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1 LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO DELLALTERNANZA SCUOLA LAVORO Orientamenti ed indicazioni pratiche

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LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO

DELL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Orientamenti ed indicazioni pratiche

2

INDICE

PREMESSA………………………………………………………………………………………………………… 5

ALLEANZE TERRITORIALI……………………………………………………………………………………………….......... 9

1. La concertazione territoriale per lo sviluppo di partnership volte alla realizzazione di

percorsi formativi integrati tra scuole, imprese/enti

2. Le forme di accordo scuola-territorio a durata pluriennale

3. La mobilità transnazionale per l’apprendimento

4. L’analisi del territorio e dei fabbisogni professionali e formativi

5. Il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico

PROGETTAZIONE CONDIVISA………………………………………………………………………………………………….16

1. La coerenza con il Piano Offerta Formativa (POF) dell’istituzione scolastica

2. La progettazione dei percorsi, il ruolo delle imprese e/o enti, dei Dipartimenti e dei Consigli

di classe

STRUTTURA ORGANIZZATIVA ……………………………………………………………………………………….......... 22

1. Ruoli e funzioni delle figure coinvolte

REALIZZAZIONE………………………………………………………………………………………………………………….25

1. La promozione dell’informazione

2. Le attività di orientamento in alternanza

3. I percorsi di apprendimento tra scuola e lavoro

4. Gli strumenti di accompagnamento all’esperienza in contesti lavorativi

5. La sicurezza nei luoghi dell’alternanza

VALUTAZIONE DEGLIAPPRENDIMENTI……………………………………………………………………………………….35

1. I soggetti coinvolti e gli strumenti per la valutazione degli apprendimenti

2. Riconoscimento degli apprendimenti

CERTIFICAZIONE…………………………………………………………………………………………………………… ……39

1. Gli strumenti e i modelli di riferimento

2. Trasversalità della certificazione

VALUTAZIONE DEL PROGETTO………………………………………………………………………………………………..43

1. Gli indicatori di qualità per una valutazione di sistema

APPENDICI

A. STRUMENTI ED ESEMPI PER LA PROGETTAZIONE, LA REALIZZAZIONE, VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE1

. Schede progetti

. Tipologie di accordi stipulati

. Materiali relativi alla didattica

1 Gli strumenti scelti sono riferiti ai percorsi realizzati, provenienti dalle scuole partecipanti al monitoraggio nazionale

1

dell’alternanza scuola lavoro a cura di Indire per conto del MIUR.

3

. Materiali relativi alle visite guidate in impresa

. Strumenti di accompagnamento allo stage: convenzioni, patti formativi, dichiarazioni di

idoneità, consenso di partecipazione e di adesione, valutazione dei rischi

. Materiali relativi alla fase di orientamento

. Strumenti di valutazione: questionario valutazione stage, scheda di autovalutazione dello

studente, diario di bordo

. Modelli per l’attestazione di frequenza

. Strumenti per la certificazione

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Il presente documento intende costituire uno strumento di supporto alla realizzazione

dei progetti in alternanza trasversalmente alle specificità regionali; in questo senso, a

partire delle linee guida regionali, elaborate dagli USR e dalle Regioni, che

suggeriscono indicazioni specifiche, queste linee di indirizzo mirano a fornire indicazioni

utili per tutto il territorio nazionale.

A partire dalla normativa di riferimento si descrive la metodologia dell’alternanza,

chiarendone gli elementi distintivi e delimitandone il concetto rispetto ad altre

metodologie di apprendimento. Saranno pertanto esplicitate: caratteristiche generali,

obiettivi, destinatari, durata, soggetti coinvolti e relative funzioni (dirigente scolastico,

collegio docenti, gruppo di progetto, tutor, ecc.).

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PREMESSA

L'alternanza scuola lavoro consente alle scuole secondarie di secondo grado di catalizzare

l’innovazione e di tradurla operativamente nella concretezza dell’azione educativa.

Nell'alternanza si intrecciano e interagiscono tra loro i temi prioritari che impegnano le

istituzioni scolastiche nell’attuazione del riordino, agenti del cambiamento di una scuola

consapevole del suo ruolo centrale nella costruzione della società della conoscenza:

� la metodologia centrata sulla didattica laboratoriale, che intreccia la teoria e la

pratica sperimentale, esperienza di apprendimento motivante per il rapporto con i

segmenti produttivi delle realtà lavorative, che contraddistingue i percorsi di

alternanza;

� la conoscenza del contesto lavorativo, delle sue dinamiche, dei ruoli;

� lo sviluppo della capacità di orientarsi e di sostenere scelte motivate degli studenti

che, nel mettersi alla prova affrontando situazioni reali, individuano i loro punti di

forza e di debolezza, attitudini e interessi;

� il CTS, luogo di confine e mediazione, interconnesso con la progettazione del

territorio e con quella dei Dipartimenti;

� l'integrazione dei saperi e l’acquisizione di literacy scientifica, per la soluzione dei

problemi complessi, per affrontare i quali inevitabilmente il compito di realtà stimola

studenti e docenti, che diventano facilitatori del processo di apprendimento.

Un’offerta formativa scolastica comprensiva di esperienze di alternanza scuola lavoro

arricchisce la scuola di metodologie integrate che:

� consentono la comprensione ed il potenziamento delle attitudini personali e quindi

l’orientamento degli studenti;

� favoriscono lo sviluppo di competenze;

� permettono un contatto con le realtà territoriali, ai fini di un possibile sbocco

lavorativo;

� potenziano e riorientano l’offerta formativa della scuola.

Oggi, nella fase di attuazione del riordino, l’alternanza rappresenta, per le scuole,

un’opportunità per definire la loro nuova identità, attraverso l’approfondimento delle

peculiarità degli indirizzi, curvandoli rispetto alle vocazioni e alle esigenze di crescita dei

differenti territori. Infatti le esperienze di alternanza attivate negli istituti scolastici, così come

risulta dagli esiti delle attività di monitoraggio realizzate da Indire, sono caratterizzate da una

grande differenziazione dell’offerta, che solo in parte risente delle diverse realtà socio -

economiche, ma che sembra centrata sul modello organizzativo proprio a ciascuna scuola.

La rete rappresenta il luogo privilegiato in cui le istituzioni scolastiche, nell’incontro con altri

soggetti, hanno modo di riconoscere tratti comuni, scoprire le proprie specificità, accordarsi su

obiettivi comuni, condividere know how, per superare le criticità che il processo di

trasformazione necessariamente comporta.

Gli esiti del confronto e delle riflessioni rappresentano per le scuole autonome lo stimolo ad

elaborare risposte nuove.

L’articolazione territoriale delle reti richiede d’altro canto una governance di sistema, alla

quale concorrano istituzioni, enti, imprese, associazioni ad un livello superordinato.

Alternanza

catalizzatore

di innovazione

La rete, luogo

di governo

delle

istituzioni

Il livello

nazionale

6

I rapporti istituzionali che compongono la governance si articolano nei livelli di governo

attraverso il principio di sussidiarietà: è sempre presente una sinergia tra i soggetti coinvolti, i

quali detengono ognuno il proprio piano di responsabilità nella creazione delle condizioni

favorevoli per lo sviluppo di partnership territoriali e, in ultima analisi, dei percorsi di

alternanza di qualità (fig.1).

Livello europeo

Livello nazionale

Livello regionale

ScuolaLivello territoriale

Scuola

LIVELLI

DI

SUSSIDIARIETÀ

Fig. 1 – I livelli istituzionali nell’alternanza scuola lavoro.

Le politiche per l’apprendimento permanente, sia a livello europeo che nazionale chiedono la

presenza di reti strutturate e l’ampio utilizzo di esperienze lavorative all’interno dei percorsi

formativi per favorire la connessione tra apprendimento e mercato del lavoro

Nelle Conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione

europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») viene ribadita la centralità

del riconoscimento degli esiti di apprendimento e della creazione di partenariati scuola - mondo del lavoro e viene inoltre sottolineata l’importanza del quarto Obiettivo strategico

volto ad incoraggiare la creatività e l'innovazione, compresa l'imprenditorialità, a tutti i livelli

dell'istruzione e della formazione.

Il panorama regionale delle indicazioni per lo sviluppo e la realizzazione dell’alternanza scuola

lavoro negli istituti scolastici risulta ricco di partecipazioni (imprese, camere di commercio, … )

e di iniziative di diverso tipo (linee guida, guide, bandi, ...), ad opera del livello regionale e

principalmente degli USR, che svolgono attività di supporto in questo senso, fornendo

documenti di indirizzo che assumono forme diverse a seconda delle esigenze.

A livello locale ed interno alla scuola gli elementi “facilitatori” dell’alternanza si possono così

riassumere:

� le modalità, le forme e le strutture degli accordi tra scuole (reti) e scuole e territorio

(partnership);

� l’organizzazione interna delle scuole, in particolare le funzioni attribuite al CTS e ai

Dipartimenti;

� i processi di definizione e di valutazione delle competenze;

Il livello

regionale

Il livello

europeo

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� gli strumenti di certificazione delle competenze;

� i criteri di valutazione dei progetti.

La realizzazione dell’alternanza presuppone un esercizio di organizzazione in cui il Dirigente

scolastico assume un ruolo fondamentale. Egli ha la responsabilità di mettere in atto un

impianto che garantisca la fattibilità delle azioni. A tale scopo, può esperire tutte le possibili

occasioni offerte dalla flessibilità organizzativa e didattica, nonché dall’autonomia di ricerca,

sviluppo e sperimentazione, attraverso il reperimento delle risorse finanziarie e la

valorizzazione delle risorse professionali interne all’istituzione scolastica e nel territorio.

Orientare la politica scolastica ad una diffusa applicazione dell’alternanza può voler dire

conciliare due posizioni di fronte alle quali spesso la scuola si trova a destreggiarsi: perseguire

e realizzare l’efficacia dei processi educativi o soddisfare sempre nuove esigenze e richieste

degli utenti. Se nell’identificazione degli utenti si va oltre la diade studenti-famiglie e si

considera l’impresa, e quindi il territorio, utenti di pari dignità, essi possono diventare

l’elemento risolutivo della precedente impasse. Essi diventano la fonte dei fabbisogni formativi

che la scuola deve tener presenti nel momento in cui pianifica l’erogazione della sua offerta

formativa, e allo stesso tempo destinatari del valore aggiunto che rappresenta una scuola che

così opera.

Il Dirigente scolastico, attivando le sinergie interne e territoriali, interviene strategicamente

nelle attività di sviluppo organizzativo e di ricerca, attraverso le seguenti azioni (fig.2):

� Stabilire reti, formalizzate e stabili, di relazioni. Con le istituzioni, con le imprese, con il

mondo della ricerca, con le associazioni, con gli enti locali, ... non per creare semplici

contatti, ma per condividere una cultura del lavoro, la riflessione sui fabbisogni formativi,

le esigenze di formazione degli operatori, per trovare modalità comuni di valutazione e

riconoscimento dei risultati

� Reperire fondi. Le azioni in alternanza vengono appositamente finanziate con fondi

nazionali, regionali e di altro tipo, che il D.S. può reperire anche attraverso opportunità

provenienti dal territorio.

� Costituire un gruppo di lavoro, integrato (con i rappresentanti delle imprese),

organizzato e responsabile dell’alternanza scuola lavoro. La costituzione di un tavolo di

lavoro permanente, anche se flessibile, garantisce il presidio dei diversi percorsi e il

monitoraggio delle azioni e dei prodotti realizzati. A tale gruppo è affidato anche il

compito di coordinare i lavori di sottogruppi (che afferiscono ad esempio ad indirizzi o

ordinamenti diversi).

� Organizzare un sistema di monitoraggio. I percorsi di alternanza scuola lavoro

necessitano di una costante osservazione dei processi in atto, al fine di migliorarne i

risultati e l’efficacia sugli studenti; i progetti devono pertanto essere analizzati tramite

degli indicatori, e degli strumenti appositamente predisposti.

� Promuovere l’informazione sulle opportunità di un rapporto scuola-lavoro rivolta agli

studenti, alle famiglie e promuovere la formazione degli operatori della scuola e del

territorio.

� Revisionare l’impianto curriculare. Azione coordinata nei Dipartimenti. Il lavoro dei

docenti deve svolgersi in collaborazione con i referenti del “mondo del lavoro” e delle

professioni. L’aggiornamento del curricolo per competenze va definito tenendo presente

l’apporto dei rappresentanti (associazioni, imprese…) dei settori economici di

riferimento. Infatti, nessun curricolo di studio può essere a-professionale, ovvero senza

Organizzazione

e sinergie

dell’alternanza

scuola lavoro

Indicazioni

operative

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riferimenti al mondo delle professioni, questo perché il progetto di vita di qualunque

studente è sempre finalizzato all’inserimento nella vita attiva, che è cittadinanza sociale

ma anche professione.

