendice per maggior i det t agli).I n d ice d e l p i a n e t avi ve n t e:glob a leLult imo LPI globale indica una diminuzione di circa il 30% fra il 1970 e il 2007 (g. 4). Si basa sui trend di 7.953 popolazioni di 2.544 specie di mammifer i, uccelli, ret t ili, anbi e pesci (Appendice, t abella 1), un set di dat i molto pi ampio dei precedent i Living Planet Repor t (WWF, 2006, 2008d). Fi g .4 : I n d i ced e lp i a n e t av i v e n t e g l o b a l e .LIndice mostra un declino di circa il 30% dal 1970al 2007, sulla base di 7.953 popolazioni di 2.544 specie di uccelli, mammiferi, anfibi, rettili e pesci.0,00,20,40,60,81,01,21970 1980 1990 2000 2007Indice del pianet a vivent e globaleLimit i di condenzaLegenda:Indice del pianeta vivente (1970=1)AnnoCapitolo 1: Lo stato del pianeta0 -10% 10% 20% 30% 40% 50% -20% -30% -40% -50% -60%-aI,!X a1||J1| J|| J|1ak|k l-lI-l,aX!k1!k1Jak ||J!JJ!!-ll-,!XJJk|J Jk||1kJ!!a-l!-I,IXk|Jk!1J |J||aa|1JJJ!I!-la-|,|X |k1|JJ J| |k1\ J!|J-lJ -a,X !J11J 1JJJ!IJ-l! ,|XJ|k |J||J1JJ J!|-la I,IX||||k1!| k|1||k1J J!I-l|J,!X !J1|J1| k!|k1!||J J!!J-lJJI,JX |k!J1J |J1J|J J!||-J!!Legenda:Fi g.5: Lindice LPI si calcola dai t rend nelle popolazioni delle singole specie. Come illustrato nella figura, nel periodo di controllo alcune popolazioni sono aumentate e altre diminuite. In generale, il numero di popolazioni in decrescita maggiore di quello delle popolazioni in aumento e, di conseguenza, lIndice mostra una globale diminuzione. Castoro europeo (Castorfiber) in PoloniaStor ione at lant ico (Acipenseroxyrinchus oxyrinchus) ad Alberarle Sound, USAOca collorosso (Branta ruficollis) sulla cost a del Mar NeroElefante afr icano (Loxodonta africana) in Uganda Tonno rosso (Thunnus thynnus) nellOceano At lant ico cent roccident aleAlbat ro fuligginoso (Phoebetria fusca) sullIsola di PossessionSqualo balena (Rhincodon typus) nella bar r iera corallina di Ningaloo, Aust raliaTar t ar uga liuto (Dermochelys coriacea)nel Las Baulas Nat ional Park, Cost a RicaGr ifone del bengala (Gyps bengalensis) a Toawala, Pakist anCar ib di Pear y (Rangifertarandus pearyi) nellAr t ico set tent r ionale canadeseVar iazione annuale della popolazione (in per cent uale)WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 22 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 23I n d i ced e l p i a n e t avi ve n t e:zon at r op i ca leezon at e m p e r a t aLIndice del pianet a vivente globale (LPI)raggr uppa due indici LPI della zona temperat a (che comprende anche le specie polar i) e LPI della zona t ropicale; ent rambi gli indici possiedono ugual peso. LIndice della zona t ropicale prende in esame le popolazioni di specie ter rest r i e dacqua dolce present i nei reami Afrot ropicale,Indo-Pacico e Neot ropicale e le popolazioni di specie mar ine della zona compresa fra i Tropici del Cancro e del Capr icor no. LIndice della zona temperat a include le popolazioni di specie ter rest r i e dacqua dolce dei reami Palear t ico e Near t ico e le popolazioni di specie mar ine a nord o a sud dei t ropici. In ognuno di quest i due indici, st ato dato egual peso ai t rend generali delle popolazioni di specie ter rest r i, di acqua dolce e mar ine.I trend delle popolazioni di specie t ropicali e temperate diver gono for temente: in meno di 40 anni, lindice LPI della zona t ropicale diminuito di circa il 60%, ment re quello della zona temperat a aument ato del 29% (g. 6). Quest a differenza r isult a evidente per mammifer i, uccelli, anbi e pesci, per le specie ter rest r i, mar ine e dacqua dolce (gg. 7-9) e in t ut t i i reami biogeograci t ropicali e temperat i (gg. 10 -14). Tut t avia, ci non implica necessar iamente che gli ecosistemi temperat i si t rovino in uno st ato migliore di quelli t ropicali. Se lindice delle zone temperate facesse r ifer imento ai secoli passat i, invece che ai decenni, probabilmente most rerebbe un declino a lungo ter mine almeno delle stesse dimensioni di quello delle zone t ropicali in epoca recente, ment r e, precedentemente al 1970, un indice delle zone t ropicali a lungo ter mine most rerebbe un t asso infer iore. I dat i per gli anni precedent i al 1970 r isult ano insufcient i a calcolare in maniera accurat a le var iazioni nel tempo e, quindi, t ut t i gli indici LPI sono st at i impost at i su un valore uguale per il 1970.Pe r ch t u t t aq u e s t ad i f fe r e n zaf r ai l t r e n dd e l l azon at r op i ca leeq u e l lo d e l l azon at e m p e r a t a ?La spiegazione pi probabile si t rova nella differenza fra le velocit e i per iodi di tempo di cambiamento nellut ilizzo del suolo nelle zone temperat a e t ropicale e nelle velocit e nei per iodi di tempo di dist r uzione e degrado degli habit at, collegat i alle pr ime, che in tempi recent i rappresent ano la causa pr incipale di perdit a di biodiversit (MEA, 2005a). Per esempio, olt re la met dellestensione or iginar iamente calcolat a per le foreste di lat ifoglie st at a conver t it a in ter reni agr icoli, piant agioni forest ali e aree urbane pr ima del 1950 (MEA, 2005a). Di cont ro, ai t ropici la deforest azione e il 60%DECLINO DELLINDICE DEL PIANETA VIVENTE NELLA ZONA TROPICALE29%AUMENTO DELLINDICE DEL PIANETA VIVENTE NELLA ZONA TEMPERATA DAL 1970Capitolo 1: Lo stato del pianetaFi g.6: I n d i ced el p i a n et av i v e n t ed el l e z o n e t e m p e r a t ee t r o p i ca l e.Fra il 1970 e il 2001 lIndice della zona temperata mostra un incrementodel 29%, mentre quello della zona tropicaleun declino di oltre il 60% (WWF/ ZSL, 2010). cambiamento duso del suolo hanno subito unaccelerazione solo dopo il 1950 (MEA, 2005a). Non per t ut te le t ipologie di habit at sono disponibili dat i sullandamento dellestensione, ma quelli delle foreste t ropicali e temperate r isult ano probabilmente indicat ivi di trend in alt r i t ipi di habit at , fra cui quelli dacqua dolce, cost ier i e mar ini. quindi probabile che molte specie delle zone temperate abbiano subito limpat to dellespansione agr icola e dellindust r ializzazione molto pr ima del 1970 e che, di conseguenza, lindice LPI delle zone temperate par t a da una base gi r idot t a. Laumento dal 1970 in poi pu essere dovuto a una r ipresa di alcune popolazioni di specie, legat a a un migliore cont rollo dellinquinamento, della gest ione dei r iut i, della qualit dellar ia e dellacqua, a un aumento della coper t ura forest ale e/ o a maggior i sfor zi di conser vazione in alcune regioni temperate (vedere i reami biogeograci, pag. 20). Di cont ro, lindice LPI t ropicale par te da una base pi alt a e r iet te i cambiament i su lar ga scala degli ecosistemi che, in queste regioni, sono progredit i ininter rot t amente dal 1970, con un peso negat ivo complessivo maggiore di quello posit ivo dovuto agli sfor zi di conser vazione. 