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  • 8/18/2019 Lisbona - Francesca Moschini

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    Lisbona  Sviluppo della forma della Città nei secoli 

    Francesca MoschiniModulo di Sociologia Urbana 

    Corso di Laurea in Ing. Edile - Architettura Università di Pisa, a.a. 2013/2014

    1

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    Indice

    Abstract  

     3

    Origini 

    4

    Felicitas Iulia città della Lusitania (II sec. a.C. - V sec. d.C) 

    4

    Al-Ushbuna: Lisbona musulmana  

    Lisbona Medievale 

    9

    1755: Il terremoto e la Baixa Pombalina  

    10

    Lisbona ottocentesca  

    13

    Architettura dello Estado Novo 

    14

     Ascesa del governo di Salazar e interventi dell’Ing. Duarte Pacheco  14

     Architettura di Regime e il Congresso Nazionale del 1948   15 

    Contemporaneità: dal ’74 alla fine del Secolo 

    18

     Primi anni della democrazia: gli interventi privati   18 

     Incendio del Chiado, 1988  

    19

     Expo ’98: Oriente nuovo quartiere di Lisbona    20

    Conclusioni 

     21

    Bibliografia  

     22

     Aggiornato al 14 Febbraio

    2

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    Abstract 

    In questo testo si ripercorre lo sviluppo della città di Lisbona, mettendo in luce per ogni fase saliente

    il contesto storico dal quale sorge. Si noti che la cernita e ogni volta la scelta della scala degli

    interventi da riportare sono state eseguite tenendo in considerazione soprattutto la loro attuale

     valenza all’interno della vita della città, motivo per cui è stato dato maggior rilievo agli eventi dello

    scorso secolo. L’analisi della forma dinamica della città come espressione volta volta del mutare di una

    società parte dal mondo romano nel periodo tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C., il cui declino coincide

    con l’espandersi delle invasioni arabe che occuperanno il territorio fino alla fine del primo millennio.

    Già in questi primi secoli di storia alcuni dei tratti fondamentali della città che giunge ai nostri giorni

    sono presenti, e fanno sentire ancora la propria voce, al fianco delle vicende della modernità: con

    l’instaurarsi del Cristianesimo tramite le crociate e della monarchia il Portogallo conoscerà momenti

    di splendore e ricchezze, e con questi le prime vaste espressioni in ambito urbanistico che

    culmineranno nel periodo dell’illuminismo con la ricostruzione della  Baixa   dopo il terremoto del

    1755, che segna definitivamente la fine di un’era gloriosa. La storia proseguirà il suo corso attraverso

    l’ottocento di una città che deve le sue trasformazioni alle intuizioni di personaggi chiave comeRessano Garcia, per poi cedere il passo a tutte quelle trasformazioni messe in atto da un regime che

    utilizzava l’architettura e l’urbanistica come mezzi per potenziare e veicolare il suo messaggio poitico.

    L’excursus si conclude con le vicende urbanistiche degli ultimi trenta anni in cui particolare rilievo è

    lasciato all’installazione del nuovo quartiere di Oriente.

    3

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    Origini

    La storia del territorio e della città di Lisbona è strettamente legata alla sua collocazione geografica,

     vicina all’estuario del fiume Tago.

    L’inizio del popolamento della regione si ha dai tempi del paleolitico (500.000 a.C. - 1 0.000 a.C.circa), fase in cui per millenni la conformazione geomorfologica venne stravolta a causa di grandi

    alterazioni climatiche e di variazione dei livelli delle acque che portarono alla formazione di valli

    fluviali.

    Si attestano segni di resti dal periodo neolitico (circa 5.000 - 2.000 a.C.) e le prime attestazioni della

     presenza di insediamenti fissi si hanno intorno al XIII secolo a.C.: la presenza di terreni fertili lungo

    una costa aperta, in prossimità di fiumi, permisero la consolidazione di una comunità essenzialmente

    agro-pastorile, come attestano i numerosi ritrovamenti di porzioni di strumenti per la gestione delle

    coltivazioni.

    Tra i secoli VIII-VII si assiste ad una progressiva crescita di importanza del nucleo, dovuta

    essenzialmente alla sua eccellente posizione strategica: connessione fortissima col mercato fenicio e ilmondo orientale1.

    Di questa fase ai fini della nostra analisi ci interessa sottolineare la vocazione marittima delle

     popolazioni che si insediarono qui e la favorevolezza delle condizioni ambientali per la nascita di una

    città.

    Felicitas Iulia città della Lusitania (II sec. a.C. - V sec. d.C)

    “Municipium civium Romanorum Olisipo, Felicitam Iuliam cognominatum”

     Plinio Nat. Hist. 4, 117.

    Già dalla metà del III sec. a.C. lo scenario del mediterraneo cui fino adesso si erano affacciate

     pacificamente Roma e Cartagine sembra diventare troppo piccolo per entrambe, i loro rapporti

     pacifici erano stati ratificati nel corso degli ultimi tre secoli da trattati fra le potenze, finchè

    inesorabilmente non si scontrarono nel 264 a.C. a causa di interessi conflittuali in Sicilia a seguito

    delle richieste di aiuto dei Mamertini e di Siracusa. Si dette così avvio a quel periodo durato per più di

    un secolo delle “Guerre Puniche”, che a più riprese si ampliarono poi in tutto il mediterraneo e sui

    territori che vi si affacciano. La presenza cartaginese nella penisola iberica fu poi il tramite per Roma

     per la conquista della stessa.

