L'Italia del treno - Carrozze da sogno - marzo 2015

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EDIZIONI SOGNO ANNO II - NUMERO 02 - MARZO 2015 1905-2015 UNA STORIA LUNGA 110 ANNI

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In questo numero della collana monografica le carrozze italiane che per stile e design sono tra le migliori concepite nell'intera industria ferroviaria

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EDIZIONI

SOGNOANNO II - NUMERO 02 - MARZO 2015

1905-2015 UNA STORIA LUNGA 110 ANNI

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« IL TRENO SCIVOLA SENZA MORMORIO,OGNI CARROZZA È UN SALOTTOIN CUI SI PARLA SOTTOVOCE »

Paul Verlaine

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In copertina: servizio al tavolo nella carrozza ristorante

dell’ETR 300 Settebello (1970)

A destra: viaggiatori nel belvedere dell’ETR 300 Settebello (1965)

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EDITORE

© Ferrovie dello Stato Italiane SpATutti i diritti riservati. Nessuna parte del supplemento può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell'editore.

EDIZIONIL'Italia del treno

SOGNOANNO II - NUMERO 02 - MARZO 2015

sui treni del Sud olimpiadi sui binari

UN AMERICANO SUL SETTEBELLO

NOTTURNI PER SOGNARE

S C O M P A R T I M E N T I E S A L O N I

grandi Espressi

B E L V E D E R E

TRANS EUROP EXPRESS

CUCINA A BORDO

nuovi colori

ogni sera

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22

2 4

26

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I l 21 novembre del 1952 la società Breda di Milano e le FS presentavano il nuovo elettotreno di lusso ETR300 Settebello, che nell’immaginario collettivo divenne il

simbolo dell’affermazione e del successo dell’Italia negli anni del boom. Il Paese cresceva, come mai era avvenuto prima, si modernizzava e, soprattutto, si muoveva incon-trandosi, conoscendosi, uniformandosi nei gusti e nei co-stumi. I treni delle FS accompagnarono e favorirono questo vasto processo di evoluzione della società italiana, tanto che sa-rebbe difficile oggi anche solo figurarsi molte fasi della no-stra storia recente senza lo snodarsi dei treni nel paesaggio della Penisola in rapida trasformazione, lo sfrecciare delle moderne locomotive elettriche e diesel sul fitto reticolo dei binari e le stazioni sempre più grandi e affollate. E ancora senza gli sguardi dei connazionali negli scompartimenti dei mille treni che percorrevano lo Stivale da Sud a Nord. Treni Rapidi e lunghi Espressi, carichi di sogni e di speranze, che collegavano tutti i giorni il Belpaese con le regioni più lon-tane d’Europa. Carrozze letto, cuccette e vagoni ristorante

di Luigi Cantamessa(Direttore Fondazione FS Italiane)

che assecondavano il nuovo modo di viaggiare delle grandi masse: giovani, famiglie, turisti, emigranti e uomini d’affari. Oggi resta il convincimento, non solo personale, che le car-rozze italiane costruite dal 1930 al 1980 per stile e design sono tra le migliori concepite dall’industria ferroviaria na-zionale. L’Italia e i treni di quegli anni correvano e continua-no a viaggiare nel XXI secolo insieme ai desideri e alla vo-glia di successo di un’intera nazione.

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« IL TRENO ERA RIPARTITO, RICOMINCIÒ LA SFILATA MONOTONA DEI CAMPI RETTANGOLARI, DELLE

STRADE BIANCHE, DEGLI ARGINI ERBOSI »Carlo Cassola

sui treni del Sud

N egli anni ’60 il Belpaese correva e diminuivano le distanze. I treni Diretti, Direttissimi e Rapidi delle FS contribuirono ad accorciarle, consen-

tendo la mobilità di grandi masse. Nel 1953 si inaugurava il Direttissimo Freccia del Sud, il primo che collegava l’Italia settentrionale e meridionale. Con una percorrenza di oltre 1.500 km univa Milano con Palermo e Siracusa, senza cambi. La sua velocità commerciale, elevatissima per l’epoca, rag-giungeva la media di 72 km/h. Tra il 1964 e il 1965 per il servizio tra Roma e la Sicilia nasceva il Peloritano: il Rapi-do copriva 915 km in 12 ore (tre in meno rispetto ai treni tradizionali), grazie alle moderne automotrici elettriche ALe 601, dotate di aria condizionata e comode poltrone. Nel reportage Come in crociera sul Peloritano di Pietro Mari-netti, pubblicato nel 1965, il nuovo bolide era definito “una villa volante sul mare”. Treni del Sud, che appaiono e scompaiono tra viadotti e gallerie, albe e tramonti, mentre la costa scorre tra il mare da un lato e gli aranceti dall’altro.