0,00,20,40,60,81,01,21,41,61970 1980 1990 2000 2007Indice t emper atoLimit i di condenzaIndice t r opicaleLimit i di condenzaLegenda:Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 24 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 25I n d ice d el p i a n e t avi ve n t e:b iom i LI n d ice d e l p i a n e t avi ve n t e t e r r e s t r e comprende 3.180 popolazioni di 1.341 specie di uccelli, mammifer i, anbi e ret t ili che vivono in una vast it di habit at temperat i e t ropicali, fra cui foreste, pascoli e zone ar ide (sintet icamente r ipor t at i nella t ab. 2 dellAppendice). In generale, lindice LPI ter rest re diminuito del 25% (g. 7a). Lindice LPI t ropicale ter rest re diminuito di quasi il 50% dal 1970, ment re quello temperato ter rest re aument ato di circa il 5% (g. 7b). Fi g .7: I n d i ced e lp i a n e t av i v e n t e t e r r e s t r e . a) fra il 1970 e il 2007 lIndice globale terrestre mostra una diminuzione del 25% (WWF/ ZSL, 2010). b) lIndice terrestredella zona temperata mostra un aumentodi circa il 5%, mentre quello della zona tropicale una diminuzione di circa il 50% (WWF/ ZSL, 2010).0,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 20070,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 2007Indice t emper ato t er r est r eLimit i di condenzaIndicet r opicale t er r est r eLimit i di condenzaLegenda 7b:Legenda 7a:Indice t er r est r eLimit i di condenzaIndice del pianeta vivente (1970 = 1)Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoAnnoCapitolo 1: Lo stato del pianetaLI n d ice d e l p i a n e t avi ve n t e m a r i n o regist ra i cambiament i in 2.023 popolazioni di 636 specie di pesci, uccelli mar ini, t ar t ar ughe e mammifer i mar ini che vivono negli ecosistemi mar ini temperat i e t ropicali (t ab. 2 Appendice). Circa met delle specie di questo indice vengono ut ilizzate a scopo commerciale. In generale, lindice LPI mar ino diminuito del 24% (g. 8a). Gli ecosistemi mar ini most rano la maggiore discrepanza fra le specie delle zone t ropicali e quelle delle zone temperate: lindice LPI t ropicale mar ino diminuito di circa il 60%, ment re quello temperato aument ato di circa il 50% (g. 8b). Tut t avia, esistono dat i che dimost rano come, negli ult imi secoli, nelle specie mar ine e cost iere delle zone temperate si siano ver icate for t i decrescite a lungo ter mine (Lot ze et al., 2006, Thurst an et al., 2010) e come, di conseguenza, nel 1970 lIndice delle zone temperate sia par t ito da una base molto infer iore r ispet to a quella delle zone t ropicali. Fi g .8 : LI n d i ced e lp i a n e t av i v e n t e m a r i n o. a) fra il 1970 e il 2007 lIndice marino globale mostra una diminuzione del 24% (WWF/ ZSL, 2010). b) lIndice marino della zona temperata mostraun aumento di circail 50%, mentre quellodella zona tropicaleuna diminuzione di circail 60% (WWF/ ZSL, 2010). 0,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 20070,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 2007Indicet emper ato mar inoLimit i di condenzaIndice t r opicale mar inoLimit i di condenzaLegenda 8b:Indice mar inoLimit i di condenzaLegenda 8a:Indice del pianeta vivente (1970 = 1)Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoAnnoWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 26 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 27Fi g.9 : LI n d i ced el p i a n et av i v e n t e d el l e a cq u e d ol ci . a) fra il 1970 e il 2007 lIndice delle acque dolci globale mostrauna diminuzione del 35% (WWF/ ZSL, 2010).b) lIndice delle acque dolci della zona temperata mostra un aumentodel 36%, mentre quello della zona tropicaleuna diminuzione di circail 70% (WWF/ ZSL, 2010).LI n d ice d el p i a n e t avi ve n t e d el le a cq u e d olciregist ra i cambiament i in 2.750 popolazioni di 714 specie di pesci, uccelli, ret t ili, anbi e mammifer i che vivono negli ecosistemi dacqua dolce delle zone temperate e t ropicali (t ab. 2 Appendice). Fra il 1970 e il 2007, lIndice LPI globale delle acque dolci diminuito del 35%, una r iduzione maggiore di quella regist rat a dagli Indici del pianet a vivente mar ino o ter rest re globali (g. 9a). LIndice del pianet a vivente delle acque dolci delle zone t ropicali diminuito di quasi il 70%, la percent uale maggiore fra quelle degli Indici del pianet a vivente basat i su biomi, ment re lIndice del pianet a vivente delle acque dolci delle zone temperate aument ato del 36% (g. 9b).0,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 20070,00,51,01,52,01970 1980 1990 2000 2007Indice t emper ato delle acque dolciLimit i di condenzaIndice t r opicaledelle acque dolciLimit i di condenzaLegenda 9b:Indicedelle acque dolciLimit i di condenzaLegenda 9a:Indice del pianeta vivente (1970 = 1)Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoAnnoCapitolo 1: Lo stato del pianetaPa p u aNu ovaGu i n e a :fiume in secca nella provincia di East Sepik, dove il WWF st a operando per la creazione di aree protet te, il prelievo sostenibile di acque dolci e prodot t i forest ali e lo sviluppo di ecot ur ismo, ser vizi sanit ar i e lalfabet izzazione delle comunit . Il WWF st a met tendo a punto un modello per la gest ione dei fiumi della Nuova Guinea che protegger impor t ant i r isor se dacqua dolce e forest ali che offrono un habit at per specie a r ischio, come lar pia o il casuar io, e consentono alle comunit locali di sopravvivere. BRENT STIRTON / GETTY IMAGES / WWFWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 28 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 31I n d ice d e l p i a n e t avi ve n t e:r e a m i b ioge ogr a ciLanalisi dellIndice del pianet a vivente a livello sub globale o regionale pu r isult are daiuto nellident icazione delle minacce alla biodiversit in par t icolar i zone. Allo scopo di garant ire che t ali analisi r isult ino signicat ive dal punto di vist a biologico, nel database dellIndice del pianet a vivente le popolazioni di specie ter rest r i e dacqua dolce sono st ate divise in cinque reami biogeograci (mappa 2), t re dei quali t ropicali (Indo-Pacico, Afrot ropicale e Neot ropicale) e due temperat i (Palear t ico e Near t ico). La t ab. 1 dellAppendice r iassume il numero di specie e paesi rappresent at i in ognuno di t ali reami.Ma p p a2: mostra i reamibiogeografici e le zone tropicale e temperata (indicate dai Tropicidel Cancro e delCapricorno), le principalicatene montuose e i principali laghie fiumi.NEARTICONEOTROPICALECapitolo 1: Lo stato del pianetaINDO-PACIFICOANTARTICOAFROTROPICALEPALEARTICOTropico del CancroTropico del CapricornoRe a m i b ioge ogr a ciI reami biogeograci collegano le regioni geograche del pianeta ai pattern di distribuzione storica ed evolutiva di piante e animali terrestri. Rappresentano le grandi aree della super cie terrestre separate dalle principali barriere alla migrazione di piante e animali oceani, ampi deser ti e alte catene mont uose in cui le specie terrestri si sono evolute in relativo isolamento per lunghi periodi di tempo.INDO-PACIFICOFig. 