Linguaggi creativi

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N. 8 01 10 RECENSIONI Consigli per una buona lettura IL PERSONAGGIO Incontro con Patch Adams NUOVI SPORT Tchoukball Ginnastica acrobatica Giocoleria RECENSIONI Consigli per una buona lettura IL PERSONAGGIO Incontro con Patch Adams NUOVI SPORT Tchoukball Ginnastica acrobatica Giocoleria Linguaggi creativi Linguaggi creativi

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N. 80110

RECENSIONIConsigli per una buona lettura

IL PERSONAGGIOIncontro con Patch Adams

NUOVI SPORTTchoukballGinnastica acrobaticaGiocoleria

RECENSIONIConsigli per una buona lettura

IL PERSONAGGIOIncontro con Patch Adams

NUOVI SPORTTchoukballGinnastica acrobaticaGiocoleria

LinguaggicreativiLinguaggicreativi

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numero 8 - gennaio 2010

Editore:

Direttore responsabile:Mauro Carabelli

Redazione:Alessandro Cadoni, Aurora Morano,

Daniela Giunta, Davide Longo, Edoardo Grimoldi, Elena Spinelli, Elisabetta Ranco, Fabio Ferrana, Francesca Capoluongo,

Glenda Giussani, Laura Casnaghi ,Marco Bonaglia, Marco De Santi, Margherita Torriano,

Marilisa Menegatti, Rosalba Maruca, Stefano Fioretti

Hanno collaborato:gli InformaGiovani dei Comuni di:

Varese - Elena Emilitri, Saronno - Andrea Tarabbia ed Elena Mazzucchelli,

Marchirolo, Cugliate Fabiasco, Cunardo e Cadegliano Viconago - Marzia Albieri,

Sesto Calende - Massimiliano Tappari

Hanno partecipato:Coordinamento Provinciale InFormaLavoro

Elisa Trovò e Rossella ScutteriCristina Diani - Biblioteca di Caronno Pertusella

Ilaria Bigelli - Biblioteca di TurateSabina Dimarno - Biblioteca di Casciago

Valentina Candiani - Biblioteca di Busto Arsizio

Coordinamento:Provincia di Varese

Coordinamento InformaGiovaniDonatella Ballerini,

Giorgio Benzoni, Chiara Brumana

Grafica:Provincia di Varese

Stefania Magni

Stampa:Real Arti Lego - Corbetta (MI)

Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007

SOMMARIOCONCORSOFuori chi legge! 4

MUSICAL’Istante vs Sudigiri 6

POLITICHE GIOVANILIAssociazionismo, lavoro, impresa: esserci! 8

POESIAIl maestro e Margherita 10

SPORT CREATIVOTruzzi volanti 13

MUSICAIndovina chi viene a cena? 14

CINEMA D’ANIMAZIONEJust my animation 16

SPORTCresce la febbre per il tchoukball! 19

IL PERSONAGGIOGioia: celebrazione della vita 20

RECENSIONIConsigli per una buona lettura 22

ORIENTAMENTOViaggio nel mondo del lavoro:Pronti al decollo 24

SCIENZACreatività? In fondo a destra 26

SPAZI GIOVANIDove i giovani sono protagonisti 27

MUSICAEsperimenti musicali 29

TATUAGGITattoo, pura estetica o forma artistica? 30

TEATROMio maestro, allenatore e amico 31

RICERCACreatività al microscopio 34

ARREDAREUn motivo in ogni minuzia 36

GIOCOLERIAMacedonia Ciganì 38Se vuoi contattarci scrivi una mail a:

[email protected]

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F uori chi legge ma soprattutto fuori chi scrive.Sono due modi complementari di rappresentare

e rappresentarci la realtà. Anche se il termine "realtà" come quello di "verità"va preso con le pinze. Non tanto perchè sia consi-gliabile interpretare ciò che ci circonda conaplomb relativista. Ma perché la realtà come la veri-tà sembrano sfuggire a qualsiasi definizione. Scaturiscono e si rinnovano dalla relazio-ne tra i nostri immaginari. Perché comu-nicare è un processo inesauribile. Conesso anche la ricerca della verità. E lacorrente associativa dei pensieripotrebbe continuare all'infinito. Unpensiero ne richiama un altro e così via. Paradossalmente, l'estensione di questo

processo è rintracciabile anche nei racconti brevissi-mi che hanno caratterizzato il concorso "Fuori chiscrive". Una struttura elementare, costruita conpochi concetti è in grado cioè di attivare, tra chiscrive e chi legge, tra emittente e destinatario, unasemiosi infinita come dicono gli studiosi del linguag-gio. Un incontro che può illuminare in un attimotutta un'esistenza. "Un narratore cercò tutta la vita

un racconto eccezionale (…) e rimpianse di aversprecato una vita normale".

Così riesce bene a evocare LauraUngari vincitrice del concorso. E pernon rimpiangere di aver sprecato lanostra vita meglio non circoscriverla

a un solo racconto, seppur ecce-zionale.

EDITORIALE di Mauro Carabelli

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IL DIALOGO INFINITO

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CONCORSO

I l Sistema Bibliotecario dei Laghiha lanciato nella primavera scor-

sa "Fuori chi scrive!", un concorsoper racconti brevissimi (massimo160 caratteri) riservato ai ragazzitra i 15 e i 25 anni. I racconti - nesono giunti più di 40 - sono statiinviati tramite cellulare o attraversola compilazione di una cartolina.Tra i premi previsti: un iPod offertodal Coordinamento Informagiovanidella Provincia di Varese, buonilibro, un ingresso in piscina per tuttii partecipanti, tre tavole d'autoreoriginali di Corrado Roi, DavideToffolo e Luca Baggio ispirate ai treracconti più evocativi.

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FUORI CHI LEGGE!

2° CLASSIFICATO (buoni libro)1pakidermaScrokaBrokkeD'acquaA1spaurakioKiusoIn1sekioMrintontisciDssLoSpaventosoMaCmElefante6proprioSpassosoSePossoLuiRisposeSpessoEmeglio1sekioKiusoK1vasoDiRose

Giulia Fracasso e Silvia Marino, Sesto Calende

1° CLASSIFICATO (buoni libro)Un narratore cercò tutta lavita un racconto eccezionaleche stupisse,non fosse bana-le;ma tempo più non gli rima-se e rimpianse di aver spre-cato una vita normale

Laura Ungari, Laveno Mombello

PREMIO SPECIALE Tavola ispirata alla storia realizzata da Luca Baggio1 gg 1 pollo aviario 1 mukapazza e 1 suino influenzatolottarono sul ring x decidere qlfosse la malattia + forte, infine cn 1 alata epidemicavinse il pollo

Mattia Panizzeri, Castelletto Ticino

GLI ESITI DEL CONCORSO “FUORI CHI SCRIVE” EDIZIONE 2009

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3° CLASSIFICATO (buoni libro)Girava i pollici ed attendeva;era un esito che difficilmenteavrebbe accettato.. Quandovarcò la soglia le gote arros-sirono.Le parole furono due:'sono incinta'

Martina Beccaria, Arona

a cura della redazione di Sesto Calende

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4° CLASSIFICATO (buoni libro)Una ragazza voleva x 1volta nella vita essere prota-gonista. Doveva scrivere 1fiaba di 160 lettere.Si impe-gnò ma quando fece x scri-vere le lettere erano finite!

Irma Cesena, Luino

PREMIO SPECIALE Tavola ispirata alla storia realizzata da Corrado RoiBuio nero ovunque. Qua e là scintille diluce, quando i due corpi si sfioranoappena. Silenzio. Solo un sussurro lieve"Mi ami ancora?" - "Sì, stasera sì".

Federica Calzana, Luino

PREMIO SPECIALE Tavola ispirata alla storia realizzata da Davide Toffolovi sono ponti fatti di parole. Unisconol'anima delle persone e le persone almondo. Il ponte più alto fu abbattuto,quello più lungo mai costruito

Luca Amato, Sesto Calende

PREMIO INFORMAGIOVANI (iPod)Baciala Cocchiere! Prima che lacarrozza torni ad essere una unobianca e che il cocchiere ritorniapprendista cuoco.

Federico Ferretti, Besozzo

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MUSICA

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L'ISTANTE vs SUDIGIRIUn confronto in puro stile rockQuesta volta vi proporrò due gruppi a confronto,

entrambi provenienti dalla Valmarchirolo e, sonocome si dice nel gergo dei cantanti, si tratta di "nuove pro-poste". Non è stato semplice riuscire a incontrarli tutti con-temporaneamente ma alla fine siamo riusciti a bere qual-cosa tutti insieme, e mi hanno raccontato un po' di loro:

chi in modo più professionale e chi in modo più "spaval-do". Tra risate, battute e discorsi seri (per alcuni), tra frasiplatoniche e frasi senza senso, ci siamo comunque diver-titi molto. Devo ammettere che è stata dura, soprattutto per-ché ognuno di loro ha un carattere particolare, ma questoè ciò che sono riuscita a ricavare! Chi vincerà????

Alessandro (voce)Marco (chitarra)Ringhio (batteria)

Fulvio (voce e chitarra)Antonio (chitarra)Alessandro (basso)Matteo (batteria)

1) Come vi chiamate?

Abbiamo scelto "Sudigiri" perché lo siamo di fatto! Noi siamo comeci vedi, non ci mettiamo maschere e non ci nascondiamo dietro ilpersonaggio da palco.

Il gruppo si chiama "L'istante": ci piaceva l'idea del nome al singola-re. Noi usiamo le canzoni come una sorta di diario, come fossero fotoche vengono sfogliate nuovamente ogni volta che si suona, sia cheparlino di esperienze positive o negative.

2) Come si chiama il vostro gruppo e qual è il significato di questo nome?

Effettivi tre, ma stiamo cercando un bassista!Quattro

3) Quanti componenti ha il gruppo?

Pop RockLa nostra musica si può definire pop-rock.

4) Che musica suonate?

Siamo in tre nel gruppo ed ognuno di noi ha dei gusti musicali dif-ferenti. Alessandro ascolta musica italiana (Gaber, De Andrè,Guccini, Battisti, Rino Gaetano) e rock/hip hop in generale. Marco ama Verdena, Afterhours, Pink Floyd Ringhio, invece, ascolta punk rock e Jazz, benché ultimamenteassorba un po' di tutto.Ognuno di noi mette del suo nella musica, perciò automaticamenteil nostro stile mischia tutte le nostre influenze.

I gruppi a cui ci ispiriamo sono quelli italiani di fine anni '90: princi-palmente Afterhours, Timoria, Verdena.

5)Influenze musicali?

L'ISTANTE SUDIGIRI

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di Marilisa Menegatti

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Sì, a Marchirolo il 21 marzo 2008.Era presente la maggior parte della gente a cui teniamo e parecchiavenuta solo per noi. Sinceramente non ce l'aspettavamo ed è statauna bella sorpresa. L'evento era stato organizzato dalla cooperati-va Co.L.CE. e dall'InformaGiovani di Marchirolo.

Abbiamo suonato il 31 maggio 2009 a Marina di Camerota, in provin-cia di Salerno, al festival "Meeting del Mare", che si svolge d'estate.Abbiamo avuto la possibilità di conoscere altri gruppi per future colla-borazioni: è un modo in più per aiutarsi tra band emergenti!C'era tanta gente e l'orario era favorevole, in quanto erano già tuttilì per gli altri artisti, così siamo riusciti a farci notare.Condividere il palco con gli Afterhours è stata un'esperienza unica.Abbiamo conosciuto il bassista ed il violinista, che, oltretutto, sonomolto simpatici e disponibili.

6) Una data importante nella vostra carriera?

Sì, a Marchirolo il 21 marzo 2008.Era presente la maggior parte della gente a cui teniamo e parecchiavenuta solo per noi. Sinceramente non ce l'aspettavamo ed è statauna bella sorpresa. L'evento era stato organizzato dalla cooperati-va Co.L.CE. e dall'InformaGiovani di Marchirolo.

Abbiamo suonato il 31 maggio 2009 a Marina di Camerota, in provin-cia di Salerno, al festival "Meeting del Mare", che si svolge d'estate.Abbiamo avuto la possibilità di conoscere altri gruppi per future colla-borazioni: è un modo in più per aiutarsi tra band emergenti!C'era tanta gente e l'orario era favorevole, in quanto erano già tuttilì per gli altri artisti, così siamo riusciti a farci notare.Condividere il palco con gli Afterhours è stata un'esperienza unica.Abbiamo conosciuto il bassista ed il violinista, che, oltretutto, sonomolto simpatici e disponibili.

7) Cosa ne pensate dei programmi televisivi che creano o scoprono nuovi talenti musicali??