� Promuovere la riflessione su nuovi metodi e strumenti di valutazione. In alternanza si

apprende, si realizzano prodotti, si sviluppano competenze in ambienti anche diversi da

quelli tradizionali. La scuola deve far sì che a queste innovazioni corrisponda

un’innovazione anche della valutazione. L’attività “in situazione di lavoro” di per sé

fornisce elementi nuovi di valutazione.

� Diffondere i risultati. Per la responsabilità sociale (accountability) che la scuola ha, è

necessario diffondere gli esiti dei risultati. In particolare la scuola si può attrezzare perché

la comunicazione degli esiti delle attività in alternanza possa diventare un momento di

confronto aperto a tutti, studenti famiglie, imprese, enti, istituzioni, in cui dibattere

argomenti di interesse comune che emergono dalle esperienze vissute dai ragazzi.

Fig. 2- Ambiti di sviluppo organizzativo e ricerca interni ai progetti di alternanza.

9

ALLEANZE TERRITORIALI

1. La concertazione territoriale per lo sviluppo di partnership volte alla realizzazione di

percorsi formativi integrati tra scuole, imprese/enti

Per un'innovazione quale è quella del riordino, perché si produca il sostanziale cambiamento

richiesto, un ruolo essenziale deve essere svolto da tutte quelle istanze associative che

possono concorrere a definire la nuova identità della scuola, attraverso l’approfondimento

delle peculiarità degli indirizzi, curvandoli rispetto alle vocazioni ed alle esigenze di crescita dei

differenti territori.

L’attività di alternanza consente allo studente la verifica della corrispondenza tra le proprie

rappresentazioni di che cos’è il lavoro ed il lavoro quale lo si affronta nella realtà di

un’impresa, mettendo alla prova la propria capacità di trasferire ed utilizzare le conoscenze

acquisite in nuovi contesti ed in situazioni impreviste. In conclusione, di valutare il peso delle

proprie risorse di fronte a prestazioni diverse da quelle richieste a scuola.

Come affermato nel d.lgs. 22/2008, Definizione dei percorsi di orientamento finalizzati alle

professioni e al lavoro, a norma dell'articolo 2, comma 1, della legge 11 gennaio 2007, n. 1., «le

istituzioni scolastiche favoriscono e potenziano il raccordo con il mondo delle professioni e del

lavoro, realizzando nell'ambito della propria autonomia amministrativa, didattica,

organizzativa e di ricerca, azioni di orientamento, e iniziative finalizzate alla conoscenza delle

opportunità formative offerte dai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore [...] e

dai percorsi finalizzati alle professioni e al lavoro» (art. 1 d.lgs. 22/2008).

Lo scopo è quello di «assicurare l'indispensabile raccordo tra la scuola e i soggetti del mondo

delle professioni e del lavoro per la gestione delle fasi e delle modalità operative delle azioni

di orientamento, anche per le attività che si svolgono in contesti di lavoro, fermo restando

quanto previsto dal d.lgs. 15 aprile 2005, n. 77, per i percorsi dell'alternanza» (art. 4 d.lgs.

22/2008).

Sviluppare l’alternanza, come numero di scuole che la praticano, come effettiva esperienza

lavorativa, come numero di ore dedicate, come formazione sul lavoro presente nel progetto

educativo dell’istituzione scolastica, significa offrire terreno per lo sviluppo di quelle

associazioni di scuole e di realtà territoriali che costituiscono la reti territoriali2.

2 Come presente anche nel disegno di legge approvato dal Senato il 31 maggio 2012 (v. stampato Senato n.3249) presentato dal

Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (Fornero), Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di

crescita, art. 4 (ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro), «in coerenza con il principio di sussidiarietà e nel rispetto

delle competenze di programmazione delle regioni, sono definiti, sentite le parti sociali, indirizzi per l'individuazione di criteri

generali e priorità per la promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali che comprendono l'insieme dei servizi di

istruzione, formazione e lavoro collegati organicamente alle strategie per la crescita economica, l'accesso al lavoro dei giovani, [...].

In tali contesti, sono considerate prioritarie le azioni riguardanti: il sostegno alla costruzione, da parte delle persone, dei propri

percorsi di apprendimento formale, non formale ed informale [...], ivi compresi quelli di lavoro, facendo emergere ed individuando i

fabbisogni di competenza delle persone in correlazione con le necessità dei sistemi produttivi e dei territori di riferimento, con

particolare attenzione alle competenze linguistiche e digitali; il riconoscimento di crediti formativi e la certificazione degli

apprendimenti comunque acquisiti». Inoltre, «alla realizzazione e allo sviluppo delle reti territoriali dei servizi concorrono anche:

[...] le imprese, attraverso rappresentanze datoriali e sindacali; le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura

nell'erogazione dei servizi destinati a promuovere la crescita del sistema imprenditoriale e del territorio, che comprendono la

formazione, l'apprendimento e la valorizzazione dell'esperienza professionale acquisita dalle persone». E come principio direttivo

viene enunciato il «riconoscimento delle esperienze di lavoro quale parte essenziale del percorso educativo, formativo e

professionale della persona».

Il raccordo con

il territorio

10

2.Le forme di accordo scuola-territorio a durata pluriennale

La scuola, e/o la rete di scuole, successivamente ad una fase di studio e ricerca sul territorio,

dovrebbe individuare le realtà con le quali poter avviare collaborazioni concrete: queste

assumeranno sia la forma di accordi ad ampio raggio, a valenza pluriennale, per una co-

progettazione di percorsi formativi da parte della scuola e del mondo del lavoro, sia di

convenzioni operative per la concreta, specifica realizzazione di questi percorsi.

I soggetti del territorio dovrebbero supportare le scuole nel predisporre un’analisi dei

fabbisogni professionali richiesti dal territorio e proporre modalità di integrazione realmente

efficaci e che non si esauriscano soltanto nell’esperienza di lavoro degli studenti. L’impresa(e/o

la struttura ospitante) che riceve gli studenti, ha un ruolo che va oltre la semplice

organizzazione dell’esperienza di lavoro: essa diventa portatrice di una cultura del lavoro

(fatta di linguaggi, di nuovi apprendimenti, competenze e modelli organizzativi specifici) che

non appartiene alla scuola, e quindi aggiunge un valore fondamentale alla progettazione

formativa, che solo così diventa integrata.

Le tappe del rapporto scuola-territorio possono essere così sintetizzate:

� analisi del territorio, ad opera delle realtà presenti sul territorio;

� collaborazione tra le diverse realtà, che prelude ad una futura programmazione di un

progetto condiviso;

� stipula di accordi stabili per partenariati a valenza pluriennale.

Un percorso di alternanza scuola lavoro richiede che l’analisi delle caratteristiche socio-

economiche del territorio venga messa in relazione con le attitudini degli studenti. A fronte di

ciò è necessario che i dirigenti scolastici procedano alla stipula di accordi a valenza pluriennale

con i diversi soggetti del mondo del lavoro operanti nel territorio (che rinviano gli ambiti

operativi a protocolli attuativi o convenzioni).

Tali collaborazioni possono nascere da incontri svolti tra i diversi soggetti esperti del territorio,

in grado di fornire idee e spunti di riflessione per la futura programmazione, e possono

condurre alla formalizzazione di accordi che diano stabilmente luogo a partenariati a valenza

pluriennale, e che prevedano la presenza di:

� almeno due soggetti appartenenti al mondo produttivo( avere come riferimento più

soggetti consente alle scuole di operare con maggiore sostegno) ;

� almeno due soggetti tra: associazioni imprenditoriali a livello regionale o a livello

territoriale, agenzie per il lavoro, agenzie formative accreditate, cooperative, aziende

sanitarie locali, biblioteche, camera di commercio, industria, artigianato ed

agricoltura, centro ospedaliero, centro studi/documentazione, imprese, onlus, ordini

professionali, organizzazioni di categoria, professionisti, unioncamere, scuole (asili

nido, scuole d’infanzia, scuole primarie e secondarie, università…);

� soggetti dell’Amministrazione provinciale.

Il numero di attori coinvolti in una concertazione territoriale varia in base alla tipologia di

esperienza realizzata. Il caso più semplice è rappresentato dalla compresenza di solo due

soggetti: la scuola e l’azienda. Accanto a questo nucleo centrale, di volta in volta si assiste

all’ingresso di altri attori. Indipendentemente dalla complessità della rete, i nodi sono

rappresentati da singoli referenti la cui funzione deve prevedere il costante raccordo tra la rete

e l’organizzazione che li ha delegati: l’assenza o la debolezza di tale raccordo può infatti

compromettere la continuità nel tempo delle esperienze, come spesso accade.

Reti stabili e

strutturate

Indicazioni

operative

Fabbisogni

professionali

11

All’interno del reticolo la posizione centrale è assunta dal dirigente scolastico, responsabile inn

prima persona ad interfacciarsi con i contesti territoriali.

E’ responsabilità delle istituzioni scolastiche individuare, in fase di progettazione:

� i contenuti e il tipo di organizzazione dei percorsi;

� le metodologie didattiche da seguire;

� i contesti di lavoro nei quali attuare i percorsi; e quindi:

� il collegamento con i soggetti extrascolastici;

� quale tipo di accordo scegliere.

Gli accordi possono avere dimensione diversa, in genere più ampi sono quelli a livello

regionale che forniscono alle scuole una rete di punti di riferimento a cui rivolgersi (e da cui

eventualmente ricevere finanziamenti), per poi contattare i soggetti con cui stabilire

convenzioni.

E’ importante quindi che la scuola stipuli il tipo di accordo più consono alle proprie esigenze e

a quelle del soggetto partner, l’operazione di stipula dovrebbe derivare da un processo

condiviso di analisi delle realtà di riferimento.

Per dare all’alternanza il suo significato più vero di formazione anche sul lavoro, in vista di

una effettiva crescita professionale degli studenti coinvolti, occorre che essa abbia una

congrua durata, che si sviluppi nel tempo lungo tutto l’arco della scuola superiore, a partire

da una prima fase di orientamento, in una logica di filiera. A tal fine, meglio si prestano, oltre

alle convenzioni con le singole imprese, obbligatorie per legge, gli accordi più ampi quali il

protocollo d’intesa, l’accordo di settore, l’accordo interregionale, l’accordo quadro, l’accordo

di rete, l’accordo specifico, l’accordo di programma (o programmatico).

I percorsi in alternanza scuola lavoro si inseriscono a pieno titolo nel piano dell’offerta

formativa e prevedono lo svolgimento di attività all’interno del monte ore annuale, e poiché

tali attività hanno un senso se realizzate in collegamento con il mondo del lavoro, con le

imprese, con l’ambiente delle professioni, con gli enti territoriali, con le università e gli enti di

formazione, è chiaro che ogni percorso di alternanza deve essere supportato da accordi o

intese con i soggetti precedentemente elencati, tenendo conto di due cose in particolare: le

vocazioni degli studenti (il che comprende anche l’orientamento) e le richieste del mercato

del lavoro.

3. La mobilità transnazionale per l’apprendimento

La mobilità transnazionale volta all'acquisizione di nuove competenze, è uno dei mezzi

fondamentali attraverso i quali una persona, soprattutto se giovane, può incrementare le

proprie possibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale.

Anche nella Raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011 Youth on the Move -

Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento (2011/C 199/01) si parla di mobilità:

«Motivazione a partecipare ad attività di mobilità per l'apprendimento a livello

transnazionale»: «a) promuovere il valore aggiunto della mobilità per l'apprendimento tra i

discenti, le loro famiglie, gli insegnanti, i formatori, gli operatori socio-educativi ed i datori di

lavoro in termini di autorealizzazione e di sviluppo delle competenze professionali,

linguistiche, sociali e interculturali, di creatività, di cittadinanza attiva e di futura occupabilità,

in particolare nel contesto di un mercato del lavoro sempre più globale». La mobilità deve

essere sviluppata attraverso la costruzione di partenariati, «Partenariati e finanziamento»:

«a) Incoraggiare i partenariati per la mobilità per l'apprendimento con soggetti sia pubblici

Il dirigente

scolastico

Quali accordi?

Formarsi in

ambiti

internazionali

12

che privati che operano a livello regionale e locale [...]. Inoltre, dovrebbero essere rafforzate

le reti di scuole, università ed imprese che si scambiano informazioni, notizie e esperienze.

b) Incoraggiare le autorità regionali e locali a svolgere un ruolo sempre più incisivo nella

valorizzazione della mobilità per l'apprendimento basandosi sulle reti esistenti e creando

nuovi partenariati. c) Incentivare la cooperazione e la comunicazione attive, anche tramite la

sensibilizzazione e una campagna sui vantaggi della mobilità per l'apprendimento, tra i settori

dell'insegnamento e delle imprese, in quanto la partecipazione di queste ultime è un fattore

importante per il rafforzamento della mobilità dei giovani, ad esempio per quanto riguarda

l'offerta di tirocini [...]».

