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L’ICF A SCUOLA: L’ICF A SCUOLA: come cambiano il Profilo Dinamico Funzionale e il Piano Educativo Piano Educativo Individualizzato? DOTT.SSA ANNA RICCARDI Ceripa Onlus

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L’ICF A SCUOLA:L’ICF A SCUOLA:come cambiano il Profilo Dinamico Funzionale e il Piano Educativo Piano Educativo Individualizzato?

DOTT.SSA ANNA RICCARDI

Ceripa Onlus

Parlare di ICF: parlare di Parlare di ICF: parlare di

INCLUSIONEINCLUSIONE SCOLASTICASCOLASTICARiconoscimento, capacità di rispondere

in maniera efficace ai diritti di individualizzazione di tutti gli alunni (anche di quelli con difficoltà di (anche di quelli con difficoltà di funzionamento) e capacità di prevenire il disagio.

Parlare di ICF: dal modello Parlare di ICF: dal modello

medico al modello medico al modello biobio--psicopsico--

socialesocialeAl fine di un adeguato riconoscimento

dei reali bisogni di un alunno è più utile accendere il focus dell’attenzione sul qui ed ora, sulla situazione attuale sul qui ed ora, sulla situazione attuale di funzionamento e sugli intrecci tra gli elementi biologici, psicologici e sociali, piuttosto che sulla eziologia del disturbo.

Parlare di ICF: dettagliare le Parlare di ICF: dettagliare le

“opportune differenze” (senza “opportune differenze” (senza

stigmatizzare!)stigmatizzare!)

� Disturbo degli apprendimenti e difficoltà nello sviluppo delle competenze (con ritardi nello sviluppo; competenze (con ritardi nello sviluppo; ritardi mentali; disturbo del linguaggio; DSA; deficit attentivo)

� Difficoltà emotive (timidezza, ansia, collera, disturbi dell’attaccamento, inibizione, depressione, condizioni psichiatriche, disturbi comportamentali)

� Difficoltà relazionali

� Deficit fisici

� Persone in situazioni di disagio sociale e familiare

� Migranti

…e chiederci quali sono le componenti del funzionamento a cui prestare maggiore attenzione.

E’questa nuova visione dell’uomo e delle sue relazioni con l’ambiente di vita che può influenzare la costruzione del PDF e poi del PEI a livello del PDF e poi del PEI a livello “filosofico” sicuramente ma anche a livello “operativo”.

Vediamo come…

A livello normativo:A livello normativo:

Il modello dell’ICF-CY viene considerato una valida base concettuale ed antropologica per costruire una griglia di conoscenza del funzionamento educativo e/o di apprendimento educativo e/o di apprendimento dell’alunno da:

� Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008 (la Diagnosi Funzionale include anche il PDF e corrisponde al Profilo di funzionamento della persona)

� Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (MIUR, 2009)

A livello del punto di vista A livello del punto di vista

dell’osservatoredell’osservatore� Dal curare al prendersi cura

� Passaggio da una sensazione soggettiva di disagio (preoccupazione) ad una valutazione il più possibile ad una valutazione il più possibile “oggettiva” che un certo modo di funzionamento sia effettivamente problematico per quel soggetto, tenendo conto dell’ottica evolutiva

� Criteri di danno, ostacolo e stigma sociale (Ianes e Cramerotti, 2009)

A livello dell’equipe di lavoroA livello dell’equipe di lavoro

Necessità di superare la logica “alunno disabile-insegnante di sostegno”, valorizzando la “funzione di sostegno” dell’intera comunità scolastica e non dell’intera comunità scolastica e non solo: insegnanti curriculari, compagni, famiglie, realtà sportive, culturali e di volontariato attraverso tecniche volte al lavoro condiviso…ad es.: apprendimento cooperativo, tutoring.

A livello operativo: dalla diagnosi A livello operativo: dalla diagnosi

al Piano Educativo al Piano Educativo

Individualizzato (PEI)Individualizzato (PEI)� Diagnosi Funzionale educativa

(momento conoscitivo del funzionamento dell’alunno usando l’ICF-CY)l’ICF-CY)

� Profilo Dinamico Funzionale

� Definizione di attività, materiali e metodi di lavoro (tecniche e risorse per l’insegnamento-apprendimento)

� Verifiche e valutazioni (revisione delle componenti precedenti)

Diagnosi Funzionale Diagnosi Funzionale Ha come obiettivo la conoscenza più

estesa possibile e la comprensione più approfondita possibile dell’alunno in difficoltà. Questa conoscenza non è ovviamente utile se resta fine a sé ovviamente utile se resta fine a sé stessa ma deve essere utile alla realizzazione concreta e quotidiana di attività didattiche ed educative che risultino appropriate, significative ed efficaci.

Non può quindi che essere MULTIDISCIPLINARE!

Diagnosi FunzionaleDiagnosi Funzionale

� La base su cui si poggia questa possibile multidisciplinarietà è il modello dell’ICF-CY

� E’composta dai punti di debolezza ma � E’composta dai punti di debolezza ma anche dai punti di forza (oltre che dai fattori facilitanti e dalle barriere del contesto ambientale) che caratterizzano il funzionamento della persona

Diagnosi FunzionaleDiagnosi Funzionale

Diagnosi FunzionaleDiagnosi Funzionale

Problema: se essa è composta dalla valutazione approfondita effettuata da parte di diverse figure professionali, i dati che la costituiscono possono dati che la costituiscono possono essere molti e senza collegamenti significativi tra loro.