11. In dice del pian et a v iv en t e Af rot ropicale - 18% Le popolazioni di specie nel reame afrotropicale mostrano segni di ripresa a partire dalla met deglianni 90, quando lIndice raggiunse il valore di - 55%. Tale aumento pu essere in parte dovuto alla migliore protezione di fauna e flora selvatiche nelle riserve naturali e nei parchi nazionali di quei paesi per i qualisono disponibili dati relativamente positivi, come lUganda (Pomeroy, 2009). La disponibilit di datida parte di un numero maggiore di paesi africaniconsentirebbe unimmagine pi dettagliata di questit rend e delle cause a monte di essi.Fig. 12. In dice del pian et a v iv en t e Neot ropicale - 55% La diminuzione riflette i diffusi cambiamenti dusodel suolo e i processi dindustrializzazione che hanno avuto luogo nella regione dal 1970, ma in parte dovuta anche alla drastica riduzione del numero deglianfibi, causata dalla diffusione di una micosi. In questoreame la perdita di foresta tropicale calcolata intornoallo 0,5%annuo, con unarea totale persa di circa 3-4milioni di ettari lanno dal 2000 al 2005 (FAO, 2005; Hansen et al., 2008).LPI Afrot ropicale Limit i di condenzaLPI Neot ropicale Limit i di condenza

0,00,20,40,60,81,01,21,41,61,81970 1980 1990 2000 20070,00,20,40,60,81,01,21,41,61,8

1970 1980 1990 2000 2007Indice del pianeta vivente (1970 = 1)Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoAnnoFi g.10 .I n d i ce d el p i a n et av i v e n t e Ne a r t i co - 4%.Nord America, compresa la Groenlandia. La fortestabilit probabilmente dovuta a efficaci azionidi protezione dellambiente e di conservazione portate avanti sin dal 1970. Questo reame possiede la pi esaustiva copertura di dati (tab. 1 Appendice) e, di conseguenza, lIndice presenta un elevato gradodi affidabilit. LPI Near t ico Limit i di condenza1970 1980 1990 2000 20070,00,20,40,60,81,01,21,41,6

1,8Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoFig. 14. In dice del pian et a v iv en t e In do-Pacif ico -66%Comprende i reami indomalese, australasiano e oceanico. La diminuzione riflette il rapido sviluppoagricolo, industriale e urbano della regione che ha portato alla distruzione e frammentazione di foreste, zone umide e sistemi fluviali pi rapide al mondo (Loh et al., 2006; MEA, 2005b). Per esempio, fra il 1990 e il 2005 la copertura di foresta tropicale diminuita pi rapidamente in Asia sudorientale che in Africa oAmerica Latina, con un tasso intorno allo 0,6-0,8%annuo (FAO, 2005; Hansen et al., 2008).LPI Indo-Pacifico Limit i di condenza 0,00,20,40,60,81,01,21,41,61,8

1970 1980 1990 2000 2007Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoFig. 13. In dice del pian et a v iv en t e Palear t ico +43% Lincremento potrebbe essere dovuto a una ripresa delle popolazioni delle specie a seguito di una migliore protezione ambientale, verificatasi in alcuni paesidal 1970 in poi. Tuttavia, poich la maggior parte dei dati sulle popolazioni provengono dallEuropa, con un numero molto basso di dati dallAsia settentrionale, la disponibilit di un dataset pi dettagliato, con dati deisingoli paesi, potrebbe fornire un quadro differente. Figure da 10 a 14 (ZSL/ WWF, 2010)LPI Palear t ico Limit i di condenza 0,00,20,40,60,81,01,21,41,61,8IX1970 1980 1990 2000 2007Indice del pianeta vivente (1970 = 1)AnnoWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 33 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 32MISURARE LA DOMANDA DELLUMANIT:LIMPRONTA ECOLOGICALImpronta ecologica un sistema di contabilit che misura la domanda dellumanit nei confronti della biosfera, met tendo a confronto tale domanda con la capacit rigenerativa del pianeta. Il calcolo ot tenuto sommando: le aree necessarie a fornire le risorse rinnovabili che le persone utilizzano, la super cie occupata dalle infrastr ut t ure e quella necessaria ad assorbire i riuti prodot ti. Negli at t uali Calcoli dellImpronta Nazionale sono inclusi i raccolti e gli stock it tici necessari alla fornit ura di cibo e altri scopi, quali legname e foraggi impiegati nellalimentazione del bestiame. At t ualmente, lunico riuto contabilizzato nel calcolo il biossido di carbonio (CO2). Poich le persone utilizzano risorse provenienti da t ut to il mondo, lImpronta ecologica dei consumi, ovvero il calcolo qui ripor tato, somma queste aree senza tenere conto della loro collocazione sul pianeta.Per determinare se la domanda dellumanit di risorse rinnovabili e di assorbimento di CO2 possa continuare allo stesso ritmo, lImpronta ecologica viene confrontata con la capacit rigenerativa del pianeta, o biocapacit. La biocapacit la capacit rigenerativa totale disponibile per soddisfare la domanda rappresentata dallImpronta. Sia lImpronta ecologica (che rappresenta la domanda di risorse) sia la biocapacit (che rappresenta la disponibilit di risorse) sono espresse in ununit di misura chiamata et taro globale (gha); 1 gha rappresenta la capacit produt tiva di 1et taro (ha) di super cie con la produt tivit media mondiale.Capitolo 1: Lo stato del pianeta1 ANNOE MEZZO NECESSARIOPER GENERARELE RISORSERINNOVABILIUTILIZZATENEL 2007CARBONIOPASCOLIFORESTEZONE DI PESCASUOLI EDIFICATICOLTUREFi g .15: Og n ia t t i v i t u m a n au t i l i z z as u p e r f i ci t e r r e s t r io m a r i n e b i o l o g i c a m e n t e p r o d u t t i v e .LImpronta ecologica rappresenta la somma di queste superfici, indipendentementedalla loro collocazionesul pianetaCalcolata in base alla superficie impiegata per produrre cibo e fibre destinati al consumo umano, mangime per il bestiame, colture per la produzione di olio e gomma. IMPRONTADELLE TERRE COLTIVATE:Calcolata in base alla quantit di foresta necessaria ad assorbire le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dal cambiamento duso del suolo e dai processi chimici, con lesclusione della parte assorbita dagli oceani. Tali emissioni rappresentano lunico prodotto di rifiuto contabilizzato nellImpronta ecologica.IMPRONTADELLASSORBIMENTO DI CO2:Calcolat a in base alla super ficie necessar ia per lallevamento di best iameper la pr oduzione di car ne, pr odot t i casear i, pellame e lana. IMPRONTA DEI PASCOLI:Calcolata in base alla stima della produzione primaria necessaria a sostenere il prelievo di pesce e frutti di mare,utilizzando i dati di cattura di 1.439 specie marine e oltre 268 specie di acqua dolce.IMPRONTA DELLE ZONE DI PESCA:Calcolat a in base alla quant it di legname, polpa, pr odot t i del legno e legnada ar der e consumat a da un paese ogni anno. IMPRONTA DELLE FORESTE:Calcolata in base allarea di suolo coper ta da infrast r ut t ure umane, fra cui quella per t raspor t i, abitazioni, st r ut t ure indust r iali e bacini di r iser va per energia idroelet t r ica. IMPRONTA DEI SUOLI EDIFICATI:Definizione delle componenti dellImprontaWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 34 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 35Fi g .16 : I m p r o n t ae co l o g i ca p e rco m p o n e n t i ,19 61 20 0 7. LImpronta visualizzata sotto forma del numero di pianeti necessari. La biocapacit totale, indicata dalla linea verde tratteggiata, sempre