L’IMMIGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI ROVIGO: 1992-2005 … · Nel 1951 il Polesine conta 360.000...

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Anno 13 – marzo 2006 L’IMMIGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI ROVIGO: 1992-2005 Con una prefazione sull’immigrazione polesana nel mondo Di Roberto Costa, direttore di Biancoenero Periodico polesano di immigrati e minoranze Reg. al Tribunale di Rovigo nell’anno 1993 Badia Polesine, 30 giugno 1990

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Anno 13 – marzo 2006

L’IMMIGRAZIONE NELLA PROVINCIA DI ROVIGO: 1992-2005 Con una prefazione sull’immigrazione polesana nel mondo

Di Roberto Costa, direttore di Biancoenero Periodico polesano di immigrati e minoranze Reg. al Tribunale di Rovigo nell’anno 1993

Badia Polesine, 30 giugno 1990

PREMESSA: L’EMIGRAZIONE POLESANA NEL MONDO

UN SECOLO CON DUE VALIGIE: dal 1861 al 1970 sono emigrate dall’Italia 27 milioni e 480.000 persone, un vero e proprio esodo. 25 milioni di esseri umani solo nel 1900. E fra questi 4.500.000 sono Veneti: per ogni veneto residente, oggi, ce n’è uno emigrato. E’ una lunga storia quella dell’emigrazione polesana, parte integrante di quella veneta e parte integrante del flusso imponente costituito dall’emigrazione italiana.

LE TRE FASI DELL’EMIGRAZIONE POLESANA: I NUMERI

1) 1888-1897: destinazione America. La punta massima si ebbe nel 1891 con 17.000 emigranti. 2) 1930-1940: destinazione Europa. La punta massima nel 1938 con la partenza di 24.000 persone. 3) 1950-1970: destinazione Italia, il triangolo industriale, Milano-Torino-Genova. Nel 1952, anche

a seguito dell’alluvione, del novembre 1951, partono 17.000 persone. Nel 1955-56-57-58 ci sono 20.000 emigranti all’anno. Nel 1951 il Polesine conta 360.000 abitanti, oggi solo 240.000. In questa terza fase dell’emigrazione, a livello nazionale si registrano molte partenze anche per l’Europa, soprattutto per la Germania e la Svizzera.

PRIMO PERIODO, L’EMIGRAZIONE POLESANA DI FINE OTTOCENTO Nel periodo 1876-1900 lasciarono definitivamente il Veneto più di 400.000 persone, un terzo dell’emigrazione italiana di quegli anni. L’espatrio riguarda il 15% degli abitanti del Veneto e addirittura il 30% della popolazione polesana: 63.000 persone.

LE CAUSE La crisi agraria, l’arretratezza dell’agricoltura, la chiusura sociale dei latifondisti, le misere condizioni di vita.

PIAGHE SOCIALI: malaria, pellagra, usura, analfabetismo.

ALTRE CAUSE: - la rotta dell’Adige del 1882, una disastrosa alluvione che allagò 70.000 ettari di terreno;

- il fallimento dello sciopero della “Boje” del 1884; - il viaggio gratuito, verso il Brasile, per tutta la famiglia; - la paura di essere mandati in Africa per le guerre coloniali; - la propaganda degli agenti delle compagnie per l’emigrazione.

I SOGGETTI L’emigrazione d’oltreoceano riguardava tutte le categorie del mondo agricolo, piccoli proprietari, mezzadri, coloni e braccianti che partono dopo avere venduto tutto quello che possiedono o indebitandosi per potersi pagare il viaggio. Partono soprattutto gli abitanti delle pianure, nella maggior parte dei casi privi di qualsiasi qualificazione professionale e con un’idea solamente approssimativa dei luoghi di arrivo.

I MOTIVI DELLA PARTENZA La spinta all’emigrazione veniva dal peggioramento delle condizioni di vita nelle campagne: “No se viveva più, se moriva. Sarà quel che sarà, peggio del presente non sarà; tentiamo la sorte, la sarà come la sarà e giacchè abbiamo presto o tardi da morire, tanto vale di lasciare la nostra pelle in America…”

LE METE L’emigrazione di fine Ottocento si rivolge verso l’America per la grande richiesta di manodopera da parte sia degli Usa che degli stati del Sud, Brasile e Argentina. Le compagnie nazionali avevano il monopolio delle rotte con il Sudamerica ed imbarcavano a Genova. L’emigrazione veneta fu attratta soprattutto verso l’America del Sud che richiedeva soprattutto lavoratori agricoli.

Gli Stati Uniti necessitavano, invece, di forza lavoro da destinare alla realizzazione di grandi opere pubbliche ed all’industria: le rotte erano controllate dalle compagnie estere ed imbarcavano a Napoli.

IL VIAGGIO Il viaggio degli emigranti era un affare soprattutto per le compagnie di navigazione, che sul trasporto d’oltreoceano di milioni di disperati, gettarono le basi del loro sviluppo. Le navi erano tutt’altro che di prim’ordine: si trattava spesso di naviglio vecchio e malandato, precedentemente adibito al trasporto merci e riadattato al trasporto passeggeri in modo precario. Il viaggio era disumano, durava oltre un mese in condizioni igieniche malsane: la mortalità, per fame, asfissia, colera e difterite, era alta soprattutto tra le donne ed i bambini.

L’ARRIVO La vita che attendeva gli emigranti nelle terre d’arrivo, in Sudamerica, spesso non era troppo diversa da quella che avevano lasciato: il lavoro era durissimo, l’integrazione nella nuova società difficile, le condizioni di vita miserevoli. Spesso venivano mandati in zone selvagge e malsane a sostituire gli schiavi liberati. Quanti emigravano negli Stati Uniti non si trovavano in condizioni migliori, date le difficoltà ad inserirsi in una società urbano-industriale assai diversa da quella rurale appena lasciata. Anche qui il lavoro era durissimo, gli alloggi malsani e sovraffollati, le malattie diffuse, forte la pre-senza di forme di malavita che ricreavano la condizione di sudditanza lasciata in Italia. Ecco parte della lettera che Giuseppe Sacchetto ha spedito alla madre di Polesella, agli inizi del ‘900 da Nuova York: Cominciavo alle 6,30 di sera e finivo alle 6 del mattino seguente. Lavoravo alle raddrizzatrici. Erano undici ore e mezzo di rumore assordante: le barre che passavano nella raddrizzatrice, il rumore della macchina stessa, quelle enormi, mostruose macchine tranciatrici che tagliavano una dozzina di barre da un pollice alla volta, le barre che cadevano nei contenitori, la gru rumorosa che passava di continuo sopra la testa trasportando i pezzi. Non si riusciva a sentire il compagno a meno che questi, che si trovava a meno di due metri, gridasse con tutta la sua voce. Eravamo in cinque alla macchina che operava senza interruzione. Quattro lavoravano ed uno si riposava, a turno. Mi stupivo di vedere gente che mangiava un panino con le mani sporche, piene di grasso ed olio, mi stupivo vedendo gente raggomitolata in una carriola che dormiva tranquillamente come se stesse dormendo in un comodo letto… Quando vidi il bagno rimasi inorridito. Mi ci vollero diversi anni per trovare il coraggio di usarlo. Era chiamato con il nome giusto, la “Shit House”, la casa della merda.

Arrivo a Long Island, Nuova York, 1904

L’immigrazione nella Provincia di Rovigo: 1992-2005 CHI E’ un “immigrato” Chi si e’ stabilito, specie a scopo di lavoro, in un paese straniero o in una regione del proprio paese lontana da quella in cui e’ nato. Straniero ed extra-comunitario, si capisce dalla parola stessa. LE CAUSE delle nuove migrazioni internazionali dai Paesi in Via di Sviluppo 1-Esplosione demografica; 2- Aumento della popolazione in età di lavoro; 3- Deterioramento delle condizioni di vita. Attualmente i Paesi sviluppati con il 18% della popolazione mondiale, detengono oltre l’80% delle risorse del pianeta. Le duecento famiglie più ricche hanno un reddito pari a 3 miliardi di persone .Oltre un miliardo di persone soffrono la fame che falcia trenta mi-lioni di individui all’anno. In futuro il divario tra paesi ricchi e paesi poveri si allargherà sempre di più; 4- Repressioni politiche, guerre, lotte civili e religiose; 5- Degrado ecologico; 6- Fascino di un benessere ritenuto facilmente raggiungibile così come viene propagandato dai mass media televisivi dei Paesi Sviluppati (l’87% dei programmi nei Paesi in via di sviluppo è importato); 7- Domanda di manodopera “non protetta” anche e soprattutto per i lavori più umili ed a rischio.