Noi siamo dell'idea che i veri talenti non nascano in televisione: peresempio Giusy Ferreri è stato un caso e di fatti degli altri 'artisti'passati per la televisione non si sente niente in giro.

Pensiamo che purtroppo non rappresentino minimamente quella cheè l'enorme realtà della musica emergente italiana.

7) Cosa ne pensate dei programmi televisivi che creano o scoprono nuovi talenti musicali??

Abbiamo registrato 5/6 pezzi in precedenza e li abbiamo fatti gira-re un po' sul web o ai live.

Si, nell'Aprile 2009, presso l'N-K Records di Casciago (VA)

8) Avete già inciso un cd o una demo?

Come SudiGiri abbiamo vissuto questa esperienza, sino ad oggi, conmolto entusiasmo, soddisfazione ed amicizia, ma non pensiamo cheil nostro futuro sia legato a questo gruppo… sicuramenteAlessandro proseguirà, per gli altri componenti abbiamo alcuneriflessioni in corso…. I pezzi che abbiamo creato insieme sarannocomunque riproposti, nelle occasione che avrà ciascuno di noi.

Suonare il più possibile. Migliorare continuamente. Misurarci congli altri. Cercare di far diventare questa una cosa che va oltre lapassione.

9) Le vostre ambizioni riguardo al futuro?

Non diamo consigli. Possiamo solo dire di essere originali rispettoalla massa!

Cantare in italiano e basta cover band!

10) Cosa consigliate ai nuovi artisti?

www.myspace.com/sudigiriEmail: [email protected]

www.myspace.com/listanteEmail:[email protected]

Info:

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POLITICHE GIOVANILI

A vviato un nuovo progetto di Politiche Giovanili svi-luppato da Provincia di Varese, in collaborazione

con Cesvov, il Comune di Somma Lombardo e l'UfficioScolastico Provinciale. Associazionismo, Lavoro, Impresa: Esserci!, questo il tito-lo scelto, rendendo l'idea delle attività che vengono pro-poste con questo nuovo progetto, che si rivolge a ragaz-zi tra i 17 ed i 25 anni della provincia di Varese.I temi di cui si tratta sono diversi: - l'orientamento, con proposte ad hoc destinate alla scel-ta post-diploma; - l'associazionismo giovanile, per fare crescere e costitui-re nuove associazioni di ragazzi; - l'incontro tra il mondo della scuola ed il mondo del lavo-ro, con un salone dell'orientamento di Somma Lombardo.Abbiamo rivolto ad Alessandro Fagioli - AssessoreProvinciale al Lavoro ed alle Politiche giovanili - qualchedomanda a proposito di questo nuovo progetto.Associazionismo, orientamento, ricerca del

ALCUNE DELLE ATTIVITÀ PROPOSTE:

ORIENTAMENTO

Interventi di orientamento e di autorien-tamento in aula di alcune classi IV dellescuole secondarie di secondo grado, persupportare le scelte post-diploma.Progettazione di un prodotto multimedia-le, ovvero di una guida, per la scelta delpercorso accademico o post-diploma.Realizzazione, da parte del Comune diSomma Lombardo, di sportelli di consu-lenza orientativa nelle strutture formati-ve del territorio e di un salone dell'orien-tamento.

ASSOCIAZIONISMO

Censimento delle Associazioni giovaniliesistenti. Iniziative di animazione perpromuovere ed aiutare alla costituzionedi nuove associazioni giovanili. Messa adisposizione di un servizio di consulenzaper la creazione di nuove associazionigiovanili. Costituzione di un di un forumProvinciale Giovani con la presenza delleassociazioni giovanili del territorio.

I soggetti coinvolti:Provincia di Varese - Assessorato al Lavoro

e Politiche GiovaniliComune di Somma Lombardo

Cesvov - Centro Servizi per il Volontariatodella provincia di Varese

Ufficio Scolastico Provinciale di Varese

ASSOCIAZIONISMO, LAVORO, IMPRESA: ESSERCI!

Alessandro FagioliAssessore Provinciale

al Lavoro ed allePolitiche giovanili

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a cura del ccordinamento provinciale Ingormagiovani

lavoro… questi i tre aspetti affrontati dalProgetto. Quale è la "cifra comune" di azionicosì diverse?“Potremmo dire che sono almeno due. Una è quasi ovvia:i giovani! Non vorrei essere troppo scontato, ma con que-sto progetto, così come per altre esperienze, il tentativo è diporre al centro proprio i giovani. Non è che i giovani sianouna "razza protetta", semmai sono una fetta di popolazio-ne con tantissime potenzialità e ricchezze, ma che troppospesso rischia di non avere adeguato spazio e possibilità,salendo alla ribalta solo per episodi negativi”.

E l'altra?“Il protagonismo, "esserci!", inteso nel migliore dei modi,cioè come possibilità di dire la propria, di incidere posi-tivamente, sia rispetto alla propria sfera personale, siarispetto alla realtà circostante.Lavorare per creare un'associazione, fare una scelta distudio o di lavoro oculata, soppesando le reali opportu-nità, raccogliendo informazioni, usando mezzi adegua-ti… sono alcune occasioni concrete di essere protagoni-sti, di darsi da fare per costruire qualcosa.”

Una partnership interessante quella propostadal progetto. E' facile lavorare insieme?“Fare qualcosa di efficace ed utile in tema di politichegiovanili è possibile solo se si collabora con altri sogget-ti. E' ovvio che lavorare insieme ad altri non sia sempresemplice, ma i risultati che si raggiungono giustificanoquesto sforzo. Questo progetto, ma ancora di piùMosaico Giovani, un altro progetto di politiche giovaniliche raccoglie oltre 20 soggetti tra partner e sponsor,sono delle valide "palestre", esperienze per imparare alavorare in prospettiva in team. Un consiglio che vale pergli "Enti", ma anche e soprattutto per i ragazzi.”

Un appuntamento del progetto da indicare?“Difficile scegliere... Il consiglio è visitare la pagina dedi-cata: www.provincia.va.it/giovani.htm - dove ver-ranno riportate tutte le iniziative del progetto, che dure-ranno sino al prossimo luglio 2010

La Provincia di Varese ha indetto unconcorso per l'ideazione grafica dellogo della Nuova Rete BibliotecariaProvinciale dedicato ai ragazzi nati tra il1983 e il 1993.Al vincitore del concorso sarà assegnatoun premio di euro 2.000,00 (duemila).

Scheda di iscrizione,disponibile sul sito

www.provincia.va.itin: Bandi di gara, concorsi e contributi

Il progetto Associazionismo, lavoro, impresa: Esserci! è co-finanziato da UPI

(Unione Province Italiane) nell'ambito ProvinceGiovani

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POESIA

Margherita ha conosciuto Ivan al Fuori chi legge,partecipando con un'altra decina di ragazzi al

laboratorio "agire poesia" che lui conduceva. Quattromesi dopo, accompagnata da un educatore della coope-rativa L'Aquilone, è andata a trovarlo nel suo studio diMilano per chiedergli, a distanza di tempo, che impres-sione avesse conservato del laboratorio. Come avevagià potuto sperimentare in quell'occasione, però, le fron-tiere tra i ruoli di poeta e lettore, attore e spettatore nonsono così rigide, e l'intervista si è rovesciata fino alloscambio delle parti: è stato Ivan a fare le domande aMargherita, nel tentativo di confrontarsicon lei per capire se i"semi gettati alvento" quel gior-no di giugnostiano germo-gliando, daqualche parte.

Ivan: Lo scopo del laboratorio "agire poesia", per me,non era tanto proporre qualcosa, quanto trovare voi, tro-vare te. Cosa ne pensi, ci siamo trovati?

Sì, ci siamo trovati. E anche con i ragazzi e le ragazzeche hanno fatto il laboratorio con me. Ognuno ha tiratofuori poesia da sé e dagli altri, anche se non ci si cono-sceva. Siamo usciti tutti dal guscio. E adesso ci amiamoun po' di più…

Ivan: Anch'io ho imparato tanto quel giorno, perché èindispensabile che qualcuno ti dica quello che

pensa di quello che fai, anche quando si trattadi ragazzi. Hai continuato a scrivere, dopo

quell'esperienza?

Ho continuato, ma veramente scrive-vo anche prima. Quel laboratorioforse mi ha aiutato a capire megliocosa farmene, di quello che scrivo.

Ivan: Nel senso che adesso andraianche tu a scriverlo sui muri e sullesaracinesche, nei sottopassaggi enelle piazze delle città?

No, non ci riuscirei: non è facilemettere a nudo le emozioni, darloro una dimensione pubblica,mostrarle a tutti in quel modo.Quello che è poesia per me puònon esserlo per gli altri; scriverlo in

giro, con la mia firma sottocome fai tu, mi toglierebbe

coraggio. Mentre senzafirmare non lo farei: le

IL MAESTRO E MARGHERITA

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di Margherita Torriano

parole hanno sempre un autore, anche se poi ognuno èlibero di prendersele e interpretarle come vuole.

Ivan: Mi sembra giusto, è importante metterci la faccia.Però non perdere il coraggio: il coraggio di fare vienefacendo, o almeno per me è stato così. Quando ho inizia-to era solo perché cercavo di capire cosa ero al mondo afare, e cercavo di affermarlo, comunicarlo agli altri. Poi èdiventato un modo di prendere posizione, dire qualcosache incidesse, anche quando è solo una poesia scritta suun muro in periferia. Il fiume delle cose scorre, ma se nonlanci un sasso, se ci metti uno scoglio, non si rimescoleràmai. Certo, rimane il rischio che poi lo scoglio venga tra-volto e inghiottito dalla corrente, come succede spesso atutti i movimenti di rottura, compresa l'arte di strada. Cosane pensi del modo in cui si sta istituzionalizzando?

Tutto l'anticonformismo diventa conformista quando ini-zia a andare di moda; tutte le cose trasgressive perdonoun po' di efficacia e di calore quando entrano nei limiti,anche quando questi limiti permettono di farle meglio,con più soldi e più tempo, con più attenzione.

Ivan: Insomma è inevitabile, si nasce piromani e si fini-sce pompieri… però devo dire che io mi sento più rivo-luzionario oggi, che il mio lavoro è riconosciuto e mi cidedico tutto il tempo, piuttosto che all'inizio, quando imiei "assalti poetici" dovevo farli di nascosto, di notte, emi venivano continuamente cancellati. Forse allora eropiù "duro e puro", più trasgressivo, ma ora, anche sedevo fare più compromessi, riesco a esprimere meglio lemie idee e nello stesso tempo a guadagnare le risorseper cambiare le cose in modo più concreto e tangibile.Perché quello che cambia davvero, e che resta, sono gliatti, non gli atteggiamenti. Questa è arte militante: esse-

Nato a Milano nel 1981, Ivan assalta la strada acolpi di poesia, portando per la città le sue poesieche presto raccolgono l'attenzione dei cittadini e deimedia. Con il movimento della Poesia di Strada pro-muove nuove forme espressive che rendono menoelitaria e più interattiva la poesia.

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EDITORIALE di Margherita Torriano

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re un piccolo ingranaggio in un grande ingranaggio, enon perdere di vista lo spirito che spinge a essere poeti.A proposito, parlami delle tue poesie: le hai organizza-te o sono sparse?

Sono sparse, così come nascono: quando ho in mente unacosa la scrivo, non so niente di tecnica e nemmeno di orga-nizzazione, e non saprei dire se ho uno stile…scrivo le mieemozioni quando sono forti: cerco di inciderle, tradurle inparole anche se a volte sembra di ridurle, sminuirle, perònon mi importa. Di solito scrivo quando sono molto giù,però anche quando sono molto felice, e anche quando misembra di non averne più del tutto, di emozioni.

Ivan: Come sei estremista! Sei la poetessa dell'eccezio-nale! spero che tu riesca davvero, a incidere: la tua è lagenerazione del cambiamento.

Che responsabilità, non avevo mai pensato in questi termi-ni il semplice fatto di provare a scrivere poesie! Mi sem-brava un gesto più semplice e innocente. Però ci penserò,ora…

NOI, VOI, IO E TE

Noi figli del silenziofuggi, fuggi da qui,

uomo del nulla.

Pargoli di una lacrimalenta scivolala sofferenzaforte cade,

nessun rumore,nessun danno.

Frutto di un sorrisofimido nascefalso muore.

mt

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di Elena Spinelli e Rosalba Maruca

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SPORT CREATIVO

P er interrompere un noioso pomeriggio di studiosiamo andate a conoscere qualcuno che potesse

incuriosirci grazie al suo particolare estro creativo.Questa persona è Marco Ripamonti, membro e presi-dente dell'Associazione APS Truzzi Volanti.

