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1 IISTIIGUE IL IISTII PABTITI: La li111 d1 l1n, 1 Llaia, a lÎtllll 1921, 1111 latta della aililtra cntn la ftl1111razin1 di 11111, al rifiull dei 1tcchi partiai11i, la dura opera del rutaura 41111 nttrin, 111'1raan1 rit1luzi1uri1, 1 centatte con la cl1111 1per1ia, fuori dal p1liüc11ti111 PfflOaala ad al1ttoral11ce. ~---·----- orsano del partito comunista internazionalista . ' 17-30 settembre 1959 - Anno VIII N. 16 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. IID MILANO Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. in Abb0fl4mento postale Gruppo IJ Strip - tease ad alto Pare che in certi ambienti a- ·mericani, quelli stessi che hanno -deciso di dedicare un minuto di silenzio alla preghiera non appe- na Krusciov sbarchi sul sacro suolo dei Padri Pellegrini, il pro- gramma della visita del Primo Ministro Sovietico, a base di can- can, caviale, brindisi, gite in au- tomobile, colloqui con banchieri -ed altri svaghi comme il faut, non sia sembrato il più propizio per dare al nuovo Colombo « so- cialista » in scoperta dell'America un'impressione adeguata della se- rietà transatlantica. Con buona pace della loro « coscienza », noi pensiamo che nulla sia più con- forme a questo spettacolo, tanto inedito, quanto eccezionale, di strip-tease ad alto livello. Come Ike, Nikita - scrivono i giornali - è un buon padre di famiglia; e a chi, se non ai « buoni padri di famiglia », si addice il can-can? Ma non è l'aspetto pittoresco, da « belle époque », di questa vi -· J sita-monstre quello sul quale vo- gliamo soffermarci. Lo spoglia- rello è in realtà molto piu radi- cale e profondo: è, da una parte e dall'altra, la grande confessio- ne che abbiamo da tempo antive- duta e - corne elemento di chia- rezza - auspicata. La danza dei sette veli si fa, notoriamente, to- gliendoseli uno dopo l'altro: il superopportunismo se n'è tolti, a poco a poco, più di sette - ed ora è nudo. Salutiamolo: era gran tempo! L'ultima riserva di pudore viaggia nel super-razzo diretto alla luna: impazzite o gambe cal- zate di nero del ca~-can! Balbettavamo appena il mar- xismo, e già sapevamo che mer- ce, lavoro salariato, moneta, « li- bertà e Bentham », riassumevano in poche parole il regime eapita- lista, il regime dello sfruttamen- to, della pirateria e della guerra. Oggi, quelle stesse parole affio- .rano quotidianamente sulle lab- bra (e, quel che più importa, nei fatti) dei dirigenti sovietici, al- l'interno e nei rapporti con l'e- stero: perfino la proprietà di en- ti cooperativi o di privati è di- venuta « socialista », e al « socia- lismo > di lor signori si addicono categorie economiche borghesi corne prezzo, costo di produzione, bilancio aziendale, attivo e passi- vo salario e profitto, e, idolo coÜettivo!, il mercato. Balbettavamo appena il marxi- smo, e già sapevamo che nel re-' gime della merce è radicato tutto ciè che da un secolo il capitali- smo offre all'umanità martoriata: la concorrenza f.ra persone, fra imprese e fra Stati, le crisi, i con- flitti e contrasti diplomatici, le gue rre. Oggi, Krusciov bada a ri- petere (l'ha detto anche all'inau- ,gurazione di un'es posizione polac- ca, dunque « socialista »; vedi Unità del 5-9) che « un commer- do recipr ocame~te vantaggioso ha un grande significato per i po- poli >> e che i mezzi per raggiun- gère l'obiettivo comune della di- stensione internazionale (artico- lo sul « Foreign Affairs », Unità del 2-9) sono « un aumento di contatti e di scambi fra tutti i Paesi in tutti i campi, e un'int en- .llificazione degli scambi ·çom me r- ci ali su scala internazional&». Sa- pevamo, allora, balbettando l'ab- bici . marx ista, che la « liber-a » concorrenza è una menzogna e che, ammettendo che esista, sa- rebbe una ragione di più per an- ticipare lo sbocco nella lot ta a coltello e nella guerra: oggt , la pacüica emulazione è l'alfa e l'omega del Cremlino corne di « 24 Ore » o del « Sole »: Sapevamo che i rapporti fra classi (e, nel- l'i potesi della vittoria rivoluzio- naria in un Paese, fra Io Stato della dittatura proletaria e quelli della dittatura borghese, demo- cratica o fascista ch'è lo stesso) sono basati sulla forza, e solo la forza puo snodarli. Oggi no, ire- gimi e, per deduzione, le classi al loro interno possono e devono vivere in un paradiso di « coesi- stenza pacifica >. Sapevamo che la lotta prole- taria è per essenza offensiva, at- tacco diretto alla cittadella av- versaria: sciocco dunque parlare - per il proletariato vittorioso corne per il prol etariato combat- tente - di non-aggressione, di non-ingerenza, di rispetto di una pretesa eguaglianza fra le parti. Versione Krusciov dopo lo spo- gliarello: la coesistenza pacifica significa « ripudio della guerra r quindi anche della guerra di classe] per risolvere le questioni controverse », impegn o « alla non- aggressione ... , obbligo da parte di tutti gli Stati di rinunciare a violare l'integrità territoriale e la sovranità gli uni degli altri, sotto qualsiasi forma e pretesto ... ri .-- nuncia all'intervento negli affari interni degli altri Paesi in vista di modificare IN P ARTICOLARE il loro sistema di governo ... rela- zioni politiche ed econom iche ba- sate sulla completa eguaglianza delle parti intoressate, pet il loro recipr oco beneficio rbeneficio, dunque, e soprattutto dei capita- listi] ». Infine sapevamo, noi lattanti, che lo storico scontro fra le clas- si non si risolve sul terreno delle convinzioni e delle idee, ma su quello della forza fisica; e gri- dammo il crucifige ai rüormisti di . ieri, tanto meno sconci di quelh di oggi, che si attendevano il trionfo del socialismo dall'« edu- cazione » delle coscienze e, peg- gio, « dei nostri padroni ». Oggi, lluelln Krusciov imperando, la lotta fra lismo mussulmano ( di comodo) 1 le classi · è ridotta ad una gara discendenti di coloro che, in no- sportiva: borghesi e proletari as- me di un attivismo esagitato, ac- sistono dalla tribuna; vincerà chi cusavano di « attesa messianica ,, vincerà, e, al termine dell'esibi- le di « passività » la Sinistra! zione, o i capitalisti spontanea- Strip-tease completo. Ma nep- mente si convinceranno di aver pure gli americani scherzano. An- torto (e cederanno banche ed of- ch'essi buttano a mare il settem- ficine, armi e bagagli) o se ne plice velo maccartista della « cor- convinceranno gli operai ( e smet- , tina di ferro » (buona soltanto per teranno di far chiasso). Domined-1 imbrogliare gli operai) dell'« in- dio li benedice dall'alto dei Cieli. j conèiliabilità dei due regimi », e, E' vero che Krusciov maschera i per contorno, della soluzione dei quest'indegna camuffatura dei I conflitti attraverso l'ONU, le con- marxisme dietro la teoria che la · ferenze a cinque, la parità di di- « fiducia nella vittoria del socia- ritti fra gli Stati, e via di. questo lismo ... è basata sulla conoscenza allegro passo. Si abbracciano col delle leggi che governano lo svi- finto nemico, risolvono con lui - luppo della società. Proprio corne per procura - i problemi cosid- a suo tempo il capitalismo, corne detta di tutti... sistema più progressive, prese il I Guardateli, proletari, gli uni e posto del feudalesimo, cosi il ca- gli altri; e in questo ripugnante pitalismo sarà inevitabilmenta so- can-can borghese ad alto livello, stituito dal comunismo, il sistema ! recitato sulla piattaforma del tra- sociale più progressive e più giu- dimento del marxismo rivoluzio- sto ». Ma questa formulazione - nario, attingete la santa collera a parte che Krusciov non porta che troppi pompieri hanno spenta nella sua valigetta nessun socia- in voi e riprendete il cammino lismo e, meno che mai, comuni- che vi tracciô il Manifescto e che smo - non è mai statà, per Marx bagnarono del loro sangue i Co- ed i marxisti, una copertura della munardi di Parigi, gli operai e i tesi seconde cui « ci pensi la sto- soldati di Pietrogrado e di Mosca, ria, noi aspettiamo ch'essa ci dia gli spartachisti di Berlino. Coesi- ragione »; e il buffo èche vadano stenza pacifica? In piedi, morti facendosi paladini di questo fata- gloriosi della guerra di classe! SEMI - SOMMITA'. PRIVATE E PUBBLICHE Filosofia I mai ~anti ~ cittadi~i » del pro11pero e [etice Reich abbiano costruito ce- ', , se e vill ini · extra moenia, nel Can. dell a personalitâ.ç] ~on Ticino, mentre la classe opera- . 1a, debitamente condizion.ata dagli La Germania di Bonn, vogliamo ered! della più _fetida socialdemo-· dire la Germania grasso-borghese, crczm, sono stat _i e. sono comptesse- ha festeggi ato il decennale della sua ~amente bonaccioni. rinascita economica. Ne ha ben don- , Il .dottor Erhard, « padrino » della de: in dieci anni, la produzione si è prosperità tedesca, ha quindi rite- raddoppiata superando di gran lu~ nuto che il momento era il più aga il livello antebel!i co le merci I datto a ricordare ai proletari che tedesche viaggiano su tutti i mari, e d?mineddio li ha fatti non già per i capitali, quel!i , trovano dovunque ~nvere, _ma per produrre, La povera di che investirsi e dar profitti (si i~dustri a tedesca, ègli ha detto, non calcola che gli investimenti tedeschi rresce a smaltire il 12 % delle or- dal gennaio 1952 allo scorso giugno d~nazioni che da tutto il monda le abbiano raggiunto la piccolezza di PIOVono: voi operai chiedete di la· 2,4 mili ardi di DM, 360 miliardi di vorare di meno à parità di salario; lire, con particolari simpatie p(.r came si farà, dunque, a far fr onte !'America del Sud e del Nord, dal agi! impeg~i? Papà Erhard, si sa, che si puà dedurre che il Capitale è llberale; il suo Vangelo è quello è attirato non meno dalla instabi- della personalità umana, non certo lità dei rapporti politici - i. cata- quello della personalità operaia, che clismi non sono forse la. cucca.gna. non esiste: non gli passa. quindi degli investitori? - che da.lia Zoro nemmeno per la. testa. che, puta.ca.so, stabili tà relativa); si a.ggiunga che se il 12 % degli ordini non si posso- fra. guerre, sva.luta.zioni e occupa- n? ~se~uire, ebbene, si provveda. a. zioni milita.ri, i grossi pesci dell'a.lta d~sd11:Zt e non se ne accetti di più; industria. e dell'alta finanz a. tedesca niente. affatto, perisca l'operaio pur- sono di~entati ancor più pesci e a~ chè z:m~ustria viva; non ci siano cor più grossi, favori ti altresl dal ore dt riposo supplementari per chi commercio coi paesi in cui si dice pr<:'duce, essendo vitale che le mac- c~e prosperi il socialismo, e il fisco ~hme gi:in? e il profitto coli senza. si rammarica O finge di rammarica.r- mterruzioni nelle tasche della. « co- si che, malgra.do i suoi « rigori 11 , muni tà nazionale ». I sindaca.ti hanno risposto di no: Worse, ripensandoci , risponderanno di s!, e comunque la personalità uma-- na di S. M. il Capitale non ha mol· to da temere. E domineddio, ne sia- mo certi, premierà gli onesti sforzi compiuti dal prof. Erhard per.ricor- dare a.gli operai tedeschi che la personalità uma.na è una cosa; e il lavoratore un'altra; che non c'è ri poso, _ne! regno del profitto, per chi !o produce. Antagonlsmi net rapporti di classe ln Rossia La letteratura sulla Russia ab- bonda in ogni lingua, ma solo quel- la marxista, rappresentata oggi dal nostro partita, ha dato una risposta scientifica eilatta e coerente ai fatti di questo immenso paesè. Delle vi- cende che illuminarono il mondo intero di ansiose speranze di libe- razione e di quelli che queste spe- ranze adombrarono sino a confon- derle dietro una cortina di equivo- che ricette sociali, demmo un'istin- tiva decifrazione iniziale, cul se- gui una ponderata e più precisa ana- Iisi. Da anni sulle colonne dell'unico organo superstite della momentanea- mente battuta rivoluzione comunista, andiamo pubbiicando serie in- tenninabili di cifre, statistiche, nu- meri e numeri ancora, spesso più contrastati e fraintesi dai falsi ami- ci che dai nemici aperti. Ed ancora non è finita. La verità, di cui le opposte e comuni Ji>ande si ergono a paladine, è difficile a sco- prirsi nella congerie di dati a bella posta distorti ed incompleti delle pubblicazioni ufficiali: ma viene a galla. Anzi, la spinta violenta del sottosuolo economico apre varchi mal riparabili nelle sovrastrutture mentali dei nuovi personaggi avvi- cendantisi agli apparati statali, sicchè gli ultimi arrivati, per far le fiche ai primi, ne svelano le idiozie, le menzogne e le reticem:e. Giorno verrà che la confessione sarà com- plets, e ne gioiranno i proletari rivoluzionari quanto ne siamo orgo- gliosi noi, che l'abbiamo sentita, an- tiveduta e compresa. I nostri testi, i nostrt studi labo- riosi, non facile lettura per il fili- steo democratico propinatore di ben altre teorie ponzate nei pensatoi uf- ftciali, hanno provato ad josa che nella millantata Russia socialista sussiste e si sviluppa un'economia retta e dominata dalle stesse leggi scoperte da Carlo Marx nell'ècono- mia inglese di un secolo fa, modello ancor oggi insuperato del modo di produzione capitalistico: Usando il magistrale metodo dei classici del comunismo, abbiamo confrontato le tesi russe con quelle marxiste, o meglio i fatti russi con qùelli socialisti del futuro ed ab- biamo rilevato la loro inco' mpatibi- lità assoluta, la loro opposizione stridente. Ma, dietro questa serie di cifre, queste colonne di aridi dati stati· stici, stanno gruppi di uomini e classi sociali ~he, per lo più in maniera inconsc1a ed irnprevista, si muovono in contrasto fra loro. Il mistich;mo degli opportunisti tende a ipotizzare la costruzione di una società futura con lo svolgersi de- mocratico delle lotte di classe e col loro pacifico inserirsi nel crogiuolo sociale, e a rappresentare lo Stato come l'arbitro supremo di questi pacifici conflitti dimenticando che gli interessi contrastanti generati 'da rapporti sociali antitetici, e non dalla volontà personale né colletti- va di alcuno, dominano le vicende degli uomini. La Russia non puo fare eccezione a questa regola. Salariati dell"industria di Stato e dell'agricoltura sovkosiana e colko- siana. - Funzionari di Stato, di Par- tito, di Sindacato, d'innumerevoli or- ganizzazioni politico-economiche pe- riferiche; aziendali e dispersive, in- telettuali, professionisti, avvocati, artisti, ruffiani incensieri e pede- rasti. - Cooperative colcosiane e sov- kosiane, imprenditori, brasseurs d'affaires, tiliaki (mediatori, sensa- li ), possessori, in grande, di titoli di Stato, di reddito o di risparmio. Ec- co i rappresentanti di una societii divsia in classi; in cui i primi rap- presentano il proletariato - gli ul- timi il capitale, che intasca e rein- veste profitti di azienda sotto for- ma di profitti industriali o di in- teressi finanziari. Gli intermedi nient'altro che me rda. dello Stato c~n l'inevitabile codazzo delle loro « capacità » intellettuali. (Tutto questo per ingozzare con qualcosa i ricercatori del sesso degli angeli sulle « categorie econoJl)i- che » rappresentate da persone 'fisi- che) .. Al vertice di questa società di classe, lo Stato, rappresentante de- gli interess1 storki e permanenti dé'! Capitale, assolve il principale com- pito odierno di collegare la « libera e santa » Russia aile vicende del ca- pitalismo internazionale, sempre più inserendosi nel mercato unico del mondo. Le due sezionl della prodnzione Il « Compendio Statistico dell'Eco- nomia Nazionale della URSS», pub- blicato in lingua italiana nel 1957, fornisce due dati riguardanti il clas- sioo · schema di Marx sulle due se- zioni della produzione: quello rela- tivo alla produzione dei mezzi di produzione e quello relativo alla produzione dei beni di consumo. Gli indici si riferiscono agli anni 1928 e 1955, e sono i seguenti: 1928 Mezzi di produzione Beni di consumo 100 100 L'enorme divario fra lo sviluppo Paalllaa aonaorrenza ·ln arroraccl da poco In attesa di farsi pacifica concor- renza. sui me rcato mondiale dei 11 beni e dei servizi 11, Cina e Russia cosiddette socialiste gareagiano in svisterelle statistiche e in errorucci di calcolo econcmico, colpa - ben s'intende - di qua.lche belzebù pro- ditoriamente annidato nelle incor- rotte e incorruttibili file del par- tito ... Riunito in VIII riunione plenaria durante la prima metà di auosto, il C. C. del pa.rtito cc.munista cinese ha. « riesaminato il piano dell'anno in corso per lo sviluppo dell'economia na.zionale, ed ha riconosciuto che gli obiettivi oriainali erano un po' trop- po ambiziosi e richiedono adegua.ti aggiustamenti »; più oltre, comta- ta.ndo che i dati sta.tist ici resi noti nel 1958 era.no quasi tutti ( scusate se è poco) erronei, ha a.ttribùito la svista., il ... refuso tipogra.fico, a. una « certa mancanza di esperienza ne! calcolo della produzione ». Non si parla. ancora. di un . diabo!ico « grup- po antipartito »; se ne riparlerà, for - se, nel 1960! Nel settembre 1958, !o stesso C. C. aveva. condannato cqme eccessiva.- mente « caute » le previsioni di svi- luppo l'Conomico, industria.le ed a-- aricolo, del piano 1956: ora è CO- stretto a. dire che bisogna tornare a. quest'ultimo, e invece dichia.ra.re fal- si i dati pubblicati neali anni suc- cessivi. Le « :rviste » non sono di poco ,-mevo: ad esempio, nez campo a.gricolo in genere, i sudori e le - crime delle Comuni hanno permesso di real izzare non il 102 % del piano ( corne si era detto), ma appena il 35; per il solo cotone, Zo scarto fra percentuali pubblicate nel 1958 e percentuali ef fettiva.me, nte raggi unte va dal 194 al 28 % ! Funz ionano me- glio ,le cose nell'industria? Ahimé: su tre milioni di tonn. di accia.io prodotte con le celebri forna ci fami- liari, non una si è dimoBtr ata uti- lizzabil~ dall'industria; ne segue che le tonnellate di accia.io prodotte alla fine 1959 risulteranno non 18 milio- ni, ma .l2; le tonne!late di carbone non 380 milioni, ma. 335; e cosi via discorrendo, Vi chiedete che cosa. fara.nno· i giornalisti e corrispondenti che, nei Zoro a.1'ticoli, avevano dili gentement e traicritto le cifre uf ficiali della. pro- duzione agricola., tessendovi sopra. ro.manzi e ditirambi? « Non fa.ra.nno nulla.: sono troppo avvezzi a legare il carro dove vuole il padrone. E, infine, chi gara.ntisce che anche le cifre rivedute e corrette non risulti,- no... una. svista? 1955 delle due sezioni balza subito agli occhi, e dà un quadro storicamente esatto della natura del modo di pro- duzione imperante in Russia. Alle due sezioni. è strettamente legata la sorte di due classi: alla prima quel- la del Capitale, alla seconda quella dei salariati. Per inciso: di solito si usano le denominazioni Capitale e Lavoro, come se si trattasse di termini se- parati e divisi. In realtà nel modo di produzione capitalistico il lavoro si trasforma in capitale, che è una forza sociale, per cui da una pa:i:te si ha una clas- se, quella capitalistica, che puo sus- sistere anche senza capitalisti singo- li, e dall'altra la classe proletaria, che esiste solo in quanto comprende uomini Vivi e opera1iti. Abbiamo premesso più volte questa distinzio- ne. già fatta da Marx e ripetuta da Lenin, perchè ci è servita a smon- tare il falso diffuso da! Mammone russo che, non esistendo il capitali- sta individuale, il capitano d'indu- stria, il padrone delle ferriere, non esista capitalismo; e l'altro- falso non meno equivoco e pericoloso, messo in circolazione dai sinistrissimi di oggidl, che, non essendovi capitali· sti singoli, un'a.Ztra. classe non me- glio definita detenga il potere. Il profondo squilibrio fra le due sezioni è la caratteristica classica del modo di produzione capitalistico, e lo si ritrova nello sviluppo di ogni stato borghese. Anzi, non puo esistere produzione capitalistica sen- za che queste due sezioni si svilup- pino in maniera diversa. Anche in Russia esse hanno se- guito una linea di sviluppo inversa· mente proporzionale dal 1913 al 1956; mentre è cresciuto il gruppo « A 11, è diminuito il gruppo « B ». Questa la quota della produzione di beni strumentali sulla produzione globale di tutta l'industria (posta uguale a 100) per gli anni 1913, 1917, 1928, 1940, 1946, 1956: 33,3-38,l-39,5- 61,2-65,9-70,8. Ed ecco, invece, la se- rie parallela relativa ai beni di con- sumo per gli stessi anni: 66,7-61,9- 60,5-38,8-34,I-29,2. Crescènte l'una, decrescente l'altra. Si osservino le percentuali del 1917 e del 1928 e si noti corne, pur flettendosi, la produ- zione di beni di consumo prevalga su quella dei mezzi di produzione. Dalla Rivoluzione d'Ottobre al lo piano quinquennale, sotto la NE.P., preme soprattutto la pelle degli o- perai. In seguito il rapporta si ca- povolge. Nella fossa della controri- voluzione si getta la N.E.P. e la pelle dei proletari per concimare :1 mostruoso baobab della moderna industria pesante. A questo riguardo Marx, nel II li- bro 20 Vol. del Capitale (Ed. Rina- scita, pag. 97) spiega al Senior che 3.891 895 ( continua in 2.a. pag.) Aristotil e Socr ·a te & C. No, non scri viamo un articolo sul- !a. Ca.lias e nemmeno su Ona.ssis marito e moglie: duri di cuore, non abbiamo nè interesse nè pietà per queste « tragedie » umane. Umilmente, sommessamente, pen.- siamo ai proletari che si scannarono in due guerre mondia.li per la pro- messa. di un mondo migliore, a quel- li, che, per la. st essa. ba.ndiera sareb- bero ancora. 4isposti a scannarsi, e a. quelli , moiti di più, che son con- vinti di vivere già nell'epdca felice deU'« a.vanzata del socialismo n,!l mondo »; ai proleta.ri che sono mor- ti e a. quelli che battagliano perchè il p c infilo della democrazi a interna- zionale veleggi tra.nquill o pei ma.ri, pei cieli e per le terre, e approdi alla. Giudecca dove le case' trasudano una. miseria senza nome, e sca,-i· chi la sua. « crema li sui Zidi della democratica. Ita.lia. coi suoi due mi- lioni di disoccupati e i suoi dieci milioni e passa di sottonutriti inco- Lonna.ti sotto i vessill i degli eterni princi pii, delle quattro e più libef'td, delle « vie nazionali al socialismo » e' del trionfo su! terrore e suila tra-- cotanza fasciata; perchè alla ca'l\::i- glia delle compiante e roecotate aree depresse sia offerto in perma - nenza., se non il pane, almeno i circensi dei fest ival (del Cinema , del- la Canzone o dell'Unità), dei caridella stri p- tease, delle baruffe coniu.-- gali di lor signori, e della danza. di milioni e mili ardi accumulati gra.zie a.i servizi specia.li resi da.i prop1'ie- tari alla ... auerra liberatri ce; perch~ di non a.ltro parlino i giornali di tutti i Pa.esi, e professori e scaccini si riuniscano periodicamente a con- gresso per congratularsi a vicendcs uali immancabili sviluppi della « socialitd », e brindino al mondo rin- novato - il mondo che piace a Kru- sciov corne ad Eisenhower, quel mondo dei commerci e degli sca.mbi, della. concorrenza. e della gara. a chi arriva primo a. frega.re ii prossimo, che tanto giustamente piace agli Ona.ssis e ai loro valletti in unifor- me. Merci e turismo , ha.nno detto Gai6skell e Krusciov, brindando all~ fraternitd internazionale tra affa.ri- sti: Aristotile-Socra.te porta. le une e l'altro dovunque. 0 se lo elegge- ste, dopo gli storici colloqui di Wa- shington e Mosca, Presidente della Repubblica Universale della Pace'! Sa.rebbe -torse la. volta ch·e le cop- pie dorate si ra.ppattu~erebbero ...