equivalente a 1 pianeta Terra, sebbenela produttivit biologica del pianeta vari ogni anno. Lenergia idroelettrica compresa nella componente dei terreni edificati e la legnada ardere in quelladelle foreste (Global Foot pr int Net work, 2010).I l s u p e r a m e n t o d e i l i m it i e cologici i na u m e n t oDurante gli anni 70, lumanit ha olt repassato la soglia in cui lImpront a ecologica annuale era par i alla biocapacit annuale della Ter ra, ossia, lumanit ha iniziato a consumare le r isorse r innovabili a una velocit maggiore di quella impiegat a dagli ecosistemi per r igenerarle e a r ilasciare un quant it at ivo di biossido di carbonio maggiore di quello che gli ecosistemi r iescono ad assorbire. Quest a sit uazione chiamat a superamento dei limit i ecologici (overshoot) e, da allora, progredit a ininter rot t amente.Lult imo calcolo dellImpront a ecologica most ra come questo trend non abbia subito alcuna essione (g. 16). Nel 2007, lImpront a dellumanit ammont ava a 18 miliardi gha, o 2,7 gha pro capite. La biocapacit della Ter ra era par i solo a 11,9 miliardi gha, o 1,8 gha pro capite (g. 17 e GFN 2010a). Ci equivale a un superamento dei limit i ecologici del 50%. Ci signica che la Ter ra necessiterebbe di 1 anno e mezzo per r igenerare le r isorse r innovabili ut ilizzate dallumanit nel 2007 e assorbire t ut t a la CO2 prodot t a. In alt re parole, nel 2007 lumanit ha ut ilizzato lequivalente di 1 pianet a e mezzo per sostenere le propr ie at t ivit (vedere Box: Il reale signicato del superamento dei limit i).Capitolo 1: Lo stato del pianeta0,00,51,01,52,01961 1971 1981 1991 2001 2007Numero di pianetiAnnoColt ur eSuoli edicat iZone di pescaFor est ePascoliCarbonioBiocapacit mondialeI l r e a le s ign i ca t o d e l s u p e r a m e n t o d e i l i m it iCome possibile che lumanit stia utilizzando la capacit di 1 pianeta e mezzo, quando abbiamo 1 solo pianetaTerra? Cos come possibile prelevare, da un conto cor rente bancar io, una cifra di denaro maggiore degli interessi generat i, ugualmente possibile ut ilizzare le r isor se r innovabili a una velocit maggiore di quella a cui vengono generate. Ogni anno, da una forest a pu essere prelevat a una quant it di legname maggiore di quella che r icresce e la quant it di pescato pu superare la capacit delle specie it t iche di r igenerarsi. Quest a modalit dazione per perseguibile solo per per iodi di tempo limit at i, alt r iment i le r isorse si esaur iranno tot almente. Analogamente, nel momento in cui le emissioni di CO2 superano la quant it che foreste e alt r i ecosistemi sono in grado di assorbire, sarebbe necessar io un alt ro pianet a Ter ra per cat t urare le emissioni in eccesso. In alcuni luoghi si gi ver icato un esaur imento delle r isorse nat urali, come il crollo degli stock di merluzzo ver icatosi negli anni 80 nel Newfoundland. Oggi,lumanit spesso in grado di cambiare le propr ie font i di approvvigionamento nel momento in cui queste si esaur iscono - spost andosi in foreste o zone di pesca diver se, disboscando alt re aree di suolo a scopo agr icolo o ut ilizzando una popolazione diversa o una specie ancora abbondante in nat ura. Tut t avia, alle at t uali velocit di consumo, anche t ut te le alt re r isorse si esaur iranno e, non improbabile pr ima che ci accada, molt i ecosistemi collasseranno. Risult ano gi evident i le conseguenze delleccesso di gas ser ra che i sistemi nat urali non r iescono ad assorbire: le sempre crescent i concent razioni di biossido di carbonio in at mosfera st anno causando un aumento della temperat ura media globale, i conseguent i cambiament i climat ici e lacidicazione degli oceani. Quest i fenomeni sot topongono la biodiversit e gli ecosistemi a ulter ior i st ress.x2LE DIMENSIONI DELLIMPRONTA ECOLOGICA GLOBALE NEL 2007 A PARAGONE CON QUELLE DEL 1966WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 36 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 39I m p r on t ae cologica :n a zion a leEsaminando lImpront a ecologica a livello pro capite, r isult a chiaro che esiste una grande differenza fra la domanda esercit at a sugli ecosistemi da persone che vivono in paesi diversi (mappa 3 e g. 17). Per esempio, se ogni persona nel mondo vivesse come un abit ante medio degli St at i Unit i o degli Emirat i Arabi Unit i, per fare fronte ai consumi e alle emissioni di CO2 di t ut t a lumanit sarebbe necessar ia la biocapacit di 4,5 pianet i Ter ra. Di cont ro, se ognuno vivesse come un abit ante medio dellIndia, lumanit ut ilizzerebbe meno della met della biocapacit at t uale della Ter ra.Ca r b on io:lacom p on e n t e m a ggior e d e l lI m p r on t aLa componente maggiore dellImpront a lImpront a di carbonio. Dalla pubblicazione del pr imo Living Planet Repor t, nel 1998, quest a aument at a del 35%e at t ualmente cost it uisce olt re la met dellImpront a ecologica globale (g. 16). Capitolo 1: Lo stato del pianetaMa p p a3: Ma p p agl o b a l ed e l l eI m p r o n t e e co l o gi ch ep r o c a p i t e n e l 20 0 7. Le tonalit di colore piscure corrispondono a Impronte ecologiche procapite pi elevate(Global Foot pr intNet work, 2010).Impronta ecologicapr o capite0 -1,5 gha1,5-3,0 gha3,0 -4,5 gha4,5-6,0 gha6,0 -7,5 gha7,5-9,0 gha9,0 -10,5 gha>10,5 ghaDat i insufcient i024681012Emirati Arabi UnitiQatarDanimarcaBelgioUSAEstoniaCanadaAustraliaKuwaitIrlandaPaesi BassiFinlandiaSveziaRepubblica CecaMacedoniaLettoniaNorvegiaMongoliaSpagnaGreciaSingaporeSloveniaAustriaArabia SauditaUruguayGermaniaSvizzeraFranciaItaliaOmanRegno UnitoNuova ZelandaRepubblica di CoreaMalesiaIsraeleGiapponeLituaniaKazakistanPortogalloFederazione RussaPoloniaMauritiusBulgariaSlovacchiaTurkmenistanBielorussiaCroaziaNepalGambiaCileParaguayTrinidad e TobagoLibiaMessicoUngheriaBrasileLibanoUcrainaVenezuelaPanamaBosnia ErzegoviaRomaniaTurchiaMondoCosta RicaIranBotswanaMauritaniaArgentinaBoliviaSerbiaTailandiaNigeriaSudafricaCinaNamibiaPapua Nuova GuineaGiordaniaEl SalvadorMaliGiamaicaHondurasAlbaniaTunisiaEcuadorAzerbaijanColombiaCubaGeorgiaMadagascarMyanmarGuatemalaGhanaArmeniaUzbekistanSudanCiadGuineaEgittoAlgeriaNicaraguaPerUgandaSiriaSwazilandRepubblica DominicanaNigeriaSomaliaGabonVietnamMoldaviaIraqRep. Dem. Popolare di CoreaRepubblica CentrafricanaBurkina FasoFilippineLaosLiberiaZimbabweKirgistanBeninMoroccoSri LankaIndonesiaTanzaniaKenyaEtiopiaSenegalLesothoSierra LeoneCamerunCambodiaRuandaCosta dAvorioAngolaTajikistanTogoCongoGuinea BissauYemenIndiaZambiaBurundiEritreaMozambicoPakistanCongoPalestinaMalawiHaitiAfghanistanBangladeshTimor EstNumero di ettari globali necessari pro capiteMondoFi g .17: Impronta ecologica per paese e pr o capit e nel 2007 (Global Foot pr int Net work, 2010).CarbonioPascoliFor est eZone di pescaColt ureSuoli edicat iLegenda: I m p r on t ae cologica :l i vel lo e con om icoLanalisi dellImpronta ecologica basata su quat t ro raggr uppament i polit ici, che rappresentano diversi livelli economici (vedere Box: Regioni polit