Libro Conservazione

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ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale via Pietrapiana, 30 - 50121 Firenze tel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231 www.arsia.toscana.it email: [email protected] La pubblicazione è a cura di: Claudio Carrai Il volume è stato realizzato con il contributo del Programma Interregionale “Supporti per il settore floricolo” Cura redazionale, grafica e impaginazione: LCD srl, Firenze Stampa: EFFEEMME LITO srl, Firenze ISBN 88-8295- © Copyright 2001 ARSIA • Regione Toscana

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Postraccolta fiori recici

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ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestalevia Pietrapiana, 30 - 50121 Firenzetel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231www.arsia.toscana.itemail: [email protected]

La pubblicazione è a cura di:Claudio Carrai

Il volume è stato realizzato con il contributo del Programma Interregionale “Supporti per il settore floricolo”

Cura redazionale, grafica e impaginazione:LCD srl, Firenze

Stampa: EFFEEMME LITO srl, Firenze

ISBN 88-8295-© Copyright 2001 ARSIA • Regione Toscana

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 2

Conservazione di fiori e fronde reciseFisiologia e tecnologia postraccolta

di prodotti floricoli freschi

Michael ReidDepartment of Evironmental Horticolture,

University of California, David (USA)

Antonio FerranteScuola Superiore di Studi Universitari

e di Perfezionamento “Sant’Anna”, Pisa

ARSIA • Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazionenel settore Agricolo-forestale, Firenze

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Presentazione 7

Quadro generale 9Qualità dei fiori recisi e durata postraccolta 10I fattori preraccolta che influiscono sulla postraccolta 10La raccolta 11

Principi di fisiologia postraccolta 13Temperatura e respirazione 13Umidità relativa e bilancio idrico 16Luce 22Etilene endogeno ed esogeno 23Prevenire i danni da etilene 25Qualità dell'acqua 27Variazione dei componenti cellulari e ingiallimento 27

Tecniche postraccolta 29Soluzioni di conservazione e formulati commerciali 29Confezionamento e imballaggio 30Conservazione dei prodotti floricoli recisi 34

La conservazione delle fronde ornamentali recise 80

Schede tecniche per fiori recisi 85

Schede tecniche per fronde ornamentali recise 121

Glossario 129

Bibliografia 131

Sommario

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L’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione del SettoreAgricolo Forestale, nell’ambito del proprio programma di attivitànel settore florovivaistico, ha attivato nel corso degli ultimi dueanni una serie di azioni e di incontri volti a migliorare e diffonderele più innovative tecniche di conservazione di prodotti agricoli fre-schi. È in questa direzione che si colloca questo volume, scritto aquattro mani da uno dei più affermati esperti a livello mondiale, ilprof. Michael Reid, e uno dei giovani più promettenti della ricercaitaliana a livello universitario, il dott. Antonio Ferrante. Ad entram-bi l’auspicio di proseguire carriere già dense di soddisfazioni e ailettori di questo volume la speranza di avere realizzato uno stimo-lante strumento di lavoro.

Maria Grazia MammucciniAmministratore ARSIA

Presentazione

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I prodotti floricoli dal punto di vista economico sono considera-ti beni di lusso, ossia non di prima necessità. La loro qualità risultaquindi un fattore di notevole importanza soprattutto in un mercatomolto competitivo come quello del settore floricolo. A causa del-l’alto tasso di deperibilità, il parametro che definisce la qualità neifiori e nelle fronde recise è la durata postraccolta. Questa dipendedalla base genetica di ciascuna specie e dall’ambiente in cui si trova.Per aumentare la longevità dei fiori recisi bisogna prima di tuttostudiare i fattori biologici e ambientali coinvolti nel processo disenescenza e successivamente intervenire sui fattori critici con stra-tegie tecniche.

Nei paesi industrializzati la perdita di prodotto durante la con-servazione postraccolta oscilla tra il 5-20%, mentre nei paesi in viadi sviluppo questa percentuale è compresa tra il 25 e il 50% (Kader,1992).

Un altro fattore che incide notevolmente sulla durata dei fiorirecisi è la distanza tra la zona di produzione e la zona di consumo.Nel settore floricolo l’attenzione e la cura del prodotto durante lacatena del marketing rivestono una maggiore importanza rispettoai prodotti di altri settori. Non esiste un punto più critico di unaltro, ogni fase della distribuzione ha la medesima importanza, apartire dal coltivatore che è responsabile delle fasi di preraccolta eraccolta, a tutti gli altri operatori che si occupano della commercia-lizzazione (grossista, trasportatore e fiorista). La loro negligenzapuò compromettere in uguale misura la qualità dell’intero prodot-to. L’obiettivo di una corretta gestione postraccolta è garantireun’ottima qualità del prodotto al termine della catena di distribu-zione e una sua soddisfacente durata una volta giunto al consuma-tore finale.

Quadro generale

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Qualità dei fiori recisi e durata postraccolta

La qualità dei fiori recisi, così come quella di tutti i prodotti orto-floricoli, è definita da fattori qualitativi interni ed esterni. In gene-rale la qualità può essere definita come il grado di eccellenza o disuperiorità di un prodotto ed è il risultato della combinazione diattributi, proprietà o caratteristiche che gli conferiscono un valorein funzione del suo uso (Kader, 2000). I fattori qualitativi interniinteressano principalmente i prodotti eduli e sono rappresentati dalcontenuto in vitamine, zuccheri, aroma, sapore ecc. I fattori quali-tativi esterni permettono invece di apprezzare le caratteristichevisive del prodotto. Nei fiori recisi i fattori qualitativi esterni sonorappresentati da taglia, forma e colore, oltre che dall’assenza dieventuali danni meccanici provocati da insetti o malattie. Durantela fase postraccolta l’obiettivo di coloro che operano nel settore èproprio la conservazione della qualità. A tale fine l’ambiente di con-servazione e di trasporto gioca un ruolo fondamentale.

I parametri ambientali più importanti sono la temperatura e l’u-midità relativa. La conservazione della qualità e una lunga duratapostraccolta sono condizionate dall’utilizzo di appropriati interval-li di questi due parametri al di fuori dei quali si assiste ad una rapi-da perdita della qualità e della longevità del prodotto. La sinergiain condizioni ottimali tra temperatura, umidità relativa e tratta-menti specifici che riducano la produzione di etilene o il consumodi riserve nei fiori recisi, garantisce sicuramente un ulteriore pro-lungamento della durata postraccolta (Fig. 1).

La ricerca scientifica applicata al settore floricolo si sta orientan-do sempre di più verso nuove tecniche di ingegneria genetica peraumentare la qualità dei fiori recisi. Le prime applicazioni in talsenso hanno portato alla costituzione di fiori insensibili all’azionedell’etilene oppure al miglioramento della colorazione dei fiorimodificando geneticamente la via di biosintesi degli antociani.

I fattori preraccolta che influisconosulla postraccolta

L’ambiente di coltivazione è sicuramente uno dei fattori cheinfluisce sulla qualità e quindi sulla durata postraccolta di fiori efronde recise. Le caratteristiche fisiche del terreno, il suo stato idri-co, la fertilità, oltre che l’intensità di luce e la temperatura, sono trai parametri ambientali più importanti da tenere in considerazione.

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Già nelle fasi di scelta delle specie e di gestione della coltivazio-ne il floricoltore svolge un importante ruolo nella successiva gestio-ne postraccolta. Infatti un prodotto che sarà raccolto con una qua-lità massima ottenibile, fatta pari a 100, giungerà al consumatorecon una qualità di 80 (ipotizzando una perdita postraccolta di 20).Nel caso in cui il floricoltore raggiunga una qualità di produzionepari 80, il prodotto giungerà al consumatore finale con una qualitàpari a 60. Risulta quindi evidente che solo una corretta gestionedelle fasi di preraccolta consente di ottenere prodotti di ottima qua-lità, mentre gli operatori durante la vita postraccolta non possonofare altro che limitarne al minimo la perdita.

Raccolta

I parametri che definiscono il periodo di raccolta sono solita-mente correlati ai diversi stadi di maturazione delle specie in que-stione, oltre che all’esigenza di mercato e al gusto del consumatore.La raccolta può essere effettuata al mattino o alla sera senza chequesto possa generalmente influenzare la durata del prodotto nellafase postraccolta. Nell’ambito della floricoltura, tuttavia, la scelta

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Fig. 1 - Schema dell’effetto della temperatura (T), dell’umidità relativa(RH) e trattamenti sulla durata postraccolta dei fiori recisi

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del momento della raccolta è legata alle caratteristiche fisiologichedel prodotto. I fiori raccolti la sera, oltre ad avere un contenuto dicarboidrati maggiore che conferisce loro una quantità superiore dienergia di riserva, sono più asciutti e meno suscettibili all’attacco dimalattie fungine. Al contrario, i fiori raccolti al mattino, pur essen-do turgidi, risultano meno ricchi di carboidrati perché parte di essisono stati utilizzati per la respirazione durante la notte. Inoltre pos-sono essere stati bagnati dalla rugiada e quindi sono più soggettiagli attacchi di patogeni fungini (Nowak e Rudnicki, 1990). In gene-re, si consiglia la raccolta al mattino dei fiori più sensibili allo stressidrico come crisantemi, rose e garofani. Una volta stabilito l’appro-priato tempo di raccolta, bisogna tempestivamente evitare l’ecces-siva perdita di acqua da parte del fiore. Per fare questo è buonanorma trasferire i fiori appena raccolti in un ambiente a bassa tem-peratura e ad alta umidità relativa, al fine di rallentare la respira-zione e il metabolismo in genere.

Alcune accortezze dal punto di vista fitosanitario riguardano sial’utilizzo di utensili preventivamente sterilizzati per evitare la con-taminazione dei fiori con patogeni e virus, sia l’eliminazione diterra a contatto con gli steli, in modo da prevenire lo sviluppo diflora batterica nell’acqua utilizzata per la reidratazione e la conser-vazione (van Meeteren e Gelder, 1999).

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Una volta che il fiore viene raccolto, perde la continuità con lapianta madre; ciononostante i suoi processi metabolici continuanoe con il tempo subiscono profonde alterazioni fisiologiche. Questosquilibrio conduce a una rapida senescenza che si conclude con lasua morte. I tipi di interventi per aumentare la longevità postrac-colta si basano sull’adozione di soluzioni tecnologiche inerentil’ambiente di conservazione, oppure l’utilizzo di prodotti chimiciche interagiscano con i processi fisiologici rallentandone il norma-le decorso.

Dopo la raccolta, i fattori che influenzano la durata sono essen-zialmente di tipo ambientale e biologico: temperatura, umidità,luce, etilene e qualità dell’acqua (Paull, 1999).

Temperatura e respirazione

La temperatura è il fattore più importante in un ambiente diconservazione e deve essere la più bassa possibile senza danneg-giare i fiori. L’utilizzazione delle basse temperature come mezzoper la conservazione è nata praticamente con l’industria floricola.L’optimum per molti fiori recisi è solitamente intorno a zero gradi(Figg. 2 e 3) e tale temperatura dovrebbe essere garantita per tutta lacatena di distribuzione (Dodge et al., 1998); esistono alcuni fiori diorigine tropicale come anthurium, heliconia, strelizia e molte orchi-dee il cui range di conservazione deve essere compreso tra 7 e 13°Cper evitare danni da freddo. Le basse temperature agiscono sulmetabolismo dei fiori recisi riducendo le attività biologiche, in par-ticolare la respirazione, ed estendono così la longevità postraccolta(Côme, 1991; Reid, 1991).

Principi di fisiologia postraccolta

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Fig. 2 - Effetto della temperatura di conservazione sulla duratapostraccolta delle gerbere

Tab. 1 - Temperature ottimali e durata massima della conservazione

Fiore reciso Temperatura ideale (°C) Durata massima

Alstroemeria 4 3-4 giorni

Anemone 4-7 2 giorni

Anthurium 13 2-4 settimane

Aster 0-4 1-3 settimane

Bouvardia 0-2 1 settimana

Buddleia 4 1-2 giorni

Calendula 4 3-6 giorni

Calla 4 1 settimana

Camelia 7 3-6 giorni

Crocus 1-2 1-2 settimane

Dalia 4 3-5 giorni

Delphinium 4 1-2 giorni

Freesia 0-1 10-14 giorni

Strelizia 7-8 1-3 settimane

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15C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

La respirazione è un processo attraverso il quale le cellule utiliz-zano il materiale di riserva per produrre energia sotto forma di ade-nosintrifosfato (ATP), anidride carbonica (CO

2) e acqua. L’uti-

lizzazione delle riserve ha inizio con l’idrolisi dell’amido e la forma-zione di glucosio che, opportunamente fosforilato, entra nel proces-so di glicolisi. Al termine della glicolisi viene prodotto il piruvatoche si lega al coenzima A con la liberazione di CO

2la quale, entran-

do nel ciclo di Krebs, conduce alla formazione di ATP (Fig. 4). Latemperatura gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del pro-cesso respiratorio. Quanto più elevata è la respirazione, tanto è piùveloce il processo di senescenza. L’aumento della temperatura di10°C induce un aumento dell’attività respiratoria e un’accelerazionedel processo d’invecchiamento di circa 2-3 volte (Seymour eSchultze-Motel, 1998). Risulta evidente che l’utilizzo del materiale diriserva durante il processo di respirazione determina un correlatocalo di biomassa nei fiori e nel fogliame reciso. Tale calo è statodimostrato crescere all’aumentare della temperatura. Nelle fronderecise il calo di peso ha un riscontro direttamente visibile in terminieconomici in quanto la loro commercializzazione è basata proprio suquesto parametro. La conoscenza del meccanismo biologico di rego-lazione della temperatura nel processo di respirazione fornisce glispunti per interventi migliorativi in tal senso. Abbassando la tem-peratura oppure modificando l’ambiente di conservazione median-te l’aumento dell’anidride carbonica e/o la riduzione dell’ossigeno(atmosfera controllata), è possibile ridurre il processo respiratorioagendo da un lato su un meccanismo d’inibizione a feed-back della

Fig. 3 - Effetto della tempetatura sulla conservazione delle rose

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respirazione e dall’altro inibendo a livello di citocromo-ossidasi lacatena di trasporto elettronico nella membrana mitocondriale. Iltasso di respirazione nei fiori recisi è molto alto e aumenta esponen-zialmente con la temperatura (Tab. 2) con valori di Q

10che variano

da 1,5 a 7. Cultivar della stessa specie possono avere tassi respirato-ri diversi e quindi rispondere in modo diverso alla temperatura.

Umidità relativa e bilancio idrico

L’ambiente di conservazione, agendo direttamente sul bilancioidrico (differenza tra il tasso di assorbimento idrico e il tasso di tra-spirazione), gioca un ruolo fondamentale nella durata dei fiori reci-si. In natura è ben noto che le piante regolano la traspirazione infunzione dell’ambiente in cui si trovano per evitare le perdite di

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Fig. 4 - Ciclo dell’acido citrico o di Krebs

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acqua. Analogamente avviene anche negli organi recisi (fiori e fron-de), che cercano di mantenere in equilibrio il bilancio idrico per evi-tare l’appassimento. Un bilancio idrico pari a zero indica che laquantità di acqua assorbita equivale a quella traspirata, mentre unvalore negativo è indice di un tasso di traspirazione superiore

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Tab. 2 - Valori di Q10

, tassi di respirazione (ml CO2

kg-1,h-1)

e equazioni di correlazione tra respirazione (R) e temperatura

di conservazione (Tc) di fiori recisi selezionati e cultivar

Fiori & cultivar Q10

Q10

T R/Tc r2

0-10ºC 10-20ºC 10ºC equazione

Anemone Mona Lisa 3,08 2,45 85,82 r = 28,137e0,110t 0,999

Aster Matsumoto 3,16 2,90 61,72 r = 19,613e0,114t 0,999

Calla Lily 2,95 2,21 33,06 r = 12,105e0,093t 0,991

Garofano Imperial White 3,10 2,66 70,45 r = 22,733e0,109t 0,997

Garofano Ruri’ 4,46 2,78 76,42 r = 19,433e0,127t 0,987

GArofano White Sim 2,05 2,56 52,86 r = 25,369e0,082t 0,993

Narciso King Alfred 6,76 2,97 79,73 r = 14,302e0,173t 0,973

Gerbera 2,94 2,88 66,00 r = 22,144e0,110t 0,997

Iris Madonna 3,22 3,28 53,47 r = 17,758e0,112t 0,991

Iris Telstar 3,37 2,76 43,91 r = 14,257e0,110t 0,994

Killian Daisy 2,97 2,30 45,61 r = 15,63e0,109t 0,999

Lisianto 3,67 3,44 35,43 r = 10,521e0,124t 0,993

Jonquil Geranium 3,86 2,85 91,92 r = 25,061e0,130t 0,995

Narcissus Paperwhite 3,48 2,61 77,18 r = 22,221e0,125t 0,999

Ranuncolo 3,13 2,24 124,27 r = 43,395e0,095t 0,989

Rosa Ambiance 4,13 3,85 57,84 r = 14,262e0,138t 0,997

Rosa Cara Mia 5,74 3,17 70,52 r = 12,912e0,149t 0,987

Rosa Fire and Ice 5,35 3,05 81,95 r = 17,154e0,141t 0,987

Rosa First Red 5,67 3,00 56,84 r = 9,3104e0,16t 0,964

Rosa Kardinal 4,11 2,71 78,88 r = 21,115e0,121t 0,990

Rosa Preference 4,82 4,76 31,11 r = 6,0271e0,161t 0,979

Rosa Raphaella 2,40 1,54 67,51 r = 27,253e0,089t 0,995

Rosa Tineke 2,39 2,78 38,42 r = 14,726e0,097t 0,991

Bocca di leone 2,65 2,53 110,81 r = 39,802e0,1t 0,995

Statice 2,87 4,77 34,21 r = 10,587e0,132t 0,988

Tulipano 3,32 2,98 94,73 r = 28,975e0,117t 0,999

Q10

è il coefficiente che correla l’aumento logaritmico della respirazioneall’aumentare della temperatura

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all’assorbimento di acqua e ciò porta a un inevitabile appassimen-to e alla morte dei fiori e delle fronde recise.

La capacità di un fiore reciso di assorbire acqua (assorbimentoidrico) dipende dall’insieme dei fattori che regolano la traspirazione,la temperatura e la composizione della soluzione di conservazione.

La traspirazione delle fronde diminuisce durante la vitapostraccolta, rimanendo in ogni caso superiore all’assorbimentoidrico. Ciò conduce ad uno stress idrico, caratterizzato da un bilan-cio idrico negativo con abbassamento del potenziale osmotico echiusura degli stomi. Alcune piante reagiscono a questo fenomenoaumentando la concentrazione dei soluti all’interno delle celluleattraverso un meccanismo chiamato “aggiustamento osmotico” cheriduce o arresta la perdita di turgore (van Doorn, 1997). I solutiresponsabili di tale fenomeno sono molecole organiche (carboidra-ti solubili e amminoacidi) e ioni organici e inorganici (Turner eJones, 1980; Hanson e Hitz, 1982; Morgan, 1984).

L’umidità relativa influisce sulla traspirazione dei fiori, riducen-do o favorendo la perdita d’acqua. Un’alta percentuale di umiditàrelativa significa che l’ambiente è ricco di acqua sotto forma di vapo-re e ciò riduce la traspirazione e di conseguenza l’appassimento.Pertanto i fiori recisi dovrebbero essere conservati a un’umidità rela-tiva superiore al 95% e a bassa temperatura, intorno a 0-1°C (Paull,1999). Ciò non implica che in suddette condizioni non si assistaall’insorgenza di patogeni fungini come la Botrytis cinerea, per cui èconsigliabile trattare i fiori con composti antibotritici prima dellaconservazione.

La temperatura agisce sulla viscosità dell’acqua e quindi sultasso di assorbimento. Alcuni autori hanno dimostrato che le bassetemperature aumentano la longevità dei fiori e delle fronde recise,mentre le alte temperature la riducono. Trattamenti con acqua fred-da intorno ai 4°C su fronde recise di felce (Pteris spp.) subito dopola raccolta ne aumentano la longevità (Carow, 1981). Analoghi risul-tati sono stati riscontrati nelle felci cuoio (Rumohra adiantiformis)conservate in acqua a 3°C (Stamps, 1986). Nonostante le ricerchesvolte, l’effetto positivo dell’acqua fredda sulla longevità delle fron-de recise non è però ancora ben conosciuto.

Su fiori recisi conservati a secco (dry storage) è stato osservato unaumento della reidratazione al crescere della temperatura dell’ac-qua (Holle, 1916), anche se trattamenti con acqua a 40°C hannomostrato effetti negativi sulla longevità.

Un altro fattore che influisce sull’assorbimento idrico è la com-posizione ionica dell’acqua utilizzata per la conservazione. Sacalis(1974) osservò che la rimozione degli ioni dall’acqua di rubinetto

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migliorava l’assorbimento idrico e ritardava l’appassimento inalcuni fiori recisi di rosa, ipotizzando così che l’effetto negativo del-l’acqua fosse imputabile alla presenza di calcio e quindi alla durez-za. Secondo Aarts (1957a), invece, concentrazioni di calcio dello 0,1-0,2% aumentavano il flusso idrico, attraverso i segmenti di stelo.Sicuramente nei fiori recisi di rosa l’alcalinità dell’acqua influiscepositivamente sulla loro longevità (Crossmann, 1968).

Da un punto di vista meccanico, la riduzione del tasso di assor-bimento idrico può essere causata dall’occlusione dei fasci vascola-ri di conduzione. Tale fenomeno può essere scaturito dalla cicatriz-zazione della superficie di taglio sulla quale si forma una sorta dicallo. In molti fiori recisi è stato osservato un recupero del poten-ziale di turgore, quando gli ultimi centimetri di stelo venivano rita-gliati sott’acqua. Questo semplice esperimento dimostra che l’oc-clusione vascolare interessa la parte basale dello stelo, in prossimitàdella superficie di taglio, o nei primi centimetri, all’interno dei vasixilematici (Aarts, 1957a).

Le principali cause dell’occlusione dei vasi xilematici possonoessere così schematizzate:

1. penetrazione di aria nei vasi di conduzione;2. formazioni di colonie batteriche e prodotti del loro

metabolismo;3. accumulo di lignina, tannini e gomme all’interno dei fasci

vascolari;4. emissione di essudati dalla superficie di taglio.

In genere la riduzione dell’assorbimento d’acqua è dovuta aun’azione combinata dei fattori sopra elencati, per cui è difficiledeterminare quale di essi sia predominante.

Formazione di emboli nei fasci vascolariLa teoria della coesione tra le molecole di acqua spiega, oltre che

il flusso ascensionale della linfa nelle piante, la presenza di unapressione negativa all’interno dello xilema (Dixon, 1914). Agli inizidel secolo alcuni autori misurarono la pressione nelle cellule, cherisultò essere pari a circa -20 MPa (Renner, 1911). L’uso delle emis-sioni acustiche per lo studio del trasporto idrico negli organi vege-tali ha dimostrato che la penetrazione di aria avviene quando lapressione all’interno dei fasci vascolari scende intorno a valori di -3 o -5 MPa (Stocking, 1948; Scholander, et al., 1965).

La penetrazione di aria nei vasi xilemati è chiamata “emboli-smo” o “cavitazione”, a secondo se avviene spontaneamente innatura (cavitazione) oppure durante la raccolta quando, in seguito

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al taglio, i vasi xilematici vengono a contatto con l’aria (emboli-smo). La differenza di pressione tra l’aria presente nei vasi di con-duzione e quella atmosferica genera un flusso verso l’interno deifasci vascolari; l’aria, una volta entrata, blocca il flusso ascensiona-le, provocando un rapido appassimento della fronda o del fiorereciso. Per evitare che ciò accada i fiori devono essere ritagliati inacqua, prima di essere posti nella soluzione di conservazione.

