libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con...

24

Transcript of libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con...

Page 1: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei
Page 2: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei
Page 3: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei
Page 4: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

IO E ZAGORLa strada verso Darkwood

di Moreno Burattini

disegni di copertina: Alessandro Bocci e Alessandro PiccinelliDisegno di quarta di copertina: Bane Kerac

© 2019, Moreno Burattini / Cut-Up Publishing

Zagor è un personaggio creato da Guido Nolitta e realizzato graficamente da Gallieno Ferri

© Sergio Bonelli Editore

Collana Suture, 6A cura di Stefano Fantelli

CUT-UP PUBLISHING Direttore generale: Fabio Nardini

Coordinamento editoriale: Stefano Fantelli Grafica e impaginazione: Alessio Stucci

Proofreading: Daniela Capriotti Ufficio stampa e marketing: Gothic Revolution Studio

[email protected]

Cut-Up Publishing Via Indipendenza, 16 – 19121 La Spezia

Stampato presso Grafica 080 (Bari) Prima edizione, Ottobre 2019

www.cut-up.it facebook.com/cutupedizioni

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi modo senza preventiva

autorizzazione scritta da parte di Cut-Up Publishing. Fanno eccezione piccoli estratti a corredo di articoli e recensioni.

Page 5: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

La strada versodarkwood IO E ZAGOR

Moreno burattini

Page 6: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

9

1LUI E IO

Mi chiamo Moreno. Un nome così poco diffuso che, noi Moreni, non abbiamo neppure il santo protettore. Perciò non festeggiamo l’onomastico. Non soltanto non c’è nessun San Moreno, ma sembra alquanto improbabile che facciano santo me per ovviare all’incon-veniente. Lui invece si chiama Patrick, e il santo protettore ce l’ha, eccome: San Patrizio d’Irlanda. Lo si festeggia in tutto il mondo il 17 marzo. San Patrizio deve aver preso a ben volere il mio amico Pat, che è appunto di origini irlandesi, perché trova il modo di farlo uscire indenne da tutti i pericoli in cui si va a cacciare, per quanto terrificanti possano essere.

Va detto che il responsabile di quei pericoli, da più di trent’anni, sono io. Prima avevano provveduto altri, a partire da un tal Sergio Bonelli (un signore che ha avuto una certa importanza nella mia vita e di cui più avanti vi parlerò a lungo). Poi, a un certo punto, Sergio ha incaricato me: “Occupati tu di quel Patrick, e provvedi che non ab-bia vita facile”. Trattandosi di un lavoro, cerco di svolgerlo al meglio: dal 1989 mi invento un guaio dopo l’altro da far affrontare al malca-pitato. Gli ho scatenato contro banditi, ribelli indiani, pirati, militari fanatici; ma anche alieni, stregoni, lupi mannari, mostri alati e sco-lopendre giganti. A volte penso che Pat, se mai mi incontrasse, mi ri-empirebbe di cazzotti per tutte le brutte situazioni in cui l’ho ficcato per il solo gusto di vedere come se la cavava. Gusto non soltanto mio, beninteso, ma anche e soprattutto di centinaia di migliaia di letto-ri in Italia e nel mondo. Gente che si raduna a intervalli regolari per seguire le avventure del cocco di San Patrizio, il quale regolarmen-te se la cava in ogni impresa - ma ci fa stare tutti con il fiato sospeso.

