L’ingegneria sanitaria

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L’ingegneria sanitaria Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/05/2008 Filippo Nieddu

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L’ingegneria sanitaria. Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/05/2008 Filippo Nieddu. L’igiene e l’ingegneria sanitaria a Torino – i primordi / 1. Primo corso di igiene a livello universitario, tenuto da Luigi Pagliani, fu istituito a Torino già nel 1877 - PowerPoint PPT Presentation

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L’ingegneria sanitaria

Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/05/2008

Filippo Nieddu

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L’igiene e l’ingegneria sanitariaa Torino – i primordi / 1

Primo corso di igiene a livello universitario, tenuto da Luigi Pagliani, fu istituito a Torino già nel 1877

Torino ospitò, prima in Italia, il terzo congresso internazionale d’igiene nel 1880, dopo quelli del 1876 a Bruxelles e del 1878 a Parigi

Il laboratorio d’igiene torinese, dopo una fase embrionale iniziata già sul finire degli anni Cinquanta, ebbe origine istituzionale il 26 ottobre 1865

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Figure di massima importanza nel campo furono Luigi Pagliani, Giacinto Pacchiotti e Francesco Corradini.

A loro si ascrivono attività sia intellettuali sia realizzazioni all’avanguardia per il tempo, e fu proprio l’unione tra teoria e prassi che li fece emergere come modelli della nuova figura nel panorama delle professioni: l’igienista.

Numerose città italiane si basarono su copie dei regolamenti torinesi per la redazione dei propri regolamenti igienici

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Il progetto di fognatura della città fu uno dei primi organicamente costituiti, datando del 1840.

La sua realizzazione sarà compiuta solo nel 1893, quando sotto l’egida della legge di Napoli la municipalità torinese prenderà finalmente la decisione a proposito del sistema da adottare per la propria canalizzazione.

Ipotesi per la canalizzazione fognaria di san Salvario

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Il regolamento sanitario torinese / 1

Il 20 marzo 1865 è data che segna l’estensione a tutto il Regno d’Italia del regolamento sanitario in vigore nello Stato sabaudo da oltre dieci anni.

Si istituivano le Commissioni municipali di Sanità.

Oltre a ciò, il servizio sanitario di beneficenza, controllato dalle stesse Commissioni direttrici, era posto sotto l’egida degli Uffici di igiene.

Ciò significò per le Congregazioni di carità la perdita del controllo dei fondi destinati al sostentamento dei più bisognosi (ciò avvenne tardi a Torino anche per l’opera di Pietro Baricco).

Immagini da Torino descritta di Pietro Baricco

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Il regolamento sanitario torinese / 2

Secondo la struttura dettata dalla legge sanitaria del 1865, la Commissione municipale di sanità doveva essere composta da:

[…] tre consiglieri comunali, due medici ed un ingegnere, nonché dal direttore dell’Ufficio d’igiene (che ricopriva l’incarico di segretario),

oltreché da membri aggiunti quali gli assessori all’assistenza sanitaria ed alla polizia municipale, due professori di Medicina, uno di Chimica, uno

di Veterinaria, un ingegnere ed un dottore (ambedue membri del Consiglio provinciale di sanità) […][1]

La figura dell’ingegnere riceveva perciò una prima legittimazione ad essere inclusa tra quelle preposte a difendere la salute dei cittadini.[1] Serenella Nonnis Vigilante, Igiene pubblica e sanità municipale, in Storia di Torino, vol. 7, Torino : Einaudi, 2001, p. 375.

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Il contesto legislativo

Alla legge sanitaria del 1865 avrebbe fatto seguito la legge “Sulla tutela della igiene e della sanità pubblica” n. 5849 del 22 dicembre 1888 (legge Crispi-Pagliani). Si trattava di una norma di peso teorico ben maggiore, sia poiché faceva tesoro della cosiddetta “rivoluzione batteriologica” avvenuta in quello stesso decennio, e sia perché legava in modo efficace le esigenze della popolazione alle istituzioni.

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Il contesto teorico

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Louis Pasteur / 1

Figlio di un conciatore di pelli, studiò all'Ecole Normale Supérieure di Parigi, conseguendo il dottorato in fisica e chimica nel 1847. Le sue prime ricerche furono nel campo della cristallografia.

Nel 1854, nominato professore di chimica alla facoltà di scienze di Lilla, Pasteur iniziò a occuparsi di fermentazione, stimolato dalle richieste dei produttori di bevande alcoliche della regione. All'epoca si riteneva che la fermentazione alcolica fosse un fenomeno solo chimico; Pasteur riuscì a dimostrare il ruolo essenziale svolto dai microrganismi, e in particolare dal lievito, in questo processo.

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Louis Pasteur / 2

Scoprì, inoltre, che la riproduzione indesiderata di sostanze quali l'acido lattico o l'acido acetico nelle bevande alcoliche è dovuta alla persistenza di microrganismi di varia natura, tra cui batteri, all'interno di questi prodotti. Grazie a queste scoperte fu possibile elaborare sistemi efficaci di eliminazione dei microrganismi dannosi, che rappresentavano un grave problema economico per l'industria vinicola e birraria.

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Louis Pasteur / 3

L'estensione di queste ricerche ai problemi di conservazione del latte lo portarono a ideare il processo, oggi conosciuto con il nome di pastorizzazione, che consente di uccidere i microrganismi dannosi eventualmente presenti nel latte, portando il liquido ad alta temperatura per breve tempo prima dell'imbottigliamento.