Chane e Solomon, sportello Informaimmigrati del comune di Rovigo, giugno 1996

CAPITOLO 1: L’IMMIGRAZIONE IN POLESINE NEGLI ANNI ‘ 90 LE LEGGI SULL’IMMIGRAZIONE 1990-2000 Il primo decreto legge a regolamentare i flussi di immigrati, con una vera e propria “legge sanatoria” a regolarizzare quelli già presenti sul territorio nazionale, è il Decreto Legge 943/1986. La prima legge che disciplina con norme i flussi degli immigrati è la cosiddetta “legge Martelli” del 1990 (L.39/1990). Nel 1995 è la volta del decreto “sanatoria” Dini (Legge 489/95). Nel 1998 viene approvata la legge Turco-Napolitano (Legge 6 marzo 1998, n. 40). Una legge innovativa rispetto alle precedenti: riconosce agli extracomunitari alcuni diritti fondamentali (primo tra tutti quello dell’accesso al Servizio Sanitario Nazionale) e alcuni doveri da rispettare. Rappresenta senz’altro un elemento positivo; mancano però alcuni importanti tasselli, primo tra tutti la concessione del diritto di voto alle elezioni amministrative, unico e fondamentale elemento di cittadinanza. I NUMERI DEGLI IMMIGRATI 1993-2000 I dati forniti dalla Questura di Rovigo sui soggiornanti stranieri (regolari, di tutte le nazionalità) nella ultima decade del 1900 sono i seguenti:. - 1993: 930 - 1996: 1500 - 2000: 4299 Fino agli anni ’90 l’immigrazione in Polesine (ed in Italia) era modesta. Alcune centinaia di persone, soprattutto provenienti dal Marocco (venditori ambulanti) o dalla Nigeria e dal centro Africa (per motivi di studio). Agli inizi degli anni ’90 la presenza degli immigrati, a pelle scura, si fa più visibile a Rovigo e provincia, e cominciano anche i primi tentativi e movimenti di integrazione sociale. La prima “festa nigeriana” si tiene a Casa Serena, Rovigo il 20 settembre 1990. Il primo corso di lingua italiana per immigrati si svolge nel 1990, sempre a Rovigo organizzato dalla Cgil locale. Nel 1991, dal sud Italia dove erano approdati con le “carrette” del mare, arrivano le prime “ondate” di profughi albanesi ed il disagio abitativo viene allentato dalle istituzioni mettendo a disposizione diversi appartamenti della case popolari Iacp (oggi Ater). Un corso di lingua italiana, soprattutto per albanesi, viene attivato a Badia Polesine, nel 1991-1992, da parte del provveditorato agli studi. I corsi di lingua proseguiranno anche negli anni successivi e rappresentano il primo approccio istituzionale” verso gli immigrati: si fa scuola non solo di “lingua”, ma anche “burocrazia e leggi”, di “inter-cultura”. Questa prima, e ben visibile, presenza di immigrati attiva le istituzioni e le associazioni. In quegli anni, 1991-1992, anche i sindacati aprono sportelli appositi per lavoratori immigrati: soprattutto la Cgil, con un responsabile senegalese, e la Cisl, con uno marocchino. Il primo incontro tra studenti e lavoratori extra-comunitari avviene all’istituto per ragionieri di Lendinara il 9 maggio 1992. Sono presenti al dialogo un Marocchino ed un Albanese. In questo primo periodo di presenza in Italia il “legame” fra immigrati, la voglia di appartenenza e di rappresentazione, è ancora forte ed anche al torneo “primavera” della Uisp, nel 1992, si iscrive una squadra di soli calcia-tori africani. L’associazione Extracomunitari del Polesine, implementata dal sindacato, si costituisce il 4 luglio 1992 a Rovigo. “Biancoenero”, periodico polesano di immigrati e minoranze, viene presentato nell’agosto del 1993 al Festival dei Popoli di Badia Polesine organizzato dal Centro di Documentazione Polesano, associazione “storica” nel campo dei diritti umani. “Alle porte del sole” è il nome della serata specifica sul tema “immigrazione”, collegata a “Polesine insieme”, il primo torneo di calcio interetnico. Nei primi anni ’90 nascono o si potenziano anche diverse altre associazioni per la tutela dei diritti: Arci-Solidarietà, Beati Costruttori di pace, Assopace, MIR (Movimento Internazionale per la Ricon-

ciliazione), associazione Martin Luther King, la Fionda di Davide (per un commercio equo e solidale). A queste si affiancano anche i movimenti cattolici come il Centro papa Luciani di Badia Polesine.

Il 18 dicembre 1993 si tiene una cena-incontro presso la parrocchia di s. Apollinare ed il 31 dicembre “danze arabe in attesa dell’anno nuovo” a Rovigo a cura di Biancoenero. Al 31 dicembre 1993 gli stranieri in Italia sono 987.000 (3 milioni a fine 2005). Il nuovo decreto sui flussi migratori per il 1994 prevede l’ingresso di 50 mila stranieri in Italia per motivi di lavoro (per il 2006 sono 170.000). Del 1994 con una circolare alla Pubblica Istruzione il Ministero degli Affari Sociali sancisce il diritto allo studio nelle scuole italiane anche per i bambini extracomunitari (regolari ed irregolari). Per gli adulti i corsi di alfabetizzazione organizzati dal provveditorato, da Badia Polesine si spostano a Lendinara e successivamente anche a Rovigo, nel 1994 (e sarà l’unico corso di tutta la provincia).

A giugno 1994 si conclude a Rovigo il corso di in-formazione per cittadini del mondo (otto incontri con esperti su tematiche quali: lavoro, diritti, la casa, la religione…) organizzato da Biancoenero coi contributi della Regione Veneto, che si conclude con la manifestazione culturale “E-venti del Sud” il 18 giugno in piazza Vittorio Emanuele con la distribuzione di oltre 400 piatti di cus-cus (piatto tipico marocchino). Il 22-24 luglio presso i giardini Marconi di Rovigo si tiene un festival multicolore dal titolo “Suoni e voci contro il razzismo” organizzato dalla Consulta Pace del Comune. Il 3-4 settembre parte a Gavello il I trofeo “Biancoenero” in collaborazione con la biblioteca locale: un torneo che diventerà storico.

A gennaio 1995 si registrano 800 immigrati in Polesine. Sabato 18 marzo 1995 viene consegnata al sindaco ed alla giunta del comune di Rovigo la proposta di un Centro Interetnico da parte di Biancoenero con l’adesione di11 associazioni del volontariato: Consulta Pace del comune, la Fionda di Davide, Cgil, Cisl, Migrantes, Beati i costruttori di pace, Centro Doc. Polesano, Legambiente, Assopace, Arci-Solidarietà, Arearebus.

Sono anni di forte attività sociale di e per gli immigrati ed anche l’Inps, ad esempio, organizza un Forum per gli immigrati il 14 marzo 1996. Gli immigrati partecipano assiduamente ai diversi tornei di calcio interetnici (Gavello e parrocchia di S. Francesco a Rovigo partito nel 1996) ma si ritrovano anche a festeggiare il giorno dell’indipendenza della Nigeria (1 ottobre) o la festa del “Fitr” di fine “Ramadan” (il mese di digiuno per gli islamici). A Roma, il 16 marzo 1996 si tiene una grande manifestazione nazionale contro il decreto Dini sull’immigrazione che ha aggravato, secondo i manifestanti, la posizione di migliaia di immigrati in Italia.