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• 1 IISTIIGUE IL IISTII PABTITI: La li111 d1 l1n, 1 Llaia, a lÎtllll 1921, 1111 latta della aililtra cntn la ftl1111razin1 di 11111, al rifiull dei •1tcchi partiai11i, la dura opera del rutaura 41111 nttrin, •111'1raan1 rit1luzi1uri1, 1 centatte con la cl1111 1per1ia, fuori dal p1liüc11ti111 PfflOaala ad al1ttoral11ce.

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orsano del partito comunista internazionalista . '

17-30 settembre 1959 - Anno VIII N. 16 IL PROGRAMMA COMUNISTA - Cas. Post. IID

MILANO

Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. in Abb0fl4mento postale Gruppo IJ

Strip - tease ad alto Pare che in certi ambienti a­

·mericani, quelli stessi che hanno -deciso di dedicare un minuto di silenzio alla preghiera non appe­ na Krusciov sbarchi sul sacro suolo dei Padri Pellegrini, il pro­ gramma della visita del Primo Ministro Sovietico, a base di can­ can, caviale, brindisi, gite in au­ tomobile, colloqui con banchieri -ed altri svaghi comme il faut, non sia sembrato il più propizio per dare al nuovo Colombo « so­ cialista » in scoperta dell'America un'impressione adeguata della se­ rietà transatlantica. Con buona pace della loro « coscienza », noi pensiamo che nulla sia più con­ forme a questo spettacolo, tanto inedito, quanto eccezionale, di strip-tease ad alto livello. Come Ike, Nikita - scrivono i giornali - è un buon padre di famiglia; e a chi, se non ai « buoni padri di famiglia », si addice il can-can?

Ma non è l'aspetto pittoresco, da « belle époque », di questa vi-·

J sita-monstre quello sul quale vo­ gliamo soffermarci. Lo spoglia­ rello è in realtà molto piu radi­ cale e profondo: è, da una parte e dall'altra, la grande confessio­ ne che abbiamo da tempo antive­ duta e - corne elemento di chia­ rezza - auspicata. La danza dei sette veli si fa, notoriamente, to­ gliendoseli uno dopo l'altro: il superopportunismo se n'è tolti, a poco a poco, più di sette - ed ora è nudo. Salutiamolo: era gran tempo! L'ultima riserva di pudore viaggia nel super-razzo diretto alla luna: impazzite o gambe cal­ zate di nero del ca~-can! Balbettavamo appena il mar­

xismo, e già sapevamo che mer­ ce, lavoro salariato, moneta, « li­ bertà e Bentham », riassumevano in poche parole il regime eapita­ lista, il regime dello sfruttamen­ to, della pirateria e della guerra. Oggi, quelle stesse parole affio­ .rano quotidianamente sulle lab­ bra (e, quel che più importa, nei fatti) dei dirigenti sovietici, al­ l'interno e nei rapporti con l'e­ stero: perfino la proprietà di en­ ti cooperativi o di privati è di­ venuta « socialista », e al « socia­ lismo > di lor signori si addicono categorie economiche borghesi corne prezzo, costo di produzione, bilancio aziendale, attivo e passi­ vo salario e profitto, e, idolo coÜettivo!, il mercato. Balbettavamo appena il marxi­

smo, e già sapevamo che nel re-' gime della merce è radicato tutto ciè che da un secolo il capitali­ smo offre all'umanità martoriata: la concorrenza f.ra persone, fra imprese e fra Stati, le crisi, i con­ flitti e contrasti diplomatici, le guerre. Oggi, Krusciov bada a ri­ petere (l'ha detto anche all'inau­

,gurazione di un'esposizione polac­ ca, dunque « socialista »; vedi Unità del 5-9) che « un commer­ do reciprocame~te vantaggioso ha un grande significato per i po­ poli >> e che i mezzi per raggiun­ gère l'obiettivo comune della di­ stensione internazionale (artico­ lo sul « Foreign Affairs », Unità del 2-9) sono « un aumento di contatti e di scambi fra tutti i Paesi in tutti i campi, e un'inten­ .llificazione degli scambi ·çommer­ ciali su scala internazional&». Sa­ pevamo, allora, balbettando l'ab­ bici . marxista, che la « liber-a » concorrenza è una menzogna e che, ammettendo che esista, sa­ rebbe una ragione di più per an­ ticipare lo sbocco nella lotta a coltello e nella guerra: oggt, la pacüica emulazione è l'alfa e l'omega del Cremlino corne di « 24 Ore » o del « Sole »: Sapevamo che i rapporti fra classi (e, nel­ l'ipotesi della vittoria rivoluzio­ naria in un Paese, fra Io Stato della dittatura proletaria e quelli della dittatura borghese, demo­ cratica o fascista ch'è lo stesso) sono basati sulla forza, e solo la forza puo snodarli. Oggi no, ire­ gimi e, per deduzione, le classi al loro interno possono e devono vivere in un paradiso di « coesi­ stenza pacifica >. Sapevamo che la lotta prole­

taria è per essenza offensiva, at­ tacco diretto alla cittadella av­ versaria: sciocco dunque parlare - per il proletariato vittorioso corne per il proletariato combat-

tente - di non-aggressione, di non-ingerenza, di rispetto di una pretesa eguaglianza fra le parti. Versione Krusciov dopo lo spo­ gliarello: la coesistenza pacifica significa « ripudio della guerra r quindi anche della guerra di classe] per risolvere le questioni controverse », impegno « alla non­ aggressione ... , obbligo da parte di tutti gli Stati di rinunciare a violare l'integrità territoriale e la sovranità gli uni degli altri, sotto qualsiasi forma e pretesto ... ri.-­ nuncia all'intervento negli affari interni degli altri Paesi in vista di modificare IN P ARTICOLARE il loro sistema di governo ... rela­ zioni politiche ed economiche ba­ sate sulla completa eguaglianza delle parti intoressate, pet il loro reciproco beneficio rbeneficio, dunque, e soprattutto dei capita­ listi] ». Infine sapevamo, noi lattanti,

che lo storico scontro fra le clas­ si non si risolve sul terreno delle convinzioni e delle idee, ma su quello della forza fisica; e gri­ dammo il crucifige ai rüormisti di. ieri, tanto meno sconci di quelh di oggi, che si attendevano il trionfo del socialismo dall'« edu­ cazione » delle coscienze e, peg­ gio, « dei nostri padroni ». Oggi,

lluelln Krusciov imperando, la lotta fra lismo mussulmano ( di comodo) 1 le classi · è ridotta ad una gara discendenti di coloro che, in no­ sportiva: borghesi e proletari as- me di un attivismo esagitato, ac­ sistono dalla tribuna; vincerà chi cusavano di « attesa messianica ,, vincerà, e, al termine dell'esibi- le di « passività » la Sinistra! zione, o i capitalisti spontanea- Strip-tease completo. Ma nep­ mente si convinceranno di aver pure gli americani scherzano. An­ torto (e cederanno banche ed of- ch'essi buttano a mare il settem­ ficine, armi e bagagli) o se ne plice velo maccartista della « cor­ convinceranno gli operai ( e smet- , tina di ferro » (buona soltanto per teranno di far chiasso). Domined-1 imbrogliare gli operai) dell'« in­ dio li benedice dall'alto dei Cieli. j conèiliabilità dei due regimi », e, E' vero che Krusciov maschera i per contorno, della soluzione dei

quest'indegna camuffatura dei I conflitti attraverso l'ONU, le con­ marxisme dietro la teoria che la · ferenze a cinque, la parità di di­ « fiducia nella vittoria del socia- ritti fra gli Stati, e via di. questo lismo ... è basata sulla conoscenza allegro passo. Si abbracciano col delle leggi che governano lo svi- finto nemico, risolvono con lui - luppo della società. Proprio corne per procura - i problemi cosid­ a suo tempo il capitalismo, corne detta di tutti... sistema più progressive, prese il I Guardateli, proletari, gli uni e posto del feudalesimo, cosi il ca- gli altri; e in questo ripugnante pitalismo sarà inevitabilmenta so- can-can borghese ad alto livello, stituito dal comunismo, il sistema ! recitato sulla piattaforma del tra­ sociale più progressive e più giu- dimento del marxismo rivoluzio­ sto ». Ma questa formulazione - nario, attingete la santa collera a parte che Krusciov non porta che troppi pompieri hanno spenta nella sua valigetta nessun socia- in voi e riprendete il cammino lismo e, meno che mai, comuni- che vi tracciô il Manifescto e che smo - non è mai statà, per Marx bagnarono del loro sangue i Co­ ed i marxisti, una copertura della munardi di Parigi, gli operai e i tesi seconde cui « ci pensi la sto- soldati di Pietrogrado e di Mosca, ria, noi aspettiamo ch'essa ci dia gli spartachisti di Berlino. Coesi­ ragione »; e il buffo èche vadano stenza pacifica? In piedi, morti facendosi paladini di questo fata- gloriosi della guerra di classe!

SEMI - SOMMITA'. PRIVATE E PUBBLICHE Filosofia I mai ~anti ~ cittadi~i » del pro11pero

e [etice Reich abbiano costruito ce- ', • , se e villini · extra moenia, nel Can. della personalitâ.ç] ~on Ticino, mentre la classe opera­

. 1a, debitamente condizion.ata dagli La Germania di Bonn, vogliamo ered! della più _fetida socialdemo-·

dire la Germania grasso-borghese, crczm, sono stat_i e. sono comptesse­ ha festeggiato il decennale della sua ~amente bonaccioni. rinascita economica. Ne ha ben don- , Il .dottor Erhard, « padrino » della de: in dieci anni, la produzione si è prosperità tedesca, ha quindi rite­ raddoppiata superando di gran lu~ nuto che il momento era il più a• ga il livello antebel!ico le merci I datto a ricordare ai proletari che tedesche viaggiano su tutti i mari, e d?mineddio li ha fatti non già per i capitali, quel!i, trovano dovunque ~nvere, _ma per produrre, La povera di che investirsi e dar profitti (si i~dustria tedesca, ègli ha detto, non calcola che gli investimenti tedeschi rresce a smaltire il 12 % delle or­ dal gennaio 1952 allo scorso giugno d~nazioni che da tutto il monda le abbiano raggiunto la piccolezza di PIOVono: voi operai chiedete di la· 2,4 miliardi di DM, 360 miliardi di vorare di meno à parità di salario; lire, con particolari simpatie p(.r came si farà, dunque, a far fronte !'America del Sud e del Nord, dal agi! impeg~i? Papà Erhard, si sa, che si puà dedurre che il Capitale è llberale; il suo Vangelo è quello è attirato non meno dalla instabi- della personalità umana, non certo lità dei rapporti politici - i. cata- quello della personalità operaia, che clismi non sono forse la. cucca.gna. non esiste: non gli passa. quindi degli investitori? - che da.lia Zoro nemmeno per la. testa. che, puta.ca.so, stabilità relativa); si a.ggiunga che se il 12 % degli ordini non si posso­ fra. guerre, sva.luta.zioni e occupa- n? ~se~uire, ebbene, si provveda. a. zioni milita.ri, i grossi pesci dell'a.lta d~sd11:Zt e non se ne accetti di più; industria. e dell'alta finanza. tedesca niente. affatto, perisca l'operaio pur­ sono di~entati ancor più pesci e a~ chè z:m~ustria viva; non ci siano cor più grossi, favoriti altresl dal ore dt riposo supplementari per chi commercio coi paesi in cui si dice pr<:'duce, essendo vitale che le mac­ c~e prosperi il socialismo, e il fisco ~hme gi:in? e il profitto coli senza. si rammarica O finge di rammarica.r- mterruzioni nelle tasche della. « co­ si che, malgra.do i suoi « rigori 11, munità nazionale ».

I sindaca.ti hanno risposto di no: Worse, ripensandoci, risponderanno di s!, e comunque la personalità uma-­ na di S. M. il Capitale non ha mol· to da temere. E domineddio, ne sia­ mo certi, premierà gli onesti sforzi compiuti dal prof. Erhard per.ricor­ dare a.gli operai tedeschi che la personalità uma.na è una cosa; e il lavoratore un'altra; che non c'è ri• poso, _ne! regno del profitto, per chi !o produce.

Antagonlsmi net rapporti di classe ln Rossia La letteratura sulla Russia ab­

bonda in ogni lingua, ma solo quel­ la marxista, rappresentata oggi dal nostro partita, ha dato una risposta scientifica eilatta e coerente ai fatti di questo immenso paesè. Delle vi­ cende che illuminarono il mondo intero di ansiose speranze di libe­ razione e di quelli che queste spe­ ranze adombrarono sino a confon­ derle dietro una cortina di equivo­ che ricette sociali, demmo un'istin­ tiva decifrazione iniziale, cul se­ gui una ponderata e più precisa ana­ Iisi. Da anni sulle colonne dell'unico organo superstite della momentanea­ mente battuta rivoluzione comuni• sta, andiamo pubbiicando serie in­ tenninabili di cifre, statistiche, nu­ meri e numeri ancora, spesso più contrastati e fraintesi dai falsi ami­ ci che dai nemici aperti. Ed ancora non è finita. La verità,

di cui le opposte e comuni Ji>ande si ergono a paladine, è difficile a sco­ prirsi nella congerie di dati a bella posta distorti ed incompleti delle pubblicazioni ufficiali: ma viene a galla. Anzi, la spinta violenta del sottosuolo economico apre varchi mal riparabili nelle sovrastrutture mentali dei nuovi personaggi avvi­ cendantisi agli apparati statali, sic• chè gli ultimi arrivati, per far le fiche ai primi, ne svelano le idiozie, le menzogne e le reticem:e. Giorno verrà che la confessione sarà com­ plets, e ne gioiranno i proletari rivoluzionari quanto ne siamo orgo­ gliosi noi, che l'abbiamo sentita, an­ tiveduta e compresa.

I nostri testi, i nostrt studi labo­ riosi, non facile lettura per il fili­ steo democratico propinatore di ben altre teorie ponzate nei pensatoi uf­ ftciali, hanno provato ad josa che nella millantata Russia socialista sussiste e si sviluppa un'economia retta e dominata dalle stesse leggi scoperte da Carlo Marx nell'ècono­ mia inglese di un secolo fa, modello ancor oggi insuperato del modo di produzione capitalistico: Usando il magistrale metodo dei

classici del comunismo, abbiamo confrontato le tesi russe con quelle marxiste, o meglio i fatti russi con qùelli socialisti del futuro ed ab­ biamo rilevato la loro inco'mpatibi­ lità assoluta, la loro opposizione stridente. Ma, dietro questa serie di cifre,

queste colonne di aridi dati stati· stici, stanno gruppi di uomini e classi sociali ~he, per lo più in ma• niera inconsc1a ed irnprevista, si muovono in contrasto fra loro. Il mistich;mo degli opportunisti tende a ipotizzare la costruzione di una società futura con lo svolgersi de­ mocratico delle lotte di classe e col loro pacifico inserirsi nel crogiuolo sociale, e a rappresentare lo Stato come l'arbitro supremo di questi

pacifici conflitti dimenticando che gli interessi contrastanti generati 'da rapporti sociali antitetici, e non dalla volontà personale né colletti­ va di alcuno, dominano le vicende degli uomini. La Russia non puo fare eccezione a questa regola. Salariati dell"industria di Stato e

dell'agricoltura sovkosiana e colko­ siana. - Funzionari di Stato, di Par­ tito, di Sindacato, d'innumerevoli or­ ganizzazioni politico-economiche pe­ riferiche; aziendali e dispersive, in­ telettuali, professionisti, avvocati, artisti, ruffiani incensieri e pede­ rasti. - Cooperative colcosiane e sov­ kosiane, imprenditori, brasseurs d'affaires, tiliaki (mediatori, sensa­ li ), possessori, in grande, di titoli di Stato, di reddito o di risparmio. Ec­ co i rappresentanti di una societii divsia in classi; in cui i primi rap­ presentano il proletariato - gli ul­ timi il capitale, che intasca e rein­ veste profitti di azienda sotto for­ ma di profitti industriali o di in­ teressi finanziari. Gli intermedi nient'altro che merda. dello Stato c~n l'inevitabile codazzo delle loro « capacità » intellettuali. (Tutto questo per ingozzare con

qualcosa i ricercatori del sesso degli angeli sulle « categorie econoJl)i-

che » rappresentate da persone 'fisi­ che) .. Al vertice di questa società di

classe, lo Stato, rappresentante de­ gli interess1 storki e permanenti dé'! Capitale, assolve il principale com­ pito odierno di collegare la « libera e santa » Russia aile vicende del ca­ pitalismo internazionale, sempre più inserendosi nel mercato unico del mondo.

Le due sezionl della prodnzione

Il « Compendio Statistico dell'Eco­ nomia Nazionale della URSS», pub­ blicato in lingua italiana nel 1957, fornisce due dati riguardanti il clas­ sioo · schema di Marx sulle due se­ zioni della produzione: quello rela­ tivo alla produzione dei mezzi di produzione e quello relativo alla produzione dei beni di consumo. Gli indici si riferiscono agli anni

1928 e 1955, e sono i seguenti:

1928 Mezzi di produzione Beni di consumo

100 100

L'enorme divario fra lo sviluppo

Paalllaa aonaorrenza ·ln • arroraccl • da poco

In attesa di farsi pacifica concor­ renza. sui mercato mondiale dei 11 beni e dei servizi 11, Cina e Russia cosiddette socialiste gareagiano in svisterelle statistiche e in errorucci di calcolo econcmico, colpa - ben s'intende - di qua.lche belzebù pro­ ditoriamente annidato nelle incor­ rotte e incorruttibili file del par­ tito ... Riunito in VIII riunione plenaria

durante la prima metà di auosto, il C. C. del pa.rtito cc.munista cinese ha. « riesaminato il piano dell'anno in corso per lo sviluppo dell'economia na.zionale, ed ha riconosciuto che gli obiettivi oriainali erano un po' trop­ po ambiziosi e richiedono adegua.ti aggiustamenti »; più oltre, comta­ ta.ndo che i dati sta.tistici resi noti nel 1958 era.no quasi tutti ( scusate se è poco) erronei, ha a.ttribùito la svista., il ... refuso tipogra.fico, a. una « certa mancanza di esperienza ne! calcolo della produzione ». Non si parla. ancora. di un. diabo!ico « grup­ po antipartito »; se ne riparlerà, for­ se, nel 1960! Nel settembre 1958, !o stesso C. C.

aveva. condannato cqme eccessiva.­ mente « caute » le previsioni di svi­ luppo l'Conomico, industria.le ed a-­ aricolo, del piano 1956: ora è CO-

stretto a. dire che bisogna tornare a. quest'ultimo, e invece dichia.ra.re fal­ si i dati pubblicati neali anni suc­ cessivi. Le « :rviste » non sono di poco ,-mevo: ad esempio, nez campo a.gricolo in genere, i sudori e le là­ crime delle Comuni hanno permesso di realizzare non il 102 % del piano ( corne si era detto), ma appena il 35; per il solo cotone, Zo scarto fra percentuali pubblicate nel 1958 e percentuali effettiva.me,nte raggiunte va dal 194 al 28 % ! Funzionano me­ glio ,le cose nell'industria? Ahimé: su tre milioni di tonn. di accia.io prodotte con le celebri fornaci fami­ liari, non una si è dimoBtrata uti­ lizzabil~ dall'industria; ne segue che le tonnellate di accia.io prodotte alla fine 1959 risulteranno non 18 milio­ ni, ma .l2; le tonne!late di carbone non 380 milioni, ma. 335; e cosi via discorrendo, Vi chiedete che cosa. fara.nno· i

giornalisti e corrispondenti che, nei Zoro a.1'ticoli, avevano diligentemente traicritto le cifre ufficiali della. pro­ duzione agricola., tessendovi sopra. ro.manzi e ditirambi? « Non fa.ra.nno nulla.: sono troppo avvezzi a legare il carro dove vuole il padrone. E, infine, chi gara.ntisce che anche le cifre rivedute e corrette non risulti,­ no... una. svista?

1955

delle due sezioni balza subito agli occhi, e dà un quadro storicamente esatto della natura del modo di pro­ duzione imperante in Russia. Alle due sezioni. è strettamente legata la sorte di due classi: alla prima quel­ la del Capitale, alla seconda quella dei salariati. Per inciso: di solito si usano le

denominazioni Capitale e Lavoro, come se si trattasse di termini se­ parati e divisi. In realtà nel modo di produzione

capitalistico il lavoro si trasforma in capitale, che è una forza sociale, per cui da una pa:i:te si ha una clas­ se, quella capitalistica, che puo sus­ sistere anche senza capitalisti singo­ li, e dall'altra la classe proletaria, che esiste solo in quanto comprende uomini Vivi e opera1iti. Abbiamo premesso più volte questa distinzio­ ne. già fatta da Marx e ripetuta da Lenin, perchè ci è servita a smon­ tare il falso diffuso da! Mammone russo che, non esistendo il capitali­ sta individuale, il capitano d'indu­ stria, il padrone delle ferriere, non esista capitalismo; e l'altro- falso non meno equivoco e pericoloso, messo in circolazione dai sinistrissimi di oggidl, che, non essendovi capitali· sti singoli, un'a.Ztra. classe non me­ glio definita detenga il potere. Il profondo squilibrio fra le due

sezioni è la caratteristica classica del modo di produzione capitalistico, e lo si ritrova nello sviluppo di ogni stato borghese. Anzi, non puo esistere produzione capitalistica sen­ za che queste due sezioni si svilup­ pino in maniera diversa. Anche in Russia esse hanno se­

guito una linea di sviluppo inversa· mente proporzionale dal 1913 al 1956; mentre è cresciuto il gruppo « A 11, è diminuito il gruppo « B ». Questa la quota della produzione di beni strumentali sulla produzione globale di tutta l'industria (posta uguale a 100) per gli anni 1913, 1917, 1928, 1940, 1946, 1956: 33,3-38,l-39,5- 61,2-65,9-70,8. Ed ecco, invece, la se­ rie parallela relativa ai beni di con­ sumo per gli stessi anni: 66,7-61,9- 60,5-38,8-34,I-29,2. Crescènte l'una, decrescente l'altra. Si osservino le percentuali del 1917 e del 1928 e si noti corne, pur flettendosi, la produ­ zione di beni di consumo prevalga su quella dei mezzi di produzione. Dalla Rivoluzione d'Ottobre al lo piano quinquennale, sotto la NE.P., preme soprattutto la pelle degli o­ perai. In seguito il rapporta si ca­ povolge. Nella fossa della controri­ voluzione si getta la N.E.P. e la pelle dei proletari per concimare :1 mostruoso baobab della moderna industria pesante. A questo riguardo Marx, nel II li­

bro 20 Vol. del Capitale (Ed. Rina­ scita, pag. 97) spiega al Senior che

3.891 895

( continua in 2.a. pag.)

Aristotile Socr·a te & C.

No, non scriviamo un articolo sul­ !a. Ca.lias e nemmeno su Ona.ssis marito e moglie: duri di cuore, non abbiamo nè interesse nè pietà per queste « tragedie » umane. Umilmente, sommessamente, pen.­

siamo ai proletari che si scannarono in due guerre mondia.li per la pro­ messa. di un mondo migliore, a quel­ li, che, per la. stessa. ba.ndiera sareb­ bero ancora. 4isposti a scannarsi, e a. quelli, moiti di più, che son con­ vinti di vivere già nell'epdca felice deU'« a.vanzata del socialismo n,!l mondo »; ai proleta.ri che sono mor­ ti e a. quelli che battagliano perchè il pcinfilo della democrazia interna­ zionale veleggi tra.nquillo pei ma.ri, pei cieli e per le terre, e approdi alla. Giudecca dove le case' trasuda• no una. miseria senza nome, e sca,-i· chi la sua. « crema li sui Zidi della democratica. Ita.lia. coi suoi due mi­ lioni di disoccupati e i suoi dieci milioni e passa di sottonutriti inco­ Lonna.ti sotto i vessilli degli eterni principii, delle quattro e più libef'td, delle « vie nazionali al socialismo » e' del trionfo su! terrore e suila tra-­ cotanza fasciata; perchè alla ca'l\::i­ glia delle compiante e roecotate aree depresse sia offerto in perma­ nenza., se non il pane, almeno i cir• censi dei festival (del Cinema, del­ la Canzone o dell'Unità), dei carinô della strip-tease, delle baruffe coniu.-­ gali di lor signori, e della danza. di milioni e miliardi accumulati gra.zie a.i servizi specia.li resi da.i prop1'ie­ tari alla ... auerra liberatrice; perch~ di non a.ltro parlino i giornali di tutti i Pa.esi, e professori e scaccini si riuniscano periodicamente a con­ gresso per congratularsi a vicendcs uali immancabili sviluppi della « so• cialitd », e brindino al mondo rin­ novato - il mondo che piace a Kru­ sciov corne ad Eisenhower, quel mondo dei commerci e degli sca.mbi, della. concorrenza. e della gara. a chi arriva primo a. frega.re ii prossimo, che tanto giustamente piace agli Ona.ssis e ai loro valletti in unifor­ me. Merci e turismo, ha.nno detto Gai6skell e Krusciov, brindando all~ fraternitd internazionale tra affa.ri­ sti: Aristotile-Socra.te porta. le une e l'altro dovunque. 0 se lo elegge­ ste, dopo gli storici colloqui di Wa­ shington e Mosca, Presidente della Repubblica Universale della Pace'! Sa.rebbe -torse la. volta ch·e le cop­

pie dorate si ra.ppattu~erebbero ...