Un altro forte input europeo viene da ”Istruzione e Formazione 2010”, infatti la realizzazione

di progetti di alternanza scuola lavoro, con la fase di esperienze di lavoro in Europa, può dare

maggior impulso al conseguimento di alcuni degli obiettivi individuati nel programma di

lavoro:

� migliorare l’apprendimento delle lingue straniere,

� aumentare la mobilità e gli scambi,

� sviluppare lo spirito d’impresa,

� rafforzare la cooperazione a livello europeo.

Già alcune scuole hanno sperimentato la realizzazione di progetti di alternanza in contesti

europei; tali esperienze dovrebbero essere messe a sistema tenendo conto in particolare di:

� stabilire un collegamento delle esperienze di lavoro all’estero, attraverso una

adeguata progettazione, con la fase di aula,

� fare riferimento a reti di scuole già presenti in progetti europei e collaborare con

enti/imprese italiane attive anche all’estero,

� organizzare altri percorsi in base ad accordi con le camere di commercio che hanno

una rete europea.

4. L’analisi del territorio e dei fabbisogni professionali e formativi

La fase preliminare della progettazione di un percorso di alternanza scuola lavoro deve

prevedere una conoscenza accurata da parte della scuola, e dei suoi soggetti, del territorio in

cui va ad inserirsi ed intervenire. Questo si realizza attraverso un’analisi del territorio, che può

partire da un’indagine nei vari settori di attività esistenti per ipotizzare la situazione prevista

per gli anni successivi (il possibile incremento di assunzioni, lo sviluppo della produzione3, ...),

così da poter stabilire in quali settori vi è richiesta di lavoro, sia per correlarvi i progetti di

alternanza, sia per valutare la percentuale di studenti in alternanza da inviare nelle singole

imprese. La rete dei partner esterni individuati dovrebbe costituire un modello integrato di

esperienze diversificate, corrispondenti alla varietà di competenze da raggiungere.

L’alternanza in azienda permette di capire quali aspetti, quali contenuti di quella formazione

siano rilevanti, una volta che la persona sia collocata in un ambiente di produzione o di

servizio; ciò consente di promuovere e sostenere una formazione scolastica coerente con le

esigenze occupazionali del territorio e di accompagnarne l’evoluzione nel tempo. Per l’indagine

ci si può avvalere di una serie di dati e informazioni resi disponibili da ricerche, indagini e

rilevazioni di soggetti esterni alla scuola (indagine Excelsior di Unioncamere, statistiche Istat,

studi Isfol, Almalaurea, Almadiploma, altri osservatori del sistema camerale e degli enti locali e

3 Tema particolarmente importante nell’attuale fase dell’economia nazionale.

Indagine sui

settori di

attività

13

delle parti sociali, ...), da integrare con approfondimenti qualitativi nelle sedi di confronto tra

partner.

L’analisi del territorio contribuisce quindi anche alla costruzione del profilo della figura

professionale e alla definizione dei risultati di apprendimento che gli studenti dovranno

possedere al termine del percorso formativo, integrando la formazione scolastica con quella

sviluppata in realtà lavorative, e che dovrebbe consentire un migliore inserimento dei giovani

nel sistema economico.

Un’attenzione particolare in quest’analisi deve essere posta all’innovazione, intesa come

valorizzazione delle competenze relative alle tendenze socio-economiche in atto, non solo

nazionali ma anche europee.

5. Il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico

Il Comitato tecnico scientifico (o il Comitato scientifico per i licei) riveste un ruolo

fondamentale per l’apertura della scuola all’esterno.4 La costituzione dei CTS negli istituti

tecnici e professionali fa riferimento ai contributi che attengono alla dimensione organizzativa

della scuola, al sistema dell’autonomia scolastica inserito all’interno del più vasto sistema delle

autonomie territoriali, alla capacità di autorganizzazione delle istituzioni scolastiche per

rispondere meglio alle sfide dell’innovazione.

A seguito degli esiti di un lavoro di progressivo aggiustamento tra le diverse componenti

presenti nella scuola (collegio, consigli di classe, …) il CTS può fornire un valido contributo

perché:

� costituisce un tempo-spazio in cui si incrociano aspettative diverse (mondo della

scuola-mondo del lavoro) e in cui legittimamente si confrontano per dare unità ad

una proposta formativa;

� a partire da una proposta formativa condivisa è possibile effettuare una valutazione

sulla base di indicatori definiti;

� la scuola può utilizzare la valutazione per inserirla in modo organico all’interno dei

suoi processi di autovalutazione e miglioramento.

I CTS possono essere definiti in tre tipologie: a) CTS di scuola, b) CTS di territorio, c) CTS di rete

o di filiera.

La composizione del CTS di scuola è determinata dall’interno in funzione dell’analisi di

partenza (tipologia di istituto, territorio, utenti, mission e vision della scuola, …) e degli

4 Come indica la nota ministeriale n. 4857 del 19/12/2011, i CTS «promuovono e favoriscono occasioni di incontro e

scambio tra docenti delle scuole e rappresentanti qualificati del mondo del lavoro e delle aziende ed esprimono pareri e

suggerimenti in merito all’orientamento, in entrata e in uscita. I CTS, con composizione paritetica di docenti ed esperti del

mondo del lavoro e della cultura, per gli Istituti Tecnici e Professionali, devono sempre più svolgere un ruolo di raccordo

sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del

territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo. Possono, altresì, avere funzione consultiva e di

proposta per l’organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità. I CTS guardano

con attenzione al mondo economico che può offrire utili contributi per orientare le Scuole alla scelta dei saperi essenziali,

delle competenze tecnico-professionali e personali su cui investire, delle esperienze da offrire agli studenti in tirocini,

alternanza, stage, ricerche sul campo e, quindi, contribuire alle decisioni sulla flessibilità e sulla tipologia di offerta

formativa, in sinergia con gli enti territoriali. I CTS, per quanto applicati nella scuola per via facoltativa e non obbligatoria,

rappresentano una necessità di condiviso valore per sostenere e progettare l’innovazione ordinamentale in atto nel

sistema scolastico. I CTS aiutano la scuola nell’attuazione del riordino degli ordinamenti e consentono di implementare i

rapporti con il terziario, le Università, il mondo dell’impresa e del lavoro».

CTS di scuola,

di territorio, di

rete o di filiera

14

obiettivi di miglioramento individuati. L’ambito di azione è ovviamente circoscritto alla singola

scuola.

Il CTS di territorio è stato da più parti invocato come un modello organizzativo che può andare

incontro alle esigenze di scuole collocate in territori in cui vi è una difficoltà consistente a

reperire referenti aziendali disponibili, oppure situati in territori in cui prevale una certa

distanza tra scuola/imprese/centri di ricerca. Un comitato tecnico scientifico può farsi carico

di un territorio.

Il CTS di rete o di filiera tiene conto delle tipologie di scuola all’interno di un territorio che può

essere anche molto esteso e unisce, ad esempio, solo licei, o solo istituti tecnici e/o

professionali con particolari vocazioni. Nasce come proposta laddove la sperimentazione di reti

di scuole per la realizzazione di servizi o attività ha una storia consolidata. Un comitato tecnico

scientifico può farsi carico di una rete o di una filiera.

15

PROGETTAZIONE CONDIVISA

1. La coerenza con il Piano Offerta Formativa (POF) dell’istituzione scolastica

L’alternanza scuola lavoro rappresenta una metodologia formativa basata sullo sviluppo di

processi di apprendimento che privilegiano la dimensione dell’esperienza.

La progettazione dei percorsi di alternanza scuola lavoro deve considerare sia la dimensione

curricolare, sia la dimensione esperienziale, legata a specifiche attività lavorative. Le due

dimensioni devono essere integrate in un percorso unitario che miri allo sviluppo di competenze

richieste dal profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e spendibili nel mondo

del lavoro.

Scuola e impresa sviluppano insieme occasioni di apprendimento significative sfruttando le

opportunità delle esperienze che i due ambiti riescono a mettere a disposizione degli studenti.

In campo didattico, il concetto di competenza ha una valenza molto forte per quanto riguarda

l’atteggiamento docente verso l’alunno e verso le metodologie. Se la competenza presuppone

l’integrazione di abilità e conoscenze con capacità personali, relazionali, metodologiche, è

evidente che la didattica non può limitarsi alla trasmissione del sapere e alla sua applicazione

“addestrativa”, come l’atteggiamento del docente non può esaurirsi nell’istruire, senza occuparsi

dell’educazione delle capacità personali. Se competenza è “sapere agito”, capacità di agire per

modificare la realtà, la didattica deve offrire allo studente occasioni di risolvere problemi e

assumere compiti e iniziative autonome, per apprendere attraverso l’esperienza e per

elaborarla/rielaborarla rappresentandola attraverso la riflessione, l’applicazione.

La chiave del metodo sta nel coinvolgimento degli studenti. L’ascolto pone lo studente al centro

dell’attenzione dei docenti, gli dà la parola, crea un dialogo in cui egli porta il suo contributo.

I talenti, le potenzialità devono emergere, devono essere cercati e riconosciuti (spesso gli stessi

ragazzi non ne sono consapevoli, e la scuola, con la sua attenzione esclusiva o prevalente allo

studio teorico, non ne promuove la consapevolezza) e costituire il riferimento della responsabilità

della persona. Occorre, in definitiva, far emergere stili di apprendimento, metodi di studio e

caratteristiche peculiari dei soggetti che apprendono.

Il sapere agito

L’apprendimento in contesti integrati

Nella progettazione dei percorsi di alternanza scuola lavoro, diventa importante dare il giusto

rilievo all’esperienza, al lavoro d’équipe, a situazioni che rappresentino un’evoluzione della

didattica in laboratorio. L’apprendimento in questo caso avviene in situazione, e il conoscere si

intreccia con il fare. Andare in azienda non si riduce ad una visita, è parte integrante di un

processo che vede in sinergia l’aula e il mondo del lavoro. In entrambi i contesti vengono

proposte attività laboratoriali nelle quali lo studente sia protagonista in compiti concreti e

autentici, attraverso i quali agire, rendere prestazioni e sviluppare quelle abilità e conoscenze che

compongono la competenza.

Il mettersi alla prova favorisce lo sviluppo delle competenze e comporta la scoperta del senso

delle conoscenze ed abilità apprese a scuola. Ogni progetto, quindi, dovrebbe contenere attività

e strumenti riguardanti:

� preparazione all’attività in azienda attraverso quelle conoscenze necessarie per

orientarsi, comprendere, e trarre il massimo beneficio dal nuovo ambiente di

apprendimento;

� documentazione dell’esperienza in azienda (strumenti di accompagnamento alla

Il valore

dell’esperienza

16

esperienza di lavoro);

� feedback sull’esperienza in azienda.

Ciò consentirebbe di verificare in termini di aumento di competenze l’assunzione di responsabilità

da parte dello studente, la sua comprensione degli aspetti rilevanti di un vivere adulto e infine

sostiene un orientamento consapevole della sua capacità di scelta.

Che cosa si progetta?

In sede di progettazione devono inoltre essere previste le attività che lo studente svolgerà nel

percorso, in aula e nella struttura ospitante. Questa attenzione non è banale, in quanto, nella

maggioranza dei progetti inseriti nel monitoraggio, mentre vengono esplicitati anche

dettagliatamente i contenuti delle lezioni in aula, non vengono quasi mai menzionate le attività

pratiche svolte nella struttura ospitante (dato sicuramente interessante anche per rilevare la

correlazione del percorso con il curricolo di studi).

Quali attività

Le azioni da inserire nel percorso, per quanto riguarda il sistema, sono:

� Interventi formativi attuati dalle imprese a favore dei soggetti coinvolti nel

progetto

� Attività previste per il percorso da realizzare in azienda, coerenti con le

competenze, abilità e conoscenze da acquisire

� Controllo in parallelo del sistema di competenze docente interno/esperto

aziendale

� Rilevazione delle reti formative di riferimento per l’azienda

� Nuclei di documentazione

� Individuazione di interfaccia tra scuola e impresa

� Definizione di un piano di comunicazione istituzionale

Per quanto riguarda i soggetti coinvolti:

� Orientamento e sensibilizzazione al percorso

� Contatti con le organizzazioni

� Definizione di un’area di integrazione con la classe comprendente interventi volti

a:

− sensibilizzare gli studenti

− orientarli a riflettere su attese relative all’esperienza lavorativa

− stimolarli all’osservazione di dinamiche organizzative e di rapporti tra soggetti

nella struttura ospitante

− condividere e rielaborare quanto sperimentato durante l’esperienza

− produrre una rendicontazione documentale del percorso (utilizzo di ICT).