Informaimmigrati A marzo 1996 si apre lo sportello Informaimmigrati del comune di Rovigo, gestito da un operatore nigeriano - il dottor Solomom Obazee, a coprire le richieste degli immigrati di Rovigo (498) ma a cui fanno riferimento anche tutti gli immigrati della provincia che sono arrivati a quota 1500. 1500 persone che lavorano soprattutto in agricoltura o in fonderia, a Badia Polesine o alla Bassano di Rovigo: lavori in cui c’è mancanza di manodopera autoctona. Il 6 luglio 1996 in piazza Vittorio Emanuele, a Rovigo, si tiene “Il mondo in una piazza” a cura dell’assessorato ai servizi sociali. Ad ottobre 1996 gli immigra-ti in Polesine sono 1800 e di questi 600 che hanno usufruito della legge “sanatoria” Dini del 1995.

Nel 1997 la Scuola di Quartiere di S. Pio X, a Rovigo, organizza un ciclo di lezioni dal titolo “La convivenza multietnica”, il Provveditorato agli Studi continua il corso di lingua italiana per extracomunitari, il Centro Francescano d’Ascolto apre il Centro d’Accoglienza per stranieri. L’Anolf. (Cisl) organizza una festa il 12 ottobre coinvolgendo un notevole numero di marocchini. Il 18 ottobre nasce l’associazione Nigeriani in Polesine.

Nel 1998 nasce l’associazione “El Massira” di marocchini in Polesine ed inizia una serie di interventi di mediazione culturale nelle scuole della provincia organizzato da Biancoenero col Centro Doc. Polesano ed il Cies di Ferrara. A livello nazionale, e locale, parte il progetto “Chiama l’Africa” per far conoscere l’Africa in Italia a 50 anni dalla proclamazione dei Diritti Umani (ONU, 10 dicembre 1948) ed a 500 anni dalla prima colonizzazione dell’Africa (1498: Vasco de Gama doppia il capo di Buona Speranza). Parte ad Adria lo sportello Informaimmigrati a cura del Centro studi “Agnese Baggio”. Il 1998 è l’an-no della legge Turco-Napolitano (Legge 6 marzo 1998, n. 40) che regolamenta l’immigrazione in sen-so più positivo delle precedenti ma lascia ampie lacune sui diritti civili (istituisce, ad esempio, i Centri di Permanenza Temporanea per immigrati irregolari). Il 3 settembre il comune di Rovigo affianca il Centro di Accoglienza allo sportello Informaimmigrati. Il trofeo Biancoenero di Gavello arriva alla V edizione. SCHEDA: Gli immigrati in Italia all’inizio del 1998 Numero complessivo: 1.240.721 al 31-12-97 (con una incidenza del 2,2% sulla popolazione residente di fronte alla media europea del 4,6%) di cui 168.125 comunitari (13,5%) e 100.134 da altri paesi a sviluppo avanzato (8,1%); l’80% proviene dai paesi in via di sviluppo. Provenienza continentale: Europa 486.448 (39,2%), Africa 350.952 (28,3%), America 172.849 (13,9%), Asia 225.474 (18,2%), Oceania 4.131 (0,4%), non classificati 867 (0,1%); Principali comunità: Marocco 131.406, Albania 83.807, Filippine 61.285, USA 59.572, Tunisia 48.909; Caratteristiche socio-demografiche: maschi 678.251 (54,5%), femmine 562.470 (45,5%); coniugati 550.410 (44,4%), persone con prole 139.972 (11,3%), classe di età 19-40 anni 844.421 (68,1%) Principali motivi di soggiorno: lavoro 756.829 (61% di cui 360.586 per lavoro subordinato, 133.234 per iscrizione alle liste di collocamento e solo 29.926 per lavoro autonomo), motivi familiari 230.450 (18.6%), motivi religiosi 58.372 (4,7%), studi 56.759 (4,6%), turismo 47.360 (3,8%). Area di insediamento: Nord 636.742 (51,3%), Centro 378.415 (30,5%), Sud 141.833 (11,4%), Isole 83.731 (6,8%); la Lombardia (250.400) e il Lazio (218.978) sono ai primi posti e ormai 26 province superano i 10.000 permessi di soggiorno (in testa Roma con 211.200 e Milano con 150.498). Nell’anno 1999 apre a Rovigo il primo negozio di prodotti africani (African market) con possibilità di telefonate internazionali e “Western Union”, un servizio per spedire i soldi all’estero. Ma la novità dell’anno è l’elezione del Consigliere Comunale aggiunto per gli stranieri extracomunitari del comune di Rovigo, con solo diritto di parola. Il 26 settembre, da tre candidati di un’unica lista, in un seggio pubblico viene eletto Mohamed Touti (di nazionalità marocchina) ) a rappresentare i 522 residenti extracomunitari nel comune. Parte, il 15 novembre, la Consulta per l’Immigrazione della provincia di Rovigo che vede riunite, allo stesso tavolo, associazioni di volontariato ed istituzioni. Alla fine degli anni ’90: commento Nel Polesine, a partire da inizio anni ’90, si registra un improvviso aumento di presenze di immigrati legate soprattutto a motivi di lavoro con “visibilità” soprattutto africana di pelle scura. Questa ondata migratoria viene sentita, fin da subito, in un’ottica di accoglienza e di intercultura (nel senso di intreccio). Una prima mobilitazione vede la presenza di partiti (il P.C.I. con una serata tematica ad una festa dell’Unità) e di sindacati (Cgil e Cisl) ma si riduce progressivamente per lasciare spazio alle associazioni di volontariato attive sulla pace e diritti civili. L’associazione di immigrati promossa nell’entroterra della Cgil scompare dopo pochi anni. Sul “campo”, invece, restano le associazioni di volontariato che attivano una serie di percorsi di sensibilizzazione e di integrazione sociale che confluiscono nell’apertura dello sportello Informa-immigrati del comune di Rovigo con operatore immigrato, esperienza di valore nazionale. Associazioni che fanno da veri e propri mediatori culturali fra italiani ed immigrati. Anche gli immigrati, da parte loro, sentono il bisogno di appartenenza in una

nazione ancora “straniera” e partecipano con vigore a varie iniziative, dalle partite di calcio ai momenti di incontro e di rappresentazione culturale (varie feste). La comunità nigeriana (la quinta in senso numerico) si aggrega attorno alla chiesa Evangelica di Rovigo. Un senso di comunanza molto sentito che si andrà via via affievolendo con l’inserimento e l’integrazione sociale ma resterà sempre molto forte il senso di appartenenza religiosa per la comunità islamica. Un’altra esperienza significativa è l’elezione del Consigliere Comunale aggiunto in rappresentanza degli extracomunitari del comune di Rovigo: il terzo su tutto il territorio nazionale. Del resto la tematica sulla cittadinanza attiva, a partire dal diritto di voto, è sentita ed agitata a diversi livelli.