iche) dimost ra che, generalmente, la domanda dei paesi a pi alto reddito e livello di sviluppo nei confront i degli ecosistemi del pianeta maggiore di quella dei paesi pover i e meno sviluppat i. Nel 2007, i 31 paesi OCSE comprendent i le economie pi r icche del mondo hanno cont r ibuito allImpronta ecologica dellumanit per il 37%. Di cont ro, i 10 paesi ASEAN e i 53 dellUnione Afr icana comprendente alcuni dei paesi pi pover i e meno sviluppat i del mondo hanno cont r ibuito allImpronta globale solo per l11%(g. 18). OCSEBRICUnione Afr icanaASEANResto del mondo(per un elenco aggior nato dei paesi membr i dei raggr uppament i polit ici, visit are i r ispet t ivi sit i web).Legenda: Fi g .18 : Impronta ecologica dei paesi OCSE, ASEAN e dellUnione Africana nel 2007, sottoforma di percentuale dellImpronta ecologica totale dellumanit (Global Foot pr int Net work, 2010).WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 41 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 401023456789101.206 2.833 567 885Olt re a r iet tere la quant it di beni e ser vizi consumat i e il biossido di carbonio prodot to dallabit ante medio, lImpront a ecologica una funzione della popolazione. Come illust rato nella g. 20, lImpront a ecologica media pro capite r isult a molto infer iore nei paesi BRIC r ispet to a quella delle nazioni OCSE; t ut t avia, dal momento che la popolazione dei pr imi olt re il doppio di quella dei secondi, la loro Impront a ecologica tot ale si avvicina a quella dei paesi OCSE. NellImpront a pro capite dei paesi BRIC, lincremento del t asso di crescit a at t uale indica che queste quat t ro nazioni sono in grado di sor passare i 31 paesi OCSE nei loro consumi tot ali.Fi g .19 : I m p r o n t ae co l o g i c ap e rr a g g r u p p a m e n t ip o l i t i c in e l20 0 7, i nf u n z i o n e d e l l I m p r o n t ap r o c a p i t ee d e l l ap o p o l a z i o n e . Larea allinterno di ogni barra rappresenta lImpronta totale di ogni raggruppamento (Global Foot pr int Net work, 2010).I m p r on t ae cologica :va r i a zion i n el t e m p oPer la pr ima volt a, quest a edizione del Living Planet Repor t prende in esame come lImpront a ecologica cambiat a nel tempo nei diversi raggr uppament i polit ici, sia nelle sue dimensioni sia per quanto r iguarda il cont r ibuto relat ivo di ogni componente dellImpront a stessa.Fra il 1961 e il 2007, lImpront a ecologica tot ale dei quat t ro gr uppi polit ici r isult a pi che raddoppiat a. In t ut t i i gr uppi, lincremento maggiore si ver icato nellImpront a di carbonio (g. 20). Bench lImpront a di carbonio dei paesi OCSE r isult i la pi alt a di t ut te le alt re regioni e sia decuplicat a dal 1961, non quella con la crescit a pi rapida. LImpront a di carbonio dei paesi ASEAN aument at a olt re 100 volte, quella delle nazioni BRIC 20 volte e quella degli st at i dellUnione Afr icana 30 volte. OCSEBRICASEAN Unione Afr icanaLegenda:Ettari globali utilizzati pro capiteMilioni di per soneCapitolo 1: Lo stato del pianetaDi cont ro, in t ut te le regioni il cont r ibuto relat ivo delle Impronte di suoli colt ivat i, pascoli e foreste r isult a diminuito. La diminuzione nellImpront a dei suoli colt ivat i la pi cospicua, dal 44-62% di t ut t i i raggr uppament i nel 1961 al 18-35% nel 2007. Quest a var iazione, da Impront a ecologica dominat a dalle biomasse a Impront a ecologica dominat a dal carbonio, r iet te la sost it uzione del consumo di r isorse ecologiche con energia da combust ibili fossili. OCSE 19612007BRICUnione Afr icanaASEANFi g .20 : Di m e n s i o n ie co m p o s i z i o n e r e l a t i v e d e l l I m p r o n t ae co l o g i c at o t a l e d e ip a e s iOCS E,BR I C,A S EA N e Un i o n e Af r i c a n an e l19 61e n e l20 0 7.Lareadi ogni spicchio mostra la dimensione relativa dellImpronta per ogni regione politica (Global Foot pr int Net work, 2010).CarbonioPascoliFor est eZone di pescaColt ureSuoli edicat iLegenda:WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 42 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 45BIOCAPACIT: NAZIONALELa biocapacit di un paese deter minat a da due fat tor i: la super cie dei suoli colt ivat i, pascoli, zone di pesca e foreste allinter no dei propr i conni e la produt t ivit di quest i suoli/r isorse idr iche (vedere Box: misurazione della biocapacit ). Capitolo 1: Lo stato del pianetaBiocapacit pro capite0 -1,5 gha1,5-3,0 gha3,0 -4,5 gha4,5-6,0 gha6,0 -7,5 gha7,5-9,0 gha9,0 -10,5 gha>10,5 ghaDat i insufcient iMa p p a4 : Ma p p ag l o b a l ed e l l ab i o c a p a c i t d i s p o n i b i l e p r o ca p i t e n e l2 0 0 7. Le tonalit di colore piscure corrispondonoa una biocapacit procapite pi elevata (Global Foot pr int Net work, 2010).Mi s u r a zi on ed e l l ab i o ca p a ci t La biocapacit comprende i suoli colt ivat i per la produzione di cibo, bre e biocombust ibili, i pascoli per i prodot t i animali (come car ne, lat te, pellame e lana), le zone di pesca cost iere e inter ne e le foreste per la for nit ura di legname e lassorbimento di CO2. La biocapacit t iene conto della super cie di suolo disponibile e della sua produt t ivit , misurat a con la quant it di colt ure o alber i che crescono su un et t aro di esso. Per esempio, le ter re colt ivate in paesi ar idi e/ o freddi possono r isult are meno produt t ive di quelle di paesi pi caldi e/ o pi umidi. Se i suoli e le r isor se idr iche di una nazione r isult ano alt amente produt t ivi, la sua biocapacit pu includere pi et t ar i globali dei reali et t ar i possedut i. In egual modo, un aumento dei raccolt i fa crescere la biocapacit . Per esempio, la super cie di suolo ut ilizzat a per crescere la colt ura pr incipale, i cereali, r imast a relat ivamente cost ante dal 1961, ment re la quant it di raccolto per et t aro pi che raddoppiat a. Lanalisi della biocapacit a livello nazionale r ivela che olt re la met della biocapacit mondiale si t rova nei conni di soli 10 paesi. Il Brasile possiede la biocapacit pi alt a, seguito da (in ordine decrescente) Cina, St at i Unit i, Federazione Russa, India, Canada, Aust ralia, Indonesia, Ar gent ina e Francia (g. 21).Anche la biocapacit pro capite, ot tenut a dividendo la biocapacit nazionale per la popolazione di un paese, non r isult a equamente dist r ibuit a nel mondo. Nel 2007, il paese con la biocapacit pro capite pi alt a era il Gabon, seguito (in ordine decrescente) da Bolivia, Mongolia, Canada e Aust ralia (g. 22). In un mondo in superamento dei limit i ecologici, lineguale dist r ibuzione della biocapacit fa sorgere quest ioni geopolit iche ed et iche connesse alla condivisione delle r isorse del pianet a. Fi g .21:Le 10m a g g i o r ib i o c a p a c i t n a z i o n a l in e l2 0 0 7. Da soli, diecipaesi contribuisconoper oltre il 60% alla biocapacit della Terra (Global Foot pr int Net work, 2010).051015202530GabonBoliviaMongoliaCanadaAustraliaCongoFinlandiaParaguayNuova ZelandaUruguaySveziaBrasileEstoniaRepubblica