Page 7: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

10

Va anche precisato che il nome, a Patrick, gliel’ho affibbiato io. L’ho fatto in una storia del 1995 intitolata “La leggenda di ‘Wande-ring’ Fitzy”. Sergio Bonelli ne aveva indicato soltanto un cognome: Wilding. “Il giovane Wilding”, diceva, per non confonderlo con Wil-ding senior, tale Mike, ex ufficiale dell’esercito che, quando vestiva ancora la divisa, aveva combinato un brutto pasticcio. Sergio, in re-altà, non voleva che si sapesse il nome di battesimo di Wilding ju-nior perché si era inventato per quel ragazzino un passato davvero tragico, che il giovane, crescendo, aveva preferito dimenticare. Al punto da decidere, a un certo punto, di farsi chiamare in un altro modo, con un appellativo indiano: Za-Gor-Te-Nay – o, più sempli-cemente, Zagor. Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei fumetti che raccontavano le sue avventure, quelle con i guai che all’epoca architettava per lui Sergio Bonelli (firmandosi Guido Nolitta), e che Gallieno Ferri illustrava con uno stile inconfondibile, dal quale si restava irretiti, che faceva prigionieri per sempre.

Bonelli e Ferri mi hanno fatto crescere nella foresta che avevano creato su misura per Zagor, la foresta di Darkwood. E come me, ci sono cresciuti milioni di lettori, i ragazzi degli anni Sessanta, Set-tanta, Ottanta. Una volta, nella rubrica della posta di uno degli albi di Zagor, un lettore confidava: “So di aver avuto un’infanzia splen-dida, grazie allo Spirito con la Scure”. Chi ha letto nei nostri stessi anni le sue avventure dell’Epoca d’Oro (c’è sempre una golden age nella nostalgia di ciascuno) non potrà mai dimenticare le insidie di Hellingen, la minaccia del Re delle Aquile, il dramma dell’Odissea Americana e le tante altre fantastiche avventure dell’eroe di Dar-kwood. Lo sceneggiatore della mia vita (chiunque sia) ha voluto che li incontrassi di persona, Sergio e Gallieno. E ha schioccato le dita fa-cendo in modo che entrambi mi scegliessero come loro collaborato-re. Dopo trent’anni, mi trovo a proseguire la loro opera, a tenere alta la loro bandiera, a mantener vivo il sogno incarnato dal loro eroe.

La storia lunga trent’anni che vorrei raccontarvi, se avrete la pa-zienza di seguirla, non è soltanto quella della mia strada verso Dar-kwood, e del successivo stabilirmici dentro. È anche la storia di tanti altri sognatori che il proprio sogno lo hanno realizzato, o ci

Page 8: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

11

IO E ZAGOR

hanno almeno provato (poi, è dipeso dallo sceneggiatore delle loro vite). È anche la storia di chi, comunque sia, ha avuto in Zagor un fratello maggiore che gli ha fatto compagnia, o una guida verso ter-re di frontiera in cui rifugiarsi fuggendo da quelle, molto più perico-lose, della vita di tutti i giorni. È, in ogni caso, una storia. Io comin-cio a raccontarla, voi decidete se seguirla, come ogni mese di fronte a quelle di Zagor che vi propongo da una vita.

Alessandro Piccinelli

Page 9: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

84

23L INIZIO DEL CAMMINO

All’inizio degli anni Novanta, Zagor usciva da un periodo non felicissimo, stando al giudizio del pubblico. Sergio Bonelli stesso, nell’intervista che gli avevamo fatto noi di Collezionare, esprimeva dubbi sul futuro del personaggio: secondo lui, ormai, non aveva più granché da dire. “Il personaggio – dichiarò Sergio – ha fatto il suo tempo. Più di così non può dare, è un eroe esaurito come tanti al-tri. Per cui anche come editore, se ho voglia di fare qualcosa, trovo un po’ avvilente accanirmi su cose vecchie e preferisco dedicarmi a progetti nuovi”. Le vendite calavano, e hanno continuato a farlo a lungo, mentre Dylan Dog o Nathan Never erano arrivati a rilanciare la Casa editrice. Sergio riteneva che non si potesse sperare in un mi-racolo e prospettava un lento, anche se onorevole declino per il suo eroe. Quando entrai nello staff, ero consapevole di tutto questo e la cosa mi spaventava. Al momento del mio arrivo a Zagor, a scriverne le sceneggiature c’erano Marcello Toninelli, Ade Capone e Alessan-dro Russo, ma tutti e tre in seguito hanno lasciato la serie seguendo altri loro progetti. Marcello mi terrorizzò con una sua frase che mi colpì come una coltellata: lo incontrai poco dopo il suo abbandono e gli chiesi perché se ne fosse andato, e Marcello mi rispose (gros-somodo) così: “Non volevo essere ricordato come quello che aveva fatto chiudere Zagor”. Mi vidi prospettato un destino di ignominia in cui lo Spirito con la Scure lo avrei fatto chiudere io. E come fan numero uno del personaggio, c’era di che starci male! Per fortuna, sono passati trent’anni e di chiusura ancora non si parla.