Page 2: lÎtllll 1921, 1111 IISTIIGUE IL IISTII latta della ...archivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · torto (e cederanno banche ed of- ch'essi buttano a

2 JM ll. :..,ROGRA.MMA CO.MU1'1'1STA

LeJS·PINE del CONGO nella CORONA BELGA

le delle loro tribù. La piccola bor­ ghesia commerciante autoctona è

soffocata dalla concorrenza del commercio europeo, a sua volta as­ sorbito nell'orbita delle grandi com­ pagnie industriali. Da qualcl1e anno, si è formato un • contadiname indi­ geno » organizzato in cooperative; ma questa esperienza non fa che ingrassare un «kulaklsmos di cui be­ neficiano in modo esclusivo le mis- sioni cattoliche che le tengono sotto

. . . . controllo. li, rehg1Me, ~IU'i e politicla del- L'allevamento è nelle mani o de- la, ·colo1t11, kif _r. ~ ~ri, nea -so- gli europei o dei signori feudali del no. n:ieno vastt m B~lg10, dove la Ruanda-Urundi, ment-te solo una

. « vigflanza democrahca ~ del Par-, ,piccole . percentuale ne è riservata famèllto ubbidts~ . *'"~ 8', 'iillè ·er~ e al contadiname Indige­ piani di p~litkra éol8Mare dèfli,- ~~ no. Pér il resto, tutte le forte pro­ to ~gente m nome della « comumta duttive sono • salariate » in qualità nazionale ». di facchini, scaricatori, boys, donne , Il p ipo lamento europeo del Con- di servizio, e proletari addetti nelle go belga e del Ruanda-Urundi è na- grandi imprese minerarie, industria­ turalmente subordinato all'onnipo- li e commerciali. Ai mugini di que­ tente e anonima presenza del Capi- sfa concentrazione cittadina dei ea­ tale finanziario. All'ombra di que- pitalismo straniere va nascendo un· sto « vitello d'oro », gli europei - esile ceto « evoluto ,, proveniente 108.000, di cui 85.000 belgi - godono dalle scuole tecniche organizzate di una priorità assoluta sui 12 mi- sotto la frusta delle missioni. Qual­ lioni di indigeni del Congo più i 5 che centinaio di questi giovani « col­ milioni del Ruanda-Urundi, confi- ti » cresciuti « in vaso chiuso li, ehe dato al Belgio in regime di ammini- _ eccezion fatta per i pochi privi­ strazione fiduciaria dall'ONU dopo !egiati scelti tra i figli dei notabili la II guerra mondiale, corne in re- 0 di « negri bianchi » - non hanao gime di mandato dalla SDN ne! mai lasciato il suolo natio, formano 1922. il vertice intellettuale che le popo- Fatta eccezione per i notabili in- lazioni congolesi hanno potuto r ag­

digeni, mercenari degli· europei, I'In- sieme delle popolazioni congolesi costituisce un immensa riserva di manod'opera alla mercé delle impr~ se statali, degli apparati di produ­ zione industriale e agricola, e delle compagnie di commercio. Nessuna borghesia indigena vi si è formata, visto che i riotabili non sono se non capi « fannulloni » viventi alle spal-

' giungere dopo 80 anni 41·· pa~nali-- smo politico e di piratè$Cb sfrutta­ rbento economico belga· - tutela sterilizzatrice che, fra l'altro, 11a creato fra le «élites» indigene ve-· nute a coritatto con gli intellettuau africani usciti dalle università eu-­ ropee un senso amaro di umiliazio­ ne, un doloroso complesso d'infe­ riorità. Si deve aggiungere che la presen-.

za europea e una certa proletarizza-. zi'One diffusasi fra, gn indigenf a. ritmo accelerato du:rante al · guwra mondiale (ma in parte auestata dal­ la recente crisi èèonomlca) ,haffno determinato un rapido ditteriora-­ mento delle strutture tradizionali da une parte, ed uno sradicaniento d'i masse trasferite di colpo nei centri urbant industriali e commerciali e violentemente separate dalle comu­ nità originarie dall'altra, che sono stati troppo precipitosi per distrug­ gere usi e costumi ancestrali e per· sostituire ad· essi una mentalieà e forme di associazione e di solida­ rietà paragonabib non diciamo a quelle del proletariato europeo na­ scente, ma neppure a quello attuale­ della Cina e dell'India. Tutto ciô spiega insieme la violenza degli scoppi di furore popolare e la gra­ cilità delle sovrastrutture politrche e ideologiche che ad essi corrispon­ dono.

(continua)

Bruxelles, settembre. La II rivolta » indigena » del 4

gennaio a Léopoldville, il cui fuoco - corne dimostrano episodi anche recenti - cova tuttora sotto le ce­ neri, riprendendo a divampare qua e là ha gettato nel panico sia 1Ii europei residenti nella colonta, sia i loro mercenari della forza pubblica e i· capi indigeni « prefabbl'i.cati » daRe autorttà coloniali. .Perfino la stampa ufflciale aveva dovuto ammettere, allora, che i • ri­ voltosi li erano soprattutto adole­ scentr che si trascinavano, senza la­ voro e denutriti, fra le catapecchie e le maleodoranti viuzze dei quar­ tieri indigeni, gli occhi avidi fissi sulla ricchezza insolente dei quar­ tieri europei: eppure davanti a que­ sta gioventù affamata e disarmata, i • civilizzatori » orgogliosi e ben. pasciuti si sono dati a un fuggi­ fuggi intonato al grido: « si salvi chi puè ». Cosa ancor più notevole, a sei mesi di distanza quella « fiam­ mata giovanile » sfocia ora in una « crisi di autorità » che trasforma la « colonia più calma dell'Africa ne­ ra » in un vulcano sociale, sui cui terreno infido gli sgomenti rifiiuti della madrepatria e gli inviati del governo belga (il ministro delle co­ lonie, stanco d'essere il bersaglio dei frschi e dei pomidori della po­ polazione di colore, ha offerto le sue dimissioni: ha capito, per dura espe­ rienza, il poveraccio, che la toppa è ormai peggio del buco) non sanno più su che piede ballare. Accusandosi a vicenda di silurare

la nuova politica di « decolonizza­ zione » e di avvelenare le « rela­ zioni 'umane » fra bianchi e neri, gli europei levano il tacco e vanno alla deriva sotto gli sguardi ironie! de­ gli « adolescenti » e gli sguardi stu­ pefatti dei capi indigeni venduti: mentre i « padri fustigatori » delle missioni cristiane diveritano gli zim­ belli degli indigeni, l'« opera gran­ diosa del re costruttore », Leopoldo. Il, crolla ne! ridicolo, e rischia di precipitare nel nulla,

L'aspetto negativo di questa si- tà·» della sitlflttra .bor,.hese, iatorno tuazione è chs la classe operaia as- al'lt quale ptolunpnÔ la loro agoni-a siste bensi con indifferenza a questo « operaista-democratica » le conven­ storico vaudeville, infischiandosèfte. ticole sparute di una cosiddetta « si­ di un impero coloniale· ih cui peé)le. nilltra prolet'aria »,.E· l'inè'rilabile·ri­ mighaia di belgl s'ingra11Sano a spe- sposta al fwoce razzismo· di iIJll!!li," se della popolazione indigena e che, francesi e belgi (per tacere del re­ per il resto, appartiene « in piena sto) in affannosa ricerca di un « in­ proprietà » a qualche dozzina di terlocutore valido », cioè servile, e grandi società private e aile mis- in disperata caccia con le arrni in

-sinni cattolîche, ma si dimostra non pugno dell'inconsultabile uomo della meno sorda e indifferente davanti strada; è il frutto secolare di una all'entrata tumultuosa delle masse mistificazione ideologica e di una popolari congolesi nell'arena della falsificazione storica dietro le quali vita sociale cantemporanea, di cui si cela la realtà ripugnante dei sa­ non afferra se non in piccolissime turnali imperialistici e colonialisti­ minoranze il significato e I'Impor- ci europei. tanza storica per il movimento pro- D'altra parte, quest'odio razziale letario. E' questo il frutto del dop- si incrocia fino a confondersi con pio tradimento socialista e stalinia- un odio le cui radici sono chiara­ no, che l'ha deviata dal cammino mente d'ordine sociale. Se il timbro della rivoluzione anticapitalista per xenofoba e particolarmente vivo ne! farla precipitare a due riprese nel fermento delle popolazioni negre del massacro dei conflitti imperialisti e Congo, le sue origini profonde van­ impantanarla nella melma della le- no infatti cercate ne! carattere fe­ galità democratica e di un riformi- rocemente monopolistico dello sfrut­ smo imbelle. tamento coloniale ad opera del eapi- N on a caso la saldatura nel tempo talismo belga. Questo sfruttamento

fra i moti del Borinage e i moti di po~gia sulle basi di un'industri~liz­ Léopoldville non si è invece operata zazrone che,. per quantq geografica­ sul terreno dell'azione politica e mente Iocalizzata m poche aree, è

dell'inquadramento ideologico tuttavia senza esempio nel resto del- . l' Africa nera. In tut te le aitre co­

lonie, le esportazioni di prodotti a­ gricoli superano quelle dei prodotti necessari aile industrie di trasfor­ mazione di Occidente. Nel Congo belga acéade l'inverso: esso è quin­ di molto più dipendente dal mercato mondiale e più sensibile alle flut­ tuazioni economiche, ai periodi di prosperità seguiti, con sempre più forti convulsioni sociali, da periodi di crisi. Questa potente immissione- di

strutture industriali (almeno in campo minerario) è avvenuta e av­ viene ad opera e sotto il controllo del grande capitale metropolitano e internazionale. La Société Généra­ le de Belgique è, beninteso, il grup­ po finanziario che si è finora assi­ curata la parte del leone. I suoi po­ teri sono illimitati: esso controlla l'amministrazione coloniale e tutte le imprese « private », senza dimen­ ticare l'insieme delle istltuzion] civi-

(1 j

I guai della proprletà 11 soclalista ,,,,

•• Aprendo la « Neue Zuercher Zei­ tung » del 29 ag. 11159, ci siamo fre­ gat] gli occhi sbalorditi: su due co­ lonne ci balzava incontro il titolo « Campagna di Krusciov contro la proprietà priva ta » ! La nostra sor- presa era legittima. Ma corne? iJ Krusciov della crescenti concessioni ai kolkosiani, dell'incoraggiamento alla libera contrattazione dei « beni » sui mercato, degli incentivi all'in­ teresse personale del produttore, della spinta alla costruzione di case private con mezzi propr i, avrebbe di colpo cambiato gabbana, e pro­ prio ora che, con gran frastuono ni tam-tam ~o_esis~enzialista, si prepa­ ra alla vlstta in USA? Questi Ec­ cellenza Nikita, sono scherzî da prete! Ma i titoli di gicrnale, si sa, sono

titoli, e il contenuto è un altro. E' ben vero che la rivista « Literatura 1 Zisn ». mentre dichiara che « non abbiamo nessun motivo d'interferi­ re nel diritto di eredità, quando non contraddicè ai principii della costru­ zione socialista » ( corne se il diritto di eredità non facesse di per sè a· pugnt col socialismo !) , parte con la lancia in resta contro certi scrittori i quali, tirando a fil di logica le somme di tutto l'orientamento del governo sovietico, proclamano che nell'attuale fase di « passaggio al comunismo » (udite! udite!) la pro­ prietà privata deve necessariamente aumentare; anzi, che quanto più la proprietà socialista (due termini che si escludono, ma passiamo oltre) aumenta, tanto maggiore dev'essere « lo sviluppo e il consolidamento della proprietà personale li; è vero che l'organo ufflciale del governo si preoccupa delle smodate tenden,e all'accumulazione che il diritto di eredità favorisce, ma con chi se la

·prende Krusciov e, per lui, il re­ dattore del periodico? Il testo è chiaro: se la prende col possesso di immobi!i il cui subaffitto o la cui vendita procuri (corne nel caso ci­ tata da Ivanovo, a nord-est di Mù­ sca) guadagni eccessivi a ricchi cit- · tadini sovietici o figli di pesceca­ ni socialisti; se la prende con l'in­ ve-~timento di capitale in case e ter­ reni (non certo con quello in tito­ li O buoni del tesoro, o risparmi f;uttiferi) quando supera un Jimitl:! tale da far « perdere la faccia » a un regime che ~i dice in trapassa ver­ so il comumsmo; se la prende con la « nuova casta 1t dei possessori di troppe ville di campagna e di peri­ feria (le famose dache) che prendo­ no una mentalità altezzosa e bor­ ghese, non vogliono più frequentare i campi della gioventù né mandare 1 figli a scuola insieme coi senza­ villette. Insomma se la prende o con gli speculatori sui terreni, o c:>i figli di papà, teddy-boY~ e analoga genia allo stesso titolo d1 qual1:1nque governo capitalista, ~ecie se: 1~pe­ gnato in un corso di mdustriahzza­ zione accelerata, vuole veder afflu·­ re i quattrini nel pentolone del ca­ pitale-macchine anzichè nel ~entolo­ ne del capitale-case e terrem. Cam­ pagna contro la proprie~à privata, questa? Ohibô: contro _gl~ e_ccessi e Je remore della propr1eta 1mmobi­ liare, vecchia :oestia nera dei capi­ talismi giovam. Ma v'è un secondo punto, in que­

sta cosiddetta « campagna contro 1a proprietà privata ». Nel 1935 ed anni successivi, pendendo ia crisi agri­ cola, lo stesso Krusciov aveva inco­ raggiato gli operai e piccoli stipen­ diati dei sobborghi cittadini ad ac­ quistarsi la loro brava vaccherella e, se occorre, il porcellino, la pecc­ rina e la capretta, per risolvere il problema quotidiano del- latte e d.i~­ la carne che i contadini non ri.1- scivarto a fornire (colpa dell'« ant!­ partito », rtaturalmente) in misu,:-a adeguata. Ora è successo che, pa~~

sata o almeno ridotta la crisi, i nuo­ vi- « proprietari » di bestiame vo­ lante si sono affrettati a riven ier-· ne una parte con un margine - orrore! ·- di profitto e, corne i .. proprietari di dache, vanno pren­ dendo una certa mentalità da pr,l-· prietario piccolo-borghese. Dunque, necessità di un nuovo colpo di ti­ mone. Già al Plenum del giugno, Krusciov aveva detto: « Non si de,. vrebbe introdurre una legge ch~­ proibisca agli abitanti delle città ui tenere mucche, capre, maiali ed i;I­ tro bestiame? » Ora risulta che m sette repubbliche sono già state e­ manate leggi per la confisca dd « bestiame da sobborgo », e la cam­ pagna è in pieno sviluppo. Che significa ciô? Significa una

conferma della nostra tesi che il grande capitalismo russo ha fra gli altri effetti quello di favorire il contadino (e spesso di subirne il ricatto) a danno dell'operaio. La giustificazione di Krusciov, in giu­ gno, era che, « fra l'altro, le capre sono nemiche delle piantagioni e dei parchi pubblici »! La ragione vera è che le « capre in poaet;aao di operai e impiegatucci cittadini » so­ no nemiche dei koklkosiani: se l'o­ peraio dei sobborghi di Mosca vuol bere il latte o. mangiare una bi­ stecca supplementare, si serva da chi di dovere - dal « compagno » dei kolkhos che vende liberamente sul mèrcato, e dai negozi statali ai quali i kolkhos hanno venduto rego­ larmente con profitto i loro prodot­ ti. Secondo la « Neue Zuercher Zei­ tung », nell'ottobre 1955, i bovini :1, possesso di apt?rai e piccoli impe­ gati ni città erano 7,6 milioni, i maiali 6,6, le pecore 3,8, le capre 5: è uno scandalo - immaginiamo abbiano detto i kolkhosiani a bab­ bo Nikita - che deve cessare. Il latte e la carne, che diavolo, dob­ mia fornirli (cioè venderli) no1! Non dunque contrg la proprietà

privata si batte Krusciov (potevam:> mai dubitarne? puô crederlo sui .,e­ rio il ponderato giornale svizzero­ ultraborghese?) ma contro le f,..,._ me, diciamo cosi, aberranti e - pcr il capitalismo e i suoi interessi di conservazione - improduttive o fastidiose di proprietà personale. La proprietà « giusta », quella deve r>:>n salo rimanere, ma fiorire: essa non è pe'r nulla in contrasto con la « co­ struzione » del sôcialismo alla Kru­ sciov, sinonimo di capitalismo a).la Wall Street.

Nelle tragiche condizioni di isola­ mento in cui i moti delle popola­ zioni sfruttate di colore si svolgono, nello stato d'impotenza politica che vieta al proletariato intèrnazionale di riprendere la sua storica funzio­ ne di sola classe rivoluzionaria ca­ pace di portare innanzi, sotto la di­ rezione del partito di classe, la lot­ ta per la distruzione finale dell'im­ perialismo, e quindi anche di im­ primere un orientamento ben più maturo ed avanzato al risveglio del­ le popolazioni indigene sottoposte al giogo coloniale, è inevitabile - an­ che a prescindere dalle condizioni di ambiente - che la rivolta congolese e, in genere, « negra » prenda aspet­ ti di odio razziale e forme di xeno­ fobia, dirette contro la « razza elet­ ta » senza distinzione di origine so­ ciale e quali che siana i « pentimen­ ti » degli « uomini di buona volon-

E' uscito il numero 8 (luglio­ settembre) di

PROGRAMME COMMUNISTE

La rivista dei eompagni fran­ cesi esee in edizione speciale con­ tenente:

Présentation du Dialogue, Dialogue avec Staline (tradu­ zione del testo italiano « Dia­ logato con Stalin »). Le communisme russe et nous. Il fascicolo puo essere acquista­

to versando lire 400 sui conto corrente 3/4448 intestato a: Il Pro­ gramma Comanista, Casella Po­ stale 962, Milano.

•• In Belgio, l'union sacrée, realiz­

zatasi il 13 giugno nel corso di una « storica » seduta della Camera riu- nita d"urgenza, ha ceduta il posto a una discordia nazionale che aggiun­ ge alla cronaca già brillante dei vaudevilles nazionalisti una nuova e spassosa nota di colore. Altrave, ne! mondo dei' grandi imperi coloniali, « ci si squaglia all'inglese »; in Al­ geria, 11 si muore· per il re di Prus­ sia »; nel Congo belga, ci si rifugia nelle sacrestie religiose e civili per recitarvi il « mea clpa », nell'atto stesso in cui. nella metropoli, il co- <continuaz. dalla l.a pan.> aid.etto rilancio economico patroci- la differ~mza fra la società capita­ nato e diretto dalle Alte Autorità listica e il selvaggio risiede sovrat: supernazionali fa apparire la classe tutto in questo: dominante nella luce di una squal- « La società capitalistica impiega lida congrega di vecchi decrep1ti una parte maggiore del suo lavoro messi sotto consiglio di famiglia. annuo disponibile nella produzio-

11 cc.mpito dei liquidatori è, biso- ne dei mezzi di produzione ( ergo gna riconoscerlo anche se non sia- diA:a-pitale costante) che non pos­ mo certo noi a commiserarli, dei più sono risolversi in reddito nè nella umilianti. Si tratta di far inghiottire forma di salario nè di plusvalore, allo spettro di un'« opinione pub- ma possono operare soltanto corne bliea » stupefatta, drogata da un de- capitale». cennale oppio democratico, l'amara Orbene, quale è il signiftcato di pillola di un « buon affare li che di questi indici? COipo si rivela un « affare bacato », . . e di un'« opera dL carità cristiana » In 27 a!ln~, la ~lasse opera1a rus- di cui, d'un tratto, i beneficati non sa. ha compmto .11 poderoso e. san­ mostrano alcuna gratitudine; di far- gumosa sforzo di a~mentare d1 _ben le d·g · .1 d . ff t d" 39 valte nella media la produz1one 1 enre I opp10 a ron o 1 d' · · h" b · un'autorità coloniale impotente a I acc!a10, g isa, ca: one, petroho: contenere l'ondata della « purga ne- macchme, etc., ma d1 _solo 9_ volte, I ra» e di un'autorità metropolitana 3/4 1:°_meno, la produz1one d1 s~arpe, mendicante l'aiuto delle potenze fi- veshh, c~rn~, burro, latte, e, m ge­ nanziarie « straniere » al barcollan- nere, bem di consumo. te edificio di una prosperità di car- Lo sforzo produttivo è stato im­ tapesta. Non a caso gli ex-ministri posto agli operai per creare pro­ socialisti di S. M., difensori ardenti dotti non direttamente necessari e e lfi.tffi~i giurati della comunità na- consumabi~i per. essi. Y'è qui una zionale ~i tempi delle vacche gras- ne!ta conf1gura;uon~ d1 classe, per se, si tenl!Ono ora prudentemente in cu1 da una par~e s1 è accumulata un'opposhione che Jascia a social- una montagna d1 lavoro mo.rto sotto cristiani e liberali l'ingrato mestiere f~rm~ _di mez_zi _di pro~u.zi~ne, i~­ di liquidare la passata grandeur, e P,Ia~h mdustnah,_ depos1h fmanz1a­ forse mieterà loro dei voti ne! gior- ri, msomma capitale, che si erge no agognlto della scheda. contro i corpi sfiniti dei proletari Puo, la liquidazione presto O tar- accumulatisi dall'altra.

di inevitabile, trovare un ostacolo Ma noi contestiamo che l'aumen­ nei miSéri resti di rifiuti umani an- ta della- produzione di beni di con­ cora ~identi in colonia? No certo. sumo sia. stato· « in effetti » di 9 Se mqj_ questi ne sentissero il pru- volte, a rneno che per « beni di con­ rito, 1§e mai volessero giocare agli sumo proletario » non s'intendano « ultra » come i loro fratelli bianchi gli orologi, le motociclette, le bici­ d'.'t1geria, basterebbe che gli « ado- clette, i vestiti di seta, ecc. IC!!centi » ridiscendano in piazza per Uno stato socialista, soprattutto h.rgliene passare il capriccio. Non ci nelle condizioni russe di dover spin­ sono forze reali - molto molto gere a fondo la proletarizzazione di meno che dietro le promess~ di De una enorme maggioranza di popola­ Gàulle agli algerini - dietro la so- zione agricola, provvede in prin-

' lenne promessa dell'indipenif"enza cipal modo al necessario e sano so­ congolese fatta il 13 gennaio al co- stentamento degli operai e, profit­ spetto di un « tout Bruxelles» in tando dell'assenza della corruzione altissima uniforme. Sbattuto fra Io mercantilista, a « educare » i proie­ scoglio di una politica del pùgno tari al consumo. Assumeremo dun­ duro c_he non ha braccia per sost'e- que come esempi di contestazione i nerla, ·e quello di una politica della prodotti Che sono fondamentali per mano tesa alla quale il moto delle le masse lavoratrici. I tessuti di co­ cose nega fiducia, che farà la classe tone aumentarono da! 1913 al 1955 dominante, se non abbandonarsi al- di 2,5 volte, cioè da 2.582 milioni di la deriva? Ben aitre liquidazioni so- metri a 5 904· i tessuti di Jana di 2 5 no in atto, perchè il piccolo regno volte, cioè d;_ 103 o a 251 o milioni di dai piedi di argilla Po.ssa sperare metri; le maglie;ie di 85 volte: ma che domineddio ne la nsparmi. 1 ecço il trucco! Nèl 1913, si parte da

Antagonismi di classe

• rapporti Russia

nei • Ill

zero e nel 1955 si arriva a 85 milioni di capi; quindi, essendo la popola­ zione di oltre 200 milioni, più della metà non usa maglie. Le calzature in cuoio, feltro e

gomma, sono aumentate di 4,3 volte, da 98,9 a 431,l milioni di paia; lo zucchero di 2,8 volte da 1,347 a 3,419 migliai,a di tonnellate; la car­ ne di 2,5 volte, da 1,042 a 2,522 mi­ gliaia di tonnellate; la pesca di 2,7 volte, da 1018 a 2,740 migliaia di ton­ nellate; il burro e i prodotti caseari di 6 volte, da 2,3 a 13,5 milioni di tonnellate; il grano di 5 volte, da 8,1 a 41 8 milioni di tonnellate (ma noi sappiama che è sempre stato e­ sportato in cambio di attrezzature industriali, soprattutto dal 1933 al 1950). In compenso, gli orologi di tutti i tipi sono aumentati di 19 vol­ te, da 0.7 a 19,7 milioni; radio e te­ levisori di 150 volte, da 29.000 a 4,024 milioni - musica e belle gam­ be per lenire la fame -; i :frigori­ feri 50 vol.te, le lavatrici 80 volte. le motociclette 24 volte, i tessuti di seta 12 volte., da 42,f a 525,7 mi~ lioni di metri. Da questa serie è facile arguire

che ben poca cosa finisce in mano ai salariati. Interesserebbe sapere il salario che percepisce il lavora­ tore russo, ma questo, almena per ora, è tabù, mistero dei misteri, perchè l'espressionè monetaria del salario dice poco, ammesso che la si sappia, se non si conoscono i prezzi di vendita al dettaglio dei generi di sussistenza. Un'idea di « classe», tuttavia, possiamo farce­ la dando uno sguardo al seguente prospetto, ricavato da una serie di indlci desunti dallo stesso tèsto:

della produzione capitalistica, e le previsioni per il « comunismo 1965 » sono dello stesso tenore. I beni di consumo sono cresciuti di 76 punti, il reddito nazionale di 68, quello dei contadini di 50, quello dei salari di 39: la Cenerentola delle classi. L'u­ nica classe produttrice si vede quin­ di assegnato un « diritto » di consu­ mare i beni che produce inferiore al!e aitre. A questo proposito Marx, ne! llo

libro del Capitale, Vol. llo (pag. 128 ed. Rinascita), indica il « senso » della società socialista: « Una volta abolita la forma capitalistica della riproduzione, tutto si riduce al fatto che la grandezza della parte del ca­ pitale fisso [qui,' del capitale che opera nella produzione dei mezzi di consumo] che perisce e che perciô deve essere sostituita in natura va­ ria di anno in anno. Se in un anno è molto grande (al di sopra .della mortalità media, C'ome per gli uo­ n'lini) in quello successivo sarà cer­ to corrispondentemente minore. La masst di materfe pt<ime, semilavo­ rate e materie ausiliarie necessarie alla produzione annua dei mezzi di consumo - supponendo circostanze per il resto invariate - non perciô diminuisce; la produziane comples­ siva dei mezzi di produzione do­ Yi ebbe quindi in un caso·aumentare, nell'altro diminuire. A ciô si puô ovv1are soltanto con una costante sovrapproduzione relativa; da un Iato, una certa quantità di capitale fisso che produce più di quanto sia direttamente necessario; dall'altro, e soprattutto, una scorta di materie prime ecc., che superi gli immediati bisogni annui (cip vale in partico­ lare per i mezzi di sussistenza). Tale genere di sovrapproduzione EQUI­ V ALE AL CONTROLLO DELLA SOCIETA' SUI MEZZI OGGETTIVI DELLA SUA PROPRIA RIPRODU­ ZIONE. MA ~NTRO LA SOCIETA' CAPITALISTA E' UN ELEMENTO DI AN ARCHIA, Infatti, caratteri­ stica del capitalismo è, come si ve­ de, la produzione illimitata di mer­ ci in genere, e limitata al minimo nccessario di mezzi di sussistenza ». Ciô è perfettamente « naturale »,

e si verifica « normalmente » in tut­ ti i paesi. Quello che stona è il far passare rapporti essenzialmente ca­ pitalistici per rapporti di natura socialista. (Continua al prossimo numero)

E' uscito I FONDAMENTI DEL COMUNI­ SMO RIVOLUZIONARIO MAR­ XISTA NELLA DO'ITRINA E NELLA STORIA DELLA LOTTA PROLETABIA INTERNAZIO-

NALE Esso rlprodÙce il resoconto in­

tegrale (pubbllcato net nr. 13-H- 15-1957 del « Programma Comu­ nfsta »> d1 una riunione tenuta su quest'argomento nel giugno 1957 in contrapposizione polemica non solo alle ideologie anarcblche, slndaeal iste e proudhoniane infe­ stant! il movimento operaio fran­ cese, ma alla rifloritara di cor­ renti democratlche, operaiste, a­ ztendiste, anti-partito e anti-d.itta­ tura, ecc., suceessiva al XX Con­ gresso moseovita: riftoritura che, purtroppo, non aecenna affatto a terminare e alla quale collabora­ no in vario modo i cosiddettl « d.isslde-.nti » dallo stalinismo o dal post-stalinismo, peggiori, . se pœsibile, del loro cepp(id'origine. L'opwreolo è in vendita per Li­

re 459 da versarsi sui conto cor­ rente 3/4449 intestato a « n Pl'O­ gramm.a Comunista », Casella Po­ stale 962, MUano.

1950 1955 punti inpiù

Salari Reddito contadini Redditci nazionale Prod. beni consumo Produz. mezzi prod.

100 100 100 100 100

139 39 150 50 168 68 176 76 191 91

E' chiaro che il senso di questo prospetto ci interessa. La produzio­ ne dei beni di produzione è quella che è cresciuta più di tutto. salen­ do di 91 punti (più 15 dei beni di consumo); persiste ancora la ten: denza a tener distanziate le due sezioni fondamentali della produzio­ ne corne è nel carattere specifico

Page 3: lÎtllll 1921, 1111 IISTIIGUE IL IISTII latta della ...archivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · torto (e cederanno banche ed of- ch'essi buttano a

U., PROGRAMMA COMUNISTA s

La strnttura . economica e sociale della · Bnssia e la tappa del trasfe111isB lnolntive al III Conaresso

Continuazione della III seduta -···-

~ - J le lalsificuioni staliniana

Bapportl alla rlonlone lnterf ederale della s,ezia - 25-Zfl Aprlle 1959

1°- Aut salariato, aut socialismo

Il terzo manoscritto in una pri­ ma parte è decisamente program-

Il manoscritto di Marx del 1844 matie~ ed espone. i caratteri del­ pubblicato a Lipsia nel 1931 col la ~oc1età comumsta che su~ce:­ titolo « Economia politica e Fi- de~a a quella della. propneta Iosofia » nell'ordine seguito an- priv~ta .. ~egue un capitole- ~ne'?.,. che dalla traduzione francese di ra: di cr~t1ca della for~a capitali­ J. Molitor, Edizione Costes, è ap- s~1ca: b1sogno, produzione, divi­ parso in-italiano, editore Einaudi, s1'?ne _del lav,oro, un ~rammento 1949 tradottore Norberto Bobbio, mirabile Sl..!1' danaro >, e la par- S 1,. , , sulla base di altra edizione te- te finale dl qu~~to manos<:ritto _è ampre cantro 1mmad1at1smo desca da quella prima indicata di data corne ''. Crit~ca ~ella dialetti· Landshut e Meyer, che fa parte ca e della ftlos?fia di Heoe; ». Ma Per noi marxisti nati dopo mor­ delle Opere ri uni te storrco-criti - co~e n;ell~ prime pagme . questa to_ Marx, e nascituri, a parte la che di Marx ed Engels, edite a cri~ica ~ gia propos~a ~ anticipata, minuta analisi delle secolari in­ Berlino nel 1932. co~ _gh argomenti di econom~a famie della forma borghese, quel- In questo testo l'ordine è di- pobtlc~ rrcompaiono n~lle ulfi- le « poche conseguenze » erano ti­

verso nella scelta della foliazione me. Vi sono P01, 1 vuoti e le la- rate per i secoli dei secoli. I revi­ del manoscritto originale, ed il ti- ~u~~ chte a\duo e co}mard_e. . sionisti in ondate pestifere le tolo è Manoscritti economico-filo- . no evo e corne a. iffusione hanno rinnegate. sofici del 1844; titolo in verità non di queste fondaD;entah_ pagme e -« Un violento au.mento del sa­ molto espressivo se lo si è fatto la loro prest!ntazione rIE;s~a con- lario (prescindendo da tutte le al­ seguire da quello: Critica ~el~a tr~producent~ . ne_llo ~pmto ·:h~ tre difficoltà, prescidendo dal fat­ economia politica con un capito,o anu!l~ 1«: edizioni dei comunistr to che essendo u.na anomalia si finale sulla filosofia di Hegel. ln stahma!11· potr_ebbe mantenere soltanto con entrambe le edizioni fa da breve . Ne diamn un eloquente es1:D;- la violenza) non sarebbe altro che premessa un testo che Marx ha P10, che. mostra corne ad ogm 1- una MIGLIORE REMUNERA­ inserito in uno dei fogli dell'ul- stante vi sia la _trasparen~e preoc- ZIONE DEGI.I SCHIAVI (sotto­ timo dei tre quaderni mano- cupazione per _11 contra9-irs1 spie- lineato in Marx) e non elevereb­ scritti. tat<! tra questi <~ quadri> a1;1tic1- be nè all'operaio nè al lavoro la La distribuzione dei frammen- pati della società futura e 1 ca-: loro funzione umana e la loro di­