Lieviti, funghi filamentosi e batteriDiversi studi hanno dimostrato che le oscillazioni di pH da un

ambiente neutro ad uno acido o alcalino giocano un ruolo fonda-mentale nell’ostacolare lo sviluppo di diverse forme microbiche. Imicrorganismi contenuti in una soluzione di conservazione sonosolitamente in competizione e in equilibrio dinamico tra loro.Quando il pH della soluzione è mantenuto intorno alla neutralità,lo sviluppo dei lieviti è inibito, mentre è favorita la crescita batteri-ca con la presenza sporadica di qualche fungo filamentoso (Fig. 5).Al contrario, quando acidifichiamo la soluzione di conservazione(pH intorno a 3-4), si ha un forte aumento dei lieviti e dei funghifilamentosi mentre la crescita batterica è soppressa. In ambientealcalino, invece, predomina la presenza di batteri.

Batteri e prodotti del loro metabolismoI batteri e i loro prodotti di degradazione sono stati indicati

come possibili responsabili della riduzione del tasso di assorbi-mento idrico nei fiori recisi per la prima volta nel 1930 da Arnold.Successivamente, nel 1957, Aarts considerò l’ostruzione battericacome la causa principale del rapido appassimento di alcuni fiorirecisi. Il successivo utilizzo di composti antibatterici ha dato con-ferma alle due precedenti ipotesi, permettendo di incrementare lalongevità di alcuni fiori e fronde recise (Van Meeteren, 1978; VanDoorn et al., 1991g).

L’azione degenerativa della carica batterica è dovuta sia alla pre-senza fisica dei microrganismi nei vasi di conduzione, sia alla pro-duzione di cataboliti, di dimensione inferiore ai batteri ma superio-re a quella dei pori di connessione dello xilema, derivanti dal lorometabolismo (Fig. 5). I danni causati sono soprattutto a carico dellepareti cellulari del vaso, le quali sono degradate dagli enzimi cellu-losolitici e pectinolitici di origine microbica (Burdett, 1970). I fascivascolari perdono la loro funzionalità e i prodotti derivanti dallaloro degradazione accentuano ancora di più l’occlusione dei vasi.

Il percorso di occlusione dei vasi da parte dei batteri inizia nellaparte basale dello stelo dove è stata trovata la loro massima pre-

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senza. Generalmente, l’occlusione batterica si manifesta quando leUFC (unità formanti colonie) sono circa 106 per grammo di peso fre-sco (van Doorn, 1997).

Nello stelo di fronde recise di felce (Adiantum raddianum) è statotrovato in correlazione con l’occlusione dei fasci vascolari (vanDoorn et al., 1991g) un alto numero di UFC. Tuttavia, questa rela-zione non è valida per tutte le specie di fronde e fiori recisi. Infatti,prove sperimentali svolte su fiori di garofano posti in condizionisterili e non, hanno mostrato la stessa longevità del controllo (vanDoorn et al., 1991g), suggerendo che in questo caso la causa princi-pale dell’appassimento non era la carica batterica.

I batteri ritrovati nei vasi legnosi di conduzione risultano esseregli stessi che si trovano nello strato superficiale del terreno (Put eKlop, 1990). Questo significa che la contaminazione della soluzionedi conservazione è provocata dai batteri presenti sullo stelo dei fioriche, una volta in acqua, si moltiplicano fino a causare il bloccovascolare. Occorre quindi prestare molta attenzione durante la fasedi raccolta, utilizzando utensili puliti e cercando di eliminare l’e-ventuale terra dall’epidermide del ramo o dello stelo.

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Fig. 5 - via di biosintesi dell’etilene

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Alterazioni interne dei fasci vascolariIl taglio effettuato in seguito alla raccolta dei fiori genera un

complesso di reazioni che inducono, oltre alla sintesi dell’etilene,anche l’attivazione e la sintesi di perossidasi, fenilalaninammonioliasi, enzimi coinvolti nella sintesi della lignina e di altre sostanzeche compongono la parete cellulare (Yang e Pratt, 1978). L’azione diquesti enzimi conduce alla formazione di tannini, gomme, mucilla-gine e lignina che, accumulandosi all’interno dei vasi xilematici,riducono l’assorbimento idrico (Durkin, 1967). La presenza di que-ste sostanze nei vasi xilematici è stata studiata per la prima volta inpiante australiane (Chattaway, 1948); in alcune piante appartenentialla famiglia delle Asteraceae, Malvaceae, Mimosaceae, Proteaceae eRutaceae le emissioni gommose sono risultate la principale causadell’occlusione vascolare.

Queste gomme trovate all’interno dei vasi xilematici sono com-poste da acido galatturonico associato con zuccheri esosi e pentosi,come il galattosio, mannosio, arabinosio, xilosio e ramnosio (Brownet al., 1948; Hough e Pridham, 1959; Jones, 1939, 1950).

Emissione di essudati dalla superficie di taglioLa superficie di taglio è costituita da cellule lesionate che hanno

perso la loro continuità e liberano quindi enzimi e sostanze organi-che nella soluzione di conservazione. Queste sostanze sono moltodiverse e difficilmente raggruppabili per la presenza di numeroseforme intermedie. Generalmente si tratta di gomme e mucillagini lequali, insieme a una miscela di polisaccaridi, sono state ritrovatesulla superficie di taglio di alcune fronde recise appartenenti allafamiglia delle Lauraceae e Magnifoliaceae (de Bary, 1877).

Le molecole organiche liberate dalle fronde spesso rappresenta-no substrato alimentare per lo sviluppo dei batteri, quindi è buonanorma prestare la massima attenzione dal punto di vista sanitario.

Luce

La carenza di luce durante lunghi periodi di conservazione (tra-sporto per lunghe distanze) accelera il processo d’ingiallimentofogliare in alstroemeria, crisantemo, dalia, gladiolo e altri fiori. Talefenomeno è molto più accentuato quando la conservazione vieneeffettuata in locali non refrigerati. La presenza di luce negli ambien-ti di conservazione diminuisce l’utilizzazione dei carboidrati pre-senti nel fiore reciso con effetto positivo sulla longevità, ma nonsembra svolgere un ruolo determinante soprattutto quando i fiori

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sono posti in una soluzione di conservazione contenente zucchero.Un caso particolare è costituito dai fiori recisi di Protea nerifolia chenon subiscono l’imbrunimento fogliare se conservati in locali conalta intensità luminosa.

Etilene endogeno ed esogeno

L’etilene è una molecola molto semplice rispetto a tutti gli altrifitormoni e si distingue da questi perché si trova sotto forma gasso-sa. La sua produzione è stata rilevata in tutti gli organi delle piantesuperiori (radici, foglie, semi, frutti e fiori). La via di biosintesi apartire dal precursore iniziale (metionina) è ben conosciuta e tuttigli enzimi coinvolti sono stati caratterizzati e clonati (Yang, 1985).La produzione e l’azione dell’etilene sono state particolarmentestudiate durante la maturazione dei frutti climaterici, ma anche neifiori recisi di garofano. Nella biosintesi dell’etilene il precursoremetionina viene convertito in S-adenosil-1-methionine (Ado-Met),mediante un enzima, la Ado-Met sintetasi. Successivamente laAdo-Met viene trasformata in acido 1-amminociclopropano-1-car-bossilico (ACC), un amminoacido non proteico, mediante l’enzimaACC sintetasi (Fig. 6). Questo enzima è localizzato nel citoplasma,

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Fig. 6 - Scansione al microscopio elettronico di un vaso di conduzioneostruito da batteri

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ma la sintesi dell’ACC avviene nel vacuolo delle cellule. La reazionefinale della via biosintetica, cioè la conversione dell’ACC in etilene,è caratterizzata da un enzima ossidativo (ACC ossidasi). Questoenzima è localizzato principalmente sul tonoplasto e solo in parteanche sul plasmalemma. La produzione di etilene aumenta con l’at-tivazione genica degli enzimi ACC sintetasi e ACC ossidasi.

La sintesi di etilene è influenzata da diversi fattori: tra i piùimportanti la temperatura, l’anidride carbonica, l’ossigeno e la luce.Inoltre è stata trovata una certa correlazione con altri ormoni (auxi-ne, citochinine, giberelline ecc.) e con regolatori di crescita (acidonaftalacetico) e ritardanti di crescita (2,2-dimetilidrazide dell’acidosuccinico, chlorocholine chloride ecc.)

Sostanzialmenete sono tre le strategie d’intervento per attenuare idanni provocati da etilene, sia questo di natura esogena o endogena.Si può infatti agire sulla via di sintesi o sull’azione dell’ormone stes-so, oltre che evitare la sua presenza nell’ambiente di conservazione.

La presenza di etilene esogeno in un ambiente di conservazionepuò condizionare, anche se a bassissime concentrazioni (0,1-1ppm), la longevità e la qualità dei fiori recisi (Abeles et al., 1992;Reid, 1995; Dodge et al., 1998). I disordini fisiologici durante la con-servazione postraccolta si manifestano con accelerazione del pro-cesso di senescenza nei fiori recisi suscettibili (Tab. 3) all’avvizzi-mento, mancanza di apertura dei fiori, defogliazione, caduta deipetali ecc. L’origine dell’etilene esogeno può essere di natura biolo-

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Tab. 3 - Fiori recisi sensibili all’etilene

Achillea Aconitum Agapanthus Allium

Alstroemeria Anemone Antirrhinum Aquilegia

Asclepias Astilbe Bouvardia Campanula

Celosia Centaurea Chelone Consolida

Delphinium Dianthus Dicentra Digitalis

Eremurus Eustoma Freesia Godetia

Gypsophila Iris Kniphofia Lathyrus

Lavatera Lilium Limonium Lupinus

Lysimachia Matthiola Phlox Penstemon

Physostegia Ranunculus Rosa Rudbeckia

Salvia Saponaria Scabiosa Sedum

Silene Solidago Thalictrum Trachelium

Veronica Veronicastrum

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gica o non biologica. Nel primo caso la produzione biologica è rap-presentata dalla biosintesi da parte di batteri, funghi e altro mate-riale vegetale (ortaggi e frutta) presenti nell’ambiente di conserva-zione. Nel secondo caso invece la produzione di etilene è dovuta areazioni chimiche ossidative come coprodotto dei fumi di gas discarico dei motori endotermici utilizzati per riscaldamento e tra-sporto, forche sollevatrici, veicoli di trasporto a combustione inter-na e fumo di sigarette.

Occorre quindi prestare attenzione alle possibile fonti di etileneesogeno siano queste di natura biologica e non, che potrebbero ulte-riormente accelerare il processo di senescenza nei fiori recisi.

Prevenire i danni da etilene

Per evitare l’azione dell’etilene bisogna conoscere bene la moda-lità d’azione di quest’ormone e la sua interazione con i prodotti chesi vogliono conservare. Le strategie per difendersi dall’etilene con-sistono essenzialmente nell’evitare la presenza dell’ormone nell’am-biente di conservazione, bloccarne la biosintesi oppure l’azione.

Evitare la presenza dell’ormonePer evitare la presenza dell’ormone nell’ambiente di conserva-

zione occorre intervenire nel seguente modo:• evitare la conservazione contemporanea dei prodotti sensibili

con altri ad alta produzione endogena dell’ormone;• rimuovere il gas dall’ambiente di conservazione con un’ade-

guata ventilazione nei locali di conservazione, assicurandosi chel’aria di ricambio sia priva di etilene;

• evitare il transito di motori a combustione interna e la presen-za di fumatori nei locali di stoccaggio e conservazione;

• utilizzare prodotti in grado di eliminare l’etilene medianteossidazione con permanganato di potassio. Questo è un sistemamolto efficiente, ma richiede che tutta l’aria del locale di conserva-zione venga a contatto con il materiale. Un nuovo sistema prevedel’uso di lampade ad UV che però non sono ancora disponibili incommercio.

Inibire la biosintesi dell’etileneL’inibizione della biosintesi può essere effettuata mediante l’uso

di inibitore come amminoetossivinilglicina (AVG) e acido ammino-ossiacetico (AOA) che inibiscono l’ACC sintasi. Quest’ultimo enzimaporta alla formazione dell’ACC che è direttamente convertito in eti-

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lene in presenza di ossigeno ad opera di un altro enzima chiamatoACC ossidasi. Questo enzima, a sua volta, può essere bloccatomediante altri inibitori come il cobalto. L’ingegneria genetica in que-sti ultimi anni ha utilizzato l’antisense technology per inibire l’e-spressione dei geni che codificano per l’ACC sintasi o ossidasi. Piantetransgeniche di garofano, con un gene che codifica per l’antisensoACC sintasi, manifestano una bassissima produzione dell’ormone.Questo però non le rende immuni dall’azione dell’etilene esogeno ilquale provoca ugualmente effetti deleteri sulla qualità del prodotto.Un’altra possibile strategia d’intervento per inibire la biosintesi dietilene riguarda la modificazione delle condizioni ambientali incamera ad atmosfera controllata. Infatti, riducendo la concentrazio-ne dell’ossigeno al disotto del 2% oppure aumentando la concentra-zione della CO

2al disopra del 8%, non si ha produzione dell’etilene.

Inibire l’azione dell’etileneIl meccanismo d’azione degli inibitori dell’etilene si basa sulla

loro capacità di competere con il sito di legame del recettore speci-fico per l’ormone, rendendo così inefficace la presenza dell’etilene.Tra i prodotti in commercio il principio attivo più comune è il 1-metilciclopropene (MCP) e il tiosolfato d’argento (STS). Quest’ultimopur essendo attualmente in uso, è soggetto a notevoli restrizionigovernative a causa del suo contenuto d’argento che lo rende unpotenziale inquinante ambientale. La capacità dell’argento di rad-doppiare la durata postraccolta dei fiori è nota fin dagli anni set-tanta. Il primo sale d’argento impiegato è stato il nitrato d’argento,ma il suo uso fu abbandonato a causa della sua incapacità di tra-slocare all’interno dei fiori.

La possibilità che l’argento possa essere un inquinante dellerisorse idriche ha spinto la ricerca scientifica verso prodotti alterna-tivi che abbiano la stessa efficacia dell’STS e contemporaneamentenon siano dannosi per l’ambiente. Fu il dott. Ed Sisler dell’Uni-versità dello stato della California a scoprire negli anni ottanta lamolecola dell’1-metilcilopropene (1-MCP) aventeo, una strutturachimica simile a quella dell’etilene e capace d’inibirne gli effetti.Sebbene la modalità d’azione di questo composto sia ancora ogget-to di studio, si crede che l’1-MCP possa competere con l’etilene alivello dei recettori delle membrane cellulari reprimendo così glieffetti biologici dell’ormone.

Come l’etilene, anche l’1-MCP è un gas che agisce a bassissimeconcentrazioni: 200 ppb per 6 ore sono infatti sufficienti per preser-vare i prodotti dall’azione dell’etilene. Purtroppo l’impiego di que-sto prodotto richiede la presenza di camere a tenuta di gas, spesso

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molto costose, dove porre i prodotti da trattare. Al fine di velociz-zare il processo di trasferimento del prodotto si può abbinare il pre-raffreddamento al trattamento con 1-MCP. Il prodotto commercialeè in polvere e la liberazione dell’1-MCP gassoso avviene mediantel’aggiunta di acqua o solvente specifico nel recipiente in cui è postoil prodotto commerciale. Il prodotto in polvere può essere posto inun bicchiere o in un recipiente simile e lasciato nella camera di con-servazione dove si trovano i fiori. L’applicazione dell’1-MCP a fiorisensibili all’etilene garantisce un forte miglioramento della loroqualità. La durata dell’effetto del trattamento a temperaturaambiente varia da 4-7 giorni ma può essere prolungata se i fiorisono conservati al freddo. Per aumentare la protezione dei fiori sipossono effettuare più trattamenti consecutivi senza per questodanneggiare il prodotto.

Qualità dell’acqua

Come già ricordato, la composizione dell’acqua di conserva-zione può influenzare la longevità dei fiori recisi. L’acqua utiliz-zata per la reidratazione e per la conservazione deve essere ido-nea dal punto di vista sanitario con assenza di floruri, sodio e altrielementi tossici. La presenza di 1 ppm di floruri nell’acqua è suf-ficiente per indurre effetti tossici su fiori recisi di gaillardia(Rajitha et al., 1999), gerbera, gladiolo, rosa e fresia. Il pH deveessere acido (3,0-5,5) in modo da ostacolare la crescita dei micror-ganismi. Studi comparativi sull’utilizzo di acqua di rubinetto oacqua distillata in fiori di crisantemo hanno messo in evidenzache la presenza di ioni calcio, magnesio e rame migliora la qualitàdel fiore (van Meeteren, 1999).

Variazione dei componenti cellularie ingiallimento

Durante la conservazione e la vita postraccolta i fiori recisisubiscono profonde trasformazioni a livello cellulare. Le foglievirano di colore a causa di un processo degenerativo dei pigmenticlorofilliani e ciò rende visibile altri pigmenti come i carotenoidi egli antociani. Le proteine totali diminuiscono e aumenta la concen-trazione di amminoacidi che possono essere responsabili dellacomparsa di odori sgradevoli. L’ingiallimento fogliare in alcunifiori recisi come l’alstroemeria può compromettere la qualità e

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quindi la commercializzazione dei fiori stessi. Nel processo d’in-vecchiamento naturale l’ingiallimento è geneticamente program-mato e si accompagna alla mobilitazione delle riserve dalle fogliead altri organi di riserva della piante. Questo fenomeno vienemeno nel caso in cui i fiori o le fronde vengano raccolte. Ciò cheavviene è l’attivazione di un processo degenerativo che può esseredefinito come “senescenza indotta dalla raccolta”, per cui si parladi “senescenza postraccolta”, per distinguerla da quella naturale.L’ingiallimento fogliare, dopo la raccolta, è direttamente legatoall’alterazione dell’equilibrio ormonale. Nel momento in cui i fiorisono raccolti, viene meno l’apporto ormonale da parte delle radiciche sono il sito di biosintesi delle citochinine. La carenza ormona-le può essere però superata con l’apporto esogeno di questesostanze. Infatti, trattamenti con gibberelline e citochinine sono ingrado di dilazionare la comparsa dei sintomi d’ingiallimento neifiori recisi di alstroemeria. L’applicazione delle citochinine cometrattamento di conservazione è stata utilizzata per prevenire l’in-giallimento fogliare delle piante di dieffenbachia, durante il tra-sporto oltreoceano. Particolarmente efficace nel ritardare il proces-so d’ingiallimento fogliare nei fiori recisi si è dimostrato il thidia-zuron, un sostituto della fenilurea con una potente azione citochi-nina-simile. Pretrattamenti con 10 µM di thidiazuron sono risulta-ti sufficienti per ritardare l’ingiallimento fogliare dell’Alstroemeriadi ben 3-4 mesi a 20°C con il 60% di umidità relativa e un fotope-riodo artificiale di 10 ore (Ferrante et al., 2001). È comunementeimpiegato come fitoregolatore esogeno nelle culture in vitro. Dalpunto di vista commerciale è registrato come defogliante del coto-ne e come erbicida.

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Soluzioni di conservazione e formulati commerciali

I fiori recisi, subito dopo la raccolta, prima di essere trasportatie commercializzati, vengono pretrattati con soluzioni di conserva-zione che hanno la funzione di estendere la durata postraccolta piùa lungo possibile. I formulati commerciali sono miscele di compostiantietilenici, antibatterici, tensioattivi e carboidrati (Tab. 4). Gli anti-etilenici comunemente utilizzati sono STS, 1-MCP, (CoCl

2) cloruro di

cobalto e AOA. Gli antibatterici, invece, sono composti che inibisco-no direttamente lo sviluppo microbico, tra questi i più utilizzatisono: 8-citrato d’idrossichinolica (8-HQC), 8-solfato d’idrossichinoli-na (8-HQS), Physan, solfato di alluminio, ipoclorito di sodio ecc. Gliacidificanti come l’acido citrico e l’acido salicilico esplicano, invece,un inibizione indiretta sulla crescita batterica in quanto, abbassan-do il pH, creano un ambiente sfavorevole al loro sviluppo.

I carboidrati sono aggiunti per apportare sostanze energeticheper supportare la respirazione nella fase di postraccolta. I più uti-lizzati sono il glucosio e il saccarosio a una concentrazione variabi-le da 1,5-20 g L-1. Siccome i carboidrati sono anche fonte alimentareper i batteri è buona norma somministrarli contemporaneamente aun antibatterico per prevenire effetti indesiderati.

Tecniche postraccolta

Tab. 4 - Principi attivi utilizzati nelle soluzioni di conservazione

Antietilenici Concentrazione Antibatterici Concentrazione

ppm (mg Kg-1)

Tiosolfato d’argento (STS) 0,2-4 mM ipoclorito di sodio 50

1-metilciclopropene (MCP) 200 ppb (2 ore) 8-HQC 200-600

Ac. Aminossiacetico (AOA) 50-500 ppm 8-HQS 200-600

Cloruro di cobalto (CoCl2) 100-300 ppm Solfato di alluminio 200-300

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Tra i formulati maggiormente commercializzati ricordiamo:Floralife, Chrystal, Petalife, Oasis, Rogard, Everbloom, Vita flora,Prolong, Florissant, Oxine citrate ecc.

Confezionamento e imballaggio

Per confezionamento s’intende la tecnica di raggruppare i fiori inunità che possano essere facilmente spostate, caricate e trasportate.Oltre a facilitare la manipolazione dei prodotti, il confezionamentoprotegge anche da eventuali danni meccanici durante il trasporto,preservando la forma e la morfologia dei fiori. Le scatole per il con-fezionamento sono opportunamente studiate secondo lo scopo.Attualmente ne esistono numerose tipologie che si differenziano pertipo di materiale, dimensione e forma. Ad esempio, quelle utilizzateper il rapido raffreddamento e il trasporto a basse temperaturedevono essere provviste di opportune fenditure o fori che permetta-no il passaggio dell’aria refrigerante. In generale il materiale con cuivengono costruite è di basso costo, ma in grado di resistere agli urtipreservando i fiori da eventuali ferite (tagli, fori ecc.); per questoscopo deve essere soffice in modo da evitare ammaccature nelle fasidi carico e scarico del prodotto. La forma, invece, deve essere tale dapreservare i fiori e permettere l’utilizzo efficiente dello spazio; que-sto è uno dei parametri da tenere in considerazione soprattutto peri prodotti destinati a mercati molto lontani. La forma deve esserestudiata in modo da poter caricare la maggiore quantità possibile diprodotto senza per questo danneggiarlo. Solitamente le scatole uti-lizzate per i fiori recisi sono lunghe e orizzontali e i fiori sono postialle due estremità per migliorare l’utilizzo dello spazio. Nel caso dimazzi di fiori, questi vengono cautelativamente separati da fogli digiornale per prevenire i danni meccanici. Per mantenere uniti i fiorisi usano, invece, pezzi di legno fissati ai lati della scatola e ricoperticon schiuma o fogli di giornale per evitare il contatto diretto con ifiori. I gladioli, la bocca di leone e le altre specie sono spesso confe-zionati in scatole orizzontali o ceste in modo da evitare la curvaturageotropica che ne ridurrebbe il valore ornamentale. Ceste cubichesono invece usate per la conservazione verticale di margherite e altrifiori. Un nuovo sistema di confezionamento è il Procona che è costi-tuito da una base in plastica e una manica di cartone per permette-re il trasporto verticale in acqua. Questo sistema, oltre a essere piùcostoso di quello convenzionale, limita anche la quantità di prodot-to confezionabile. Per ridurre i danni da sfregamento o attritodurante il trasporto, l’anthurium, le orchidee, il ginger e la strelizia

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sono confezionati in modo parti-colare: le teste dei fiori sonogeneralmente protette con cartao maniche di polipropilene.