Non credo di essermi mai dimostrato un critico di Marcello To-ninelli particolarmente severo, di certo lo sono stato meno di molti

Page 10: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

85

IO E ZAGOR

altri. Anzi, al di là del suo lavoro per lo Spirito con la Scure, sono sempre stato un suo ammiratore per quanto lui ha scritto e dise-gnato in altre sedi. Nella mia libreria ho uno scaffale tutto dedicato a lui, in cui il post d’onore ha la sua versione della Divina Comme-dia raccontata in parodia nella sua striscia “Dante”. In ogni caso le mie perplessità riguardo ad alcune sue storie del Re di Darkwood, sorte quando ancora ero un semplice lettore, erano le stesse di mol-ti altri appassionati: trovavo che le storie di Zagor dopo l’abbandono di Nolitta non fossero più le stesse. Come autore, oggi capisco tutte le difficoltà di Toninelli. Peraltro non fu soltanto sua la responsabi-lità della testata dopo l’addio nolittiano, avvenuto nel 1980. Ci fu-rono molti altri autori, tra cui due pezzi da novanta come Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi, che ugualmente non riuscirono a reggere il confronto con le avventure sceneggiate da Nolitta. Toninelli ha portato avanti Zagor per dieci anni, garantendo la continuazione della serie inserendo nuovi temi e nuovi personaggi (amici e nemi-ci) e scrivendo anche episodi epocali. Sicuramente Marcello ha su-bito dei limiti dalla Casa editrice, tematici e narrativi, di cui mi è ca-pitato sentirlo lamentare. Però, questo è il gioco delle parti: anche io con gli stessi limiti ci ho dovuto fare i conti e li ho accettati, cer-cando di fare comunque del mio meglio. In generale, tutti gli autori (e non solo di fumetti) devono riuscire a venire a patti con le rego-le imposte loro da agenti, produttori, editori, impresari, e prima di tutto dal pubblico e dal mercato. Si tratta di esprimere comunque il proprio talento, nonostante i vincoli.

Il mio arrivo a Zagor ha coinciso per puro caso con l’abbando-no di Toninelli. Proprio in concomitanza con i miei primi pas-si, Marcello aveva sottoposto alla Casa editrice un suo proget-to per un restyling clamoroso e totale dello Spirito con la Scure, che stava perdendo lettori e che pertanto avrebbe dovuto, secon-do lui, cambiare formato, tecnica narrativa, disegnatori. Si pro-poneva di rendere Zagor più duro, crudo, realistico, violento. Contemporaneamente si prospettava una formula “a telenovela” con trame e sotto trame alla maniera degli X-Men di Chris Cla-remont, che all’epoca godevano di molto seguito. Insomma, To-ninelli si rendeva conto di come occorresse imprimere nuovo vi-gore al personaggio, ma riteneva di non poterlo fare nell’ambito