    Scipione l’Africano risultò il protagonista della conquista della penisola iberica: si fece inviare nel 211

    a.C. in  Hispania  e risultò vittorioso grazie alla sua acuta e innovativa strategia militare; grazie a lui

    all’inizio del II sec. a.C. il dominio romano si era esteso dai Pirenei fino all’odierno Algarve2.

    4

    1 http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/ . [Ultima visita: Febbraio 2014]

    2 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005 

    http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspxhttp://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspx

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    La Lusitania costituì un territorio aspro da conquistare: si pensi a Viriato che ancora a metà del II sec.

    a. C. si incarnò condottiero dei popoli lusitani per l’indipendenza, celebre nella cultura Portoghese

    come eroe nazionale.

    In questo clima teso e fervente, secondo quanto riferito da Strabone (Geographia, III, 3,1), la città di

    Olisipo passò sotto il controllo romano nel 138 a.C. per opera di Decimo Giunio Bruto, console della

    Hispania Ulterior: la città di Olisipo si alleò con i romani, lottando al fianco delle legioni. Questo

    conferì alla città particolare protezione e favore: gli attacchi dei popoli lusitani alla città resero

    necessaria la costruzione di una cinta muraria intorno al nucleo della città, e con la  Pax Romana è

    assorbita nell’impero e ricompensata con l’attribuzione della cittadinanza ai suoi abitanti 3. Olisipo,

    secondo Plinio, fu l’unica provincia della Lusitania a godere di questo privilegio.

     Nonostante l’alta densità di occupazioni della città nel corso dei secoli una quantità abbastanza

    consistente di reperti archeologici è giunta fino ai giorni nostri per mettere in luce il periodo romano

    della città.

     Nella Baixa, la parte centrale della moderna Lisbona, sono stati rinvenuti durante scavi dal 1770-1960

    addirittura un massiccio criptoportico che probabilmente sosteneva un grande complesso di terme

     pubblici4.

     

    Sono stati ritrovati dagli archeologi in una porzione della città vicinissima all’antica costa del Tago

    una serie di strutture attribuibili in modo certo alla produzione del “ garum”, un compost o a base di

     pesce molto ricercata. Nella parte bassa sono da evidenziare anche le necropoli, di cui una piuttosto

    consistente sotto l’attuale Praça da Figueira.

    5

    3 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005 

    4 Ibidem 

    Fig. 1 - Felicitas Iulia Olisipo, ritrovamenti e strade romane

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    Tutti questi edifici ritrovati nell’a rea, compreso il criptoportico, sono orientati secondo la stessa

    direzione e tracce della maglia stradale possono essere così ipotizzate5.

     Nel versante del colle dove attualmente risiede il Castelo de Sao Jorge invece è chiaro dai ritrovamenti

    come fosse la zona a carattere residenziale e monumentale. Un teatro romano del I sec. d.C. venne

    rinvenuto proprio su questo versante già ai tempi del terremoto del 1755, interrato di nuovo e

    riportato alla luce definitivamente solo negli anni ’60 anche se la maggior parte di questo giace ancora

    sotto gli edifici costruiti tra il XVIII e XIX secolo6.

    Più incerta invece è la collocazione del foro: forse sulla cima dello stesso colle, forse nell’area dove

    adesso sorge la Cattedrale Medievale di Lisbona, o la più accreditata  sul pendio occidentale del colle

    (nella zona dell’attuale Largo da Madalena) vista il ritrovamento di elementi architettonici come

    colonne, basi, capitelli e iscrizioni7 .

    Possiamo quindi concludere che Olisipo Felicitas Iulia nel periodo di dominazione romana avesse

    assunto tutti quei caratteri tipici (l’origine militare, la posizione strategica, la cinta muraria, la

     presenza di luoghi pubblici come il foro e il teatro) della città romana, che si inserisce abilmente nel

    contesto e nella morfologia del territorio in cui si innesta.

    La città poi seguì la sorte dell’impero romano: tra il VI sec. d. C. e il IV sec. d. C. sotto continui

    attacchi passo dal lungo dominio degli Svevi e dai Visigoti dal regno di Toledo nel 585 d.C. sotto il cuicontrollo rimase per più di un secolo. Il suo nome divenne Ulishbona.

    6

    5 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005 

    6 Ibidem 

    7 Ibidem 

    Fig. 2 - Felicitas Iulia Olisipo, antica e attuale coastline 

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    Al-Ushbuna: Lisbona musulmana “Era uma noiva em sua alcova nupcial” 

     Ibne Said, XII 

    E’ solo a partire dal 714, con la conquista in periodo omayyade della città ad opera di Tariq il Guercio,che Lisbona torna a conoscere nuovi tempi di gloria e splendore: gli arabi furono in grado di sfruttare

    a pieno le ricchezze agricole importando le loro tecniche innovative e del sottosuolo della zona,

    facendo rifiorire il commercio in un clima multietnico e multiculturale. Politicamente passò da essere

    sotto il controllo del Califfato di Damasco a quello di Cordo va nel 7408, e dopo la sua frammentazione

    oscillerà sotto le dipendenze di Taifa o Siviglia.