CAPITOLO 2: L’IMMIGRAZIONE IN POLESINE NEGLI ANNI 2 000 I NUMERI DEGLI IMMIGRATI 2000-2005 I dati forniti dalla Questura di Rovigo sui soggiornanti stranieri (regolari, di tutte le nazionalità) nei primi anni del secolo (a dicembre) sono i seguenti:. - 2000: 4299 - 2002: 4400 - 2003: 7000 - 2004: 8100 - 2005: 9489 L’anno 2000 continuano i corsi di lingua italiana per immigrati organizzati dai CTP, Centri Territoriali Permanenti, a Rovigo e provincia. A Gavello il torneo Biancoenero arriva alla VI edizione. Alle scuole elementari di Villadose continua l’esperienza dei mediatori culturali, portati da Biancoenero, per una cultura delle differenze. Riparte la Consulta Provinciale per l’Immigrazione. Il Centro di Servizi Formativi, Enaip, di Rovigo organizza corsi di formazione professionale per giovani immigrati dai 15 ai 18 anni. Il comune di Rovigo organizza il primo corso per mediatori culturali. Aprono gli sportelli Informaimmigrati di Castelmassa e Badia Polesine. A Badia Polesine, in convenzione con l’Asl 18, apre un’Unità di Accoglienza per 20 richiedenti asilo (dal Kurdistan e dall’ex-Jugoslavia). Da qui si sviluppa il progetto “richiedenti asilo” che vedrà il comune di Rovigo diventare capofila, dal 2001, a gestire i rifugiati politici inviati in Polesine da altre province, aderendo al P.N.A., Piano Nazionale Asilo del governo italiano. GLI IMMIGRATI REGOLARI in Italia, al 31 dicembre 2000, sono 1.687.000, il 2,9% della popolazione residente. (Immigrati che non hanno diritto di voto mentre sono quasi quattro milioni gli Italiani, migranti nel mondo, che hanno conservato la cittadinanza del loro Paese e quindi il diritto di voto). La provenienza è l’Europa - 40%, l’Africa – 27,8%, l’Asia – 20%, America del Sud – 11,9%. I nuovi ingressi del 2000 sono stati di 155.000 persone. Al primo posto resta il Marocco a cui segue l’Albania, la Romania, le Filippine e la Cina. In Veneto si trovano 169.519 stranieri suddivisi nelle province più ricche di offerte di lavoro: Vicenza, Verona, Treviso, Padova, Venezia, Belluno e Rovigo. La provincia di Rovigo, che rimane ai margini del fenomeno migratorio, conta 4.206 immigrati regolari con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente ed una percentuale dell’1,6% sui residenti. La dislocazione territoriale è la seguente: Rovigo con 681 persone, Badia Polesine con 327, Lendinara con 227, Adria 192 e Porto Viro 134. Le comunità più numerose sono quelle del Marocco, dell’Albania, della Cina e della Nigeria: marocchini e nigeriani si sono anche costituiti in associazione. All’ufficio del lavoro il 90% degli immigrati è iscritto con la qualifica di “manovale”. I problemi pressanti ed urgenti, nel Polesine, sono quelli della casa e del lavoro.

L’ANNO 2001 Continua la festa della Mondialità a S. Francesco, Rovigo, giunta alla VI edizione (18-20 maggio). I tre coordinatori di gruppo della Consulta Provinciale per l’Immigrazione, ad agosto, sintetizzano i progetti per favorire l’integrazione degli immigrati in Polesine da spedire alla Regione Veneto per adeguati finanziamenti. Il 19 luglio a Genova, promossa dal Social Forum, si tiene la manifestazione nazionale (la prima per partecipazione) per i diritti dei migranti con oltre 50.000 persone. “Babilonia: genti e culture del mondo” di Gavello, con annesso il torneo Biancoenero, giunge alla VIII edizione (7-9 settembre). Il 29-30 settembre si tiene a Rovigo la seconda “Festa dell’Immigrazione” promossa dalla Consulta Provinciale. Partono a ottobre i corsi di lingua italiana per immigrati che, attraverso i tre CTP, vengono estesi a tutto il Polesine: Badia Polesine, Gaiba, Castelmassa, Rovigo, Adria.

L’ANNO 2002 continua il programma triennale (2001-2003) della Regione Veneto che finanzia i progetti del settore con dodici miliardi (per tutte le sette province) anche per l’anno in corso. A Rovigo arrivano 350 milioni per progetti che riguardano il lavoro, la casa, la cultura e la formazione professionale degli immigrati. Con quello di Polesella salgono a quattro gli sportelli Informaimmigrati della provincia (Castelmassa, Badia Polesine, Adria). Di livello nazionale è il corso di lingua araba, per studenti arabi, tutte le domeniche mattina alla scuola media di Castelmassa, da gennaio a maggio.

LEGGE BOSSI-FINI: luglio 2002 L’11 luglio viene approvata la legge-sanatoria sull’immigrazione che prende il nome dai due capofila: “Bossi-Fini”. Una legge molto discussa sul piano dei diritti ma che va a regolarizzare, a distanza di sette anni dalla “sanatoria” Dini, gli immigrati irregolari presenti sul territorio nazionale. Le domande di regolarizzazione scadono l’11 di novembre.

I corsi di lingua italiana per stranieri organizzati dai CTP, grazie all’”accordo di programma” con la Regione Veneto, si svolgono in 8 comuni della Provincia: da Castelmassa a Occhiobello, Adria… A Rovigo, sempre parte dell’accordo, si organizza un altro corso per mediatori culturali. Alla III festa provinciale sull’immigrazione, Adria 16-22 settembre, partecipa il “Gruppo Folcloristico Albanese”, da Valona, con grande coinvolgimento della comunità albanese residente in provfincia. Ad ottobre parte “Il sabato nel villaggio globale”, un progetto di sensibilizzazione sulle tematiche emigrazione-immigrazione organizzato da Biancoenero e che coinvolge tre istituti superiori della provincia con tre fasi: conferenza-dibattito con un emigrato ed un immigrato, uno spettacolo teatrale (Migrare nel pianeta terra) ed una mostra fotodocumentaria. Sensibilizzazione sulle tematiche migratorie che si rende necessaria anche per colmare le lacune dei “media” ufficiali (SCHEDA 1) SCHEDA 1: i “media” e gli immigrati Secondo i dati divulgati nel 2002 dal progetto di ricerca “Tuning into Diversity”, realizzato dal Censis in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in 83 casi su 100 il ruolo dell’immigrato nella televisione italiana era negativo. Inoltre, quando trattato in televisione, il tema “immigrati” è collegato, nella maggior parte dei casi, alla criminalità/illegalità (56,7%), oppure all’assistenza/solidarietà (13,4%).

L’ANNO 2003 vede la costituzione della Rete Provinciale Informaimmigrati, coi contributi dell’accor-do di programma regionale, a mettere in sinergia gli sportelli di: Castelmassa, Badia Polesine, Rovigo, Polesella, Ceregnano, Adria. Con la “sanatoria” Bossi-Fini del 2002 aumentano di circa un terzo gli immigrati residenti in Polesine e cambia la composizione stessa dei cittadini extracomunitari. Ai 4300 presenti si aggiungono i 1700 regolarizzati: 920 lavoratori dipendenti, 880 collaboratrici domestiche, “badanti”.