CentrafricanaNamibiaArgentinaLettoniaFederazione RussaMauritaniaNorvegiaDanimarcaLituaniaKazakistanColombiaUSAPerCileBotswanaPapua Nuova GuineaIrlandaAustriaBielorussiaGuinea BissauTurkmenistanCiadPanamaMadagascarFranciaAngolaGuineaNicaraguaVenezuelaCongoSlovacchiaRepubblica CecaSloveniaMalesiaQatarCroatiaMaliLiberiaSudanEcuadorZambiaUngheriaOmanBulgariaPoloniaNigeriaMyanmarRomaniaGermaniaCosta RicaMozambicoCamerunHondurasUcrainaMondoCosta dAvorioGreciaSpagnaBosnia ErzegoviaEritreaLaosTrinidad e TobagoMessicoMacedoniaSomaliaIndonesiaKirgistanBelgioRegno UnitoTurchiaBurkina FasoPortogalloSvizzeraTimor EstGeorgiaSenegalSierra LeoneGhanaSerbiaTailandiaItaliaSudafricaGuatemalaNigeriaGambiaPaesi BassiTanzaniaSwazilandTunisiaCinaCambogiaUzbekistanAlbaniaVietnamEmirati Arabi UnitiUgandaArabia SauditaLesothoIranBeninAzerbaijanZimbabweCubaArmeniaMalawiSiriaEl SalvadorMoldaviaEtiopiaFilippineEgittoYemenMaroccoGiapponeTogoKenyaAlgeriaRep. Dem. Popolare di CoreaRuandaTajikistanMauritiusNepalAfghanistanIndiaBurundiRepubblica DominicanaSri LankaLibiaPakistanLibanoKuwaitGiamaicaBangladeshRepubblica di CoreaIsraeleHaitiIraqGiordaniaPalestinaSingaporeNumero di ettari globali disponibili pro capiteFi g .22: Bi o c a p a c i t p r o ca p i t en e l2 0 0 7p e rp a e s e . Questo confrontocomprende tutti i paesicon una popolazione superiore a 1 milionedi abitanti, per i qualisiano disponibili daticompleti (Global Foot pr int Net work, 2010).PascoliFor est eZone di pesca Colt ur eSuoli edicat iLegenda:Br asileCinaUSAFeder azione RussaIndiaCanadaAust r aliaIndonesiaAr gent inaFr anciaResto del mondoLegenda:0,00,51,01,52,02,53,03,54,01961 1971 1981 1991 2001 2007Fi g .23: VariazionidellImpronta ecologica e della biocapacit globali disponibili pr o capit e fra il 1961 e il2007. La biocapacit totale disponibile procapite (in ettari globali) diminuita allaumentare della popolazione (Global Foot pr int Net work, 2010).Numero di ettari globali pro capiteAnnoImpr ont a ecologicaBiocapacit WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 49 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 46LImpront a idr ica di produzione for nisce la misura dellut ilizzo idr ico nei different i paesi e unindicazione circa la domanda dellumanit sulle r isorse idr iche nazionali (Chapagain e Hoekst ra, 2004). Calcola il volume di r isorse idr iche verdi (precipit azioni piovose) e blu (prelievo) consumato per la produzione di merci agr icole der ivate da colt ure e best iame lut ilizzo pr incipale delle r isorse idr iche (g. 24) nonch quello delle acque gr igie (inquinate) prodot te dalle at t ivit agr icole e dallimpiego domest ico e indust r iale delle r isorse idr iche (vedere Box: Calcolo dellImpront a idr ica). I nm olt i p a e s i s i s t ave r i ca n d o u n o s t r e s sid r icoLe diver se nazioni ut ilizzano e inquinano volumi dacqua est remamente different i (g. 26). Ci sot topone le r isorse idr iche nazionali a diversi livelli di stress. Lo stress idr ico calcolato come il rappor to fra la somma delle Impronte idr iche di produzione blu e gr igie e le r isorse idr iche r innovabili disponibili. Come illust rato in g. 26, 45 paesi st anno sper iment ando uno stress sulle r isorse di acque blu, quant icato fra il moderato e il grave. Fra di essi, i pr incipali produt tor i di merci agr icole per i mercat i nazionale e mondiale, fra cui India, Cina, Israele e Marocco. Tale stress sulle r isorse idr iche aumenter sempre pi al crescere della popolazione e delleconomia e ver r ulter ior mente esacerbato dagli effet t i dei cambiament i climat ici. Un limite di quest a analisi consiste nel fat to che essa guarda al livello nazionale, ment re lut ilizzo delle r isorse idr iche avviene soprat t ut to a livello locale o di bacino uviale. Di conseguenza, nei paesi classicat i come pr ivi di stress idr ico pot rebbero t rovar si aree con for te stress e viceversa. Per questo mot ivo lanalisi dovr essere maggior mente r init a a livello locale e di singolo bacino idr ico.IMPRONTA IDRICADI PRODUZIONEFi g .24 : Impronta idricadi produzione totale utilizzata a scopo agricolo, domestico o industrialee rapporto fra acque grigie, verdi e blu nellambitodellImpronta idricadi produzionedel settore agricolo(Chapagain, 2010).90% agricoltura7% industria3%domestico15% acque grigie10% acque blu75% acque verdiCapitolo 1: Lo stato del pianeta02004006008001.0001.2001.4001.600IndiaCinaUSABrasileIndonesiaPakistanFederazione RussaNigeriaTailandiaMessicoBangladeshVietnamArgentinaFilippineIranCanadaMyanmarFranciaTurchiaSudanGermaniaAustraliUcrainaItaliaSpagnaEgittoMalesiaUzbekistanIraqKazakistanTanzaniaMaroccoEtiopiaColombiaGhanaCosta dAvorioSudafricaSiriaAlgeriaPoloniaEcuadorRegno UnitoCongoAfghanistanMadagascarVenezuelaKenyaCambogiaMaliPerSri LankaTunisiaRomaniaUngheriaTurkmenistanNepalBoliviaMozambicoBurkina FasoTajikistanCamerunRepubblica di CoreaBulgariaArabia SauditaRep. Dem. Popolare di CoreaCiadParaguayBelgio-LussemburgoGreciaAzerbaijanCubaSenegalCileAngolaYemenMalawiGuatemalaPortogalloPaesi BassiRepubblica CecaZambiaBielorussiaRepubblica DominicanaDanimarcaBeninSomaliaKirgistanGeorgiaLaosZimbaweRuandaAustriaHondurasSveziaSierra LeoneTogoPapua Nuova GuineaFinlandiaCosta RicaNicaraguaIsraeleHaitiLibiaBurundiMoldaviaRepubblica CentrafricanaEl SalvadorSvizzeraMauritaniaArmeniaAlbaniaLiberiaNorvegiaLituaniaPanamaLibanoLettoniaGiamaicaGiordaniaBotswanaNamibiaOmanSwazilandGambiaGabonMauritiusTrinidad e TobagoKuwaitQatarFi g .26: I m p r o n t ai d r i cad ip r o d u z i o n e n a z i o n a l e a n n u a l e d i130p a e s ico nu n ap o p o l a z i o n e s u p e r i o r e a1 m i l i o n e d ia b i t a n t i .Le nazioni evidenziate in rosso stannosperimentando uno stressfra il moderato e il grave (2005-08: Chapagain, 2010) Impr ont a idr ica gr igia Impr ont a idr ica bluImpr ont a idr ica ver deLegenda:Impronta idrica di produzione delle nazioni(2005 - 2008 in km3 /anno)Ca lcolo d e l lI m p r on t ai d r ica .LImpront a idr ica di produzione il volume di acqua dolce ut ilizzat a dalle per sone per la produzione di cibo, misurat a lungo lintera liera di produzione, e di acqua ad uso domest ico e indust r iale, in una deter minat a zona e in un deter minato per iodo di tempo. for mat a da t re component i:I m p r on t aid r icave r d e:il volume di acqua piovana che evapora durante la produzione di beni; nel caso dei prodot t i agr icoli, lacqua piovana immagazzinat a nel suolo che evapora dalle colt ivazioni. I m p r on t aid r icab lu :il volume di acqua dolce prelevato dalla super cie o dalle falde acquifere, ut ilizzato dalle persone e non rest it uito; nel caso dei prodot t i agr icoli, pr incipalmente lacqua per lir r igazione evaporat a dalle colt ure. I m p r on t aid r icagr igi a :il volume di acqua necessar io a diluire gli agent i inquinant i r ilasciat i durante i processi di produzione, in modo t ale che la qualit delle r isorse idr iche ambient ali r imanga al di sopra degli standard idr ici di qualit pressat