Page 11: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

86

della continuità: pensava che ci volesse un cambiamento trauma-tico, radicale. Credo che Marcello fosse consapevole che una svol-ta così drastica come quella da lui proposta non sarebbe mai stata accettata, visto che in ambito bonelliano il rispetto per la tradizione è un valore fondamentale, e casomai si perseguono rinnovamen-ti meno bruschi (soprattutto avendo a che fare con personaggi che hanno una tradizione pluridecennale e lettori molto affezionati). E lui, di fronte alla bocciatura, preferì prima proporre soggetti per Nick Raider e Dylan Dog, e poi lasciare del tutto la Bonelli. Posso solo dire qual è il mio parere sulla proposta di Toninelli, non so ri-ferire invece le argomentazioni con cui la Casa editrice la respin-se. Secondo me, il progetto di Marcello poteva essere adatto per un nuovo personaggio, non certo per Zagor. Il restyling di un character come lo Spirito con la Scure non può essere fatto se non nel rispet-to della tradizione: se l’eroe che risultasse da una eventuale ope-razione del genere dovesse avere caratteristiche del tutto diverse da quelle originali, tanto varrebbe inventarne uno nuovo. In ogni caso, Toninelli è tornato a scrivere una storia dello Spirito con la Scure proprio invitato da me, che ho inserito il suo racconto “Il mio nome è Banack” in un Maxi Zagor del 2017.

Redazione Bonelli, 1992: Renato Queirolo, in quel periodo curatore di Zagor, nel suo ufficio con Moreno Burattini.

Page 12: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

87

IO E ZAGOR

L’abbandono di Toninelli seguì di poco anche l’introduzione nel-la casa editrice della figura del curatore di serie, o dell’editor all’a-mericana: una innovazione che forse contribuì a convincere Mar-cello a cercare altrove maggiore indipendenza. Subito dopo il mio arrivo fui appunto affidato alle cure di Renato Queirolo, redattore con occhi da nittalopo, come diceva Mauro Boselli. Queirolo è sta-to per me come il burbero sergente per i cadetti dei marines, quel-lo che insegna la disciplina e costringe gli allievi a una durissima gavetta, quello che magari viene pure ritenuto un cerbero durante l’addestramento, ma che poi tutti gli allievi ricordano con gratitudi-ne per tutto ciò che sotto la sua scuola hanno imparato.

Le mie prime tre storie, ma soprattutto quella d’esordio e la suc-cessiva, “L’abbazia del mistero” furono ancora scritte da “lettore”: vo-levo inserire tutti quegli elementi nolittiani che mi piacevano e che mi sembravano mancare nelle sceneggiature di Toninelli. Mi illude-vo di sapere e potere essere il clone di Nolitta, di riuscire a fare dei falsi quasi perfetti. Ma Renato Queirolo mi ha sottoposto a una dura scuola, imponendomi ritmi diversi da quelli lenti che avevo copian-do Nolitta, forse perché lui veniva dalla scuola del fumetto d’autore, quello pubblicato su rivista, e non aveva Nolitta nel sangue come ce l’avevo io, e comunque devo ammettere che certe lungaggini aveva ragione nel volerle castigare. Temo di aver sofferto molto, dopo i pri-mi entusiasmi, e immagino che si veda: le mie due o tre storie inizia-li sono brillanti, poi ho avuto uno sbandamento e c’è voluto un po’ perché rientrassi in carreggiata, con nuove consapevolezze.

Fu Queirolo a convocare nello staff anche Mauro Boselli, quando io già c’ero (e dunque, quanto a “zagorianità”, sono io il più anziano fra i due). Poco dopo, Boselli divenne il curatore della testata, e lo ri-mase fino alla fine del 2006, quando presi il suo posto. Sicuramente il lungo periodo in cui Zagor ha goduto della supervisione di Mauro Boselli ha consentito al personaggio l’esplorazione di territori nuo-vi, e certe storie che grazie a lui hanno potuto venire pubblicate, in passato sarebbero risultate improponibili. Mauro ha avuto il co-raggio di sostenere progetti innovativi, suoi e di altri, me compre-so. Sotto la sua gestione la collana è riuscita a decollare di nuovo, o perlomeno ad arrestare l’erosione di vendite, e io ho cercato di dare

Page 13: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

88

il mio contributo, anche perché con il tempo ho acquistato maggio-re esperienza e sicurezza. Io e Boselli, credo, possiamo dire di esse-re riusciti nel piccolo miracolo di aver rivitalizzato un personaggio ormai dato per spacciato. Ho sotto gli occhi la stampata di alcuni messaggi inviati a suo tempo a Darkwood Online, il sito ufficiale dello Zagor Club, e leggo quanto scrive Mauro Carraro: “Boselli e Burattini sono riusciti a risollevare le sorti della testata che ormai pensavo destinata alla chiusura”. E un altro lettore, Giancarlo Filia-ni, scrive: “Gli ultimi sceneggiatori sono bravi e hanno ridato credi-bilità e spessore al personaggio dopo gli anni bui”. Insomma, aver riportato il sorriso sulle labbra dei lettori delusi e averne bloccato o almeno rallentato l’emorragia, e averlo fatto gestendo un eroe in co-stume, è sicuramente un risultato. Il merito non è solo mio, natural-mente: però sono contento di aver dato un pur modesto contributo.

Tra le altre cose, nei primi anni della mia collaborazione con la Bonelli mi vennero affidati anche due incarichi importanti, o alme-no a me parvero tali, che esulavano dalla sceneggiatura dei fumet-ti. Uno consisté nello scrivere i testi del libretto “Gli indiani d’Ame-rica” che venne allegato allo Speciale Zagor n. 4, “La fiamma nera”, del luglio 1991. Si tratta di un dizionario delle principali tribù pel-lerossa, con una breve descrizione della loro storia e delle loro ca-ratteristiche. Per realizzarlo, Sergio Bonelli mi fornì in fotocopia un bel po’ di libri (quasi tutti in inglese) della sua enorme biblioteca dedicata al West. L’altro incarico fu quello di progettare un percor-so, e scegliere le tavole da esporre, per la mostra “Zagor: un’avven-tura lunga trent’anni” (titolo mio) che venne allestita nel 1992 alla Fortezza da Basso di Firenze.

Page 14: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

89

IO E ZAGOR

Moreno Burattini e Gallieno Ferri all’inaugurazione della mostra “Zagor: un’avventura lunga trent’anni”, alla Fortezza da Basso di Firenze (1992).

Page 15: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

97

26L EREDE

Più volte qualcuno, di sicuro avventatamente e in maniera scon-siderata, mi ha definito “l’erede di Nolitta”. Nei primi anni della mia collaborazione con Zagor, in effetti ho fatto di tutto per mimetiz-zarmi, sperando di replicare quanto più possibile lo stile nolittiano. Sergio Bonelli, sceneggiando le avventure dello Spirito con la Scu-re, aveva creato una “ortodossia” che andava, secondo me, assolu-tamente rispettata. La mia personale preoccupazione era, in quegli anni, quella di non snaturare nessuna delle caratteristiche impres-se da Nolitta al personaggio. Impresa difficilissima, dato che io non ero Bonelli e dunque qualcosa (in realtà, molto più di qualcosa) fini-va lo stesso per perdersi. Cercavo comunque di non sottrarre nien-te, più che di aggiungere qualcosa. Il mio scopo era il falso perfetto.

Il mio principale cruccio da semplice lettore era quello di non riconoscere più Zagor nello stile degli sceneggiatori (a quei tempi ancora anonimi) che avevano preso il posto di Sergio Bonelli nella stesura dei testi. Oggi so benissimo chi erano gli autori chiamati a sostituire il creatore della serie dopo il suo abbandono: Alfredo Ca-stelli, Tiziano Sclavi, Marcello Toninelli, Decio Canzio... autori cer-tamente più talentuosi del sottoscritto e che avevano svolto molto bene l’incarico loro affidato! Però, erano diversi da Nolitta, e per me era come ascoltare una canzone molto amata arrangiata in modo diverso in una cover. Da qui la mia convinzione che i lettori, di cui mi ritenevo un rappresentante tipico, desiderassero tutti una nar-razione condotta secondo gli stilemi dei bei tempi che furono.

Page 16: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

98

Avevo a che fare con un character altrui, e per di più storico e molto amato, e dunque ciò che serviva era l’umiltà. I lettori, ne ero convinto, lo compravano perché sull’albo ci trovavano lui, non per-ché ci trovavano me. Il più bel servizio che potevo rendere agli ac-quirenti era, mi dicevo, consegnare loro una storia in cui Zagor par-lasse come Zagor e si comportasse come Zagor, e non parlasse come me o si comportasse come mi sarei comportato io. Idem per Cico. Quando Sclavi (ed era Sclavi!) in “Horror Cico” aveva utilizzato il messicano come se fosse Groucho, in molti avevano storto la boc-ca, io per primo. Purtroppo Nolitta era Nolitta e io ho potuto essere soltanto suo pallido imitatore.

Cercavo comunque di scrivere storie avvincenti, di stampo classi-co, con un inizio e una fine, che si potessero leggere con scorrevolez-za, tenendo alto in ogni caso il “sense of wonder” e inseguendo l’av-ventura. Nolitta affascinava senza bisogno di artifici stilistici. Era un affabulatore straordinario, gli bastavano pochi elementi per condur-re i lettori dovunque, e sapeva essere colto e profondo senza essere pedante, documentato senza essere didascalico, chiaro senza essere banale. Sapeva mescolare i generi ed era insuperabile nel drammati-co come nell’umoristico, riuscendo persino a farli convivere insieme.

Nolitta era istintivo. Scriveva di getto, con una stupefacente fa-cilità di invenzione. Spesso Sergio ha dichiarato di non essersi mai sentito un vero professionista, ma soltanto una sorta di “sceneggia-tore della domenica”. Le sue storie, infatti, venivano concepite nei weekend o di notte, quando non era impegnato nel lavoro di edi-tore. In un’intervista concessa alla rivista Orizzonti, Bonelli rivela: “Le mie storie, sono nate con l’intento principale di soddisfare per primo me come lettore piuttosto che avere l’ambizione di scrivere qualcosa di straordinario. È indubitabile che pensassi con rispetto al pubblico che avrebbe letto i miei albi, ma soprattutto c’era dentro quello che piaceva a me, ed è straordinario riflettere sul fatto che in un certo periodo il contatto tra me e il pubblico è stato molto pro-fondo, e quelle storie che io mettevo giù con tanta semplicità veni-vano accolte con tanta benevolenza da chi le leggeva. In ogni caso credo che essere anche un autore, mettermi in gioco per primo sia un aspetto molto importante della mia vita. In fondo potevo vivere

Page 17: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

99

IO E ZAGOR

facendo solo l’editore, invece questo provarci, questo mettermi nei panni degli autori, fa capire a me il lavoro che c’è dietro ogni albo e a chi mi osserva dall’esterno, la grande passione che io nutro since-ramente per il fumetto”. Prosegue Bonelli, intervistato sulle pagine dello Speciale Zagor di Collezionare: “Scrivevo le mie storie quasi

Moreno Burattini com’era all’inizio degli anni Novanta visto da Massimo Cavezzali

Page 18: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

100

sempre di notte, il sabato o la domenica, senza mai rinunciare però a guardare con un occhio la televisione, e mio padre era fra i pri-mi a non capire come facessi. Io dico che lassù qualcuno mi ama perché se sono riuscito a fare qualcosa di buono è stato anche un po’ casualmente: non ho mai avuto il tempo di pianificare bene le cose, e tutto è nato di slancio, sull’onda del mio divertimento nel-lo scrivere, nel fare gli schizzi per le sceneggiature. Certe decisioni sono state dettate dal momento: mi ritengo fortunato di essere riu-scito a fare una montagna di cose insieme. C’è stato un periodo in cui scrivevo contemporaneamente Zagor, Mister No e Tex, lavoran-do soltanto di domenica. Ci sono autori che affermano di riuscire a scrivere con fatica appena tre o quattro pagine al giorno: io ne fa-cevo anche quaranta, e divertendomi”. Dopo un inizio lento, quasi un “rodaggio” durato alcuni anni, la produzione nolittiana esplo-se con Zagor nella seconda metà degli anni Sessanta, raggiunse il suo massimo con la contemporanea gestione di Mister No (una serie iniziata nel 1975), rallentò allorché nel 1980 l’autore scrisse la sua ultima storia dello Spirito con la Scure, ma proseguì ancora a lun-go sia con il pilota di Manaus che con Tex. Nel primo decennio del Duemila, infine, Bonelli ha quasi smesso di scrivere, dopo aver pro-gressivamente rarefatto le sue storie.

Io, per carattere, sono piuttosto razionale e dunque non riesco mai a scrivere del tutto di getto, in modo impulsivo. Devo riflette-re bene, calcolare i pro e i contro di ogni scelta, calibrare i dialoghi, cercare soluzioni se possibile non troppo prevedibili sia per le am-bientazioni che per gli sviluppi e le soluzioni. Dunque ho un ap-proccio diverso da quello che aveva Sergio. Poi, naturalmente, con il tempo tutto si evolve: anche io sono andato maturando (qualcuno potrebbe ritenere che sia andato peggiorando), ho imparato meglio il mio mestiere, sono stato lasciato progressivamente sempre più li-bero, mi sono preso da solo molte libertà, ho cercato di adeguarmi ai tempi, ho ricevuto stimoli diversi e li ho ritrasmessi, e alla fine uno “stile Burattini” ha finito per evolversi nel tempo. La mia perso-nale “calligrafia” ha finito per farsi identificare e con il tempo sono andato sempre più facendomi riconoscere. Del resto era inevitabile: la mia personalità si è fatta strada ed è emersa.

Page 19: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

101

IO E ZAGOR

Mentre procedevo lungo il mio percorso, passarono tutti gli anni Novanta, in cui vennero pubblicate una quarantina di mie sceneg-giature zagoriane, tutte scritte stando a casa in Toscana e speden-do due o tre volte alla settimana, con il corriere, le tavole che via via completavo e che Mauro Boselli supervisionava ricevendole il mat-tino dopo in redazione. Non ero ancora attrezzato per le spedizioni via Internet. Salivo in Bonelli una volta ogni due mesi, più o meno, e inizialmente Decio Canzio ogni volta mi portava a pranzo con sé in qualche ristorante milanese (era fine intenditore di locali, come di vini, e conosceva i migliori). Spesso venivano con noi altri dise-gnatori o sceneggiatori di passaggio, e non di rado c’erano anche Tiziano Sclavi e Alfredo Castelli. Sclavi a quei tempi lavorava anco-ra in via Buonarroti, poi, man mano che aumentavano le tirature di Dylan Dog, preferì scrivere le sue storie e curare la testata da casa. Il clima, i personaggi, i tic della redazione di quegli anni è in qualche modo descritta tra le righe del più bello fra i romanzi di Tiziano, il comico e drammatico “Non è successo niente”.

Page 20: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

Sergio Bonelli.

Page 21: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

Ritratto di Graziano Origa.

Page 22: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

Gallieno Ferri e Moreno Burattini davanti al murales dedicato a Zagor in una piazza di Roma, nel Quartiere Mezzocammino.

Page 23: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

Moreno Burattini con la bandiera di Zagor in Terra del Fuoco (2014).

Page 24: libri.goodfellas.itlibri.goodfellas.it/media/pdf/ZAGOR_PROMO.pdf · Zagor: è questo il nome con cui l’ho conosciuto io, quando da bambino mi sono imbattuto in lui. O meglio, nei

Autori zagoriani a Belgrado. Da sinistra: Marcello Mangiantini, Moreno Burattini, Walter Venturi.