Se l’anno prima predominava la comunità marocchina ed il genere maschile, adesso c’è da segnalare il fenomeno “badanti”: donne che vengono soprattutto dai paesi dell’Est Europa (vedi SCHEDA 1 e 2). Continuano i corsi di lingua italiana per stranieri organizzati dai CTP polesani con il contributo della Regione Veneto. Ad Adria l’Informa-immigrati locale organizza “il maestro itinerante” ad insegnare la lingua nelle case isolate a chi, soprattutto donne, non ha possibilità di spostarsi. A Rovigo il comune organizza, per il quarto anno consecutivo, un corso di formazione per mediatori culturali e da qui, implementata dal Comune, nasce la cooperativa mediatori culturali Hope con mediatori a coprire tutte le lingue ed etnie per servizi istituzionali (vedi SCHEDA 3). Per l’alloggio la Provincia di Rovigo, con convenzione apposita (di 178.000 euro), dà in gestione alla “Fondazione la casa”, di Padova, i progetti per l’alloggio: per un ampliamento del patrimonio abitativo per immigrati e per contributi finanziari agli immigrati per l’affitto o l’acquisto di una abitazione. Il Centro Servizi Formativi (Enaip) organizza (coi contributi del Fondo Sociale europeo), da aprile, un corso per saldatore rivolto a cittadini extracomunitari disoccupati. Ad aprile, dopo numerose ed affollate assemblee pubbliche a chiarire il programma, si costituisce a Rovigo l’Associazione Immigrati in Polesine, la prima interetnica a rappresentare tutte le nazionalità. Il 6 maggio viene inaugurato, a Rovigo, l’asilo notturno “Arcobaleno” per persone senza fissa dimora. Il progetto, che offre un letto per la notte ad otto persone in stato di bisogno, è finanziato in gran parte dalla Provincia coi fondi regionali per l’immigrazione. Sempre coi fondi regionali parte a giugno lo “Sportello casa” presso la sede dell’Amministrazione Provinciale di Rovigo. Uno sportello per agevolare l’accesso alla casa degli extracomunitari, ed emigranti di ritorno. Il 24 giugno presso il comune di Rovigo apre lo “sportello badanti e baby-sitter” ad incrociare domande ed offerte di queste lavoratrici che provengono soprattutto dall’est Europa.. Sul tema delle regolarizzazioni e dei permessi di soggiorno la “Rete provinciale a difesa dei diritti degli immigrati”, costituita da alcuni mesi fra associazioni a tutela degli immigrati, incontra il Prefetto della città: è la prima volta che rappresentanti di immigrati sono a confronto con la massima autorità governativa del Polesine. Ad ottobre il CTP di Rovigo organizza il primo corso per “badanti” (vedi SCHEDA 4). Nello stesso mese parte il “progetto carcere”, un servizio innovativo che vede la cooperativa Hope portare la mediazione inter-culturale nel carcere della città: gli immigrati sono il 30% della popolazione carcerata (SCHEDA 5). Il 7 novembre 2003 la giunta comunale sopprime definitivamente la figura del Consigliere Comunale Aggiunto per extracomunitari che, già dal suo insediamento nel 2001, aveva di fatto sospeso (vedi SCHEDA 6). Il 19 dicembre a Rovigo si registra una fiaccolata, con scarsa affluenza di pubblico, promossa dalla Lega Nord, contro la moschea ed il diritto di voto agli immigrati. Le polemiche contro la moschea nascono a Rovigo dal 20 di novembre quando due arabi affittano un negozio per farne un luogo di culto. Anche ad ipotesi scaduta, il locale non era usufruibile a questa bisogna, la Lega Nord promuove una “fiaccolata per la libertà”. A fine trimestre 2003 si registra il solito, significativo, aumento delle imprese di extracomunitari presso la camera di Commercio di Rovigo (vedi SCHEDA 7) mentre a livello nazionale si registra il solito incremento di infortuni sul lavoro, subordinato, che riguardano soprattutto gli immigrati (SCHEDA 8).

SCHEDA 1: regolarizzazione immigrati con la Bossi-Fini La regolarizzazione voluta dalla legge Bossi-Fini ha rivoluzionato la graduatoria dei paesi d'origine degli immigrati in Italia. 650.000 persone (corrispondono alla quota dei flussi d’ingresso registrati negli ultimi sei anni), quasi un terzo degli immigrati regolari in Italia.

La Romania è passata in testa davanti ad Albania e Marocco; boom dell'Ucraina che moltiplica per 8 la sua presenza regolare e passa dal 27° al 4° posto. Il 60% delle 650.000 regolarizzazioni proviene dall'Europa dell'Est e la maggior parte dei soggiornanti è venuta al di fuori dei canali ufficiali di ingresso. Gli immigrati regolari in Italia sono diventati 2 milioni e mezzo e la categoria della "collaborazione familiare", badanti, è diventata la più numerosa tra i lavoratori immigrati. Sono i rumeni, seguiti a breve distanza dagli ucraini, i lavoratori al primo posto per numero di regolarizzazioni della sanatoria Bossi-Fini. Su 650 mila domande accolte, 190mila riguardano il lavoro domestico e 370mila il lavoro subordinato. Con una presenza consolidata nella scuola (gli alunni stranieri sono il 3,5%), la regolarizzazione del 2003 cambia il volto alla presenza degli stranieri in Italia. Per quanto riguarda la nazionalità figurano ai primi posti Romania (239.426 lavoratori) Albania (233.616), Marocco (227.940), Ucraina (112,202), Cina Popolare (100.000), Filippine (73.847), Polonia (65.847, Tunisia (70.852), USA (48.286), Senegal (47.762), India (47.170), Peru' (46.964), Ecuador (45.859), Serbia-Montenegro (45.302), Egitto (44.798), Moldavia (36.3661) e altri. SCHEDA 2: immigrati in Italia e nel Polesine del 2003 Gli immigrati regolari in Italia sono quasi 2.500.000. In un anno la crescita e' stata del 10,8% (pari a 149.164 persone) a livello nazionale, ma nel Nord Est l'aumento registrato è stato quasi il doppio, ossia il 19,4%. La stima della popolazione immigrata regolare tiene contro dei 1.512.324 permessi ufficial-mente registrati dal ministero dell'interno al primo gennaio 2003; dei 600 mila nuovi regolari a seguito della legge Bossi-Fini; dei 230 mila minori non conteggiati perché iscritti nel permesso di soggiorno dei genitori; degli 82 mila permessi registrati in ritardo; dei 45 mila nuovi nati nel 2002 da entrambi genitori stranieri. L'incidenza degli stranieri con la popolazione italiana giunge così al 4,2%. Un’inci-denza che conferma l'Italia ad un livello fra i più bassi d’Europa: si va dal valore record del 36,9% del Lussemburgo, all'8-9% di Austria, Belgio, Germania; nei paesi mediterranei non si raggiunge il 3%. I numeri. Su un totale di 7000 cittadini stranieri nella provincia di Rovigo, le comunità più numerose sono quella marocchina con 1380 unità, seguita da quella albanese (1175), cinese (958) e rumena (490). Ma mettendo assieme gli immigrati dell’Est (Romania, Ucraina, Polonia e Moldavia) abbiamo un nuovo primo posto virtuale con un totale di 1486 persone: le assistenti agli anziani, “badanti”. 107 sono le nazionalità rappresentate in Polesine: dai Paesi Bassi alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Argen-tina, dalla Sierra Leone al Messico. Se i primi arrivi di stranieri risalgono agli anni 80 del secolo scorso (studenti e venditori ambulanti) le prime ondate di immigrazione avvengono negli anni ’90 e riguar-dano in particolar modo i paesi dell’Africa: giovani africani impiegati soprattutto nei lavori agricoli, nelle industrie e nelle imprese di artigianato. A questi flussi in qualche modo usuali si è aggiunta una nuova ondata di migranti, di diverso tipo, attorno all’anno 2000. Stavolta si è trattato prevalentemente di donne provenienti dall’est Europa, di mezza età, spesso diplomate e laureate e che trovano lavoro nelle case come assistenti agli anziani: “badanti” vengono chiamate con un brutto neologismo. E si tratta di una percentuale consistente visto che su 1700 extracomunitari regolarizzati in Polesine, metà è rappresentato da lavoratori subordinati di diversa provenienza e l’altra metà da badanti dell’Est. Gli ultimi dati dell’ufficio immigrazione della Questura di Rovigo registrano un totale di 7000 cittadini stranieri (fra extracomunitari e comunitari) nella provincia. SCHEDA 3: Hope, cooperativa di mediatori culturali “Hope” è una cooperativa di mediatori culturali nata a Rovigo il 19 marzo 2003: è formata da nove associati di diverse lingue e culture: albanese, cinese, italiana, marocchina, nigeriana, russa, venezuelana… La cooperativa è nata per fungere da punto di aggregazione e di riferimento per i mediatori che già operavano, in maniera singola, nel territorio. Come strumento di tutela ma anche per qualificare la figura del mediatore che non è ancora ben chiara. E’ una cooperativa no-profit che ha come obbiettivo il servizio sociale e che si avvale, perciò, anche di collaboratori esterni.