Ciao Marco, partiamo dall'inizio: chi sono iTruzzi Volanti?«L'idea dei Truzzi Volanti è nata circa 15 anni faall'interno della Società Varesina di Ginnastica eScherma. All'inizio gli istruttori dei corsi insieme aqualche esuberante ragazzo si esibivano al saggiodi fine anno in esercizi particolarmente acrobaticie insoliti. Dopo un po', grazie al semplice passa-parola, hanno iniziato ad esibirsi anche al di fuoridella palestra e della Società, attirando sempre piùpubblico.»

Ma perché proprio "Truzzi"? «Il nostro nome è nato un po' per caso: da una parte, ledivise che venivano usate durante gli esercizi erano sgar-gianti e attillate, un po' particolari, insomma! Dall'altra,dovendo trovare il nome da inserire in un volantino, sidice che uno dei ragazzi abbia proposto su duepiedi "Truzzi Volanti". Ora la nostra divisa è cam-biata, perché ci esibiamo in camicia bianca epantaloni neri, ma il nome è rimasto.»

In cosa consistono le vostre esibizioni?«Il nostro sport di riferimento è la ginnasticaartistica. Prediligiamo esercizi molto tecni-ci ma di gruppo, seppure non così rigo-rosi e composti come quelli agonisti-ci, cercando di coinvolgere il pub-blico con acrobazie aeree e saltidai trampolini.»

Cosa puoi dirci invece per quanto riguarda latua esperienza personale?«Ho iniziato ad esibirmi per la prima volta a 16 anni,anche se adesso tendiamo a coinvolgere solo ragazzimaggiorenni, soprattutto per motivi di sicurezza. Daquel giorno non ho più lasciato il gruppo, con cui ho

condiviso esperienze positive,divertendomi e viaggiando

facendo lo sport che mipiace. Ricordo in particolare l'e-

sperienza di Siena, dove ci siamoesibiti proprio in Piazza delCampo.»

Com'è organizzata l'asso-ciazione e quali sono i vostri

progetti?«Adesso nell'AssociazioneAPS Truzzi Volanti siamo in11 tra istruttori e ginnasti uniti

da una passione comune; ilnostro obiettivo è diffondere il piacere dellosport e la sua positività. E' un modo perfet-to per trovarsi e fare qualcosa di divertente

ed educativo, anche viaggiando: infatti, oltre acollaborare con la Piccola Scuola di Circo

di Milano, abbiamo fatto diverse tra-sferte in Italia e all'Estero, fra cui

Bari, Aosta, Perugia e laGermania. Tra le ultime datenella nostra zona ci sono statequelle delle Notti Bianche2007 e 2008 e della Festadel Rugby 2009. Prossimamente ci proponiamodi rimodellare un po' lo spetta-colo, cambiandone gli schemima mantenendo sempre un ele-vato livello tecnico.»

www.truzzivolanti.it

TRUZZI VOLANTI

FTG! Flying Trutz Go!

LA CREATIVITÀ A QUATTRO SALTI DA TERRA

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MUSICA

Tutto è accaduto qui, tra i nostri faldoni e il nostrodisordine. L'ultima serata di Esterno Notte non pote-

va che essere speciale. In una sera di fine agosto,dopo la proiezione del film Il passato è una terra stra-niera, si sono esibite le Bestie Rare ed Elio Germanoin un concerto hip hop.

Una semplice tavola imbandita stile pic-nic può diven-tare il posto ideale per una chiacchierata informalecon i nostri ospiti d'eccezione, le Bestie Rare. Embè, chi sono? Domanda comprensibile. Si muovono, migrano e portano la loro musica diluogo in luogo, senza attirare troppo l'attenzione(cosa più che comprensibile visto che uno dei membridel gruppo è Elio Germano, giovane attore più cheaffermato del panorama cinematografico italiano). Leluci accecanti della ribalta a loro non fanno gola…loro che con spontaneità e immediatezza esprimono le

proprie idee e opinioni in musica. Ma di questo parle-remo in seguito.

Dopo un viaggio di 6 ore, Marco, Elio, Matteo eChristian, le Bestie Rare, giungono a Varese City. Iltempo stringe, e fatte le presentazioni si va subito sulpalco per il sound check. E' giunta l'ora dei momentigoliardici con la famiglia Informagiovani. Ci si fa stret-ti stretti, si fa posto a tutti. Il momento della cena è stata l'occasione per conosce-re questi ragazzi, per conoscere la loro storia. Tra un

TUTTO A PARER LORO VIENE DA SÉ; SE SI PARLA O SISCRIVE DI UN TEMA CALDO, IL SEGNO LO LASCI. LETUE PAROLE POSSONO RIMBOMBARE NELLA MENTEDI CHI TI ASCOLTA E MAGARI FARE RIFLETTERE

BESTIE RARE CON ELIO GERMANO OSPITI ALL'INFORMAGIOVANI DI VARESE

INDOVINA CHI VIENE A CENA?

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di Daniela Giunta

boccone, una fetta di spekke (inromanesco doc) ci raccontano chesi conoscono da molti anni, le clas-siche ma speciali amicizie di vec-chia data. Sempre insieme azonzo, da qui il loro nome, unappellativo datogli tempo fa dalnonno di uno di loro. La passioneper la musica è comune e così nel'97/98 nascono le Bestie Rare.Si entra nel vivo della discussionequando si va più a fondo. Gli chie-diamo cosa c'è dietro le loro can-zoni, i loro testi, le loro intenzionie le loro impressioni riguardo almondo musicale di oggi (con inter-net e tutti i nuovi mezzi) e di ieri,quando Roma ancora era "divisa"in crew e scuole di pensiero musicale diverse. Hannosempre preso la loro strada, pur confrontandosi congli altri ovviamente. Si sono sempre tenuti lontanidalle classificazioni o dall'etichettare, che si tratti dimusica, di writing, soprattutto di loro stessi.

Ciò che fanno nasce in completa libertà, slegati daivincoli convenzionali dell'attuale scena musicale. Non partono con l'intento di impressionare chi li ascol-ta. Tutto a parer loro viene da sé; se si parla o si scri-ve di un tema caldo, il segno lo lasci. Le tue parolepossono rimbombare nella mente di chi ti ascolta emagari fare riflettere; che si tratti di lavoro precario, diguerra, di società o qual si voglia tema attuale. Ed èproprio da qui che nasce tutto, dalla voglia di dire, diarrabbiarsi per tutto quello che accade.Si autoproducono per sfuggire il circolo macchinoso edanaroso delle case discografiche. Sempre di più que-ste macinano soldi sui prodotti veri e sentiti degli auto-ri, snaturandoli così dal loro intento originale: la tota-le libertà di espressione. Rifiutano fortemente le offer-te di produzioni che nascono solo per la presenza diElio. Per emanciparsi dalla sua figura, semplicementesi emancipano dal mercato. L'hip hop è probabilmen-

te il genere che ascoltano meno, hanno preferenzemusicali molto varie.Un consiglio per i giovani che vogliono fare musicaoggi? FATELO! A prescindere dalla motivazione o dalpunto di partenza. Si fa tutto con più interesse quandopoi hai un feedback da parte del pubblico. LA PAS-SIONE E IL DIVERTIMENTO SONO TUTTO.Sogni nel cassetto? Come dice una nostra canzone: "Ilsogno nel cassetto non esiste realizzarlo". Appena loraggiungi sfuma, cambia, non è come lo avevi imma-ginato; e viene subito sostituito da un nuovo sognaree così ti rimetti in viaggio per inseguirlo. Se lo raggiun-gi tanto meglio, l'importante è il viaggio.Allora dove vi porta la strada? Domani in Abruzzo, epoi sempre più avanti, fino a quando ci dicono che èfinita la strada!Beh allora al prossimo casello bbbestie!

UN CONSIGLIO PER I GIOVANI CHE VOGLIONOFARE MUSICA OGGI? FATELO! A PRESCINDEREDALLA MOTIVAZIONE O DAL PUNTO DI PARTENZA.

ESTERNO NOTTERassegna cinematografica estiva presso iGiardini Estensi di Varese organizzata dall' Ass.Cult. Filmstudio '90. L'Informagiovani di Vareseha collaborato per la realizzazione di 4 serateevento, in cui il cinema si combinava con il tea-tro e la musica. Per la serata in cui erano ospitile Bestie Rare è stato proiettato il film “Il passatoè una terra straniera”, di cui Elio Germano erauno dei due protagonisti. A seguire il concertohip hop delle Bestie Rare.

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CINEMA D’ANIMAZIONE

Omeglio, parafrasando una celebre canzone deiCramberries ("Just my immagination"), l'anima-

zione di Giorgio Ghisolfi, professionista varesino dellacomunicazione visiva, autore, animatore e regista spe-cializzato in cinema d'animazione. Giorgio Ghisolfi èinoltre ideatore e direttore artistico di A-Tube. TheGlobal Animation Film Festival, festival del cinema d'a-nimazione svoltosi a Varese la primavera scorsa, la cuiseconda edizione è prevista per maggio 2010.

Ecco dunque l'intervista di un professionista che tradu-ce la creatività in cartooons.Signor Ghisolfi, può raccontarci la sua profes-sione? Come opera, come inventa le sue pro-duzioni, i tempi e i modi di realizzazione,qualsiasi aneddoto per descrivere la creazio-

ne di un film di ani-mazione. «Il discorso è ampio,anzitutto si devono distin-guere alcune categorie:si fanno film d'animazio-

ne per la pubblicità, per il cinema, per la tv, per i festi-val (film d'autore). Come molti altri professionisti italia-ni ho lavorato in tutti questi ambiti, che hanno ognunomodalità e tempi diversi. La pubblicità è il settore dovesi lavora ai ritmi più frenetici.Anni fa venni chiamato alle 5 del pomeriggio da unacasa di produzione milanese di film pubblicitari. Nonriuscivano a farsi approvare uno storyboard (la sce-16

SEPPUR CONSIDERATO IL FRATELLO MINORE, IL CINEMA D'ANIMAZIONE UTILIZZA LO STESSO LINGUAGGIO DEL CINEMA COSIDDETTO ‘DAL VERO’

L’IDEATORE DEL FESTIVAL A-TUBECI RACCONTA LA SUA STORIA

JUST MYANIMATION

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di Marco Bonaglia

neggiatura a fumetti del futuro film) dal cliente, unanota marca di birra. Alle 18 arrivai sul posto e chiesidella carta da fotocopie. Mi spiegarono gli scopi delfilm e poi lavorai di testa mia. Alle 19 avevo disegna-to un nuovo storyboard, che venne faxato al cliente.Alle 19.30 arrivò l'approvazione. Fu una soddisfazio-ne. Facemmo il film, lavorando giorno e notte, conpassione e divertimento. Il film divenne un cult, e l'a-zienda raddoppiò le vendite.Oggi con le tecnologie digitali si può realizzare unsemplice corto d'autore di tre minuti in un mese, con-tro i tre che occorrevano una volta. E' anche molto piùfacile realizzare film autonomamente, mentre ai tempidella pellicola si trattava di un lavoro di squadra, checoinvolgeva altri professionisti, come i coloritori, l'ope-ratore di ripresa, lo stabilimento di sviluppo, il musici-sta ed il montatore».

Cosa intende trasmettere e comunicare attra-verso le sue opere? «A volte solo divertire, a volte far riflettere. Mi piace-rebbe fare della satira sociale (ma c'è chi la fa giàbenissimo), oppure far sognare il pubblico con un lun-gometraggio fantastico».

Può spiegarci le differenze e analogie tra ifilm o cortometraggi di animazione e le altreforme di espressione cinematografica? «Seppur considerato il fratello minore, il cinema d'ani-mazione utilizza lo stesso linguaggio del cinema

cosiddetto ‘dal vero’. Oggi è stato riscattato e in ogniangolo del mondo se ne parla e se ne vede. Persino ifestival di Venezia e di Locarno si sono recentementedecisi a mettere l'animazione nei loro programmi. Epensare che per una vita ci hanno fatto sentire - noianimatori - degli eccentrici artisti emarginati. Oggi ciportano in palmo di mano come fossimo l'arte del futu-ro. In realtà l'animazione è nata sette anni prima delcinematografo dei Lumiére. Abbiamo un passato allespalle altrettanto e forse più ricco del cinema ‘dalvero’».

Cosa ne pensa del 3D? Ha già avuto modo disperimentarlo nel suo lavoro? In questosenso come si evolve la produzione e il mer-cato dell'animazione in Italia e negli altripaesi?

