lICEO “G. PARINI”...
Transcript of lICEO “G. PARINI”...
LICEO “G. PARINI” SEREGNO
www.liceopariniseregno.gov.it
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INCLUSIONE PER
GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Dirigentescolastico
1
INDICE
Premessa
Finalità
Profilo sintetico delle diverse tipologie di BES
1) Disturbi evolutivi specifici
- Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
- Disturbi evolutivi specifici: altra tipologia 2) Svantaggio socio- economico, linguistico e culturale
3) Area della disabilità
Documentazione clinica essenziale
- DSA e altra tipologia di disturbi evolutivi specifici
- Svantaggio connesso a situazioni di difficoltà in ambito emozionale, psico-affettivo, psicofisico, comportamentale, motivazionale
- Svantaggio socio-economico
- Svantaggio linguistico e culturale
Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali: PDP, strumenti
compensativi, misure dispensative
- Alunni con DSA e altri Disturbi evolutivi specifici
- Alunni con Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
Didattica inclusiva
- Strategie educativo-didattiche e metodi
Valutazione intermedia e finale per gli alunni con Bisogni Educativi
Speciali (DSA e altra tipologia)
Lingue straniere
Esami di Stato
Procedura di inserimento scolastico alunni con BES già in possesso
di certificazione, diagnosi o altra idonea documentazione
Procedura di inserimento scolastico alunni con BES non in possesso
di idonea documentazione/in attesa di documentazione
Figure e organismi di riferimento per l’inclusione degli alunni con BES: ruoli e compiti
2
Premessa
In ogni realtà scolastica sono presenti alunni che richiedono un’attenzione speciale per una
varietà di ragioni: Disturbi Evolutivi Specifici (tra i quali i Disturbi Specifici di Apprendimento),
Svantaggio socio-economico o difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua e della
cultura italiana, in quanto appartenenti a culture diverse.
È ormai noto che un numero sempre più ampio di alunni, continuativamente o per
determinati periodi e per una pluralità di motivi (fisici, biologici, fisiologici, o anche per motivi
psicologici e sociali), presenta difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e
competenze, nonché disturbi del comportamento, che possono portare ad abbandoni,
ripetenze anche plurime, con un impatto notevole sul fenomeno della dispersione scolastica.
Quest’area dello svantaggio scolastico, che comprende problematiche diverse, viene
indicata come Area dei Bisogni Educativi Speciali (BES)».
Essi necessitano da parte della scuola di un’educazione speciale, individualizzata,
nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo
formativo.
Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o rilevate
dalla scuola, devono essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e
della famiglia, in quanto implicano l’osservazione e la lettura attenta dei segni di disagio, il
dialogo con la famiglia, l’offerta di idonee e personalizzate risposte.
L’attenzione ai BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni, ma di rimuovere
quanto ostacola i percorsi di apprendimento, consentendo una modulazione degli stessi
sulla base delle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di una scuola più equa e inclusiva.
I Bisogni Educativi Speciali sono, dunque, molti e diversi: una scuola che include deve
essere in grado di accoglierli tutti e di fornire a ciascuno di essi le risposte adeguate e
necessarie.
Riferimenti normativi: la Legge 170/2010 ha riconosciuto la dislessia, la disortografia, la
disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
Il Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011 (attuativo della legge 170/2010) e la Direttiva
Ministeriale del 27 dicembre 2012 hanno successivamente ampliato la riflessione
sull’inclusione introducendo il concetto di Bisogni Educativi Speciali, che comprende:
disturbi evolutivi specifici (disturbi specifici di apprendimento, disturbo dell’attenzione
e dell’iperattività, funzionamento cognitivo limite…)
svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
disabilità
Tali provvedimenti normativi hanno indicato, inoltre, le strategie d’intervento per gli alunni
con BES, la formazione del personale, l’organizzazione territoriale per l’ottimale
realizzazione dell’inclusione scolastica, con particolare riferimento ai Centri Territoriali di
Supporto e all’équipe di docenti specializzati, curricolari e di sostegno.
Ad essi ha fatto seguito la Circolare Ministeriale applicativa n. 8 del 6 marzo 2013, che ha
definito l’operatività della Direttiva del 27 dicembre 2012 e ha offerto alle scuole uno
strumento pratico di notevole importanza.
3
Finalità
Il Protocollo per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) nasce
dall’esigenza di individuare e adottare pratiche inclusive chiare e condivise dall’intera
comunità scolastica riguardanti l’accoglienza e l’inserimento degli alunni che presentano
Bisogni Educativi Speciali all’interno del nostro Liceo, nell’intento di garantire loro il diritto
all’istruzione e i necessari supporti per sostenerli nella fase di adattamento al nuovo
ambiente e durante tutto il percorso formativo.
Il Protocollo intende favorire il successo scolastico degli alunni in situazioni individuali
sfavorevoli, agevolare la loro integrazione sociale e culturale, ridurre i disagi formativi ed
emozionali, assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità.
Esso vuole, inoltre, rappresentare uno strumento di supporto all’azione didattica dei docenti
e un percorso guidato per tutti i Consigli di Classe che si confrontano con situazioni di alunni
con BES, definendo i compiti e i ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituzione
scolastica, tracciando le linee delle possibili fasi di accoglienza e delle attività di facilitazione
per l’apprendimento; contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le procedure e le
pratiche per l’inserimento ottimale degli alunni secondo quanto prescritto dalla normativa
vigente.
Il Protocollo di Accoglienza, dunque, si propone di delineare prassi condivise di carattere:
amministrativo e burocratico:
acquisizione della documentazione necessaria e completezza del fascicolo
personale
comunicativo e relazionale:
prima conoscenza dell’alunno e sua accoglienza all’interno della nuova scuola con
incontri ed attività programmati (incontri con le famiglie, Consigli di Classe,
Commissioni di lavoro …)
educativo–didattico:
formazione delle classi, coinvolgimento del Consiglio di Classe e dei genitori,
predisposizione di percorsi individualizzati e personalizzati.
Il Protocollo costituisce uno strumento di lavoro, pertanto verrà integrato e rivisto
periodicamente sulla base delle esperienze realizzate, delle criticità emerse, delle risorse
individuate.
Profilo sintetico delle diverse tipologie di BES
1) Disturbi evolutivi specifici: Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
Si tratta di disturbi funzionali di origine neurobiologica che, pertanto, non possono essere
risolti, ma solamente ridotti (mediante idonei strumenti di compensazione del disturbo), che
4
alunni con intelligenza e caratteristiche psicofisiche nella norma, o anche elevate, possono
mostrare nelle abilità specifiche degli apprendimenti scolastici.
Tra questi si possono distinguere
la dislessia: disturbo settoriale dell’abilità di lettura, che consiste nella
mancata o erronea traduzione del codice scritto e conseguente difficoltà di
comprensione del testo;
la disortografia: disturbo settoriale delle abilità ortografiche, che consiste nel
non riuscire a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in
linguaggio scritto;
la disgrafia: disturbo settoriale della scrittura, che consiste nel non riuscire a
produrre una grafia decifrabile;
la discalculia: disturbo settoriale del sistema di elaborazione dei numeri e/o
del calcolo.
Tali disturbi sono spesso accompagnati da:
disnomia: disturbo specifico del linguaggio, che consiste nella difficoltà a
richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria; essa può
incidere sulle abilità del discorso, della scrittura o di entrambe, ed è presente
anche nella comunicazione sociale;
disprassia: disordine funzionale qualitativo nell’esecuzione coordinata di
azioni volontarie nel tempo e nello spazio, in assenza di impedimenti organici
o di deficit sensoriali. Si accompagna a lentezza, difficoltà negli automatismi
motori rapidi, nell’integrazione sensoriale e nella grafo-motricità.
La presenza di uno o più disturbi si evince dalla diagnosi redatta dallo specialista.
Disturbi evolutivi specifici: altra tipologia
Con la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 è possibile da parte della scuola la presa
in carico di altre tipologie di Disturbi Evolutivi Specifici: disturbi specifici del linguaggio, deficit
nelle aree non verbali, deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (DDAI, o secondo
formula inglese ADHD: Attention Deficit Hyperactivity Disorder) che si può riscontrare
spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, disturbi dello spettro autistico lieve
(non compreso nelle casistiche previste dalla legge 104/92), funzionamento intellettivo limite
(o borderline) che può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo
specifico.
La presenza di uno o più disturbi si evince, anche in questo caso, dalla diagnosi redatta
dallo specialista.
2) Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
(Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012)
Si tratta sicuramente di un’area molto ampia ed eterogenea dei BES, nella quale sono
compresi tutti quegli alunni che presentano difficoltà in ambito emozionale, psico-affettivo,
comportamentale, motivazionale, oppure legate a complessi vissuti di ordine psicofisico,
familiare, socio-economico o linguistico-culturale.
5
Lo studente coinvolto in una situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale manifesta
spesso un disagio scolastico, espressione di un’esperienza personale di fragilità emotiva e
psicologica, che condiziona negativamente la sua relazione con l’ambiente, i contesti e le
persone incontrate. Tutto ciò impedisce una partecipazione efficace dell’allievo al processo
di apprendimento e consolida, invece, condizioni di marginalità che conducono a scelte
dispersive.
3) Area della disabilità
A questo riguardo si rimanda alle “Linee Guida per l’accoglienza l’integrazione degli alunni
con disabilità” adottate dall’Istituto ed espressamente dedicate a tale tipologia di soggetti
con Bisogni Educativi Speciali.
Documentazione clinica essenziale
Si forniscono alcune precisazioni in merito alla documentazione clinica essenziale e
necessaria per i vari profili di Bisogni Educativi Speciali; essa deve essere consegnata dalla
famiglia, ovvero dallo studente di maggiore età, alla scuola, la quale attiverà il Protocollo
previsto per tali alunni intraprendendo le iniziative pertinenti.
DSA e altra tipologia di disturbi evolutivi specifici
Per il profilo dei disturbi evolutivi specifici (DSA e disturbi evolutivi di altra tipologia),
la documentazione essenziale comprende la diagnosi clinica. Essa deve includere
la codifica diagnostica del disturbo, il percorso di valutazione effettuato, le indicazioni
di intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico, l’indicazione dei test e dei
punteggi ottenuti. La diagnosi di DSA può essere effettuata dalle strutture pubbliche
e private accreditate e va di norma aggiornata (non essendo previsto alcun obbligo
in tal senso):
- al passaggio da un ordine di scuola all’altro e, comunque, non prima dei tre anni
dalla precedente;
- ogni qualvolta sia necessario modificare in modo significativo l’applicazione degli
strumenti didattici e valutativi in uso, su segnalazione della scuola o della famiglia.
Svantaggio connesso a situazioni di difficoltà in ambito emozionale, psico-affettivo, psicofisico, comportamentale, motivazionale
Di norma, anche per gli studenti che fanno parte di questa categoria di BES il nostro
Istituto richiede alla famiglia -se possibile- la presentazione di una documentazione
specialistica (documentazione medica o prodotta da professionisti/associazioni che
hanno in carico il soggetto) comprovante la condizione di difficoltà dell’alunno al fine
6
di applicare, in forma eventualmente anche solo transitoria, le misure dispensative
e/o gli strumenti compensativi ritenuti più idonei, i quali vengono messi in atto per il
tempo strettamente necessario.
La documentazione specialistica, se variata/integrata, va ripresentata alla
scuola all’inizio di ogni nuovo anno scolastico.
Svantaggio socio-economico
Nel caso di alunni seguiti dai Servizi Sociali la documentazione essenziale può
comprendere la segnalazione dei Servizi Sociali territorialmente competenti, la
segnalazione della famiglia e le considerazioni psico-pedagogiche e didattiche del
Consiglio di Classe.
Svantaggio linguistico e culturale
Generalmente si tratta di alunni di origine straniera, di recente immigrazione o che
non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche, i quali
sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana. In questi
casi l’alunno potrebbe partecipare ad iniziative di alfabetizzazione linguistica
organizzate dalla scuola (nella forma dell’aiuto tra pari), da associazioni o altri enti
che si occupano di Intercultura.
La documentazione essenziale può, dunque, comprendere le indicazioni di tali
organizzazioni, la segnalazione della famiglia, le considerazioni psico-pedagogiche
e didattiche del Consiglio di Classe.
Al fine di evitare automatismi nell’adozione di interventi concernenti la personalizzazione
dell’apprendimento, è utile ricordare che le situazioni di svantaggio socio-economico,
linguistico e culturale, devono essere considerate nella misura in cui costituiscono un
ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale e sociale dell’alunno e generano
scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua immagine
sociale.
Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi
Speciali:
PDP, strumenti compensativi, misure dispensative
Lo strumento privilegiato d’intervento a favore degli studenti con BES (tra i quali anche gli
alunni con DSA) da parte dell’Istituzione Scolastica è rappresentato dal percorso
individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che
tutti i docenti del Consiglio di Classe sono chiamati ad elaborare.
Si tratta di uno strumento di lavoro con la funzione di definire, monitorare e documentare le
strategie di intervento più idonee. In particolare, in merito alla collaborazione della famiglia
dello studente con Bisogni Educativi Speciali, la Circolare Ministeriale specifica che: “È
7
necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno
con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di Classe (…) dando luogo al PDP,
firmato dal Dirigente Scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai
docenti e dalla famiglia”
Quest’ultima, pertanto, sarà invitata, attraverso la definizione di un Piano Didattico
Personalizzato condiviso, a collaborare con la scuola al fine di perseguire un armonico
sviluppo psicofisico del proprio figlio/a.
Le scuole, inoltre, con determinazioni assunte dai Consigli di Classe, risultanti dall’esame
della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di
carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per gli alunni con Bisogni Educativi
Speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni
attuative della legge 170/2010 (DM 5669/2011).
Alunni con DSA e altri Disturbi evolutivi specifici
Per gli alunni con DSA e altri Disturbi Evolutivi Specifici, la scuola è tenuta ad acquisire
la certificazione e ad attivare un Piano Didattico Personalizzato ai fini della legge 170.
In modo commisurato alle necessità individuali e al livello di complessità del disturbo, nel
PDP verrà garantito l’utilizzo di strumenti compensativi, cioè di tutti quegli strumenti che
consentono di compensare le carenze funzionali determinate dal disturbo e, nei limiti del
possibile, evitare l’insuccesso scolastico a causa delle difficoltà ad esso correlate (curando
in particolare l’acquisizione, da parte dello studente con DSA, delle competenze per un
efficiente utilizzo degli stessi), e l’applicazione di misure dispensative, ovvero di quegli
adattamenti delle prestazioni che permettono all’alunno una positiva partecipazione alla vita
scolastica. Le misure dispensative, infatti, sono finalizzate ad evitare situazioni di
affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro
ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati
e personalizzati.
La Nota Ministeriale n. 4099 del 5 ottobre 2004 indica alcuni essenziali strumenti
compensativi che, a seconda della disciplina e del caso, possono essere:
• Calcolatrice
• Mappe concettuali, schemi, sintesi, formulari
• Schemi di sintesi per l’elaborazione, rielaborazione e/o esposizione di testi
• Tabelle delle misure e delle formule geometriche, tavola periodica
• Registratore
• Computer con programmi di video-scrittura, con correttore ortografico e sintesi vocali.
• Audiolibri, libri digitali, dizionari digitali
Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico in base alle fasi di
sviluppo dello studente e ai risultati acquisiti.
Per le misure dispensative, valutando l’entità e il profilo della difficoltà in ogni singolo caso,
si può far riferimento ai seguenti punti:
8
• Dispensa dalla lettura ad alta voce
• Dispensa dalla lettura di testi molto lunghi
• Riduzione dei compiti al minimo necessario
• Dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura
• Dispensa dal prendere appunti
• Dispensa dallo studio mnemonico di tabelline, tabelle, formule, forme verbali in latino,
definizioni…
• Dispensa dai calcoli orali complessi
• Dispensa dalla copiatura alla lavagna di sequenze lunghe
• Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa
• Organizzazione di interrogazioni programmate
• Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del
contenuto e non della forma
• Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta (la dispensa
dalle prove scritte di lingua straniera viene applicata in modo stabile solo se in presenza
di uno specifico disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto dall’art. 6
del DM n. 5669 del 12 luglio 2011).
Tali strumenti e misure vanno utilizzati costantemente in tutti i gradi di scuola; è
indispensabile, quindi, che il Piano Didattico Personalizzato accompagni l’alunno in tutto il
suo iter scolastico.
Alunni con Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
A differenza degli alunni con DSA e altri Disturbi Evolutivi Specifici, per questa
tipologia di BES è la scuola stessa a decidere la modalità della presa in carico di
segnalazioni o diagnosi specialistiche, o anche ad agire in assenza di queste ultime. In modo commisurato al tipo di svantaggio e alle necessità individuali, per gli alunni con
Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale possono essere utilizzate - per la durata
ritenuta necessaria - misure compensative a sostegno dei processi di apprendimento; le
misure dispensative prevedono, di norma, l’organizzazione di interrogazioni programmate.
In sintesi: il PDP viene introdotto dalla diagnosi dello specialista (se presente), a cui fanno
seguito le osservazioni/considerazioni dei docenti e della famiglia. Successivamente si
mettono in atto le strategie metodologiche e didattiche opportune, condivise a livello di
Consiglio di Classe.
Didattica inclusiva Strategie educativo-didattiche e metodi
In misura delle necessità dello studente BES individuate insieme alla famiglia, sulla base di
quanto descritto nella certificazione e/o desunto dall’osservazione diretta dei docenti, il
9
Consiglio di Classe adotta strategie educativo-didattiche e metodi di insegnamento
utili, quali, ad esempio:
• privilegiare l’approccio esperienziale e laboratoriale
• gratificare e incoraggiare di fronte ai successi, agli sforzi e all’impegno; tali atteggiamenti
devono risultare prevalenti rispetto alle frustrazioni dovute agli insuccessi
• sollecitare le conoscenze pregresse per introdurre nuovi argomenti
• usare schemi, mappe concettuali e semplificazioni testuali
• assegnare importanza maggiore alla comunicazione orale rispetto allo scritto
• rivolgere richieste specifiche, lineari e semplificate sintatticamente
• evitare di enfatizzare gli errori ripetuti, anche se segnalati
• privilegiare il contenuto rispetto alla forma/procedura
• accettare il ragazzo per ciò che è e valorizzare quanto è in grado di fare, senza presunzioni
di “cambiamenti” spesso inopportuni e impropri
• valorizzare, nella didattica, linguaggi comunicativi altri dal codice scritto (linguaggio
iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a
voce
• incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari
• promuovere l’apprendimento collaborativo
• insegnare l’uso di dispositivi extra-testuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini)
• promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e le discipline
• dividere gli obiettivi di un compito in sotto-obiettivi
• offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno
nella discriminazione delle informazioni essenziali.
Valutazione intermedia e finale degli studenti con Disturbi
Evolutivi Specifici (DSA e altra tipologia)
Premesso quanto previsto dalla normativa con specifico riferimento all’Art. 10 - Valutazione
degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA) - il D.L. n.122 del 22 giugno
2009 così recita:
1. “ Per gli alunni con […] (DSA) adeguatamente certificati, la valutazione e la verifica degli
apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono
tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento
dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse
finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici
compensativi e dispensativi ritenuti più idonei”.
2. “Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle
modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.”
A seguito della Legge 170/2010 e alle indicazioni successive, il richiamo legislativo fa capo
in particolare all’art. 6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2012, in cui si precisa che:
“La valutazione scolastica, periodica e finale […] deve essere coerente con gli interventi
pedagogico-didattici” attivati nel corso dell’anno scolastico e previsti nel Piano Didattico
Personalizzato. Lo stesso decreto raccomanda altresì alle istituzioni scolastiche di adottare
10
“modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare
effettivamente il livello di apprendimento raggiunto”.
I criteri e le modalità di verifica e valutazione previsti dalla normativa implicano la necessità
e l’opportunità di utilizzare durante le prove di valutazione in corso d’anno, negli esami
conclusivi del ciclo scolastico e durante l’esame di Stato, coerentemente con gli interventi
pedagogico-didattici programmati dal CdC, le stesse tecniche didattiche e i medesimi
strumenti compensativi e dispensativi cui si è fatto ricorso durante le normali attività svolte
in classe per la personalizzazione del percorso di apprendimento.
L’intervento valutativo risulta incentrato sulla padronanza dei contenuti disciplinari piuttosto
che sugli aspetti morfologico-sintattici della prova espletata, prescindendo dunque dagli
aspetti legati all’abilità deficitaria o alle difficoltà specifiche dell’allievo.
La valutazione, pertanto, è personalizzata, tenuto conto dei disturbi specifici e dei livelli
di partenza. In fase valutativa, infatti, vengono presi in considerazione: la relazione tra i
risultati della prova e il soggetto che li ha determinati, la situazione di partenza, la personalità
e le condizioni psicofisiche dell’alunno, in un’ottica formativa e non puramente sommativa,
affinché il momento valutativo non si riduca a una mera misurazione delle performance.
Tenendo presente ciò, il Consiglio di Classe predispone:
1. la definizione chiara dei singoli obiettivi
2. lo svolgimento delle interrogazioni in condizioni analoghe a quelle abituali, anche con
uso di strumenti e tecnologie
3. prove equipollenti, ovvero:
prove diverse rispetto alla modalità di espressione-comunicazione. Ad
esempio: una prova scritta o grafica diventa orale, una orale diventa scritta
ecc.
prove diverse rispetto alla modalità di somministrazione: domande aperte
diventano chiuse, a scelta multipla ecc.
prove diverse rispetto ai tempi: oltre all'assegnazione di un tempo maggiore
a disposizione si può variare anche la frequenza delle verifiche o interrogazioni
e definire la loro programmazione
prove diverse rispetto alla quantità: numero di esercizi, di domande ecc. Se
non è possibile aumentare i tempi o se la resistenza fisica del soggetto non
consente la somministrazione di un’intera prova, si possono selezionare e
proporre solo le parti più significative
prove diverse rispetto ai contenuti, che rimangono però idonei a valutare
globalmente il raggiungimento degli obiettivi
la compensazione con prove orali di compiti scritti non ritenuti adeguati
(con particolare riferimento alla lingua straniera e al latino)
4. valutazioni più attente alle conoscenze e alle competenze di analisi, sintesi e
collegamento piuttosto che alla correttezza formale, ovvero la valutazione di concetti,
pensieri, grado di maturità, di consapevolezza e di conoscenza, siano essi espressi
in forme tradizionali o compensative, premiando progressi e sforzi dell’alunno
5. eventuale lettura dell’insegnante, di un compagno o sintesi vocale del testo di verifica
11
6. uso di strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali: mappe
concettuali, mappe cognitive.
A tale proposito si precisa che le mappe concettuali/cognitive, la cui
elaborazione è a cura dell’alunno stesso, possono -se lo ritiene opportuno-
essere da questi mostrate al docente preventivamente rispetto alla verifica
scritta e orale della disciplina. Durante la verifica, se il docente non ritiene
idonea la mappa utilizzata dall’alunno, può decidere per la sospensione della
prova stessa, che sarà rinviata o sostituita successivamente da una
interrogazione concordata.
Lingue straniere
La scuola attuerà ogni strategia didattica per consentire agli studenti con BES
l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzerà la modalità attraverso cui
l’alunno meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché
ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.
Le prove scritte di lingua straniera saranno progettate, presentate e valutate secondo
modalità compatibili con le difficoltà connesse ai BES.
Si potrà dispensare gli alunni dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno
scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito
elencate:
certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di
dispensa dalle prove scritte;
richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o
dall’allievo se maggiorenne;
approvazione da parte del Consiglio di Classe, che confermi la dispensa in forma
temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base
delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare
attenzione ai percorsi di studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti
caratterizzante (liceo linguistico).
Nel corso dell’attivazione del seguente Protocollo, in concomitanza ai Consigli di Classe
previsti dal calendario scolastico, vengono effettuate verifiche dei singoli casi e delle azioni
attivate per il sostegno dell’apprendimento degli alunni con BES; il Coordinatore in tale sede
accerta che le insufficienze non derivino da mancata applicazione delle necessarie misure
previste nel PDP. Se tutto è avvenuto secondo i termini di legge, si provvede alla
comunicazione delle modalità di recupero o a giustificare adeguatamente l’insuccesso
scolastico.
Esami di Stato
L’Esame di Stato dei candidati in situazione di DSA si svolge secondo quanto definito dalla
Ordinanza Ministeriale N.41 dell’11 maggio 2012 recante “Istruzioni e modalità
organizzative ed operative per lo svolgimento degli Esami di Stato conclusivi dei corsi di
12
studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e non statali. Anno
scolastico 2011/2012” - Art.17 BIS- Esame dei candidati in situazione di DSA
1. La Commissione d’esame, considerati eventuali elementi forniti dal Consiglio di classe,
terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate,
relative ai candidati affetti da disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le
modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici
individualizzati e personalizzati. A tal fine il Consiglio di classe inserisce nel documento del
15 maggio di cui al DPR n.323/1998 il Piano Didattico Personalizzato o altra
documentazione predisposta ai sensi dell’art.5 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011. Sulla base
di tale documentazione e di tutti gli elementi forniti dal Consiglio di classe, le Commissioni
predispongono adeguate modalità di svolgimento delle prove scritte e orali. Nello
svolgimento delle prove scritte, i candidati possono utilizzare gli strumenti compensativi
previsti dal Piano Didattico Personalizzato o da altra documentazione redatta ai sensi
dell’art.5 del D.M. 12 luglio 2011. Sarà possibile prevedere alcune particolari attenzioni
finalizzate a rendere sereno per tali candidati lo svolgimento dell’esame sia al momento
delle prove scritte, sia in fase di colloquio. I candidati possono usufruire di dispositivi per
l’ascolto dei testi della prova registrati in formati “mp3”. Per la piena comprensione del testo
delle prove scritte, la Commissione può prevedere, in conformità con quanto indicato dal
capitolo 4.3.1 delle Linee guida citate, di individuare un proprio componente che possa
leggere i testi delle prove scritte. Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la
Commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In
particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo
svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della
terza prova scritta, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella
lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla
forma. Al candidato potrà essere consentito l’utilizzo di apparecchiature e strumenti
informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque
siano ritenuti giovevoli nello svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la
validità delle prove.
Per quanto riguarda i candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento
(DSA), che, ai sensi dell’art.6, comma 5, del DM n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito
un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e
straniera/e, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova
scritta, dovrà sottoporre i candidati medesimi a prova orale sostitutiva della prova scritta. La
Commissione, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, stabilisce
modalità e contenuti della prova orale, che avrà luogo nel giorno destinato allo svolgimento
della seconda prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché
compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove
orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’art. 15, comma 8. Il
punteggio, in quindicesimi, viene attribuito dall'intera commissione a maggioranza,
compreso il presidente, secondo i criteri di conduzione e valutazione previamente stabiliti in
apposita o apposite riunioni e con l'osservanza della procedura di cui all'art. 15, comma 7.
Qualora la lingua o le lingue straniere siano coinvolte nella terza prova scritta, gli
13
accertamenti relativi alla lingua o alle lingue straniere sono effettuati dalla commissione per
mezzo di prova orale sostitutiva nel giorno destinato allo svolgimento della terza prova
scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la
pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive
delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’art. 15, comma 8. I risultati della prova
orale relativa alla lingua o alle lingue straniere coinvolte nella terza prova scritta sono
utilizzati per la definizione del punteggio da attribuire alla terza prova scritta.
Procedura di inserimento scolastico alunni con BES
già in possesso di certificazione, diagnosi o altra idonea documentazione
FASI TEMPI ATTIVITÀ e COMPITI
Fase
Preparatoria
Entro il
termine
stabilito
dalle norme
ministeriali
1. Nell’ambito delle attività di Orientamento, l’alunno insieme alla famiglia può visitare la scuola e avere un primo contatto conoscitivo.
2. La famiglia procede all’iscrizione dell’alunno secondo la normativa vigente. Nel modulo di iscrizione on-line indica la presenza di un Bisogno Educativo Speciale.
3. La famiglia e la scuola di provenienza (compatibilmente con la normativa sulla
Privacy) fanno pervenire alla segreteria didattica (che la riceverà con protocollo
riservato) la documentazione idonea ad attestare la situazione di BES, redatta
ai sensi della normativa vigente.
Accoglienza
Condivisione
settembre
ottobre
1. Il Dirigente Scolastico riceve la diagnosi/documentazione consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo riservato e la condivide con il referente BES e il Coordinatore di Classe (se già individuato).
2. Contestualmente, la segreteria didattica prepara le certificazioni degli alunni DSA neo-iscritti da mettere a disposizione del referente BES che informa i Coordinatori delle classi interessate della presenza di alunni con BES.
3. Vengono predisposti incontri tra la famiglia e il Coordinatore di Classe per opportuna raccolta di informazioni diagnostiche, metodologiche, di studio, background dello studente.
4. Il Coordinatore di Classe, nel corso del CdC del mese di Ottobre, riferisce ai docenti della classe in cui è inserito l’alunno BES quanto emerso al punto 3 di questa sezione.
5. I docenti della classe, sulla base di quanto desumibile dalla documentazione presentata, organizzano una prima serie di attività finalizzate ad un positivo inserimento nella scuola. In particolare, nell’ambito delle eventuali attività mirate all’accertamento del possesso dei prerequisiti (test d’ingresso) predispongono verifiche adeguate al disturbo evidenziato nella diagnosi (ivi incluse le misure compensative/dispensative eventualmente indicate nella documentazione diagnostica), i cui risultati, integrati dall’osservazione in classe, permettono di desumere le informazioni (generali e per ciascuna disciplina) da inserire nel PDP dell’alunno con BES. Analoghe misure compensative/dispensative devono essere adottate per lo svolgimento delle ordinarie verifiche, scritte e orali, di inizio anno, per tutta la durata della predisposizione del PDP.
6. Il Coordinatore di Classe prende contatto con la famiglia per attivare un rapporto comunicativo diretto: in tale contesto il Coordinatore e la famiglia possono valutare l’opportunità di incontrare gli operatori ASL o dei centri autorizzati che hanno rilasciato la documentazione (certificazione, diagnosi, altro), per contribuire alla costruzione di un primo percorso didattico.
7. Ogni docente fa pervenire in forma scritta al Coordinatore di Classe le proprie
osservazioni sull’alunno corredate da strategie e metodologie didattiche che
ritiene utile adottare.
14
Condivisione novembre 1. Il Coordinatore di Classe, sulla base dei colloqui avuti con la famiglia e delle osservazioni ricevute dai docenti, redige una bozza di Piano Didattico Personalizzato che viene comunicato e condiviso con la famiglia e i docenti della classe.
2. Nel corso del Consiglio di Classe del mese di novembre, i docenti della classe condividono e approvano il PDP che viene sottoposto alla firma del Dirigente Scolastico.
3. Il Coordinatore di Classe convoca la famiglia per la firma del PDP. Una copia
del documento viene consegnata alla famiglia, mentre l’originale viene
conservato nel fascicolo personale dell’alunno.
Trasparenza durante
l’anno
scolastico
1. Ciascun docente è tenuto a osservare scrupolosamente quanto stabilito nel PDP, sia per quanto riguarda la somministrazione delle prove scritte e orali, sia per quanto concerne la loro valutazione. 2. Il Coordinatore di Classe informa eventuali supplenti in servizio nelle classi
con alunni con BES della loro presenza e del PDP adottato.
Valutazioni
Quadrimestrali
gennaio
giugno 1. Nel corso degli scrutini Il Dirigente Scolastico e/o il Coordinatore di Classe
accertano che le insufficienze non derivino da mancata applicazione delle
necessarie misure previste nel PDP; valutano, insieme al Consiglio di Classe,
l’adeguatezza del Piano e l’eventuale opportunità di apportare modifiche e
integrazioni migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottati.
Procedura di inserimento scolastico alunni con
BES non in possesso di idonea documentazione/
in attesa di documentazione
FASI TEMPI ATTIVITÀ e COMPITI
Condivisione Durante
l’anno
scolastico
1. Il Consiglio di Classe rileva la presenza dell’alunno con Bisogni Educativi Speciali.
2. Il Consiglio di Classe, nella persona del Coordinatore, prende contatto con la
famiglia allo scopo di informarla delle difficoltà rilevate, raccogliere ulteriori
informazioni e, nel caso, suggerire l’avvio di un iter diagnostico.
Può prendere contatto, in accordo con il referente BES, anche con i servizi
sociali e sanitari territorialmente competenti. Il CdC, per tutto il periodo che
precede la diagnosi ed eventuale certificazione, applica le misure
compensative e dispensative ritenute utili per sostenere lo studente.
In alternativa (specialmente in caso di BES dovuto a disagio di tipo
psicologico, emotivo, economico, sociale):
1. la famiglia segnala una situazione di disagio al Dirigente Scolastico e al
Coordinatore e provvede a presentare la relativa documentazione al Dirigente
Scolastico.
2. Il Dirigente Scolastico riceve la diagnosi/documentazione consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo riservato e la condivide con il referente BES e il Coordinatore di Classe.
Pianificazione durante
l’anno
scolastico
1. In caso di esito diagnostico positivo, il Coordinatore di Classe, sulla base dei colloqui avuti con la famiglia e delle osservazioni ricevute dai docenti, redige una bozza di Piano Didattico Personalizzato, nel quale confluiscono tutti i dati utili, eventualmente compresi quelli di carattere sanitario.
2. In caso di esito diagnostico negativo si avvia un confronto con la famiglia per
individuare il corretto modo di supportare le problematiche individuate nello
studente.
15
In alternativa (in particolare in caso di BES dovuto a disagio di tipo psicologi-
co, emotivo, economico, sociale):
1. il Coordinatore riferisce al Consiglio di Classe la situazione segnalata
dalla famiglia e comprovata da idonea documentazione; il CdC decide in meri-
to all’opportunità di predisporre un PDP per l’alunno/a.
2. Nel primo Consiglio di Classe utile o, eventualmente, in un Consiglio di Classe straordinario, i docenti della classe condividono e approvano il PDP che viene sottoposto alla firma del Dirigente Scolastico.
3. Il Coordinatore di Classe convoca la famiglia, se consenziente, per la firma del
PDP. Una copia del PDP viene consegnata alla famiglia, mentre l’originale
viene conservato nel fascicolo personale dell’alunno.
Trasparenza durante
l’anno
scolastico
1. Ciascun docente è tenuto ad osservare scrupolosamente quanto stabilito nel PDP, sia per quanto riguarda la somministrazione delle prove scritte e orali, sia per quanto concerne la loro valutazione. 2. Il Coordinatore di Classe informa eventuali supplenti in servizio nelle classi
con alunni con BES della loro presenza e del PDP adottato.
Valutazioni
Quadrimestrali
gennaio
giugno
1. Nel corso degli scrutini, il Dirigente Scolastico e/o il Coordinatore di Classe
accertano che le insufficienze non derivino da mancata applicazione delle
necessarie misure previste nel PDP; valutano, insieme al Consiglio di Classe,
l’adeguatezza del Piano e l’eventuale opportunità di apportare modifiche e
integrazioni migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottati.
Figure e Organismi di riferimento per l’inclusione degli alunni
con BES: ruoli e compiti
FIGURE/
ORGANISMI
RUOLI e COMPITI
Dirigente
Scolastico
1. Garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà
territoriali.
2. Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le
indicazioni condivise con organi collegiali e famiglie, e precisamente:
- attiva interventi preventivi
- trasmette alla famiglia apposita comunicazione
- riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce a protocollo riservato
e la condivide con il docente referente e con il Coordinatore di Classe (se già
individuato)
- promuove azioni di informazione/formazione per il conseguimento di competenze specifiche diffuse per docenti, alunni e famiglie
- promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti)
- definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di alunni e studenti con BES e ne coordina l’elaborazione e le modalità di revisione
- gestisce le risorse umane e strumentali
- promuove l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e studenti con BES favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti
- attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di buone pratiche e procedure o di apportare eventuali modifiche.
3. Si avvale della collaborazione di un docente referente (o funzione strumentale) con compiti di informazione, consulenza e coordinamento per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati.
16
Segreteria
1. Svolge l'iter amministrativo procedurale secondo le istruzioni assegnate dal Dirigente
Scolastico, in collaborazione con il docente referente BES (o funzione strumentale),
nel rispetto della normativa.
2. Archivia copia di tutti i documenti relativi ai casi BES.
3. Prepara copia della documentazione diagnostica e informativa fornita dalla famiglia
dell'alunno/a in apposito fascicolo da consegnare al referente BES all’inizio di
ciascun anno scolastico, avendo peraltro cura di aggiornare costantemente il
referente stesso in riferimento ad altra documentazione che dovesse aggiungersi
successivamente e in corso d’anno.
4. Trasmette in tempo utile al referente BES atti d’ufficio, atti normativi e/o informativi
e/o relativi a convegni, corsi, seminari, ecc., riguardanti i Bisogni Educativi Speciali.
Funzione strumentale/ referente BES
1. Fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti.
2. Fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato; ove richiesto:
- collabora alla elaborazione di strategie volte al superamento dei problemi nella
classe con alunni con BES
- offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;
- cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto
- diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento
- fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali
poter fare riferimento per le tematiche in oggetto
- fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di
buone pratiche in tema di BES
- funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei servizi sanitari, EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio.
I Docenti Ogni docente, per sé e collegialmente: 1. prende visione della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi preposti; se la documentazione è riservata, si rivolge al Dirigente Scolastico. 2. Cura con attenzione l’acquisizione dei requisiti fondamentali durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici, ponendo contestualmente attenzione ai segnali di rischio, in un’ottica di prevenzione ed ai fini di una segnalazione. 3. Mette in atto strategie di recupero. 4. Segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di recupero posti in essere. 5. Procede, in collaborazione coi colleghi della classe, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti (mediante elaborazione del PDP) 6. Attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo. 7. Adotta misure dispensative. 8. Attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti.
La famiglia 1. Provvede (di propria iniziativa, su segnalazione di specialisti o della scuola) a far valutare l’alunno secondo le modalità previste dagli Art. 3 della Legge 170/2010 e della Legge Regionale 19 novembre 2012, n. 32. 2. Consegna alla scuola la diagnosi di cui all’art. 3 della Legge 170/2010. 3. Condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili. 4. Sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno o studente nel lavoro scolastico e domestico. 5. Incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti. 6. Considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.
17
Gli alunni Gli alunni/e, con le necessarie differenziazioni in relazione all’età, sono i primi protagonisti di tutte le azioni che devono essere messe in campo qualora si presenti una situazione di BES. 1. Essi, pertanto, hanno diritto:
- ad una chiara informazione riguardo alla diversa modalità di apprendimento ed alle strategie che possono aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità;
- a ricevere una didattica individualizzata/personalizzata, nonché all’adozione di adeguati strumenti compensativi e misure dispensative.
2. Essi hanno altresì il dovere:
- di porre adeguato impegno nel lavoro scolastico
- di suggerire ai docenti le strategie di apprendimento che hanno maturato autonomamente.
Il GLI: Gruppo di lavoro per l’Inclusione
1. Rileva la presenza dei BES nell’Istituto. 2. Elaborare un Piano annuale per l’Inclusione (PAI) per ogni singolo anno scolastico. 3. Raccogliere e documentare gli interventi didattico-educativi e fornisce consulenza e supporto ai docenti. 4. Effettua la rilevazione e il monitoraggio del grado di inclusione dell’Istituto, definendo azioni strategiche finalizzate a incrementarne il livello di inclusività.
Il presente Documento, deliberato nel CD dell’11/09/2017, è da considerarsi parte integrante
del PTOF d’Istituto e come tale suscettibile di eventuali revisioni, modifiche e miglioramenti
che annualmente dovessero rendersi necessarie.