Gli interventi della cooperativa sono, per adesso, nel settore scuola, nella sanità, nei servizi del comune, nel carcere e negli sportelli Informaimmigrati. Per la scuola c’è una collaborazione col comune di Rovigo che prevede una dozzina di “moduli”, per l’inserimento di bambini stranieri, per l’anno scolastico 2003-2004. Il modulo è rivolto ai bambini che non hanno sufficiente competenza linguistica e supporto famigliare: l’unità base è di 20-30 ore. Il mediatore, nel caso di un ragazzo straniero appena arrivato ed iscritto a scuola, deve facilitare la comunicazione con insegnante e compagni e poi dare supporto per favorire una comprensione reciproca oltre le differenze culturali. Il servizio della cooperativa Hope per l’Ulss 18 prevede interventi all’ospedale, attività di informazione per operatori sanitari e la gestione di uno “sportello sanità”. Gli interventi all’ospedale vengono fatti a richiesta soprattutto nei reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia per utenti stranieri che presentano difficoltà di comunicazione. Il “progetto carcere” è appena iniziato e parte dal fatto che a Rovigo su una settantina di detenuti il 30% è composto da extracomunitari. L’ultima convenzione della cooperativa Hope è con l’Amministrazione Provinciale. 172 ore al mese distribuite nei sette sportelli della Rete Provinciale Informaimmigrati. (29 ottobre 2003)

SCHEDA 4: corso per “badanti” del CTP di Rovigo Il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età Adulta) è finalizzato ad ampliare le opportunità culturali e professionali dei cittadini adulti.. In Polesine ci sono tre C.T.P. dei quali due fanno capo alla direzione didattica della scuola elementare, di Rovigo e Castelmassa ed uno al liceo classico di Adria. Il C.T.P. di Rovigo organizza diversi corsi di lingua italiana finanziati dalla Provincia ed inseriti nell’Accordo di programma fra Regione e sette Province del veneto. I corsi partiranno nel mese di ottobre e saranno così differenziati: a Ceregnano per nordafricani, a Gavello per cinesi, a Villadose per stranieri, a Polesella per cinesi, a Villanova per Rom. A Rovigo saranno attivati anche un corso per mamme africane ed uno per “badanti”. Il corso per assistenti domiciliari, “badanti”, è organizzato per i mesi di ottobre, novembre, dicembre, per un totale di 60 ore. Le lezioni si articolano su questi temi: corso di lingua, conoscenze di base in campo medico, indicazioni sul funzionamento del sistema sanitario italiano, l’alimentazione per anziani, un quadro generale delle leggi italiane sui diritti e doveri dei cittadini e dei lavoratori stranieri, informazioni sulla creazione di Associazioni e Cooperative di badanti. Alla presentazione del corso, avvenuta lunedì 29 settembre hanno partecipato 30 badanti, tutte donne, provenienti in maggior parte dai paesi dell’Est (Russia, Ucraina, Moldavia) ma anche dall’Ecuador, Albania, S. Salvador: una sola italiana fra trenta straniere con un’età media di quarant’anni.

SCHEDA 5: immigrati nel carcere di Rovigo Sono circa un terzo del totale i detenuti stranieri nelle carceri italiane. I dati, di fine anno 2003, nel carcere di Rovigo sono i seguenti: 72 uomini (21 extracomunitari) e 21 donne (10 immigrati) per un totale di 93 persone. Gli extracomunitari rappresentano, quindi, una percentuale del 34%, in linea con la media nazionale, e provengono da: Tunisia, Marocco, Cina, Albania, Romania, Ex-Jugoslavia.

SCHEDA 6: il consigliere comunale aggiunto e soppresso Rovigo è stato uno dei primi comuni d’Italia ad istituire la figura del consigliere comunale aggiunto, in rappresentanza degli stranieri extracomunitari, il 26 settembre 1999. La nuova Giunta di centro-destra ha di fatto sospeso la nomina del consigliere comunale aggiunto a partire dal suo insediamento nel 2001 per arrivare alla sua completa abrogazione il 7 novembre 2003. E questo in controtendenza al resto della nazione dove molti comuni amministrati tanto dal centrodestra come Rovigo (Pescara, L’Aquila), quanto dal centrosinistra (Roma, Bolzano, Firenze, Genova, Perugia) hanno deciso di istituire questa figura. In Consiglio Comunale di Rovigo c’è un consigliere ogni 1300 cittadini italiani, nessun consigliere extracomunitario, invece, per i 1531 cittadini stranieri che hanno già scarsità di diritti.

SCHEDA 7: imprese di extracomunitari in polesine All’ufficio statistica della Camera di Commercio di Rovigo, nel 3° trimestre del 2003, risultano registrate, 26.367 imprese nel territorio polesano (26.327 nel 2002). Per quanto concerne l’andamento produttivo in generale si evidenzia un leggero aumento dell’attività manifatturiera mentre continua la flessione nel settore dell’agricoltura e nelle attività immobiliari. Le imprese con titolari cittadini extracomunitari sono 472 su 5000 presenze regolari in Polesine, in significativo aumento rispetto agli anni precedenti (erano 179 nel 2000 e 398 nel 2002). A fronte di una incidenza sulla popolazione residente del 2,3%, gli imprenditori extracomunitari titolari di impresa nel territorio polesano rappresentano solo l’1,8%. Le più numerose imprese in questo settore sono: 159 nel commercio (con 81 titolari di nazionalità marocchina), 134 nel settore delle attività manifatturiere (95 con titolari cinesi per confezione articoli di vestiario) e 112 (79 nel 2002) nel ramo delle costruzioni con 57 titolari di nazionalità albanese. SCHEDA 8: Infortuni sul lavoro Cresce in Italia il numero di infortuni sul lavoro degli immigrati: + 44%. Secondo i dati elaborati dall’Inail a fine 2003 avevano raggiunto la cifra di 106.000 casi, con un incremento del 44,9% rispetto al 2001. Questo stato di cose è destinato a peggiorare sia per la crescita dei flussi di lavoratori stranieri autorizzata per legge, sia per la loro presenza in particolari settori. A pagare il tributo più elevato di incidenti, anche mortali, sono i lavoratori di Marocco, Albania, e Romania, impiegati soprattutto in attività edilizie o manifatturiere a particolare rischio. Gli infortunati extracomunitari sono giovani, il 56% ha meno di 34 anni. NELL’ANNO 2004 partono i corso per badanti organizzati da CTP di Rovigo e Castelmassa, in collaborazione con Asl 18 e Caritas: un segnale istituzionale importante per questa categoria di nuova immigrazione. Gli sportelli della Rete Provinciale Informaimmigrati, con contributo della Regione, diventano dieci con l’apertura di Occhioobello, Lendinara e Trecenta, l’ultimo aperto a maggio 2004. La caritas attiva uno sportello legale per immigrati presso la sua sede di Rovigo mentre la “consulenza legale” è prevista anche all’Informaimmigrati del comune di Rovigo. Informaimmigrati che passa in gestione alla cooperativa “Porto Alegre” e l’operatore nigeriano diventa un dipendente. A Castelmassa il corso di lingua araba, per alunni arabi, arriva alla terza edizione. Il 10 ottobre 2004 si tiene a Rovigo una “Giornata contro il razzismo” che coinvolge tutte le associazioni di immigrati e di italiani sensibili alle questioni dei diritti. Una giornata di festa, di confronto con mostre, dibattiti, musica, filmati e cibi interetnici. A novembre parte lo “sportello badanti” anche presso la sede della Caritas di Rovigo ( SCHEDA 1). Nell’anno 2004 è da segnalare il boom dell’apertura di negozi “African market”, con prodotti africani, servizi di telefonia e di spedizione denaro. All’inizio questi negozi sono tenuti solo da nigeriani ma negli anni successivi verranno gestiti anche da tunisini e cinesi (SCHEDA 2). La casa, dopo il lavoro, è il problema più pressante del settore immigrazione (SCHEDA 3). All’edilizia pubblica possono accedere solo immigrati con la “carta di soggiorno”od il permesso valido per due anni e questi requisiti sono difficili da ottenere. Resta l’edilizia privata per l'acquisto o l'affitto di una abitazione. Prima della casa, il lavoro, ma anche in questo settore proseguono le difficoltà perché gli immigrati extracomunitari continuano ad essere la prima categoria di lavoratori "in nero" (SCHEDA 4). A fine anno, sabato 27 novembre, si tiene la prima grande manifestazione di immigrati a Rovigo a provincia. Nonostante le difficoltà di regolarizzazione, ed i rischi connessi, centinaia di persone si trovano a manifestare contro il ritardo spropositato dei permessi di soggiorno rilasciati dalla Questura.