L’estrema delicatezza deifiori recisi induce i floricoltori aprestare molta attenzione allamanipolazione per garantire unprodotto di qualità. Purtropponelle fasi successive gli operato-ri intermedi sono meno attenti agarantire la qualità dei prodotti.Il risultato è che spesso i fiorigiungono al fiorista o al merca-to finale già severamente dan-neggiati. In genere il tipo di con-fezione va scelta in funzione deltipo di fiore. Ad esempio le sca-tole per il confezionamentodelle gerbere hanno un’interca-pedine di cartone dove sonoposti i capolini dei fiori, mentregli steli vanno a posizionarsi trail fondo della scatola e l’intercapedine portafiori.

Le scatole, in generale, sono provviste di fori laterali attraversocui avviene lo scambio d’aria favorendo il raffreddamento dei fioristessi. La quantità di fiori per ciascuna scatola deve essere tale dapermettere il libero passaggio dell’aria (Fig. 7). La mancata areazio-ne può indurre fenomeni di fermentazione e surriscaldamento,deteriorando il prodotto. Le teste dei fiori dovrebbero essere posteda 6 a 10 cm dalla fine della scatola per permettere il preraffredda-mento e per eliminare il pericolo di danneggiamento dei petali chevengono a contatto con il cartone. Inoltre un eccessivo carico perscatola provoca danni meccanici e sviluppo di malattie fungine.

Introduzione all’utilizzazione del raffreddamento nel settore del postraccoltaLa conservazione della qualità dei prodotti è fondamentale in

un mercato altamente competitivo come quello floricolo. L’abilità difornire prodotti di alta qualità ai diversi mercati del mondo e da quial consumatore finale rende il produttore floricolo altamente com-petitivo. Tra i mezzi a nostra disposizione per garantire il manteni-mento della qualità ricordiamo l’utilizzo delle basse temperature.

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Fig. 7 - Scatole di cartone per il confezionamento dei fiori;sui lati sono visibili i fori per il passaggio dell’aria

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Nel settore del postraccolta il raffreddamento subito dopo la rac-colta è necessario per bloccare i processi fisiologici prima del tra-sporto e della conservazione e questo è un principio da applicare atutti i prodotti deperibili.

L’utilizzo di basse temperature permette di:• ridurre la perdita di peso del prodotto inibendo i processi

enzimatici degenerativi e riducendo l’attività respiratoria;• rallentare il processo di appassimento riducendo la perdita di

acqua e inibendo lo stress idrico;• contenere la flora batterica (batteri e funghi) riducendone o

inibendone l’attività;• limitare la produzione di etilene e ridurre la sensibilità dei

prodotti alla sua azione.Gli obiettivi più importanti della conservazione a freddo sono

ridurre l’uso di sostanze chimiche conservanti e soddisfare ladomanda del consumatore nel tempo.

Come più volte ricordato, esistono diversi sistemi di conserva-zione la cui scelta dipende dal tipo di prodotto, dal suo confezio-namento, dalla quantità da refrigerare e soprattutto dal costo del-l’impianto in relazione al potere remunerativo del prodotto da com-mercializzare.

Pre-raffreddamentoLa conservazione della qualità dei fiori dopo la raccolta dipen-

de soprattutto dalla rapidità con cui vengono preraffreddati e dalmantenimento delle temperature ottimali durante tutta la catena didistribuzione. La temperatura ottimale durante la conservazione è0-1°C con una umidità relativa del 95-99%. La durata postraccolta èfunzione della temperatura di conservazione. I fiori sensibili alfreddo (anthurium, strelizia, ginger e orchidee tropicali), invece,dovrebbero essere conservati a una temperatura superiore ai 10°C.Il raffreddamento dei singoli fiori prima di essere confezionati èuna tecnica molto veloce ma, nel momento in cui questi vengonoportati in un locale non raffreddato per la fase di confezionamento,la variazione di temperatura può causare la formazione della con-densa sul fiore stesso. È anche vero che, una volta impacchettati, ifiori sono difficili da raffreddare; quindi l’ideale sarebbe confezio-nare i fiori direttamente in una camera fredda, anche se questa èuna modalità leggermente più costosa. È possibile tuttavia raffred-dare i fiori direttamente nelle scatole tramite un flusso forzato diaria fredda aspirato o iniettato attraverso gli opportuni fori presen-ti in esse. Durante il confezionamento dei fiori bisogna quindi pre-stare molta attenzione a come porli nella scatola, evitando l’occlu-

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sione dei fori di passaggio per il flusso d’aria refrigerante. Il temponecessario per il raffreddamento dei fiori varia da 20 a 80 minuti aseconda del prodotto e del tipo di confezionamento.

Sistemi di refrigerazioneCamera fredda: è una stanza opportunamente isolata e attrezzata

con adeguate unità di refrigerazione in cui vengono posti i prodot-ti. Questo sistema può essere utilizzato per una vasta gamma diprodotti, ma non consente una rapida refrigerazione, quindi è con-sigliabile per la conservazione di prodotti già precedentementerefrigerati. Una camera fredda destinata alla conservazione dimateriale vegetale già raffreddato non necessità di unità refrigeran-ti molto grandi.

Raffreddamento ad aria: è un sistema spesso associato con la came-ra fredda e può essere efficientemente usato per la maggior partedei fiori recisi già confezionati in scatole. Per aumentare la capacitàrefrigerante esistono delle ventole che immettono aria direttamentenei fori delle scatole (Fig. 8). L’efficienza di questo sistema dipendedalla temperatura dell’aria e dal flusso che attraversa le scatole, maè orientativamente dell’80-90% superiore a quella della camerafredda. Le ventole associate a questo sistema sono collegate a untermostato che ne permette lo spegnimento nel momento in cui latemperatura dell’aria ha raggiunto il valore desiderato.

I vantaggi di una camera fredda:• i prodotti possono essere raffreddati e conservati nello stesso

posto e se ne riduce la manipolazione;• è una struttura molto semplice;• funziona molto bene per i fiori recisi non confezionati in sca-

tole perché hanno una buona esposizione al flusso d’aria.

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Fig. 8 - Schema del passaggio dell’aria attraverso una scatola utilizzataper il confezionamento dei fiori recisi

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Gli svantaggi:• il raffreddamento è lento: richiede minimo 24 ore e in alcuni

casi diversi giorni;• alcuni prodotti sensibili possono ugualmente deteriorarsi nel-

l’arco di tempo necessario per raggiungere il giusto raffreddamento;• la perdita di umidità è più elevata che negli altri sistemi di raf-

freddamento, a meno che i prodotti non siano confezionati in scatole;• richiede spazi più ampi degli altri sistemi;• l’andamento del raffreddamento per lo stesso prodotto è

variabile e difficile da gestire.La temperatura dell’aria immessa nella camera fredda deve

essere la più bassa possibile per rendere veloce il raffreddamento;in genere varia da 0,5°C a 1°C.

Hydrocooling: è un sistema non consigliabile per i fiori recisi per-ché favorisce lo sviluppo di malattie fungine come la Botrytis.Questo sistema consiste nel far scorrere un flusso d’acqua freddasui fiori o sui prodotti da raffreddare. Uno dei vantaggi di questosistema è il rapido raffreddamento dei prodotti subito dopo la rac-colta: è stato dimostrato che l’acqua ha una capacità di raffredda-mento circa 15 volte più veloce dell’aria. Al contrario, ha un coeffi-ciente di efficienza energetica di circa il 20-40% comparata al 70-80% di quello a camera fredda e ad aria. Questo sistema consente dioperare anche con grandi quantitativi di prodotto.

Ghiaccio: è poco usato nel settore floricolo. Il ghiaccio viene messonelle scatole di trasporto a diretto contatto con i fiori. In genere è unsistema utilizzato per gli ortaggi con elevata attività respiratoria.

Vacuum cooling: questo metodo prevede che i fiori siano posti inuna stanza a tenuta d’aria. La pressione atmosferica è abbassata,provocando l’evaporazione dell’acqua. Il passaggio dell’acquadallo stato liquido a quello di vapore raffredda rapidamente i pro-dotti. La pressione assoluta finale da raggiungere nella camera dicondizionamento è di 4,5 mm di mercurio, che corrisponde allatemperatura di ebollizione dell’acqua a 0°C. L’aria è aspirata da unapompa a vuoto e il vapore acqueo si condensa sulle superfici refri-gerate localizzate all’interno della camera di raffreddamento.

La conservazione dei prodotti floricoli recisi

I fiori e le fronde sono organi di piante molto complessi e la qua-lità è la caratteristica più importante per la loro commercializzazio-ne. La riduzione della qualità spesso comporta la perdita del valore

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commerciale e il rigetto dal mercato. Le cause che possono compro-metterla in genere sono l’appassimento o l’abscissione delle foglie,l’ingiallimento, la curvatura geotropica o fototropica dello stelo fio-rale in relazione al tipo di prodotto. In conclusione, per migliorare ladurata postraccolta e la qualità dei fiori recisi è importante indivi-duare i fattori che influiscono sulla riduzione della longevità.

I consigli e i trattamenti di seguito riportati sono stati tratti dallaletteratura scientifica corrente. Le specie trattate sono elencate inordine alfabetico per nome volgare.

AgapantoAgapanthus orientalis L.

Descrizione: l’Agapanthus è una pianta coltivata sia in contenito-re sia in pieno campo nelle aree calde. Nel mercato floricolo sta gua-dagnando popolarità come fiore reciso. La sua infiorescenza è costi-tuita da fiori singoli di colore blu o bianchi che hanno una brevedurata. Al contrario, l’intera infiorescenza ha una durata abbastan-za lunga. Alcuni ricercatori hanno effettuato prove sperimentali permigliorare l’apertura e la conservazione delle gemme a fiore, mapurtroppo i risultati ottenuti non sono stati soddisfacenti e la ricer-ca scientifica è ancora impegnata nel raggiungimento di questoobiettivo. Tuttavia, le consuete tecniche di conservazione consiglia-te per gli altri fiori recisi possono essere utilizzate anche per l’aga-panto, previa opportuna sperimentazione.

Maturità e raccolta: l’agapanto è normalmente raccolto quando lebrattee della gemma a fiore sono cadute e non più di tre fiori sonoaperti. Gli steli sono raccolti mediante un taglio basale effettuatocon un coltello pulito e tagliente.

Classificazione e confezionamento: i fiori sono raccolti in mazzi da5 o 10 steli. Purtroppo non esistono regole ben definite da rispetta-re per la classificazione qualitativa di questo fiore reciso.

Trattamenti: la durata in vaso dei fiori raccolti allo stadio di giu-sta maturazione può essere aumentata effettuando un opportunopretrattamento: i fiori vengono da prima pretrattati per 3 ore conuna soluzione contenente 4 mM di STS, poi innaffiati con una solu-zione contenente 30 mg L-1 di NAA e infine messi per 48 ore in unasoluzione contenente il 10% di saccarosio e 300 mg L-1 di acido citri-co o 300 mg L-1 di un biocida (8-HQC o Physan-20) per inibire lo svi-luppo batterico.

Purtroppo, i pretrattamenti sopra descritti non sono efficaci peraumentare la durata postraccolta dell’agapanto quando i fiori sono

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raccolti a uno stadio di maturazione troppo precoce (fiori immatu-ri). Sfortunatamente, anche un semplice trattamento con una solu-zione di conservazione contenente 200 mg L-1 di HQC + 1% di sac-carosio non aumenta in modo rilevante la durata postraccolta del-l’agapanto.

Conservazione: gli steli fioriti di agapanto, dopo essere stati sot-toposti agli opportuni trattamenti di conservazione, sono avvolti infogli di polietilene e conservati a secco a 1°C. La riduzione delladurata postraccolta diventa significativa quando si superano i quat-tro giorni di conservazione, dopo i quali si assiste alla progressivadiminuzione della capacità di apertura dei fiori.

AlstroemeriaAlstroemeria spp.

Descrizione: negli ultimi quindici anni i fiori di varie specie di ibri-di appartenenti al genere Alstroemeria sono stati generalmente chia-mati Alstroemeria, giglio Peruviano, o giglio degli Incas, acquistan-do un importante ruolo economico nel mercato dei fiori recisi. I fiorihanno un’ampia varietà di colori e la durata postraccolta è determi-nata dalla caduta dei petali e/o dall’ingiallimento delle foglie.

Maturità e raccolta: quando la coltivazione è molto distante dallasede del mercato, i fiori vengono raccolti quando i boccioli sonoappena aperti e iniziano a colorarsi. Nel caso in cui il mercato sialocale, la raccolta è dilazionata fino a quando i primi tre fiori sonocompletamente aperti. I fiori vengono estirpati o recisi e la tecnicadipende dalla varietà. L’estirpazione dei fiori può però danneggia-re la parte sotterranea della pianta (come nelle giovani piante diRegina), perciò è preferibile recidere lo stelo. Ovviamente, se i fiorivengono estirpati, la parte basale dello stelo dovrebbe essere suc-cessivamente rimossa.

Classificazione e confezionamento: non ci sono regole ufficiali daseguire per la classificazione di questo fiore, quindi la qualità è defi-nita in base alla lunghezza dello stelo e all’uniformità dei fiori. Unfiore di alstroemeria è di ottima qualità se la parte apicale è simme-trica e le foglie sono di colore verde brillante. Il numero minimo difiori per confezione varia a seconda delle cultivar, ma è tipicamen-te compreso tra 7 e 10 unità.

Trattamenti: nel caso in cui la durata postraccolta sia condiziona-ta dalla caduta precoce dei petali, i trattamenti consigliati sono antie-tilenici, come STS e 1-MCP. L’STS è utilizzato come pretrattamento diun’ora a temperatura ambiente, seguito da una conservazione per

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una notte in camera fredda.Nel caso in cui la duratapostraccolta sia abbreviatadall’ingiallimento fogliareche si manifesta prima dellacaduta dei petali, i tratta-menti attualmente disponi-bili sono a base di gibberelli-ne. Questa classe di fitorego-latori è in grado di dilaziona-re la comparsa dell’ingialli-mento per oltre 20 giorni.Nelle aste olandesi i fiori dialstroemeria sono costante-mente trattati con una solu-zione contenente gibberelli-ne (Florissant 200). Recen-temente è stato osservato chel’ingiallimento fogliare puòessere straordinariamenteritardato attraverso pretrat-tamenti di 24 ore con 10 µMdi thidiazuron (Fig. 9). Ana-loghi risultati possono essere ottenuti mediante trattamento conti-nuo con 1 µM dello stesso composto (Ferrante et al., 2001).

Conservazione: dai dati sperimentali ottenuti si evince che l’al-stroemeria può essere conservata fino ad 1 settimana alla tempera-tura di 1°C, senza comprometterne la durata postraccolta.

AnemoneAnemone spp.

Descrizione: il termine “anemone” deriva dal greco anemos chesignifica vento. Gli anemoni sono fiori che possiedono colori varia-bili dal rosso, al blu, al porpora, al bianco. Hanno lo stelo corto esono tipicamente primaverili. Nuove varietà tetraploidi sono staterecentemente introdotte in commercio (Jacob et al., 1997). Sonoimpiegati per la loro bellezza nelle composizioni floreali ma pur-troppo la loro breve durata ne limita l’impiego. È importante evita-re l’utilizzo degli anemoni contemporaneamente ai narcisi, perchéquesti ultimi producono essudati che riducono fortemente la dura-ta postraccolta dei primi.

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Fig. 9 - Effetto di un pretrattamentocon 10 µM di thidiazuron sull’inibizionedell’ingiallimento fogliare a 6 giornidal trattamento

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Maturità e raccolta: i fiori dovrebbero essere raccolti quando legemme sono pienamente colorate e aperte per il 25-50%, ma primache i petali siano completamente espansi e il polline sia ombreggiato.Sono acquistati dal consumatore quando i veri colori sono visibili.

Classificazione e confezionamento: non esistono parametri bendefiniti per la classificazione degli anemoni. Sono normalmentevenduti in mazzi da 10 steli. I fiori sono confezionati in scatole infibra di cartone.

Trattamenti: sono fiori sensibili all’etilene che provoca la cadutadei petali (Fig. 10) e la riduzione della qualità e della durata postrac-colta e quindi devono essere trattati con STS o 1-MCP (100-200 ppbper 6 ore).

Conservazione: gli anemoni dovrebbero essere conservati a 0-1°C.Possono essere conservati a secco per una settimana senza che sialteri sensibilmente la durata postraccolta. Durante la conservazio-ne è importante garantire ai fiori una posizione verticale.

AnturioAnthurium andraenum Linden

Descrizione: il nome ha origine greca: deriva da ántos (fiore) e ourá(coda), in riferimento allo spadice dell’infiorescenza. I fiori elegantidi questa specie tropicale sono coltivati e venduti in tutto il mondo.I veri fiori sono inseriti sullo “spadice”, che è l’organo verticale alcentro di una brattea chiamata spata. Questa è una struttura simile

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Fig. 10 - Fiorirecisi di anemonetrattati con etileneesogeno. Effettodell’ormone sullacaduta dei petali

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ad un petalo che circonda lo spadice. Gli Anthurium sono sensibilialle basse temperature ma hanno una lunga durata postraccolta setrattati con cura. La durata postraccolta è limitata dall’incapacitàdello stelo di assorbire acqua e dalla perdita di lucentezza dellaspata che può assumere una colorazione bluastra. La maggior partedella perdita d’acqua del fiore avviene attraverso lo spadice. Perridurre questo problema i fiori possono essere incerati (ricoperti dicera), in modo da diminuire la perdita di acqua per evaporazione eaumentare in modo considerevole la durata postraccolta. In alterna-tiva all’inceratura si possono effettuare pretrattamenti con nitratod’argento che aiuta a migliorare il bilancio idrico.

Maturità e raccolta: la maturità dell’Anthurium è determinata dalnumero di fiori aperti sullo spadice. Negli Anthurium immaturi lospadice è liscio perché i fiori sono ancora chiusi, mentre quandoincominciano a maturare e ad aprirsi lo spadice assume una consi-stenza ruvida (Fig. 11). L’apertura dei fiori inizia dalla base dellospadice e procede verso l’apice. Alcuni produttori raccolgonol’Anthurium quando il 20% dello spadice è ancora ruvido. I produt-tori Hawaiani, invece, raccolgono i fiori quando solamente 1/4dello spadice è ancora liscio (ossia i 3/4 dei fiori sono aperti). Ladurata postraccolta di questi fiori aumenta con l’aumentare delgrado di maturazione dei fiori.

Classificazione e confezionamento: non esistono standard ufficialiper la classificazione dei fiori di questa specie. I fiori sono conside-rati di prima qualità quando non presentono anomalie morfologi-che, sono uniformi per colore e per taglia; lo stelo lungo deve esse-

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Fig. 11 - Spadicedell’anturioin maturazione:più i fiorisi aprono e piùdiventa ruvido

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re opportunamente maturo e il fiore deve essere provvisto di unabrattea lucida priva di fitopatologie. Gli Anthurium sono confezio-nati individualmente in fogli di giornale o di carta umidificata.Durante il trasporto uno dei danni maggiori è a carico dello spadi-ce ed è dovuto al reciproco contatto.

Trattamenti: i ricercatori hawaiani hanno a lungo lavorato suquesti fiori recisi e consigliano di effettuare pretrattamenti peraumentare la vita in vaso dell’Anthurium. È stato osservato chealcune varietà (es. Osaki) raggiungono la massima durata postrac-colta in acqua deionizzata; questo risultato suggerisce che la longe-vità di questa specie sia associata a problemi di contaminazionebatterica alla base dello stelo. Per cui è buona norma aggiungere ungermicida (es. 50 mg L-1 d’ipoclorito di sodio) subito dopo la rac-colta. I pretrattamenti consigliati sono:

• immergere gli steli ritagliati in una soluzione contenente 1 g L-

1 di nitrato d’argento per 10 o 20 minuti (risciacquare lo stelo conacqua dopo aver effettuato il trattamento);

• immergere tutto il fiore in soluzione di cera; il trattamentoincerante deve essere effettuato con una soluzione diluita al 3%.Un prodotto adatto allo scopo è l’FMC Wax 819. Dopo l’immer-sione porre gli steli dei fiori in acqua nell’attesa che la cera siasciughi.

I fiori di Anthurium non sono sensibili all’etilene, perciò nonrichiedono trattamenti per la protezione da quest’ormone; seopportunamente trattati, possono avere una durata postraccoltafino a 3 settimane.

Conservazione: gli anturi sono molto sensibili ai danni da freddo.La permanenza dei fiori a temperature al di sotto dei 10°C, anche perpochi minuti, causa colorazione purpurea, imbrunimento e infinenecrosi. Pertanto questi fiori non dovrebbero mai essere esposti abasse temperature. Durante il trasporto, dovrebbero essere conserva-ti separatamene dalle altre specie di fiore oppure in scompartimentiprovvisti di un appropriato isolamento, come la semplice carta dagiornale. I fiori di Anthurium possono essere conservati più di unasettimanase confezionati in carta umida a 16°C. Inoltre, possonoessere facilmente conservati in atmosfera controllata: è stato infattiosservato che la durata postraccolta dopo la conservazione aumentadel 50% quando i fiori sono conservati in camere ad atmosfera con-trollata con il 2% di ossigeno alla temperatura di 12,5°C per 2 setti-mane, rispetto alla conservazione in camera fredda tradizionale.

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AsterCallistephus chinensis Ness

Descrizione: sebbene molto meno ampiamente coltivato e utiliz-zato, l’astro è ancora un importante fiore reciso di pieno campo.Variando la lunghezza del giorno con luci artificiali è possibile pro-grammarne ed estenderne la fioritura.

Maturità e raccolta: gli aster sono raccolti quando i fiori sono par-zialmente aperti. Purtroppo non esistono altre informazioni deriva-te da lavori sperimentali che ne descrivano il comportamentopostraccolta in funzione del loro stadio di maturazione.

Classificazione e confezionamento: la classificazione di questi fiori èeffettuata in modo arbitrario perché non esistono regole di riferi-mento. La qualità è definita in base alla lunghezza dello stelo, allecaratteristiche delle foglie e all’uniformità di colore. Il confeziona-mento in genere viene fatto raggruppando i fiori in mazzi di 12 steli.

Trattamenti: la durata postraccolta degli aster è determinatadalla comparsa dell’appassimento e dalla piegatura dei fiori versoil basso. Per aumentarne la longevità può essere sufficiente unbreve pretrattamento di 10 minuti con 1000 ppm (mg kg-1) di nitra-to d’argento.

Conservazione: è stato osservato che gli aster pretrattati con ilnitrato d’argento possono essere conservati fino a una settimana a1°C senza subire una riduzione della durata postraccolta. Purtropponon esistono molte informazioni relative a questi fiori perché nonsono state eseguite prove sperimentali per effettuare uno studio det-tagliato sulla fisiologia e tecnologia postraccolta di questa specie.

Bocca di leoneAnthirrhinum majus L.