Una scelta determinante nel progetto in alternanza è costituita dal criterio di individuazione dei

destinatari, ferma restando la possibilità per il singolo allievo, prevista dalla norma, di scegliere

l’alternanza come modalità di frequenza nel secondo ciclo, sarà definito a monte se selezionare gli

allievi in base alle difficoltà scolastiche,alle eccellenze, alle richieste, alle attitudini dimostrate, agli

interessi manifestati .

Scelta dell’utenza

17

2. La progettazione dei percorsi, il ruolo delle imprese e/o enti, dei Dipartimenti e dei Consigli di

classe

La progettazione di un curricolo che riconosca come uno dei suoi pilastri l’alternanza deve ben

tenere presente il valore orientante e professionalizzante dei saperi, in modo da considerare

l’esperienza pratica come un valido riscontro di contesti teorici. In tal modo teoria e prassi si

coniugano e rendono significativi i processi di apprendimento. Una tale progettazione

richiede anche che si conoscano gli strumenti adeguati, come i repertori dei processi di lavoro

e di competenze, le banche dati di aziende, le schede per le diverse tipologie di aziende

(descrizione di processi, ruoli, funzioni…), e che si abbia un chiaro profilo degli allievi, in modo

da coordinare la loro identità e gli step del progetto.

L’orientamento, le responsabilità di risultato ed i focus principali possono essere anche diversi

per i rispettivi ordini di studio:

� nei licei i percorsi organizzati mirano in modo prevalente allo sviluppo della

dimensione di ricerca;

� negli istituti tecnici l’alternanza permette l’esercizio delle competenze

professionali in un contesto di laboratorio esteso al territorio;

� negli istituti professionali, così come nei tecnici, con una particolare

attenzione ad una progettazione specifica per costruire il futuro inserimento

lavorativo.

Data la dimensione curricolare dell’attività di alternanza, le discipline sono necessariamente

contestualizzate e coniugate con l’apprendimento mediante esperienza di lavoro: ciò

comporta l’analisi delle condizioni di praticabilità di esercizio dell’autonomia scolastica di

adeguare i contenuti alle esigenze del contesto socioeconomico. Questi aspetti sono

determinanti per le proposte dei CTS e le attività dei Dipartimenti.

Considerata la focalizzazione sui risultati di apprendimento, a conclusione del quinquennio nei

nuovi Regolamenti, oggi risulta necessario soprattutto individuare il modo di ri-scrivere tali

esiti, per renderli riconoscibili alla scuola che dovrà riconoscerli. “Attraverso la metodologia

dell’alternanza, - si legge nelle Linee Guida al Trienni degli IT - si permettono l’acquisizione, lo

sviluppo e l’applicazione di competenze specifiche previste dai profili educativi culturali e

professionali dei diversi corsi di studio che la scuola ha adottato nel Piano dell’Offerta

Formativa”. Ad esempio, il tutor con i docenti delle discipline di indirizzo e il consiglio di

classe di un Istituto Tecnico Economico potrà progettare con l’azienda un percorso che possa

portare ad un risultato di apprendimento afferente alla competenza “Redigere relazioni

tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali” .

Secondo analogo approccio l’alternanza può essere realizzata in un liceo per lo sviluppo, ad

esempio, di specifiche competenze linguistiche. Per tali competenze le stesse Indicazioni

nazionali dei Licei prevedono “stage formativi in Italia o all’estero (in realtà culturali, sociali,

produttive, professionali) potranno essere integrati nel percorso liceale.”

La descrizione degli esiti deve essere condivisa sia rispetto al linguaggio utilizzato sia rispetto

ai contenuti. La ricerca di una condivisione sostanziale risulta necessaria sin dalla fase di

progettazione, sia per l’accoglimento degli elementi di valutazione forniti dai tutor al Consiglio

di classe, sia per il riconoscimento dei crediti al giovane da parte del mondo del lavoro, anche

per un eventuale passaggio all’apprendistato: per rendere cioè effettivi i requisiti della

mobilità. La progettazione definisce pertanto la procedura e gli strumenti per la certificazione

Integrazione con il

curricolo

18

finale.

Alternanza scuola lavoro come metodologia

Istituti tecnici

potenziamento metodologico

Istituti professionali

orientamento

Licei

ricerca

Fig. 5 – I focus dell’alternanza scuola lavoro in relazione al curricolo.

Progettare in verticale e orizzontale

Anche se l’alternanza è spesso un’esperienza riservata alle classi degli ultimi anni della

scuola secondaria di secondo grado, dovrebbe essere un modus operandi che si integra nel

curricolo verticale ed orizzontale per tutti e cinque gli anni delle superiori. Diventa così

effettivamente una componente essenziale della vita scolastica degli studenti, i diversi

saperi caratterizzanti il percorso scolastico sono vissuti nel mondo del lavoro e inoltre gli

studenti potrebbero, sul lungo periodo, acquisire e sviluppare competenze.

La progettazione dei percorsi di alternanza prevede, peraltro in coerenza con le linee guida

del riordino, un alleggerimento della didattica tradizionale a favore di metodologie in cui

sia possibile acquisire anche saperi in ambienti non formali e informali, da tradurre

successivamente nell’ambito formale della scuola.

In prima istanza, occorre che i docenti dell’intero consiglio di classe individuino nelle aree

disciplinari di riferimento quei nuclei fondanti, quei contenuti che possono coinvolgere e

interessare lo studente, in quanto risultano traducibili in esperienze concrete e in contesti

di realtà sperimentabili.

Il curricolo verticale

Progettare per orientare

Un tale processo, costruito in modo logico e organico, deve quindi non solo consolidare

l’incontro con il mondo del lavoro, ma deve diventare un’esperienza orientante, volta a

favorire la conoscenza del sé e della società contemporanea.

La fase progettuale dei vari percorsi monitorati dall’Indire presenta molto spesso un

quadro unilaterale, in cui scuola e impresa appaiono universi separati. Integrare i saperi di

entrambe le realtà, da una parte la scuola con le sue metodologie educative e di sviluppo

delle risorse personali, dall’altra il mondo del lavoro, con la conoscenza dei reali sbocchi

professionali determina nello studente una maggiore consapevolezza delle scelta di vita.

Esperienza orientante

19

Progettare in rete

Un percorso di alternanza scuola lavoro può essere presentato da un istituto di istruzione

secondaria di secondo grado:

a) singolarmente o in rete,

b) in convenzione con enti, imprese, associazioni di categoria, ...,

c) in collaborazione con una agenzia-ente di formazione.

La progettazione in rete prevede un istituto capofila che presenta la domanda di avviare

attività in alternanza con un numero adeguato di istituti in accordo di rete. Le singole scuole

sono responsabili, per la gestione organizzativa, amministrativa e didattica, del percorso che

attuano in rete, in collaborazione con l’istituto capofila, in conformità con le norme

contenute nel d.lgs. 77/05.

L’ipotesi progettuale può nascere da una proposta formulata all’interno degli organi

collegiali della scuola ed in particolare dai CTS, sulla base di esigenze di vario tipo, che

possono integrare l’offerta formativa dell’istituto e sostenere la realizzazione di percorsi

personalizzati mirati sia alla valorizzazione delle eccellenze che alla rimotivazione allo

studio. L’ipotesi progettuale può rispondere ad una proposta del territorio e provenire dalla

Regione (o da altro ente pubblico), dall’USR o da soggetti del mondo del lavoro (associazioni

di categoria, datoriali, Camere di commercio...).

Lo scopo è quello di favorire un più stretto rapporto tra scuola e realtà territoriali, così da

rispondere meglio ai fabbisogni professionali dell’ambiente e ad un utilizzo razionale del

capitale sociale, rappresentato dai giovani che terminano il loro percorso formativo.

Ipotesi progettuale

20

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

1. Ruoli e funzioni delle figure coinvolte

Come previsto dal riordino, la scuola si può avvalere di diversi soggetti per lo sviluppo dei progetti

di alternanza: il Comitato tecnico scientifico, i Dipartimenti, che si affiancano agli altri organi

scolastici istituzionali (Collegio dei docenti, Consiglio di istituto, Consigli di classe...).

Inoltre certamente è necessario avvalersi di un docente con funzione strumentale per l’alternanza

scuola lavoro o di un referente di progetto che si colleghi con gli altri organi scolastici.

La scuola può anche dotarsi di una struttura dedicata all’alternanza come un gruppo di progetto,

o anche utilizzare quei gruppi strutturati che hanno anche altre funzioni nella scuola; in entrambi i

casi occorre prevedere la presenza di soggetti esterni alla scuola.

Il percorso dell’alternanza richiede la partecipazione dell’impresa e a volte di consulenti esterni.

Questi sono depositari di competenze non previste nel curricolo, necessarie per affrontare

l’esperienza di lavoro (dall’organizzazione del lavoro, alle norme per la sicurezza, la salute, il rischio,

a come si opera in équipe, a come si affrontano i problemi, o un colloquio di lavoro…).

Il Dirigente scolastico coordina lo sviluppo di tutto il progetto di alternanza, e in particolare:

gestisce le risorse finanziarie e strumentali e i risultati del servizio; svolge autonomi poteri di

direzione e coordinamento dell’attività scolastica; promuove gli interventi per assicurare la qualità

dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche

del territorio; partecipa ad ogni attività di progettazione, realizzazione e valutazione di percorsi di

alternanza scuola lavoro e firma ogni atto, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali.

Il Direttore dei servizi generali amministrativi secondo criteri di efficacia, efficienza ed

economicità, in conformità ai principi della trasparenza amministrativa, per ogni singolo progetto

di alternanza predispone una scheda finanziaria in cui vengono indicati: l’estensione temporale del

progetto, il periodo di attuazione, le fonti di finanziamento, i costi previsti e le quote di spesa

complessiva, attribuita a ciascun anno finanziario in attuazione del Piano dell’offerta formativa.

Tali schede, unitamente ad una dettagliata relazione sull’andamento delle attività svolte

concorreranno alla stesura, da parte del DSGA medesimo, del conto consuntivo inerente l’esercizio

finanziario.

Il Collegio dei docenti, con particolare riferimento all’alternanza scuola lavoro, esprime il proprio

potere deliberante: nell’elaborazione del POF, nell’approvazione degli accordi con reti di scuole,

nella verifica della coerenza del percorso con gli esiti di apprendimento previsti.

I Dipartimenti, in relazione alla nota ministeriale n. 4857 del 19/12/2011, costituiscono

un’articolazione progettuale dei processi di innovazione, recepiscono le proposte dei CTS e

contribuiscono ad organizzare Io sviluppo per competenze del curricolo. L’organizzazione dei

Dipartimenti può essere promossa per svolgere compiti in ordine alla condivisione di percorsi,

strategie didattiche, strumenti e criteri di valutazione comuni.

Il Comitato Tecnico Scientifico può costituire un importante supporto al Collegio Docenti e ai

Dipartimenti nella costruzione di un curricolo orientato al lavoro e votato al rispetto delle vocazioni

personali, degli interessi e degli stili individuali degli studenti. La natura del CTS, organo che mette

a confronto il mondo della scuola e quello del lavoro, consente alla scuola e soprattutto nella filiera

Ruoli e

funzioni

21

dell’istruzione Tecnica e Professionale di realizzare un sistema aperto e di potenziare il curricolo in

chiave orientativa.

Al Consiglio d’istituto appartiene la competenza economico-gestionale per l’organizzazione

complessiva del servizio scolastico. Il C.d.I. delibera: in merito all’adesione dell’istituto a reti di

scuole e consorzi ed alla partecipazione della scuola ad iniziative che comportino il coinvolgimento

di agenzie, enti, università, soggetti pubblici, ecc; in merito all’individuazione dei limiti di spesa per

le attività della scuola; oppure, fatte salve le competenze del C.d.D. e dei C.d.C., ha potere

deliberante per quanto concerne il POF, nei limiti delle disponibilità di bilancio.

I Consigli di classe individuano, all’interno della programmazione della classe, le competenze da

sviluppare in modalità di alternanza; strutturano la programmazione didattica per favorire il

raccordo tra le attività formative degli studenti in aula e quelle degli studenti che alternano scuola

e lavoro; verificano e valutano gli apprendimenti acquisiti in modalità di alternanza, in itinere e a

conclusione del percorso, come parte integrante della valutazione complessiva; certificano le

competenze ottenute dagli studenti anche in modalità di alternanza.

Il docente funzione strumentale per l’alternanza scuola lavoro (o il referente di progetto) è il

punto di raccordo tra gli operatori interni ed esterni per tutte le attività previste dai progetti di

alternanza in accordo con i C.d.C..

Tra tutti i soggetti presentati, ai fini dell’alternanza risultano strategiche alcune figure che si

concretizzano in quelle professionali deputate a seguire lo studente nella sua attività. Esse sono: il

tutor interno, il tutor esterno.