i. In questo rappor to, in mancanza di dat i adeguat i, si assume che ununit di acqua di r itor no inquini una unit di acqua dolce; ci, t ut t avia, sot tovalut a limpront a gr igia di produzione. Dat a lesiguit del volume di acqua evaporato durante i processi domest ici e indust r iali, lImpront a idr ica di produzione comprende unicamente limpront a idr ica gr igia a scopo domest ico o indust r iale. Nei calcoli lut ilizzo e linquinamento complessivi delle r isorse idr iche sono st at i at t r ibuit i al paese in cui le at t ivit hanno luogo, indipendentemente da dove i prodot t i vengano realmente consumat i. (Vedere Box: Quant a acqua c nel vost ro caff? Hoekstra e Chapagain, 2008)Qu a n t aa cq u ac n e l vo s t r o ca f f? LImpront a idr ica di produzione di un prodot to agr icolo comprende t ut te le r isorse idr iche ut ilizzate e inquinate durante la colt ivazione di quella colt ura; t ut t avia, lImpront a idr ica tot ale del prodot to nale include anche t ut te le r isorse idr iche ut ilizzate e inquinate in ogni fase della liera di produzione e durante il consumo di quel dato prodot to (Hoekst ra et al., 2009). Ad esse ci si r ifer isce con il nome di acqua vir t uale.Fi g .25: Impronta idrica di produzione AGRICOLTORE PRODUTTORE RIVENDITORE CONSUMATOREut ilizzo di acque verdi e bluut ilizzo di acque bluut ilizzo di acque bluut ilizzo di acque bluacque gr igieacque gr igieacque gr igieacque gr igieI m p r on t aid r icad i u n at a zzad i ca f f:140l it r i Comprende lacqua ut ilizzat a per colt ivare la piant a del caff, la raccolt a, la rafnat ura, il t raspor to e il confezionamento dei chicchi, la vendit a e la preparazione del singolo caff (Chapagain e Hoekst ra, 2007). I mp r on t aid r icad i u nca f f d aa s p or t o conla t t e e zu cch er o:20 0l it r iLImpront a idr ica aument a quando vengono aggiunt i lat te e zucchero, var iando anche in base al fat to che lo zucchero provenga dalla canna o dalla barbabietola da zucchero. Se il prodot to nale un caff da aspor to in una t azza usa e get t a, lImpront a idr ica comprender anche il volume di acqua impiegat a nella produzione del contenitore. WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 51 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 50LA NOSTRA IMPRONTA:LE ACQUE DOLCILe r i s or s e id r ich e d i s p on i b i l i s on o s u f cie n t ip e rs o d d i s fa r e lee s ige n ze d e l lu m a n it Tut t a lumanit vive in prossimit di r isorse idr iche, siano esse la par te ter minale di una condut t ura o un ume. Lumanit ha bisogno di acqua per sopravvivere, colt ivare i raccolt i, generare energia e produr re i beni di uso quot idiano. Anche se, at t ualmente, meno dell1% delle r isorse idr iche del pianet a pu essereut ilizzato diret t amente dallumanit (UNESCO-WWAP, 2006), le r isorse idr iche disponibili sono sufcient i a soddisfare le esigenze umane e ambient ali. La quest ione cent rale garant ire quant it sufcient i di acqua di qualit soddisfacente, in modo da non dist r uggere gli ecosistemi di approvvigionamento: umi, laghi e falde acquifere. Ora come ora, i ser vizi ecosistemici dacqua dolce comprendent i, ma non limit at i a, la for nit ura di acqua vengono sfr ut t at i olt re i livelli sostenibili gi allo st ato della domanda at t uale (MEA, 2005b). Inolt re, si prevede che la domanda di r isorse idr iche lImpront a idr ica dellumanit cont inui a crescere in molte par t i del mondo (Gleick et al., 2009). I pr incipali impat t i dellImpront a idr ica dellumanit sugli ecosistemi dacqua dolce comprendono unaument at a framment azione dei umi, una capt azione dacqua eccessiva e linquinamento delle r isorse idr iche. Gli incombent i impat t i dei cambiament i climat ici pot rebbero esacerbare la sit uazione. Gli effet t i a catena su scala mondiale della penur ia di r isorse idr iche sono st at i compresi a fondo nel momento in cui le metodologie di calcolo dellImpront a idr ica hanno evidenziato, senza ombra di dubbio, no a che punto paesi ed economie dipendano dal commercio dellacqua vir t uale inclusa in beni e ser vizi. Capitolo 1: Lo stato del pianeta1%MENO DELL1% DELLACQUA DOLCE PRESENTE SULLA TERRA RISULTA ACCESSIBILE ALLUMANITRi s or s eid r ich eep e r s on eMiliardi di per sone, soprat t ut to nei paesi in via di sviluppo, r icavano acqua pot abile diret t amente da umi, laghi, r uscelli, sorgent i e zone umide.Nel 1995 st ato calcolato checirca 1,8 miliardi di persone vivesse in aree sot toposte a grave st ress idr ico (UNESCO-WWAP, 2006). Si prevede che ent ro il 2025 quasi due ter zi della popolazione mondiale, circa 5,5 miliardi di persone, vivranno in zone sot toposte a uno st ress idr ico da moderato a grave (UNESCO-WWAP, 2006).In molt i paesi in via di sviluppo, gli stock it t ici dacqua dolce possono for nire no al 70% delle proteine animali necessar ie (MEA, 2005b).Fr a m m e n t a zion e d e i u m iLa sempre crescente r ichiest a di acqua ed energia idroelet t r ica, congiunt amente ai tent at ivi di cont rollare le inondazioni e di favor ire la navigazione uviale, ha por t ato alla cost r uzione di dighe e alt re infrast r ut t ure come chiuse, dighe sommergibili e argini sulla maggior par te dei grandi umi del mondo. Complessivamente, su 177 grandi umi di lunghezza super iore a 1.000 km, solo 64 scor rono liberamente, senza dighe o alt re bar r iere (WWF, 2006). Uninfrast r ut t ura idr ica pu por t are beneci, ma esercit a anche un profondo impat to sugli ecosistemi dacqua dolce e sulle popolazioni che dipendono dai ser vizi for nit i da t ali ecosistemi. Le dighe alterano il regime di usso dei umi modicando la quant it , i tempi e la qualit dellacqua che scor re a valle. Le dighe pi grandi possono inter rompere tot almente le connessioni ecologiche fra gli habit at a monte e a valle come, per esempio, nel caso di specie it t iche migrat r ici. Le st r ut t ure di protezione dalle inondazioni possono inter rompere ogni collegamento esistente fra un ume e larea golenale, con impat t i sulle zone umide. La crescente domanda di energia a basse emissioni di carbonio, la necessit di nuovi bacini idr ici e il cont rollo dei ussi sembrano essere alla base della cost r uzione di nuove dighe edi alt re infrast r ut t ure in t ut to il mondo. Una recente r icerca ha calcolato che la cost r uzione di dighe inuisce negat ivamente sulla vit a e sullesistenza di circa 500 milioni di persone (Richter, 2010).500 MILIONIDI PERSONE SUBISCONOLE CONSEGUENZENEGATIVEDELLACOSTRUZIONEDI DIGHEWWF Living Planet Repor t 2010 pag. 52 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 53P r o s ciu ga m e n t o d e i u m iNegli ult imi decenni, laumentato prelievo idr ico ha provocato il prosciugamento di alcuni dei pi grandi umi del mondo. Per esempio, negli anni 90, in Cina il ume Giallo si prosciug sia lungo il corso sia alla foce per lunghi per iodi di tempo; esiste unampia let terat ura r iguardante la bat taglia por tata avant i per preser vare