    E’ chiaro poi che anche l’impianto della città mutò sotto la forma di questo nuovo potere: nella zona in

    cui sorge l’attuale Castelo di Sao Jorge, venne eretto l’antico palazzo mouro che si caratterizza per una

    serie di strutture a carattere abitativo tra le quali spiccano due case vicine di grandi dimensioni

    (rispettivamente 160m2 e 182m2), inquadrate da tre strade, su cui si rinvengono di fronte all’accesso

    alle dimore sistema di impianti igienici tipici della cultura islamica. Allo stesso modo i pavimenti

    rinvenuti hanno finiture di pregio in agramassa bianca o dipinta di rosso; addirittura in una delle duecase le pareti del patio rivelano i resti di quello che con ogni probabilità fu una finitura a stucco

    decorato con motivi geometrici e il “cordone della felicità”9.

    La città islamica poi si dispiegava sul versante meridionale dello stesso colle, per la copiosa presenza

    di fonti d’acqua dolce, da qui il nome del quartiere che tutt’oggi conserva:  Al-hamma, che appunto

    significa “fonte”.

     Nella fase musulmana si parlava però di un’ Alfama do Alto aristocratica in cui i più colti benestanti

    costruivano le loro case ricche di lussuosi giardini, e di una  Alfama do Mar delle residenze popolari

    entrambe all’interno della cerchia muraria. La zona interna alla cerchia comunicava poi con la medina

    7

    8 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992

    9  De Almeda, Ana Sofia. Intervencao contemporanea nos castelos em Portugal. 2012 

    Fig. 3 - Espansione del mondo islamico tra il VII-VIII sec. In giallo l!espansione omayyade

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    e l’esterno grazie ad otto porte, di cui quello che resta oggi basta solo a collocarle: subito fuori

    l’attuale castello incontriamo la Porta da Traiçao e la Porta di Martim Moniz (di cui il nome originale è

     perso), la Porta do Mar chiamata oggi “Arco de Jesus. Pochissimo resta poi della Porta do Sol vicino

    alla chiesa di Santa Lucia, e la Porta di Alfama nell’attuale Largo di S. Rafael dalla quale partiva un

     pezzo di mura che ancora oggi è visibile. L’alcàçova si interfacciava con l amedina tramite appunto la

    Porta dell’Alcàçova oggi porta principale del castello e la Porta di D. Fradique nel Chào da Feira di cuioggi poco resta 10.

    Si crea così al di fuori delle mura tutta una zona popolare che rifugge l’impianto rettilineo e

    chiarificatore per rifugiarsi in un tessuto fittissimo movimentato da piccole e tortuose scalinate,

    labirinti di porte e vicoli che si affacciano su un Tejo che al tempo occupava ancora la zona della Baixa

    Pombalina. Alexandre Herculano, nella sua  Historia de Portugal ci racconta che “exceptuando os

    bazares ou mercados, difì cil seria achar uma rua ou passagem que tivesse mais de oito pés de largo”.

     Ancora oggi questa è la sensazione che si respira attraversando questo quartiere peculiare, unico salvo

    dopo il terremoto del 1755.

    8

    10 Vieira, Alice. Esta Lisboa. 1997 

    Fig. 4 - Evoluzione della cinta muraria dal periodo musulmano a quello fernandino

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    Lisbona MedievaleLa storia ci racconta che la società europea vicino all’anno 1000 era in piena crescita economica edemografica e seppe riorganizzarsi di fronte agli attacchi subiti dalle invasioni di musulmani, ungari,normanni e così via 11. La società era organizzata secondo il sistema feudale, esistendo così una

     porzione di civiltà costituita da nobili armati in cerca di fortuna si impegnarono con zelo a rispondere

    alle richieste di aiuto dei regni cristiani e della Chiesa romana nella lotta contro l’invasionemusulmana.

    Fu così che nell’ambito della seconda crociata Dom Afonso Henriques prese il possesso della città nel

    1147, e simbolicamente avviò la costruzione della Cattedrale al posto della moschea musulmana, che

    ancora oggi svetta nel quartiere di Alfama 12. L’edificio venne concepito in stile romanico, a tre navate,

    transetto e tre cappelle su modello di quella della vicina Coimbra, di ispirazione normanna, cui nel

    corso dei secoli integrate aggiunte prima gotiche e poi manieriste. Un’ altra costruzione simbolica del

     periodo fu la cristianizzazione e ampliamento del castello della città ora intitolato a San Giorgio,

     protettore dei crociati. Lisbona divenne capitale del regno nel 1255 e il castello conobbe il suo apogeo

    con l’instaurazione qui del Paço da Alcàcova, residenza reale e della corte.

    Emblematico fu poi l’assedio dei Castigliani del 1373 che incendiarono una copiosa parte della città, la

    cui risposta da parte del potere fu l’erezione della cinta muraria Cerca Fernandina.

    Fig. 5 -Dettaglio del Castelo de São Jorge e delle mura di Lisbona durante l!assedio castiglianodel 1385: illustrazione da "Crónica de D. Afonso Henriques" de Duarte Galvao, 1505

    9

    11 Cecchetti, Raffaello. Forma della città e gruppi sociali. 2009 

    12 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992

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     Nella parte inferiore della città si concentravano le attività legate ai mercanti, pescatori, agricoltori e

     bottegai organizzati in corporazioni: questa reminescenza la ritroviamo nella toponomastica di alcune

    attuali vie della  Baixa: Rua do Ouro, Rua da Prata, Rua dos Fanqueiros, Sapateiros e così via. La

    comunità musulmana venne costretta alle pendici occidentali del colle dove sorge il castello, in uno

    spazio angustissimo con un’altissima densità abitativa, nella città attuale infatti rimane la traccia di un

    intero quartiere  Mouraria, appunto perchè abitato dai mori, caratterizzato da edifici semplici estriminziti che sfruttano al massimo lo spazio lasciando il vuoto solo per anguste viuzze e scalinate.