Il ruolo del tutor interno (uno per classe, uno per ogni gruppo in alternanza di studenti …) consiste

nell’assicurare il raccordo tra scuola, studente, famiglia, azienda per promuovere quella

corresponsabilizzazione necessaria alla positiva riuscita del percorso formativo. Elabora, insieme

allo studente, il patto formativo che quest’ultimo dovrà sottoscrivere. Si occupa di assistere e

guidare lo studente durante tutto il processo di apprendimento. Aggiorna inoltre il Consiglio di

classe sul procedere dell’attività e monitora la correttezza dello svolgimento dei percorsi definiti

nel progetto educativo. Acquisisce elementi per il monitoraggio e la valutazione.

Il docente tutor interno è designato dall’istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone

fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili

Il tutor esterno è il referente dell’impresa (o della struttura ospitante) partecipante al progetto di

ogni gruppo classe. E’ coinvolto dal Consiglio di classe al momento della elaborazione del progetto

educativo. E’ incaricato di assicurare il raccordo tra azienda, scuola, studente: per questo agirà in

stretta collaborazione con il tutor della scuola, con il quale coopera nell’analisi dell’andamento

dell’esperienza. Assicura l’accoglienza e l’inserimento stabilendo una relazione corretta dello

studente con l’azienda, diventa la persona di riferimento per lo studente durante le fasi di

permanenza in azienda. E’ inoltre tenuto a fornire all’istituzione scolastica gli elementi concordati

per valutare le attività dello studente e l’efficacia dei processi formativi. Il tutor esterno è designato

dall’istituzione scolastica o formativa

22

REALIZZAZIONE

1. La promozione dell’informazione

La buona riuscita di un progetto di alternanza dipende anche da come viene gestita l’informazione,

la comunicazione e la documentazione di programmi ed iniziative.

Per attivare tutti i possibili punti di riferimento in ambito locale (scuola e territorio) e garantire il

coinvolgimento della potenziale utenza sarà necessario promuovere attività per la diffusione delle

informazioni, la distribuzione di materiale di documentazione, la realizzazione di attività di

orientamento per gli studenti.

Il processo può avere inizio all’interno della scuola partendo dalla sensibilizzazione del personale

docente alla partecipazione a progetti di alternanza e proseguendo col coinvolgimento degli

studenti, delle famiglie e delle realtà locali (enti locali, imprese, volontariato, … coinvolti nella

diffusione delle informazioni).

Potrebbe essere opportuno individuare tra il personale docente il o i referenti per l’informazione.

Se poi la scuola ha già svolto progetti di alternanza, vi è la possibilità di identificare anche una

rappresentanza di studenti che possano costituirsi come referenti peer to peer per promuovere

iniziative di documentazione su esperienze, progetti ed attività svolte.

Importante è anche l’identificazione dei tempi da destinare all’informazione, dai momenti

occupati da manifestazioni, dibattiti, contatti con la stampa e le tv locali, ai tempi più lunghi della

produzione e distribuzione di materiali nelle classi o all’apertura di uno sportello dedicato. Se

esiste una rete territoriale di scuole in cui si pratica l’alternanza è opportuno unificare il processo

dell’informazione.

Promuovere

attività

Il ruolo degli

studenti

2. Le attività di orientamento in alternanza

Una scuola che opera la scelta di attivare percorsi di alternanza scuola lavoro dovrebbe anche

progettare un sistema di orientamento che accompagni gli studenti fin dal primo anno,

individuandone le caratteristiche, portandoli gradualmente all’esperienza che li attende e

seguendoli infine anche all’uscita dalla scuola superiore in base ai risultati ottenuti nel corso

dell’esperienza di lavoro.

Orientare

alla realtà

Occorre però anche che, in preparazione all’attività da svolgere presso la struttura che li ospiterà,

gli studenti affrontino, sia con gli insegnanti della scuola che con esperti esterni, un periodo di

informazione/formazione (diversificata in relazione alla struttura in cui si svolge o al tipo di istituto

scolastico frequentato, ma comunque pianificata in accordo tra struttura e scuola) al termine del

quale dovrà risultare chiaro:

a) quale sarà il tipo di attività che andranno a svolgere, con quali diritti e doveri;

b) quale rapporto dovrà esistere tra l’attività a scuola e l’attività nella struttura ospitante.

Il significato più ristretto del termine orientamento indica il fornire informazioni di qualsiasi genere

a qualsiasi utente, è importante che il fruitore di quelle informazioni sia in grado di ricercale,

comprenderle ed utilizzarle.

Compito della scuola è quindi utilizzare una didattica orientativa che metta lo studente in grado di

compiere scelte lungo l’arco della sua vita, scolastica e non.

Didattica

Orientativa

Didattica orientativa si fa solo quando dall’inizio del percorso scolastico fino alla fine delle superiori

si seguono certi criteri grazie ai quali la formazione impartita si plasma sulle attitudini del soggetto

così da permettergli una scelta di vita consapevole e realistica.

23

3. I percorsi di apprendimento tra scuola e lavoro

L’alternanza non è un’attività limitata ai tempi dello stage, ma è piuttosto una modalità

didattica che corre lungo tutto l’arco dell’anno scolastico e addirittura può divenire il

percorso, il filo conduttore di più anni scolastici consecutivi. Un processo progettuale così

ampio si presta con difficoltà ad una suddivisione in parti separate e distinte, perché ogni

fase si collega strettamente-e concettualmente - alla precedente ed alla successiva.

L’intero processo conosce uno sviluppo che va dalla sua ideazione alla progettazione, alla

realizzazione, fino alla valutazione conclusiva, articolandosi in due macroaree, quella

organizzativa e quella didattica.

Alla parte organizzativa competono tutte quelle attività che vanno da un’autodiagnosi che

riscontri la congruenza di un progetto con le risorse esistenti e col capitale umano disponibile,

al coinvolgimento del corpo docente per rispondere ai bisogni di studenti, che dovranno

inserirsi con un ruolo attivo nella moderna società della conoscenza, quindi al coordinamento

di un progetto (relativamente al contesto in cui la scuola opererà, all’ambito territoriale di

riferimento - che secondo i più recenti indirizzi potrà essere anche un paese europeo), che

tenga conto della coerenza dei contenuti con gli obiettivi da raggiungere, e del possesso di

strategie adeguate agli obiettivi.

Alla parte didattica compete, dopo che l’analisi del territorio li ha individuati, un

riconoscimento dei partner, i soggetti ospitanti, e un loro coinvolgimento nell’individuazione

degli obiettivi da raggiungere, la scelta di metodologie di riferimento, l’articolazione dei

contenuti di apprendimento, la valutazione delle competenze.

Nella fase di attuazione - realizzazione del processo, compete all’attività organizzativa la

selezione degli esperti e dei tutor, la scelta delle azioni di promozione dell’informazione (di

pubblicizzazione del progetto), la scelta dei criteri per la costituzione dei gruppi , il

monitoraggio in itinere.

Durante la fase di gestione del progetto la domanda che ci si deve porre è: la gestione è

coerente con la progettazione? Eventuali incoerenze da cosa possono dipendere? E’ possibile

attuare correzioni e curvature?

Al termine di questo lungo processo, la fase valutativa dovrà accertare se mezzi, metodi e

strategie, nel contesto di quel determinato progetto, sono risultate efficaci e perché (e la

valutazione dovrà riferirsi sia all’aspetto organizzativo che a quello didattico, una valutazione,

insomma, di efficienza e di efficacia) così da sviluppare anche in fase finale la promozione

dell’informazione che attualizzi la trasferibilità del percorso progettuale, in vista di una

condivisione di metodologie e percorsi praticabili.

In preparazione all’attività da svolgersi presso la realtà lavorativa, gli studenti svolgono

un’attività di orientamento, diversificata in relazione alla struttura in cui si svolge o al tipo di

istituto scolastico frequentato, ma comunque pianificata in accordo tra azienda e scuola: per

ogni studente, scuola e struttura viene predisposto un percorso formativo e di orientamento.

Nel percorso vero e proprio l’attività di lavoro è preceduta da un periodo di preparazione in

aula, con la partecipazione di esperti esterni. Nel periodo di orientamento, docenti ed esperti

accompagnano gli studenti a comprendere il peculiare tipo di attività che andranno a

svolgere.

In aula

Il periodo di lavoro nella struttura prescelta è accompagnato da momenti di raccordo in aula

tra i percorsi disciplinari e l’attività formativa esterna, con valenza orientativa, e si conclude

con un processo valutativo dell’attività svolta dallo studente, attuato dal tutor scolastico e dal

Esperienza in

contesti

lavorativi

24

tutor esterno, il cui documento conclusivo viene poi presentato al Consiglio di classe per una

valutazione formale conclusiva.

Ogni studente è seguito da un tutor esterno, il responsabile didattico - organizzativo

dell’attività svolta nella realtà lavorativa, e da un tutor scolastico, con funzioni di controllo

dell’attività, di raccordo tra scuola e impresa, di assistenza allo studente.

Tutor esterno e

tutor scolastico

Le regole delle esperienze di lavoro, recanti gli obblighi di ciascun partecipante, sono

contenute nel “patto formativo” tra lo studente, la scuola, e l’impresa. Le modalità attuative

(fasi, tempi, attività) di un percorso di alternanza scuola lavoro sono coprogettate dai Consigli

di classe interessati e dai tutor interni ed esterni.

All’attività di alternanza può essere destinata una quota di ore definita dall’istituto scolastico

(a partire da tre settimane); questo periodo si articola in una (o più) fase di apprendimento in

aula e in una (o più) fase di apprendimento in una struttura ospitante.

E’ importante sottolineare che la durata del percorso deve essere coerente con gli obiettivi

formativi del progetto.

L’attività di alternanza, in conclusione, deve essere considerata come un percorso unico e

articolato da realizzare in contesti diversi con una forte integrazione e equivalenza formativa

tra esperienza scolastica ed esperienza lavorativa.

La personalizzazione dei percorsi formativi

Col termine “personalizzazione” si intende il riferirsi del percorso formativo alla specifica

realtà personale dello studente, cioè l’adattamento dell’intervento formativo alle esigenze

di uno o più soggetti che vi partecipano. Personalizzare significa progettare e realizzare

differenti percorsi di acquisizione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze in base

alle caratteristiche proprie di ciascuno studente, ai suoi stili cognitivi, al suo particolare

metodo di studio, alle sue peculiarità. La “personalizzazione” ha, quindi, una funzione

centrale e decisiva rispetto al raggiungimento del successo formativo da parte degli

studenti; rappresenta il criterio guida tanto della progettazione che della realizzazione di

ogni percorso. Al contempo è un’opzione metodologica di fondo e indica una serie di azioni

specifiche che consentono di perseguire il fine del successo formativo per tutti.

L’organizzazione del gruppo classe dovrebbe prevedere momenti in cui gli alunni, in piccoli

gruppi, conducono esperimenti, progettano e realizzano esperienze, portano a termine

compiti significativi.

I percorsi di alternanza scuola lavoro sono personalizzati anche nel senso di poter costituire

supporto, promozione e valorizzazione per:

� studenti con difficoltà nel percorso scolastico tradizionale, che possono

trovare in queste esperienze modi alternativi di esprimere le proprie

capacità;

� studenti solidi dal punto di vista delle conoscenze (cosiddette “eccellenze”),

favorendo l’orientamento e lo sviluppo di competenze (per questi alunni

l’alternanza si configura come una metodologia volta a rafforzare le loro

conoscenze teoriche e ad indirizzare le loro potenzialità, in modo da

agevolare l’impostazione del loro futuro professionale);

� persone in situazione di deprivazione formativa, diversamente abili, che si

trovano quindi a dover superare fenomeni di esclusione dal sistema

25

scolastico, dal sistema sociale ed infine dal mercato del lavoro (per queste

persone, applicarsi in situazioni protette, sotto la vigilanza sia del tutor

scolastico che di quello esterno, permette di evidenziare abilità ed

intelligenze che non hanno avuto modo di palesarsi in ambiente scolastico e

può offrire la possibilità di prendere in considerazione l’opportunità di

scegliere un percorso scolastico diverso e più adatto alle proprie capacità).

Un percorso “personalizzato” non indica l’obbligo di percorsi distinti per ciascun allievo, ma

si riferisce al gruppo di competenze, coerenti con le attitudini degli studenti e con le

caratteristiche delle strutture ospitanti.

L’istituto scolastico favorisce, quindi:

� il coinvolgimento delle famiglie nell’approvazione e nel sostegno delle

attività di stage;

� gli interventi individualizzati finalizzati:

− alla promozione delle eccellenze;

− al sostegno delle disabilità;

− alla motivazione all’apprendimento;

− al recupero della dispersione scolastica;

− alla costituzione di “gruppi di scopo”, team organizzati intorno ad

obiettivi comuni, capaci di condividere in modo collaborativo le

competenze dei singoli e di sviluppare rapporti di fiducia e capacità

di comunicazione.