A sinistra: sezione diretta per Palermo del Rapido Peloritano, con

automotrice elettrica ALe 601, in partenza da Roma Termini (1971)

Sotto: sezione diretta per Catania del Rapido Peloritano, con

automotrice elettrica ALe 601, in partenza da Roma Termini (1965)

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« IL TUO TRAINO DI CARROZZE CHE TI SEGUONO UBBIDIENTI E ALLEGRE, TRAVERSO BURRASCA E

BONACCIA, ORA VELOCI ORA LENTE »Walt Whitman

olimpiadi sui binari

uella del 1960 fu una lunga estate per le FS. Un anno memorabile e una stagione irripetibile. L’Italia ospitava le Olimpiadi e il compito si pre-

sentava proibitivo. Tra agosto e settembre viaggiavano tre-ni carichi di turisti e appassionati di sport, comitive e fami-glie provenienti da tutto il mondo. Il Paese era al centro dell’attenzione internazionale e le FS risposero con un piano eccezionale di potenziamento dei collegamenti. Roma divenne per l’occasione la capitale del trasporto fer-roviario europeo. Il 29 maggio scattò l’ora zero: oltre 170 treni straordinari, aggiunta di carrozze ai convogli giorna-lieri per gestire oltre quattromila comitive estere e, infine, uffici informazioni speciali aperti nelle principali stazioni. L’evento fece da sfondo anche all’inaugurazione, il 23 lu-glio, dell’ETR 250 Arlecchino. Per poter assistere alle re-gate fu istituito un servizio navetta tra Roma Termini e Villini di Castel Gandolfo con 44 coppie di treni in viaggio ogni 15 minuti.

A destra: ufficio informazioni allestito in occasione della XVII Olimpiade presso la stazione di Roma Termini (1960)

Sotto: primi esempi di treno navetta Roma Termini-Villini di Castel Gandolfo (1960)

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A nche John Bainbridge, prestigiosa firma del New Yorker, nel 1964 vuole provare l’emozione di un viaggio sul «famoso treno italiano a forma aero-

dinamica, chiamato Settebello». Niente male l’offerta: 392 miglia da Roma a Milano a soli 23 dollari. Una volta a bor-do a folgorarlo è la bellezza del convoglio «formato da set-te lucide carrozze in grigio, verde e bianco, unite l’una all’altra in modo così perfetto da sembrare una cosa sola».

A Firenze, poi, si accomoda su una poltrona nell’elegante ristorante e, servito da camerieri in guanti bianchi, gusta un risotto alla milanese accompagnato da un rosso italiano del 1959. Il paesaggio toscano scorre attraverso i finestrini, mentre Bainbridge ammicca a una brunetta elegante, con occhiali e pelliccia bianca, che sorseggia whisky. Il tempo va veloce e la nebbia avvolge la scena: la stazione di Milano, «tutta vetri e ferri», accoglie il treno in perfetto orario.

Sopra: particolare della fiancata dell’ETR 300 Settebello in servizio da Milano Centrale a Roma Termini (1965)

Sopra: particolare del belvedere e della cabina di guida

dell’ETR 300 Settebello in corsa sulla linea Roma-Firenze (1963)

1. Panoramicadell'ETR 300 Settebello

in servizio da Roma Terminia Milano Centrale (1970)

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UN AMERICANO SUL SETTEBELLO

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Pagina a fianco: servizio bar nell’elegante belvedere (1970)

1. Viaggiatori pranzano nella carrozza ristorante (1965)2. Viaggiatori sorseggiano

un drink nell'angolo bar (1965)3. Viaggiatori nel confortevole compartimento salotto (1960)4. Viaggiatori in partenza conl’ETR 300 Settebello a Firenze

Santa Maria Novella (1965)