    La classe che però stava guadagnando sempre peso politico e influenza fu quella della borghesia

    mercantile, vero impulso delle prime spedizioni oltre oceano, prime fonti della ricchezza di quello che

    sarebbe stato l’Impero coloniale: fu sintomatico l’atto del Re Manuel I di spostare la residenza reale

    nel  Paço da Ribeira , lungo le sponde del Tago distrutto dal terremoto del 1755, direttamente in

     prossimità del cuore dell’attività navale. Il nuovo ceto borghese costruì i suoi palazzi nella zona

    occidentale della citt à, nell’attuale Santos.

     All’inizio del XVI sec. gli enormi proventi acquisiti con le conquiste in America, Africa e India

     permisero la costruzione del Mosteiro dos Jerònimos e della Torre de Belèm nel tipico stile Manuelino

    nella zona sempre adiacente il fiume ad ovest del nucleo centrale della città, come centro per la benedizione delle spezioni via mare. In questo secolo ancora un altro simbolo della città e dell’intero

    Portogallo, fonda le sue radici;la pavimentazione in calcare bianco e basalto nero in cubetti, disposti

    in modo da creare disegni geometrici fondò una vera e propria arte estremamente lussuosa e

    ricercata, ancora un vanto oggigiorno per il paese13.

    La città poteva contare su circa 200.000 abitanti 14   e il ceto borghese inaugurò l’edificazione del

    quartiere di Bairro Alto, costellato di residenze lussuose e ricercate.

    Da questo momento in poi l’età dell’oro della città inizia il suo lento declino che si concluse poi con il

    disastro del terremoto del 1755.

    1755: Il terremoto e la Baixa Pom balina 

    “s'incamminarono verso Lisbona; [...] ecco che la terra trema sotto i loro piedi; il mare si gonfia

     spumeggiando nel porto, e spezza le navi ancorate. Turbini di fiamme e cenere coprono strade e

     pubbliche piazze; crollano le case, i tetti si rovesciano sulle fondamenta, le fondamenta scompaiono;

    trentamila abitanti di ogni età e sesso son schiacciati sotto le macerie. [...]“Ecco la fine del mondo!”

    esclamava Candide.” 15 

     Voltaire, Candido ovvero l'ottimismo. 1759

    Dal punto di vista urbanistico però la catastrofe rappresentò un’occasione preziosa: la parte bassa del

    centro urbano prima del terremoto si comprimeva, cresceva in altezza e densità e verso il fiume fino a

    lambire il fronte fluviale occupato da insediamenti legati all’attività portuale.

    10

    13 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992

    14 Gutkind. Urban development in southern Europe. 1967 

    154 Voltaire, Candido ovvero l'ottimismo, Rizzoli, Milano, 19944, pagg. 49-55

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    Ideologicamente le due grandi innovazioni culturali e innovative del piano per la  Baixa sono i

    concetti di “pianificazione globale” e quello della “piazza del sistema”, la porzione della città risorge

    secondo un nuovo concetto e disegno totale, disegno un’azione di riforma per il tutto, in cui il potere

     pubblico si fa demiurgo di un mondo cartesiano retto dall’intelletto.I protagonisti di questo intervento in pieno spirito settecentesco, capaci di condurre il processo,

    furono Sebastiao José de Carvalho eMelo (1699-1782), futuro Marchese di Pombal e Manuel da Maia

    (1677-1768) Ingegnere Maggiore del Regno.

    Manuel da Maia al tempo era il più grande specialista in materia di urbanistica di Lisbona; nella sua

     Disseertaçao ci fornice una diagnosi e un approccio preliminare alla problematica in questione, vi si

    discute problemi relativi al diritto di proprietà ma anche ai meccanismi di compensazione. Nello

    stesso testo si analizzavano anche i provvedimenti necessari a prevenire i rischi dovuti al ripetersi di

    una qualunque delle componenti della catastrofe (terremoto, maremoto, incendio): questi principi si

    traducevano in forme architettoniche tramite la riduzione dell’altezza delle costruzione,

    l’ampliamento delle strade e la creazione di piazze, nei fatti una drastica riduzione della densità, che

     però non sempre riuscì ad attuare; si dimostrò invece assolutamente severo sull’impostazione

    dell’intervento come architettura di programma 16.

     Nacquerò così sette strade ad incrociarsi con altre sette in modo ortogonale che culminano nel vuoto

    significante adiecente alle sponde del Tago di  Praça do Comercio, il tutto su una zona piana

    accuratamente livellata .  Nelle strade principali le abitazioni avevano tre piani più la mansarda, con

    facciate rigorosamente uniformi; era pensata in modo uniforme, e tra l’altro estremamente innovativa,

    anche la questione strutturale: si previde la gaiola , ovvero una sorta di “gabbia” in legno strutturale

     pensata per assolvere gli sforzi derivanti da ulteriori scosse, il rivestimento esterno decorativo sarebbe

    11

    16 Tostoes, Rossa. 1758: A Baixa Pombalina hoje. 2013 

    Fig. 6 -Joao Nunes Tinaco, Pianta della Città di Lisbona nel 1650. (Gabinete de EstudosOlisiponenses, Lisboa)

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    stato applicato su questo. Di grande fortuna critica anche l’attenzione al sistema infrastrutturale della

    raccolta degli scarichi fognari.