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OGGI IL 3D RAPPRESENTA IL FUTURO DELL'ANIMAZIONE E FORSE ANCHE DEL CINEMA. L'ANIMAZIONE TRADIZIONALE STA GIÀ DIVENTANDO UNA FORMA D'ARTE ESCLUSIVA E PREZIOSA.

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CINEMA D’ANIMAZIONE di Marco Bonaglia

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GIORGIO E. S. GHISOLFI Direttore Artistico di A-tube Professionista della comunicazionevisiva, autore, animatore e regista spe-cializzato in Cinema d'Animazione.Socio fondatore dell'AssociazioneItaliana Film d'Animazione (ASIFAItalia) e dell'Associazione Illustratori(AI). Membro della PolaroidInternational Collection. Lavora damolti anni nell’ambiente pubblicitarioper le maggiori agenzie e case di pro-duzione.

A-TUBELa prossima edizione di A-tube è prevista per mag-gio 2010. Tra le proposte del festival 2010 un con-corso per cortometraggi e, in esclusiva mondiale, ilpremio –con relativa mostra- “The GoldenStoryboard”, primo e unico riconoscimento almondo dedicato ai professionisti dello storyboardche operano nell’industria cinematografica e dell’in-trattenimento. Per info su novità http://www.a-tube.it/

«Sono stato uno dei pionieri nell'uso del 3D in Italia,che è sbarcato a Milano intorno al 1984-86. Nel1988 ho realizzato dei film industriali e poi nel 1990la sigla della Mostra del Cinema di Venezia. All'epocain tutta Europa esistevano solo tre impianti per il trasfe-rimento laser dell'immagine dal nastro magnetico allapellicola: Parigi, Berlino, Londra. Telefonai a tutti e tree scelsi il più economico: Londra. Dieci milioni di lireper portare su pellicola un minuto di sigla! Oggi il 3Drappresenta il futuro dell'animazione e forse anche delcinema. L'animazione tradizionale sta già diventandouna forma d'arte esclusiva e preziosa. Sono fortunatoperché professionalmente io sono cresciuto praticando-la».

Veniamo ad A-Tube: perchè a Varese?Edizione positiva? entusiasti? pubblico?Replicabile l'anno prossimo? «A-Tube era un progetto non più rimandabile. Lo tene-vo nel cassetto da almeno sei anni, ed i tempi -comedimostra quanto appena detto- sono ormai più chematuri perché anche Varese scopra l'arte del Cinemadi Animazione. Nel 2007 sono tornato a Varese, dopolunghi anni milanesi, e mi sono deciso. Ho progettatoun festival su misura dei festival internazionali che sonosolito frequentare. Una bella scommessa su Varese,che -come ci confermano le autorità- è stata senz'altrovinta. Abbiamo lavorato intensamente e con passioneed il pubblico è accorso entusiasta. Abbiamo propostosia lunghi che corti, tanti bellissimi corti d'autore.Ormai stiamo già preparando l'edizione 2010 cheavrà tante novità.»

Veniamo al suo futuro: progetti? Lavori incantiere?«I progetti sono sempre molti, troppi. Ho appena termi-nato una collaborazione con Bruno Bozzetto sulla serietv per Disney "Bruno the Great". Oltre al festival stoscrivendo due sceneggiature per lungometraggi e pre-parando dei video interattivi in animazione per unamostra molto importante. In contemporanea insegno invari accademie, tengo anche un paio di laboratori dicinema presso il Corso di Laurea in Scienze dellaComunicazione dell'Università dell'Insubria. Voglioconcludere dicendo che sono davvero lieto di questointeresse di Varese per il cinema di animazione etengo a ringraziare voi e tutti coloro che ci hannoseguito al festival e vorranno seguirci. Vi aspetto ad A-Tube 2010!»

OGGI CON LE TECNOLOGIEDIGITALI SI PUÒ REALIZZAREUN SEMPLICE CORTO D'AU-TORE DI TRE MINUTI IN UNMESE, CONTRO I TRE CHEOCCORREVANO UNA VOLTA.

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SPORT di Aurora Morano

G rande successo ha avuto la settima edizione deltorneo di Tchoukball "Città di Saronno" che si è

concluso l'11 ottobre dopo un week-end ricco di sfidema soprattutto di divertimento.Quest'anno, vista la grande partecipazione sia di pro-fessionisti che di squadre amatoriali il torneo è statodiviso in "torneo X" e "torneo classic".Il primo era composto da 18 squadre di tchouker alleprime armi; a fine giornata, infatti, non è stata stilatauna classifica ma si è deciso di premiare la squadracon la miglior divisa (i "Belli belli in modo assurdo"):insomma un torneo tra amici fatto apposta per far cono-scere il tchoukball, ma soprattutto per divertirsi.

Domenica 11 ottobre invece si sono riunite 22 squadre,la maggior parte delle quali gioca in campionato, e chehanno infatti approfittato del torneo per testare i futuriavversari. Il primo posto è stato conteso tra i SaronnoCastor e i compagni di finale dello scorso anno, gliAllnuts: la partita si è giocata fino all'ultimo secondo, maalla fine sono usciti vincitori i padroni di casa.Per chi si è perso questo torneo ed è interessato aseguire tutto il campionato, o è semplicemente curiosodi conoscere questo nuovo sport può andare sul sitowww.tchoukball.it dove troverà le date, le regole fon-damentali per giocare, la storia del tchoukball e moltoaltro!... oppure leggere il nostro box.

Info: www.tchoukball.it

Il Tchoukball (si pronuncia "ciùkboll") è un gioco di squadra nato inSvizzera negli anni '60. In Italia vi è un buon numero di praticanti ein provincia di Varese, a Saronno, ha sede la Federazione Nazionaleitaliana di Tchoukball. Sempre di Saronno è la "Saronno Castor", squa-dra vincitrice dei tre campionati nazionali disputati fino ad oggi nelnostro Paese. Negli incontri di Tchoukballsi affrontano due squadre,che possono essere miste composte da 7 giocatori; le partite si svolgo-no in un campo grande quanto quello da basket, sia al chiuso cheall'aperto, utilizzando un pallone da pallamano e due "porte", cioèdue speciali pannelli dotati di una rete elastica. La squadra in posses-so di palla ha a disposizione tre passaggi per costruire un'azione e poitentare il lancio nella porta, che, essendo dotata di una rete elastica,la fa tornare indietro a grande velocità; se la palla di rimbalzo cade aterra nel campo, la squadra segna un punto, se invece viene presa alvolo dagli avversari, il gioco riparte, con la possibilità per la secondasquadra di passare all'attacco tentando di segnare anche nella mede-sima porta. In questo gioco si può tirare indifferentemente su tutti edue i pannelli collocati alle estremità del campo, ribaltando completa-mente i classici schemi di attacco e difesa.; inoltre non si possono osta-colare gli avversari nei loro movimenti e la palla non può essere inter-cettata, eliminando di fatto gli scontri fisici tra i giocatori.

CRESCE LA FEBBRE PER IL

TCHOUKBALL!SARONNO CAPITALE ITALIANA DI TCHOUKBALL PER UN GIORNO

Page 20: Linguaggi creativi

IL PERSONAGGIO

I n occasione della festa del volontariato organizza-ta da Informa Giovani e Cesvov in collaborazione

con ASVP, Comune e Provincia di Varese..PatchAdams è stato ospite nella nostra città!!”“Chi, Robin Williams??” “Ah sì, lo conosco: il cantante!” “Ma no! L’iniziatore della clown terapia, quello vero!”

Uno scambio di battute con chi di Patch Adams nonsapeva molto (?!)Avevo sette anni quando ho conosciuto quella storia.E da allora mi ha fatto sognare. E anche domenica 19la sensazione di vivere un momento irreale non mi haabbandonata..stavo parlando a Patch Adams!!Molte volte l’incontro con un idolo che ci accompagnadall’infanzia risulta una delusione, ma il buffo perso-naggio così alto da doversi abbassare entrando nellaSala Studi dell’Asvp, dove avrebbe tenuto un indimen-ticabile work shop, non è una star mondiale farcita di20

PRIMA DI TUTTO "SWITCH OFF THE TELEVISION!!!",POI RIFLETTERE, INTERROGARSI, NON DARE NULLAPER SCONTATO, LOTTARE PER LE NOSTRE IDEE ESCEGLIERE COSA REALMENTE VOGLIAMO DIVENI-RE, GUIDARE NOI LA NOSTRA STRADA.

GIOIA:CELEBRAZIONE DELLA VITA

Page 21: Linguaggi creativi

di Francesca Capoluongo

vanagloria e rovinata dalla fama, bensì un allegroclown, dai lunghi strabilianti capelli blu, vestito in unostile egregiamente pazzo, occhi vivaci e sorridenti. L’emozione è forte, un poco di soggezione non aiutacerto il mio scioltissimo (???) inglese ma il grandePatch non smette di guardarmi sorridendo, con buffesmorfie per farmi prendere confidenza, mi incita adomandare, cercare di metterlo in difficoltà, pensare,e soprattutto pensare in modo critico.E’ questo l’insegnamento che ha detto di voler lascia-re a tutti i giovani di Varese e del mondo: prima ditutto “switch off the television!!!” , poi riflettere, interro-garsi, non dare nulla per scontato, lottare per le nostre

idee e scegliere cosa realmente vogliamo divenire,guidare noi la nostra strada. Ecco che allora Patch è per un attimo un grande mae-stro, il momento successivo imperdonabile sognatore,che guarda la propria vita come “una rivoluzione con-tinua per un mondo migliore”, all’improvviso si trasfor-ma di nuovo in irresistibile pagliaccio e ci mostra truc-chetti molto utili in ascensore come il “DottorScoreggia” o orribili maschere per il viso. Un’ombradi amarezza gli oscura lo sguardo quando parladel sistema sanitario americano, prova vergognaper esso, è inconcepibile che un essere umano siaconsiderato e addirittura curato in base al suo red-dito annuo. Indica come mali della società legerarchie, di ogni genere, dovute al denaro, all’ar-roganza, al potere.Attraverso semplici giochi, “esercizi”, a coppie ci fascoprire quanto amore risiede in ciascun uomo equanto sia incredibilmente semplice donarlo, accettar-lo e creare rapporti e amicizie: abbiamo approssima-tivamente 6 miliardi di nuovi possibili amici!E’ solo questione di scegliere.Anche la felicità è una scelta: il suo messaggio piùvero è infatti quello di scegliere questa emozionecome trampolino per la vita, sarebbe impossibile e inu-mano avere costantemente un sorriso smagliante sulvolto ma avremmo volti più sereni se considerassimola felicità una base di partenza su cui fondare lanostra esistenza, senza trascurare ogni altro aspetto diquesta.

Come è una scelta quella di credere di poter cambia-re il mondo, compiere le nostre piccole grandi rivolu-zioni, lottare per una società migliore, per l’uguaglian-za e l’amicizia.Non sono semplici parole od utopie.E’ possibile abbracciare una persona mai incontrataprima con intensità e amore più forti e veri di quellimai sentiti nell’arco di decenni. Non ci avrei mai cre-duto se me lo avessero raccontato. Bisogna provarlo.Provate a credere nei vostri sogni.

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HUNTER “PATCH” ADAMS

Nato a Washington, classe 1945, si distingue come ragazzino bril-lante, con sottile senso dell’umorismo, forte ironia, irresistibile sim-patia, nato per essere l’anima e il giullare di ogni gruppo.La sua famiglia, per lavoro, continua a spostarsi da una base mili-tare all’altra fra Europa e America e Patch (nickname la cui origi-ne si perde nella prima infanzia) impara a stringere amicizia velo-cemente, non conosce il pregiudizio, cresce senza l’idea di naziona-lità o di confine di ogni sorta.

Nonostante la sua innatapositività, Patch, in seguitoa diverse disgrazie e shockfamiliari, arriva a tentareil suicidio.

Ricoverato in una clinica psichiatrica scopre la sua vera vocazione:aiutare il prossimo, diventare medico, ma non solo: sarà dottore delsorriso.Dopo aver conseguito la laurea in medicina lavora ad un sogno:realizzare un istituto dove, accanto alla medicina tradizionale, sisperimentassero cure alternative e la grande forza terapeutica (enon) della felicità. Nel 1971 nasce il Gesundheit! Institute, unacomunità medica olistica, in cui ha accolto in questi anni migliaia dimalati.Il suo entusiasmo e le sue idee innovative, non senza alcune gran-di iniziali difficoltà, hanno raggiunto un successo tale da ispirarenel 1998 il lungometraggio “Patch Adams” interpretato da RobinWilliams, una pellicola che ha portato agli occhi del mondo questastoria...da film.Negli ultimi anni la Clownterapia, di cui Pacth Adams è il fondato-re si è diffusa in molte cliniche di diversi paesi del mondo, comeFrancia, Italia, Olanda, Svezia, Gran Bretagna, Germania, Israele,Stati Uniti, Nuova Zelanda e Sudafrica.