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B onjour Paris: il 28 settembre 1969 si inaugurava il treno diretto tra Roma e la Ville Lumière. Grande successo di pubblico per il Palatino, un servizio di

alta qualità che prevedeva carrozze con cuccette e letti, ri-storante e bar a una tariffa globale comprensiva del tra-sporto, della cena e della prima colazione. Altri notturni partivano dall’Italia per raggiungere mete lontanissime: il Direct Orient, da Milano per Parigi-Calais, aveva in com-

posizione carrozze letti e cuccette Belgrado-Parigi, Istanbul-Sofia-Parigi e Atene-Belgrado-Parigi. Il Riviera Express, simbolo del boom economico, collegava tutte le sere la Liguria con Amsterdam, Oberhausen e Francoforte. Dai primi anni ’60 partiva da Roma Termini lo Chopin Ro-ma-Varsavia-Mosca, con misteriose carrozze notturne so-vietiche, tendine bianche, il samovar sempre acceso e un austero conduttore.

Sopra: interno di una carrozza della Compagnie Internationale des Wagons-Lits di prima generazione (1957)

Pagina a fianco: servizio colazione a bordo di una cabina letto con disposizione a giorno (1972)

1. Treno internazionale Rome Express in partenza per Parigi. Roma Termini (1965)

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« E, D'IMPROVVISO, NEL SILENZIO PROFONDODELLA NOTTE, AVEVA SENTITO, DA LONTANO,

FISCHIARE UN TRENO »Luigi Pirandello

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1918

1. Interni di una carrozzadella Compagnie Internationale

des Wagons-Lits (1977)2. Servizio colazione in una

cabina letto (1986)

Sotto: famiglia all’interno

di una comoda cabina tripla turistica T3 (1972)

3. Saluti prima della partenza del Simplon Express alla volta di Parigi. Roma Termini (1963)4. Treno internazionale Chopin Roma-Mosca in partenza dalla stazione Termini (1968)

Sotto: giovani viaggiatriciall'interno di una cabina tripla turistica T3 (1959)

NOTTURNI PER SOGNARE

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E S A L O N I

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1. Interni di 1^ classe tipo X (1967)2. Gruppo di ragazzi sull’Espresso Torino-Lecce (1978)3. Scompartimenti Grand Comfort di un Rapido Milano-Roma (1973)4. Operazioni di controlleria (1971)5. Rosanna Vaudetti a bordo di una vettura Salone Gran Comfort (1976) 6. Viaggiatrice nel corridoio di una vettura Salone Gran Comfort (1976)7. Cuccette di 2^ classe con disposizione a giorno (1975)

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« LE CITTÀ D’EUROPA IN FONDO ALLA NOTTE,E I TRENI, CHE FILANO ILLUMINATI COME TEATRI;

I TRENI CARICHI DI NOSTALGIE »Ardengo Soffici

A sinistra: treno internazionale Italia Express per Copenaghen in partenza da Roma Termini (1960)

Sotto: bagagli di viaggiatoridi 1^ classe pronti

per essere caricati a bordo. Roma Termini (1963)

grandi Espressi

I talia anni ’60. Treni lunghissimi attraversano la Peni-sola da un capo all’altro, composti da carrozze di 1^ e 2^ classe, cuccette e vagoni letto. Folle di viaggiatori,

carrelli e bagagli sui marciapiedi delle grandi stazioni alla partenza di vagoni che si susseguono fin oltre gli scambi. Uno scenario vivace: volti stanchi o gioiosi ai finestrini, un incrociarsi di lingue e richiami in una febbrile eccitazione. Sui binari gli Espressi, con appesi sulle fiancate cartelli gial-li o bianchi che riportano nomi di città lontanissime, incon-trate mille volte solo sugli atlanti scolastici. Il Brenner Express partiva da Roma con carrozze dirette a Monaco; il Simplon Express attraversava un itinerario slavo, Roma-Lu-biana-Belgrado; da Milano il Direct Orient per Parigi e Ca-lais raccoglieva il traffico ferroviario proveniente dai Balca-ni e diretto a Parigi e Londra. Che dire poi dell’Italia Express per Chiasso, diretto in Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Germania e Svizzera? Grandi Espressi come ponti tra nord e sud, oriente e occidente.