Descrizione: la bocca di leone può essere coltivata sia in serra,durante tutto l’arco dell’anno, sia in pieno campo in alcune stagio-ni (la scelta delle cultivar è effettuata in base al tipo di coltivazione).La bocca di leone è un fiore coltivato a stelo singolo ed è molto sen-sibile all’etilene. Tuttavia le nuove cultivar sono state selezionateper la resistenza all’azione di quest’ormone. L’effetto negativo del-l’etilene è visibile anche a bassissime concentrazioni: è stato osser-vato che l’esposizione dei fiori per 24 ore a concentrazioni di 0,5ppm sono sufficienti per causare la completa caduta dei petali.

Maturità e raccolta: quando i fiori sono destinati alla commercia-lizzazione in un mercato locale, la raccolta è tipicamente effettuata

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quando la parte basale dell’infiorescenza presenta il 50% o i 2/3 deifiori completamente aperti. Al contrario, quando i fiori sono desti-nati a mercati lontani dal luogo di produzione, la raccolta deveessere effettuata in uno stadio più precoce.

Classificazione e confezionamento: i parametri di classificazionedei fiori tengono conto del colore, delle caratteristiche dello stelo(uno stelo dritto) e del numero di foglie che devono essere loca-lizzate soprattutto nella parte alta, mentre quelle basali devonoessere rimosse. Il confezionamento è effettuato in mazzi da 10steli.

Trattamenti: per proteggere i fiori dall’azione dell’etilene sieffettuano pretrattamenti di un’ora con soluzioni contenenti 3,5 mldi STS per litro. Un altro pretrattamento, con analoga efficacia, uti-lizza 0,7 ml di STS e 7% di saccarosio a 21°C per una notte. Questotrattamento induce l’apertura dei fiori nella parte più alta dell’in-fiorescenza e una più vivace colorazione rispetto a quelli non trat-tati. In alternativa all’STS si sta diffondendo il trattamento con 100-200 ppb di 1-MCP per 6 ore. L’Antirrhinum majus si conserva benequando viene raccolto con pochi fiori aperti, anche se si può avereuna riduzione dello sviluppo dei fiori sull’infiorescenza e la perdi-ta dei colori all’estremità dei petali. Per evitare tale inconvenientele infiorescenze dovrebbero essere conservate in soluzioni conte-nenti 300 ppm di citrato di 8-idrossichinolina e l’1,5% di saccaro-sio. Questa soluzione favorisce l’apertura e la conservazione deifiori. Inoltre, l’aggiunta di 25 ppm di un regolatore di crescita, l’a-cido n-dimetilammino succinamico (Alar, B-nine) migliora la qua-lità dei fiori e nello stesso tempo contrasta l’eccessiva crescita inlunghezza dell’infiorescenza, evitando problemi di curvatura dellostelo che spesso possono verificarsi quando i fiori sono conservatiorizzontalmente. Sebbene i fiori tenuti in una soluzione contenen-te 8-HQC e saccarosio in un ambiente con un’intensità luminosa di30 mmol m-2 s-1 siano di una qualità superiore di quelli conservatial buio, la conservazione alla luce non è consigliabile perché ilbeneficio ottenuto dall’illuminazione non è tale da giustificarne ilcosto.

Conservazione: la bocca di leone è sensibile all’etilene esogeno,per cui bisogna evitare la contemporanea presenza di altri fiori o dimateriale che produca alte quantità di quest’ormone. Durante laconservazione i fiori devono essere posti in posizione verticale perevitare la risposta geotropica e la formazione della curvatura deglisteli (Fig. 12). La posizione verticale deve essere garantita anchedurante il trasporto. Tuttavia è stato osservato che un pretratta-mento con l’acido naftalenacetico (NAA) è in grado di evitare tale

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problema (Philosoph-Hadas et al., 1996); purtroppo l’uso di questasostanza non è stato registrato per tale scopo, per cui non può esse-re ancora utilizzato per questo fine.

I fiori possono essere conservati con acqua o senz’acqua a 4°Cper 3 o 4 settimane senza subire una sensibile riduzione della dura-ta postraccolta, ma anche alle temperature di 0-1°C per 3 settimanequesti fiori sono stati conservati con risultati soddisfacenti. La con-servazione per 7 o 10 giorni è accettabile anche quando le infiore-scenze sono tenute in acqua e avvolte in un film di polietilene perimpedire l’eccessiva traspirazione.

BuvardiaBouvardia spp.

Descrizione: i fiori di buvardia sono di recente introduzione nelpanorama floricolo mondiale. Il genere prende il nome da CharlesBouvard che fu medico di Luigi XIII e sovrintendente del RoyalGarden di Parigi. I chiari colori salmone, rosso e bianco e la formadel fiore rendono la bouvardia molto interessante per il suo poten-ziale impiego multiplo.

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Fig. 12 - Rispostaal gravitropismonegativo dei fioriconservati in posizioneorizzontale

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I fiori recisi di buvardia sono sensibili all’ingiallimento fogliaree all’appassimento ma in commercio sono disponibili diversi com-posti per inibire questi fenomeni. Si consiglia in genere il ritagliodello stelo sott’acqua associato a trattamenti antibatterici ma le ope-razioni da effettuare per questo fiore variano moltissimo a secondodelle cultivar commercializzate. La durata postraccolta di questofiore varia da 6 a 10 giorni (van Meeteren et al., 2001)

Maturità e raccolta: la buvardia viene normalmente raccoltaquando i 2 o 3 fiori più esterni sono aperti. Al momento della rac-colta è buona norma tralasciare le fronde che presentano ingialli-mento fogliare o che mostrano sintomi di appassimento.

Classificazione e confezionamento: non ci sono regole formali per laclassificazione dei fiori recisi di buvardia; sono considerati fiori diottima qualità quelli che risultano uniformi per maturità e colore,privi di difetti, con una buona qualità del fogliame e steli lunghi.

I fiori sono confezionati in mazzi da 10 steli e ciascun mazzo èrivestito da una manica di plastica per proteggere i fiori da even-tuali danni meccanici durante il trasporto.

Trattamenti: l’esposizione di questi fiori all’etilene provoca l’ap-passimento e l’abscissione dei petali, perciò i fiori devono esseretrattati con composti antietilenici (1-MCP o STS). Un trattamento conun detergente da 4 a 24 ore prima della conservazione a secco pre-viene l’appassimento dei fiori (van Doorn et al., 1993).

Conservazione: come per la maggior parte dei fiori recisi, ancheper la buvardia, non trattandosi di una specie sensibile al freddo, èconsigliabile la conservazione a 0-1°C.

CallaZantedeschia spp.

Descrizione: la calla appartiene alla famiglia botanica delleAraceae, il genere prende il nome da Francesco Zantedeschia cheha scritto un libro sulle piante italiane nel 1825. I fiori bianchi dellaZantedeschia I sono stati per lungo tempo un importante fiore reci-so. Gli ibridi di questi fiori sono chiamati “mini-calla”, e possiedo-no eleganti forme e ampie varietà di colore che ne accrescono l’im-portanza, sia come fiore reciso sia come pianta in vaso. L’organofloreale è un’appariscente spata (brattea) che è simile a una fogliache circonda i veri fiori posti sullo spadice.

Maturità e raccolta: le calle dovrebbero essere raccolte quando laspata ha un’apertura tale da permettere di vedere lo spadice. Più ifiori sono maturi, più sono sensibili al danneggiamento e quindi

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minore è la loro durata postraccolta. La raccolta delle calle vieneeffettuata estirpando gli steli direttamente dal rizoma. Dopo la rac-colta i fiori vengono ritagliati sott’acqua per evitare la formazionedi emboli assicurando un adeguato assorbimento idrico. Le calle,quando arrivano al consumatore finale, devono presentare la spataaperta, in modo che lo spadice (infiorescenza grossa e carnosaall’interno della spata) sia visibile. Durante il trasporto e la mani-polazione bisogna prestare molta attenzione per evitare danni mec-canici ai fiori, soprattutto a carico degli steli carnosi.

Classificazione e confezionamento: le calle di ottima qualità devonoavere lunghi steli, uniformi per maturità e colore, e non devonopresentare danni allo spadice e/o alla spata. Sia le grandi e sia lemini calle vengono normalmente confezionate in mazzi da 10 steli.I mazzi di mini calle sono avvolti da una manica di plastica al finedi conferire un’ulteriore protezione. Possono essere confezionate inceste prive di acqua oppure in recipienti contenenti acqua, mageneralmente vengono poste orizzontalmente per evitare il contat-to con cunei che possono danneggiarne gli steli e il fiore. Le callelasciate in posizione orizzontale possono curvare lo stelo in rispo-sta alla gravità a meno che non siano poste in un locale a bassa tem-peratura. In generale le mini calle hanno meno problemi in postrac-colta rispetto a quelle grandi.

Trattamenti: i fiori recisi di calla non sono sensibili e non produ-cono quantità significative di etilene, quindi non richiedono nessuntrattamento a riguardo.

Conservazione: la temperatura consigliata per la conservazione èdi 0-1°C, per una settimana.

CrisantemoDendranthemum morifolium Ramat

Descrizione: il crisantemo appartiene alla famiglia delleAsteraceae e al genere Dendranthemum. I crisantemi possono esseredistinti in base alla forma dell’infiorescenza (standard, spider, dop-pio, decorativo, anemone e pompon). Hanno una lunga duratapostraccolta se trattati con cura durante tutte le fasi di lavorazione.I problemi postraccolta del crisantemo sono la riduzione dell’assor-bimento d’acqua (che causa il prematuro avvizzimento) e l’ingialli-mento fogliare.

Maturità e raccolta: i crisantemi sono normalmente raccolti quan-do sono pienamente aperti o prossimi alla completa apertura delfiore anche se è stato dimostrato che possono essere raccolti anche

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quando il capolino è ancora chiuso. In questo caso può essere neces-sario intervenire successivamente con trattamenti a base di zucche-ro per favorire l’apertura dei fiori. I crisantemi del tipo standardpossono essere raccolti quando l’infiorescenza ha raggiunto un dia-metro di 5 cm o superiore, fino ad arrivare a fiori completamenteaperti. I crisantemi di tipo spray, invece, possono essere raccoltiquando la maggior parte dei petali dei fiori più maturi è ancora ver-ticale. In ogni modo, l’apertura dei fiori può essere indotta con solu-zioni contenenti zuccheri sia dopo la conservazione, sia dopo il tra-sporto, ma prima della vendita al consumatore finale.

Gli steli di crisantemo possono essere raccolti con coltelli, forbi-ci o con un attrezzo speciale a forma di virgola. Il taglio dovrebbeessere effettuato a circa 10 cm dal terreno per evitare di otteneresteli con la base troppo lignificata. In alternativa al taglio, i crisan-temi possono essere estirpati dal suolo e poi ritagliati a un’altezzaopportuna per eliminare le radici. Infine, prima della commercia-lizzazione, le foglie basali devono essere rimosse.

Classificazione e confezionamento: i crisantemi del tipo standard edel tipo spray sono classificati in base alla lunghezza, confezionatiindividualmente e riuniti in mazzi da 10-12 e 5-8 steli rispettiva-mente. Ogni mazzo è avvolto in una manica di plastica per evitareche i fiori si aggrovigliano tra loro (Fig. 13). I crisantemi standard espider possono essere avvolti individualmente in carta incerata perevitare macchie e la formazione di grovigli tra i fiori. Per evitarequesto problema alcuni floricoltori pongono delle reti sopra i cri-santemi in serra prima dell’apertura dei fiori.

Trattamenti: dopo la raccolta i fiori dovrebbero essere posti inacqua contenente un germicida in modo da ridurre la flora micro-bica che potrebbe occludere i vasi di trasporto dell’acqua.

I crisantemi raccolti allo stadio di gemme ancora chiuse devo-no essere trattati con soluzioni che contengono un antibatterico ecirca il 2-3% di saccarosio per stimolare l’apertura del fiore.Tuttavia, bisogna tenere conto che alte concentrazioni di zuccheroaccelerano la senescenza delle foglie, provocando ingiallimento.Tra gli antibatterici in commercio il più usato è il Physan, il qualeperò causa lo scolorimento della porzione basale dello stelo che sitrova immersa in soluzione; pertanto bisogna utilizzare una quan-tità di soluzione tale da limitare la porzione di stelo immersa (3-8cm). Dopo il trattamento la parte basale dello stelo deve essererimossa.

Un trattamento contenente 25 ppm di nitrato d’argento e 75ppm di acido citrico è molto più efficiente del Physan, ma anche piùcostoso. Il nitrato d’argento è assorbito dallo stelo del fiore e pre-

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viene l’azione batterica durante la vita in vaso. Un altro germicidache può essere usato è 8-HQC a una concentrazione di 200 ppm.

La temperatura durante il trattamento per favorire l’aperturadel fiore dovrebbe essere mantenuta intorno ai 20-22°C. Tempe-rature più basse possono invece rallentare tale processo, mentrequelle troppo elevate possono influenzare negativamente la qualitàproducendo fiori irsuti. Un altro parametro da considerare durantela conservazione del crisantemo è la luce, la quale è in grado d’ini-bire la degradazione dei pigmenti clorofilliani (colorazione verde)nelle foglie se viene garantita un’intensità luminosa di circa 15mmol m-2 s-1 di PAR per 16 ore al giorno. Questa intensità di lucecorrisponde circa a quella di un ufficio ben illuminato. Per talescopo le lampade migliori sono quelle fluorescenti a luce bianca cheforniscono una buona qualità di luce. Tuttavia, l’ingiallimentofogliare può anche essere inibito mediante un trattamento con solu-zioni contenenti citochinine (purtroppo l’uso di questa classe difitoregolatori non è ancora stato registrato per tale scopo).

Conservazione: la conservazione può essere effettuata a gemmechiuse. La raccolta nei crisantemi del tipo standard è effettuataquando la gemma è alta circa 7,5 cm. In tal caso la conservazione

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Fig. 13 -Confezionamentodi fiori recisidi crisantemoe protezioneesternacon manichedi plastica

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può essere effettuata a una temperatura di 0-1°C per 2 settimane.Nel caso in cui la raccolta venga effettuata quando la gemma è alta10 cm, la conservazione può essere prolungata fino a 3 settimane,alla medesima temperatura. I crisantemi raccolti allo stadio digemme chiuse conservati a basse temperature per un periodo supe-riore a quello consigliato possono subire malformazioni, dando ori-gine a infiorescenze con cime piatte.

I crisantemi con le infiorescenze aperte possono essere conser-vati per 3-4 settimane a -5°C. L’utilizzo di temperature più basse di2-3°C riduce il periodo di conservazione a due settimane. Come èstato già accennato, l’ingiallimento fogliare è uno dei disordinifisiologici più comuni durante la conservazione ma può essereridotto se la conservazione avviene a basse temperature. La com-parsa dell’ingiallimento fogliare si manifesta con la perdita delcolore scuro e la formazione di una colorazione rosa o gialla, tipicisintomi d’invecchiamento. Tuttavia, questi sintomi non devonoconfondersi con la colorazione rosa che si forma sui petali bianchi egialli dei fiori coltivati a basse temperature notturne. In questo casola variazione di colore è dovuta a un accumulo di antocianine e nonè un sintomo di invecchiamento. Dopo la conservazione o il tra-sporto, un’appropriata reidratazione è essenziale per una buonadurata postraccolta dei crisantemi. In genere è buona norma rimuo-vere i mazzi di fiori dalle scatole, ritagliarli a circa 5 cm e porli inacqua tiepida (38°C) contenente 0,1% di Tween 20 e 75 ppm di acidocitrico. Questa soluzione ha la proprietà di conferire turgidità aifiori entro 2 ore in un locale fresco con sufficiente intensità di luce.Subito dopo la reidratazione, i fiori possono essere trasferiti inacqua contenente 100 ppm di Physan, oppure in una soluzione con-tenente 5-10 ppm d’ipoclorito di sodio. Quest’ultimo trattamentorilascia cloruri in soluzione, per cui è necessario sostituire la solu-zione ogni 2-3 giorni. Lo zucchero non è necessario nella soluzionedi conservazione perché a basse temperature non conferisce nessuneffetto positivo sull’apertura del capolino.

DelfiniumDelphinium, Consolida spp.

Descrizione: il delfinium è un fiore reciso molto delicato cheporta un’infiorescenza a spiga. I fiori hanno una colorazione chevaria dal bianco al rosa, al porpora, al blu. La durata postraccolta èmolto breve – di soli 5-6 giorni in acqua deionizzata – ed è deter-minata dall’abscissione dei petali.

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Maturità e raccolta: il delfinium viene normalmente raccoltoquando uno o due fiori della spiga sono aperti. Per evitare proble-mi durante la conservazione, i fiori che presentano visibilmenteattacchi fungini sulle foglie non devono essere raccolti. Dopo la rac-colta gli steli vengono lavati e ritagliati sott’acqua.

Classificazione e confezionamento: non esistono regole standardper la classificazione del Delphinium. Il numero di fiori per spiga, lalunghezza dello stelo e la qualità del fogliame sono i parametri piùutilizzati per la loro classificazione. Questi fiori sono confezionati inmazzi da 10 steli e commercializzati in ceste con o senz’acqua, mapossono anche essere confezionati in scatole orizzontali di cartone.Essendo sensibili alla gravità devono essere posti in posizione ver-ticale, soprattutto se conservati in locali non refrigerati.

Trattamenti: il Delphinium è molto sensibile all’etilene che causala rapida perdita di tutti i fiori della spiga. Per evitare questo pro-blema i fiori dovrebbero essere pretrattati con 1-MCP o STS, per pro-lungarne la durata in vaso e proteggerli dall’esposizione all’etilene.I fiori sono portati da un’infiorescenza a spiga, pertanto al momen-to del trattamento con un composto anti-etilenico sono a diversistadi di maturità.

Conservazione: i Delphinium dovrebbero essere conservati a 0-1°C, avvolto in un film di polietilene perforato per ridurre la perdi-ta di acqua.

EliconiaHeliconia humilis, H. psittacorum L.

Descrizione: le svariate e fantastiche forme, insieme ai ricchi colo-ri delle diverse specie, fanno dell’eliconia un importante e apprez-zato prodotto floricolo. Il fattore limitante la longevità postraccoltaè l’assorbimento idrico: anche in acqua priva di microrganismi laloro durata è di circa 14 giorni. Le specie con diametro più grande elunghezza dello stelo più lungo hanno anche una durata maggiore.

Maturità e raccolta: i fiori di eliconia vengono normalmente rac-colti quando hanno raggiunto la piena maturazione. Tuttavia, èstato osservato che i fiori hanno una durata superiore se la raccoltaviene effettuata quando la brattea non è completamente aperta.Una raccolta troppo anticipata può però compromettere la comple-ta apertura della brattea stessa impedendo ai fiori in essa racchiusidi essere visibili. La durata postraccolta varia molto in funzionedelle cultivar, per cui la scelta della giusta cultivar all’inizio dellacoltivazione è molto importante.

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Classificazione e confezionamento: la qualità dell’eliconia è defini-ta dallo stadio di maturazione, dall’assenza di difetti sui fiori(danni o decolorazione). Di solito l’eliconia viene confezionata indi-vidualmente per singolo stelo in scatole di cartone, sia per la con-servazione, sia per il trasporto.

Trattamenti: l’eliconia non è sensibile all’azione dell’etilene e l’e-sposizione a quest’ormone non riduce la sua longevità, per talemotivo non richiede trattamenti antietilenici. Attualmente la ricer-ca scientifica non ha ancora trovato dei pretrattamenti tali damigliorare la qualità o la durata postraccolta di questa specie.L’unico trattamento efficace, solo per alcune specie, è l’immersionein un antitraspirante.

Conservazione: l’eliconia è originaria dell’America tropicale ed èpertanto molto sensibile ai danni da freddo. Questo fiore nondovrebbe mai essere conservato a temperature al disotto 10-12,5°C.In genere i fiori, prima di essere conservati, vengono avvolti in foglidi carta da giornale umidificati per ridurre la perdita d’acqua.

Eustoma o LisianthusEustoma grandiflorum L.) Cass.

Descrizione: la produzione di lisianthus è aumentata consistente-mente negli ultimi anni, ed è stata stimolata attraverso lo sviluppo,largamente in Giappone, di eccellenti cultivar con un ampio inter-vallo di colori a singolo o a doppia forma. I fiori opportunamentepretrattati con un’adeguata soluzione di conservazione, hanno unalunga durata postraccolta. Ciascuno stelo porta circa 8-10 gemme, emolte di loro apriranno dopo la raccolta solo se trattati con un’ade-guata soluzione contenente zucchero.

Maturità e raccolta: i lisianthus sono raccolti quando è presentealmeno un fiore aperto. Tuttavia, i fiori destinati al mercato localepossono essere raccolti leggermente più tardi quando 5-6 fiori sonoaperti. Nel caso in cui siano destinati a mercati distanti dal luogo diproduzione, la raccolta è consigliabile effettuarla quando le infiore-scenze presentano solo 3-4 fiori aperti. Alcuni floricoltori italianipreferiscono raccogliere i lisianthus quando sono in uno stato avan-zato di maturazione e rimuovere i vecchi fiori, lasciando solo uno odue fiori per stelo. Per aumentare la qualità dei fiori i germogliimmaturi possono essere rimossi.

Classificazione e confezionamento: i fiori sono classificati in base allapresenza o meno di difetti e malattie. Il loro confezionamento vieneeffettuato in mazzi da 5 o da 10 a secondo dell’esigenza del mercato.

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Trattamenti: il lisianthus è sensibile ad alcuni composti antibat-terici che causano imbrunimento degli steli. I trattamenti più effica-ci per questo fiore reciso sono 200 mg Kg-1 (ppm) di solfato di allu-minio Al

2(SO

4)

3e 50 ppm d’ipoclorito di sodio. Questi sono degli

ottimi antibatterici per questo tipo di fiore reciso. Non è sensibileall’etilene per tale motivo non necessita di trattamenti specifici. Alfine di migliorare l’apertura dei fiori, pretrattamenti con soluzionicontenenti saccarosio al 12% per 24 ore oppure trattamenti al 3% incontinuo, aumentano in modo significativo la durata postraccolta.Il lisianthus è un altro fiore sensibile alla forza di gravità; per que-sto, la conservazione deve essere effettuata ponendo i fiori in posi-zione verticale specialmente se l’ambiente non è refrigerato.

Conservazione: la temperatura consigliata per il lisianthus è di0-1°C.

Fior di ceraChamelaucium uncinatum Schauer

Descrizione: è un fiore originario dell’Australia occidentale, concolori variabili dal bianco al viola intenso ed è diventato un impor-tante fiore reciso per decorare e rifinire le composizioni floreali. Ilfior di cera è prodotto in buone quantità in Israele, recentementeanche in Australia e in California. Il maggiore problema durante lavita postraccolta è la caduta di fiori e petali. Questo problema èdovuto all’azione dell’etilene, quindi può essere facilmente control-lato attraverso un pretrattamento con 1-MCP. Un altro problemapostraccolta nelle aree di coltivazione con incostante piovosità è losviluppo della Botrytis cinerea, anche se il controllo di questo pato-geno può essere facilmente effettuato mediante l’immersione deifior di cera in prodotti anticrittogamici.

Maturità e raccolta: i fior di cera sono raccolti in uno stadio dimaturazione intermedio con fiori aperti e gemme mature su cia-scun ramo. I rami sono raccolti a una lunghezza tale da non com-promettere la produzione degli anni successivi.

Classificazione e confezionamento: i fiori vengono venduti diretta-mente in mazzi provenienti dal campo di produzione. La qualitàdipende dalla numerosità dei fiori e dall’aspetto del fogliame chedeve essere verde scuro sui lunghi steli.