ti, che purtroppo conservano ta- ratt~n della struttura russa di gnità ». le carattere, è più organica nella og~i, che q:uesta ~etteratt.J!a non -« Appu.nto la UGUAGLIANZA edizione Berlino-Einaudi, ma puo tralasciare ~1 apologi:Zzare. DEI SALARII, quale è richiesta non tale certo da togliere oppor- La prefazione Italiana fita che da Proudhon, non fa che trasfor­ tunità alla migliore opera di ri- Marx, menzionandn piu volte mare il rapporta dell'operaio di costruzione che abbiamo propo- Prol!-dhon, « rifensc~ e conf~ta la oggi col suo lavoro, in un rappor­ sta. teo;1:ia della eguagllanza dei sa- to di tutti gli uomini col lavoro. Infatti il primo manoscritto si larn ». . , (Adesso maiuscoleremo noi). LA

dedica aile questioni di economia ~uesto spunto. ~olem_ico fa SOCIETA' VIENE QUINDI CON­ politica trattate parallelamente in ch1'.1r1;t eco alla ~1ch1a~azione di CEPITA COME UN ASTRATTO tre sezioni: Salario, Capitale, s~nth e co_ngr~~s1 r_uss1 a prop?- CAPIT ALI ST A ». Rendita fondiaria; con stretto le- sito della giu~b~1caz101?-e delle dtf- -« Il salario -è u.na conseguenza game alla struttura, di varii de- fe!enz.e gravi di salarie nella re-: immediata del lavoro estraniato, eennii più recente, del Capitale. tnb~z1one _dei . lavorator1 . russi e il lavoro estraniato è la eau.sa Ma la fine del primo manoscritto d~lrm~ustr1a di stato e dei ser- immediata della proprietà priva­ sul « Lavoro estraniato » entra v1z11 di stato. ta. Con l'uno deve qu.indi cade- già in pieno nella quistione pro- La speculazione consiste nel far re anche l'altra ». grammatica. credere che sia Proudhonismo so- Diarno a questo punto una no- n secondo manoscritto è un stenere che tutti i lavoratori deb- stra formolazione di questa ulti­ breve frammento cui è stato dato bano ricevere pari salario quale ma tesi, che non arreca altro di il titolo Il rapporto d.ella propne- che sia la qualità e produttività nuovo che una traduzione di tipo tà privata. L'argomento è storico-, del lavoro, e che il vero marxi- linguistico (ad altro il nostro la­ sociale e tocca il noceiolo della smo teoru:zi per la società socia- voro di conunento ai testi non teoria della lotta tra le classi. lista salarii disuguali! pretende). Nelle forme sociali in

cui si trova salario, ivi si trova estraniazione del lavoro. Queste forme sociali vanno classificate corne forme ad economia di pro­ prietà privata. Una società quindi corne la Russia in cui predomina lavoro salariato (insieme ad aitre forme agrarie anche inferiori al­ la forma mobiliare capitalista pu­ ra) per questo stesso ha una struttura non comunista nè so­ ciahsta ( di nessun stadio) ma è una società di proprietà privata, e per la parte industriale (e i sovcos agrarii) espressamente ca­ pitalistica. La domanda: dove sono i capi­

talisti? non ha senso. La risposta è scritta dal 1844: la società è un capitalista astTatto. Potremmo di­ re anche che si tratta di un ea­ pitalismo di stato, ma lo stato è

qualche cosa al disotto di una ca­ pitalista astratto, perchè lascia fuori di sè strati sociali di capi­ tale; quello dei colcos ed anche quello dei colcosiani, nonchè di Piccoli manifatturieri e commer­ cianti. · Con le ultime riforme di struttura - trattate nelle prime Parti del presente rapporto - al­ tri brandelli del capitalismo « a­ stratto » si vanno « smistando » tra regioni, province ed aziende. La marcia è verso il privatismo e non dal privatismo in sepra,

Ora la posizione di Marx ri­ spetto a Proudhon, ben chiara fin dal 1844 e ribadita nell'opera ap­ posita Miseria della Filosofia, ol­ tre che nelle tante citazioni del Capitale da noi più volte date, non consente nel confutare un « comunismo a salarii eguali » - l'egualitarismo di cui i Krusciov parlano con tanto disprezzo be­ stemmiando anche falsi di Lenin - ma nel confutare la vacuità proudhoniana che concepisce un socialismo che conserva i salarii, corne li conserva la Rùssia. Marx non batte la teoria dell'ugua­ glianza, ma la t-eoria del salariot Salario è non-socialismo anche se si potesse livellarlo. Ma: non livel­ lato, non egualitario, è un non­ socialismo a (cento volte) più forte ragione.

Sebbene il punto che abbiamo scelto sia prettamente economico, passando finalmente a citare Marx non si puô omettere l'os­ servazione che già siamo (primo manoscritto, lavoro estraniato) nel campo dell'impiego, sia pure con intento polemico, della ter­ minologia filosoffea: Essendo que­ sta, con piena ragtone, derrvata da quella di Hegel, dovrebbe già esser stata premessa la condanna del sistema hegeliano nel suo in­ sieme, a eui infatti abbiamo già fatto pîù sopra riferimento, L'economia politica classica, os­

sia borghese, non ha potuto evi­ tare di fornirci la chiave del mo­ vimento della proprietà privata. Con tale chiave noi le abbiamo strappato il suo seçreto: essa pro­ prietà è il pTodotto del lavoro alienato. Infatti nella società b<Yr­ ghese tipo vi sono (questa la sin­ tesi di tutta la economia marxi­ sta corne descrizione del capitah­ smo) due forme di proprietà: di capitale, o mobiliare, che dà pro­ fitto - di immobili, che dà ren­ dita fondiaria. L'una e l'altra, se­ conda l'economia dei nostri av­ versarii, misurano il loro valore seconde il lavoro. Ma chi presta lavoro nella presente società non ha alcuna proprietà privata, nè mobile, nè immobile. Tutta la proprietà privata è lavoro aliena­ to. Il proletario subisce la aliéna­ zione del suo lavoro, che è (par-

te filosofica) alienazione di sè stesso. Contentiamoci di questa for­

molazione umile per Introdurre il passo su Proudhon. « Questo svol­ gimento getta immediatam.ente la luce su alcune contradizioni 11.on Tisolte sinora: 1) l'economia poli­ tica prende le mosse cf.al lavoro inteso corne t'anima propria deUa produzione, eppure non dà. al k..­ voro nullà: mentre dà alla. pro­ prietà PTivata tutto ». Non sareb­ be una risposta dire che la forma capitale dà al lavoratore il sala­ rio. Questo non nuô divenire, in linguaggto umilè, nè proprietà mobiliare nè immobiliare. Nel linguaggio alto di Marx questo, il salario in danaro, non· potrà mai annullare la estraniazione dei proletario dalla natura di uomo che era in lui. Seguitiamo a leg­ gere.

« Da questa contradizione prou­ dhon ha conclu.so in [aoore del lavoro contro la proprietà priva­ ta ». (Egli e:a il vero padre del­ la illusione unmediatista viva tal quale ancora. adesso). « Ma noi invece ci rendiamo conto che qu.e­ sta contradizione apparente è la co7\tradizione del lavoro estrania­ to con se stesso, e che l'economia politica non ha fatto altro che e!porre le leggi del lavoro estra­ niato ».

« Qu.indi riconosciamo pure che salario e proprietà privata sono la stessa cosa (leggiamo: una so­ cietà basata su salario Pilgato in danaro è società di proprietà pri­ v~ta, ~on comunista, e aggiun­ g1amo 11 corollario: anche se non ci fossero proprietarii fondiarii e prop~ietarii di capitale) poichè il salano, anche neUa misu.ra in cu.i il P!Od?tto,. l'oggetto del lavoro, retribuisce il lavoro stesso, non è che una conseguenza necessaria della estraniazione dei lavoro e inf atti anche net sala rio anchè il lavoro non appare corne fine a sè stesso (lo apparirà qûando non sarà pagato, in quanto il prestar­ lo alla società sarà un bisogn0 e in quanto soddisfazione di biso­ gno una vera gioia) ma è al ser­ vizio della retribuzione (il lavoro è una venale imposizione). Ve .. dremo cià minutamente più tar-

di (nel Capitale la parte del va­ lore di scambio della merce pro­ dotta, ossia della grandezza ca­ pitale, che si chiama capitale va­ riabile, vale il salario dato ai la­ voratori, etc.), ara tiriamo an­ cora soltanto alcu.ne poche consc­ gu.enze » .. I J ..

•i - Etertt0 errart di Prauian Ci férmeremo ancora breve­

mente sull'errore - più longevo del nostro secolare puro marxi­ smo - di Proudhon. Accettata, come dialetticamente facemmo anche noi, la dottrina della eco­ nomia classica: tutto il valore è lavoro; egli elaborè> un program­ ma ri"voluzionario soltanto quan­ titativo (quindi non rivoluzio­ nario). Occupare il campo del profitto o plusvalore e ripartirlo nel campo salarii. Immaginato er­ roneamente che per taI modo il salario medio divenisse altissimo, propose che questo enorme « red­ dito annuo » fosse socialmente spartito in uguali parti tra i mem­ bri della società, divenuti tutti operai salariati. La dimostrazione quantitativa

che con tale pretesa rivoluzione i salarii crescerebbero di tanto po­ co, che non si avrebbe nemmeno « violento aumento » è forse più intelligibile; ma alla base della nostra dottrina di partito sta la molto più valida obiezione quali-

tativa: restate sempre nel mise-­ ro ambito della proprietà privata. Riflutiamo la falsa eguaglianza non perchè nel nostro programma debba essere disu.guaglianza, ma perchè i vostri uomini economi­ camente uguali, con misura di valore monetario, sono uguali al­ l'uomo schiavo di oggi, al prole­ tario, e non sono ancora l'uomo umano, della società senza classi - e senza anche forme imperso­ nali, termine che vale l'astratto del testo di Marx, di proprietà fondiaria e di capitale indu­ striale. Immediatisti nuovissimi ripeto­

no la ingenuità di Proudhon, ma dopo che da più di un secolo fu svelata, in questo testo corne nel­ le polemiche con Bakunin, nel- 1' Antiduhring, nella lotta con Lassalle, nella critica a Gotha (più tardi nella lotta contro i sin­ dacalisti e i riformisti e l'onda del revisionismo stalinista-kru­ scioviano). Togliete le persone fi­ siche degli sfruttatori e finirà lo sfruttamento. Ieri erano un pu­ gno di nababbi della terra e del­ l'industria, oggi sono uno strato sociale di gente altopagata, fun­ zionarii, tecnici, specialisti, etc. Mettiamo tutte le mesate insieme e dividiamo in parti uguali. Centocinquant'anni dopo, questa

bambinata è ancora più debole. Allora ci imputarono ( quelli che

« Oro! Oro prezjoso scintillante e giallo! No, o dii, non vi be­ stemmio se invoco l'oro. Esso è tanto potente da fare bianco il nero, bello il bru.tto, giu.sto l'in­ giusto, nobHe il volgare, giovane il vecchio, coraggioso ogni codar­ do... Egli distoglie il sacerdote dall'altare, strappa il gu.anciale di sotto il capo di chi riposa. Que­ st<J giallo schiavo unisce ed in­ frange le fedi sacre, benedice i maledetti, rende amabile la leb­ bra stessa, onora i ladri e dà lo­ ro croci d'onore, ossequio ed in­ fluenza nel consiglio dei seniori. E' desso che ridona lo sposo al­ l' afflitta vedova, profu.ma di maggio e di gioventù rinnovata la vecchia daUe purulente piaghe che sentiva di ospedale. 0 m.etal­ lo maledetto, prostituta oscena degli u.omini, tu. acciechi neU'o­ dio i popoli! » E più oltre l'invettiva si cam­

bia in sarcasmo feroce. « 0 tu, dolce regicida, nobile

agente di dissenso tra padre e fi­ glio! tu, splendido insozzatore cii ogni piu. puro talamo! Tu, Marte valoroso, tu, seduttore eternamen­ te fiorente di giovinezza e tene­ ramente amato, la cui rossa fiam­ ma fonde la stessa bianca neve consacrata nel vergine grembo di Diana! DIO VISIBILEÊ che leghi strettamente LE COS IMPOS­ SIBILI a conciliare, e le costrin­ gi a baciarsi contro natura; o tu, pietra di paragone di tutti i cu.o­ ri indovina che l'u.omo, il tu.a

passo in cui Mefistofele vuol con- sdhiavo, puà ribella7:si, e ~o!l- il vincere il vecchio dottor Faust tuo potere getta gli u.omim in che il potere (in effetti diabolico) u.na tale_ discordia .sc~nvolge?tt~, sul danaro vale il dono della ri- che resti alle bestie il domimo conquistata giovinezza.. del mondo! >~ •

« Eh diavolo! Certamente mani Le parole .m ma1usco~o son? da e piedi, testa e sedere, son TUOI ! Marx sottolmeate._, Egh contmua Ma tutto quello che mi posso go- ?el commento al pm gr~de poeta dere allegram.ente, non è forse mglese dopo quello al p1u grande meno MIO? Se posso pagarmi sei poeta tedesco.

0 stalloni, le loro forze non sono le . « ~~akespeare pone ~oprattu.tt mie? Io ci corro sù; e sono per- in rihe~o due _c~r~t!eri_ ~el_ dana; fettamente a mio agio come se a- ro. 1) e la dt~~nita visi~ile ch . vessi ventiquattro gambe ». trasfor1n0; tutti t caratteri u.~a1:1

, . . e natu.rali nel loro opposto, Z uni- , La metafora e ch1ar~, .11?· ~uant? versale confusione e rove$ciamen­ e, anche perduta, la v:ir~hta che t; to delle cose. Esso fa fraterniz­ P:omessa ~orne ottemb1le _da cb1 zare le cose inaccostabili. 2) è la d1~ponga d1 un pot~r~ n_iagico che meretrice universale, l'u.niversale gh apra ui:i conto 1llim1ta~o sulla ruffiano degli uomini e dei po­ banca naZlonale; e non. importa 'poli». se Voronoff, al t~mpo d1 Volfan- Il testo prosegue in una esplici­ go, Fausto e Mef1sto, non era an- ta interpretazione delle scottanti cora nato. . . antinomie dello squarcio scespi- Ma lasc1amo 11 commento a! riano che per quanto mirabile non

g:a_nde M~rx; e non occorr1: v1 riporteremo tutta. d1c1amo d1 .correrE: c_ol pens1ero Per la conclusione programma­ alla ~conom~ « s~c1ahsta » calco- tica che qui interessa, circa la lata m rubli da cuna a fondo. inammissibilità della moneta co-