� la valutazione individualizzata dell’utenza in ingresso;

� la destinazione degli studenti in aziende/strutture ospitanti coerenti con le

loro caratteristiche.

D.S.

Tutor scolastico

Responsabile struttura ospitante

Tutor aziendale

Attività d’aula (docenti, esperti

esterni...)

Attività in stage

Esiti del percorso per lo studente

Fig. 1 – La realizzazione del percorso.

26

4. Gli strumenti di accompagnamento all’esperienza in contesti lavorativi

L'alternanza tra periodi di studio e lavoro è una modalità di realizzazione del percorso

formativo progettata, attuata e valutata dall'istituzione scolastica e formativa in

collaborazione con le aziende, che assicura ai giovani, oltre alle conoscenze di base,

l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.

Le imprese

Per raggiungere tali obiettivi, l'elemento distintivo dell'alternanza diviene indubbiamente

l’esperienza di lavoro ed ancor di più il ruolo che la stessa assume nel percorso

complessivo. Mentre, infatti, tradizionalmente l’esperienza di lavoro è visto come l'ideale

completamento di un corso, oppure è inserito nelle pause della didattica, nell'alternanza

tale esperienza è un elemento costitutivo e caratterizzante della formazione.

Lo stage non può essere collocato in qualsiasi momento del percorso e non può essere

reiterato ciclicamente, anche se è possibile suddividerlo in vari momenti nel corso

dell'anno. Deve invece essere uno strumento progettato e realizzato “ad hoc” per il

percorso di apprendimento rispondente ai fabbisogni del target di riferimento, gli

studenti. In tal senso, lo stage diviene lo strumento flessibile per fornire un’occasione di

passare in modo intermittente dai periodi di scuola a quelli di lavoro.

L’attività di stage in azienda o presso enti e/o associazioni costituisce un’occasione per la

conoscenza diretta del mondo del lavoro, che permette allo studente di sperimentare una

specifica realtà aziendale. Lo’esperienza di lavoro può avere finalità “osservativa”,

“orientativa” con lo scopo di osservare/conoscere processi lavorativi senza che l’allievo ne

sia direttamente coinvolto, oppure “applicativa” dove lo studente può concretamente

svolgere delle attività, con la supervisione del tutor aziendale, applicando conoscenze e

abilità apprese nel periodo scolastico ed attinenti al percorso complessivo di alternanza

scuola-lavoro.

L’azienda

In tal senso, l’alternanza scuola lavoro non è, e non si conclude, con la sola attività di

stage, che lo studente vive nel contesto aziendale, ma rappresenta una modalità di

apprendere in continuità con quanto svolto nell’istituzione scolastica.

L’esperienza di lavoro degli studenti è supportata, durante tutto il processo di erogazione,

da documentazione e da strumenti di accompagnamento che permettono la

formalizzazione dell’esperienza, il racconto delle attività svolte ed una sua valutazione.

Sono questi elementi utili ad un’elaborazione dell’esperienza che permettono di

valorizzare e di mettere in trasparenza gli apprendimenti e le competenze conseguite nel

percorso.

Dal punto di vista organizzativo e gestionale, il percorso di alternanza, e nello specifico

l’attività di stage, necessita di alcuni strumenti che gli istituti scolastici e gli enti ospitanti,

di concerto, devono predisporre e, ove necessario, sottoscrivere al fine di salvaguardare

tutti i soggetti implicati: studenti, famiglie, istituti scolastici ed aziende.

Per quanto riguarda i documenti di accompagnamento all’esperienza di lavoro, è

necessario che, insieme alla convenzione, la scuola predisponga alcuni strumenti per

rappresentare le azioni:

Strumenti di

accompagnamento

allo stage

� Scheda di adesione al percorso di alternanza, con cui lo studente chiede di poter

frequentare le attività del percorso di alternanza scuola lavoro

� Dichiarazione di assenso del genitore (o di chi ne fa le veci)

� Convenzione di stage

� Patto formativo

27

� Registro personale dello stagista (o diario di bordo o report dello studente)

� Dichiarazione di idoneità

� Valutazione dei rischi

Scheda di adesione al percorso di alternanza

All’inizio del percorso di alternanza, lo studente aderisce al percorso di stage attraverso un

“modulo di adesione al progetto” o “scheda di adesione al percorso”, con cui lo studente

chiede di poterne frequentare le attività.

Il modulo contiene generalmente indicazioni in merito all’osservanza di norme

comportamentali, antinfortunistiche, il programma e le attività di massima da svolgere nel

periodo di permanenza in azienda, oltre alla clausola che l’attività svolta non è sottoposta

a norme di diritto retributivo o previdenziale e non è da intendersi come un vero

contratto di apprendistato. Il documento è sottoscritto dallo studente e dai genitori.

In alcuni casi, il documento contiene un’informativa generale sulla metodologia didattica

dell’alternanza, con l’indicazione dei tempi e delle modalità secondo cui si svolgeranno i

percorsi.

Dichiarazione di assenso del genitore (o di chi ne fa le veci)

Il percorso di stage richiede la compilazione di un “assenso alla partecipazione

all’esperienza di lavoro” sottoscritto congiuntamente dal genitore (o da chi ne fa le veci),

che autorizza il figlio a partecipare. Il documento contiene anche l’indicazione della

posizione assicurativa che copre i rischi di responsabilità civile verso terzi e di infortuni sul

lavoro per ogni tipologia di incidente che possa avvenire durante la permanenza presso il

soggetto ospitante. Il documento è sottoscritto dallo studente e dai genitori.

Convenzione per la partecipazione all’esperienza di lavoro

L’alternanza è progettata ed attuata sulla base di una convenzione che viene stipulata tra

scuola e impresa/struttura ospitante e che contiene le “regole” di svolgimento

dell’alternanza e definisce gli obblighi dei soggetti coinvolti.

Convenzione

La convenzione è nello specifico un documento sottoscritto dalle due parti, in cui si fa

riferimento alla finalità del progetto ed alla normativa che regolamenta il percorso e ne

stabilisce alcuni elementi indispensabili:

a) il riferimento alla gratuità del percorso, l’indicazione di norme e regole nei rapporti, le

responsabilità (comprese quelle inerenti la tutela della salute e la sicurezza dei soggetti

beneficiari dei percorsi) e gli apporti sia dell’istituzione formativa che dell’impresa;

b) la designazione dei tutor, un tutor scolastico o interno designato dal soggetto

promotore in veste di responsabile didattico -organizzativo ed un tutor aziendale o

esterno nominato da un responsabile aziendale ed indicato dal soggetto ospitante;

c) il riferimento al “progetto di alternanza scuola lavoro” ed in taluni casi ad una

progettazione formativa personalizzata presente nel “Piano formativo personalizzato” con

gli obiettivi, la modalità di svolgimento, il periodo di stage e gli obblighi dello studente;

d) l’indicazione dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e responsabilità civile e il

riferimento alla normativa sulla privacy e sicurezza dei dati.

La convenzione viene sottoscritta dal promotore (istituzione scolastica) e dall’attuatore

(impresa). La convenzione deve sempre allegare copia del “progetto di alternanza scuola

lavoro”.

28

In alcuni casi, alla convenzione vengono allegati, oltre al progetto, le dichiarazioni

riguardanti la visita medica, il documento di valutazione dei rischi, informative agli

studenti ed all’azienda ed altri schemi ritenuti utili dall’Istituzione scolastica (registro,

ecc.).

In allegato alla convenzione è presente una copia del “progetto di alternanza scuola

lavoro”, documento che rappresenta il risultato della fase di co- progettazione tra scuola,

imprese ed eventuali altri soggetti e contiene gli elementi descrittivi e caratterizzanti del

percorso di alternanza scuola lavoro. Il documento contiene anche il descrittivo della fase

da svolgersi in azienda.

Patto formativo Patto formativo

Il patto formativo con cui lo studente (identificato per nome, cognome, data di nascita,

codice fiscale, classe di appartenenza e dati della struttura ospitante a cui viene inviato),

riconosce gli obiettivi formativi e didattici dello stage, si impegna a rispettare determinati

obblighi (rispetto di persone e cose, abbigliamento e linguaggio adeguati all’ambiente,

osservazione delle norme aziendali di igiene, sicurezza e salute, riservatezza relativamente

ai dati acquisiti in azienda, osservazione delle disposizioni organizzative e di sicurezza

dell’azienda…) e a svolgere le attività dal progetto, secondo gli obiettivi, i tempi e le

modalità di svolgimento previsti e seguendo le indicazioni del tutor esterno e del tutor

scolastico, e facendo ad essi riferimento per qualsiasi esigenza o evenienza; nel

documento viene riportata anche l’indicazione della copertura assicurativa per

responsabilità civile e Inail da parte della scuola.

Il patto formativo sancisce la condivisione del progetto tra l’istituzione scolastica e lo

studente sostenuta anche da alcune azioni.

Prima di confrontarsi direttamente con la realtà aziendale, il tutor scolastico prepara lo

studente e gli illustra le principali caratteristiche del contesto nel quale si inserirà;

solitamente viene realizzata una visita presso l’azienda, in cui lo studente conosce il tutor

aziendale.

Dopo aver condiviso con lo studente i contenuti generali dello stage e le regole da tenere

in azienda, il tutor scolastico concorda con lo studente tempi, luoghi e modalità operative.

Lo strumento di questa fase è rappresentato appunto dal “patto formativo”, che contiene

le regole dello stage, ed ha lo scopo di rendere consapevole lo studente dell’obiettivo

formativo del percorso.

Nello stesso documento, la struttura ospitante si impegna a garantire, attraverso il tutor

esterno, l’assistenza e la formazione necessari al buon esito dell’alternanza, la conformità

e la sicurezza di attrezzature e ambienti destinati allo stage in cui si svolgeranno le attività

formative, a documentare rischi specifici e cambiamenti nelle condizioni di sicurezza,

avvisando tempestivamente la scuola; il patto formativo è sottoscritto, quindi, dallo

studente, dai tutor, dal dirigente scolastico e dal rappresentante della struttura ospitante.

Registro personale dello studente in azienda (o diario di bordo o report dello studente)

Lo studente, durante la permanenza nella struttura ospitante, ha il compito di servirsi di

strumenti per il monitoraggio delle proprie attività, necessari per “raccontare e

descrivere” le attività svolte, ma anche per una consapevole valutazione dell’esperienza.

Il documento indispensabile a questo scopo è il “registro personale dello stagista” o

“diario di bordo” o “report dell’allievo”, che contiene solitamente un foglio di

29

registrazione delle presenze dello studente, con lo scopo di monitorare l’effettiva

presenza del giovane in azienda; ed elementi descrittivi e caratterizzanti l’esperienza. In

alcuni casi, i documenti sono distinti.

Il documento raccoglie quotidianamente le attività svolte dallo studente ed una sua

interpretazione personale sull’efficacia formativa. Ha lo scopo di descrivere giornalmente

l’attività svolta, i materiali utilizzati ed a elencare i principali termini appresi in azienda e

appartenenti al lessico tecnico-professionale in uso; inoltre, possono essere richieste

informazioni relative ad attività a cui lo studente ha partecipato direttamente, quelle alle

quali ha assistito, il personale coinvolto in esse, i luoghi di svolgimento e le eventuali

criticità incontrate.

In alcuni casi, il documento ha una sezione introduttiva che ha lo scopo di orientare gli

studenti ai diversi aspetti di un’azienda (la forma giuridica, il settore di attività, la

localizzazione, gli ambienti, la dimensione, la struttura organizzativa, le tecnologie

utilizzate, l’individuazione delle figure professionali e loro compiti ecc.) utili a far

comprendere allo studente il contesto aziendale.

La compilazione del documento serve non solo a tracciare quotidianamente l’attività dello

studente (anche in termini di entrate ed uscite), ma ha la finalità principale di stimolarlo a

ripensare al valore dell’esperienza che sta svolgendo, aiutandolo a meglio comprendere i

nessi tra prassi e teoria, a capire il valore degli apprendimenti di alcune discipline,

apparentemente meno vicine al mondo del lavoro ed aiutarlo, infine, a leggere il contesto

aziendale nel suo complesso.

In quest’ottica, il documento rappresenta anche una prima valutazione o auto-valutazione

dello studente che proseguirà poi con strumenti e metodologie specifiche.

Dichiarazione di idoneità

Il rappresentante dell’azienda ospitante è tenuto a far svolgere allo studente una visita

medica preventiva prima dello svolgimento di attività in azienda. L’attestazione di tale

visita viene sottoscritta dallo stesso in un documento denominato “dichiarazione di

idoneità” che evidenzia l’esito della visita (idoneo/non idoneo).