PATCH CI FA SCOPRIRE QUANTO AMORE RISIEDE IN CIASCUN UOMO E QUANTOSIA INCREDIBILMENTE SEMPLICE DONARLO, ACCETTARLO E CREARE RAPPORTI EAMICIZIE: ABBIAMO APPROSSIMATIVAMENTE 6 MILIARDI DI NUOVI POSSIBILI AMICI!

Page 22: Linguaggi creativi

RECENSIONI

STORIE DI TATUAGGI

di Andrea AntoniottiIl filo editore

Tatuarsi significa moltecose: seguire unamoda, imprimere nellapelle un grandeamore, oppure unpezzo della propriavita. Ma la cultura deltatuaggio ha significa-ti anche più profondi:appartenenza, ideali,valori in cui credere.Così è per i rugbistimaori raccontati daAndrea Antoniotti nel

racconto "Fede, amicizia, generosità". Bob è unragazzo neozelandese che decide di rincorrere ilsuo sogno: giocare con la nazionale di rugby. Nel1901 la Nuova Zelanda partecipa alle prime com-petizioni internazionali di rugby ed è composta dapopoli diversi, maori e inglesi, che non si conosco-no e fanno a gara a chi è il migliore. I giocatorimaori sono interamente coperti di tatuaggi e Bobscopre che anche il loro allenatore, il bianco Dave,ha un tatuaggio tribale disegnato sul corpo. Giornodopo giorno, tra la fatica, le delusioni, ma anchel'allenamento, i successi, la conoscenza reciprocadelle culture, Bob cresce, diventa campione dirugby e si ritrova a urlare prima di ogni partita ladanza Haka con i propri compagni, che affascinae intimorisce… E' Dave a spiegare a Bob l'essen-za del suo tatuaggio: "Il tatuaggio rappresenta lamia volontà e il mio sogno di vivere nell'ugua-glianza e di condurre un'esistenza all'insegnadella generosità, del rispetto e dell'amore". Sevolete tatuarvi, fatevi guidare dalla storia di Bob: untatuaggio è parte di voi.

IL NUOVO DISEGNARE CON LA PARTE DESTRA DEL CERVELLO:

il grande classico che ha permesso a tutti d'imparare a disegnare

di Betty EdwardsLonganesi editore

Non è vero che per disegnare bisogna essere por-tati: è sufficiente essere appassionati e motivati. Illibro della Edwards, aggiornato rispetto all'edizio-ne precedente sulla base degli sviluppi della ricer-ca sul cervello e con nuovo materiale sulle tecnichedel disegno, sostiene che con l'esercizio è possibi-le liberare l'emisfero destro del nostro cervellodalla supremazia del sinistro che ci rende difficile

percepire larealtà "artistica-mente". La diffi-coltà, quando sicerca di dise-gnare un ogget-to, è dovuta alfatto che non sidisegna in realtàquello che sivede, ma quelloche si pensa: l'i-

dea che abbiamo in mente (nell'emisfero sinistro!)di quell'oggetto, anziché l'impressione che di essoarriva al nostro occhio. L'autrice, che è stata pro-fessore emerito d'arte alla California StateUniversity di Long Beach, propone esercizi e stra-tegie per ingannare l'emisfero sinistro e toglierglimomentaneamente il timone; i risultati sono sor-prendenti.

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Con questo numero di IGMagazine inizia unanuovo rubrica, curata da alcuni bibliotecari

della Nuova Rete Bibliotecaria della Provincia diVarese. Verranno segnalati non solo libri, ma anche

materiale multimediale, in riferimento ad alcuniargomenti trattati in questo numero. Il materiale sitrova comunque a disposizione nelle bibliotechedella provincia di Varese.

Page 23: Linguaggi creativi

a cura della rete bibliotecaria della provincia di Varese

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SALUTE! Ovvero, come un medico clown cura gratuitamente i pazienti con l'allegria e con l'amore

di Patch AdamsApogeo editore

Questo saggio si apre con l'autobiografia di PatchAdams per poi affrontare una complessa analisidel sistema sanitario contemporaneo, segnalan-do una serie di grosse fragilità, dallo scarsotempo e attenzioni dedicate dai medici aipazienti, al focalizzare solo le loro patologie.Patch Adams espone poi i punti di forza dellasua idea di pratica medica: attenzione rivolta alpaziente nella sua totalità e disponibilità di

tempo per l'ascolto,esigenza di focalizzar-si sul servizio e sullasua gratuità, masoprattutto la fermaopposizione alla stipu-la di assicurazioni con-tro la negligenza. Egliritiene che un rapportocorretto medico-paziente comporti unreciproco impegno esoprattutto l'esigenzadi capire che un medi-co non è perfetto e non

è responsabile della salute di un paziente, que-sta è responsabilità di ogni singolo individuo.Interessante l'esperienza del Gesundheit Istitute,(parola tedesca che significa buona salute), l'o-spedale che Adams e il suo staff stanno costruen-do. Significativo è sicuramente un cartello affissoall'interno: "Per favore vivete una vita sana-lamedicina è una scienza imperfetta".

IL GOMITO DI DOROTHY PARKER: scrittori e tatuaggi, scrittori tatuati

di Rick Moody Baldini Castoldi Dalai editori

"Farsi un tatuaggioè come attaccare letende, stendere untappeto o piantare ilprimo chiodo nell'in-tonaco nuovo: èdecidere che haitraslocato."Questo libro racco-glie racconti, poesiee diari che parlanodi tatuaggi, tatuati e

tatuatori come forma d'arte e d'espressione.Dalle tracce del divino di Flannery O'Connorall'aquila delle banconote di Sylvia Plath, dalpotere primitivo di Herman Melville alla compas-sione di Mark Doty per il marchio indelebiledella colonia penale impresso su Kafka, questogrande viaggio attraverso i corpi di uomini edonne illuminati è destinato a rimanere nellamente dei lettori. Tatuaggio come moda? Comearte? I tatuaggi non sono più monopolio dellebraccia di marinai e motociclisti, ma sono diven-tati ormai parte del costume quotidiano e con-temporaneo. E dietro ad ogni tatuaggio c'è unastoria da raccontare…. Il titolo è dedicato aduna grande scrittrice statunitense, morta nel1967, che, irriverente e sempre in anticipo suitempi, aveva una stella tatuata sul gomito. I rac-conti brevi, con un linguaggio spesso crudo ediretto, offrono numerosi spunti di riflessione perchi vuole approfondire il legame esistente tra let-teratura e tatuaggi e conoscere i diversi aspettidi un mondo che prepotentemente è entrato nelnostro quotidiano. Consigliato dai 18 anni.

Per maggiori informazioni: www.webopac.bibliotecheprovinciavarese.it

Vuoi segnalare un libro che ti è particolarmente piaciuto?

Scrivi a:[email protected]

Page 24: Linguaggi creativi

Dopo aver fatto lunghe riflessioni sul dove andaree dopo aver utilizzato tutti gli strumenti (ricerca

informazioni, competenze professionali, CV..) adisposizione per raggiungere la meta dei nostri desi-deri, ovvero il lavoro che vorremmo fare da grandi,siamo finalmente arrivati al momento del colloquiodi lavoro. Il colloquio è una tappa cruciale del nostro viaggio,in quanto è il momento in cui dobbiamo dimostrarea noi stessi e a chi incontreremo la validità dellemotivazioni che ci hanno spinto ad arrivare fino a lì

e capire se la nostra scelta rispecchia vera-mente le nostre aspettative.

In cosa consiste il colloquio di selezio-ne? Si tratta di un momento di cono-scenza reciproca tra il candidato e ildatore di lavoro per accertare se

entrambi possono cogliere un'opportunitàe collaborare insieme.

L'obiettivo dell'azienda è quello di trovare dellecorrispondenze tra la persona candidata, il ruolo

che dovrà ricoprire e l'ambiente in cui verrà inserita;quello del candidato sarà quello mettere in luce leproprie competenze e conoscenze, evidenziare ipunti di forza, stuzzicare l'interesse di chi gli sta difronte cercando di apparire ai suoi occhi la personamigliore a svolgere quella mansione.Per non farsi cogliere dall'emozione o impreparatiè importante essere pronti ad affrontare questa

3A PUNTATA IL COLLOQUIO DI LAVORO

VIAGGIO NEL MONDO DEL LAVORO:

… pronti al decollo!

Piccola guida per orientarsi nella scelta lavorativa

?

ORIENTAMENTO

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Page 25: Linguaggi creativi

a cura del ccordinamento provinciale InFormaLavoro

"avventura" raccogliendo informazioni sull'azien-da e cercando su internet o sui libri dedicati alcu-ni esempi di domande che solitamente vengonosottoposte dal selezionatore; allo stesso modo,anche noi durante il colloquio,raccoglieremo noti-zie più dettagliate sull'azienda e sulla posizioneda ricoprire, cosicché potremo decidere se l'offer-ta fa davvero al caso nostro. L'errore in cui nonbisogna mai cadere è quello di accettare qualsia-si cosa ci venga proposta, ma valutare in funzionedelle proprie esigenze professionali e personali. E'opportuno, inoltre, fare delle domande al nostrointerlocutore, in quanto denota attenzione versociò che ci sta illustrando, oltre che per avere inmano tutti gli elementi necessari per prendere con-sapevolmente una decisione.

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Se vuoi un aiuto per scrivere il tuo curriculumo per la tua scelta scolastica o formativa,

puoi rivolgerti ad uno dei punti alla rete provinciale degli InformaLavoro

www.provincia.va.it/lavoro.htmCoordinamento Provinciale InFormaLavoro

tel. 0332/252.745

AVERE CHIARI i propri desideri: obiettivi professionali e di carriera;CONOSCERE i propri punti diforza/di debolezza; CONSIDERAREeventuali vincoli (es. disponibilità aviaggiare, distanza da casa, ecc..);INFORMARSI BENE sull'azienda checi ha contattati (mission, valori, dimensioni..) e il settore in cui opera;PREPARARE UNA COPIA delCurriculum Vitae da portare in sede di colloquio e tutto il materiale utileper illustrare la propria preparazione(es. articoli, tavole, campagne pubblicitarie..); PRESENTARSI PUNTUALI (avere ben chiara l'ubicazione della sede del colloquio,magari recandovi il giorno prima avedere dove si trova o partendo conlargo anticipo il giorno stesso); adottare un LOOK ADEGUATOall'azienda e alla posizione; INSTAURARE un buon rapporto con il selezionatore assumendo un atteggiamento positivo, aperto ecomunicativo; OSSERVARE bene ilcontesto in cui si trova; ANNOTAREogni cosa a colloquio avvenuto;CONTINUARE a cercare il lavoro diinteresse in attesa di una risposta daparte dell'azienda intervistatrice; PREPARARSI a un eventuale secondocolloquio.

In bocca al lupo!

QUALCHE ACCORGIMENTO

Per aiutarvi ad affrontare al meglio

un colloquio di selezionevi consigliamo di seguire una serie di accorgimenti

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SCIENZA Di Stefano Fioretti e Davide Longo

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P ensi che la creatività sia una dote propria soltanto diartisti come Mozart, Kandinsky e Michelangelo?

Niente di più sbagliato. Essa appartiene ad ognunodi noi indistintamente. Recenti studi di neuroscienzeaffermano infatti che la creatività risiede nell'emisferodestro del nostro cervello e quanto più l'uomo si sviluppa,

tanto più essa aumenta.Contrariamente a quellache è la concezionecomune, il cervello, l'or-

gano per eccellenza della ragione e dell'intelletto, èanche sede della creatività: una capacità apparentemen-te distante dalle facoltà razionali ma che inaspettatamen-te risiede qui. Nel corso della storia filosofi e più in generale studiosihanno tentato di dare una propria definizione di creatività.Ad esempio, secondo Henri Poincarè, matematico vissutonella seconda metà del 1800, "creatività è unire elementiesistenti con connessioni nuove, che siano utili". Il nuovo èdato dall'unione di ordine e disordine. Così si superano leregole esistenti e si crea un nuovo modello accettato da tutti(ciò che lui definisce "utile"). L'etimologia della parola creatività deriva dal verbo lati-no "creo", che condivide con "crescere" la radice "kar".In sanscrito "kar-tr" è colui che fa dal nulla, il creatoreappunto. E qui emerge l'aspetto più artistico e innovativodi questa dote.L'idea di creatività come atteggiamento mentale propriodegli uomini nasce nel Novecento. I primi studi sul feno-meno risalgono agli anni '20. Mentre in alcuni campicome la matematica, per esempio, la creatività sembrasvilupparsi meglio in giovane età, in altri (letteratura,musica, arti figurative) continua per tutto l'arco della vita.L'atto del creare è stato a lungo percepito come attributoesclusivo della divinità: Catullo, Dante, Leonardo, infatti,non avrebbero mai definito se stessi dei creativi. Non tutti sanno che la parola creatività entra nel lessicoitaliano solo negli anni '50. Un concetto insito in noi,dunque, da sempre, ma che solo in tempi relativamenterecenti ha trovato un'espressione verbale ed è entratoufficialmente nel vocabolario italiano. La creatività: doteuniversale e non elitaria ed esclusiva di geni e artisti.Spetta a noi farla venire a galla e metterla in pratica!

LA CREATIVITÀ: DOTE UNIVERSALE E NON ELITARIAED ESCLUSIVA DI GENI E ARTISTI. SPETTA A NOIFARLA VENIRE A GALLA E METTERLA IN PRATICA!

IN FONDO A DESTRACR

EATIV

ITÀ?

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di Edoardo Grimoldi ed Elisabetta Ranco

Innanzitutto: perché è nato SpazioAnteprima? Qual è il suo scopo?

«Rispondere a questa domanda non è facile, per unmotivo molto semplice: se non si abbandonano il lin-guaggio astratto o quello burocratico si rischia di nonessere capiti, o peggio ancora fraintesi. Primo:SpazioAnteprima è un luogo fisico, con un indirizzo e unnumero civico, fatto di stanze che possono ospitare tantole prove di un gruppo teatrale quanto una serata conmusica dal vivo, o un laboratorio di pittura, o anche unafesta di laurea. Questa è la prima cosa che dico, perchiarire che stiamo parlando di un qualcosa assoluta-mente concreto.»

E la seconda?«La seconda riguarda le persone, i famosi "giovani" diMosaico Giovani, i quali possono vedere inSpazioAnteprima un progetto in cui mettere impegno ed

energia in prima persona oppure un semplice luogo incui incontrarsi, divertirsi o partecipare ad un'attivitàorganizzata. Ho detto "semplice" ma non è così faciletrovare un posto del genere!»

La prima categoria di persone che hai nomina-to può essere considerata quindi lo "staff" diSpazioAnteprima. Come si è formato?«Il gruppo che collabora attivamente al progetto diSpazioAnteprima è un gruppo eterogeneo, aperto achiunque si voglia unire e pronto a sperimentare. E' natonel momento in cui l'Informagiovani di Saronno ha radu-nato ragazzi e ragazze provenienti o meno da associa-zioni, club e altri gruppi per comunicare loro l'opportu-nità offerta da Mosaico Giovani. Da quel momento hacominciato a formarsi un gruppo, e noi tutti consideria-mo questo processo ancora in corso: chiunque desideriportare il suo aiuto è sempre il benvenuto. Aggiungo che

PER IL PROGETTO MOSAICO GIOVANI AVVIATO A SARONNO UNO SPAZIO "SU MISURA" PER I GIOVANI

Intervista a Paolo Trabattoni, un giovane di SpazioAnteprima

DOVE I GIOVANI SONO PROTAGONISTI!

SPAZI GIOVANI

Page 28: Linguaggi creativi

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di Edoardo Grimoldi ed Elisabetta Ranco

la nostra intenzione è di costituirci come associazionericonosciuta, in modo tale da darci una struttura ancorapiù robusta e organizzata.»

Quali sono le motivazioni che vi spingono alavorare affinché lo SpazioAnteprima sia sem-pre più accogliente, funzionale e ben organiz-zato?«Ognuno ha le sue motivazioni, è difficile dire quale sia lamotivazione cardine di tutto il gruppo. Molti di noi nonarrivano neppure da esperienze nelmondo dell'associazionismo o del volon-tariato, ma hanno aderito al progettocon passione e impegno.SpazioAnteprima è una grande opportu-nità per aiutare gli altri utilizzando sem-plicemente le proprie abilità o le proprie passioni: un foto-grafo può cimentarsi con un laboratorio di fotografia perragazzi, un fumettaro può insegnare ad altri a disegnare,un artista esporre le sue opere e conoscere altri come lui.»

Le tue motivazioni, se posso sapere, quali sono?«Le mie sono tante: a SpazioAnteprima ho conosciutotante persone che difficilmente avrei incontrato al di fuoridi un ambiente così stimolante e attivo. Ragazzi e ragaz-ze intelligenti, propositivi, con cui è nata un'amicizia chedi certo proseguirà oltre la durata - speriamo lunga! -dello Spazio. Un'amicizia nata durante le ore e ore dilavoro svolte insieme: da imbiancare le pareti ad orga-nizzare la pubblicità per un evento. E a proposito di pub-blicità: io che studio per diventare grafico ho trovatonello Spazio una miniera di possibilità di progetto, dallogo ai flyer per gli eventi.»

Chi sono invece i ragazzi che frequentano loSpazio, al di fuori dello "staff?"«Il numero dei ragazzi e delle associazioni che frequen-tano lo Spazio è andato via via crescendo man mano

che il passaparola e il nostro impegno per rendere visi-bile e noto a tutti SpazioAnteprima aumentavano.Attualmente utilizzano in modo stabile lo Spazio gruppiteatrali, associazioni, un coro, e i ragazzi di Saronno edintorni sanno che è possibile affittarlo per feste private.Gli eventi organizzati da noi ragazzi dello staff attiranosempre più pubblico, e man mano che nascono collabo-razioni con le associazioni già presenti nella zona è pos-sibile variare l'offerta propria di SpazioAnteprima.»

Quali sono i prossimi eventi, i prossimi proget-ti in programma?«Detto così sembra proprio che ci siamo trasformati inuna discoteca! In realtà noi del gruppo puntiamo a rac-cogliere e organizzare le richieste e i desideri di associa-zioni, gruppi musicali e semplici gruppi di ragazzi.Siamo iniziando ad intercettare e coordinare ciò che èla richiesta di cultura, di desiderio di socializzazione, didivertimento senza dissanguamento del portafoglio daparte dei giovani del territorio.

I grandi progetti in cantiere, così come previsti dal proget-to Mosaico, sono un bar - indispensabile per qualsiasi atti-vità ricreativa - e soprattutto una sala prove. Tra gli eventinomino i due cicli di cineforum, organizzati in collaborazio-ne con gli Argonauti Lazzatesi, ma ne approfitto per indi-rizzarti al nostro blog web http://spazioanteprima.word-press.com, aggiornato quotidianamente così come lenostre pagine su Facebook e Myspace. La comunicazioneper noi è importantissima, e le dedichiamo molta cura.»

Un'ultima domanda: come è nato il nome?«Bella domanda! La scelta del nome è stata ardua,seguendo le rigide regole della democrazia si è andatoavanti a proporre nomi e votare, riproporre e rivotare…alla fin fine si era adottato come nome "provvisorio"SpazioAnteprima, in vista della presentazione delloSpazio alla città (non un'inaugurazione ma un'"antepri-ma"). Ma, visto il successo della serata, abbiamo decisodi comune accordo di mantenere il nome!»

Info: [email protected]

UN PROGETTO IN CUI METTERE IMPEGNO ED ENERGIA IN PRIMAPERSONA OPPURE UN SEMPLICE LUOGO IN CUI INCONTRARSI,DIVERTIRSI O PARTECIPARE AD UN'ATTIVITÀ ORGANIZZATA

SPAZI GIOVANI

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MUSICA a cura della redazione di Varese

Girando sul web, poco tempo fa, siamo stati col-piti dalla pubblicità di un evento dal nome

"NO VARESE", alla sua terza edizione. Incuriositia quel punto siamo andati a rintracciare, facendo lesolite ricerche, alcuni tra i ragazzi "responsabili" diquesto progetto per capire nel dettaglio di che sitrattasse. L'impresa non è stata semplice. "Questigiovani sono sfuggenti come le pantere". Ma allafine uno lo abbiamo trovato. Per motivi a noi anco-ra sconosciuti vuole restare anonimo (e il mistero siinfittisce) e perciò lo chiameremo "Marco".Qui di seguito riportiamo uno stralciodell'intervista a "Marco", 24anni, che con molta pazienzae disponibilità ha rispostoad alcune delle nostredomande.

Ciao Marco, volevosapere innanzituttocome nasce il progetto"No Varese" ed esatta-mente di cosa si occupa?«Guarda, "No Varese" nasce inizial-mente dall'idea di un nucleo di 3-4 ragazzi,accomunati dalla passione per un certo tipo di spe-rimentazione musicale e per il mondo delle etichetteindipendenti, che per inciso sono state un supportoimportantissimo per veicolare molti artisti e la loroidea di musica non sottomessa alle restrizioni dicarattere puramente commerciale delle grandi casediscografiche. Principalmente ‘No Varese’ è un libe-ro raggruppamento di persone che si occupa diorganizzare dei concerti di supporto a gruppi o sin-goli (per lo più della zona) che suonano generi musi-cali al di fuori della ‘normale’ logica di mercato.»

Cosa intendi per sperimentazione musicale?«Ad esempio stili di musica legati all'improvvisazio-

ne, rumorista e non, con l'utilizzo di feedback chi-tarristici, distorsioni e di strumenti musicali non pro-prio convenzionali (aspirapolvere, enciclopedie,polli di gomma). Comunque sia ‘No Varese’ si occu-pa anche di ‘promuovere’ gruppi di più semplicefruizione, infatti il denominatore comune non è ildesiderio di fuoriuscire dagli schemi ad ogni costoma e' piuttosto la volontà di divertirsi a prezzo ridot-to, anche nel tentativo di ampliare le ristrette propo-ste musicali presenti in provincia, spesso improntatesui soliti 3 o 4 generi stereotipati.»

Che vuol dire ‘No Varese’? Come nascequesto nome?«Ma in realtà è una ripresa in modo scherzoso della

celebre compilation ‘No New York’, una raccol-ta curata da Brian Eno agli inizi degli

anni '80 per far emergere la scenamusicale alternativa della città,

scena in seguito denominata‘No Wave’.»

Quali sono i tuoi puntidi riferimento musicali?

«Onestamente se dovessielencarli tutti credo che non

basterebbero 20 pagine. Non mipiace soffermarmi su di un genere

particolare, quando è possibile sarebbemeglio approfondire i propri gusti musicali a 360°anche se mi rendo conto che questa potrebbe sem-brarti una risposta alquanto elusiva. Comunque ulti-mamente sto riascoltando moltissimo le prime uscitedel catalogo SST, tra le prime e più celebri indielabels americane (alcuni tra i gruppi prodotti: SonicYouth, Husker Du, Black Flag, Minutemen).»

Progetti futuri?«C'è in cantiere una quarta edizione della ‘NoVarese’ in data e luogo per ora segreti! Sentirete abreve parlare ancora di questo delirante progetto.Adesso non mi resta che salutarvi e ringraziarvi peravermi dato la possibilità di pubblicizzare questieventi. A presto!»

IND IE PER CU IINTERVISTA ALL’ORGANIZZAZIONE DI “NO VARESE”

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TATUAGGI di Alessandro Cadoni, Fabio Ferrara, Glenda Giussani

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Intervista alla Miss, donna varesina esperta del mondo del tatuag-gio e tatuatrice (solo in alcune occasioni). Noi di IG Magazine abbia-

mo incontrato colei che ha fatto del tatuaggio uno stile di vita. Librialla mano per illustrarci le diverse tipologie: lo stile maori, i tattoosgiapponesi, quelli "da marinaio". Un preambolo sulle origini antropo-logiche e ancestrali del tattoo e si parte con l'intervista a colei cheporta sulla pelle i segni di una passione.

Ciao Miss, prima domanda, anche se abbastanza scontata:quando hai iniziato a tatuarti?«Ho fatto il primo tatuaggio a 18 anni, anche se in realtà lo volevoda sempre; a quella età frequentavo compagnie prevalentementemaschili e ambienti punk. A quei tempi si iniziavano a vedere i primibei tattoo in Italia, anche se ancora non esistevano i tattoo shop.»

Com'è stata la tua prima esperienza? Solitamente da chi tifai tatuare?«Fondamentalmente mi faccio tatuare soltanto da persone che rispet-to, che reputo degli amici e artisti, soprattutto nel caso in cui il tatuag-gio richiede molto tempo per la realizzazione. C'è bisogno di rispet-to reciproco perchè vengono impiegate ore di tempo e dolore condi-viso. La prima volta mi sono fatta tatuare da una ragazza punk checonoscevo bene perchè il suo fidanzato era uno dei primi piercer diMilano (da cui tra l'altro mi sono fatta forare). Ho deciso di condivi-dere il tatuaggio con il mio ragazzo del tempo, Paolo. Non lo contomai e tendenzialmente me ne dimentico sempre, forse perchè ce l'hoda tantissimo tempo e perchè è stata una bellissima storia d'amore.Paolo è morto a 26 anni e questo tatuaggio ha in qualche modosegnato il suo passaggio nella mia vita e nella mia pelle. Forse è pro-prio per questo che non ho più smesso di prendere "appunti" sulla miapelle.»

I tuoi tatuaggi hanno dei significati profondi o sono soloestetici? Come scegli i tuoi tatuaggi? «Se nei significati fai rientrare l'amore che nutro per quest'arte sicu-ramente sì. Hanno significato, anche se fondamentalmente non hobisogno di una ragione. Il tattoo è la mia vita, me l'arricchisce, me larende più bella e colorata, come del resto lo sono le persone chefanno parte di questo mondo. Li scelgo tenendomi informata. In qualche modo cerco di capire cosami piace perchè ci sono tantissimi stili, moltissimi simboli e riti di pas-

saggio che hanno segnato la pelle degli uomini.»Il fatto di essere così tatuata ti ha portato in qualche modoo in qualche situazione ad essere "discriminata"? «Sapevo benissimo che tatuarmi avrebbe condizionato il comporta-mento degli altri nei miei confronti soprattutto a livello lavorativo.Per questa ragione prima di tatuarmi in parti visibili del corpo hodeciso di aspettare. Adesso che non ho più bisogno di essere accetta-ta, il tatuaggio rappresenta anche un buon modo per "selezionare" lagente. Io in qualche modo non piaccio alla gente che non mi piace.Penso che se una persona mi giudica solo per l'esteriorità dei mieitatuaggi, immagino che possa giudicare una persona per il coloredella pelle, per l' appartenenza religiosa o politica con la stessa pocaapertura con la quale giudica me.»

Sei riuscita a fare della tua passione un lavoro? «Sono arrivata a Varese perchè un amico mi ha regalato una macchi-netta per tatuare; io sono perito grafico e ho lavorato per diversi anniin un agenzia a Milano come grafico pubblicitario. In quel periodouna serie di eventi hanno condizionato la mia vita e quindi ho decisodi cambiarla, in qualche modo di renderla migliore. Ad oggi non cisono scuole per imparare a tatuare. Si impara con l'esperienza e avolte a scapito della pelle degli amici che si prestano a farsi tatuare.Io ho iniziato come assistente in uno studio qui a Varese, ma mi sonoaccorta che come prima cosa non volevo soldi in cambio. Il tattoo èuna passione nella mia vita, i soldi non c'entrano niente. Tatuo solole persone che conosco bene per lasciargli un ricordo.»

TATTOOPURA ESTETICA

O FORMA ARTISTICA?

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TEATRO di Laura Casnaghi

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"Non è possibile! Non ci credo!Zero, proprio zero! Che assurdi-tà! Cosa vorrà mai dire questozero?" Dicevo arrabbiata a unabambina della mia classe sbat-tendo le mani sulla cattedra cheimprovvisamente si era trasfor-mata in una scrivania da sinda-co; sentivo il profumo della mati-ta per occhi di mia madre, conla quale la maestra mi avevadisegnato due grossi baffoni dauomo proprio sotto le narici. Eroin terza elementare, avevo laprima battuta del primo spetta-colo a cui avessi mai partecipa-to, vedevo i miei genitori strettidietro quei banchi che ogni gior-no erano il mio posto e la pauradi sbagliare le battute e l'emo-zione di essere al centro dell'at-tenzione si mischiavano nel miocervellino di bimba.

Avevo pianto quando alle miecompagne erano state date partifemminili mentre a me toccavaquella di un vecchio sindacoscorbutico; allora mia madre miaveva dato un libricino intitolato"I topi ballano": la storia di ungruppo di bambini che, punitida una perfida maestra, nellarecita scolastica del "PifferaioMagico" avevano avuto la partemarginale dei topi ma eranoriusciti a renderli così vivaci e

dispettosi da guadagnarsi l'at-tenzione del pubblico e prender-si una rivincita sull'insegnante.Allora cominciai a pensare chequella che mi era stata offertaera un'occasione veramenteeccezionale: potevo dimostrarela mia creatività trasformandomiin qualcosa di diverso, diverten-domi compiendo gesti che nonavevo mai fatto, esclamandofrasi che non avevo mai detto.Ero libera di "giocare un ruolo"

MIO MAESTRO, ALLENATORE E AMICOTestimonianza di una giovane appassionata

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TEATRO

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e venivo apprezzata per questo.Diventava un gioco anche osserva-re le persone per copiarne lagestualità, storpiare la voce perfingersi uomo, vecchio, o chissà chealtro…Arrivata alle medie mi accorsi chenon mi bastava più la recita di fineanno con compagni di classe nonsempre motivati quanto me e inse-gnanti che, sebbene pieni di buonipropositi e fantasia, erano pur sem-pre specializzati in altre discipline;così mi iscrissi a un corso a paga-mento organizzato da un oratorio

(ma anche Comuni o privati offronocorsi di recitazione per ragazzi ebambini, anche se non sempre dialto livello o a prezzi modici…).Improvvisazione, studio del rapportocorpo-spazio, fiducia e collabora-zione con gli altri, attenzione allerichieste del regista, creatività e fan-tasia nello studio dei personaggi:recitare migliorava il rapporto cheavevo col mio corpo e mi aiutavaanche a superare la paura del con-tatto con l'altro, la timidezza, la ver-gogna. Sul palco ancora oggi misento parte di un immenso universo

I ragazzi si riuniscono ogni sabato pomeriggio nel salone provedi Spazio Anteprima (il nuovo centro giovanile di Saronno);Lalla arriva sempre in ritardo e trova gli altri che stanno giàfacendo riscaldamento.Michy è in piedi in mezzo a tanti corpi sdraiati a terra, obbli-gatoriamente senza scarpe, e camminando tra tutte quellecalze colorate che puntano al soffitto sussurra "Ora immagina-tevi di avere una palla nel vostro corpo: rotola. Pensate a comesi muove, da dove entra, dove esce…"Margiu decide che la palla le salterà fuori come se la stessemettendo al mondo e incomincia a lanciare urla da partorien-te respirando affannosamente; tutti si preoccupano, si distrag-gono e si girano a guardarla.Ilaria approfitta dell'attimo di distrazione per ballare DancingQueen degli Abba, canzone che lei sostiene essere perfetta peril riscaldamento; tutti gli altri le si lanciano addosso per tener-la ferma.Iniziano le prove vere e proprie: Palmiro oggi non riesce pro-prio a sentirsi donna nonostante i maschietti tra gli Struzzisiano in netta minoranza; ma per fortuna interviene Stefano,che di donne ne ha conosciute tante, a mostrargli come acca-vallare le gambe con stile.Anche Lucia è alle prese con un cambio di sesso: è dolcissimaquando prova a fare il generale cattivo.Dany a metà della scena però salta sulla sedia: e se il pubbli-co non capisse che la seconda battuta del protagonista è unametafora riassuntiva postmoderna del pensiero idealista di

Platone? Sarebbe tragico.Ilaria e Lalla si guardano stupite: pensavano fosse solo unabattuta che suonava bene…Marghe, che è in grado di capire tutto, anche Diritto Privato,trova un modo per calmare gli animi e semplificare il testo: ègrazie a lei se il pubblico non penserà a Platone, ma troveràcomprensibile la trama!A metà pomeriggio c'è la pausa, ma non per un caffè: di soli-to la colletta serve per comprare una grossa confezione superdi gelato: armati di cucchiaini si inizia una vera e propria bat-taglia di conquista del territorio, anche perché molti furbi ten-tano di trafugare la parte altrui…vero Michy?!Sazi, ricominciano a provare: il fato vuole che quando si provauna scena per la prima volta, questa venga benissimo e quin-di tutte le altre prove saranno solo una ricerca dell'iniziale per-fezione.Verso le 19.00 Marina, che non è una donna, ma un'agendavivente, programma le scene da provare i giorni successivi,fissa gli orari, cataloga il materiale da portare e volendo pre-nota pure visite mediche!A volte ci si saluta sapendo di rivedersi dopo poche ore per pas-sare insieme la serata, magari in disco, altre volte le ultimefrasi che risuonano sono battute di precedenti spettacoli chesono rimaste mitiche: oggi per esempio "dalla culla allatomba…." "…LA BIANCHERIA INNANZI TUTTO!"E buona serata a tutti…

UN POMERIGGIO TRA GLI STRUZZIProve teatrali della Compagnia di Saronno

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di Laura Casnaghi

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e al contempo piccola rotella indi-spensabile di un meccanismo: hocapito che anche una comparsa chesalta le prove incide su un interospettacolo e che i miei gesti e i mieimovimenti sono l'inizio dei gesti edei movimenti di un altro.Alle superiori entrai nel gruppo diteatro autogestito della mia scuola eattraverso la rassegna del GiudittaPasta "Studenti in scena" calcai perla prima volta un vero palcoscenico.Emozione grandissima.E anche ora che frequento l'universi-tà e devo destreggiarmi tra lezioni

ed esami, ritengo che provare con lamia compagnia amatoriale per pre-parare sketch o spettacoli in tre attiper piccoli o grandi eventi rimangail miglior modo di trascorrere il finesettimana.Il mio personaggio diventa la miasicurezza: non ho più paura di direuna frase sbagliata, non posso faregaffe o la figura della stupida: mi

sento un'altra persona e tutto quelloche devo sapere, dire, fare è giàdentro di me, non posso avere sor-prese e quindi non ho angosce. Houna maschera che diventa scudo e ilteatro è il mio fortino. Acquisiscouna serenità e una sicurezza che tra-sferisco nella vita quotidiana dovepoi essere me stessa mi riesce piùfacile.

LA COMPAGNIA DEGLI STRUZZI E’ composta prevalentemente da ex alun-ni del liceo Legnani; da alcuni mesi siritrova presso SpazioAnteprima per leprove e le riunioni. Prima importante per-formance ad ottobre, in scena “Evelyn,ovvero il risveglio della coscienza”.

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RICERCA

E'possibile parlare di creatività in ambito scientifi-co? Questa è una delle tante domande poste ad

Elisa Binda, ricercatrice presso il Dipartimento diBiologia Strutturale e Funzionale dell'Universitàdegli Studi dell'Insubria di Varese. Noi diIG Magazine l'abbiamo incontratanel suo "habitat naturale", nelminuscolo laboratorio del dipar-timento tra pipette, camici emicroscopi.L'ambiente ci appare in un primomomento come un freddo ospedale,ma appena ci addentriamo nel corri-doio che conduce al laboratorio ci colpiscono poster ecartelloni (anche divertenti) appesi dagli stessi ricercato-ri nel tentativo di sdrammatizzare l'atmosfera. Ma ciòche più ci incuriosisce è la presenza di una doccia diemergenza nel bel mezzo del corridoio. Elisa ci spiega

che c'è il rischio di essere inondati dasostanze tossiche o di prenderefuoco, ma che fortunatamente non èmai capitato di doverla usare! Ciaccomodiamo e si entra nel vivodell'intervista. Poche domande per

provare a capire quanto c'è di fanta-sioso quando si parla di scienza.

Qual è l'oggetto della tua ricerca? Che cosastai studiando di preciso?«Sto studiando i meccanismi di autoresistenza in attino-miceti produttori di antibiotici. Detto così risulta moltooscuro, lo so. Ora provo a spiegarvelo.Gli attinomiceti sono microrganismi che producono anti-biotico di consumo clinico; in altre parole essi sono utiliz-zati in ambito ospedaliero per combattere infezionigravi, come ad esempio la setticemia (un'infezione che

CREATIVITÀAL MICROSCOPIO

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di Stefano Fioretti e Davide Longo

porta alla morte). Io mi occupo di fermentare degli atti-nomiceti e di stabilire la quantità di antibiotico che essiproducono; inoltre cerco di far "esprimere" una proteinache è coinvolta nel meccanismo di resistenza e di produ-zione di antibiotici. Se gli attinomiceti producono questaproteina, sono in grado di non morire (in quanto prodot-ta da loro stessi).»