     Allo stesso tempo il vecchio Terreiro do Paço cinquecentesco cedeva il passo alla nuova  Praça do

    Comércio, Manuel da Maia proponeva il trasferimento del Palazzo Reale e l’insediamento qui delle

    divisioni dello Stato e della Borsa dei Mercanti, da qui il nuovo nome. Vi si colloca la statua equestre

    del Re su modello delle  Places Royales francesi è vero, ma si celebra lo Stato e non un potere

    monarchico.

    Dal punto di vista disciplinare dell’urbanistica, il processo di rinnovamento di Lisbona dopo il

    terremoto è un caso notevole, unico precursore e tutto sommato poco celebrato: ma di fatto per la

     prima volta si formula un piano che integra gli elementi oggi considerati necessari, ovvero un disegno

    urbano, una legislazione specifica di regolazione e un controllo finanziario cosciente del significato

     profondo del mutamento della forma pubblica 17 .

    12

    17 Tostoes, Rossa. 1758: A Baixa Pombalina hoje. 2013 

    Fig. 7 -Spaccato che attraversa una delle vie principali. Si mette in evidenza il sistemacostruttivo a patio e sistema di canali per l!afflusso alle cloache.

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    Fig. 8 -Pianta topografica della città di Lisbona. (Gabinete de Estudos Olisiponenses, Lisbona) 1758

    Lisbona ottocentesca Lisbona si affaccia al XIX sec. stremata prima dalle lotte di indipendenza nei confronti della Spagna

    aggressiva, del terremoto, e poi dalle invasioni delle truppe di Napoleone Bonaparte.Comunque una certa vivacità culturale era ancora propria della capitale e il fervore intellettuale si

    dispiegava tra i tipici caffè e teatri del periodo.

    Grazie ad alcune specifiche personalità, come Fontes Pereira de Melo o Ressano Garcia, vennero in

    ogni caso messe in atto alcune trasformazioni urbanistiche o comunque tentativi di ammodernamento

    della città: vennero costruite le prime reti ferroviarie, con la conseguente nascita in città della stazione

    di  Rossio e di  Santa Apolonia, sostenuto l’uso degli azulejos  per decorare le facciate, alla fine del

    secolo poi viene introdotto il sistema elettrico e l’impianto di una rete di tram come mezzo pubblico,

    ancora oggi in uso e tipicamente chiamato o eletrico! 

    Dal punto di vista urbanistico, l’espansione si rivolse per la prima volta nella parte settentrionale della

    città, verso l’entroterra: Ressano Garcia si fece interprete di questo mutamento. Formatosi a Pariginella Ecole Imperiale des Ponts et Chaussées e influenzato chiaramente dai concetti estetici e tecnici

    dell’Haussmann, nel 1874 venne nominato Ingegnere della Camara Municipal de Lisboa.

    Particolarmente attento alla miglioria e alla salubrità della città disegnò come un tipico boulevard

     parigino la  Avenida da LIberdade, l’arteria che si proietta verso nord dalla  Baixa e la  Praça do

     Marques de Pombal, due nodi fondamentali nel dispiegarsi della circolazione veicolare cittadina di

    oggigiorno18.

    13

    18 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992

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    Architettura dello Estado Novo

    Ascesa del governo di Salazar e interventi dell’Ing. Duarte Pacheco

     All’inizio del secolo il movimento liberale portoghese si fece portatore di idee e forze sempre più

    consistenti, che sfociarono poi l’1 Febbraio del 1908 nell’assassinio del Re Carlo I, mentre

     passeggiava nell’attuale Praça do Comércio. Dopo un anno di scioperi da parte degli operai, Lisbonasi rivolta nel 1910: la popolazione della città forma barricate nelle strade e vengono distribuite armi;

    all’esercito viene impartito l’ordine di reprimere, ma gli stessi sono infungibili per l’altissimo tasso di

    disertori. Il resto del paese accet ta  il regime repubblicano così proclamato, nonostante probabilmente

    non fosse ancora pronto visto il suo carattere profondamente rurale e conservatore; di fatto però

     venne proclamata la Prima Repubblica.

    Fu questo un periodo segnato dalla lotta e violenza politica, di forte instabilità ed incertezza

    ulteriormente aggravate anche dall’entrata in guerra nel primo conflitto mondiale del 1916.

    La fine della prima repubblica avvenne nel 1926, quando la destra conservatrice antidemocratica il 28

    Maggio del 1926 con un colpo militare installò una dittatura dai contorni fascistizzante19. ????? Il

    cambiamento fu ben accetto da parte di una larga parte di popolazine che soffriva la situazione politica

    e sociale compromesso, che a tutti gli effetti si protraeva anche da prima l’installazione della

    repubblica.

     Nello stesso anno venne nominato direttore dell’Instituto Tecnico Superior l’Ing. Duarte Pacheco, un

    uomo di 26 anni dalla carriera accademica meteorica, che riuscì di pari passo all’ascesa del regime a

    realizzare grazie al suo vigore una nuova struttura per la sua università. Si è scelto di mettere in

    evidenza questo avvenimento perchè costituì la prima grande opera pubblica realizzata e concepita dal

    nuovo regime ed ebbe forte ripercussioni sull’urbanistica della città: Pardal Monteiro redasse il

     progetto di una “acropoli” che occupasse un’intero colle in una zona periferica di una Lisbona inespansione. E’ facile intuire come per il governo questa opera contribuisse a potenziare l’immagine di

    uno stato fondato sul progresso e innovazione.