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1. Automotrice turistica ALnt 444 Freccia Aurelia in servizio tra Milano e Sanremo (1950)2. Particolare dell’eleganteangolo bar3. Compartimento panoramicocon arredi di design

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A destra: TEE Mediolanum Milano-Monaco di Baviera sulla linea

Verona-Brennero (1968)

Sotto: TEE Lemano conautomotrice ALn 442/448

costeggia il Lago Maggiore sulla relazione internazionale

Ginevra-Milano (1968)

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Sopra: TEE Ligure e Moncenisio sotto le arcate della stazione Centrale di Milano (1969)P ensato nel 1954 come servizio ferroviario rapido e

dal comfort elevato, il Trans Europ Express coin-volgeva le maggiori reti europee. Nel giugno 1956

prese il via il primo TEE italiano, Moncenisio, che collega-va Milano con Lione in sole sei ore. Automotrici dall’ele-gante design con motorizzazione a cilindri orizzontali, ar-redamento di gran classe con sedute accoppiate a divano e regolabili su tre posizioni. La ristorazione a bordo era di

ottima qualità, grazie a cuochi e camerieri della Compagnie Internationale des Wagons-Lits. Pranzo e cena venivano serviti ai tavoli, allestiti con tovaglie e tovaglioli in stoffa cifrata, bicchieri in vetro e stoviglie pregiate. Il servizio fu replicato su altre relazioni e nacquero altri TEE tricolori: Ligure, Lemano, Gottardo e Mediolanum. Negli anni ’70 si aggiunsero treni composti da carrozze Gran Comfort in color avorio antico e con due bande rosse.

1. Eleganti interni in vellutodel TEE Gottardo (1967)

2. Panoramica dal mare del TEE Ligure in servizio tra

Milano e Marsiglia (1977)3. TEE Mediolanum,

sulla relazione internazionale Milano-Monaco di Baviera,

in sosta a Bolzano (1965)4. TEE Adriatico, sulla

linea Bari-Milano, in sostanella stazione di Ancona (1975)

TRANS EUROP EXPRESS

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Carrozza ristorante con tavola apparecchiata sul prestigioso elettrotreno ETR 300 Settebello Milano-Roma (1962)

1. Vista esterna di una vettura ristorante Gran Comfort in sostaa Milano Centrale (1982)2. Interno della carrozza ristorantedell'ETR 300 Settebello (1970)

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I l critico enogastronomico Vincenzo Buonassisi scri-veva così a proposito di un suo pranzo in treno: «l’ambiente è incomparabile, il relax assicurato, il ser-

vizio è buono, il cibo è di prima qualità» (Voci della rotaia, 1987). Una storia che veniva da lontano: nei primi anni ’60 sui 72 treni giornalieri con carrozza-ristorante si consuma-vano, ogni anno, oltre un milione di pasti. Alcuni convogli erano celebri per la qualità e l’assortimento delle portate.

Sul Rapido Freccia della Laguna era molto richiesto il menu a base di bistecca ai ferri, due contorni, frutta e dolce. Il tutto accompagnato da ottime confezioni da viaggio dei migliori vini italiani, Chianti, Barbera, Pinot. Su altri con-vogli le carte delle voiture-restaurant osavano di più: julien-ne di sedani con maionese, linguine al salmone, suprème di pollo con patate boulangères, formaggi assortiti, frutta di stagione.

Sopra: viaggiatori sedutial tavolo di una vettura ristoranteGran Comfort (1974)

Pagina a fianco: tavolo imbandito nella carrozza ristorante delTEE Gottardo (1967)

1. Chef al lavoro nella cucinadella carrozza ristorantedell’ETR 250 Arlecchino (1960)

CUCINA A BORDO

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nuovi colori

N egli anni ’30 le FS cambiarono decisamente l’e-stetica dei convogli ferroviari, introducendo nuove nuance che rompevano con la vecchia

tradizione déco. Si sperimentò per la prima volta il colore castano, molto popolare e apprezzato. Dal 1936 fu applica-to alla parte inferiore della cassa e ai carrelli, mentre nella fascia dei finestrini fu utilizzato il marrone Isabella, più chiaro, con l’imperiale in alluminio. Questo brand durò sino ai primi anni ’60, quando si affermò il grigio ardesia. Di grande impatto visivo, invece, il verde magnolia e il gri-gio nebbia che a metà del ’900 caratterizzarono i mezzi di trazione veloci, le locomotive elettriche E.646 e gli elettro-treni, come il Settebello, l’Arlecchino e l’ETR 220. Nel 1967 si aggiunsero il blu orientale e il grigio perla dei loco-motori elettrici E.444. Dal 1970 per i servizi TEE naziona-li fu adottata una nuova, elegante, colorazione: sottocassa e tetto grigio ardesia, fascia dei finestrini color avorio antico con due bande rosse, una sopra e una sotto.

A destra: ETR 220 in corsa tra Firenze e Roma (1983)

Sotto: treno locale in servizio tra Lecco e Sondrio con automotrice elettrica ALe 883 (1965)

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« ...LE BELLE SIGNORE CHE AFFACCIAVANO ALLO SPORTELLO IL CAPO AVVOLTO NEL VELO;

L’ARGENTO E L’ACCIAIO BRUNITO...DELLE BORSE »Giovanni Verga

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« VIAGGIAMO TUTTI NELLO STESSO TRENO.E NESSUNO SA FINO A DOVE. UN VICINO DORME,

UN ALTRO SI LAMENTA, UN TERZO PARLA E PARLA »Erich Kästner

ogni sera

E state 1972: nel torrido e abbagliante mezzogiorno della campagna siciliana attorno a Ragusa il treno locale 2984 arranca lentamente lungo le curve

della linea Siracusa-Ragusa-Caltanissetta, fermandosi in ogni stazioncina. Scendono viaggiatori stanchi, carichi di valigie, ma con i volti felici e commossi. Sono partiti, nel caldo afoso di una serata romana, con l’Espresso Roma-Pa-lermo, in partenza da Termini. Rientrano a casa per le va-canze, la maggior parte sono italiani che lavorano in Fran-cia, Germania, Milano o Torino. Comodi treni li hanno portati fino a Ragusa, Modica o Vittoria.Le chiamavano “carrozze dirette” e venivano agganciate e sganciate senza far scendere i passeggeri, che così non do-vevano sottoporsi a faticosi trasbordi. Ogni sera dalla Ca-pitale era possibile salire su uno di questi vagoni e pranza-re, l’indomani, con i propri cari, a Lecce, Crotone, Roccella Jonica, Sibari, Potenza, fino ai luoghi più lontani della Sicilia.

A sinistra: viaggiatori affacciati al finestrino della carrozza diretta di

tipo X Modica-Roma Termini (1986)

Sotto: locomotiva diesel D.445 traina il treno Espresso

Vittoria-Roma Termini (1984)

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Bibliografia

John Bainbridge, Un americano sul Settebello, in Voci della Rotaia, Anno VII, n. 6, giugno 1964Remo Ceserani, Treni di carta. L’immaginario in ferrovia: l’irruzione del treno nella letteratura moderna, Torino, Bollati Boringhieri, 2002G. Crepaldi, In treno tra arte e letteratura, Milano, Mondadori, 2003Livio Jannattoni, Sui binari alla ricerca del tempo perduto, in Voci della Rotaia, Anno VI, n.7, luglio 1963Pietro Marinetti, Come in crociera sul Peloritano. Impressioni di un giornalista sul nuovo servizio, in Voci della Rotaia, Anno VIII, n. 6, giugno 1965Luigi Pirandello, Novelle per un anno, Milano, Newton Compton, 2011W.W. Rossi, Des trains pour l’Europe. TEE et autres trains européens, Francoforte, Redactor Verlag, 1968Leonardo Sciascia, Il mare colore del vino, Milano, Adelphi, 2011Giovanni Verga, Tutte le novelle, Milano, Mondadori, 2001Paul Verlaine, Romanze senza parole, Milano, Feltrinelli, 2007Walt Withman, Foglie d’erba, Torino, Einaudi, 1973

© C

atal

do

Ven

a

Servizio al tavolo nella carrozza ristorante dell’ETR 220 (1971)

ERRATA CORRIGE N. 2/2014 a COLORI

Pagina 19: nella didascalia in alto il luogo corretto è Torino SmistamentoPagina 20: nella didascalia in alto il banco di manovra rappresentato appartienea una locomotiva E.633 del 1982Pagina 21: nella didascalia in alto il banco di manovra rappresentato appartienea un ETR 600

ERRATA CORRIGE N. 1/2015 non solo BINARI

Pagina 22: nella didascalia n. 2 l'anno corretto è 1982

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