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L’Italia della Seconda Repubblica

Lezioni d'Autore

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1991 implosione dell’URSS dopo il crollo del Muro di Berlino. Crisi definitiva dell’ideologia comunista crisi del Partito Comunista Italiano scissione del PCI nasce il Partito Democratico della Sinistra (PDS).

Fine della guerra fredda fine della centralità geopolitica dell’Italia della protezione degli USA La DC si scioglie nel 1994 rinasce l’antico Partito popolare.

Il contesto internazionale

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- Successo del referendum popolare abrogativo dei meccanismi delle preferenze elettorali (insofferenza diffusa verso il sistema dei partiti politici).

- Fondazione nel 1989 della Lega Nord (la questione settentrionale al centro del dibattito politico con modalità antipolitiche).

- La vicenda giudiziaria di Tangentopoli nel 1992 aveva messo sotto accusa i principali dirigenti della politica nazionale per il reato di finanziamento illecito dei propri partiti.

Il contesto nazionale

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Nel 1993, su proposta del deputato Sergio Mattarella viene riformata la legge elettorale basata sul sistema proporzionale puro.

La nuova legge prevede che il 75% dei parlamentari sia eletto con il sistema maggioritario a turno unico: un collegio elettorale per ciascun parlamentare da eleggere viene eletto il candidato che prende più voti. Il restante 25% dei seggi è assegnato con il sistema proporzionale alle liste che ottengono più del 4% dei voti.

La fine della Prima Repubblica

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AN si allontana dal crisma del fascismo senza aderire all’antifascismo, conservando e, anzi, sottolineando il carattere “nazionale” se non nazionalista della nuova forza politica.

Alleanza Nazionale

Nel gennaio 1994 Gianfranco Fini, segretario del MSI, scioglie lo storico partito neofascista tramutandolo in Alleanza Nazionale.

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Fin dagli anni Ottanta diversi movimenti autonomisti erano nati nelle regioni del nord.

La Lega raccoglie i malumori della parte più produttiva del paese contro la tradizione centralista del potere e la corruzione.

Nel 1992 la Lega riscuote un significativo successo (8,6% dei voti nella quota proporzionale alla Camera).

La Lega Nord – I primordi

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Berlusconi si candida alle elezioni politiche, abbandonando le cariche di presidente delle sue aziende (di cui, tuttavia, conserva la proprietà).

Fonda e crea in pochi mesi Forza Italia.

Riesce a presentare nella medesima coalizione elettorale due forze politiche ideologicamente antitetiche: la Lega Nord e Alleanza Nazionale.

La coalizione, presentatasi come alleanza dei “moderati” di centrodestra contro i “comunisti” del centrosinistra, vince le elezioni del 1994.

La “discesa in campo” di Silvio Berlusconi

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Elezioni politiche del 27 marzo 1994 al governo la coalizione guidata da Silvio Berlusconi

Inizia quella che è stata chiamata l’età berlusconiana e che nel linguaggio giornalistico viene definita come la Seconda Repubblica.

27 marzo 1994 – Berlusconi vince le elezioni

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Nel 1994 (8,4% dei voti nella quota proporzionale alla Camera) nel cartello elettorale di centrodestra, la Lega diventa forza di governo.

Passa all’opposizione decretando la crisi dell’esecutivo (dicembre 1994).

Il governo è costretto a dimettersi, in seguito alla defezione della Lega Nord, e a lasciare il posto al governo Dini, espressione della coalizione di centrosinistra.

Si presenta da sola alle elezioni del 1996 (10,1% dei voti nella quota proporzionale alla Camera), attestandosi su una linea apertamente secessionista.

La Lega Nord al governo

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Forza Italia perde le elezioni del 1996 a favore della coalizione di centrosinistra dell’Ulivo, guidata da Romano Prodi.

Berlusconi utilizza gli anni dell’opposizione ai governi dell’Ulivo per rafforzare la sua leadership nella coalizione di Forza Italia-Alleanza Nazionale-Lega Nord con il Centro Cristiano Democratico fondando la “Casa delle Libertà”, con la quale vince le elezioni del 2001 e governa il paese, con una breve interruzione (2006-2008) ancora di Prodi, fino al 2011.

La Casa delle Libertà

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La personalizzazione e spettacolarizzazione della politica era apparsa vincente già negli anni Ottanta Bettino Craxi e il ridimensionamento del ruolo dei partiti come luogo di elaborazione politica e formazione di quadri dirigenti.

Grande inflazione, il debito pubblico passa dal 30% del PIL nel 1961 al 125% dei primi anni Novanta (G. Crainz, Autobiografia di una Repubblica, Donzelli, 2009), la forte pressione fiscale, cominciavano a impoverire i ceti medi a fronte di una sempre più arrogante corruzione del ceto politico Cresce il sentimento dell’antipolitica.

L’età berlusconiana – I presupposti

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Dalla fine degli anni Settanta: la televisione protagonista principale della vita sociale.

Nascita della TV a colori e delle TV commerciali: sviluppo invasivo e massiccio della pubblicità e dello star system.Mutamento dei valori fondanti del vivere comune. Crescita enorme del consumismo.Il linguaggio si involgarisce.La riservatezza perde valore.La conquista del denaro e del ‘successo’ giustificata anche con mezzi al limite del lecito.In politica conta il personaggio costruito con le tecniche del marketing.

La televisione

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Antonio Gibelli giustifica l’espressione “età berlusconiana” al pari di “età giolittiana”. “Non è in causa qui la statura del personaggio né un elemento valutativo positivo o negativo sul suo operato, quanto il fatto che abbia dato un’impronta omogenea e determinante a tutta un’epoca […] Il berlusconismo […] si potrebbe definire la manifestazione per ora più compiuta della politica nell’era post-moderna, nella quale sono tramontati i grandi sistemi ideologici.”

L’età berlusconiana

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L’opposizione a Berlusconi indebolita da dissidi interni e personalismi scissioni politiche la caduta dei due governi Prodi.

Berlusconi: tiene sempre unita la destra contro un immaginario pericolo “comunista”, utilizzando la macchina propagandistica formidabile delle sue televisioni. Intrattiene buoni rapporti con la Chiesa cattolica.

L’opposizione

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FINE

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