Che materie prime/ strumenti usate durante gliesperimenti ? «Durante il processo di fermentazione l'elemento princi-pale è il terreno, formato da alcuni componenti come peresempio il carbonio, l'azoto o il ferro, che vengonomiscelati per far crescere imicrorganismi; talvolta ven-gono aggiunti degli ami-noacidi che servono a sti-molare la creazione dell'an-tibiotico. Inoltre utilizziamogli shaker, in altre paroledelle piattaforme che per-mettono l'oscillazione (agitazione) per avere uno scam-bio con l'ambiente esterno e adoperiamo dei fermenta-tori che sono identici a quelli usati per la produzione dibirra. A proposito di ciò, quando non arrivano i risulta-ti attesi, spesso ironicamente noi dello staff ci proponia-mo di produrre birra come alternativa!»

Oltre al vostro ambito di ricerca, quali altristudi si stanno conducendo in questo diparti-mento?«Ce n'è uno nell'ambito dell'ittiologia (disciplina che stu-dia i pesci) sulla "freschezza delle carni" del pesce. Iragazzi che se ne occupano stanno mettendo a punto unmetodo che le Asl potrebbero applicare nei controlli chedi giorno in giorno attuano sui banchi del pesce degliesercenti del territorio.»

In che senso il vostro può essere consideratoun lavoro creativo? «Principalmente per due motivi. Per prima cosa nel lavo-ro di ricerca gioca molto l'intuito. Se il risultato cheottieni da un esperimento non è quello atteso, ènecessaria una dose di fantasia per trovare stradealternative. Ingegnarsi e trovare percorsi diversinecessita uno sforzo creativo non indifferente. In secondo luogo le fotografie al microscopio dellediverse fasi di crescita di questi microrganismisono per tanti motivi creative. Essi si presentanocoloratissimi e con ramificazioni (ife) che mutano ecreano veri propri disegni. Basta vedere le foto

che vi sto mostrando.Quello rosa non sembraun budino alla frutta? Inrealtà è uno dei micror-ganismi che sto studian-do ma in forma solida! Equest'altra foto. Nonsembrano delle tartine?

In realtà sono le piastre in cui crescono questimicrorganismi.»

Che cosa pensi della ricerca in Italia?Secondo te è incentivata adeguatamente?«Penso che in Italia le possibilità di sviluppo dellaricerca siano abbastanza ridotte. E' per questomotivo che nel nostro paese si parla di "fuga dicervelli" verso l'estero. Nel nostro lavoro ci sonomolte idee, che però soprattutto per mancanza difondi da parte dello Stato non sono incentivate equindi vengono "distrutte". Io stessa, per esempio,molto probabilmente sarò chiamata in Belgio perun periodo di tempo. Le idee ci sono ma sfortuna-tamente mancano i mezzi per poterle mettere inpratica. Ma siamo fiduciosi per il futuro.»

NEL LAVORO DI RICERCA GIOCA MOLTOL'INTUITO. SE IL RISULTATO CHE OTTIENI DAUN ESPERIMENTO NON È QUELLO ATTESO,È NECESSARIA UNA DOSE DI FANTASIA PERT R O VA R E S T R A D E A LT E R N AT I V E .

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Oggi assistiamo a qualcosa di totalmente ineditoe rivoluzionario: ragazzi e ragazze che

creano nella più totale libertà e fantasia ilproprio spazio e lo abitano nei modi piùdiversi e originali.Il "privato" per i giovani sta diventando sempre più unconfine relativo e violabile. C'è il desiderio di mostrareagli altri i propri spazi, di vivere insieme, di coabitare, diospitarsi a vicenda, di fare sempre più esperienze comu-ni, di condividere tante cose.

A prima vista le case, gli appartamenti, lecamere dei ragazzi, i monolocali possonoapparire senza logica, disordinatissimi, quasifrutto di "menti instabili". In realtà sono la rappresentazione vivente di un'urgentenecessità nei ragazzi di far emergere una propria perso-nalità. Un bisogno talmente estremo che si espande dalcorpo verso lo spazio, travolgendo totalmente l'ambientein cui vivono e trasformandolo completamente. L'obbiettivo è chiaramente quello di raccontare la propriastoria, attraverso oggetti, colori, fotografie, ecc. Un rac-conto fatto di frammenti disordinati e casuali, un mostra-re se stessi senza regole e inibizioni.Forse non è niente di nuovo, visto che da sempre i giova-ni tendono a personalizzare lo spazio, ma rispetto al pas-sato questa tendenza è esplosa in maniera esponenzia-le.Ma come viene raccontata questa storia? In modo sem-plice, originale, economico e senza delle regole fisse otramandate. Le pareti e i mobili vengono invasi da ele-menti e colori pieni di intensità, tessuti vivaci, gadgetvariopinti. E' un insieme confuso di poster, stampe d'autore, pupaz-

UN MOTIVO IN OGNI MINUZIA

LA NUOVA GENESI DELL’ABITARE GIOVANE

ARREDARE

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A confronto di questo "affresco" i mobili diventano pre-senze secondarie e vengono continuamente reinterpreta-ti in mille modi. I letti, grazie a cuscini, tessuti, accumulidi vestiti, diventano qualcosa d'altro, simili ad isole dovepassare le giornate connessi a Internet, vedere film, leg-gere, disegnare. I tavoli diventano qualcosa di indefinito,sopra o sotto i quali depositare mucchi di libri, riviste,fumetti; o si trasformano in spazi "workstation" dovecreare musica, scrivere o curare la propria immagine inFacebook. È notevole vedere che non esiste più un"modo corretto di star seduti": anzi, si collezionanosedie, sgabelli, poltrone per sedersi in modo diverso aseconda di "come va al momento". Altri "mobili" diventano necessari e fondamentali, anchese a volte sono chiaramente inutili. Questi sono i mobili"fai da te", inventati o ricavati dal riutilizzo di oggetti,

zetti, spille, cartoline, peluches, disegni, stencils, graffiti.Il tutto è mischiato con le proprie foto che tappezzanoogni parete, in un collage frenetico, un grande miscugliosenza un senso o una cornice che ne limiti la forma,senza più la necessità di inquadrare l'insieme in unasorta di equilibrio ed ordine. Si tappezzano le pareti coni personaggi della propria infanzia, ma non è una ten-denza infantile. I propri musicisti, attori, rockstars nonsono più visti come eroi, ma come compagni alla pari pri-vati da qualunque desiderio di emulazione.

materiali poveri e riciclati, come cartone, legno, bottigliedi plastica; tutti verniciati con diversi colori o personaliz-zati con disegni. A volte sono oggetti improbabili, senzaun uso effettivo, ma che raccontano qualcosa di impor-tante, una storia, un ricordo. Un altro elemento sostanziale in questa trasformazionedei luoghi del vivere è l'invasione tecnologica. Essereconnessi via wireless da ogni punto della casa è diventa-ta ormai un'esigenza vitale. Così come la musica che,come una colonna sonora variabile, permea costante-

mente ogni spazio, il wireless è quasi una sorta di pre-senza altra, onnipresente. Per i giovani questi elementi,considerati inutili e secondari dalla società, diventanooggi bisogni primari, fondamentali, vitali. "Il superfluonon è più superfluo" (Andrea Branzi)Anche la natura entra in gioco, penetrando prepotente-mente gli ambienti domestici, con fiori, piante, essenze,colori. Questa tendenza, frutto di una nuova sensibilizza-zione collettiva verso i temi ambientalistici, propone neinostri nidi delle nuove presenze, venerate e rispettate,quasi sacre. Non è più il semplice vaso fiorito esposto ascopo decorativo, l'oggetto fragile di cui prendersi curao l'emblema secolare della sensibilità femminile, ma èuna vera e propria presenza ambientale ormai indispen-sabile, che ruba sempre più spazio ma che ci ridona unperduto ritmo naturale.

C'È IL DESIDERIO DI MOSTRARE AGLI ALTRI I PROPRI SPAZI,

DI VIVERE INSIEME, DI COABITARE, DI OSPITARSI A VICENDA, DI FARE

SEMPRE PIÙ ESPERIENZE COMUNI, DI CONDIVIDERE TANTE COSE

di Marco De Santi

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UN CONCENTRATO DI ENERGIA, VITALITÀ E CREATIVITÀ

GIOCOLERIA

Tutto è cominciato da un progetto sulle tecniche ani-mative che Uisp Varese (Unione Italiana Sport per

Tutti) ha svolto nell'Istituto professionale "Einaudi" diVarese, grazie alla volontà e al sostegno delle Prof.sseTina Forza e Caterina Marchese.Questo progetto è stato, successivamente, sposatodallo Sportello Provinciale Scuola Volontariato Varese,grazie alla Prof.ssa Lella Iannaccone, che insieme alCesvov stava organizzando la giornata del volonta-riato.Grazie alla disponibilità dello Sportello e dei giovaniprovenienti dalle diverse scuole di Varese e provincia

sono iniziati dei laboratori pomeridiani che hannopermesso ai ragazzi/e di imparare diverse tecnicheanimative (es. giocoleria, clownery, acrobatica, labo-ratori di fiabe e burattini, costruzione di giochi e stru-menti musicali con il materiale di riciclo, etc.) e didiventare, così, i protagonisti della giornata del volon-tariato, animando per tutto il giorno, con creatività enuova energia, la piazza varesina.Dopo la giornata, alcuni di questi giovani partecipan-ti ai laboratori ha deciso di proseguire l'esperienza,ritrovandosi, una volta alla settimana, presso la sededella Uisp.

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MACEDONIA CIGANÌUN LABORATORIO DI GIOCOLERIA, TEATRO E ACROBATICA APERTO A TUTTI COLORO CHE VOGLIONO STARE INSIEME, CONOSCERSI E IMPARARE UN'ARTE

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a cura della redazione di Varese

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Sono nati, così, i "MacedoniaCiganì": un concentrato di energia,vitalità, creatività che unisce ragazzi eragazze di ogni età, provenienti dascuole diverse. Non è casuale il nome dato al grup-po: "Macedonia", proprio perchécome la macedonia classica a cuisiamo abituati a pensare che per esse-re così buona è fatta di frutta fresca divarie forme, colori e gusti, anche lanostra "macedonia"si arricchisce dellediverse potenzialità e caratteristiche ditutte le persone che ne fanno parte. Un continuo incon-tro e confronto, dove l'unica cosa che conta è la vogliadi crescere insieme, al di là di ogni barriera e di ognifrontiera. Ognuno, con la sua personalità e le suecapacità, riempie il mosaico di questo grande sogno,donando agli altri una parte di sé. Un progetto costrui-to non per i giovani ma con i giovani, dove essi stessidiventano i veri protagonisti e il motore attivo di tuttociò che si fa.

"Ciganì", perché, in cuor nostro, ci sentiamo un po'girovaghi e vorremmo portare in giro per la provinciae, perché no, per il mondo la nostra scoperta: la storiadi tante diversità che hanno imparato a valorizzarsi,innanzitutto come persone, e che, insieme, hanno datovita ad un'esperienza in continuo sviluppo e aperta anuove idee e nuovi incontri.

Da quando è nato il nostro gruppo continua ad allar-garsi e questo per tutti noi è davvero importante!Chiunque abbia voglia di conoscerci e partecipare

alle nostre attività, proponendone anche di nuove è ilbenvenuto! Non si richiedono delle competenze speci-fiche ma solo la voglia di stare insieme e di imparareun'arte, quella della giocoleria, che permette, a chiun-que lo voglia, di trovare un proprio spazio.

Le attività in cantiere sono tante: laboratori di giocole-ria (utilizzo di attrezzi come diablo, palline, kiwido,cerchi, clave, etc.) e clownery, corsi di teatro edespressione corporea, corsi di acrobatica, laboratoricreativi e manuali, organizzazione di spettacoli e par-tecipazione ad eventi, etc.Tutto questo è, a parole, la nostra piccola realtà.

UISP VaresePiazza De Salvo, 5

(Quartiere Bustecche) Varese

Per info: Alessandra Tel. 349-4568018 / 0332-813001

[email protected]

«LA NOSTRA "MACEDONIA" SI ARRICCHISCE DELLE DIVERSE POTENZIALITÀ E CARATTERISTICHE DI TUTTE LE PERSONE CHE NE FANNO PARTE»

Page 40: Linguaggi creativi

Avete tra i 18 e i 30 anni e vi riunite per condividere interessi, porta-

re avanti progetti o dare una mano agli altri? Se volete far crescere

questa esperienza potete farlo rivolgendovi al Cesvov (Centro di ser-

vizi per il volontariato della provincia di Varese) per mettere in piedi

una vera e propria associazione con la quale potrete fare le cose in

grande! Con un’associazione che ha tutte le carte in regola, i vostri

gesti di solidarietà e le vostre iniziative, avranno una marcia in più.

Per maggiori dettagli su tutto ciò rivolgetevi al Cesvov www.cesvov.it - www.provincia.va.it/giovani.htm - [email protected] - tel. 0332/293001

Piccoli Gruppi

GrandiAssociazioni