« Cià che mediante il DANARO me « vero cemento, vera forza è a mia disposizione, cià che io chimica di affinità della società » posso pagare, cià che il danaTo in ogni economia· che non vada puè> comprare, quello SONO 10 condannata e disonorata corne STESSO, io, il possessore del da- privatista, riportiamo pochi passi naro medesimo. Quanto grande è 'ctecisivi. il potere del danaro, tanto grande « n danaro ·2 il potere alienato è il MIO potere. Le caratteristi- dell'u.manità ». Le società dunque che del danaro sono le mie stesse in cui il danaro circola sono so­ caratteristiche e le mie forze es- cietà in cui domina l'alienazione senziali, quelle di me stesso, che del lavoro e dell'uomo, società di ne sono il possessore. Cià che io proprietà privata, restano nella SONO e POSSO, non è quindi preistoria barbara della umana affatto determinato dalla mia in- specie e nel sottosuolo storico dividu.alità. 10 sono BRUTTO, del socialismo e del comunismo. ma posso comprarmi la PIU' Non è solo il danaro ma è lo BELLA di tutte le donne. E quin- scambio, il libero scambio, che di io non sono brutto, perchè caratterizza le forme umane pre­ l'etfetto della mia bruttezza, la socialiste e non sociali::;te. « Sic­ sua forza repulsiva, -è annuUata come 'il danaro si puà scambiare dal danaro. Io, considerato come non con una determinata qualità_ individu.a, sono STORPIO, ma il 1,<l con un oggetto determinato, nè danaro mi procura ventiquattro con u.na determinata delle forze gambe; quindi non sono storpio. essenziali dell'u.omo, ma contro il lo sono un u.omo malvagio, diso- complesso (leggiamo: contro una nesto, senza scrupoli, sono stu- qualunque parte) del mondo og­ pido; ma il danaro è onorato, e gettivo naturale ed u.mano; esso quindi anche il suo possessore. ll du.nque scambia, considerato dal danaro è il bene su.premo, e qu.in- punto di vista del su.o possessore, di anche il possederne è ben,; il ogni proprietà contro qualu.nqtte denaro inoltre mi toglie la pena proprietà, e contro tutti gli og­ di essere disonesto,- e qu.indi si getti, per qu.esto è la conciliazio­ presume che io sia onesto. Io 10- ne degli impossibili ... » e qui no STUPIDO ma il danaro è la Marx richiama la frase di Sha­ VERA INTELL!GENZA di tu.tte kespeare sul costringere i contra­ le cose; ed allora come potrebbe riii a baciarsi. essere stupido chi lo possiede? La traduzione staliniana ha Inoltre costui potrà sempre com- sconvolto questo passo, da cui perarsi le persone intelligenti. e emerge la insanabile contradizio­ chi ha potere sulle persone intel- ne tra socialismo-comunismo, e ligenti non ha più ihtelligenza di scambio monetario, anche del da­ ogni u.omo intelligente?» naro che l'operaio abbia gu.ada-

•.. « non puà il danaro forse scio- gnato col lavoro. Le- parole riportate sono state

cosi scritte nella edizione Ber­ lino-Einaudi: « il danaro ... scam­ bia le caratteristiche e gli oggetti gli uni con gli altri, anche se si contraddicono a vicenda ». Un

(Segu.e a par,. 4)

ci confondevano coi socialisti vol­ gari) di generalizzare la miseria. oggi da Russia e da Stati Uniti, con ideologie che si stanno co­ niugando, provano che il livella­ mento è già in atto, e i suoi po­ stulati sono svuotati. Ma è be'1 altro e ben più tremEndo quello che noi postulammo, e postuliamo negli stessi termini, a cavallo del trascorso secolo e spregiando la sua civiltà insensata e folle. Ci resta solo da rispondere che

è egualmente straniato da vero uomo il membro della societ?i contemporanea, anche se colco­ sizzato di case bestie attrezzi e libretto di banca. La sua estra­ niazione sta nelle guerre cicliche sterminatrici, nelle crisi di sva­ lutazione della moneta, nella ul­ tima trovata dei debiti su acqui­ sti e consegne a vuoto, nella di­ soccupazione che incombe per Je degenerazioni dell'automatismo tecnico, Illasturbazione della scienza. La alienazione disumanante sta

oggi ancora in un altro sinistro fantasma, mezzano di quello del­ la terza guerra; la pace tra gli stati-lupi, veri mostri che nei due massimi vertici, allo stesso tito­ lo, possiamo definire schiavizza­ tori, estraniatori astratti. li loro accordo non puô essere che nella condanna della massa degli uo­ mini a restare disumanati.

Aut denaro, aut socialismo Non è il salario il solo fenomc­

no eoonomico positivo che ci con­ sente di dichiarare di essere an­ cora al di qua della caduta del­ la forma capitalistica. Questo stesso concetto lo potremmo e­ sprimere col dire che non vi è an­ cora socialismo quando al lavoro è dato un valore; e tanto avviene quando ad ogni altra merce è dato un valore di scambio. Sono eguali sterili tentativi di vuoto immediatismb invocare che ncn abbiano valore le merci, ma ne abbia il lavoro. Sarebbe puro proudhonismo più o meno anar­ cheggiante. Le sferzate di Marx a Proudhon consistono nella pro­ va che egli, esasperando la tesi del lavoro solo valore, in realtà esalta e contrappone il. capitale moderno alla proprietà terriera, e distrugge questa a vantaggio del capitale quando cred.è di far­ lo a vantaggio del lavoro ( vedi sopra: « Proudhon ha concluso a favore del lavoro ,contro la pro­ prietà privata >i - e più avanti: « tutto ciô che Proudhon intende corne movimento del lavoro con­ tro il capitale ... non è che il cam­ mino della vittoria del capitale industriale »). Idem per gli alti indici produttivi russi!

Che dunque molti altri siano i fenomeni (presenti ad esempio nella struttura sociale russa) che ci autorizzano a negare la forma socialista, oltre quello del sala­ rio in moneta, puè> riferirsi al se­ guente altro passo, di poco suc­ cessivo a quello sulla eguaglianza dei salarii.

« Avendo trovato mediante l'a­ nalisi il concetto della proprietà privata basandoci sul concetto del lavoro estraniato, alienato, ora possiamo col swrsidio di questi due fattori sviluppare tutte i,e CATEGORIE della economia po­ litica, e ritroveremo in ogni ca­ tegoria, come ad esempio la SCAMBIO, la CONCORRENZA, il CAPITALE, il DANARO, solo una espressione DETERMINATA E SVILUPPATA di questi primi concetti fondamentali ». L'indubbio e non astruso senso

di questo passo è che dove trovo scambio, concorrenza, capitale, danaro, etc., ivi ho il diritto di dire: forma economica borghese, non socialista. Ben aitre categorie si possono

elencare, anche sulla base di que­ sto sintetico e perfino morico te­ sta: il risparmio, la divisione del lavoro - ma per il momento ci basta fermarci sul più c!,:imoroso: il danaro. Un suggestivo brano del mano­

scritto è dedicato a questa cate­ goria infernale. Marx impiega due passi memo­

rabili delle più grandi letteratu­ re, il primo è di Goethe nel Faust, il secondo di Shakespeare nel Timone di Atene. Poi li commen­ ta entrambi. Cominceremo dal

Leggete e diffondete

H programma comunist,

gliere e stringere ogni vincolo? E quîndi è esso anche l'u.niversale dissolvitore? ... » Marx si ricollega nel suo inter­

pretare all'altro non meno splen­ dido passo che ha preso da Sha­ kespeare. f '1 • lnvattiva al più infama lddio

Page 4: lÎtllll 1921, 1111 IISTIIGUE IL IISTII latta della ...archivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · torto (e cederanno banche ed of- ch'essi buttano a

IL PROG:RAJIMA COMUNISTA

sull'Insieme di classiche valuta­ zioni màrxiste in luoghi che sa­ rebbe lungo spulciare, va anche messo in rilievo che la frase dei primi egualitarii origina intuiti­ vamente da una posizione di clas­ se. Si tratta della negazione della ideologia della rivoluzione bor­ ghese che, nel suo sforzo vano di emancipare l'uomo partendo dal pensiero, grazie alla çonfutazione dell'autorità dei dogmi chiesasti­ ci, si spinte fino a fare della Ra­ gione una Dea con altari. Ma

. questa Dea non aveva più grazie zio è la proprietà privata GENE- Noi vogliamo che i capaci di degli antichi santi per gli stoma­ RALE. Prendendo questo reppor- lavoro muscolare . soltanto con- ci vuoti, e un primo moto di ri­ to nèlla sua GENERALITA', 11 trollino la società, calpestando i volta gridô che il pane si conqui­ eomunismo nella sua prima forma sapienti e i poeti? Ma è la vostra sta con la forza e non con la ra­ è soltanto la GENERALIZZA- società capitalistica che tutto fon- gione o la democratica persua­ ZIONE e quindi il COMPIMEN- dando sui danaro tutto insozza, il sione. TO (dialetticamente, il conato di lavoro materiale che sarebbe at- Una simile reazione 'è consona soppressione si converte in corn- tività bella facile e gradita se I al pensiero marxista e ricorda la pleto sviluppo) della proprietà non lo umiliasse il salario, quan- contemporanea Ideologia Ted.e­ privata. A questo titolo (quel co- to il pensiero umano nelle sue sca, in cui Marx colpisce Max rnunismo) si presenta in una du- manifestazioni, che avete re~o ve- Stirner, discepolo di Hegel e pui plice forma. Anzitutto_., la domi- nale e succube al vostro d10 su-1 idolo dell'individualismo anarchi­ nazione della proprieta privata è premo, I'oro, scendendo ogni de- co, che nella sua famosa opera: ai suoi occhi cosi tremenda, che cennio di più ne! turpi bassifon- Io; l'Unico e la mia Proprietà esso vuole annientare tutto etô di della vostra civiltà, a cui prefe- esalta il rapporto di proprietà co­ che non puô essere posseduto da riamo la bellezza vera delle età me « prolungamento » dell'lo (la tutti come PROPRIETA' PRI- barbare. mano prende l'oggetto e I'utensi­ VATA. Poicnà per esso il possesso E, anticipando il secondo punto, le ... ) e si dedica ai giochi di pa­ fisico immediato (sciogliamo la noi vorremmo, abolendo la vo- role che Marx dileggia, corne nostra riserva: nel comunismo stra forma di rapporto tra i due quello tra il tedesco Mein (ag­ propriamente detto l'uomo conse- sessi, la famiglia monogama (cer- gettivo mio) e il sostantivo Mei­ gue tutte le facoltà e soddisfazio- to che lo vogljamo, sarà risposto, nung che vale Opinione. ni, non per attribuzione individua anche nel nostro programma E' buon marxismo il non la­ immediata, ma mediata, traversa scientificamente marxista) fonda- sciar mettere la parte mentale e il « salto » della persona .« prâva- re la universale fornicazione? il gioco del cervelle prima del ta» alla umanità co_mumsta) !1,o Siete voi borghesi che avete fat- rapporta di lavoro nella sua ba­ il valore di scopo unico della vita to questo in alto (vedi crociere se materiale; e quella vecchia in­ e dell'esistenza, l'attività ~eter- di miliardarii) scambiandovi le vettiva alla Ragione-Opinione si mianta d-egli OPERAI (Ieggi ma- donne corne le sigarette di mar- collega, sia pure in forma di in­ nuali) non viene soppressa (co- ca tra smaliziati sorrisi rendendo tuizione primitiva, col concetto me nella società non salariale so' - in basso venale ogru' donna e rivoluzionario che va chiesta al tanto potrà essere) ma esresc a ogni rapporto di amore e « og- militante comunista la forza del tutti gli uomini. Si vuole per at- gettivizzando »· socialmente tutta muscolo che colpisce prima del­ to di FORZA fare astrazione dal la mezza umanità che è di sesso l'orientam.ento di pensiero e del­ talento etc. (leggi non riconosce- femminile, e che l'infamia pro- la « coscienza », corne il grande il lavo;o mentale intellettuale, e prietaria opprime nel senso atti- marxista Lenin dimostrô magi- meno nobilmente' sedentario) » vo e in quello passive; La socie- stralmente in Che fare?

Ci si permetta, prima di segui- tà di pro~rietà prtvata è 9:liena-; . Cio nulla toglie alla dimostra­ re Marx nel secondo punto im- zione dell uomo m ambo 1 sessr zicne del comumsmo mtegrale, putato ai gloriosi eguali, ossia la ed è doppia~~nte alienazione nel che n~lle pagine, che trattiamo ri­ questione sessuale, la comumone sesso femm1mlE;. . . . voluz1onanament_e,, nasceva l;on delle donne, di interpolare qual- Il nostro chiarimento, di cui tutte le sue qualità e caratteri, e che nostro chiarimento. La vit- torniamo a scusarci, riguarda 11 trova una soluzione davvero toria del comunismo non si pote- primo punto, la questione del la- grandiosa del nuovo scioglimento va avere senza un arsenale di voro manuale e di quelle intel- luminoso degli eterni enigmi u­ armi teoriche possenti, questo è lettuale. mani, che un secolo prima di oggi un nostro secolare caposaldo. Ci Se il nostro testo sottolinea ]a esplose nella storiah ançhe nella serve I'alta polemica prima ed parola [orza nella frase che si ri- condanna (che qui a un grande insieme al materiale terrore. In ferisce alla svalutazione del ta- capitolo) di ogni divisione del la­ questi passi si anticipano quelli lento, dell'ingegno; è per una voro, e nel passo che ticordammo classici del Manifesta, e si arma chiara relazione al passo del pro- di Engels sullo stupore del fili­ il partito comunista mondiale e gramma di Babeuf, in cui è det~? s~eo 9uando gli ~az:lianio d~l­ permanente delle. nos~~ risJ!oste I che la [orza sapra con~are piu I architetto che fara 11 carrettie­ incendiarie alla rpocrrsra diffa- che la ragwne. Basandoci non su re, e che daremo a suo luogo. matrice borghese. una critica nostra personale ma

La struttura economica e sociale . della · Rnssia ·. - ~

e la tappa del trasf ormismo involutivo al m · Congresso (continuazione dalla terza pagina)

tenativo di falso sciocco, ma fal­ so sempre. Ogni qual volta vi ha scambio contro danaro, serge di per ciô stesso quella contradizio­ ne, che è alienazione dell'uomo, che è privatismo proprietario, che è assenza storica della rivolu­ zione socialista.

' \ , Propriatà e individualità Tutta la nostra tesi ha la for­

ma di una spietata opposizione tra individualismo e socialismo, seguendo il trapasso che è in tut­ to lo sviluppo di Marx, tanto eco­ nomico che storico che « flloso­ fico », dall'uomo individuale al­ l'uomo sociale, che solo merita la qualità di umano! Il lettore che scorra il testo

dei « manoscritti » che andiamo seguendo rileverà certamente che, nella forma letterale, non si tro­ va forse una espressà condanna della individualità personale ma in certo modo una sua difesa con­ tro lo stritolamento che la forma capitale-mercato-moneta fa del vivente uomo. Lo svolgimento de­ ve perè essere colto, se vogliamo riconoscere la nostra classica te­ si programmatica - allora ed oggi identica - quando, nella ve­ ra e propria nostra guerra dia­ lettica contro gli apologisti bor­ ghesl (economisti, politici o filo­ sofi; inglesi, francesi o tedeschi) conduciamo questo uomo, pestato corne individuo dalla infamia di classe, alla riconquista. Egli non ritroverà e rioccuperà se stesso, solingo ed egoista, ma la sua « rientrata dalla estraniazione >, la riverserà nell'uomo sociale in cui i'uno e gli uni non si distin­ guono più dalla società senza classi, dalla umanità comunista. Non noi avremo ucciso la pet­

sona umana, ma la bestialità del­ la forma privatista e borghese. Nè noi, rivoltizione comunista, le ridaremo vita corne era, ma l'a­ vremo trasposta nella persona so­ ciale, la prima veramente umana.

· Sarà cosi chiusa e sepolta la sto­ ria degli individui e la sua spie­ gazione individuale. Perchè quel­ la storia corne finora si è svolta non ha elevato I'individuo uma­ no se non nella serie delle men­ zogne, ma ha proceduto camrni­ nando senza esitare sulle monta­ gne di individuali carcasse. In tale spirito va letto questo

passo, ultimo della maledizione al danaro, prima di quello che fa da coronamento al capitole, .che sa­ rebbe comodo attribuire ad un lirismo di Marx, ma che riservia­ mo corne conclusione trionfale.

« Già in base a questa determi­ nazione ( del danaro corne mezzo esteriore per ridurre le rappre­ sentazioni immaginarie a realtà, quando fini illeciti e bisogni im­ possibili contro natura diventano veri per il possessore di danaro, e la realtà ad illusione, quando il bisogno di sfamarsi per vivere dell'uomo non è soddisfatto man­ cando il veicolo danaro) il dana­ ro è dunque l'universale rovescia­ mento della INDIVIDUALITA', rovesciamento che le capovolge nei loro contrario e alle loro cœ­ ratteristiche sostituisce caratteri­ stiche contradicenti ». Poichè è Marx che sottolinea

la parola individualità, si potreb­ be incautamente vedervi una ri­ vendicazione della individualità, corne contenuto di quel raddriz­ zamento, che altro non è che il programma della rivoluzione co­ munista. Ma il demonio danaro con quel­

la sua infernale potenza di dare a chi non fu promesso, e togliere a chi fu promesso, rovescia la ca­ rattel'istica dell'uomo in quanto gli dà quella della bestia. Non uomo ma bestia chi è sottoposto a prostituire il suo lavoro contra salario ( gli operai delle fabbri­ che di Francia chiamano la pro­ stituzione delle loro mogli la de­ cima ora di lavoro, e cià è vero alla lettera - (e altrove) - la prostituzione non è che un aspet­ to particolare della generale pro­ stituzione dell'operaio, ed essendo tan ta l'inf amia di chi si prostitui­ sce come di chi prostituisce, an­ che ii çapitalista entra in questa categoria); non uomo ma bestia chi noleggia l'altrui lavoro per danaro. Se noi invertissimo il ro­ vesciamento ridando all'uomo im­ bestiato la stessa singolarità che gli dava la società borghese e le sue varie ideologie, lo faremmo rientrare nella bestia. Ma il co­ munismo lo eleverà ad uomo fa­ cendolo entrare in una nuova es­ senza umana, attinta sopprimen­ do ogni cessione ed acquisto per danaro. In questo senso Marx e i co­

munisti vincono l'individualisme e sopprimono l'alienazione del­ l'uomo da se stesso.

Il comunismo grossolano

comunismo sono gli stessi che, ravvisandosi nella società .russa di oggi, autorizzano noi suoi cri­ tici a demolire la leggenda che essa sia una prima apparizione storica del socialismo e a negare ai suoi bassi apologeti il diritto di dirsi rivendicatori del program­ ma classico del marxismo rivolu­ zionario.

1 ]- - La rozzazza sovietica Limitiamoci a rtcordare la so­

lita discussione sul carattere del­ la proprietà colcosiana che a dif­ ferenza di quella industriale non è del tutto statale, in quanto per il colcos-azienda è cooperativa, per le parcelle contadine è singe­ la. Si intende che ci riferiamo al­ la proprietà mobiliare, capitalî­ stica, di attrezzi e scorte, e non alla terra, finchè facciamo uso del linguaggio dei russi, pur avendo marxisticamente dimostrato che in effetti la terra dichiarata ap­ partenente alla « nazione », è ge­ stita corne privata proprietà del colcos in grandi estensioni, e del colcosiano nei milioni di campi­ celli. Quando i russi ,discutono della

proprietà agraria si domandano se puo corne quella industriale di­ venire la proprietà di tutto il po­ polo. Stalin disse - rudemente di no perchè non si puô espropriare il colcos e tanto meno il eolco­ siano. Adesso (vedi ad esempio il servile articolo di Rumiansev da­ to in italiano in Problemi della pace e del socialismo di agosto 1959) al tempo stesso si dispre­ gia Stalin per incensare nuovi pa­ droni, si ciancia di mentito au­ mento quantitativo della agricol­ tura e di passaggio anche in que­ sta dal socialismo al- comunismo (!!), e intanto si difende la nuova formola KrUscioviana sulla piena disponibilità ai colcos di tutto il loro reddito in modo che si pos­ sono autofinanziare. La formola retrograda tende a celare il rap­ porto di sfruttamento degli agri­ coli sui proletari, sotto forma di un minore investimento statale nei colcos, cui perè sono resi li­ beri i prezzi di vendita (la stessa Pravda comincia a denunziare gli estremi di questa avanzata sulle spalle dei lavoratori, di scate­ nati « materiali interessamenti > J. In eccinomia marxista il reddito dei colcos, vera anonima privata, si compone di profitto di capitale e rendita fondiaria. Finanziandosi con l'autoccu.mulazione, il priva­ to colcos si svela corne proprieta­ rio di terra e di capitale indu­ striale. Non si va dunque verso la proprietà di tutto il popolo, che si sta smantellando a gran ritmo anche nell'industria, ma, con sfacciataggine che peggiora quella dello stesso Stalin, si va in senso opposto. Ma la formola « proprietà di

tutto il popolo » appartiene al « comunismo grossolano » che col solito tecoppismo (o, pei più gio­ vani, teddiboismo ideologico) si vuole gettare addosso ai poveracci del « gruppo .antipartito » o si vorrebbe gettare addosso a noi, se ci si facesse l'onore di vederci. Il passo di Marx lo proverà, e

a noi esso interessa per delucida­ zione teoretica sul concetto della « personalità ». Noi seguiamo Marx quando deridiamo la mito­ logia odierna della Persona -uma­ na, corne lui mostrando che gli apologeti di questo feticcio sono gli stessi che lo pestano con osce­ no cinismo corne si puo fare di una manciata di lumache in un mortaio. Tale sarà il senso deI­ I'utTa-colloquio di questi giorni, vero baèio tra gli impossibili, de­ terminato dal demone dell'oro e del mercato. / 2 - M111 a il "c11unis~o rozzo,,

Su di un altro brano importan- Quando il comunismo sorge lo te dei manoscritti del 1844 ten- fa corne « espressione positiva tano gli staliniani di mettere della proprietà privata soppres-­ l'accento: quello che svolge la sa, e quindi nella sua prima for­ critica del primo comunismo coe- ma è la proprietà privata gent­ va della grande -rivoluzione fran- rale ». cese. Prima di seguire lo svolgimen-

Ma questa critica ha solo il to · dell'importante passo è bene senso di negare a quello stadio la localizzare un poco storicamente potenza di giungere davvero a ed economicamente i concetti. viricere la disumanizzazione bor- L'apparire della produzione per ghese. imprese a gran numero di lavo- Questo stadio segue l'esame dei ratori tanto nell'industria che

precedenti, e tutti hanno già in nella manifattura, presenta un questa base cardinale della no- primo lato che è positivo, ossia la stra dottrina storica la loro spie- maggiore efficienza del lavoro · u­ gazione e la verifica della loro mano rispetto a quello parcellar<' funzione utile. · artigiano o contadino. Questu La opposizione tra proprietà spiega cpe alcuni sistemi voglio­

privata e non proprietà (parte dal no spingere ai suoi .estremi que­ terzo manoscritto dal titolo sto vantaggio e il loro mito è l'u­ « Proprietà privata e comuni- pologia d~ll'in_dustria. ~a quest~ smo >>) è già implicita nelle so- grandegg1a, r1ducendo mnumen cil!tà antiche ma nella stessa for- contadini ed artigiani già pro­ ma schiavistica non è manifesta prietarii sia pure in p_iccole qU(?tE; la alienazione dello schiavo, og- di terra e strumenti produtt1vi getto di proprietà (ricerca da fare (capitale) a miseri proletarU. sui noti testi per la serie tipica Questo processo espropriativo che delle forme di produzione). La sarà svolto nella dottrina della esigenza di sopprimere la estra.a._ accumulazione iniziale nel Capi­ niazione del salariato non pro- tale Libro Primo, basta ad infa­ prietario appare dopo che la eco- mare le aurore della civiltà bor­ nomia classica ha amtnesso che ghese e meccanica, ed intanto tutta la proprietà è lavoro. I pri- rende evidente la alienazione da mi tentativi di risolvere l'antite- una forma più umana dell'artigia- . .. . si tra proprie!arii e non proprie- no e contadino, colle difese delle S~guendo lo sc?rc10 ~to:1co, do- tarii sono stor1camente embriona- forme medioevali più volte trat- po Il cenno sugh utopIStI e sullo li. I socialisti francesi con Prou- tate « immediatista » (vedremo che dhon . rivendie.ano c?e !utta la Qui la estraniazione è pratica questa. parola non è un nosh·o propr1età terr1er!i; ~1a r1dotta a perdita di un piccolo retaggio e neo]og1smo) Prou~ho~, . Mar~ capitale (n~l~a ~1u--m q1:1esto de- di una dignità di produttore auto- porta. sull~ scena 1 prrm1 mot1 gli econom1stl ncardian1) e pas- .nomo e autosufficiente. E' chiaro che r1vend1carono nella lotta so­ sano a livellare tutto questo. ca- che la inversione della alienazio- ciale (non nella sola letteratura pitale, che è lavoro oggettivato, ne si presenti corne la riconqui- sociale) il comunismo corne pro­ con un salario (corne già tratta- sta delle perdute parcelle e la as- gramma. to) uguale.~r tut~i i,membri di segnazione ad o~i membro della La sbozzatura dello scorcio è 'a questa soc:eta cap1tal~sta. Î;-'Uto- società di una hber.a parcella. grandi colpi di scalpello da mazza pista Fourier vede la mfam.ia del Questo errore d1 prospettiva pesante ed impone anche in lavoro industriale e si w_iisce a fi. frutto dei temJ?i, giustifl.ca il co~ qualche' dubbio del te;to un mas- siocratici nel voler cons1derare 11 munismo grossolano. Ma è inutile simo di attenzione. ' lavoro agricolo corne lavoro per la insinuazione degli ex comuni- « Infine il comunismo ,è l'e­ eccellenza. Invece l'altro grande sti russi che vorrebbero seppelli- spressione POSITIVA (consiglia­ utop~ta Saint Simon (altamente re in questo co~unismo .• ~genuo ~o di tradurre la. sottolineatura amnurato da Marx e da Engels) e arretrato le od1erne entiche al • d1 Marx con: non p1ù solo teorica, esalta all'oppos~o corne. strad~ l?ro ~pur!o sist.ema odJerno. Tut-, rr_ia pratica, corne postulato ,di ~­ della emancipaz1one degli opera1 tl i difett1 che il marxismo scien- z1one umana) della pt'oprieta pri­ il Iavoro industriale. tifico imputa a questo primo rozzo vata soppressa, e quindi aU'ini-

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Sua sommità il vertice visto in manicbe di camicia

e Nel 1920, accorrevano a Mosca i rivoluzionari di tutti i Paesi: si trattava, intorno alla ricostituita In­ ternazionale dei Lav<»"atori e nella luce smagliante dell'Ottobre Rosso, di muovere all'assalto dei pilastr1 mondiali del Regno della Merée. Anno domini 1959, il pellegrinaggio a Mosca è compiuto, sulle rnacerle della III internazionale, da ministri e presidenti borghesi, da riformisti britanmci o italiani e, soprattutto, da cinematografari U.S.A. o da ma­ gnati dell'haute couture parigina: l'offensiva è diretta 1:ontro i lim1ti ancora frapposti al regno incontra­ stato della Merce. Marcel Boussac, arricchitosi in due guerre rnondiah fornendo tele e c.amicie a militari e civili, a vivi e a morti, e traffican­ do in cavalli da corsa; Marcel Boussac, proprietario di sessanla fabbriche in Francia e, cavalli " parte, cornodamente seduto su .un patrimcnio di cinquanta ~liardi d: franchi valutati (si ignora quanti siano i reali), è stato, come di dove­ rè, invitato a Mosca da Krusciov - la pacifica coesistenza è per lui si.nonimo di « camicie, mutande, ve­ stiti Boussac in tutto il mondo, a oriente corne ad occidente ». Kru­ sciov non parla che di scambi: vo­ lete che Boussac sia da meno di Krupp? Di ritorno a Parigi dopo lunghi colloqui con Nikita, egli ha detto: « lo sviluppo delle relaziom internazionali puô ora essere con­ siderato con un certo ottimismo 11. Camic1e, 11 turno è vostro!

• Pietro Nenni tripudia: quello che è avvenuto in questi giorni di periplo eisenhoweriano in Europa è « un vero e proprio rovesciamen­ to degli spiriti » (forse voleva dire: delle carnicie), una adesione popo­ lare alla poli tic a della· distensione ». Marcel Boussac non è forse anch'e­ gli « popolo »? Per don Pietro corne per lui ed Alfred Krupp, « nel fra­ gile germoglio della distensione che sta rornpendo l'indurit11. <:rosta della politica internazionale, si compen .. diano le nostre migliori speranze ». Signori, si vende: chi macchine, chi carnic.ie, chi balle. • KrUppo, Boussac; potevano man­ care all'appuntarnento i laburi~ti Gaitskell e Bevan? Poteva Krusciov non sottolineare al loro nobile co­ spetto che, come già nei rapporti con miliardari superafruttatori e mi-

nistri supercollitorti, cosi « nei rap­ porti internazionali fra i partiti, il PCUS non pone limiti alla ricerca di intese sul terreno della lotta pe, la distensione, il disarrno, la .siste­ mazione dei problemi più importan­ ti » (Unità del 5 settembre). E, dopo il colloquio coi due santoni laburisti, poteva il comunicato conciusivo noz, ribadire « la gTande funzione che, nel migliorarnento continuo di que­ sti rapporti ainichevoli,. spetta a_l commercio, agli 1c11,m_bi c~lturah, alle visite di oTgamt,ni •ocia!i e di tuTisti »? Il monda nuovo offerto ai proletari da Krusci<?v e ~a Gaitskell si reggerà su due ~1lastri o, come Ei dice su due • partite della bilancia dei pagamenti »: i~ commercio (ivi compreso quello d1 carta straccia o, in altri termini, di If cultura ») e i! turismo. Rivoluzione? lotta di clas­ se? partito comunista mondiale? Roba vecchial

e Distensione fra gli Stati di­ stensione fra le classi: il teore~a è ovvio. e naturale. Perciô, organiz­ zando a Modena « il più straordina­ rio dei ,Festival», l'Unità l'ha impo­ stato sul tema della « svolta che è in atto sui terreno della distensione internazionale e su quello delle con­ veTgenze all'interno del nostro Pae­ se». Per chi trova.sse ·oscura la pa­ ropa « convergenza », ecco, subik dopo, la spiegazione lapidaria (Uni­ tà del 5 sett,): • converaenza degli interessi delle varie categorie di la­ voratori e pToduttori ». Non ci sa. ranno, pare» nè Krupp nè Boussac; ma le Ioro controfigure italiane, non meno ansiose di far convergere gli interessi degli operai e dei con­ tadini coi lot'o, non mancheranno certo al tragùardo. • Infatti, infatti. Della Fiera del Levante a Bari, inaugurata in qui!­ sti giorni da Segni, il « Giorno » di­ ce che « spregiudicata e polemica » nel senso che pone « al centro l'espli­ cita volontà di riallacciare i tradi­ zionali rapporti di collaborazione economica coi Paesi dell'Europa ü­ rientale e del Mediterraneo » o, co­ me ha detto il presidente de)rEnte, « guardare in faccia le realtà stori­ che cosi corne sono da uomini d'af­ faTi ». Gli interessi 'di « lavoratori e produttori: sono comuni: più si e­ sporta, più si lavora, cioè, per gli opèrai, si suda per Papà Capitale .... magari in bandiera rossa e stellone.

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Perchè la nostra stampa.viva MILANO: Alfonso 2000, Il protet­

tore dei ladri 1000, Pablo 1000, II Griso 1000, Ultimo arrivato 500, Ma­ riotto 550, Libero 400, Osvaldo 1000, Rivalutazione 52, Vito salutando i compagni di Portoferraio 175, Il cane 2000. PIOVENE -ROCCHETTE·. Compagni e simpatizzanti di Piove­ ne salutando Riccardo 2460. FIREN­ ZE: Enzo 500, Angelo 500, Vito 250, Raffaello 500, Otello 500 Giuliano 550, Ebe 550, Ma~no 550 Tertius 1000. CASALE POPOLO'.. Miglietta 100, Felice 100, Zavattaro 200, Ferragosto 800, Felice k:>er un requiem a Don Sturzo 200 W i siderurgici americani 100, Bai~ d,~I re 40, Saluti ad Asti 60. GRUPPO B: pro giornale, Carmine 1.500. ROMA: Alfonso, doppio contributû straordinario 10.000. FORLI': N. N. 500, Gastone 300, Pirini 300, Paolo 500, Manoni ricordando Chill.em1 1000, Cesare 400, Giuseppe 500, Tu· riddu, salutando Mariotto 300, Alfon­ so 500, ,Ernesto 500, Michele 500, Ba­ lilla 500, Valeria 500, Tito 200, Bian­ co 200, Dino e R. 500, Nereo 300, G. 300. BARRA: Salvatore Vel. 20i), Un Ri belle' 100, Antonio 500, Ciro 100, Gaetano 50, Fortunatina 201), Michelino 200, Diversi 650. GENO VA: Franco lo spendone 160, Bibb; e Iaris al loro incontro 1000, Caval­ lino Bianco 100, Falco 500, Beppe 200, Giuanin della pippa 100, Arturo 85, ùn giovane rivoluzionario 70., Rerizo 100, Primo 7Q, Gino 70, Gen­ tilini 100, Giulio 145. COSENZA: fi­ ne luglio 10.000. PRATO: pro stam pa 1000. La SPEZIA: Riunione grup­ pi toscani: Enzo 1000, Silvano 1000, Ottavio 650, Viareggio 1000, Ebe 300, Giuliano 800, Mauro 400, Osvaldo 800, Franco 500, Pietro 800, Mariotto 800, Alfonso 500, Bibbi 1000, Erne3to 500, Giovanni 600,· In memoria l:t Natangelo 350, FIRENZE: sottoscrit· te nell'anno 1959 77.000, Totale Li· Te 141.647. Totate pTec. L. 702.lùS. Totale attuale L 843.752.

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