Valutazione dei rischi per l’attività in azienda

Tale valutazione è a cura dell’impresa ed è integrata da una sezione dedicata agli studenti

(mansioni, eventuali attrezzature e dispositivi di protezione, …). Nello stesso documento, la

struttura ospitante si impegna a garantire, attraverso il tutor esterno, l’assistenza e la

formazione necessari al buon esito dell’alternanza, la conformità e la sicurezza di

attrezzature e ambienti, a documentare rischi specifici e cambiamenti nelle condizioni di

sicurezza, avvisando tempestivamente la scuola; il patto formativo è sottoscritto, quindi,

dallo studente, dai tutor, dal dirigente scolastico e dal rappresentante della struttura

ospitante. Tra gli obblighi dell’azienda ospitante va ricordato, in particolare, il rispetto

delle norme previste dal D.lgs 81/2008 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto

2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, che

identifica come “lavoratore” anche lo studente presente in azienda per attività di

formazione.

Anche la convenzione tra scuola azienda per la realizzazione del progetto di alternanza

presenta solitamente in calce o, con specifico allegato, un’attestazione della conoscenza

30

da parte del rappresentate legale dell’impresa della normativa sulla sicurezza nei luoghi di

lavoro ed agli adempimenti, che nello specifico sono quelli di:

- determinare la valutazione dei rischi nei riguardi dei minori;

- fornire le informazioni relative alla valutazione dei rischi che devono essere

trasmesse a chi esercita la patria potestà;

- attivare procedure di formazione ed informazione dei minori;

- svolgere la visita medica preventiva (vedi “dichiarazione di idoneità”).

Tale attestazione è sottoscritta dal rappresentate legale dell’azienda ospitante.

E’ invece obbligo della scuola assicurare gli allievi in alternanza presso l’Inail contro gli

infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nonché presso idonea compagnia

assicurativa per la responsabilità civile verso terzi; iI datore di lavoro che ospita l’allievo in

alternanza può assumere a proprio carico l’onere economico connesso alla copertura

assicurativa Inail.

5. La sicurezza nei luoghi dell’alternanza

Per quanto riguarda la sicurezza e la tutela della salute sul luogo di lavoro, ai sensi del

Testo unico delle leggi della sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, decreto legislativo 9 aprile

2008, n.81, “lavoratore” è definita la persona che, indipendentemente dalla tipologia

contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore

pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere,

un’arte o una professione. Al lavoratore così definito è equiparato il soggetto beneficiario

delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento. Assume pertanto una rilevanza

particolare il profilo assicurativo.

Il soggetto promotore assicura lo studente contro gli infortuni sul lavoro presso l’Inail

mediante la speciale forma di “gestione per conto” dello Stato prevista dal combinato

disposto dagli artt. 127 e 190 del T. U. 1124/65 regolamentata dal D.M. 10/10/85, nonché

per la responsabilità civile presso compagnie assicurative operanti nel settore. In caso di

incidente durante lo svolgimento del stage il soggetto ospitante si impegna a segnalare

l’evento, entro i tempi previsti dalla normativa vigente, agli istituti assicurativi e al

soggetto promotore.

Precedentemente, per le attività scuola-lavoro promosse dalle istituzioni scolastiche non

era necessario attivare una specifica posizione assicurativa presso l’Inail, a norma del DPR

n.156 del 9 aprile 1999, in quanto la copertura antinfortunistica dei soggetti impegnati in

tirocini formativi e di orientamento, promossi dagli istituti scolastici statali, era assicurata

mediante la speciale forma di “gestione per conto dello Stato”, prevista dal combinato

disposto degli artt. 127 e 190 dei T.U. n. 1124/65.

Oggi le esperienze di scuola lavoro sono soggette all’applicazione del d.lgs. 9 aprile 2008,

n. 81 e successive modifiche. “Il soggetto ospitante si impegna a far svolgere ai tirocinanti

attività esclusivamente e strettamente legate all’espletamento del tirocinio, non

utilizzando il tirocinante per funzioni operative finalizzate esclusivamente all’espletamento

di mansioni lavorative” (art.7 del citato decreto). Tale norma richiede che sia allegato il

progetto formativo e il documento unico di valutazione dei rischi e ci sia un esplicito

riferimento alla legge 196/03 per la protezione dei dati personali.

La sicurezza nei

luoghi di lavoro

Gli studenti, inoltre, dovranno essere assicurati per la responsabilità civile verso terzi da

un’idonea compagnia assicuratrice. Le coperture assicurative devono riguardare anche le

attività eventualmente svolte dal tirocinante al di fuori dell’azienda.

31

VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

1. I soggetti coinvolti e gli strumenti per la valutazione degli apprendimenti

La valutazione rappresenta un elemento fondamentale nella verifica della qualità degli

apprendimenti.

In particolare, nel processo di valutazione occorre ben identificare le procedure di verifica e

i criteri di valutazione, in quanto, e specialmente per l’alternanza scuola lavoro alla

realizzazione degli apprendimenti concorrono differenti ambienti (scuola, lavoro) e diversi

soggetti (docenti/formatori/studenti).

La valutazione è un processo che non può essere limitato all’accertamento delle

competenze alla fine del percorso, ma deve strutturarsi su quattro tappe fondamentali:

� indicazione dei risultati di apprendimento attesi al termine del

percorso di alternanza scuola lavoro;

� accertamento delle competenze in ingresso;

� valutazione formativa in itinere;

� accertamento finale dei risultati di apprendimento conseguiti.

La formalizzazione della valutazione avviene al termine del percorso di alternanza scuola

lavoro.

La valutazione di un percorso di alternanza - che, ricordiamo, è un percorso curricolare – è

parte integrante della valutazione finale dello studente ed incide sul livello dei risultati di

apprendimento conseguiti.

I risultati della valutazione vengono sintetizzati nella certificazione finale.

I risultati finali del processo di apprendimento sono correlati al ruolo ed alla funzione svolta

dai diversi soggetti.

Gli studenti sono i protagonisti del percorso di alternanza scuola – lavoro, ed agli stessi è

richiesto impegno e concentrazione nell’osservazione e realizzazione dell’esperienza.

Gli studenti tengono traccia dell’esperienza durante il suo svolgimento, rilevano le

connessioni tra le applicazioni ed i saperi, osservano l’organizzazione, raccolgono i prodotti,

ed esprimono valutazioni sul proprio apprendimento in alternanza.

La testimonianza dell’allievo, raccolta nella relazione finale, è fondamentale per capire gli

atteggiamenti sviluppati e la capacità di agire rispetto ad un compito assegnato o alla

risoluzione di un problema.

Il Tutor esterno e il tutor scolastico hanno il compito di accompagnare e valutare lo

studente come viene espresso all’art. 5 del d.lgs. 77/05 «il tutor formativo esterno, [...]

favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel percorso di

formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a

verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi formativi».

Il ruolo del

tutor

La valutazione degli apprendimenti viene svolta dai docenti del consiglio di classe in

accordo con i referenti del mondo del lavoro e delle professioni, utilizzando le attività di

valutazione in itinere svolte dal tutor esterno sulla base degli strumenti predisposti e

validati dal gruppo di progetto. In rapporto alla funzione di monitoraggio del percorso, il

tutor esterno può essere il responsabile della raccolta dei dati sullo stato di avanzamento

delle attività, in raccordo con la struttura di valutazione e l’eventuale Comitato tecnico

scientifico (Comitato scientifico). La valutazione degli apprendimenti presso i settori

lavorativi viene svolta seguendo le attività di valutazione in itinere, utilizzando strumenti di

32

osservazioni predisposti “ad hoc”.

I Consigli di classe valutano gli apprendimenti acquisiti in modalità di alternanza, in itinere e

a conclusione del percorso, come parte integrante della valutazione complessiva, e

certificano le competenze ottenute dagli studenti nei due contesti di apprendimento

(lavoro-aula).

E’ bene sottolineare che ogni momento formativo non costituisce in sé qualcosa di

separato, ma si collega alle attività precedenti ed a quelle successive pertanto un percorso

integrato di alternanza scuola-lavoro richiede, da parte dei soggetti interessati, particolare

attenzione nell’individuazione di adeguati strumenti di valutazione.

I risultati delle esperienze di alternanza scuola lavoro sono valutati in diversi modi dalle

scuole; esistono modalità strutturate e strumenti predisposti che possono essere utilizzati,

adattandoli al percorso svolto: prove esperte, schede di osservazione, diari di bordo,

portfolio, ... (v. Allegati). Nella maggior parte dei casi i percorsi di alternanza scuola lavoro

vengono valutati con schede/griglie/questionari di rilevazione sulle competenze osservate e

sviluppate dallo studente durante il percorso. Questi vengono compilati generalmente dal

tutor esterno e/o dal tutor scolastico. La valutazione da parte del tutor esterno, attraverso

l’osservazione dei comportamenti e dei prodotti, continua ad essere un elemento

fondamentale, ma non l’unico, della successiva valutazione del Consiglio di Classe.

Gli studenti sono chiamati svolgere azioni ed a realizzare prodotti di diversa complessità,

per cui molte sono le attività di osservazione dei processi e di verifica degli apprendimenti

che consentono la valutazione finale del progetto di alternanza,

La valutazione finale utilizza la pluralità delle informazioni acquisite nelle diverse fasi del

progetto di alternanza e confronta i risultati conseguiti con quelli definiti nella

progettazione.

2. Riconoscimento degli apprendimenti

Il concetto di valutazione contiene in sé, come parte integrante, una riflessione-giudizio su

quelli che sono gli esiti di un percorso integrato di alternanza scuola lavoro; focalizzando l’

attenzione sia al processo che al prodotto e conseguentemente dall’insegnamento-

apprendimento ai risultati finali. Una valutazione degli esiti del processo implica la lettura e

l'interpretazione dell'intero percorso formativo, e la conseguente correlazione con il

curricolo, gli esiti del percorso formativo possono essere il punto di partenza per rilevare le

criticità e attivare azioni migliorative per una maggiore funzionalità del curricolo.

Valutazione

degli esiti

del

processo

L'utilizzo della metodologia dell’alternanza è un potente fattore per trasformare il modello

di apprendimento come fenomeno legato alle singole materie, in un diverso modello che lo

vede come il risultato multifattoriale di un processo; questo avviene in un contesto

formativo portatore di una cultura scolastica “allargata”, in cui l'azione didattica formale si

integra con esperienze di apprendimento non formale e informale in luoghi altri della

società civile, e conduce ad una acquisizione di competenze riconoscibili. Gli esiti di questo

processo si valutano in relazione alla qualità delle azioni che traducono le capacità

potenziali dello studente in successo formativo.

In un percorso di alternanza risultano particolarmente funzionali tecniche di valutazione che

permettano l’accertamento di processo e di prodotto. L’attenzione al processo attraverso

l’osservazione strutturata consente di attribuire valore nella valutazione finale alle

implicazioni psicologico- emotive (quelle variabili latenti connesse alla personalità ed al tipo

di intelligenza degli studenti, nonché al loro riconoscimento/non riconoscimento ed alle

Tecniche di

valutazione

33

possibili conseguenze: ansia, mancanza di motivazione): l'esperienza di stage, di per sé,

indipendentemente dai contenuti dell'apprendimento, sviluppa quelle competenze

trasversali che sono legate appunto alle caratteristiche affettive e motivazionali della

persona; l’attenzione al prodotto valuta i documenti, gli elaborati e quant’altro ottenuto alla

fine del percorso di apprendimento.

La valorizzazione della potenzialità dell’ autonomia scolastica è strettamente legata alla

qualità dell’offerta formativa proposta e agli strumenti attivati per la sua realizzazione.

Ciò richiede una valutazione dell’attività di alternanza che:

� si relazioni al curricolo formativo della scuola;

� si basi su un progetto/percorso chiaramente definito (elencazione

delle attività svolte e livello di competenza raggiunto);

� si riferisca a standard minimi comuni perché le competenze acquisite

nelle singole scuole siano certificabili e riconoscibili a livello nazionale;

� si riferisca a standard minimi comuni perché le competenze acquisite a

scuola, nei diversi contesti territoriali, siano uniformabili e

confrontabili;

� espliciti chiaramente i risultati della valutazione nella certificazione

finale, mediante uno specifico modello.

34

CERTIFICAZIONE

1. Gli strumenti e i modelli di riferimento

Oggetto della certificazione sono gli esiti di apprendimento conseguiti dallo studente nel

percorso di alternanza, quindi sia nell’ambiente scolastico che lavorativo.

Gli apprendimenti certificati nell'ambito di un percorso di alternanza assumono carattere

formale, in quanto coprogettati e covalutati dalla scuola e dalla realtà lavorativa,

nell’intento di valorizzare tutte le esperienze formative.

Esiti di

apprendimento

Attualmente non esiste un modello nazionale di certificazione del percorso di alternanza5.