il usso del ume Mur ray in Aust ralia e il Rio Grande, al conne fra Messico e Stat i Unit i, che sper imentano lunghi per iodi di secca. Allo scopo di soddisfare la sempre crescente r ichiesta, lacqua viene t raspor tata anche per grandi distanze da un ume a un alt ro, il che pu aggravare gli impat t i ecologici. Talvolta, ci avviene su larga scala, come nel caso del Sout h-Nor t h Water Transfer Scheme in Cina.I n q u i n a m e n t o id r icoNegli ult imi 20 anni, nei paesi sviluppat i la lot ta allinquinamento urbano e indust r iale ha regist rato alcuni grandi successi, spesso legat i a una legislazione pi severa e allo stanziamento di budget signicat ivi per migliorare gli impiant i di depurazione. Nondimeno, linquinamento cont inua a cost it uire uno dei pr incipali problemi per molt i sistemi uviali. Dopo essere stata ut ilizzata a scopo agr icolo, domest ico o indust r iale, lacqua non evapot raspirata viene rest it uita agli ecosistemi dacqua dolce. Spesso quest i ussi di r itor no sono car ichi di nut r ient i, contaminant i e sediment i. Inolt re, la loro temperat ura pu r isultare maggiore di quella delle acque che li r icevono come per esempio, nel caso in cui lacqua sia stata impiegata a scopo di raffreddamento nei processi di generazione di energia ter mica. Ogni gior no, 2 milioni di tonnellate di acque reue e alt r i efuent i si r iversano nelle r isorse idr iche mondiali (UNESCO-WWAP, 2003). La sit uazione par t icolar mente grave nei paesi in via di sviluppo, in cui il 70% dei r iut i indust r iali non t rat tat i vengono smalt it i in acqua, contaminando cos le r isorse idr iche esistent i. (UN-Water, 2009). La conseguente r iduzione della qualit dellacqua ha un impat to profondo sulla salute delle specie e degli habitat. Inolt re, una scarsa qualit dellacqua inuisce sulla salute degli utent i a valle.I m p a t t i cl i m a t ici e i n ce r t e zzaLe r isorse idr iche cost it uiscono il pr imo mezzo at t raverso il quale i cambiament i climat ici inuenzano gli ecosistemi della Ter ra (Ster n, 2006). Sebbene gli scenar i fut ur i r imangano incer t i, molt i scienziat i concordano sulla necessit di prevedere una fusione dei ghiacciai, un cambiamento nel quadro delle precipit azioni olt re cheCapitolo 1: Lo stato del pianetaOGNI GIORNO2 MILIONIDI TONNELLATEDI ACQUE REFLUEE ALTRI EFFLUENTISI RIVERSANONELLE RISORSE IDRICHE MONDIALIsiccit e inondazioni sempre pi gravi e frequenti, mano a mano che il clima cambier nei prossimi decenni (IPCC, 2007a). La sempre crescente richiesta di acqua, energia idroelettrica e protezione dalle inondazioni costituiranno serie sde per la salvaguardia dei umi. In tale contesto, proprio per i umi si prospetta un futuro estremamente incerto.Acq u avi r t u a le e com m e r cio glob a leCome gi affer mato nei precedent i paragra, i nuovi st r ument i di misurazione dellImpront a idr ica consentono di comprendere chiaramente la dipendenza di una nazione o di una impresa dalle r isorse idr iche mondiali. Le cifre r isult ano sconvolgent i: lImpront a idr ica di una t azza di caff, per esempio, ammont a a circa 140 l (g. 25). Quando beni e ser vizi vengono commercializzat i inter nazionalmente, lo stesso avviene per lacqua vir t uale che essi contengono. Questo commercio globale pu pesare consistentemente sullImpront a idr ica di un paese. Per esempio, ment re una famiglia media del Regno Unito ut ilizza circa 150 l pro capite al gior no, il consumo di questo paese di prodot t i ester i fa s che ogni gior no ciascun abit ante ut ilizzi, in realt , no a 4.645 l di r isorse idr iche mondiali. Risult a anche impor t ante lor igine di queste r isorse idr iche. Uno st udio recente ha r ilevato come il 62% dellImpront a idr ica del Regno Unito sia for mato da acqua vir t uale contenut a in merci e prodot t i agr icoli impor t at i da alt r i paesi e come solo il 38% delle r isorse idr iche nazionali venga ut ilizzato (Chapagain e Or r, 2008). I pr incipali produt tor i di quest i beni sono illust rat i nella mappa 5. La maggior par te dellacqua vir t uale proviene da Brasile, Ghana, Francia, Irlanda e India. Il Brasile for nisce soia, caff e prodot t i dor igine animale, la Francia soprat t ut to prodot t i a base di car ne e lIndia cotone, r iso e t. Tut t avia, gli impat t i di queste Impronte possono non r iet tere il numero di lit r i dacqua. UnImpront a pi bassa pu creare for t i impat t i negat ivi su un ume gi sot toposto a st ress idr ico. Di cont ro, alcuni valor i dellImpront a idr ica sono carat ter izzat i dalla predominanza della componente verde e possono present are r icadute posit ive sulle regioni di produzione, suppor t ando le comunit locali. La mappa dimost ra come il consumo di cibo e capi dabbigliamento nel Regno Unito (e in t ut t i i paesi impor t ator i di cibo e capi dabbigliamento) abbia un impat to su umi e falde acquifere di t ut to il mondo e sia inest r icabilmente collegato alla necessit di una sicurezza nel tempo e alla cor ret t a gest ione delle r isorse idr iche di alt re par t i del pianet a. 62%DELLIMPRONTA IDRICA DEL REGNO UNITO ACQUA VIRTUALE WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 54 WWF Living Planet Repor t 2010 pag. 55In un mondo globalizzato, molte nazioni e mult inazionali possiedono un interesse personale nellassicurare un ut ilizzo sostenibile delle r isorse idr iche estere, allo scopo di garant irsi la propr ia stessa sicurezza aliment are o la propr ia catena di produzione. Questo il mot ivo per cui molte mult inazionali st anno investendo in proget t i nalizzat i a prat iche agr icole efcient i, dal punto di vist a delle r isorse idr iche, lungo t ut t a la catena di approvvigionamento. Un numero infer iore di imprese comprende anche che, se le r isorse idr iche non sono gest ite in maniera sostenibile a livello di bacino uviale, t ut t i gli sfor zi r ivolt i agli increment i dellefcienza idr ica vengono vanicat i dallaumento della domanda da par te di alt r i utent i. Ci cost it uisce unoppor t unit per mobilit are una nuova comunit , nel set tore pr ivato, in grado di appoggiare e sostenere una gest ione migliore e una dist r ibuzione sostenibile delle r isorse idr iche. 4.1411.0901.8267026132.7405878877092.3171.5851.0846441.29388l.lJ.I!J.!l.l|IlJ.!I.aaJ.!J|Nessuna Impr ont a1-100101-500501-1.0001.001-2.0002.001-4.000>4.000Impronta agricola idrica, in milioni di m3/annoCapitolo 1: Lo stato del pianetaMa p p a5: LImpronta idrica agricola estera del Regno Unito, in milioni di metri cubi lanno (Chapagain e Or r,2008). LA NOSTRA IMPRONTA: STOCKITTICI MARINIIl pesce r appr esent a la vit a permiliar di di per sone nel mondoIl pesce costituisce una parte essenziale dellalimentazione di miliardi di persone e viene inoltre sempre pi utilizzato nei mangimi per pollame, bestiame e pesce dallevamento. Anche gli habitatche sostengono gli stock ittici commerciali marini risultano importanti, in quanto forniscono una protezione costiera da tempeste e gran