    C’è da notare poi come Duarte Pacheco divenne nel 1932 “Ministro das Obras Pùblicas e

    Comunicaçoes”, e il regime di Salazar istituzionalizzato nel ’33 col nome di “Estado Novo”.

    In generale poi il successo delle operazioni pubbliche, soprattutto di espansione più che di edifici di

    rappresentanza per lo stato, fu possibile grazie alla politica di esproprio a basso prezzo di grandi

    appezzamenti di terreno possibili proprio grazie alla natura dittatoriale del governo: il risu lt ato però è

    che la città potè godere di benefici considerevoli di cui ancora oggi respira un indirizzo positivo. Si

    devono a questo grande personaggio, divenuto poi Sindaco della città dopo un periodo di

    estromissione dal governo, i nuovi quartieri sociali di Alvalade, Encarnaçao, Madredeus e Caselas, lacostruzione della prima autostrada tra Lisbona e Vila Franca, il progetto immobiliario di Av. de Roma,

    la creazione del Parco di Monsanto; fu anche uno dei responsabili dell’organizzazione nel 1940 del

     Exposiçao do Mundo Portugués  20 , manifestazione celebrativa del glorioso passato conquistatore del

     paese.

     Ancora per veicolare l’immagine di uno stato poderoso, il regime sentì l’esigenza di riportare in luce il

    Castelo de Sao Jorge ricostruendo le parti danneggiate dai terremoti nel corso dei secoli: la sua

    14

    19 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998

    20 ibidem 

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    configurazione attuale, seppur di aspetto medievale, non è nella maggior parte originaria ma

    ricostruita in questo decennio21.

    Duarte Pacheco fu un personaggio chiave non solo per lo sviluppo della capitale ma per tutto il

    territorio dello stato: obbliga tutte le città di media dimensione di munirsi di un  Piano  come

    strumento urbanistico e dette un forte impulso alla costruzione sistematica di scuole, ferrovie,stazioni e tribunali22.

    Architettura di Regime e il Congresso Nazionale del 1948

    Con l’insorgere poi della guerra civile spagnola nel 1936, il regime di Salazar, che fino adesso poteva

    essere classificato come di una destra molto autoritaria 23, conobbe un processo accelerato di

      fascistizzazione: la polizia politica aumentò considerevolmente i suoi mezzi repressivi, i politici

    scomodi spediti nelle colonie e fu istituita un’organizzazione per inquadrare il tempo libero dei

    lavoratori. L’architettura riveste in questo periodo ancora maggiormente il ruolo di espressione di un

    regime, non più portatrice di un messaggio di dinamicità e vigore di un governo ma immagine diquesto. Nel 1938 Cristino da Silva, architetto professore nella scuola di architettura di Lisbona,

     progettava la  Praça do Areeiro, emblema della cultura del regime: l’uso di cornici e pilastri in pietra

    citazione dell’architettura signorile del XVII sec., il distacco dei piani nobili, la forma stessa a ferro di

    cavallo tutto in una ricerca in risposta al bisogno di creare uno stile nazionale.

    15

    21 De Almeda, Ana Sofia. Intervencao contemporanea nos castelos em Portugal. 2012 

    22 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998

    23 ibidem 

    Fig. 9 -Praca do Areeiro in una rappresentazione dell!epoca

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     Nel frattempo la storia fa il suo corso, la seconda guerra mondiale si conclude e il 1948 è l’anno della

    realizzazione del  I Congresso Nacional de Arquitectura che avrà poi ripercussioni fondamentali sugli

    indirizzi architettonici degli anni ’50, da contestualizzarsi nel mutato clima culturale post-guerra. I

    totalitarismi di centro europa si sono disfatti al cospetto delle democrazie vittoriose e la stabilità del

     governo Salazarista inizia ad essere minata: politicamente questo sopravvisse per aver appoggiato i

     paesi dell’asse concedendo le Azzore come base intermedia per lo scalo degli aerei dall’America.Il Congresso Nazionale del ’48 quindi rappresentò l’occasione per la classe di architetti di iniziare a

    recuperare la libertà di espressione, una classe di intellettuali quindi che reclamavano

    l’industrializzazione di un paese ancora dal carattere fortemente rurale, e ribadivano in modo

    martellante la necessità di affrontare il problema da habitaçao, rifacendosi alle teorie Lecorbuseriane

    spinti da un’urgenza di razionalità urbanistica.

    La trasformazione della città di Lisbona della fine degli anni ‘40 prese avvio con la progettazione del

    quartiere di  Alvalade , su progetto di Faria da Costa, di iniziativa municipale che consisteva per la

     prima volta di edifici collettivi destinati ad abitazioni sociali24; ancora non si oltrepassavano i quattro

     piani, ma si trattava comunque di una soluzione innovativa rispetto alle case unifamiliari con

    appezzamenti di terreno che simbolicamente si riferivano ad un tranquillo ritorno ai valori sereni dellaruralità: le influenze razionaliste della Carta di Atene erano evidenti.