Trattamenti: sono molto sensibili all’etilene che causa la perdita deifiori, delle gemme e perfino delle foglie. Per tale motivo i mazzi difiori dovrebbero essere trattati con 1-MCP o STS nello stesso modo deifiori di garofano. Un’ora di pretrattamento a temperatura ambiente

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con soluzioni contenenti 2 ml per litro di STS oppure un trattamentoper tutta la notte in camera fredda usando la stessa concentrazione èsufficiente per proteggere i fiori dalla perdita dei petali.

Conservazione: prove sperimentali hanno dimostrato che questifiori possono essere conservati fino a 2 settimane a 1°C. Nessuna dif-ferenza è stata osservata tra la conservazione con o senz’acqua. Ilprincipale problema durante la conservazione è lo sviluppo di muffagrigia sui fiori. L’immersione dei fiori in una soluzione di Rovral(iprodione) prima della conservazione è stata dimostrata prevenirel’infezione da Botrytis, ma altri fungicidi possono anche essereugualmente efficaci e garantire un lungo periodo di conservazione.

FresiaFreesia x cvs

Descrizione: è un fiore originario dell’Africa del sud, con fiorisingoli o doppi e con colori che variano dal giallo, all’arancione, alrosso, al bronzo, al porpora. Alcune cultivar trattengono l’incante-vole fragranza che è comune delle fresie dei giardini. Il genere pren-de il nome dal Dr. Freese nativo di Kiel (Germania), uno studioso dipiante sudafricane.

Maturità e raccolta: gli steli vengono raccolti quando il primofiore è colorato ed aperto. Diversi steli fioriti possono essere raccol-ti da una pianta e, in questo caso, il fiore più alto dello stelo dovreb-be essere tagliato appena al disotto dello stelo fiorito laterale chec’interessa. Gli steli fioriti più alti hanno un numero di fiori supe-riore e una durata postraccolta migliore di quelli laterali fioriti. Almomento della raccolta, uno o due fiori per stelo dovrebbero esse-re aperti perché quando sono raccolti con le gemme troppo chiusesi rischia che molti non si aprano a meno che non vengano utiliz-zate appropriate soluzioni di conservazione contenenti zucchero. Inogni caso è molto importante scegliere delle buone cultivar almomento della coltivazione per ottenere delle soddisfacenti carat-teristiche durante la postraccolta.

Classificazione e confezionamento: non esistono regole ben definiteper la classificazione della fresia. I fiori sono classificati di qualitàextra in base allo stadio di maturazione, al numero di fiori per steloe alla lunghezza dello stelo. Le fresie di buona qualità hanno mini-mo 7 fiori per spiga ed hanno steli lunghi e dritti. I fiori sono ven-duti in mazzi da 10 steli dello stesso colore.

Trattamenti: i fiori di fresia non sono particolarmente sensibiliall’etilene, ma le giovani gemme ancora chiuse esposte all’etilene

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possono non aprirsi, per cui è necessario effettuare trattamenti pre-ventivi con 1-MCP o STS. Inoltre, per favorire l’apertura del fiore, lefresie possono essere pretrattate per 18 ore al buio con soluzionicontenenti il 25% di saccarosio. Questi pretrattamenti dovrebberoessere eseguiti a 20°C con 85% di umidità relativa. Il saccarosio,oltre ad aumentare la percentuale dei fiori aperti, ne prolungaanche la durata postraccolta (van Meeteren et al., 1995). La fresia èuna specie molto sensibile allo stress idrico che induce la produzio-ne di etilene riducendo la durata postraccolta.

Conservazione: la temperatura ottimale di conservazione è 0-1°Cper circa 10-14 giorni.

Garofani: standard e miniatureDianthus caryophyllus L.

Descrizione: il garofano appartiene alla famiglia delleCaryophyllaceae e al genere Dianthus. Questo nome deriva dal grecodiòs (divino) e ànthos (fiore), infatti il garofano era dedicato a Giove.Il garofano è diffuso nelle zone costiere del Mediteraneo e allo statospontaneo fiorisce da maggio fino ad ottobre. Le specie e gli ibridiutilizzati, per il fiore reciso, sono coltivati in serra o in campo neiclimi miti e fioriscono durante tutto l’anno. Attualmente i garofanicoltivati possono essere raggruppati in: mediterranei, americani,multiflora e miniatura. Dal punto di vista della postraccolta questofiore trae enorme beneficio da trattamenti antietilenici che possonoprolungare la sua longevità di circa 3 volte. I garofani possono esse-re conservati più a lungo di qualsiasi altra specie floricola e produ-cono fiori di alta qualità anche quando sono raccolti allo stadio digemma molto chiusa. La coltivazione del garofano in Italia è moltoaffermata e l’andamento del mercato di questo fiore suggerisce chela produzione italiana avrà un brillante futuro.

Maturità e raccolta: lo stadio di raccolta dei garofani è definito inbase alle esigenze del consumatore e alla distanza dal mercato. Ingenere, lo stadio di gemma a stella è troppo immaturo per la mag-gior parte dei casi, tranne che per i fiori destinati a lunghi periodidi conservazione. I fiori con le gemme che mostrano i petali si apri-ranno velocemente e sono quindi destinati ai mercati locali. I fioririservati al consumo immediato, invece, possono essere raccolti allostadio in cui i petali esterni sono in fase di apertura.

Al fine di limitare la diffusione delle malattie è buona normaevitare la raccolta dei fiori con evidenti sintomi di fisiopatie. Lamodalità di raccolta è legata al tipo di cultivar, si può recidere tutto

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il fiore oppure in alcuni casi si lasciano 3-4 foglie a seconda dellacapacità della pianta di ricacciare. La raccolta è consigliabile effet-tuarla a fine giornata, in modo da migliorare la conservazione peril maggior contenuto di zuccheri. Molti floricoltori pongono i fiorirecisi sopra ai fili di ferro utilizzati per la coltivazione per poi rag-grupparli in mazzi, ma l’esposizione all’aria della superficie ditaglio può indurre la formazione di emboli ed impedire l’assorbi-mento idrico.

Classificazione e confezionamento: sia i garofani di tipo standard esia le miniature sono classificati attraverso la forma, la lunghezzadello stelo, il diametro dei fiori e le condizioni fitosanitarie. Lo stelodeve essere diritto per cui durante la conservazione e il trasportobisogna assicurare ai fiori una posizione verticale. Se un fiore pre-senta una curvatura superiore ai 30 gradi dall’orizzontale, perde ilvalore commerciale perché considerato difettoso. Altre anomalie chepossono compromettere la qualità sono le malformazioni delle infio-rescenze, perdita della colorazione, danni da insetti e/o malattie.

I garofani del tipo standard sono raggruppati, in mazzi con duelegature, alla base e subito sotto al fiore in modo da avere i fiorialternati (5 alti e 5 bassi) in cima al mazzo che assume quindi unaforma compatta ed ordinata, riducendo il rischio di danneggia-mento dei fiori subito sotto l’infiorescenza. I garofani del tipominiature ad esempio nel Nord America, sono confezionati inmazzi che contengono un totale di 30 gemme a fiore, di cui circa 7sono aperte. La qualità del fiore è contraddistinta da etichette colo-rate, oppure da numeri.

Trattamenti: dopo il confezionamento, tutti i garofani dovrebbe-ro essere lasciati una nottata in ambiente raffreddato con una solu-zione di conservazione contenente il 10% di saccarosio in modo dafavorire l’apertura dei fiori e la qualità delle gemme. A temperatu-ra ambiente l’apertura dei fiori può essere indotta da una normaleilluminazione associata con una soluzione al 7% di saccarosio e 200ppm di Physan®.

Per migliorare la durata postraccolta dei garofani è consigliabi-le un pretrattamento con 4 mM di STS per 15 minuti seguito da untrasferimento in soluzione contenente 10% di saccarosio e 200 ppmdi Physan per tutta la notte in ambiente a bassa temperatura.Attualmente, per prevenire l’azione dell’etilene, in sostituzionedell’STS è utilizzato 200 ppb di 1-MCP per 6 ore (Fig. 14).

Conservazione: i fiori destinati alla conservazione devono esseredi altissima qualità, assolutamente privi di ferite, attacchi da inset-ti, malattie e propriamente pretrattati con 1-MCP. L’attività di ricer-ca ha dimostrato che l’efficienza dell’1-MCP è persa entro una setti-

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mana a temperatura ambiente, mentre l’azione protettiva è moltopiù lunga se i fiori sono tenuti a basse temperature. Una buona con-servazione può essere effettuata mettendo i fiori a 1°C in una sca-tola con polietilene e giornali. I fiori aperti possono essere conser-vati per 2-4 settimane, mentre i fiori raccolti con le gemme chiusepossono essere conservati fino a 4-5 settimane.

GerberaGerbera jamesonii H. Bolus

Descrizione: la gerbera appartiene alla famiglia delle Asteraceeed è originaria del Sud Africa, dove vive spontaneamente all’ombradelle rocce e della vegetazione circostante. Il genere comprendecirca 70 specie conosciute, quelle coltivate hanno un germoplasmache deriva dalla Gerbera jamesonii e dalla Gerbera viridifolia. I fiorirecisi di gerbera hanno un notevole interesse commerciale per laloro ampia varietà di colori e forme.

La durata postraccolta è limitata dalla piegatura e rottura dellostelo, che si verifica a circa 10-15 cm al disotto del capolino. Questoproblema si manifesta nei primi 6-10 giorni dopo la raccolta, aseconda della varietà e della stagione di produzione. Le principalicause che determinano la comparsa della piegatura dello stelo equindi limitano la longevità delle gerbere sono:

• stress idrico dovuto all’incapacità dello stelo di assorbire acquaa causa dell’occlusione batterica dei vasi di conduzione alla basedello stelo e/o penetrazione di aria (emboli) nei vasi xilematici;

• contenuto di lignina nello stelo;

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Fig. 14 - Fiori digarofano trattaticon l’1-MCP.A sinistra i fioridel controllocompletamentesenescentie a destra i fioritrattati

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• inadeguato taglio dello stelo;• predisposizione genetica;• etilene (il ruolo di quest’ormone ancora non è ben chiaro).

La piegatura e la rottura dello stelo sono favorite dalle condizio-ni di stress idrico del fiore che si verificano quando l’assorbimentodi acqua è inferiore alla quantità di acqua persa per traspirazione.Quando questo fenomeno accade il bilancio idrico del fiore diventanegativo, si ha una perdita di turgore e lo stelo tende a piegarsi. Lagerbera, come tutte le Asteraceae, non è sensibile all’etilene. Al con-trario, alcune prove sperimentali hanno dimostrato che fiori trattaticon etilene o etilen-promotori avevano una maggiore resistenza allapiegatura dello stelo. Probabilmente quest’ormone attiva la fenilam-monio liasi, un enzima coinvolto nella biosintesi della lignina, chedetermina una migliore lignificazione dello stelo. Purtroppo i datiscientifici sono spesso contrastanti, infatti è stata osservata una con-centrazione di ACC (acido 1-aminociclopropano-1-carbossilico), unprecursore della biosintesi dell’etilene, più elevata nei fiori con lapiegatura rispetto a quelli non piegati. Questo risultato suggerisceche l’etilene potrebbe essere una delle cause della piegatura.

Maturità e raccolta: le gerbere dovrebbero essere raccolte quando ledue file più esterne di fiori del disco hanno iniziato ad aprirsi.Tuttavia nelle cultivar che si chiudono di notte la raccolta può essereeffettuata anche in uno stadio di maturazione più avanzato. I fiorisono raccolti mediante torsione e strappo in modo da procurare ildistacco dello stelo direttamente dal punto di attacco sul fusto. Questatecnica presenta i vantaggi di avere una ridotta superficie di contattodei vasi di conduzione con l’aria, una ridotta formazione di emboli euna stimolazione delle piante per la produzione di nuovi fiori. Glisteli dei fiori dovrebbero essere immediatamente tagliati per rimuo-vere la parte legnosa alla base dello stelo, che inibisce l’assorbimentodell’acqua. Subito dopo la raccolta, le gerbere dovrebbero essere postein una soluzione contenente 40 ppm d’ipoclorito di sodio al fine diridurre la carica batterica presente sulla superficie esterna dello stelo.

Classificazione e confezionamento: non esistono regole ben definiteper la classificazione e il confezionamento della gerbera. In genera-le sono considerati fiori di qualità extra quelli che non presentanonessun tipo di malformazione o danno ed hanno una lunghezzaminima dello stelo di 40 cm e un diametro minimo del capolino di10 cm. La maggior parte dei produttori confeziona individualmen-te i fiori orizzontalmente in contenitori di cartone poco profondiopportunamente disegnati per il confezionamento delle gerbere.Gli steli dei fiori vengono infilati nelle fenditure di una intercape-

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dine di cartone in modo che i capolini possano mostrare i loro colo-ri, mentre gli steli sono nascosti dietro il cartone. Diverse file di fioripossono essere sistemate per ciascuna scatola. I cartoni sono poiappesi in un opportuno recipiente, con la base dello stelo immersain una soluzione di conservazione.

Trattamenti: i fiori appena raccolti sono posti in una soluzionecontenente 40 ppm (mg Kg-1 o 40 ml L-1) di ipoclorito di sodio perridurre la carica batterica e migliorare la durata postraccolta. Lesoluzioni di conservazione utilizzate come pretrattamento di 24 oreo in continuo contengono il 4-6% di zucchero e 150-200 mg L-1 di 8-HQC (8-citrato di idrossichinolina). Questi trattamenti hanno dimo-strato di essere in grado di migliore la durata postraccolta e di ritar-dare la comparsa della piegatura dello stelo. Inoltre alle soluzioni diconservazione può essere aggiunto anche di KCl (200 mg L-1) chemigliora ulteriormente la durata in vaso di alcune cultivar.

Pretrattamenti di poche ore con 100 ppm di nitrato d’argentoritardano la comparsa della piegatura dello stelo. L’efficacia di que-sti trattamenti è dovuta soprattutto all’azione antibatterica piutto-sto che all’azione antietilenica. L’argento induce fitotossicità sullaparte basale degli steli (comparsa del colore marrone sullo stelo),per cui è buona norma risciacquare i fiori prima di porli in soluzio-ni di conservazione.

Conservazione: la temperatura ottimale di conservazione dellagerbera, sia nei locali di stoccaggio, sia durante il trasporto è di 0-1°C (Fig. 15). A questa temperatura i fiori possono essere conserva-ti per un periodo di 1-2 settimane senza diminuire sensibilmente ladurata postraccolta. L’opinione che le gerbere siano sensibili alfreddo non ha un fondamento scientifico. La conservazione e il tra-sporto a secco sono da preferirsi a quella in acqua, specialmentenelle cultivar sensibili all’attacco della botrite.

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Fig. 15 - La temperatura ottimale per la conservazione della gerberaè di 0°C. I fiori tenuti a 20°C invecchiano 9 volte più velocementedi quelli conservati a 0°C.

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GiglioLilium spp.

Descrizione: i gigli sono fiori molto popolari e molto apprezzatiper la loro bellezza sia come fiori da giardino, sia come fiori recisi.I gigli sono anche commercializzati in vaso nel periodo di Pasqua eNatale. Tra gli ibridi coltivati quelli asiatici stanno diventando sem-pre più popolari tra i fiori recisi. I fiori di giglio hanno una buonadurata postraccolta specialmente se pretrattati con STS o 1-MCP; legemme si aprono quando i fiori sono posti in soluzione di conser-vazione contenente zucchero e 8-HQC. L’ingiallimento precoce dellefoglie, può essere controllato attraverso pretrattamenti con acidogibberellico o citochinine. L’esposizione a basse concentrazioni dietilene causa ingiallimento fogliare, abscissione dei petali e abortodelle giovani gemme.

Maturità e raccolta: i gigli sono normalmente raccolti quando unao due gemme iniziano a “bruciarsi”. Se la raccolta viene effettuatain una fase precoce, allo stadio di gemma chiusa, occorre moltotempo affinché il fiore si apra e, in alcuni casi, la fioritura può addi-rittura abortire. La raccolta in uno stadio di maturazione più avan-zato, quando i petali dei fiori sono aperti, può però essere negativaper la manipolazione, dato che i fiori sono più sensibili ai dannidurante il trasporto.

Classificazione e confezionamento: sebbene non ci siano regole uffi-ciali per la classificazione, la qualità dei gigli dipende dal numerodi gemme per stelo, dallo stadio di maturità, dal colore e dalla qua-lità delle foglie. I fiori sono normalmente confezionati in mazzi da5 o da 10 steli.

Trattamenti: dopo la raccolta, i gigli dovrebbero essere trattaticon STS (Fig. 16) o 1-MCP per prevenire i danni da etilene. Pretrat-tamenti con una soluzione al 3% di saccarosio possono migliorarela successiva apertura delle gemme, ma concentrazioni superioripossono indurre la comparsa dell’ingiallimento fogliare. Le cultivarsuscettibili a questo problema possono essere pretrattate con 2000ppm di GA

3. L’effetto dei trattamenti varia da cultivar a cultivar, ad

esempio la cultivar Enchantment, pretrattata per 24 ore con unasoluzione contenente 1,6 mM di STS, 10% di saccarosio e un succes-sivo trattamento con una soluzione di 50 ppm GA

3, raddoppia la

sua longevità. L’acido gibberellico è molto efficace nelle cultivar incui l’ingiallimento fogliare è il fattore limitante la durata postrac-colta. Una concentrazione di 2 ml per litro di GA

3è sufficiente per

dilazionare la comparsa dell’ingiallimento fogliare se la durata deltrattamento è di almeno una notte, altrimenti 50 ppm sono suffi-

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cienti per un trattamento continuo. In alternativa, si può utilizzare10 µM di thidiazuron per 24 ore.

Conservazione: i gigli dopo essere stati pretrattati, possono esse-re conservati a secco fino a 4 settimane a una temperatura di 1°Csenza manifestare una riduzione della durata postraccolta e post-conservazione. Prima della conservazione i fiori dovrebbero essereopportunamente preraffreddati e confezionati, in modo da mini-mizzare la perdita d’acqua; a tal fine è necessario avvolgere i fioriin film di polietilene. Durante la conservazione si possono verifica-re alcune anomalie come la formazione di macchie scure e ingialli-mento fogliare.

GipsofilaGypsophila paniculata L.

Descrizione: il nome del genere deriva dal greco gypsos (cemen-to) e phìlos (gradito). Questo genere comprende più di 100 specieche possono essere annuali o perenni. La Gypsophila paniculata è unaperenne, spesso utilizzata nelle composizioni floreali e nelle confe-zioni di fiori secchi. È generalmente coltivata in pieno campo. I fiorisono sensibili allo stress idrico e alla luce del sole molto intensa chepossono indurre fenomeni d’imbrunimento oltreché all’elevataumidità e all’eccessiva piovosità che possono causare l’aumento deirischi di muffa grigia e lo sviluppo di marciume radicale.

Maturità e raccolta: le piante di gipsofila producono un largocapolino dove i singoli fiori si aprono dopo un considerevole perio-do. La maturazione per la raccolta dipende dal tipo di utilizzo delprodotto: nel caso in cui i fiori siano destinati all’essiccamento o al

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Fig. 16 - Fiorirecisi di gigliotrattati con STSper 0,5, 10 e 20minuti. Effettodel trattamentosull’abscissionedei petali

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mercato entro 24 ore, la raccolta è effettuata quando il 50% dei fiorisono aperti. Se invece i fiori sono destinati a mercati distanti dalluogo di produzione o ad essere essiccati dopo un breve periodo diconservazione, la raccolta è eseguita quando il 20-30% dei fiori sonoaperti. Gli steli, alla raccolta, sono tagliati a una lunghezza di 20-40cm. La raccolta, al primo anno di coltivazione, viene effettuata dasettembre a novembre, mentre nel secondo anno si effettua unaprima raccolta dopo il riposo invernale e poi una seconda in ottobre.

Classificazione e confezionamento: gli steli sono raccolti e confezio-nati in mazzi direttamente nel campo usando elastici o lacci. Ognimazzo può contenere da 5 a 25 steli a secondo della qualità e dallostadio di maturazione. Il confezionamento viene effettuato ponen-do 30 mazzi per ciascuna scatola.

Trattamenti: la gipsofila è sensibile a bassi livelli di etilene e allacontaminazione batterica dei vasi di conduzione; per tale motivodevono essere effettuati trattamenti per prevenire l’azione dell’eti-lene come l’STS (28 ml L-1 per 30 minuti) o 1-MCP (200 ppb per 6 ore;Newman et al., 1998). Per questi fiori è molto efficace l’impiego disoluzioni di conservazione contenenti 1,5% di saccarosio e 200 ppmPhysan-20. Il contenuto di saccarosio può variare da 5 a 10% ma,durante il trattamento, i fiori dovrebbero essere tenuti a circa 20°C,con il 50% di umidità relativa e con un’intensità luminosa di 15mmol m-2 s-1 di PAR (usare lampade fluorescenti a luce bianca).

Conservazione: la gipsofila non dovrebbe essere conservatasenz’acqua per più di 3 giorni. Gli steli con circa il 50% dei fioriaperti possono essere conservati in una soluzione contenente 200ppm Physan, a 1°C per circa tre settimane. Quando i fiori sonodestinati all’essiccamento la gipsofila è lasciata in soluzione conte-nente una parte di glicerina e due parti di acqua per circa 24 ore. Glisteli recisi sono poi essiccati in ambiente caldo e ventilato, per favo-rire la perdita di acqua.

GirasoleHelianthus annuus L.

Descrizione: è originario del Nord America ed è stato introdottoin Europa dai primi esploratori europei. Il girasole è coltivato sia aduso alimentare che per l’estrazione di coloranti, oli e sostanze medi-cinali. Negli ultimi anni è commercializzato come fiore reciso. Ladurata postraccolta dei girasoli recisi è di circa 7-10 giorni.

Maturità e raccolta: sebbene i girasoli in pieno campo appaianomolto robusti e forti, in realtà sono molto sensibili ai danni mecca-

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nici, per cui è necessario prestare molta attenzione durante la rac-colta e la manipolazione. La raccolta deve essere effettuata duranteil periodo più fresco della giornata quando l’umidità dell’aria èmolto bassa. I capolini devono essere completamente aperti e iltaglio deve essere effettuato alla base in modo da avere uno stelo ilpiù lungo possibile. I fiori privati delle foglie basali e danneggiatedevono essere posti in recipienti opportunamente disinfettati.

Classificazione e confezionamento: i fiori di qualità extra sono prividi ogni tipo di malattia, danni meccanici o malformazioni. Il tipo diconfezionamento dipende dalla destinazione del prodotto, in gene-re sono commercializzati in mazzi da 10 o 12 steli. Per la commer-cializzazione in mercati locali, i fiori vengono trasportati in secchicontenenti una soluzione di conservazione. Se invece la commer-cializzazione avviene in mercati lontani dal luogo di produzione ifiori sono confezionati in scatole di cartone al secco. Il trasporto deigirasoli viene effettuato in aereo, dato la breve durata postraccoltae il loro alto valore economico.

Trattamenti: i fiori in genere prima di essere posti in acqua devo-no essere lasciati pochi minuti in una soluzione d’ipoclorito disodio in modo da disinfettare la parte esterna dello stelo e ridurre iproblemi di occlusione batterica dei vasi di conduzione.

Trattamenti con 150-200 mg L-1 di acido citrico hanno aumenta-to la durata postraccolta di 4-5 giorni rispetto al controllo. Ottimirisultati sono stati anche ottenuti da un pretrattamento di 1 ora con0,01% di Triton X-100.

Conservazione: la temperatura consigliata per la conservazionedei fiori recisi di girasoli varia da 0 a 4°C, sia durante il trasporto,sia durante lo stoccaggio.

GladioloGladiolus hybridis

Descrizione: il gladiolo è ancora un importante fiore reciso, anchese la sua produzione è in continua diminuzione. Il termine Gladiolusè latino e significa piccola spada, in riferimento alla forma dellefoglie. I moderni gladioli sono il risultato di un programma d’in-crocio che utilizza specie originarie del Sud Africa. Questo fiorerisponde molto bene alle cure postraccolta.

Maturità e raccolta: la raccolta tradizionale viene effettuataquando le 2-3 gemme basali iniziano a mostrare il colore. Nel casoin cui i fiori siano destinati a mercati distanti dal luogo di produ-zione, è preferibile anticipare la raccolta ed effettuare trattamenti

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conservativi per preservarne la qualità. Quando giungono a desti-nazione, subito prima della commercializzazione, vengono trattaticon soluzioni contenenti zucchero per favorire l’apertura dei fiori(Fig. 17). Al contrario i gladioli destinati al mercato locale vengonoraccolti in uno stadio di maturazione avanzato, quando i primifiori basali sono aperti. La raccolta viene effettuata in modo dalasciare sulla pianta il maggior numero di foglie possibile. Una rac-colta troppo precoce deve essere evitata altrimenti l’apertura deifiori può essere difficoltosa o, nei casi più gravi, addirittura puòabortire.

Classificazione e confezionamento: i gladioli, come tutti i fiori prov-visti di spiga, sono molto sensibili alla forza di gravità e possonomostrare una curvatura dello stelo. Questo fenomeno può compro-metterne la qualità. La risposta geotropica è particolarmente piùveloce in condizioni di temperature mite; tuttavia, è possibileovviare questo problema rispettando alcune semplici regole, ad

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Fig. 17 - Effettodel trattamentocon soluzionecontenente il 20%di zuccherosull’aperturadei fiori

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esempio ponendo i gladioli in posizione verticale in un locale abassa temperatura sia durante la conservazione, sia durante il tra-sporto. La qualità dei fiori è determinata dalla forma dello stelo chedeve essere dritto, dallo stato sanitario e dallo stadio di maturazio-ne. I fiori vengono confezionati in mazzi da 10 a secondo del colo-re e dello stadio di maturazione.

Trattamenti: i gladioli traggono beneficio da pretrattamenti consoluzioni contenenti il 20% di zucchero (saccarosio o glucosio). Ifiori sono lasciati in questa soluzione per una notte in un locale atemperatura ambiente o refrigerato. Trattamenti con 1-MCP o conSTS consentono di protegge i fiori dall’azione dell’etilene che neigladioli provoca l’aborto o la non apertura delle giovani gemme(Serek et al.,1995).

Conservazione: sebbene sia stata sempre consigliata una tempe-ratura di conservazione di 5°C, recentemente è stato dimostrato chela conservazione può essere effettuata a 0-1°C senza compromette-re la qualità, anzi migliorando anche la durata postraccolta.Durante la conservazione è importante posizionare i fiori in modoverticale per evitare la deformazione dello stelo in seguito a rispo-sta gravitropica. Infine, occorre evitare una eccessiva umidità neilocali di conservazione in quanto può causare l’insorgenza dellabotrite.

I gladioli sono fiori molto sensibili al fluoro che può causaredeterioramento ai margini dei petali, inibire l’apertura del fiore,bruciatura della guaina e dei margini fogliari.

IrisIris spp.

Descrizione: questi fiori dagli intensi colori giallo, blu e porporasono molto richiesti dal mercato; sfortunatamente hanno una brevedurata postraccolta rispetto agli altri fiori recisi. Inadeguate curedurante la manipolazione o una conservazione troppo lunga pos-sono comprometterne l’apertura prima della vendita.

Maturità e raccolta: l’iris viene normalmente raccolto allo stadiodi “matita”, quando comincia a vedersi una linea colorata; invece lacultivar Blue Ribbon, ad esempio, dovrebbe essere raccolta a unostadio di maturazione più avanzato rispetto alle altre, quando l’or-lo del petalo non si è ancora spiegato. Gli iris sono direttamente sca-vati dal suolo quando hanno raggiunto il corretto stadio di matura-zione; il bulbo viene eliminato e le foglie più basse rimosse. Gli stelidei fiori vengono posti in acqua contenente un battericida.

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Classificazione e confezionamento: non esistono regole ben preciseper la classificazione dei fiori di iris. Questi dovrebbero essereuniformi per varietà, colore e maturità, con foglie prive di ferite e dimalattie e steli forti e diritti. I fiori sono normalmente raggruppatiin mazzi da 10 steli, legati con un elastico o con fili di ferro rivesti-ti da carta.

Trattamenti: l’iris in genere è reidratato in acqua calda (40°C). Iricercatori olandesi hanno scoperto che la durata postraccolta puòessere estesa mediante l’aggiunta di benzyladenine (BA) in solu-zione. L’applicazione delle gibberelline invece permette di supera-re i problemi legati alla conservazione senz’acqua.

Conservazione: l’iris è conservato in posizione verticale a 0°C,per non più di una settimana (alcuni coltivatori conservano l’iriscon il bulbo attaccato). Una lunga conservazione può causare lamancata apertura del fiore soprattutto in alcune cultivar come BlueRibbon.

LiatrisLiatris pycnostachya, L. spicata L.

Descrizione: il genere Liatris comprende numerose specie dotatedi radici tuberizzate. Lo stelo, lungo circa un metro, porta un’in-fiorescenza a spiga di circa 20-30 cm. I Liatris sono originaridell’America del Nord, ma sono stati importati da Israele comefiori recisi. Le infiorescenze di colore porpora chiaro sono utilizza-te nelle composizioni floreali. I fiori della spiga possono aprirsipienamente solo se opportunamente trattati dopo la raccolta. IlLiatris, a differenza degli altri fiori provvisti di spiga (gladiolo,bocca di leone, giacinto e delphinium), ha una fioritura scalare dal-l’alto verso il basso.

Maturità e raccolta: i Liatris dovrebbero essere raccolti quando unquarto o un terzo dei fiori della spiga sono aperti. Tuttavia, posso-no anche essere raccolti quando le gemme a fiore dell’apice sonocompletamente chiuse o mostrano i loro colori. In questo caso legemme potranno aprirsi pienamente dopo un trattamento con solu-zioni contenenti zuccheri.

Classificazione e confezionamento: la qualità dei fiori dipendeessenzialmente dalla maturità della spiga, dall’assenza di difetti edanni e dalla qualità delle foglie. Sono generalmente confezionatiin mazzi da 10 steli riposti in cartoni orizzontali.

Trattamenti: i Liatris non sono sensibili all’etilene e pertanto nonnecessitano di particolari trattamenti contro quest’ormone. Tuttavia

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questi fiori necessitano di trattamenti con soluzioni contenenti il 10-20% di zucchero per favorire l’apertura delle gemme (Han, 1992).L’uso dello zucchero non aumenta la durata postraccolta, ma sem-plicemente migliora la qualità dei fiori aumentando il numero diquelli aperti per spiga.

Conservazione: i Liatris sono conservati a 0-1°C.

MargheriteChrysanthemum frutescens L.

Descrizione: le margherite sono fiori di notevole interesse com-merciale soprattutto in California, dove sono coltivate in pienocampo in aree in cui non sono soggette a gelate. Sono relativamen-te economiche e prestandosi a colorazioni artificiali sono spessorichieste per occasioni particolari, come matrimoni, feste ecc. Ladurata postraccolta è relativamente lunga ma spesso limitata dal-l’appassimento e ingiallimento delle foglie.

Maturità e raccolta: i fiori sono considerati maturi quando l’al-lungamento dei petali è tale che cominciano a ripiegarsi indietrorispetto alla posizione verticale e l’anello più esterno di stami è visi-bile. Le margherite vengono raccolte con forbici e questa fase è unadelle più importanti nelle piante di tipo arbustivo (Fig. 18). I fiorispesso vengono lasciati nei campi ammucchiati prima di formare imazzi, ma questa pratica deve essere evitata perché conduce allamarcescenza dei fiori e delle foglie.

Classificazione e confezionamento: le margherite non sono rag-gruppate in steli della stessa maturità. Il costo per la classificazionepreclude tale operazione in questo prodotto a basso margine diguadagno. Ciascun mazzo è costituito da 20 steli o qualche volta da10 steli quando vengono vendute nei supermercati. Le margheritedi buona qualità hanno steli forti, fogliame verde scuro e diversifiori e gemme su ciascuno stelo. Sono normalmente confezionate inspeciali cesti provvisti di coperchio e i fiori sono compressi peraumentare il numero per ciascun cesto. Sfortunatamente gli attualisistemi di raffreddamento non consentono una refrigerazione ade-guata e omogenea; temperature non ottimali, soprattutto durante lamanipolazione dei fiori possono essere la causa dell’ingiallimento edell’insorgenza di malattie.

Trattamenti: la durata degli steli di margherita può essere estesamediante un pretrattatamento (una notte a 20°C) con una soluzio-ne contenente 25 ppm (25 mg L-1) di nitrato d’argento e 0,5% di sac-carosio prima della conservazione o prima del trasporto. Concen-

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trazioni di saccarosio superiori allo 0,5% possono essere fitotossichee causare danni alle foglie. Subito dopo il confezionamento, gli stelidovrebbero essere reidratati. In generale è stato osservato che perquesti fiori le soluzioni di conservazione non forniscono un granbeneficio; comunque sia, quando utilizzate, devono contenere unaconcentrazione di Physan inferiore a 200 ppm. È stato rilevato chel’8-HQC danneggia questi fiori anche alle più basse concentrazioniconsigliate; la sua presenza in una soluzione di conservazione èfacilmente determinabile attraverso il caratteristico colore giallopallido e l’aroma antisettico. Il ritaglio degli steli prima di porli inacqua per la reidratazione o in una soluzione di conservazionemigliora notevolmente la durata postraccolta.

La colorazione delle margherite è effettuata ponendole in un’ap-propriata soluzione colorata a base di propanolo. Un altro metododi colorazione prevede l’utilizzo di spray, in tal caso è buona normaconfezionare i fiori dopo che i petali si sono asciugati.

Conservazione: la conservazione per più di tre giorni riduce mar-catamente la durata postraccolta delle margherite. La conservazio-ne a secco in cesti chiusi alla temperatura di 3-4°C è consigliata senon supera una settimana.

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Fig. 18 - Raccoltamanualedelle margherite

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NarcisoNarcissus pseudonarcissus L.

Descrizione: i narcisi sono il simbolo della primavera e sonofamosi per i loro colori giallo chiaro o arancione. Sono molto apprez-zati come fiori da giardino in tutto il mondo. Sfortunatamente que-sti fiori hanno una durata postraccolta relativamente breve, che nonpuò essere prolungata con i tradizionali trattamenti postraccolta.

Maturità e raccolta: i narcisi sono generalmente raccolti allo sta-dio chiamato di “collo d’oca”. Quelli del tipo Jonquils sono raccoltiallo stadio di “campana”, ossia quando solamente un fiore è aper-to. La raccolta viene effettuata con un taglio nella zona tra le fogliee il bulbo. In alternativa, l’intera pianta può essere raccolta e poisuccessivamente privata di foglie e bulbo. I fiori dovrebbero esserecomprati dallo stadio di “matita” a quello di “collo d’oca”: in que-st’ultimo caso l’angolo di piegatura fra stelo e corolla non devesuperare i 45 gradi.

Classificazione e confezionamento: a causa della caratteristica cur-vatura dello stelo verso l’alto in risposta alla forza di gravità,durante la conservazione e il trasporto i narcisi dovrebbero essereposti in posizione verticale. Sebbene non ci siano regole ben defini-te, la classificazione di questi fiori può essere effettuata tenendoconto dello stadio di maturazione, dell’uniformità di colore e del-l’assenza di danni e malattie. I fiori sono normalmente raggruppa-ti in mazzi da 10 o 25 steli, legati con fili rivestiti di carta e protettida maniche di carta o di plastica.

Trattamenti: soluzioni contenenti zucchero non sembrano avereun effetto positivo sulla durata di questi fiori. Sebbene i narcisi nonvengano considerati sensibili all’etilene, è stato osservato che trat-tamenti con etilene esogeno accelerano la senescenza mentre tratta-menti con STS e 1-MCP aiutano a prevenire danni da etilene esoge-no prodotto nei luoghi di mercato. Una buona soluzione di conser-vazione è l’8-HQC che riduce e inibisce la carica batterica nella solu-zione, alla base dello stelo. È buona norma evitare l’utilizzo dellastessa soluzione usata per la reidratazione dei narcisi per altri fiori.Il motivo di ciò è la produzione di mucillagine che risulta esserecausa di deterioramento per altri fiori in una composizione mista.Citochinine, come 6-BA sono state utilizzate con successo per pro-lungare la durata dei narcisi ma, nonostante i risultati ottenuti sianostatisticamente significativi, l’incremento della durata postraccoltaè limitato ad 1-2 giorni.

Conservazione: i narcisi dovrebbero essere conservati e trasporta-ti ad una temperatura di 1°C. La conservazione di questi fiori può

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essere prolungata fino a 2 settimane con una lieve riduzione delladurata. Il locale di conservazione deve avere umidità relativa pros-sima al 90%. In alternativa i fiori possono essere conservati in atmo-sfera controllata per diverse settimane al 100% di azoto senza con-dizionare la durata postraccolta. Infatti, è stato osservato che i fioriconservati in atmosfera controllata hanno una durata simile a quel-la dei fiori appena recisi e quasi doppia di quella dei fiori conser-vati in piena aria.

Il miglior metodo di conservazione è a secco, in contenitori chepermettono un rapido raffreddamento dei fiori. È stato dimostratoche la conservazione a freddo con illuminazione intensifica la colo-razione dei fiori, ma non è economicamente consigliabile.

OrchideeGenere Cymbidium, Cattleya, Vanda, Dendrobium, Paphiopediume Phalaenopsis

Descrizione: a parte le loro esotiche forme e colori, una delleprincipali attrattive di questi fiori è la loro inspiegabile longevità:hanno una durata di molte ore, perfino fuori dell’acqua e le spighedi Cymbidium possono raggiungere una durata postraccolta anchedi un mese.

Maturità e raccolta: i fiori di orchidee di solito vengono raccolti da3 a 4 giorni dopo l’apertura perché, se raccolti prematuri, non rie-scono ad aprirsi una volta staccati dalla pianta. La modalità di rac-colta varia in risposta al mercato: nella stagione precoce o tardiva iprezzi più alti di commercializzazione inducono alla raccolta e ven-dita dei fiori in unità singole; al contrario in piena stagione viene rac-colta tutta la spiga. Le malattie virali possono facilmente diffondersida una pianta all’altra durante la raccolta, per cui gli utensili utiliz-zati dovrebbero essere sterilizzati dopo ogni uso, oppure in sostitu-zione possono essere utilizzate delle lame da rasoio monouso.

Classificazione e confezionamento: i fiori di qualità extra devonoessere perfetti per forma e condizioni sanitarie. Tra i fiori di secon-da qualità si trovano quelli con leggeri difetti come macchie oforma non perfetta. Le orchidee recise devono essere velocementespostate dalla serra ai bancali per il confezionamento dove gli stelisono ritagliati all’aria e i fiori inseriti singolarmente in tubi conacqua (tubi da orchidee). Ciascuna orchidea, prima di essere confe-zionata, viene avvolta in carta incerata per evitare danni meccanicie solo successivamente riposta in apposite scatole di cartone conte-nenti da 12 a 24 fiori (Fig. 19).

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Trattamenti: i fiori di Cymbidium e di Paphiopedilum hanno unadurata di circa un mese, mentre quelli di Cattleya e Phalaenopsis dicirca 7-10 giorni. Le specie sensibili all’etilene devono essere tratta-te con 28 ml di STS per litro oppure con 200 ppb di 1-MCP per 6 ore.

Conservazione: le orchidee non sono comunemente conservate,perché i fiori possono restare sulla pianta fino a quando non sonoraccolti. Quelli appartenenti al genere Cymbidium e Paphiopedilum,per esempio, possono essere lasciati sulla pianta fino a 6-7 settima-ne e conservati fino a 3 settimane a una temperatura di 1°C; quan-do è necessario, la conservazione di questi fiori recisi può essereprolungata fino a 2 settimane a 5-7°C (le condizioni ottimali dipen-dono dalla specie e dal clone). Una conservazione più lunga puòcausare danni da freddo, essendo queste specie di origine tropicale.Alcune specie di orchidee sono molto sensibili all’etilene, di conse-

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Fig. 19 -Confezionamentodelle orchideeprimadel trasporto

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guenza l’ambiente di conservazione e di confezionamento devonoessere privi di questo gas. Per prevenire l’accumulo di etilene neilocali in cui sono conservati o lavorati i fiori bisogna evitare l’uti-lizzo di veicoli a motore endotermico o di impianti di riscaldamen-to a combustione interna. Infine si rammenta di evitare la conser-vazione di frutta o altri prodotti che producono etilene insieme alleorchidee.

Pisello odorosoLathyrus odoratus L.

Descrizione: il pisello odoroso è molto apprezzato tra i fiorirecisi per il suo aroma e per l’ampio spettro di colori dei fiori.Nella floricoltura commerciale riveste ancora un ruolo pocoimportante, principalmente per la sua suscettibilità al danneggia-mento e per la breve durata postraccolta. Pretrattamenti con STS o1-MCP e zucchero aumentano enormemente la durata postraccol-ta e permettono la raccolta precoce prima di raggiungere il giustostadio di maturazione, quando i fiori sono meno suscettibili aldanneggiamento.

Maturità e raccolta: i piselli odorosi vengono raccolti tradizional-mente quando l’ultima gemma sullo stelo è metà aperta, oppurequando i petali della prima gemma a fiore sono colorati, ma nonancora aperti. I fiori sono raccolti con una tecnica particolare chepermette di staccare lo stelo alla base nel punto d’inserzione dellafoglia.

Classificazione e confezionamento: non ci sono regole ben definiteper la classificazione del pisello odoroso. In genere devono avereuno stelo diritto e con 5 gemme a fiore. I piselli odorosi sono confe-zionati in scatole orizzontali o in ceste.

Trattamenti: i fiori dovrebbero essere tenuti per 10 minuti in 28ml di STS concentrato per litro di acqua, oppure trattati con 200 ppbdi 1-MCP per 6 ore. Dopo il trattamento antietilenico dovrebberoessere posti in una soluzione contenente il 4% di saccarosio a 20°Cper una notte. L’antibatterico utilizzato nella soluzione di conser-vazione è l’8-HQC a 300 ppm. Il Physan danneggia i petali e riducela durata postraccolta.

Conservazione: non ci sono informazioni per la lunga conserva-zione dei piselli odorosi. I fiori trattati come descritto sopra sono ingrado di aprirsi bene e hanno una soddisfacente durata dopo laconservazione: fino a una settimana a 1°C.

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ProteaProtea spp.

Descrizione: questo fiore, il cui nome si riferisce alla diversità diforme e fiori, appartiene alla famiglia delle Proteaceae e include unampio numero di specie di alberi e arbusti provenienti dal SudAfrica e dall’Australia. Le Proteaceae possono essere utilizzate siacome fogliame ornamentale, sia come fiori recisi; sono normalmen-te impollinati dagli uccelli e producono una gran quantità di netta-re, da cui il nome di “cespuglio di zucchero”. Altri generi che pos-sono essere inclusi nelle Proteacee sono la Banksia, il Leucospermum,e il Leucodendron.

Il principale problema postraccolta di questa famiglia è l’imbru-nimento fogliare che si manifesta in carenza di carboidrati e in loca-li con temperature calde.

Maturità e raccolta: il fogliame ornamentale prodotto da questepiante deve essere raccolto quando ha raggiunto la piena matura-zione (assenza di cime soffici), mentre l’infiorescenza deve essereraccolta quando i singoli fiori più esteri sono completamenti aper-ti. Le banksie, invece, vengono raccolte quando metà dei fiori sullaspiga cilindrica sono aperti.

Classificazione e confezionamento: la qualità dei fiori e del fogliameornamentale è definita dalla mancanza di macchie oltreché dallalunghezza e dall’assenza di distorsione degli steli. Il fogliame è rag-gruppato in mazzi da 10-25 rami, mentre i fiori possono essere com-mercializzati singolarmente o in mazzi da 5-10 steli. Il numero esat-to dipende dalla qualità, dalla taglia e dalla domanda del mercato.Di solito le Proteacee vengono confezionate in scatole di cartoneorizzontali.

Trattamenti: né i fiori e né il fogliame ornamentale delle Prote-aceae sono sensibili all’azione dell’etilene. Le specie che sono sensi-bili all’imbrunimento delle foglie possono essere pretrattate peruna notte a temperatura ambiente con una soluzione al 5% di zuc-chero (saccarosio o glucosio), ma soluzioni più concentrate possonougualmente causare questo problema. L’imbrunimento può ancheessere ridotto mediante conservazione in locali opportunamenteilluminati.

Conservazione: i fiori e il fogliame delle specie appartenenti aquesto genere dovrebbero essere conservati a 0-1°C. Il preraffred-damento rapido e il mantenimento di un’appropriata temperaturasono tra i fattori più importanti per prevenire l’imbrunimentofogliare che può manifestarsi anche in seguito alla formazione dicondensa o alla presenza di acqua libera sulle foglie durante la con-

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servazione. Questo problema non si verifica durante l’esposizionea basse temperature (danni da freddo) e neppure in seguito a stressidrico. Molte specie e cultivar possono essere facilmente essiccate oconservate lasciando che perdano acqua in ambienti caldi con bassaumidità relativa.

RosaRosa hybrida

Descrizione: la rosa è indubbiamente la regina dei fiori recisi. Lasua bellezza e la storica associazione di questo fiore con i sentimentiamorosi fanno sì che le rose siano sempre un fiore reciso altamentedesiderato. La maggior parte delle rose recise commercializzate hauna durata minima di 10 giorni, se tutte le operazioni sono effet-tuate con cura. Sfortunatamente, molti consumatori considerano larosa un fiore a vita breve; questa credenza è dovuta al basso assor-bimento idrico in vaso di alcune cultivar. Lo stress idrico causa lapiegatura dello stelo immediatamente al disotto del fiore provo-cando l’appassimento nei fiori aperti e la non apertura in quelliancora chiusi. Il fenomeno è noto con il termine anglosassone bentneck (piegatura del collo, Fig. 20). Inoltre, molte cultivar commer-ciali sono sensibili all’etilene, per cui è necessario effettuare dei trat-tamenti antietilenici, soprattutto sui fiori destinati alla vendita insupermercati o in altri ambienti “inquinati” da etilene.

Maturità e raccolta: le rose vengono raccolte a diverso stadio dimaturazione, a seconda della distanza dal mercato e del tipo di cul-tivar. In generale, per le rose destinate a mercati distanti o a unalunga conservazione, la raccolta dovrebbe essere effettuata quandoalcuni sepali sono riflessi all’indietro. Tuttavia, non bisogna antici-pare troppo la raccolta altrimenti si rischia la non apertura del fioreo la piegatura dello stelo nelle cultivar più sensibili. Nelle rose arapida apertura dei fiori, come alcune gialle e bianche, la raccoltadovrebbe essere effettuata non appena i sepali cominciano a sepa-rarsi. La durata delle rose raccolte a uno stadio di maturazioneavanzato è molto breve, a meno che non siano state effettuateappropriate cure postraccolta.

La raccolta viene effettuata con forbici dotate di opportunisostegni per mantenere i fiori appena raccolti. Il taglio è normal-mente effettuato in modo da lasciare 2 foglie pentafoliate al disottodel taglio. Quando la lunghezza dello stelo è un parametro qualita-tivo rilevato, il taglio viene effettuato subito al disotto dell’inserzio-ne dello stelo. Nel periodo di elevata intensità luminosa un “taglio

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di nocca” (alla giuntura con lo stelo principale) può indurre la for-mazione di nuovi germogli.

Classificazione e confezionamento: una classificazione oggettiva èeffettuata sulla base della lunghezza dello stelo, mentre una sog-gettiva si basa sulla maturazione del fiore, sulla conformazionedello stelo, sulla qualità del fiore e delle foglie. Eventuali difetti suipetali più esterni non compromettono la qualità dei fiori, perchésono facilmente rimuovibili dal fiorista prima della vendita al det-taglio. Le foglie e le spine possono essere rimosse manualmente omeccanicamente. Questa operazione ha un piccolo effetto sulladurata postraccolta. Il numero di fiori per mazzo e il tipo di confe-zionamento (a strato singolo o scaglionato in due strati) dipendedalle preferenze del mercato. I mazzi sono avvolti in maniche diplastica, carta cerata o carta sofficemente corrugata, per un’ulterio-re protezione dei fiori. Durante la conservazione e il trasporto biso-gna prestare molta attenzione all’umidità relativa per evitare la for-mazione di gocce di condensa sui petali dei fiori, da cui può svi-lupparsi la Botrytis.

Trattamenti: i problemi di postraccolta sono accentuati dalla con-taminazione batterica alla base dello stelo. L’elevato numero di bat-teri sulla superficie di taglio o nella soluzione di conservazioneostruisce i vasi di conduzione, inducendo lo stress idrico. Le culti-var sensibili all’etilene devono essere trattate con 1-MCP o STS, spe-cialmente se sono destinate ai mercati misti o distanti dal luogo dicoltivazione (Fig. 21). Pretrattamenti con soluzioni contenenti zuc-cheri non apportano un particolare beneficio alle rose recise.

La reidratazione, invece, è indispensabile, oltre che dopo la rac-colta, anche al termine del periodo di conservazione e all’arrivo daldettagliante. Le soluzioni utilizzate per questo scopo contengono

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Fig. 20 -Piegaturadello stelo di rosain seguitoa stress idrico

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circa 50 ppm di ipoclorito di sodio e un pH inferiore a 5,0. Quest’ul-timo e un trattamento sicuro ed economico per cui i contenitoridove sono posti i fiori possono essere riempiti fino 20-30 cm.

Conservazione: le rose dovrebbero essere conservate a una tem-peratura di 0-1°C. Nel caso in cui siano destinate a una lunga con-servazione, dovrebbero essere confezionate in cartoni provvisti dipolietilene e opportunamente pretrattate a bassa temperatura.Possono essere conservate a secco fino a 2 settimane se la tempera-tura viene mantenuta costantemente intorno a 0°C.

Solidasterx Solidaster luteus (Everett)

Descrizione: la “x” prima del nome indica che questa specie è unibrido interspecifico tra il genere Aster e Solidago. La parola luteus inlatino significa giallo. Questa specie appartiene alla famiglia delleAsteraceae, ha una fioritura estiva che inizia a luglio e termina a finesettembre.

Maturità e raccolta: la raccolta viene effettuata quando il 50% deifiori è aperto, evitando di raccogliere fiori troppo vecchi con foglieingiallite e disseccate che potrebbero compromette la qualità delprodotto. La raccolta troppo precoce compromette la loro bellezza.

Classificazione e confezionamento: come per gli altri fiori utilizzaticome riempitivi dei mazzi floreali vengono confezionati in base allataglia o al peso.

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Fig. 21 -Trattamento con100 ppb di 1-MCPper 6 ore seguitoda un’esposizioneall’etileneper 24 ore

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Trattamenti: il Solidaster, come tutte le composite, non è sensibi-le all’etilene, però beneficia di trattamenti con citochinine per dila-zionare l’ingiallimento fogliare.

Conservazione: il Solidaster può essere conservato a 0-1°C perdiverse settimane.

StaticeLimonium spp.

Descrizione: lo statice appartiene alla famiglia delle Plumba-ginacee ed è un tipico prodotto floricolo reciso utilizzato comeriempimento. Le piante hanno un portamento a rosetta e sonocaratterizzate da una marcata eterofillia. Lo statice standard (Limo-nium sinuatum) presenta un’ampia gamma di colori pastello ed èampiamente usato sia come fiore reciso, sia come fiore secco. Gliibridi di statice propagati in vitro sono diventati molto comuni negliultimi anni. La durata postraccolta è fortemente migliorata da trat-tamenti antietilenici. Molte specie di statice possono essere conser-vate per molti anni come fiore essiccato, mentre i fiori recisi posso-no durare solo pochi giorni prima che ingialliscano le foglie. Laconservazione con luce artificiale può ritardare la comparsa dell’in-giallimento, ma è una pratica difficilmente proponibile a livellocommerciale.

Maturità e raccolta: lo statice standard viene raccolto quando ècompletamente aperto, ma prima che i fiori veri (piccoli fiori bian-chi in brattee leggermente colorate) siano senescenti. Gli ibridi distatice, invece, dovrebbero essere raccolti quando il primo fiore suciascuna spiga è aperto.

Classificazione e confezionamento: la qualità dello statice dipendedal corretto grado di maturazione, dall’assenza di difetti e malattie.Lo statice di tipo standard è normalmente confezionato in mazzi da25 unità. Altre cultivar, invece, sono raggruppate in mazzi di diver-sa dimensione. Maniche di plastica possono aiutare a prevenirel’aggrovigliamento dei delicati ramoscelli.

Trattamenti: lo statice è un fiore sensibile all’etilene che ne causail prematuro appassimento. Tuttavia, questo effetto non è visibilefino a quando le brattee che circondano i fiori non assumono unaconsistenza cartacea. Per prevenire l’effetto dell’etilene bisognaeffettuare trattamenti con STS o 1-MCP; pretrattamenti di 12 ore, consoluzioni contenenti il 10% di zucchero e 200 ppm di Physan-20sono utilizzati per migliorare la durata e la qualità dei fiori. Lo zuc-chero aumenta la durata e favorisce l’apertura di ogni singolo fiore,

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in modo tale da aumentare la longevità dell’intera infiorescenza dicirca 3 volte. (Burge et al., 1998).

Conservazione: la temperatura ideale per la conservazione è di 0-1°C. I fiori sono sensibili ad attacchi di botrite che ne possono for-temente ridurre la durata.

Strelizia Strelizia reginae Aiton

Descrizione: questo fiore appartiene alla famiglia delle Musacee.L’infiorescenza della strelizia è una brattea a forma di barca checontiene 4 o 5 fiori; quando un fiore appassisce un altro può fuo-riuscire. Molto spesso i floricoltori rivestono questi fiori con uninvolucro cartaceo in modo da impedire l’apertura del fiore alcunesettimane prima della raccolta. Le buste proteggono i fiori tenen-doli insieme o spingendoli accanto alle brattee. Quest’involucrocartaceo aiuta inoltre a prevenire l’insorgenza di muffa grigia, idanni da pioggia, gli attacchi di afidi e le bruciature dei fiori daparte dei raggi del sole. La strelizia viene facilmente coltivata inun’ampia varietà di suoli ed ha pochi problemi sia dal punto divista fitopatologico, sia dal punto di vista entomologico.

Maturità e raccolta: le infiorescenze, quando raggiungono lamaturità, si piegano fino a formare un angolo di 90°C gradi con lostelo. I primi fiori arancione che spuntano possono essere vistiattraverso le buste di carta ed è a questo punto gli stami vengonoasportati. Gli steli possono essere anche raccolti nello stadio digemma chiusa, prima che i primi fiori emergano; a questo stadio leinfiorescenze sono gonfiate e presentano un leggero spacco sullasuperficie apicale. Questo è il momento migliore per la raccolta, siaperché i fiori sono di facile manipolazione, sia perché hanno unadurata postraccolta maggiore. Gli steli vengono generalmenteasportati piuttosto che tagliati. Spesso è necessario disarticolare lostelo dalla base della pianta, prima di asportare il fiore per evitareche strappi troppo vigorosi possano spezzare le infiorescenze. Perprevenire problemi di ordine fitosanitario è importante che i fiorisiano asciutti al momento della vendita.

Classificazione e confezionamento: gli steli di strelizia sono classifi-cati in almeno tre categorie basate sulla lunghezza dello stelo e sulledimensioni dell’infiorescenza. Per i fiori di qualità extra, le buste diprotezione provenienti dal campo sono sostituite da buste nuoveprima di raggiungere il mercato. Cinque steli sono fermamentelegati insieme in due punti con le infiorescenze rivolte tutte nella

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stessa direzione. La base degli steli può essere tagliata e della cartaavvolgente può essere posta intorno ai mazzi per una maggioreprotezione dei fiori.

Trattamenti: gli steli di strelizia possono essere trattati dopo laraccolta con un anticrittogamico (iprodione) per prevenire la for-mazione di muffa grigia. La longevità dei fiori può essere sostan-zialmente incrementata da pretrattamenti di 24 ore (48 ore è meglio)con una soluzione contenente il 10% di saccarosio, 250 ppm di 8-idrossichinolina citrato e 150 pp di acido citrico. I fiori di streliziasono insensibili all’azione dell’etilene, quindi non necessitano ditrattamenti al riguardo.

Conservazione: una temperatura di 6-7°C e un’umidità relativadell’85-90% consentono un’ottima conservazione. Tuttavia, unalunga conservazione al disotto di questo intervallo può causaredanni da freddo, come lesioni marroni su fiori e brattee e mancataapertura dei fiori. Per periodi brevi di conservazione i fiori posso-no essere tenuti a temperatura ambiente oppure in una stanza perfiori tropicali a 12,5°C. Gli steli raccolti nello stadio di gemma chiu-sa e i fiori di strelizia hanno una durata di 14 giorni. La loro con-servazione può essere prolungata fino a 4 settimane se trattati conun anticrittogamico, avvolti in buste per evitare disseccamento econservati a 8°C e all’85-90% di umidità relativa.

TuberosaPolianthes tuberosa L.

Descrizione: è un fiore originario del Messico e introdotto inEuropa nel 1530, appartiene alla famiglia delle Agavaceae. Le primecoltivazioni a scopo commerciale in Italia furono effettuate aGenova nel XVIII secolo. I fiori di questo genere sono provvisti diuno stelo lungo circa 80-100 cm con un’infiorescenza a spiga allasommità. I fiori sono di colore rosa-avorio, sono molto apprezzatiper la loro fragranza e utilizzati soprattutto per la preparazione dibouquet nuziali. L’infiorescenza porta circa 50 fiori, appaiati o sulleguglie alte. La durata postraccolta di questi fiori è solitamente limi-tata dal fallimento dello sviluppo delle gemme, per cui la duratapostraccolta è determinata dalla vita dei fiori che erano aperti allaraccolta. Appropriati pretrattamenti possono prolungare ampia-mente la durata in vaso delle tuberose e potrebbero essere sistema-ticamente effettuati per i fiori destinati all’esportazione.

Maturità e raccolta: i fiori sono normalmente raccolti quando laspiga mostra 2-4 fiori aperti. Sebbene raccolte precoci forniscano

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spighe più resistenti al trasporto, le gemme, se non opportunamen-te trattate, hanno poca probabilità di aprirsi dopo il trasporto.

Classificazione e confezionamento: i fiori delle tuberose sono pesan-ti e pertanto sono confezionati in mazzi da 5 steli. Non esistonoregole ben definite per la loro classificazione: la linearità dello stelo,la mancanza di difetti e danni sono comunque parametri moltoimportanti che possono essere utilizzati a questo scopo. Le tubero-se sono sensibili alla gravità e devono quindi essere conservate etrasportate in posizione verticale in una soluzione di conservazio-ne; in alternativa possono essere conservate a bassa temperatura seconfezionate in scatole orizzontali.

Trattamenti: l’STS sembra non avere alcun effetto sulle tuberose,ma la preconservazione per 24 ore a temperatura ambiente in solu-zioni al 20% di saccarosio contenenti un antibatterico migliora inmodo significativo la durata e l’apertura delle spighe. I fiori desti-nati al pretrattamento dovrebbero essere raccolti, conservatisenz’acqua, classificati, raggruppati in mazzi e ritagliati immedia-tamente prima di essere posti nella soluzione per il pretrattamento.

Conservazione: la temperatura ideale per la conservazionedelle tuberose è di 0°C, ma dopo un breve periodo, le gemmedella spiga non riescono più ad aprirsi. Il pretrattamento con sac-carosio permette di superare questo problema e dopo 6 giorni diconservazione i fiori hanno un aspetto simile alle spighe appenaraccolte.

TulipanoTulipa spp.

Descrizione: i tulipani sono stati importati dalla Turchia e la lorocoltivazione in Europa risale al Seicento. Il nome deriva dalla lati-nizzazione del persiano Tholypen oppure del turco Tul-Ban oTulipam (che significa turbante). Come l’iris e il narciso, i tulipanisono fiori primaverili, ottenuti dalla coltivazione dei bulbi. La piùcomune specie di tulipano è Tulipa gesnerana che ha preso il nomedal botanico Conrad Gesner, vissuto nel Cinquecento. I fiori sonocostituiti da 6 tepali che formano un perigonio di forma globosa,campanulata o imbutiforme. La fioritura naturale avviene in pri-mavera. Come la maggior parte dei fiori estivi, anche i tulipanihanno una vita relativamente breve e traggono poco beneficio daitrattamenti postraccolta.

Maturità e raccolta: l’intera pianta di tulipano, compreso il bulbo,viene raccolta quando il 50% dei tepali mostrano il colore (Fig. 22).

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È preferibile effettuare la raccolta al mattino presto quando la tem-peratura è bassa e trasferire i fiori immediatamente appena raccol-ti a 1°C e ad un’umidità relativa elevata. Gli steli dovrebbero esse-re mantenuti in posizione verticale durante la conservazione e iltrasporto per prevenire la piegatura dello stelo.

Classificazione e confezionamento: i fiori di tulipano sono classi-ficati per grado di maturità (deve essere uniforme), grado diapertura, lunghezza dello stelo e assenza di difetti. Questi ultimisono: l’esplosione e l’inverdimento della gemma a fiore. Gli stelie i fiori dovrebbero essere accuratamente avvolti in carta per pre-venire danni meccanici. I tulipani sono confezionati in mazzi da10 steli.

Trattamenti: non sono sensibili né all’etilene esogeno e né a quel-lo endogeno (Sexton et al., 2000) e non richiedono pretrattamenti.Dopo la conservazione, gli steli dovrebbero essere ritagliati e rei-dratati con acqua contenente un germicida.

Conservazione: i tulipani dovrebbero essere conservati a 1°C conun minimo di umidità relativa dell’80% e mantenuti in posizioneverticale. È stato osservato che i fiori conservati senz’acqua chiusiin buste di polietilene o mantenuti in scatole avvolte da cellophanepossono conservarsi fino a 7 settimane. Il deterioramento dei tuli-pani si manifesta con il collasso dello stelo al disotto del fiore. Unappropriato controllo dell’umidità all’interno della camera di con-servazione e la reidratazione in acqua subito dopo la conservazio-ne dovrebbe minimizzare il problema.

In genere è buona norma evitare la conservazione dei narcisiinsieme ai tulipani perché la mucillagine che producono i primiriduce la durata postraccolta dei secondi.

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Fig. 22 - Raccoltadei tulipanie trasportodalla serradi produzione

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La conservazione delle fronde ornamentali recise

Le fronde ornamentali recise sono porzioni di piante che, inbase alla parte ornamentale, sono classificate in fronde verdi, fio-rite, fiorite con frutto o foglie recise. La durata postraccolta è gene-ralmente abbastanza lunga e superiore a quella dei fiori recisi. Lefronde sono utilizzate per aumentare il valore ornamentale deimazzi di fiori, bouquet e decorazioni per cerimonie. In alcunipaesi nord europei, le fronde recise sono vendute in mazzi singolie sono utilizzate per la decorazione interna delle case durante ilperiodo invernale, quando il paesaggio è spoglio. La fisiologiapostraccolta è generalmente diversa a quella dei fiori recisi ed èconcentrata sullo studio della senescenza fogliare. Infatti, la fogliaè l’organo più importante. Lo studio postraccolta è focalizzatosulla perdita di peso delle fronde subito dopo la raccolta, perché ilpeso rappresenta il parametro utilizzato per la commercializzazio-ne. La riduzione di peso si traduce direttamente in perdita econo-mica. L’obiettivo degli interventi postraccolta è ridurre lo stressidrico, favorendo l’assorbimento e riducendo la perdita di acquaper traspirazione.

AgrifoglioIlex spp.

Descrizione: è un arbusto sempreverde con foglie verdi scure,lucenti e spinose che porta frutti rosso chiaro. L’agrifoglio portafiori maschili e femminili su piante separate che quindi sono chia-mate “dioiche”. Pertanto solo le piante femminili sono raccolte evendute come fronde con frutto. Queste fronde sono particolar-mente richieste dal mercato nel periodo delle feste natalizie.

Maturità e raccolta: l’agrifoglio viene raccolto quando i fruttisono completamente rossi. Le confezioni di agrifoglio devono esse-re prive di condensa. L’eventuale presenza di condensa è un indicedi gestione non ottimale della temperatura che causa il possibilesviluppo di funghi e produzione di etilene. Si consiglia di evitarel’acquisto di fronde in cui è visibile la caduta dei frutti o delle foglie.

Classificazione e confezionamento: la qualità dei mazzi di agrifo-glio è definita dalla colorazione uniforme e verde scuro delle foglie,dall’assenza di danni e dalla colorazione rossa dei frutti.L’agrifoglio raramente viene legato in mazzi, ma le frondepossonoessere raggruppati e posti in buste di polietilene. In genere le fron-

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de recise sono poste in ceste o scatole orizzontali per facilitare lacommercializzazione.

Trattamenti: l’esposizione delle fronde all’etilene provoca abscis-sione dei frutti e delle bacche. L’etilene è uno dei principali proble-mi durante la manipolazione e il trasporto dell’agrifoglio. La sensi-bilità di questa fronda all’ormone rende obbligatorio effettuare deipretrattamenti con STS o 1-MCP (200 ppb per 6 ore), i quali preven-gono la perdita delle bacche e delle foglie durante la commercializ-zazione (Joyce et al., 1990). In passato, i mazzi venivano trattati convarie soluzioni (contenente acido naftalenacetico) per ridurre laloro sensibilità all’etilene ed erano confezionate in acqua con carto-ni incerati.

AsparagoAsparagus spp.

Descrizione: l’asparago più comune nel settore floricolo è sicura-mente l’A. plumosus Bak che è una pianta volubile sempreverde conturioni filiformi provvisti di numerose ramificazioni, le bratteesono ridotte e acuminate, la sua utilizzazione nel comparto florico-lo è come verde da riempimento nelle composizioni floreali.Esistono altre specie di notevole interesse commerciale come A.setaceus e densiflorus Sprengeri. Tutte queste specie sono originariedel Sud Africa, mentre l’asparago edule è spontaneo in Europa enell’Asia occidentale. Le specie utilizzate in Italia per il fogliamereciso sono coltivate soprattutto in Liguria e Campania. Dopo laraccolta, il problema principale dell’asparago reciso è la prematuracaduta dei cladodi in seguito a stress idrico e l’ingiallimento foglia-re durante lunghi periodi di conservazione al buio.

Maturità e raccolta: come tutto il fogliame ornamentale, la rac-colta deve essere effettuata quando le fronde hanno raggiunto lapiena maturazione. La raccolta precoce provoca l’appassimento e ildistaccamento della parte apicale immatura.

Classificazione e confezionamento: non ci sono regole ufficiali perla classificazione dell’asparago; in generale le fronde devono essereintatte, prive di danni, la colorazione deve essere uniformementeverde. Sono raggruppati in mazzi da 20 steli senza maniche di rive-stimento. L’asparago ha un basso valore commerciale e per questoè confezionato in scatole di cartone orizzontali, riempite quanto piùè possibile. Questo rende indispensabile il pretrattamento a freddo,senza utilizzare plastica o carta nelle scatole al fine di migliorare lacircolazione di aria attraverso la scatola.

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Trattamenti: l’esposizione all’etilene causa la caduta delle fogliein alcune specie di asparago, pertanto è consigliabile trattare conSTS o 1-MCP (200 ppb per 6 ore).

Conservazione: la temperatura ottimale per la conservazione del-l’asparago è di 0-1°C; è consigliabile avvolgerlo in un film di polie-tilene in modo da ridurre la perdita di acqua. È importante raffred-dare la fronda prima di avvolgerla nel film per evitare la formazio-ne di condensa.

EucaliptoEucalyptus spp.

Descrizione: l’eucalipto appartiene alla famiglia delleMyrtaceae e allo stato giovanile è utilizzato sia come fronda reci-sa, sia come fonda essiccata. Il nome deriva dal greco èu (bene) ekalyptos (coperto), in riferimento alla protezione dei boccioli fio-rali. Tra le specie coltivate quella che presenta i maggiori proble-mi in postraccolta è l’Eucalyptus parvifolia Cambage. L’E. parvifo-lia è un arbusto di 3-4 metri nelle coltivazioni per la produzionedi fronde recise mentre, se lasciato libero di crescere, può rag-giungere anche i 10 metri d’altezza. L’eucalipto è caratterizzatoda eterofillia, ossia variazione della forma della foglia nel passa-re dalla fase giovanile a quella adulta. Per la produzione dellefronde recise interessa mantenere le piante in fase giovanilemediante potatura. In questa fase le foglie di E. parvifolia sono diforma ovato-ellittica e vengono utilizzate per le decorazioni dellecomposizioni floreali.

Maturità e raccolta: la raccolta delle fronde inizia a settembre suirami bassi e continua fino a marzo-aprile. I rami devono essere lun-ghi almeno 40 cm e non devono presentare spuntature o foglie lace-rate. Negli ultimi anni sono state valutate diverse specie di eucalip-to per ampliare il materiale vegetale da utilizzare come fronda. L’E.cinerea e l’E. stuartiana sono risultate specie interessanti dal punto divista della produttività, mentre l’E. nicholi è risultato molto sensibi-le al freddo (Rumine e Bellandi, 1989). Tra le fronde recise di euca-lipto commercializzate in Italia, l’E. parvifolia presenta caratteristi-che interessanti dal punto di vista ornamentale, ma è anche la spe-cie meno longeva e a più elevata produzione di etilene (Ferrante etal., 1998).

Classificazione e confezionamento: non esistono standard qualitativiper la classificazione delle fronde di eucalipto. Il confezionamento èfatto in mazzi e la commercializzazione è effettuata in base al peso.

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Trattamenti: le fronde appena raccolte devono essere subito tra-sferite in un ambiente refrigerato per ridurre l’attività respiratoria ela traspirazione. Per migliorare la qualità postraccolta di questefronde si possono utilizzare 150-200 ppm di 8-HQC per 24 ore.Trattamenti antietilenici non hanno dato risultati tali da consigliar-ne l’uso.

Conservazione: le fronde recise perdono molta acqua per traspi-razione, dato che hanno un’elevata superficie fogliare. Le tempera-ture di conservazione variano da 0 a 4°C. La conservazione noninfluenza la durata postraccolta di fronde poste in camera fredda a4°C per 3 settimane. Tuttavia il prolungamento della conservazioneper una settimana in più ha causato la morte del 50% delle fronde.Infine è stato osservato che non è possibile la conservazione a seccoa causa dell’eccessiva traspirazione.

Felce cuoioRumohra adiantiformis (L.f.) Sw.

Descrizione: la felce cuoio è la più popolare fronda recisa uti-lizzata per le composizioni floreali. Ha una buona duratapostraccolta ed è disponibile tutto l’anno. La coltivazione vieneeffettuata in serre ombreggiate in condizioni ambientali subtropi-cali. La specie adiantiformis deriva dalla sua assomiglianza conun’altra felce, l’Adiantum. Il termine greco adiànton significa “chenon si bagna”, in riferimento al fatto che le fronde di felce ripa-rano dall’acqua. Quando la raccolta viene effettuata tra luglio enovembre, le fronde subiscono un caratteristico accartocciamen-to la cui causa non è conosciuta, ma è noto che lo stress idricoaccentua tale problema.

Maturità e raccolta: le felci sono raccolte quando hanno raggiun-to un adeguato sviluppo. Evitare la raccolta di fronde appassite eingiallite.

Classificazione e confezionamento: non esistono criteri per la classi-ficazione delle felci. Il confezionamento è fatto in mazzi di variedimensioni.

Trattamenti: le felci non sono sensibili all’azione dell’etilene, percui non necessitano di particolari trattamenti.

Conservazione: la temperatura ideale per la conservazione è di 1-6°C, per diverse settimane.

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Schede tecniche per fiori recisi

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Nome volgare: AgapantoNome botanico: Agapanthus orientalis L.Famiglia botanica: Liliaceae

Raccolta: quando le brattee della gemma a fiore sonocadute e non più di tre fiori sono aperti

Numero di steli per mazzo: 5-10 Problemi postraccolta: appassimento, occlusione dei vasi

e mancata apertura dei fioriCause declino postraccolta: etilene, contaminazione batterica dei vasiDurata postraccolta: 10-13 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 oreNAA 30 mg L-1 spraySaccarosio + acido citrico 10% + 300 mg L-1 48 oreSaccarosio + Physan-20 10% + 300 mg L-1 48 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 10-15 giorniUmidità relativa 90-95%

Agapanto

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Nome volgare: AnemoneNome botanico: Anemone spp.Famiglia botanica: Ranunculaceae

Raccolta: quando le gemme a fiore sono totalmentecolorate e aperte per il 25-50%

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: caduta petaliCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 3-7 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 10-15 giorniUmidità relativa 90-95%

Anemone

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Nome volgare: AnturioNome botanico: Anthurium andraenumFamiglia botanica: Araceae

Raccolta: quando lo spadice è ruvido al 20%Numero di steli per mazzo: unoProblemi postraccolta: appassimento, perdita eccessiva

di acquaCause declino postraccolta: contaminazione batterica dello steloDurata postraccolta: 10-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Ipoclorito di sodio 50 ppm (ml L-1) 6 oreNitrato d’Argento 1 g L-1 1 oracera 3% immersione

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 10-13°CDurata conservazione 10-14 giorniUmidità relativa 90-95%Atmosfera controllata 13°C, 2% ossigeno

Anturio

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Nome volgare: AlstroemeriaNome botanico: Alstroemeria spp.Famiglia botanica: Amaryllidaceae

Raccolta: quando i boccioli sono quasi apertie iniziano a colorarsi

Numero di steli per mazzo: 7-10Problemi postraccolta: ingiallimento fogliare e abscissione

dei petaliCause declino postraccolta: etilene, conservazione al buio e soluzioni

contenenti zuccheroDurata postraccolta: 7-20 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 oreSTS 4 mM 1 oraGibberelline 1 mM 24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 5 giorniUmidità relativa 90-95%

Alstroemeria

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Nome volgare: AsterNome botanico: Calistephus chinensisFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando i fiori sono parzialmente apertiNumero di steli per mazzo: 10-12Problemi postraccolta: appassimento Cause declino postraccolta: occlusione dei vasiDurata postraccolta: 5-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Nitrato d’argento 1 g kg-1 10 minuti

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione –Umidità relativa 90-95%

Aster

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92 A R S I A

Nome volgare: Bocca di leoneNome botanico: Anthirrhium majusFamiglia botanica: Scrofulariaceae

Raccolta: quando metà o 2/3 dei fiori basali apertiNumero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: caduta petali, curvatura geotropicaCause declino postraccolta: etilene, conservazione in orizzontaleDurata postraccolta: 5-10

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

STS 3,5 ml L-1 1 oraSTS + saccarosio 0,7 ml L-1 + 7% 12 -16 ore1-MCP 200 ppb 6 ore8-HQC + saccarosio 300 ppm + 1,5% 24 orel’acido n-dimetilamminosuccinammico 25 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-4°CDurata conservazione 14-21 giorniUmidità relativa 90-95%

Bocca di leone

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 92

93C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: BuvardiaNome botanico: Bouvardia spp.Famiglia botanica: Rubiaceae

Raccolta: quando i 2-3 fiori più esterni sono apertiNumero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: appassimento e abscissione dei petaliCause declino postraccolta: etilene Durata postraccolta: 7-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 7-10 giorniUmidità relativa 90-95%

Buvardia

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 93

94 A R S I A

Nome volgare: CallaNome botanico: Zantedeschia spp.Famiglia botanica: Araceae

Raccolta: quando l’apertura della spata è taleda rendere visibile lo spadice

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: non definitiCause declino postraccolta: non definitiDurata postraccolta: 7-10

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

– – –

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione –Umidità relativa 90-95%

Calla

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 94

95C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: CrisantemoNome botanico: Dendranthemum morifoliumFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando i capolini sonocompletamente aperti

Numero di steli per mazzo: 10-12, 5-8 (tipo spray)Problemi postraccolta: appassimento idricoCause declino postraccolta: occlusione batterica dei vasiDurata postraccolta: 10-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Physan 200 ppm 12-24 oreNitrato d’argento + saccarosio 25 mg L-1 + 2-3% 12-168-HQC 200 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 14-21 giorniUmidità relativa 90-95%

Crisantemo

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 95

96 A R S I A

Nome volgare: DelfiniumNome botanico: Delphinium, Consolida spp.Famiglia botanica: Ranunculaceae

Raccolta: quando uno o due fiori della spigasono aperti

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: caduta petaliCause declino postraccolta: etilene Durata postraccolta: 7-10

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione –Umidità relativa 90-95%

Delfinium

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 96

97C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: EustomaNome botanico: Eustoma grandifloraFamiglia botanica: Gentianaceae

Raccolta: quando almeno un fiore è apertoNumero di steli per mazzo: 5-10Problemi postraccolta: appassimentoCause declino postraccolta: sviluppo batterico alla base dello steloDurata postraccolta: 10 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Solfato di alluminio 200 ppm 12-24 oreIpoclorito di sodio 50 ppm 1-2 ore8-HQC + saccarosio 200 ppm + 12% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 7-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Eustoma

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 97

98 A R S I A

Nome volgare: EliconiaNome botanico: Heliconia humilisFamiglia botanica: Heliconiaceae

Raccolta: quando almeno un fiore è apertoNumero di steli per mazzo: 5-10Problemi postraccolta: non ancora ben definitiCause declino postraccolta: –Durata postraccolta: 7-15 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

– – –

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 10-12,5°CDurata conservazione 7-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Eliconia

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 98

99C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: Fior di ceraNome botanico: Chamelaucium uncinatumFamiglia botanica: Myrtaceae

Raccolta: a maturazione intermediaNumero di steli per mazzo: variabileProblemi postraccolta: appassimento, caduta dei petali

e muffa grigiaCause declino postraccolta: etilene, botriteDurata postraccolta: 10-15 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 oreSTS 2 ml L-1 1 ora

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 14 giorniUmidità relativa 90-95%

Fior di cera

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 99

100 A R S I A

Nome volgare: FresiaNome botanico: Freesia x cvsFamiglia botanica: Iridacee

Raccolta: quando il primo fiore è colorato e apertoNumero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: aborto dell’apertura delle gemmeCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 7-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 ore8-HQC + saccarosio 200 ppm + 12% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 10-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Fresia

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 100

101C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: GarofanoNome botanico: Dianthus caryophyllusFamiglia botanica: Caryophyllaceae

Raccolta: stadio della gemma a stellaNumero di steli per mazzo: 10-30Problemi postraccolta: appassimento e abscissione petaliCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 10-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Physan + saccarosio 200 ppm + 7% 12-24 ore1-MCP 200 ppb 6 ore8-HQC + saccarosio 200 ppm + 10% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 2-4 settimaneUmidità relativa 90-95%

Garofano

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 101

102 A R S I A

Nome volgare: GerberaNome botanico: Gerbera jamesoniiFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando le due file più esterne dei fiorisi aprono

Numero di steli per mazzo: variabileProblemi postraccolta: piegatura dello stelo, appassimentoCause declino postraccolta: sviluppo batterico alla base dello steloDurata postraccolta: 7-12 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Ipoclorito di sodio 40 mg L-1 30 minutiZucchero + 8HQC 4-6% + 150-200 mg L-1 1-2 giorni

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 10-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Gerbera

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 102

103C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: GiglioNome botanico: LiliumFamiglia botanica: Liliaceae

Raccolta: quando la gemma a fiore cominciaad aprirsi

Numero di steli per mazzo: 5-10Problemi postraccolta: abscissione petali, ingiallimento fogliareCause declino postraccolta: etilene, conservazione al buioDurata postraccolta: 7-8 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 oreSTS 28 ml L-1 10 minuti8-HQC + saccarosio 300 ppm + 3% 12-24 oreGA

32000 ppm 12-24 ore

Thidiazuron 10 µM 24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 28-30 giorniUmidità relativa 90-95%

Giglio

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 103

104 A R S I A

Nome volgare: GipsofilaNome botanico: Gypsophila paniculataFamiglia botanica: Caryophyllaceae

Raccolta: quando il 50% dei fiori sono apertiNumero di steli per mazzo: 5-25Problemi postraccolta: abscissione dei fioriCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 10-15 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 oreSTS 28 ml L-1 30 minutiPhysan-20 + saccarosio 200 ppm + 10-20% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 21 giorniUmidità relativa 90-95%

Gipsofila

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 104

105C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: GirasoleNome botanico: Helianthus annuusFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando i fiori del disco sono apertiNumero di steli per mazzo: 10-12Problemi postraccolta: appassimento, caduta fiori del raggioCause declino postraccolta: occlusione batterica dei vasiDurata postraccolta: 5-8 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Tritox-100 0,01% 1 ore8-HQC 150-200 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-4°CDurata conservazione 7-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Girasole

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 105

106 A R S I A

Nome volgare: AgapantoNome botanico: Gladiolus hybridisFamiglia botanica: Liliaceae

Raccolta: quando 2-3 gemme basali mostranoil colore

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: mancata apertura dei fiori, curvatura

dello steloCause declino postraccolta: raccolta precoceDurata postraccolta: 12-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 ore8-HQC + saccarosio 150-200 ppm + 20% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-4°CDurata conservazione 7-14 giorniUmidità relativa 90-95%

Gladiolo

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 106

107C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: IrisNome botanico: Iris spp.Famiglia botanica: Iridaceae

Raccolta: allo stadio di matita (la linea coloratacomincia ad essere visibile)

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: curvatura dello steloCause declino postraccolta: eccessiva crescitaDurata postraccolta: 8-10 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

BA 100 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 7 giorniUmidità relativa 90-95%

Iris

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:19 Pagina 107

108 A R S I A

Nome volgare: LiatrisNome botanico: Liatris pycnostachya, L. spicataFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando un quarto o un terzo dei fiori sono aperti

Numero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: mancata apertura dei fioriCause declino postraccolta: precoce o elevato numero di fioriDurata postraccolta: 13-15 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Saccarosio + 8-HQC 10-20% + 200 mg L-1 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 1-2 settimaneUmidità relativa 90-95%

Liatris

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 108

109C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: MargheriteNome botanico: Chrysanthemum frutescensFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando ipetali si piegano all’indietro e il primo anello di stami diventa visibile

Numero di steli per mazzo: 10-12Problemi postraccolta: appassimento Cause declino postraccolta: occlusione batterica dei vasi xilematiciDurata postraccolta: 10-12 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Physan 200 ppm 12-24 oreNitrato d’argento + saccarosio 25 mg L-1 + 0,5% 12-16

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 3-4°CDurata conservazione 7 giorniUmidità relativa 90-95%

Margherite

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 109

110 A R S I A

Nome volgare: AgapantoNome botanico: Narcissus pseudonarcissusFamiglia botanica: Amaryllidaceae

Raccolta: stadio del collo d’ocaNumero di steli per mazzo: 10-25Problemi postraccolta: occlusione dei vasi xilematici,

produzione di mucillagineCause declino postraccolta: sviluppo batterico alla base dello steloDurata postraccolta: 6-10

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 oreBA 1 mM 24 ore8-HQC 300 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 14 giorniUmidità relativa 90-95%

Narciso

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 110

111C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: OrchideeNome botanico: Cymbidium, Cattleya, Vanda, Dendrobium,

Paphiopedium e PhalaenopsisFamiglia botanica: Orchidaceae

Raccolta: 3-4 giorni dopo l’apertura dei fioriNumero di steli per mazzo: 12-24Problemi postraccolta: –Cause declino postraccolta: –Durata postraccolta: –

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 5-7°CDurata conservazione 14 giorniUmidità relativa 90-95%

Orchidee

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 111

112 A R S I A

Nome volgare: Pisello odorosoNome botanico: Lathyrus odoratusFamiglia botanica: Fabacea

Raccolta: quando l’ultima gemma a fiore è metàaperta

Numero di steli per mazzo: 5-10Problemi postraccolta: abscissione dei petaliCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 10-13 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 oreSTS 28 ml L-1 10 minuti8-HQC + saccarosio 300 ppm + 4% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 7 giorniUmidità relativa 90-95%

Pisello odoroso

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 112

113C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: Protea, BanksiaNome botanico: Protea spp.Famiglia botanica: Proteaceae

Raccolta: quando i singoli fiori più esternidell’infiorescenza sono completamente aperti

Numero di steli per mazzo: uno o 5-10Problemi postraccolta: imbrunimento delle foglieCause declino postraccolta: carenza di carboidratiDurata postraccolta: 15-17 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Saccarosio o glucosio 5% Una notte

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 2 settimaneUmidità relativa 90-95%

Protea, Banksia

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 113

114 A R S I A

Nome volgare: RosaNome botanico: Rose spp.Famiglia botanica: Rosaceae

Raccolta: variabileNumero di steli per mazzo: 5-10Problemi postraccolta: appassimento, piegatura del fioreCause declino postraccolta: etilene, occlusione batterica dei vasiDurata postraccolta: 10-12 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 oreIpoclorito 50 ppm 6 ore8-HQC 300 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 14 giorniUmidità relativa 90-95%

Rosa

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 114

115C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: SolidasterNome botanico: x solidasterFamiglia botanica: Asteraceae

Raccolta: quando il 50 % dei fiori sono apertiNumero di steli per mazzo: variabileProblemi postraccolta: ingiallimento fogliareCause declino postraccolta: non definiteDurata postraccolta: 14-16 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

BA 1 mM 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale –Durata conservazione –Umidità relativa –

Solidaster

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 115

116 A R S I A

Nome volgare: StaticeNome botanico: Limonium spp.Famiglia botanica: Plumbaginaceae

Raccolta: quando il fiore è completamente apertoNumero di steli per mazzo: 25Problemi postraccolta: caduta dei fioriCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 12-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 100 ppb 6 orePhysan + saccarosio 200 ppm + 10% 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 14 giorniUmidità relativa 90-95%

Statice

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 116

117C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: StreliziaNome botanico: Strelizia reginaeFamiglia botanica: Strelitziaceae

Raccolta: quando l’infiorescenza forma con lo steloun angolo di 90°

Numero di steli per mazzo: unoProblemi postraccolta: muffa grigiaCause declino postraccolta: alta umidità relativaDurata postraccolta: 10-14 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

8-HQC + saccarosio 250 ppm + 10% 24-48 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 7-10°CDurata conservazione 28-30 giorniUmidità relativa 90-95%

Strelizia

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 117

118 A R S I A

Nome volgare: TuberosaNome botanico: Polianthes tuberosaFamiglia botanica: Agavaceae

Raccolta: quando la spiga mostra 2-4 fiori apertiNumero di steli per mazzo: 5Problemi postraccolta: appassimento e mancata apertura

dei fioriCause declino postraccolta: raccolta precoce e sviluppo battericoDurata postraccolta: 8-10 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

8-HQC 300 ppm 12-24 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 6 giorniUmidità relativa 90-95%

Tuberosa

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 118

119C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: TulipanoNome botanico: Tulipa gesneranaFamiglia botanica: Liliaceae

Raccolta: quando il 50% dei tepali mostra il coloreNumero di steli per mazzo: 10Problemi postraccolta: appassimento e curvatura dello steloCause declino postraccolta: sviluppo batterico e conservazione

in posizione orizzontaleDurata postraccolta: 3-7 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

8-HQC + saccarosio 250 ppm + 10% 24-48 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 40-49 giorniUmidità relativa 90-95%

Tulipano

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ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 120

Schede tecniche per frondeornamentali recise

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 121

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 122

123C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: AgrifoglioNome botanico: Ilex spp.Famiglia botanica: Celastraceae

Raccolta: quando i frutti sono completamente rossiNumero di steli per mazzo: variabile Problemi postraccolta: abscissione delle foglieCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 15-17 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 oreNAA – –

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 15-17 giorniUmidità relativa 90-95%

Agrifoglio

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 123

124 A R S I A

Nome volgare: AsparagoNome botanico: Asparagus plumosus, A. densiflorusFamiglia botanica: Liliaceae

Raccolta: quando i turioni sonocompletamente maturi

Numero di steli per mazzo: 20 Problemi postraccolta: perdita cladodi, ingiallimentoCause declino postraccolta: etileneDurata postraccolta: 15-20 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

1-MCP 200 ppb 6 ore

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-1°CDurata conservazione 15-20 giorniUmidità relativa 90-95%

Asparago

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 124

125C O N S E R V A Z I O N E D I F I O R I E F R O N D E R E C I S E

Nome volgare: EucaliptoNome botanico: Eucalyptus spp.Famiglia botanica: Mirtaceae

Raccolta: a fronde immature (rami in attiva crescitacon foglie apicali ancoranon completamente espanse),o mature (rami in stasi di crescitae foglie apicali completamente espanse)

Numero di steli per mazzo: in base al peso Problemi postraccolta: appassimento apicale e disseccamentoCause declino postraccolta: occlusione dei vasi xilematiciDurata postraccolta: 18-25 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Ipoclorito di sodio 40 mg L-1 10-20 minuti8-HQC 150-200 mg L-1 1-2 giorni

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-4°CDurata conservazione 21 giorniUmidità relativa 90-95%

Eucalipto

ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 125

126 A R S I A

Nome volgare: Felce cuoioNome botanico: Rumohra adiantiformisFamiglia botanica: Dryoptridaceae

Raccolta: quando ha raggiunto un adeguatosviluppo

Numero di steli per mazzo: variabile Problemi postraccolta: appassimento e ripiegamento

delle frondeCause declino postraccolta: occlusione dei vasiDurata postraccolta: 18-20 giorni

Trattamenti:

Prodotto Concentrazione Durata

Ipoclorito di sodio 40 mg L-1 10-20 minuti8-HQC 150-200 mg L-1 1-2 giorni

Conservazione a freddo e/o trasporto:

Temperatura ottimale 0-4°CDurata conservazione 21 giorniUmidità relativa 90-95%

Felce cuoio

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Glossario e Bibliografia

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ARSIA fiori recisi book 16 1-03-2002 10:20 Pagina 128

Abscissione: caduta, caduta dellefoglie o dei petali.

Antocianine: pigmenti colorati, blu erossi delle piante.

Biocida: sostanza chimica in grado diuccidere i microbi.

Brattea: struttura simile a una foglia(normalmente verde) alla basedell’infiorescenza.

Capolino: infiorescenza costituitadall’estremità allargata di unpeduncolo su cui sono inseriti ifiori.

Carboidrati: tutti quei composti checontengono carbonio, idrogeno eossigeno; questi ultimi due inrapporto stechiometrico (2:1)come l’acqua. Es. zuccheri, amidoe cellulose.

Carotenoidi: pigmenti coloranti dellepiante; sono simili ai caroteni, mapossiedono anche ossigeno.

Cavitazione: formazione di bolle d’a-ria all’interno dei vasi di condu-zione. Si differenzia dall’emboli-smo perché i vasi non vengono acontatto direttamente con l’aria.

Citochinine: ormoni vegetali coin-volti in numerosi processi fisiolo-gici di crescita e sviluppo.

Cladodi: rami schiacciati o cilindrici,

somiglianti a foglie, di cui fannole veci.

Clorofilla: pigmento localizzato es-senzialmente nelle foglie; servealle piante per sintetizzare zuc-cheri utilizzando energia solare,anidride carbonica e acqua.

Edule: termine usato per un prodottocommestibile.

Embolismo: penetrazione di aria neivasi xilematici dopo la raccolta acausa della differenza di pressio-ne tra l’atmosfera e quella internadei vasi. Le bolle d’aria nei vasibloccano il passaggio dell’acquae prendono il nome di emboli.

Endotermico: sistema che richiedeenergia. Tipici i motori delle mac-chine a combustione interna.

Eterofillia : fenomeno per cui, sullastessa pianta, si trovano foglie diforma e dimensioni diverse.

Fitormone: sostanza organica pro-dotta dalle piante in piccolequantità e capace di esercitarenella pianta stessa un azione spe-cifica e di notevole intensità.

Gemma a fiore: primordio provvistodi strutture fiorali che in seguitoa sviluppo darà origine al fiore.

Gibberellina: regolatore di crescita

Glossario

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che induce l’allungamento dellostelo nelle piante.

Ibridi: piante ottenute dall’incrociotra tipi morfologicamente distinti.

Infiorescenza: disposizione di piùfiori su di un stesso asse floreale.Insieme di fiori singoli.

Postraccolta: termine che indica lafase dopo la raccolta fino al consu-mo finale o alla perdita del valorecommerciale di un prodotto.

ppb: parti per miliardo. Equivale a µgper kg.

ppm: parti per milione; è equivalentea mg per kg.

Rizoma: fusto allungato di pianteerbacee perenni, strisciante sulterreno o sotterraneo, ricco disostanze di riserva.

Senescenza: processo d’invecchia-mento di un organismo vivente odi parte di esso.

Sepali: parti del fiore che costituisco-no il calice. I sepali possono esse-re separati o più o meno saldati,nella maggior parte dei casi sonodi colore verde.

Spadice: spiga con un grosso graspocarnoso che porta fiori per lo piùunisessuali avvolti in una grossabrattea.

Spata: brattea che avvolge l’infiore-scenza delle monocotiledoni.

Spiga: infiorescenza racemosa com-posta da alcuni o molti fiori sessi-li (privi di peduncolo), dispostilungo un asse comune.

Stomi: pori d’epidermide delle fogliee dei giovani fusti, circondati dadue cellule stomatiche che neregolano l’apertura. Attraverso

questi pori la pianta regola la tra-spirazione e quindi la perdita diacqua.

Tepalo: ciascuno degli elementi delfiore che compongono il perianzionel quale non vi è distinzione trapetali e sepali.

Turgidità: resistenza di un tessutocontenente acqua alla deforma-zione.

Xilema: sinonimo di legno; è costitui-to da tracheidi, vasi, fibre eparenchima ed ha la funzione ditrasporto dell’acqua dalle radicialle foglie e di sostegno.

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Finito di stampare nel marzo 2002

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