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Louis Pasteur / 4

Come prosecuzione naturale delle linee di ricerca precedenti, Pasteur affrontò il problema dell'origine dei microrganismi. Secondo la teoria della generazione spontanea, all'epoca dominante, i microrganismi si originavano spontaneamente dalle sostanze organiche. Incoraggiato dai risultati di Francesco Redi, risalenti al XVII secolo, Pasteur con alcuni esperimenti cruciali riuscì a dimostrare che l'antica teoria non aveva alcun fondamento.

Questi risultati diedero inizio a un'aspra polemica con il biologo francese Félix Pouchet, che si concluse con l'accettazione dei risultati di Pasteur da parte dell'Académie des Sciences (1864).

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Louis Pasteur / 5

Con un semplice esperimento eseguito in un'università (mise della terra in una provetta, la riscaldò ma non si vide la presenza di zanzare; successivamente aprì la provetta e le zanzare accorsero poggiandosi sulla terra) Pasteur smentì una teoria ritenuta certa per qualche secolo. "Vita dalla vita", concluse enfaticamente Pasteur, "la teoria della generazione spontanea non si riprenderà mai a causa di questo piccolo e semplice esperimento".

Gli studi sulla fermentazione e sulla generazione spontanea ebbero importanti ripercussioni in medicina, in quanto Pasteur intuì l'importanza del ruolo dei microrganismi nell'origine e nello sviluppo delle malattie: l'introduzione delle tecniche asettiche nella pratica chirurgica da parte del medico britannico Joseph Lister (1827-1912) fu influenzata dalla lettura dei risultati dello scienziato francese.

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Louis Pasteur / 6

Negli anni Ottanta dell'Ottocento Pasteur si dedicò allo studio delle caratteristiche del carbonchio, una malattia del bestiame spesso fatale, isolandone il bacillo patogeno responsabile. Inoltre mise a punto un sistema di prevenzione di questa malattia, che contagiando gli animali con una forma attenuata del bacillo assicurava l'immunità contro le forme più aggressive e virulente.

Pasteur, che nel corso della sua vita investigò le cause e i sistemi di prevenzione di svariate patologie, quali setticemia, colera, difterite, colera dei polli, tubercolosi e vaiolo, viene ricordato soprattutto per i suoi studi sulla rabbia. Per la prevenzione di questa malattia riuscì a sviluppare una forma attenuata del virus responsabile, utilizzabile come vaccino.

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Il contesto accademico

Alla vitalità dell’ateneo torinese avevano dato il via le facoltà scientifiche: nel 1861 Jakob Moleschott era stato chiamato alla cattedra di Fisiologia; nel 1879 questi veniva sostituito dal fisiologo Angelo Mosso; nel 1864 lo zoologo Filippo De Filippi aveva sviluppato le teorie di Charles Robert Darwin, suscitando inevitabili polemiche e contestazioni; nel 1873 Giulio Bizzozero aveva fondato il laboratorio di Patologia generale e introdotto l’uso del microscopio per lo studio delle piastrine del sangue; dal 1876 Cesare Lombroso aveva creato l’istituto di Medicina legale; nel 1878 Michele Lessona, autore del libro Volere è potere, ispirato alle teorie del self-help di Samuel Smiles, proseguiva l’opera di De Filippi. A partire da quell’anno veniva pure attivata la cattedra di Igiene, assegnata a Luigi Pagliani (la disciplina era precedentemente aggregata a quella di Medicina legale).(da Serenella Nonnis Vigilante, Igiene pubblica)

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Il “fervore tecnicista”

Dall’incrocio fra medicina e ingegneria era nato un nuovo specialismo, insieme con una sotto-disciplina ed uno strato di cultori. I quali si pensavano figli dei “progressi” chimici e batteriologici da un lato, e dei nuovi ordinamenti sanitari dall’altro. All’ingegnere più che al medico sembrò affidata la vita umana, vista l’impotenza terapeutica di fronte ad ambienti malsani. La percezione dei germi aveva sfatato l’inevitabilità della malattia: restava il passo conseguente - “un’immensa compagine di studi e di applicazioni” - capace di attuare schemi preventivi. Gli ingegneri igienisti additavano scuole rigogliose già esistenti all’estero, oppure rivendicavano nazionalisticamente una primogenitura “italiana”: acquedotti e fogne della Roma antica. Non si stancarono, comunque, di volere la ratifica di un loro ingresso nella direzione della cosa pubblica, e di chiedere, per intanto, cattedre obbligatorie nelle scuole d’applicazione; oppure ancora, l’affiancarsi di un ingegnere all’ufficiale sanitario. […] Dovettero esserci, allora, gelosie di corporazione e diffidenze se in ogni loro uscita pubblica gli ingegneri sanitari sentivano il bisogno di definire una sfera propria, confinante ma non invadente il campo dell’igiene.(da Claudio Pogliano, L’utopia igienista)

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Il fiorire dei sistemi di smaltimento

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Esempi di sistemi di smaltimento

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Esempi di sistemi di smaltimento

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Esempi di sistemi di smaltimento

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Esempi di sistemi di smaltimento

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Esempi di sistemi di smaltimento

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Il villino “Ingegneria sanitaria”

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Il villino “Ingegneria sanitaria”

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Il villino “Ingegneria sanitaria”

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