    16

    24Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998

    Fig. 10 -Piano urbanistico di urbanizzazione

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    Il Bairro das Estacas (1049-1955) su disegno di Sanchez e D’Athouguia, è immagine paradigmatica di

    questa nuova situazione, con una serie di blocchi che per vincoli ligislativi ancora non oltrepassavano i

    quattro piani, disposti perpdendicolarmente agli assi viari in sostituzione ai tradizionali quartieri,

    creando una estesa porzione di giardino prolongata in trasparenza sotto gli edifici.

    O ancora ad opera di de Castro, Gandra, Simoes, Rodrigues e Lobo, forse il primo impianto

     pienamente razionalista concepito tra il 1950 e il 1951 e mai realizzato in cui, a fianco di un asse

    fondamentale come quello della  Avenida dos Estados Unidos da América, si pensano dei blocchi

    fortemente sviluppati in altezza (fino ad otto piani), che si dispiegano alla ricerca di una corretta

    orientazione solare, sistema distributivo delle abitazioni moderno, duplex con mezzanino sopra la

    sala 25.

    Risulta così definitivamente superata l’immagine tradizionale di una capitale ancora a carattere rurale,

    una città che si urbanizza con atteggiamento razionalista, che progetta su larga scala.

    Lentamente poi i codici del movimento moderno si estesero anche alla promozione di interventiedilizia abitativa, rivedendo i programma di edilizia residenziale: può essere interessante ricordare O

    bloco das Aguas LIvres del 1953 per opera di Pereira e Costa Cabral in cui si contrappone un

    sentimento vernacolare e immagine statuaria ad un’impostazione moderna in cui si inseriscono

    nuove funzioni e spazi di aggregazione collettivi.

    Da questo momento in poi il regime continua gradualmente a perdere potere nella scia di quel

     processo già avviato dalla fine della seconda guerra mondiale ed aggravato dal nascere delle guerre di

    indipendenza delle colonie; negli ultimi anni del regime il dibattito sul tema architettonico

    urbanistico era incentrato sulla pretesa di tutelare contemporaneamente gli strati più conservatori

    della borghesia fondiaria e quelli più avanzati dei gruppi monopolistici non faceva che acuire le

    17

    25 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998

    Fig. 10 -Foto aerea del Bairro das Estacas, !60

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    contraddizioni del potere e rendeva inevitabile l’apertura di certi spazi di liberalizzazione di fronte

    all’emergere del nuovo ceto medio urbano e di una tecnocrazia più informata, senza considerare le

     pressioni dei movimenti democratici e studenteschi e l’affermazione di espressioni culturali molto

    decise26.

    Contemporaneità: dal ’74 alla fine del Secolo

    Primi anni della democrazia: gli interventi privati

    Il 25 Aprile 1974 con la Revoluçao dos Cravos il regime di Salazar viene deposto in favore di una nuova

    democrazia: il paese che esce dal processo rivoluzionario è un paese nuovo. L’irriverenza, la

    rivendicazione, e l’iniziativa privata prendono piede a ritmo cavalcante. Dopo due anni in la

     popolazione non urbana si trovò forzata nella condizione in cui avrebbe dovuto assolvere una

    funzione politica, che potenziò ancor più quel fenomeno dell’abbandono dei campi con conseguente

    crescita sregolata delle periferie.

     Agli inizi degli anni ’80 quindi gli architetti e il potere pubblico si confrontarono con una situazione

    nella quale era necessario intervenire per controllare queste aree che nel giro di pochi anni subirono

    uno sviluppo assolutamente senza direzione: premi e concorsi tornano ad essere un mezzo di

     promozione istituzionale dell’architettura che con l’adesione alla CEE si accostò ad un afflusso di

    fondi comunitari27 . E’ allo stesso modo il tempo in cui i mezzi audiovisivi violentemente entrarono nel

    quotidiano, e sorge in modo consistente il potere della pubblicità e della comunicazione come mezzi

     per indirizzare il consumo della massa, l’architettura ontologicamente sensibile ai mutamenti

    sociologici assorbe il cambiamento: interventi imprenditorial speculativo, necessitanti di un aspetto

    nuovo e scintillante, si materializzarono in architetture mastodontiche, in cui “torri” svettano, conuna pelle in vetro e pietra animata da lussi sobri ma evidenti. A Lisbona la zona settentrionale della

    città riflette questo momento, caso esemplare è il complesso del centro commerciale di  Amoreiras.

     

    18

    26Nuno Portas, Portugal. 1991

    27 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998

    Fig. 11 -Foto attuale del centro commerciale di Amoreiras

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    Incendio del Chiado, 1988

     Alla fine dello scorso secolo nel centralissimo quartiere del Chiado, scoppiò un incendio che

    coinvolse 18 edifici per un’estensione al suolo di circa 8000 m2 per avere un’idea dell’estensione. Un

    tragico 25 Agosto ’88 per la città in cui, anche a causa dell’inadeguatezza dei mezzi di soccorso dei

     vigili del fuoco, i cittadini furono spettatori di un vero disastro.

     Venne creato un Ufficio Tecnico dedicato, e la redazione del piano particolareggiato per la

    ricostruzione dell’area venne assegnata all’architetto portuense Alvaro Siza che si trovò a dover

     gestire il recupero di un’area centralissima, di forte valenza storica, che lambisce il grande progetto

     globale che è stato l’impianto della  Baixa Pombalina. La sua acuta e sensibile interpretazione del

    luogo ci restituisce il Chiado come lo conosciamo adesso: di fatto si ripropone l’impianto originario,

    addirittura riproponendo la stessa  facies degli edifici andando però ad indagare all’interno nuove

    funzioni e nuove soluzione per il comfort 28. Non si tratta di pastiche ma di una comprensione

     profonda di quello che è il tessuto della città, di percepirne il suo genius loci .