Profilo Dinamico FunzionaleProfilo Dinamico Funzionale

� E’il momento organizzatore dei dati di conoscenza che fornisce la Diagnosi Funzionale. Funge da raccordo tra la Diagnosi Funzionale e la programmazione delle attività programmazione delle attività quotidiane da svolgere.

� Vengono identificati gli obiettivi a breve, a medio e a lungo termine linee concrete di prospettiva (proposta più operativa rispetto a “potenzialità esprimibile” che tiene conto anche della co-costruzione dello sviluppo)

Fasi operative del Profilo Fasi operative del Profilo

Dinamico Funzionale e ICFDinamico Funzionale e ICF� FASE 1: sintetizzare in modo

significativo le numerose informazioni e provenienti da fonti differenti contenute nella Diagnosi Funzionale contenute nella Diagnosi Funzionale grazie alle aree ICF attorno a 4 poli:

- Punti di forza, cioè abilità possedute (capacità)

- Punti di forza, cioè abilità possedute grazie alla mediazione positiva di fattori contestuali (performance)

- Deficit

- Relazione di influenza e di mediazione tra i vari ambiti di funzionamento della persona (creare connessioni tra gli ambiti di funzionamento, soprattutto quelli che sono a vantaggio dell’integrazione e dell’inclusione dell’integrazione e dell’inclusione scolastica)

� FASE 2: Definizione degli obiettivi a lungo termine (da 1 a 3 anni; PROGETTO DI VITA)

� FASE 3: definire gli obiettivi a medio termine o obiettivo effettivo (da qualche mese ad un anno scolastico)

� FASE 4: definizione degli obiettivi a breve termine e definizione delle breve termine e definizione delle sequenze dei sotto-obiettivi che facilitano l’apprendimento ad esempio attraverso:

- Modellaggio o shaping

- Aiuti necessari e sufficienti

- Task analysis

Attività, materiali e metodi di Attività, materiali e metodi di

lavorolavoroIn questa fase del PEI si elaborano

soluzioni operative nella dinamica insegnamento-apprendimento per consentano di favorire il consentano di favorire il raggiungimento degli obiettivi definiti dal PDF.

Si identificano i tempi, gli spazi, le persone e le altre risorse materiali, organizzative, strutturali e metodologiche quali:

� Classi e gruppi di apprendimento

� Modalità cooperative di apprendimento e di lavoro

� Rapporti prosociali e di collaborazione degli alunni tra loro, con gli insegnanti e degli insegnanti tra loro e con tutti i componenti dei GLH

� Curricula rivolti allo sviluppo delle � Curricula rivolti allo sviluppo delle intelligenze multiple (secondo la definizione di Gardner: logico-matematica; linguistica; spaziale; corporea-cinestesica; interpersonale-relazionale; musicale; intrapersonale; naturalistica; esistenziale)

� Istruzione orientata allo sviluppo di diversi livelli di competenza (anche concreta)

� Integrazione delle tecnologie

� Apprendimento attivo

� Attività di mediazione delle controversiecontroversie

…che verrano operativizzati nelle linee guida!

VERIFICHE E VALUTAZIONIVERIFICHE E VALUTAZIONI

� Sulla base degli esiti oggettivi delle attività si compiono verifiche e valutazioni, in itinere e finali.

� Si valuta non solo il raggiungimento di � Si valuta non solo il raggiungimento di obiettivi ma anche la capacità di generalizzare le acquisizioni e la appropriatezza e la significatività delle stesse rispetto al più generale Progetto di Vita.

� Si ridefiniscono i contenuti del PEI e si verifica, valuta e corregge la Diagnosi Funzionale sulla base di una conoscenza più approfondita dell’alunno.

GRUPPI GRUPPI DIDI LAVORO LAVORO

HANDICAPHANDICAP� Come prepararsi all’incontro

(costituzione di un “buon” gruppo di lavoro, accomunato da obiettivi e intenti comuni; quando è possibile sentire il parere dell’alunno)sentire il parere dell’alunno)

� Cosa fare durante l’incontro (confronto e accordo su domande fondamentali circa i tempi, le attività, i materiali e gli strumenti, ascoltando il parere di tutti)

� Cosa fare al termine dell’incontro (rendere concreti i cambiamenti discussi)

PEI+ICF=Progetto di VitaPEI+ICF=Progetto di Vita

� Oltre la scuola: altri contesti di vita

� Oltre l’età evolutiva: “pensami adulto!”

� Oltre la didattica: tirocini formativi; progetti scuola-lavoro

� Oltre il progetto dell’insegnante: il progetto della famiglia (il “durante noi” e il “dopo di noi”)

� Oltre l’alunno: la persona (e i livelli tecnico-didattico; psicologico; relazionale)

� Oltre la programmazione

Livello tecnicoLivello tecnico--didatticodidattico

� “Speciale normalità”: attivare le risorse e gli interventi necessari privilegiando quelli più vicini alla normalità e includere nella normalità principi attivi che la rendono speciale, in una che la rendono speciale, in una circolarità di feedback.

� Risorse da attivare: sensibilizzazione generale, alleanze extrascolastiche, formali e informali (livello relazionale) formazione e aggiornamento, condivisione di buone prassi, interventi riabilitativi, sanitari e

Livello psicologicoLivello psicologico

� FORMAZIONE dell’identità che, secondo l’ICF CY è all’interno dei Fattori Contestuali Personali ed è composta di differenti fattori, tra loro composta di differenti fattori, tra loro interrelati:

� Autoefficacia

� Autostima

� Stili di attribuzione

� Valori, obiettivi e motivazioni

� Azioni e scelte