SCHEDA 1 : Caritas: sportello badanti Parte a novembre il programma OSPE (Occupazione e Servizi alla Persona), ideato dal Ministero del Lavoro e dal patriarcato di Venezia per mettere in rete gli uffici dell'agenzia "Italia lavoro", ormai aperti in tutte e sette le province del Veneto, e le Caritas locali. Il progetto intende attuare politiche per l'emersione e la regolarizzazione dell'assistenza privata fornita in nero ed è rivolto alle donne provenienti dall'est Europa, una fascia del mercato del lavoro emergente nella realtà veneta. Il progetto prevede l'apertura di uno "sportello badanti" presso tutte le Caritas diocesane del Triveneto con operatori qualificati a raccogliere ed incrociare le domande ed offerte di lavoro (assistenti domiciliari-famiglie) ma anche a promuovere corsi di formazione professionale. SCHEDA 2: Money transfer di Rovigo A Rovigo, una cittadina di 56.000 mila abitanti, ci sono otto negozi che fanno servizio di “money transfer”, trasferimento internazionale di denaro effettuato istantaneamente tramite agenzie interna-zionali, e sono sovente abbinati anche alla vendita di alimentari e prodotti africani: sette titolari sono nigeriani ed uno italiano. Un numero che pare spropositato rispetto alla possibile utenza: in Polesine ci sono settemila immigrati e di questi i nigeriani sono 453. Per il trasferimento di denaro gli esercizi fanno riferimento alla Western Union ad eccezione di uno che è gestito, invece, dalla Money Gram. SCHEDA 3: la casa per gli immigrati in Polesine Comune di Rovigo. E’ scaduto il 28 ottobre scorso il Bando di Concorso annuale per l’assegnazione alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.). Alla graduatoria per l’assegnazione possono accedere anche stranieri titolari di carta di soggiorno e “stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che esercitano una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo”. Su 341 domande presentate 80 provengono da extracomunitari e rappresentano il 23% del totale. La sensazione è che sia stata data poca informazione al Bando di Concorso perché gli immigrati residenti nel comune di Rovigo in possesso di requisiti per la partecipazione sono ben 713 (123 con carta di soggiorno e 590 con permesso di soggiorno biennale) su un totale di 1523. Ater. L’Ater fa il contratto di affitto ma le graduatorie e l’assegnazione vengono fatte dai diversi comuni. Gli alloggi distribuiti nel territorio provinciale sono 3000 e di questi quelli sfitti sono 294; nel comune di Rovigo gli appartamenti sono 1357, 130 sfitti. Bassissime le cifre di extracomunitari che usufruiscono attualmente di questo servizio: 81 nella provincia, 22 nel comune capoluogo. Sportello casa della Provincia. L’Accordo di Programma tra la Regione e le sette Province del Veneto prevede una serie di contributi per la realizzazione di iniziative di formazione e di inserimento allog-giativo degli immigrati extracomunitari e degli emigranti di ritorno. Nell’ambito di questo Accordo la Provincia di Rovigo ha stipulato una convenzione con la Fondazione “La casa onlus” di Padova per l’anno 2003 e 2004. Per l’anno 2003 sono stati stanziati alla Fondazione 178.000 euro con queste finalità: la creazione di otto posti letto, per la prima e seconda accoglienza, entro dicembre 2003 e ulteriori otto posti letto entro dicembre 2004 e l’attivazione di uno “sportello casa” per l’erogazione di 8 contributi da 8.000 € per l’acquisto dell’abitazione e 20 prestiti da 1500 € (ad interesse zero) per favorire la locazione. Allo sportello casa, attivo da giugno 2003, si sono rivolte, fino a gennaio 2004, 30 persone di nazionalità diverse con una leggera prevalenza di Nigeriani e Marocchini rispetto a Tuni-sini, Moldavi, Italiani, Ucraini. Sono state presentate 14 richieste di prestito, precisamente 3 di 8.000 € per l’acquisto della casa e 11 di 1.500 € per la locazione: di queste 14 richieste ne sono state approvate 8. Il problema numero uno dei settemila immigrati in Polesine è la casa ma in sette mesi di attività si sono presentate solo trenta persone mentre l’erogazione dei prestiti è stata meno di un terzo di quelli messi a disposizione.

SCHEDA 4: lavoro “nero” in Polesine Solo il 15,1% dei cantieri polesani è perfettamente in regola con le norme sulla sicurezza e dilagante è la pratica del lavoro nero. Il lavoro sommerso è in costante aumento e riguarda quasi esclusivamente gli extracomunitari. Nel 2003 in Polesine sono stati effettuati 74 controlli, non solo nell’edilizia: 123 stranieri su 125 sono stati trovati in posizione irregolare. I lavoratori in nero sono aumentati anche rispetto allo scorso anno. NELL’ANNO 2005 , il 9 febbraio, si celebra anche in Polesine il Capodanno cinese che coinvolge, soprattutto a livello familiare la terza comunità, cinese, presente con 1400 persone, la percentuale più alta fra tutte le province del Veneto. Comunità cinese che dopo anni di "celata" presenza comincia a farsi più visibile anche per i bambini (sopraggiunti con i ricongiungimenti familiari) che frequentano la scuola e fanno da "ponte" fra famiglie e società ospitante. I Cinesi a poco a poco aprono negozi di prodotti nazionali e di prodotti di vario tipo, anche bar e "phone center" per chiamate internazionali. Parte ad Adria l’”Associazione immigrati per la cultura ed i servizi sociali” presieduta dal marocchino Hassan Sbaiby. Con 250.000 abitanti complessivi della provincia, gli immigrati regolari sono 8100: Marocco 1750, Albania 1365, Cina 1324, Romania 622, Ucraina 404, Polonia 314, Nigeria 299, Moldavia 250. Ma mettendo assieme gli immigrati dell’Est (Romania, Ucraina, Polonia, Moldavia, Russia, Slovacchia) si ottiene un nuovo primo posto virtuale di 1760 persone formato soprattutto da badanti. Esce a maggio un numero speciale, monotematico, di Biancoenero" sulle badanti: 10 pagine fitte-fitte di notizie, immagini, testimonianze, leggi e documenti. Le badanti sono il nuovo fenomeno dell’immi-grazione in Polesine ed in Italia. Soprattutto dal punto di vista legale in quanto la maggior parte di esse è irregolare, lavora in “nero” e non può usufruire del minimo servizio. Badanti che cominciano ad apri-re spazi di vita e socialità: nei parchi dove si incontrano a fine settimana, nelle Chiese (come quella del-la Beata Vergine di Pompei di Rovigo) dove si ritrovano a seguire le funzioni ortodosse, nei super-mercati, nelle feste interculturali… “DECRETO FLUSSI” MIGRATORI PER IL 2005 La programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2005 prevede una quota di 79.500 lavoratori: 15.000 per lavoro subordinato, 15.000 per lavoro domestico, 24.800 sono ripartiti per nazioni "privilegiate" (che hanno stretto accordi bilaterali con l'Italia) ed i restanti 24.800 per lavoro subordinato stagionale. L'istruttoria delle pratiche è fatta dall’Uf-ficio Provinciale del Lavoro e sarà completata entro maggio. Le quote assegnate al territorio polesano non bastano a fare fronte alla necessità di manodopera delle imprese: ci sono 72 posti disponibili per 228 richieste. Per l'assistenza alla persona, 119 posti per 81 domande. Anche le quote dei lavoratori provenienti da “nazionalità privilegiate" sono insufficienti. A guidare la classifica negativa sono i Moldavi con 101 domande (quasi tutte per badante) e solo 3 quote riservate. Seguono i marocchini -46 domande per 12 posti, gli albanesi -16 domande per 11 posti. Le quote riservate alla Moldavia sono 1550 per il territorio nazionale e fra queste 170 per il Veneto. Ma trovano scarsissima rispondenza di fronte alle numerosissime richieste già pervenute. A Padova sono assegnate 70 quote ma le domande sono già 900. A Verona le quote sono 31 per 537 domande. Visto che le lavoratrici dovrebbero inoltrare domanda dal paese di provenienza ma sono in effetti già in Italia con questo “Decreto Flussi” si creano 830 irregolari moldave a Padova, 506 a Verona e 98 a Rovigo.

A maggio si tiene la X festa della mondialità alla parrocchia di S.Francesco di Rovigo. Una festa che è anche rimasta l’unica ad organizzare un torneo di calcio interetnico.

La V festa provinciale dell’immigrazione si tiene a S. Maria Maddalena, dal 16 al 18 settembre, in col-laborazione con la provincia di Ferrara. Tre giorni di musica, dibattiti, esposizioni e confronti sulle e fra le comunità residenti nelle due province. Anche qui uno spazio particolare viene offerto alle “badanti”. Da ricordare la proiezione dell'audiovisivo "Badanti per caso", realizzato dalla redazione Biancoenero, sulle badanti di Rovigo ed il documentario "Sulle strade di casa" della fondazione Migrantes di Ferrara. Alla ripresa dell’anno scolastica si registra il solito aumento dei iscrizioni da parte di alunni figli di immigrati (SCHEDA1). Il 5 novembre il comune di Rovigo organizza un “convegno” sul “mestiere di badante” presso la Gran Guardia. Il tema “badanti” continua ad essere emergente nel settore. Sul fronte diritti, allargando l’orizzonte, c’è da segnalare il “Convegno nazionale” di Padova, 1 ottobre, per il diritto di voto agli immigrati. In fine d’anno si tiene una grande manifestazione nazionale di immigrati a Roma. "Abroghiamo la Bossi-Fini, no alla Turco-Napolitano!!", sono le parole d'ordine della manifestazione promossa dal Movimento dei Migranti e delle Reti Antirazziste il 3 dicembre: 40.000 persone sempre più visibili a rivendicare diritti di cittadinanza attiva. La questione “diritti” nel settore immigrazione è sempre più urgente. A fine 2005 in Polesine gli extracomunitari sono giunti ad una quota del 3,8% (SCHEDA 2), di poco inferiore alla media nazionale che è del 5% (SCHEDA 3). I lavoratori extracomunitari sono ormai una realtà accettata, un numero in continua crescita e sempre più “fisiologico” al sistema produttivo italiano. Lavoratori divenuti indispensabili, che vivono ormai da anni in Italia, che mandano i figli a scuola e che chiedono sempre più incessantemente diritti di partecipazione e di cittadinanza attiva.

SCHEDA 1: alunni stranieri in Polesine Gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della Provincia di Rovigo sono 1311 e rappresentano ormai il 3,5% della popolazione studentesca. Su una popolazione studentesca complessiva che continua a scendere, l'incremento annuo degli immigrati nell'ultimo biennio sfiora il 30%. Una situazione in costante evoluzione che potrà presentare problemi di programmazione didattica se non si appronteranno progetti di integrazione mirati.

SCHEDA 2: immigrati in Polesine Nel Polesine di fine anno 2005 si potrebbe fare il giro del mondo in 110 persone, tante sono le nazionalità rappresentate: dai Paesi Bassi alla Nuova Zelanda, dal Giappone all'Argentina, dalla Sierra Leone al Messico. Gli ultimi dati della Questura di Rovigo registrano un totale di 9489 cittadini stranieri (fra extracomunitari e comunitari) nella provincia: erano 8551 a fine 2004. Al primo posto la comunità marocchina con 2123 unità, seguita da quella cinese -1654, che ha sorpassato quella albanese -1529. A seguire: Romania -713, Ucraina -441, Polonia -381, Nigeria -347 e Moldavia -317. A Rovigo, capoluogo, i soggiornanti sono 2064 (1890 a fine 2004) provenienti da 76 nazioni: Albania 489, Nigeria 226, Cina Popolare 192, Marocco 162, Romania 161, Ucraina 148, Polonia 145.

SCHEDA 3: dossier Caritas 2005 Quasi tre milioni di immigrati in Italia nel 2005. Ventuno volte tanto quelli che erano poco più di una generazione fa: nel 1970, infatti, non se ne contavano più di 140 mila. Che poi crebbero a oltre un milione nel 1997. Oggi l’incidenza sulla popolazione è vicina alla media europea (5%), anche se ancora lontana dal 9% di Austria e Germania. Dunque una presenza divenuta sempre più rilevante nella società italiana. È il quadro delineato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes nel Dossier Immigrazione 2005. Il Dossier sottolinea come da paese di emigrazione – con circa 28 milioni di espatri a partire dall’unità d’Italia – siamo passati ad assistere con indifferenza e curiosità ai primi flussi di immigra-zione (negli anni ’70 e ’80), per attraversare poi il periodo dell’emergenza (tra la fine degli anni ’80 e la fine degli anni ’90) e arrivare a quello che si può definire il periodo dell’organicità limitata e contrastata (dalla legge Turco-Napolitano del 1998, all’attuale legge Bossi-Fini).

Oltre al numero - 2.730.000 a fine 2004 di cui 1.289.000 provenienti dall’Europa, 647.000 dall’Africa, 472.000 dall’Asia, 314.000 dall’America, aumenta anche il ritmo di crescita degli immigrati (130.000 nuovi arrivi dall’estero in un anno, di cui 88.000 per ricongiungimenti familiari). Inoltre il Rapporto evidenzia la diffusione su tutto il territorio (60% al Nord, 30% al Centro, 10% al Sud) e la normalizza-zione dal punto di vista demografico con prevalenza dei coniugati, elevata incidenza dei minori (un quinto dei residenti) e consistente numero di nati da entrambi i genitori stranieri (quasi 40.000 nel 2005). Infine si rileva una crescente tendenza alla stabilità di residenza - con circa il 60% della popola-zione straniera soggiornante da più di 5 anni e 320.000 immigrati che, nel corso di questi anni, hanno acquisito la cittadinanza italiana – e un crescente fabbisogno di forze lavoro aggiuntive da parte del mercato occupazionale italiano, con un’incidenza dei lavoratori immigrati vicina all’8% della forza lavoro. Immigrazione in Polesine, 2000-2005: commento Se gli anni ’90 sono stati caratterizzati da una sensibilità sociale, improntata all’accoglienza, che ha coinvolto soprattutto le associazioni di volontariato, gli anni 2000 vedono scendere in campo i partiti e la “politica” a fagocitare il settore immigrazione. Una partitica che vede nascere e proliferare assesso-rati alla Pace ed all’Immigrazione che non si rifanno alle passate esperienze o alle associazioni preposte ma fagocitano, appunto, l’esistente per dirimerlo nell’ottica partitica (di appartenenza) di quegli anni. Anche i soldi, si pensi ai 12 miliardi di lire erogati dalla Regione Veneto nel 2001-2003 per iniziative nel settore dell’immigrazione, giocano il loro ruolo e la “questione” immigrazione diventa così gestita dai partiti e dalle istituzioni che perdono i contatti con la base sociale che fino ad allora aveva dato una impronta umanitaria alla questione. E così il volontariato idealista tende a scomparire per essere sosti-tuito da associazioni più legate ai partiti, ai contributi ed alle convenzioni. La questione diritti viene inserita nei “cartelli” delle coalizioni ed il “diritto di voto” che è stato proposto a partire dal 1992 viene perso di vista, e per strada, nonostante anche il vice-presidente del Consiglio Fini ne avesse propugnato l’urgenza nel 2004. La questione “badanti” diventa emergente, soprattutto per le irregolari, nel settore immigrazione. La questione “Badanti” si è fatta anch’essa “politica” con l’apertura di sportelli appositi nelle sedi provinciali delle Caritas del Veneto in collaborazione con Italia Lavoro, l’agenzia che gestisce il settore immigrazione per conto della Regione Veneto. Agenzia che cerca di soppiantare l’autonomia delle Province e dei CTP che fino ad ora avevano lavorato, autonomamente, nel settore. Roberto Costa, 8 marzo 2006.