    C’è da notare poi che l’intervento ha carattere urbanistico non solo nell’estensione, ma anche nel

    ripensamento degli accessi della stazione della metropolitana, che creando un collegamento

    sotterraneo tra la Baixa e  Praça do Chiado lega due porzioni di città adiacenti ma vissute in modoseparato per la grande differenza di quota. La stazione stessa è pensata dalla genialità dello stesso

    architetto ed è luogo talmente vivo e vitale da ospitare concerti e mostre.

    Il quartiere del  Chiado  e la stazione Baixa-Chiado costituiscono un esempio di intervento totalmente

    riuscito nel centro storico di una città che tiene in considerazione coralmente tutti gli aspetti

    contemporanei e storici per la sua genesi: la destinazione commerciale/residenziale di lusso lo rende

     vivo attivo ed economicamente realizzabile, l’animus storico è vivo e potenziato e la funzionalità

    migliorata.

    19

    28 Nuno Portas, Portugal. 1991

    Fig. 12 -Sezione longitudinale del tunnel che unisce Rua do Crucifixo alla stazione del Chiado

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    Expo ’98: Oriente nuovo quartiere di Lisbona 

    Infine l’ultima grande rivoluzione nell’assetto urbanistico della capitale portoghese è rappresentato

    dal nuovo quartiere nella parte orientale della città sulle sponde del Tago: in occasione del Exposição

     Internacional de Lisboa de 1998  venne riassettata totalmente questa porzione di città costruendo

    diversi padiglioni alcuni dei quali ancora permangono a servizio della collettività turistica e autoctona,

    che ha assunto il nome di  Parque das Naçoes, e il complesso di trasporti metropolitano/ferroviarioche la lega alla città vecchia e alle altre del Portogallo.

    Parteciparono alla redazione dei progetti delle strutture architetti del calibro di Carilho da Graça,

     Alvaro Siza, Santiago Calatrava, Teotonio Pereira e Joao Nunes.

    La presenza di questo vasto parco e delle sue strutture (il più grande Oceanario del mondo, diversi

     padiglioni espositivi, la citata stazione, musei, teatri) fu impulso creatore anche per tutta una serie di

    interventi a carattere residenziale e commerciale nell’intorno, capaci di attirare turisti, riunioni e

    congressi internazionali, spazi ricreativi per i cittadini e fervore commerciale.

    Da notare anche l’erezione del Ponte Vasco da Gama che attualmente è uno dei più lunghi d’europa.Il parco quindi si sviluppa per una lunghezza di 5km sulle sponde del fiume Tago, con l’obiettivo

    urbanistico di recuperare la relazione tra la città e il corso d’acqua, origine primordiale della stessa 29.

    20

    29 Nuno Portas, Portugal. 1991

    Fig. 13 -Foto panoramica del ponte e torre Vasco da Gama

    Fig. 14 -Planimetria dell!area dell!Expo 98

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    Conclusioni

    Se l’esperire la città di Lisbona contemporanea affascina il fruitore estero o portoghese, secondo

    l’opinione di chi scrive, è proprio per la naturale coesistenza di porzioni di città sorte in contesti

    storici differenti di cui ciascuna culla un tassello di una cultura così specifica e autoreferenziale

    dispiegatasi nel corso dei secoli, che ha saputo recepire in un proprio stile gli influssi esterni o le

    differenti culture che la hanno formata.

    Come se il suo noumeno si fosse manifestato ogni volta a seconda del secolo, Lisbona è un fenomeno

    ricco che parla di sé e dei suoi abitanti ad ogni angolo.

    Chi si insediò per primo su quei lembi di terra a contatto del fiume, ebbe di sicuro un’intuizione acuta

    e feconda, è bene però ricordare che una città non è sempre opera dell’uomo; la sua vita trasse origine

    dalla sua naturalità così particolare e sicuramente da un altro elemento fondamentale: una luce

    incredibile e abbagliante, ma questa non si può raccontare.

    21

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    Bibliografia 

    BENEVOLO, Leonardo. La città nella storia d'Europa  / Leonardo Benevolo. Roma [etc.] : Laterza,2007 

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    PORTAS, Nuno. Portogallo / Nuno Portas, Manuel Mendes. Milano : Electa, c1991

    SANTANA, Francisco. Dicionário da História de Lisboa . Lisboa, 1994

    TORGAL, Luís Reis. O marquês de Pombal e o seu tempo / coordenaçao de Luís Reis Torgal, Isabel

     Vargues. Coimbra : Universidade de Coimbra, 1982-1983

    TOSTOES, Ana. A Arquitectura do Século XX. Portugal / Lisboa, Frankfurt: Portugal-Frankfurt 97,

    DAM, 1997 

    TOSTOES, Ana. ROSSA, Walter.  Lisboa 1758 : o Plano da Baixa hoje / Lisboa : Camara Municipal

    Lisboa, 2008

     VIEIRA, Alice. Esta Lisboa / Editorial Caminho. Leira, 1997 

    Sitografia 

     http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/. [Ultima visita: Febbraio 2014] 

    http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspxhttp://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspx