L'impatto della crisi economica (e dell’austerità) sul ...
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L'impatto della crisi economica (e dell’austerità) sul mercato del lavoro e sulla situazione sociale. Un confronto
europeo.
Senato della Repubblica, S.Com. Pol. sociali, 1 Aprile 2015
Pasquale Tridico
Professore di Economia del Lavoro
Jean Monnet Chair in European Economic Integration
Dipartimento di Economia - University Roma Tre,
Sommario
� Crisi finanziaria globale 2007-09 e l'effetto economico reale: Grande Recessione (-3,2%), la disoccupazione (10% -25%), povertà e le perdite (5 trilioni di $)
� In Italia: recessione 2007-13: -7.2%
� Disoccupazione: 13%� Disoccupazione: 13%
� Impatto sociale
� La radice della crisi - del mercato del lavoro e distribuzione del reddito (cause strutturali)
� Le risposte in UE, negli Stati Uniti e in Giappone: Politica keynesiana vs austerità
� Conclusione e politiche suggerimenti
Effetto Domino la crisi dei Subprime
Le radici vere della crisi nei paesi avanzati: #distribuzione del reddito dagli anni settanta
�Profitti (extra profitti e rendite) ↑
�Salari stagnanti
�Disuguaglianze crescenti
�Consumo sostenuto grazie alla finanziarizzazione dell’economia
� Debito privato (sostenuto dalla finanza creativa)
� Debito pubblico (i.e.Cina-US, Italia)
Interactions and bubbles within the Finance-led Growth Model
LABOR FINANCE
↓ w/p Financialization
Instable wages ↑ Demand for finance
Precarious job ↑ Price shares
(financial) BUBBLE
↑Finance for consumption ↑ Movement of Portfolio
↑ Credits, loans, mortgages ↑ Financial investments
(credit) BUBBLE (speculative) BUBBLE
(Prices in the commodity ↓ Productive investments
market increase too)
CONSUMPTION INVESTMENTS
Come hanno reagito USA, Giappone e Europa?
� USA� Quantitative Easing e fiscal stimulus
� Giappone � Abenomics (come USA)� Giappone � Abenomics (come USA)
� Europa (Area Euro) � Austerità
Giappone, USA e AE:deficit e crescita 2007-14
US avg 2007-14
11.2
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4
4 6 8 10 12Unemployment 2014
Il costo della non azione in Europa
100
105
110
(constant prices, US $, 2007=100)
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 201490
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Japan US EA
L’indice di Performance : g – U
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
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-14
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EA_PI
USA_PI
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-7,2
-4,5-3,7-2,6-2,4-2,3
0,7 0,9 0,9 1,5 2,2 2,4 2,5 2,8 3,05,3 6,1 6,7 7,1 7,2 7,7
9,710,8
12,312,514,9
21,5
25,5
-22,7
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negative below 2 above 2
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Tassi di disoccupazione 2007 e 2013
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2007 2013
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
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Tassi di occupazione 2007 e 2013
0,0
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Employment rate 2007 Employment rate 2013
I principali indicatoriMacroeconomici dell’Italia����AVVITAMENTO DEL DEBITO
2012 2013 2014 2015
Crescita PIL -2,5 -1,9 0,6 1,1
Deficit -3,0 -3,0 -2,6 -2,3
Deficit Strutturale -1,4 -0,8 -0,8 -0,7
Bilancio Primario 2,5 2,3 2,7 3,1
Debito 127 133 135 135
Disccupazione
10,7 12,2
12.6 13
L’impatto dell’austerità sulla crescita del PIL nell’Area Euro
AustriaBelgium
Denmark
Estonia
FinlandFrance
Germany
Ireland
Luxembourg
Netherlands
Slovak Republic
24
gro
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2010-1
4
Cyprus
Greece
Italy
Netherlands
PortugalSlovenia Spain
-4-2
0gro
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2010-1
4
0 5 10 15 20Fiscal Structural Adjustment 2009-14
Rendimento dei buoni del tesoro a 10 anni(2009-14, %)…quando si inverte la rotta
Discorso di Draghi
Suggerimenti di Politica Economia per la Area Euro� Un bilancio centrale della zona euro di almeno il 5%
del PIL, che dovrebbe consentire la compensazione automatica degli squilibri macroeconomici causati delle imperfezioni della Area valutaria non ottimale della AE.
� Politiche fiscali differenziate e flessibilità di bilancio per SM (oltre gli attuali trattati UE) in tempo di per SM (oltre gli attuali trattati UE) in tempo di recessioneOperazioni di acquisto (senza limiti ex ante) di titoli di stato da parte della BCE per SM in difficoltà.
� Emissione di obbligazioni europee legati a investimenti ad alto impatto occupazionale in paesi con tasso di disoccupazione superiore al 10% (“Buoni per l’occupazione” BPO della Zona Euro emessi da una Agenzia di Debito Europea, ADE).
� Vincoli fiscali soggetti a condizioni di disoccupazione (tassi di disoccupazione superiore al 10% non dovrebbero far scattare politiche di austerità)
Il ruolo del Welfare e l’impatto sociale� Disuguaglianza
� Povertà
� Giovani
� Stato Sociale
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
Tassi di disoccupazione giovanili in UE, Italia (20-29 anni)
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
European Union (28 countries) Greece Spain Italy
15,0
20,0
25,0
30,0
NEET in UE e Italia (15-29 anni)
0,0
5,0
10,0
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
EU28 Greece Spain Italy
20
21
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23
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Persone a rischio povertà dopo trasferimentiUE e Italia
15
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17
18
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2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
EU28 Greece Spain Italy
Tasso di Occupazione e variazione
Il ruolo dello Stato Sociale
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Mexico
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Australia
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Norway
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United Kingdom
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Flessibilità del lavoro e disuguaglianza
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Canada
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New Zealand
Norway
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.25
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0 1 2 3epl_2013
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Israel
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United States
.35
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i_2012
Flessibilità del lavoro e finanziarizzazione
AustriaBelgium
Canada
Czech RepublicDenmark
Estonia
Finland
France
Germany
Hungary
Italy
Korea
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New Zealand
Norway
Poland
Slovak Republic
Slovenia
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.25
.3gin
i_2012
0 50 100 150financialisation_2012
15
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19
21
23
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Espansione e ridimensionamento della Spesa Sociale
(% del Pil)
5
7
9
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13
15
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1993 1997 2002 2007
EU-21 OECD-34
L’evoluzione del Welfare e la rottura dopo il 1990
28
31
34
37
40
So
cia
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ILSpesa sociale per modelli di welfare, 1970-
2007
Continental
10
13
16
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25
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Sp
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iale Continental
Scandinavian
Liberal
Mediterranean
CEEC
DISUGUAGLIANZA PER MODELLI DI WELFARE
0,3
0,35
0,4
Coefficiente Gini dal 1980s
continental
0,15
0,2
0,25
continental
scandinavian
liberal
L’evoluzione del Welfare e l’involuzioneMediterranea
Continental1990
Liberal1990
Mediterranean1990
Continental2010
Liberal2010 Mediterranean2010
.3
.3
GINI
Scandinavian1990
Mediterranean1990
Scandinavian2010
.2
.25
20 25 30 35 40SOCIAL_SPENDING
I paesi con le migliori performance appartengono al modello Continentale e Scandinavo
-4
-2
0
-16
-14
-12
-10
-8
-6
Performance Index (g+n) - U average 2007-2013
Lezione da imparare – durante la crisi
� Negli anni della crisi (2007-13): i paesi che hanno avuto le migliori perfomance sono quelli non hanno ridotto la spesa sociale durante il processo di globalizzazione, e quindi hanno raggiunto la vigilia della crisi quindi hanno raggiunto la vigilia della crisi nel 2007, meglio attrezzati in termini di welfare.
� Investire in dimensioni sociali è l'opzione strategica migliore, non solo perché riduce le disuguaglianze, ma anche perché produce migliori perfomance (PIL e mercato del lavoro).