Sulla base delle indicazioni della normativa, tuttavia, il certificato, oltre a riportare i dati

dell'Istituzione scolastica, potrà/dovrà considerare:

� la lingua: oltre all'italiano, dato il possibile utilizzo in situazioni di mobilità,

appare preferibile un documento plurilingue

� le fonti di legittimazione (europee, nazionali, regionali, di Rete, di istituto) in

base alle quali sono stati definiti e certificati gli esiti

� I riferimenti alla tipologia ed ai contenuti dell’accordo che ha permesso il

percorso di alternanza

� gli esiti di apprendimento rilevati durante il percorso di alternanza - a

scuola e nella realtà lavorativa – espressi in forma descrittiva con la

specificazione:

− degli indicatori o evidenze a garanzia dell'osservabilità degli esiti

− del grado di autonomia e di responsabilità dimostrati dallo studente,

(riferimento al corrispondente livello EQF)

− della relazione con i profili in uscita indicati nei Regolamenti sul

Riordino DPR 87, 88, 89 del 2010

− la durata del percorso-annuale, pluriennale- e l’articolazione in ore

svolte nell’ambiente scolastico e lavorativo

− l’eventuale riferimento alla figura professionale/classificazione

ATECO ( repertorio CU Febbraio 2010), in particolare nei casi in cui il

percorso di alternanza è progettato in vista di passaggi al sistema

dell’Istruzione e Formazione professionale e/o Apprendistato

Possono inoltre costituire parte integrante il certificato:

� i compiti significativi grazie ai quali sono state mobilitate e rilevate le

competenze durante lo svolgimento del percorso ed eventualmente alla sua

conclusione attraverso la somministrazione di una prova autentica ed

esperta. Si può prevedere infatti che, a conclusione di un percorso di

alternanza, possano essere accertati gli esiti attuando, a scuola, una prova

conclusiva relativa agli ambiti degli apprendimenti acquisiti. Tale prova

dovrà mettere lo studente di fronte alla complessità che contraddistingue

compiti di realtà come quelli caratterizzanti l’alternanza. In tal caso la

certificazione, in particolare se rilasciata in casi di transizione dal sistema

scolastico ad un altro sistema/percorso, formalizza il superamento di una

Contenuti della

certificazione

5 Il “modello di certificazione per la spendibilità a livello nazionale delle competenze e per il

riconoscimento dei crediti” è previsto dal d.lgs. 77/2005, art. 3,3.

35

azione ben definita. La sua attendibilità avrà maggiore riconoscimento se la

prova prenderà come riferimento:

� Il prodotto/i prodotti significativi elaborati dallo studente

� Il processo di elaborazione dell’esperienza, di autovalutazione e di auto-

orientamento dello studente. Per lo studente, la certificazione che riguarda

gli esiti di apprendimento conseguiti durante il percorso di alternanza,

grazie alla loro esplicitazione, concorre allo sviluppo degli apprendimenti e

al processo di autovalutazione. La stessa certificazione, pertanto, nel

descrivere i risultati e i compiti affrontati stimola la riflessione dello

studente e lo aiuta a definire e/o a ri-definire il proprio progetto formativo

e/o professionale, eventualmente modificandolo.

I modelli di certificazione e/o attestazione

La certificazione del complesso lavoro svolto in alternanza viene sintetizzato alla fine del

percorso (sia anno per anno che al termine dell’esperienza) secondo modelli diversi,

adottati in via transitoria, in attesa che vengano concordate e condivise a livello nazionale

modalità uniformi di certificazione.

Un modello base può essere quello fornito dal MIUR per la certificazione delle competenze

di base acquisite nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione6.

La certificazione delle competenze acquisite durante l’esperienza di alternanza nell’impresa

o nella sede ospitante, in aggiunta alla valutazione e alla certificazione dei titoli rilasciati

dalla scuola, è formulata dal Consiglio di classe competente e dal Dirigente scolastico a

conclusione del percorso, considerando le valutazioni espresse dal tutor interno e dal tutor

esterno. Essa costituisce credito formativo per le successive esperienze di studio e di lavoro,

impegni e modalità di riconoscimento di tali crediti dovrebbero essere descritte in sede di

accordo.

Alla scuola quindi, rappresentata dal Dirigente scolastico, è affidata la responsabilità di

certificare gli esiti dell’alternanza scuola lavoro.

Gli Attestati di frequenza o di partecipazione, che risultano consegnati agli studenti

documentano a volte le competenze acquisite e le votazioni ricevute a volte presentano

indicazioni minimali. Gli elementi contenuti negli attestati costituiscono una base di

riferimento per la certificazione degli esiti di apprendimento.

Le Certificazioni attualmente utilizzate dalle scuole riportano la formulazione dei giudizi

analoga a quella usata nelle attestazioni; le tipologie possono essere sintetizzate in:

− delle competenze acquisite;

− del percorso formativo;

− con indicatori, descrittori e valutazione;

− con riferimento all’interazione con il curriculum.

Modelli di

riferimento

6 Schema di decreto del MIUR relativo al modello di certificazione dei saperi e delle competenze relative

all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, ai sensi dell’art.4 del D.M. 22/08/2007 n.139.

36

La collegialità. Ruolo del CTS o CS/della Rete nel processo di certificazione

La certificazione rappresenta il momento conclusivo del processo di valutazione, dopo che il

Consiglio di classe ha raccolto gli elementi relativi ai risultati di apprendimento acquisiti

nell’ambito di un percorso di alternanza scuola lavoro. Il momento del rilascio del

certificato, all’interno del percorso quinquennale del secondo ciclo, è legato alla durata del

percorso – annuale o pluriennale – e al momento di conclusione dell’esperienza, che può

non coincidere con l’anno scolastico (periodo estivo).

Nel caso di una sua durata pluriennale, in funzione dell’ammissione all’anno successivo, può

essere rilasciata una certificazione a conclusione del terzo e quarto anno scolastico.

Conclusione

del percorso

Ferma restando la responsabilità dell’istituzione scolastica e, in particolare, del Consiglio di classe, rispetto

all’intero percorso di alternanza, per contrastare il rischio dell’autoreferenzialità e quindi dell’opacità dei

risultati, il CTS/CS e, in generale, la Rete - territoriale, provinciale, regionale – possono rappresentare il

luogo di condivisione per individuare e descrivere gli esiti di apprendimento in termini di competenze

insieme con le caratteristiche dei compiti e/o prove che gli studenti affrontano per il loro riconoscimento.

Quanto più il linguaggio, i criteri e la descrizione degli esiti sono fondati, con espliciti riferimenti a fonti di

legittimazione comuni e sono stati precedentemente condivisi all’interno dell’istituzione scolastica,

nell’ambito del CTS/CS e/o della rete territoriale e/o provinciale e/o regionale, tanto maggiore risulterà il

grado di affidabilità della certificazione.

Descrittori e procedure di certificazione dovranno essere concordati in sede di accordo con tutti i soggetti,

enti che intervengono nei percorsi di alternanza.

2. Trasversalità della certificazione

Lo studente. La certificazione degli esiti testimonia la valenza formativa del percorso,

valorizza le vocazioni, gli interessi e gli stili di apprendimento dello studente con una forte

funzione di orientamento.

La mobilità. La certificazione delle competenze in alternanza che la scuola predispone

rappresenta uno strumento per favorire la mobilità dello studente, in verticale e in

orizzontale, condizione per il riconoscimento di crediti, sia ai fini della prosecuzione del

percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma , sia per gli eventuali

passaggi tra i sistemi, ivi compresa l'eventuale transizione nei percorsi di apprendistato.

L'occupabilità. La valutazione e la certificazione delle competenze sono effettuate con

l’obiettivo prioritario di riconoscere e valorizzare il potenziale, degli studenti anche ai fini

dell'occupabilità, con particolare attenzione ai diversamente abili per i quali la dimensione

della personalizzazione assume tratto specifico.

L'auto-valutazione e l'auto-orientamento. Grazie alla trasparenza della certificazione lo

studente ha modo di conoscere, di condividere e di partecipare attivamente al

conseguimento dei risultati, potenziando la propria capacità di riflettere sul modo di

apprendere, sui punti di forza, sulle aree di sviluppo, sul proprio futuro.

La trasparenza e la qualità dell’offerta formativa della scuola. Attraverso la descrizione

delle attività/compiti significativi attraverso i quali sono state mobilitate le competenze

dello studente la scuola rende trasparente, osservabile, il processo attivato in relazione ai

risultati conseguiti, con un’assunzione di responsabilità. L'utilizzo di un linguaggio e di

riferimenti chiari e condivisi – innanzi tutto tra scuola e realtà lavorativa - sugli “oggetti” e

sui “processi” significa per la scuola esporsi ad una valutazione esterna sulla qualità dei

risultati conseguiti dagli studenti in relazione alla propria offerta.

Utilità della

certificazione

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VALUTAZIONE DEL PROGETTO

1. Gli indicatori di qualità per una valutazione di sistema

I progetti di alternanza scuola lavoro devono necessariamente rispondere ad alcuni criteri, per

produrre percorsi formativi che si propongano di raggiungere gli obiettivi prefissati, e che quindi

siano, in ultima analisi, esperienze formative di qualità. Alcuni indicatori da considerare per la

valutazione dei percorsi:

� coerenza tra i bisogni formativi e la realtà socio economica del territorio;

� tipologia di protocollo siglato all’interno della rete

territoriale/provinciale/regionale per il riconoscimento degli esiti di

apprendimento acquisiti in alternanza e soggetti sottoscrittori;

� presenza di partenariati, procedure e strumenti per la rilevazione delle

competenze da certificare;

� descrizione delle competenze acquisite nei percorsi di alternanza

� descrizione delle attività svolte nelle esperienze di lavoro, strumenti di

monitoraggio e valutazione in itinere e in esito.

� Numero di ore dedicate all’apprendimento sul luogo di lavoro

Riprendendo quanto descritto ed emerso dai monitoraggi Indire/Ansas si evidenziano alcuni

aspetti significativi da tradurre in indicatori per la loro valutazione.

Il contesto istituzionale. Ogni progetto di alternanza scuola lavoro deve avere un impianto

normativo che definisca le finalità generali e i soggetti coinvolti, in un’ottica di sistema; questo

scopo può essere raggiunto attraverso una concertazione ad ampio raggio, che coinvolga

preferibilmente le scuole organizzate in rete. A livello regionale contestualmente alla

pubblicazione di bandi per l’assegnazione dei finanziamenti vengono stabiliti i criteri per la

valutazione dei progetti, criteri che cambiano da regione a regione ma che presentano voci

comuni: tipologia di percorso, età e numero dei partecipanti; fasi previste (con relativo numero di

ore di aula e di stage) e organizzazione dei tempi; modalità e strumenti di monitoraggio,

valutazione e certificazione; risorse, strumenti e costi previsti.

Il territorio. La presenza o meno di un’analisi del territorio che permetta di comprendere i

fabbisogni professionali qualifica l’offerta formativa scolastica. Sulla base di questa analisi poi,

vengono realizzati accordi scuola - territorio ad ampio raggio, che permettono di definire i compiti

e i ruoli dei soggetti coinvolti a sostegno del progetto, e di garantire una programmazione

pluriennale, che non si esaurisca nel singolo percorso.

La struttura organizzativa. La presenza di un gruppo di progetto assicura per ogni attività di

alternanza scuola lavoro realizzata negli istituti scolastici, lo svolgimento dei compiti fondamentali

di progettazione, gestione, monitoraggio e diffusione del progetto stesso. Fondamentale è il ruolo

del CTS/CS, come organo di raccordo scuola - territorio, con funzione consultiva e propositiva.

La progettazione. Nella programmazione di un percorso risulta fondamentale l’attenzione al

curricolo: la tipologia di percorso varia per i diversi ordini di studio, assumendo, a seconda dei casi,

un carattere più orientativo o più professionalizzante.

La realizzazione. Assumendo come fasi significative di un percorso di alternanza l’attività d’aula e

il periodo di stage, occorre specificare il “peso” di tali attività sul totale delle ore del percorso.

Fondamentali in questa fase sono le modalità di esercizio delle funzioni del tutor scolastico e del

tutor esterno, che supportano l’attività dello studente e si coordinano per far sì che il percorso si

conformi alla progettazione prevista.

La valutazione. Le modalità di conduzione del processo di valutazione delle competenze, con

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attenzione al ruolo svolto dal Consiglio di classe, e dal tutor esterno per lo stage; la presenza e la

qualità di strumenti adatti, che valutino sia l’esperienza in aula sia quella di stage, e che siano

traducibili in esiti riconoscibili.

La certificazione. La presenza e la qualità di un certificato che attesti ed espliciti le competenze

acquisite (in aula e in stage), spendibili in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo

professionale e personale.